Catania. La paura e la disillusione non sono primizie d'estate. Più volte gli
imprenditori edili hanno lanciato l'allarme sulle opere pubbliche nel
"freezer Sicilia", denunciando gli intoppi burocratici e le
responsabilità istituzionali di un tesoretto (di fondi assegnati e non spesi)
che l'Isola rischia di perdere. Ma stavolta Ance Sicilia, l'associazione dei
costruttori edili di Confindustria, ha fatto diligentemente i compiti a casa.
Spulciando bandi, plafond comunitari e delibere di finanziamento. E mettendo
una "X" su ogni opera che in Sicilia risulta con copertura
finanziaria ma resta ferma al palo.
Il risultato? Impressionante: «ben 118 interventi in stand-by per un importo
totale di 5,15 miliardi di euro. E di questi 94 per 982 milioni di euro sono compresi
nella delibera Cipe numero 60 del 2012 (opere idriche, fognarie e depuratori)
per la quale il termine di avvio dei lavori è stato prorogato al prossimo 31
dicembre, pena la revoca delle risorse». Le uniche mosche bianche? «Solo nel
caso della Siracusa-Gela si sono da poco concluse le procedure di gara e per la
Palermo-Agrigento sono stati consegnati i primi lavori all'impresa».
La gravità non è soltanto nelle cifre (e per chi crede nei segni dei numeri 118 opere bloccate richiamano l'idea dell'ambulanza per soccorrere un malato moribondo), ma anche nelle ragioni alla base di questo stallo: «l mercato delle opere pubbliche in Sicilia è sostanzialmente fermo, ma non è solo un problema di mancanza di risorse: quasi tutti i progetti per nuove infrastrutture dotati di copertura finanziaria negli ultimi anni sono bloccati dalla burocrazia o dalla mancanza di volontà politica».
Quella di Ance Sicilia non è soltanto una sterile denuncia, perché l'intervento comprende anche alcune soluzioni da proporre al governo regionale, le quali saranno messe a punto martedì prossimo in una riunione del Comitato di presidenza guidato da Salvo Ferlito. «Siamo determinati - assicura il presidente di Ance Sicilia - a ottenere dalla Regione un deciso intervento su tutte le stazioni appaltanti, affinché pubblichino i bandi di gara di tutti i progetti esecutivi pronti e provvedano a redigere i progetti per i quali hanno ottenuto i finanziamenti. Sarebbe un crimine perdere 5 miliardi di finanziamenti europei e statali quando la Regione va in cerca di risorse per scongiurare il default». Ma come? Visto che non è stato possibile incontrare il governatore Crocetta - afferma Ferlito - vogliamo riprendere il positivo lavoro avviato con l'assessore alle Infrastrutture Nino Bartolotta e le altre organizzazioni nel tavolo tecnico riunitosi lo scorso mese di aprile. Ma stavolta in sinergia con l'assessore all'Energia, Nicolò Marino, così come da noi richiesto lo scorso 4 giugno, per affrontare anche l'urgente problema delle opere idriche e fognarie».
Se non dovessero arrivare le risposte attese, i costruttori siciliani - un po' per provocazione, un po' per disperazione - si riservano anche un clamoroso "piano B": «per le nostre imprese in atto resta una sola alternativa: quella di espandere le attività all'estero. Dopo alcune esperienze positive in corso in vari Paesi, abbiamo sondato favorevolmente le opportunità offerte dal Kenya e il prossimo 19 luglio riceveremo a Palermo la visita di due ministri di questo strategico Paese dell'Africa».
Mario Barresi - La Sicilia - Sabato 13 Luglio 2013 Regione, pagina 4
twitter: @MarioBarresi
La gravità non è soltanto nelle cifre (e per chi crede nei segni dei numeri 118 opere bloccate richiamano l'idea dell'ambulanza per soccorrere un malato moribondo), ma anche nelle ragioni alla base di questo stallo: «l mercato delle opere pubbliche in Sicilia è sostanzialmente fermo, ma non è solo un problema di mancanza di risorse: quasi tutti i progetti per nuove infrastrutture dotati di copertura finanziaria negli ultimi anni sono bloccati dalla burocrazia o dalla mancanza di volontà politica».
Quella di Ance Sicilia non è soltanto una sterile denuncia, perché l'intervento comprende anche alcune soluzioni da proporre al governo regionale, le quali saranno messe a punto martedì prossimo in una riunione del Comitato di presidenza guidato da Salvo Ferlito. «Siamo determinati - assicura il presidente di Ance Sicilia - a ottenere dalla Regione un deciso intervento su tutte le stazioni appaltanti, affinché pubblichino i bandi di gara di tutti i progetti esecutivi pronti e provvedano a redigere i progetti per i quali hanno ottenuto i finanziamenti. Sarebbe un crimine perdere 5 miliardi di finanziamenti europei e statali quando la Regione va in cerca di risorse per scongiurare il default». Ma come? Visto che non è stato possibile incontrare il governatore Crocetta - afferma Ferlito - vogliamo riprendere il positivo lavoro avviato con l'assessore alle Infrastrutture Nino Bartolotta e le altre organizzazioni nel tavolo tecnico riunitosi lo scorso mese di aprile. Ma stavolta in sinergia con l'assessore all'Energia, Nicolò Marino, così come da noi richiesto lo scorso 4 giugno, per affrontare anche l'urgente problema delle opere idriche e fognarie».
Se non dovessero arrivare le risposte attese, i costruttori siciliani - un po' per provocazione, un po' per disperazione - si riservano anche un clamoroso "piano B": «per le nostre imprese in atto resta una sola alternativa: quella di espandere le attività all'estero. Dopo alcune esperienze positive in corso in vari Paesi, abbiamo sondato favorevolmente le opportunità offerte dal Kenya e il prossimo 19 luglio riceveremo a Palermo la visita di due ministri di questo strategico Paese dell'Africa».
Mario Barresi - La Sicilia - Sabato 13 Luglio 2013 Regione, pagina 4
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