Ma l'Alitalia non vive senza la Sicilia.
Catania. Il monopolio Alitalia aumenta la pressione.
Blue Panorama è in situazione di concordato preventivo e questo di conseguenza
allarga la potenza di fuoco di quella che chiamiamo ancora la compagnia di
bandiera. Blue Panorama nonostante la precaria situazione in cui si trova
continua a volare come può, con pesanti ritardi, nella speranza di poter fare
cassa nei mesi estivi nel mentre i creditori attendono. Ha pure ordinato dei
nuovi 737. Ci auguriamo che riesca a proseguire l'attività perché prima era una
compagnia affidabile e a prezzi ragionevoli, una buona alternativa all'Alitalia.
Ho dato ieri un'occhiata alle tariffe, e siamo sempre lì, non è cambiato nulla.
Nonostante la nostra campagna contro l'Alitalia che mette le mani nelle tasche
dei siciliani, se domani vuoi andata e ritorno Catania-Roma-Catania ti costa
381 euro, con i diritti di agenzia vai a 400 euro. E queste sono tariffe
capestro sullo stesso piano di tanti anni addietro quando Alitalia strangolava
i passeggeri. Sostanzialmente siamo tornati indietro di vent'anni, quando non
c'erano ancora le low cost. E' chiaro che stiamo parlando di tariffe che
riguardano voli presi all'ultimo momento, diciamo «last minute», quando non hai
tempo di programmarti, e che pure dovrebbero essere quelli a più basso costo.
Fa poi rabbia che il Roma-Milano costa appena 51 euro, anche se capisci che
questo è dovuto al fatto che su quella tratta le compagnie aeree hanno la
fortissima concorrenza dei treni veloci delle Ferrovie dello Stato e di Ntv di
Montezemolo-Della Valle. La Sicilia paga due volte la sua marginalità
geografica, e la pagherà ancora a lungo perché nessuno vuole mettere mano alla
Tav da Salerno in giù e al Ponte sullo Stretto. Almeno avessimo lo sconto del
30% come i sardi in base alla continuità territoriale che per noi non vale
perché attraversiamo lo Stretto a piedi dietro Mosè.
Vorremmo che il presidente Crocetta e gli altri assessori interessati si
occupassero delle tariffe aeree che frenano anche il comparto turistico.
Secondo una statistica di Confesercenti, solo il 13% dei turisti scende al Sud.
Questi dati mi sembrano un po' fasulli perché Taormina, Siracusa, Noto sono
affollate persino di indonesiani, i nuovi ricchi, ma certo le tariffe troppo
alte non agevolano l'arrivo in Sicilia.
Il fatto è che bisogna rovesciare il ragionamento: è vero che la Sicilia ha
bisogno di Alitalia, ma è altrettanto vero che Alitalia ha bisogno della
Sicilia. Se non avesse gli slot su Fontanarossa e su Punta Raisi fallirebbe in
sei mesi. Questo non lo vuole nessuno, anche se porta la responsabilità di
avere dato l'ultima spinta per far cadere nel vuoto Wind Jet, unica compagnia
siciliana in campo. Quindi non è affatto vero che l'Alitalia abbia il coltello
dalla parte del manico, ce l'ha pure la Sicilia, solo che non lo sa usare, o
che ancora non ha voluto usarlo. Qualcuno dice: ma se Ryanair e Easy Jet fanno
volare a basso prezzo e dominano il mercato a loro piacimento perché non gli
apriamo le porte? Non è così facile, il gioco può riuscire solo con gli
aeroporti minori, perché soprattutto Ryanair vuole essere pagata dalle società
che gestiscono gli aeroporti, e la Sac di Fontanarossa (-7 milioni e passa,
soprattutto per la Katane che fa l'handling) e la Gesap di Punta Raisi stanno
in rosso, non profondo, ma sempre rosso è. Ci sarà da spiegarlo a Crocetta il
quale dice: «Ma io vedo i nostri aeroporti sempre affollati e poi mi dicono che
ci sono difficoltà di bilancio. Non capisco». Nemmeno noi.
Tony Zermo La Sicilia - Domenica 21
Luglio 2013 I FATTI, pagina 10
Ma l'Alitalia non vive senza la Sicilia.
Catania. Il monopolio Alitalia aumenta la pressione.
Blue Panorama è in situazione di concordato preventivo e questo di conseguenza
allarga la potenza di fuoco di quella che chiamiamo ancora la compagnia di
bandiera. Blue Panorama nonostante la precaria situazione in cui si trova
continua a volare come può, con pesanti ritardi, nella speranza di poter fare
cassa nei mesi estivi nel mentre i creditori attendono. Ha pure ordinato dei
nuovi 737. Ci auguriamo che riesca a proseguire l'attività perché prima era una
compagnia affidabile e a prezzi ragionevoli, una buona alternativa all'Alitalia.
Ho dato ieri un'occhiata alle tariffe, e siamo sempre lì, non è cambiato nulla. Nonostante la nostra campagna contro l'Alitalia che mette le mani nelle tasche dei siciliani, se domani vuoi andata e ritorno Catania-Roma-Catania ti costa 381 euro, con i diritti di agenzia vai a 400 euro. E queste sono tariffe capestro sullo stesso piano di tanti anni addietro quando Alitalia strangolava i passeggeri. Sostanzialmente siamo tornati indietro di vent'anni, quando non c'erano ancora le low cost. E' chiaro che stiamo parlando di tariffe che riguardano voli presi all'ultimo momento, diciamo «last minute», quando non hai tempo di programmarti, e che pure dovrebbero essere quelli a più basso costo.
Fa poi rabbia che il Roma-Milano costa appena 51 euro, anche se capisci che questo è dovuto al fatto che su quella tratta le compagnie aeree hanno la fortissima concorrenza dei treni veloci delle Ferrovie dello Stato e di Ntv di Montezemolo-Della Valle. La Sicilia paga due volte la sua marginalità geografica, e la pagherà ancora a lungo perché nessuno vuole mettere mano alla Tav da Salerno in giù e al Ponte sullo Stretto. Almeno avessimo lo sconto del 30% come i sardi in base alla continuità territoriale che per noi non vale perché attraversiamo lo Stretto a piedi dietro Mosè.
Vorremmo che il presidente Crocetta e gli altri assessori interessati si occupassero delle tariffe aeree che frenano anche il comparto turistico. Secondo una statistica di Confesercenti, solo il 13% dei turisti scende al Sud. Questi dati mi sembrano un po' fasulli perché Taormina, Siracusa, Noto sono affollate persino di indonesiani, i nuovi ricchi, ma certo le tariffe troppo alte non agevolano l'arrivo in Sicilia.
Il fatto è che bisogna rovesciare il ragionamento: è vero che la Sicilia ha bisogno di Alitalia, ma è altrettanto vero che Alitalia ha bisogno della Sicilia. Se non avesse gli slot su Fontanarossa e su Punta Raisi fallirebbe in sei mesi. Questo non lo vuole nessuno, anche se porta la responsabilità di avere dato l'ultima spinta per far cadere nel vuoto Wind Jet, unica compagnia siciliana in campo. Quindi non è affatto vero che l'Alitalia abbia il coltello dalla parte del manico, ce l'ha pure la Sicilia, solo che non lo sa usare, o che ancora non ha voluto usarlo. Qualcuno dice: ma se Ryanair e Easy Jet fanno volare a basso prezzo e dominano il mercato a loro piacimento perché non gli apriamo le porte? Non è così facile, il gioco può riuscire solo con gli aeroporti minori, perché soprattutto Ryanair vuole essere pagata dalle società che gestiscono gli aeroporti, e la Sac di Fontanarossa (-7 milioni e passa, soprattutto per la Katane che fa l'handling) e la Gesap di Punta Raisi stanno in rosso, non profondo, ma sempre rosso è. Ci sarà da spiegarlo a Crocetta il quale dice: «Ma io vedo i nostri aeroporti sempre affollati e poi mi dicono che ci sono difficoltà di bilancio. Non capisco». Nemmeno noi.
Tony Zermo La Sicilia - Domenica 21
Luglio 2013 I FATTI, pagina 10Ho dato ieri un'occhiata alle tariffe, e siamo sempre lì, non è cambiato nulla. Nonostante la nostra campagna contro l'Alitalia che mette le mani nelle tasche dei siciliani, se domani vuoi andata e ritorno Catania-Roma-Catania ti costa 381 euro, con i diritti di agenzia vai a 400 euro. E queste sono tariffe capestro sullo stesso piano di tanti anni addietro quando Alitalia strangolava i passeggeri. Sostanzialmente siamo tornati indietro di vent'anni, quando non c'erano ancora le low cost. E' chiaro che stiamo parlando di tariffe che riguardano voli presi all'ultimo momento, diciamo «last minute», quando non hai tempo di programmarti, e che pure dovrebbero essere quelli a più basso costo.
Fa poi rabbia che il Roma-Milano costa appena 51 euro, anche se capisci che questo è dovuto al fatto che su quella tratta le compagnie aeree hanno la fortissima concorrenza dei treni veloci delle Ferrovie dello Stato e di Ntv di Montezemolo-Della Valle. La Sicilia paga due volte la sua marginalità geografica, e la pagherà ancora a lungo perché nessuno vuole mettere mano alla Tav da Salerno in giù e al Ponte sullo Stretto. Almeno avessimo lo sconto del 30% come i sardi in base alla continuità territoriale che per noi non vale perché attraversiamo lo Stretto a piedi dietro Mosè.
Vorremmo che il presidente Crocetta e gli altri assessori interessati si occupassero delle tariffe aeree che frenano anche il comparto turistico. Secondo una statistica di Confesercenti, solo il 13% dei turisti scende al Sud. Questi dati mi sembrano un po' fasulli perché Taormina, Siracusa, Noto sono affollate persino di indonesiani, i nuovi ricchi, ma certo le tariffe troppo alte non agevolano l'arrivo in Sicilia.
Il fatto è che bisogna rovesciare il ragionamento: è vero che la Sicilia ha bisogno di Alitalia, ma è altrettanto vero che Alitalia ha bisogno della Sicilia. Se non avesse gli slot su Fontanarossa e su Punta Raisi fallirebbe in sei mesi. Questo non lo vuole nessuno, anche se porta la responsabilità di avere dato l'ultima spinta per far cadere nel vuoto Wind Jet, unica compagnia siciliana in campo. Quindi non è affatto vero che l'Alitalia abbia il coltello dalla parte del manico, ce l'ha pure la Sicilia, solo che non lo sa usare, o che ancora non ha voluto usarlo. Qualcuno dice: ma se Ryanair e Easy Jet fanno volare a basso prezzo e dominano il mercato a loro piacimento perché non gli apriamo le porte? Non è così facile, il gioco può riuscire solo con gli aeroporti minori, perché soprattutto Ryanair vuole essere pagata dalle società che gestiscono gli aeroporti, e la Sac di Fontanarossa (-7 milioni e passa, soprattutto per la Katane che fa l'handling) e la Gesap di Punta Raisi stanno in rosso, non profondo, ma sempre rosso è. Ci sarà da spiegarlo a Crocetta il quale dice: «Ma io vedo i nostri aeroporti sempre affollati e poi mi dicono che ci sono difficoltà di bilancio. Non capisco». Nemmeno noi.
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