Parola
d'ordine: cooperare. Dai due dibattiti incentrati su sistemi sociali e su
settore manifatturiero e capitale sociale emerge la necessità di creare una
rete tra istituzioni e privati a partire da un'interazione tra le piccole e
medie imprese, vero tessuto costitutivo dell'economia. «Perché - tuona il
ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi - questo Paese o riparte tutto
insieme, o non riparte più. La questione meridionale coincide con la questione
italiana».
Qual
è l'idea del ministro per far ripartire l'economia?
«Occorre
mettercela tutta, tutti insieme, in particolare le istituzioni e la politica.
Le
infrastrutture sono un volano per la crescita se le risorse sono gestite bene e
distribuite in maniera intelligente: le grandi medie e piccole opere, la
collaborazione pubblico privato, i tempi certi in cui le risorse vengono spese
e le opere si realizzano. Dobbiamo rimetterci tutti in gioco».
Qual
è il piano per la Sicilia in particolare?
«Per
la Sicilia è stato firmato l'11° protocollo d'intesa. Abbiamo monitorato tutte
le opere indispensabili per la Sicilia: circa 21 miliardi di euro. 9,9 miliardi
sono già stanziati, 5,6 miliardi di euro sono per le opere realizzate. La prima
sfida è che gli interi 10 miliardi siano realizzati e completati, e poi dovremo
trovare insieme gli altri 10 miliardi. Importante è che ci sia un disegno
strategico».
Dello
stesso avviso è Linda Vancheri, assessore alle Attività produttive della
Regione Siciliana, secondo cui l'unica strada percorribile è incrementare la
rete produttiva e progettuale tra le imprese. «Le politiche distrettuali - ci
dice - servono per aiutare le amministrazioni a individuare punti di forza e
criticità dei territori e distribuire le risorse. Faremo un road show al fine
di coordinare le attività, puntare sulla massa critica e orientare gli
interventi di sviluppo. Bisogna inoltre pensare uno spin-off tra università
impresa e territorio».
Ripartire
dal sud, dunque, e dai suoi giovani: secondo Ivan Lo Bello, vicepresidente per
l'Education di Confindustria, sarà il modello tedesco a portare la Sicilia
«fuori dall'ottica clientelare fin qui vigente, che ha generato solo un
precariato esistenziale. Ed è Crocetta il primo presidente che abbia affrontato
il problema».
Amelia
Cartia - La Sicilia - Domenica 02 Febbraio 2014 Ragusa Pagina 31