Palermo. Il Comitato Pendolari Siciliani chiama in causa la Regione. Mentre tiene banco il confronto tra bus e treni dopo il crollo del pilone lungo il viadotto Himera della Palermo-Catania, il presidente del Comitato Pendolari Siciliani sottolinea che la necessità per i siciliani non sta in questa sorta di gara tra treno e bus, ma nell'avere un efficientamento dei servizi di trasporto e quindi un'intermodalità.

Il blog raccoglie informazioni sul trasporto pubblico in genere, ed in maniera approfondita sul trasporto e le infrastrutture ferroviarie siciliane. Tutti i pendolari che si muovono in Sicilia con il treno possono segnalare disservizi, disagi, e/o suggerimenti sul nostro sito www.comitatopendolari.it, per migliorare le condizioni di trasporto. COLLABORA ANCHE TU...PER UN SERVIZIO MIGLIORE
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domenica 14 giugno 2015
Bus batte treno in efficienza e risparmi
Palermo. La regione Siciliana paga 3 euro a km alle FS e solo 1 euro alle autolinee private. Meno di un mese fa uno studio di settore del Politecnico di Milano evidenziava come il trasporto pubblico locale in Sicilia sia meno costoso della media nazionale (2,2 euro per ogni chilometro percorso dall'autobus) e della media europea (1,4 euro per ogni chilometro percorso autobus). Risultato che è stato possibile raggiungere, continua lo studio di settore, per tre motivi: dimensione medio-piccola delle aziende per la maggior parte private; efficienza e qualità di linee dirette affiancate da linee capillari; contenimento dei costi e quindi elevato rapporto ricavi/costi, mediamente più alto rispetto ai territori comparabili...
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Cancellazione corse notturne PA601 e PA602 sulla Messina-Catania A/R dal 14 giugno 2015
Messina. In merito
alla cancellazione, a partire dal cambio orario del 14 giugno 2015, delle due
corse notturne (servizio ferroviario) dei Bus PA601 con partenza da Messina
alle ore 00.30 (effettua 8 fermate sino a Catania) e PA 602 con partenza da
Catania alle 02.40 (effettua 8 fermate sino a Messina), lo scrivente Comitato
fa presente che questa cancellazione è stata motivata da parte del gestore del
servizio “ Dtr Trenitalia Sicilia” al gabinetto dell’assessore regionale ai
trasporti Pizzo, per la scarsa frequentazione e per la sola presenza di alcune donne
che fanno il più antico mestiere del mondo. Cancellazione ingiusta e senza
alcun senso perché, tra l’altro, si toglie un servizio di trasporto utile ai
lavoratori della fascia ionica che smontano nella tarda serata o che devono
prendere servizio nella primissima mattinata, tra l’altro ad inizio mese di
giugno avevano acquistato un abbonamento mensile che non potranno più
utilizzare perche se avranno il treno per andare a Messina o Catania, durante
l’arco del giorno, non avranno più il bus di ritorno per fare rientro a Catania
o Messina. Si fa presente che se non verrà ripristinato il servizio si chiederà
l’eventuale rimborso dei rimanenti giorni di giugno non utilizzati.
Con la
presente nota desideriamo, inoltre, fare presente che tale servizio viene
espletato da un mini-bus (si allega foto) da 21 posti e che viene frequentato
da lavoratori che smontano dal servizio notturno da Messina e/o da lavoratori
che da Catania devono prendere servizio nella primissima mattinata a Messina. Un
servizio indispensabile e di pubblica utilità vista la frequenza media di 12/15
persone abbonate e, quindi, in buona parte da viaggiatori non occasionali. E’
anche successo che martedì 9 giugno l’autista del Bus PA602 che parte da
Catania alle 02.40 non ha potuto far salire a bordo, alla stazione di
Taormina-Giardini, due passeggeri perché i 21 posti erano tutti occupati.
Nel
ritenere che tale cancellazione procurerebbe un ulteriore disagio e rischio nei
confronti dell’utenza che lavora a Messina e che smonta dai vari servizi
notturni o per altri lavoratori che da Catania dovranno arrivare sino a Messina
per prendere servizio nelle prime ore del mattino, alla luce di questo, il
Comitato Pendolari Siciliani chiede l’immediata revoca della cancellazione ed
il ripristino delle due corse Bus PA601 e PA602.
All’Assessore
alle Infrastrutture, Mobilità e Trasporti Dott. Giovanni Pizzo
Al
Dirigente Generale Dipartimento Infrastrutture, Mobilità e Trasporti
Dott.
Fulvio Bellomo
Al
Dirigente IV Servizio Trasporto Ferroviario Dott. Diego Greco
Al
Direttore di Trenitalia Sicilia Ing. Maurizio Mancarella
Fiumefreddo
di Sicilia, 12 giugno 2015
Giosuè
Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer
domenica 7 giugno 2015
Sicilia. Bus o treno questo il dilemma del trasporto pubblico
Dagli ultimi interventi sui quotidiani, sembra che in Sicilia vengano scoperti definitivamente “bus e treno come mezzi di trasporto”.
Un solo dato per chiarezza di informazione, nel 2012 i km/bus effettuati in Sicilia e pagati dalla Regione sono stati pari a 77.621.511 contro i 10.476.000 km/treno per’altro pagati dal ministero dei trasporti sino a dicembre 2014.
Si accenna ad una sorta di gara tra treno e bus. E’ più veloce il bus o il treno? E’ più costoso il treno o il bus? E’ più inquinante il bus o il treno? La necessità per i siciliani non sta in questa sorta di gara tra treno e bus ma nell’avere un efficientamento dei servizi di trasporto e quindi una intermodalità che coniughi due o più mezzi di trasporto cercando di creare un servizio efficiente ed efficace.
L’enfasi che dal 13 aprile scorso è stata data al treno solo sull’asse ferroviario Palermo-Catania è servita ben poco a rilanciare quanti più mezzi di trasporto per i siciliani.
Operazione che è servita alla sola impresa ferroviaria “Trenitalia” a rilanciare il proprio brand e la propria attività in Sicilia e nella fattispecie su una tratta ferroviaria sulla quale non si erano mai scommessi, nonostante i vari solleciti della politica ed i vari finanziamenti a Rete Ferroviaria Italiana per ammodernare e velocizzare l’attuale tracciato della Palermo-Catania. Non sono stati rispettati i tempi di percorrenza dichiarati e imposti dal Cis (2 ore e 45 minuti nel 2013) e dal Pac (2 ore e 30 nel 2014) quando ancora invece si impiegano 3 ore circa e la si promuove come velocizzazione tra le due Città pur non avendo apportato alcuna modifica all’attuale tracciato se non quelle di migliorare incroci e coincidenze. Immaginiamo un pò se avessero ammodernato, in questi ultimi cinque anni pur avendo i finanziamenti, l’attuale tracciato i tempi di percorrenza sarebbero scesi al di sotto delle 2 ore e 30. Ma nonostante tutto, ad oggi, non ci è dato sapere perché non è stato dato corso all’ammodernamento e alla velocizzazione della Catania-Palermo. Di chi la responsabilità oltre a quella della politica? A chi spettava controllare? Perché non sono stati spesi i 30 milioni previsti per la funzionalità di questa direttrice ferroviaria dal 2010 ad oggi?
Se da un lato l’impresa ferroviaria “Trenitalia” si rilancia dall’altro lato l’istituzione Regione con l’assessorato regionale alle infrastrutture, mobilità e trasporti è in totale fase di stallo.
A giugno 2014 veniva bandita la gara per l’acquisto di n. 5 nuovi treni per un importo di circa 50 milioni, gara a tutt’oggi bloccata dai vari ricorsi.
A novembre 2014 veniva finalmente firmato, ed era la terza firma quella dell’assessore Pizzo dopo quella degli assessori regionali ai trasporti Bartolotta e Torrisi sull’Accordo di Programma per il trasporto ferroviario in Sicilia tra Mit e Mef, ma a distanza di sette circa mesi da quella firma, del famigerato “Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario” che la Regione doveva sottoscrivere con Trenitalia, ancora non si conoscono nè i contenuti, nè i tempi dell’eventuale sottoscrizione, né la durata, né la tipologia di servizi che la Regione vuole acquistare.
A dicembre 2014 è scaduto il Contratto di Servizio tra il ministero dei trasporti e Trenitalia per il trasporto universale dei treni da e per il nord. Questo è un altro problema per la Sicilia, perché al momento Trenitalia sta operando in deroga e, se non verrà bandita dal ministero dei trasporti la gara per l’affidamento del servizio universale (treni da e per il nord), la Sicilia non avrà alcun treno da gennaio 2016 che la collegherà con il resto dell’Italia e dell’Europa.
A dicembre 2014 sono scadute, in Sicilia, tutte le concessioni relative ai servizi su gomma e anche su questo il totale silenzio dell’assessorato ai trasporti.
Per poter andare avanti alla Regione Sicilia serve il nuovo PRTM (piano regionale dei trasporti e della mobilità) cosa che ad oggi ancora non ha. Ci risulta, invece, che i precedenti assessori ai trasporti avevano con gli uffici stilato le linee guida per il nuovo Piano regionale dei trasporti e della mobilità, visto che il vecchio Piano Direttore dei Trasporti, approvato nel 2002, non aveva collegato a se i quattro Piani Attuativi (aereo, marittimo, stradale e ferroviario) approvati nel 2004.
Infatti, chiediamo di conoscere dal 2004 ad oggi quanti studi sono stati commissionati dall’assessorato regionale alle infrastrutture e trasporti sull’integrazione vettoriale e sull’intermodalità? Presumiamo diversi e perché non sono stati attuati in questi dieci anni? Qual’è stata la necessità di bandire una gara per l’affidamento dei servizi per l’aggiornamento del “Piano regionale dei Trasporti e della Mobilità e delle relative procedure Vas (costo euro 186 mila + iva) a due anni di distanza del Regolamento (UE) n. 1303/2013 del 17 dicembre 2013? Gli uffici regionali non sono in grado di definire tale piano magari con l’apporto a costo zero delle Università agli Studi di Palermo, Messina, Enna e Catania?
E’ nostra convinzione che un’accurata programmazione e un’attenta integrazione dei due mezzi di trasporto possano finalmente dare alla Sicilia un servizio di trasporto pubblico efficiente ed efficace, sempre che, ci sia quella volontà politica di far funzionare le cose come nelle altre regioni.
Giosuè Malaponti – Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer
venerdì 15 maggio 2015
In Sicilia non crollano solo i ponti e i viadotti di strade ed autostrade ma anche i ponti ferroviari non sono da meno

Caltagirone-Gela Maggio 2011-Maggio 2015.
Premesso
che in Sicilia non crollano solo i ponti e i viadotti di strade ed autostrade
ma anche i ponti ferroviari non sono da meno. L’8 maggio 2011 crollavano due
arcate del ponte ferroviario in territorio di Niscemi, contrada Angeli, della
linea ferroviaria Caltagirone-Gela. Traffico ferroviario e anche quello
stradale paralizzato con la chiusura di due strade provinciali la Sp 39/1 e la
Sp 39/2 interessate dal passaggio della sovrastante infrastruttura ferroviaria.
Il
Comitato Pendolari Siciliani assieme all’Associazione Ferrovie Siciliane di
Giovanni Russo, il Cub Trasporti di Ragusa, il C.I.U.Fe.R. (Comitato Italiano
Utenti Ferrovie Regionali), e il Movimento Popolare #ilferribottenonsitocca, ha
organizzato negli anni successivi al crollo ed organizza per domenica 17 maggio
2015 con appuntamento davanti la stazione ferroviaria di Caltagirone dalle ore
10 alle ore 12, un Sit-In, per tenere viva l’attenzione e
l’interesse su questa tratta ferroviaria, cercando di sollecitare l’intervento del
governatore Crocetta ad interessarsi sulle future sorti di questa importante
arteria ferroviaria chiedendo a Rete Ferroviaria Italiana cosa vuole fare della
Caltagirone-Gela.
Il
7 ottobre 2014 venivano definitivamente fatte brillare le rimanenti 10 arcate
del ponte ferroviario della Caltagirone-Gela per mettere in sicurezza la
riapertura della sottostante strada provinciale 39/1 chiusa da tre anni. Sono
stati spesi all’incirca un milione e mezzo di euro spesi per recuperare gli
apparati e per il ripristino dell’area con il recupero dei materiali del primo
crollo e della demolizione definitiva a parte i soldi spesi per la demolizione.
Nemmeno
nell’occasione del 9 febbraio 2015 in cui è stato presentato l’ammodernamento
della rete ferroviaria Canicattì-Gela-Comiso (costo 35 milioni di euro), al
Comune di Gela, alla presenza del presidente di Rete Ferroviaria Italiana Dario
Lo Bosco, del governatore della Regione Siciliana Rosario Crocetta e
dell’assessore regionale alle infrastrutture Giovanni Pizzo, nessuno
di questi compreso l’allora primo cittadino di Gela abbiano chiesto al presidente di
Rete Ferroviaria Italiana Lo Bosco notizie sulle sorti della Caltagirone-Gela a sette
mesi della definitiva demolizione dell’infrastruttura che interessa i territori
della provincia di Catania e Caltanissetta.
Questo è l'interesse dimostrato dalle nostre Istituzioni nel migliorare quelle infrastrutture che per incuria o per fenomeni naturali hanno bisogno di attenzione. Attenzione che non può essere rivolta alla sola Palermo-Catania ma a tutte quelle infrastrutture che l'Unità d'Italia ci ha lasciato in eredità e che stiamo facendo pian piano scomparire.
Giosuè
Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciuferdomenica 12 aprile 2015
Treni pseudo veloci sulla Catania-Palermo
Si doveva
aspettare questa inaspettata chiusura di un tratto dell’A19 per evidenziare il
problema mobilità su ferro tra Palermo e Catania. Mercoledì 16 aprile era
previsto un incontro tra i sindaci di Catania, Enna, Caltanissetta e Palermo
per concordare due nuove coppie di treni, in vigore al cambio orario di giugno,
sulla tratta ferroviaria, biblica riferita i tempi di percorrenza,
Palermo-Catania. Questo evento eccezionale ha fatto sì di far partire,
giustamente questo servizio ma ci lasciano in dubbio i lunghi tempi di
percorrenza 191 minuti salvo ritardi, pari a 3 ore e 11 minuti. Sono trascorsi
due anni dal 28 febbraio 2013 data della sottoscrizione da parte del
governatore Crocetta del CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo) nel quale
venivano evidenziato a pagina 8 (si allega slide Cis) i tempi di percorrenza
attuali della Catania-Palermo in 2 ore e 45 minuti ma di questi orari di
percorrenza a tutt’oggi nemmeno l’ombra. Una richiesta importante da parte
nostra all’assessore Pizzo e ai dirigenti di Trenitalia che questa nuova coppia
di treni abbia le giuste coincidenze in arrivo a Catania per proseguire verso
Messina e Siracusa e lo stesso dicasi a Palermo in direzione Trapani e che ai
primi treni del mattino venga fissato l'orario di partenza alle 5.00 così come
avviene per i treni da Messina a Palermo.
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sabato 4 aprile 2015
Report del Comitato Pendolari Siciliani su 150 convogli solo 42 sono in orario
S.Agata Militello. Report del Comitato Pendolari Siciliani, Malaponti: questi dati non ci inducono ad essere ottimisti.
Il primo aprile su 150 treni monitorati ben 108 in ritardo
Palermo. Non è uno scherzo, ma l'istantanea scattata dal Comitato Pendolari siciliani. "Quali controlli su Trenitalia?"
lunedì 30 marzo 2015
Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario in Sicilia poco trasparente e partecipativo.
In
merito alle ultime dichiarazioni dell’assessore ai trasporti Pizzo, rilasciate sul
Contratto di Servizio, nell’assemblea dei sindacati al Palacultura di Messina il
25 marzo, cito testualmente: - Il contratto di servizio sta andando molto
avanti, nel senso che noi non eravamo abituati perché non avevamo esperienza,
ci stanno lavorando fortemente, l’azienda ci sta dando una mano. Il rapporto
con i sindacati e le parti sociali è stato continuo su questa cosa….un
contratto che durerà sino al 2020-.
Riferendoci
a queste dichiarazioni che riteniamo irrazionali e strane, desideriamo fare
alcune riflessioni:
1
– Abbiamo ripetuto più volte ed in tutte le sedi di stare attenti a Trenitalia nella
redazione del contratto di servizio che farà valere, di sicuro, tutto il suo
peso di monopolista, mentre l’assessore candidamente dichiara che l’azienda gli
sta dando una mano. Cosa alquanto strana e assurda.
2
– Si è sempre parlato di sottoscrivere un “Contratto di Servizio Ponte” sino al
2018, per i tempi ristretti nel poter predisporre e bandire una gara pubblica
per l’affidamento del trasporto ferroviario isolano, mentre l’assessore
dichiara che la scadenza è il 2020, ed anche questa affermazione è illogica.
3
– Il rapporto con le parti sociali tra le quali pensiamo e presumiamo ci siano
anche i comitati dei pendolari, risale
ad un incontro del 29/12/2014 andato deserto e ad una successiva email di
invito a far pervenire delle proposte sul contratto di servizio dell’8/1/2015
senza conoscerne i contenuti e/o le linee guida del redigendo contratto. 4 - Contestiamo
le recenti dichiarazioni dell’assessore Pizzo nel voler fare un tavolo tecnico
con Trenitalia e i Sindacati escludendo a priori da questo tavolo i Comitati
dei Pendolari Siciliani, almeno i più rappresentativi. Ribadiamo all’assessore
Pizzo che nell’incontro del 19/12/2013, tra l’assessore pro-tempore Bartolotta,
i Sindacati e i Comitati dei Pendolari, era stato chiesto e costituito un
Comitato di verifica e controllo sul redigendo Contratto di Servizio, composto
dai Sindacati e dai Comitati. Desideriamo capire perché l’assessore Pizzo, a
differenza degli altri assessori che lo hanno preceduto (Bartolotta e Torrisi)
non voglia tenere in considerazione l’impegno preso dalla Regione Siciliana
cogliendo le opportunità e i suggerimenti che i maggiori utenti-pendolari
possano dare al redigendo contratto.
5
– Sulla sfida treno-bus sulla Messina-Palermo, per l’assessore Pizzo è
importante che sia il treno a vincere la sfida anche se di qualche minuto nei
confronti del bus. Cosa intende fare l’assessore Pizzo a differenza di quanto
volevano mettere in atto i precedenti assessori Bartolotta e Torrisi in merito
alle concessioni del gommato? I precedenti assessori avevano paventato la
possibilità di rivedere le concessioni dei bus legandoli al servizio della mobilità
ferroviaria eliminando così molte corse bus parallele agli orari delle corse
dei treni, prevedendo invece un raccordo tra bus-treno-bus.

Ci
sembra doveroso fare un breve excursus sul Contratto di Servizio per il
trasporto ferroviario in Sicilia. La spesa prevista ammonta a 111,5 milioni di
euro e 9,5 milioni sono i km/treno da mettere in esercizio in tutta la regione.
Abbiamo
iniziato la nostra battaglia sul Contratto di Servizio da quel 7 settembre 2009
in cui a Roma venivano convocate tutte le regioni per sottoscrivere il
Contratto. La Regione Siciliana, in quell’occasione rappresentata
dall’assessore ai trasporti Nino Strano, vi partecipò ma non aderì prendendo
qualche giorno di tempo. Di giorni ne sono trascorsi 1925 pari a 5 anni 6 mesi
e 20 giorni circa ed ancora siamo lì ad aspettare questo fantomatico, poco
trasparente e partecipato Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario in
Sicilia. Da tenere presente che in tutti questi anni i Comitati dei Pendolari
hanno dialogato con l’impresa ferroviaria Trenitalia ottenendo sempre risposte
chiare, fattive e riscontrabili sulle proposte apportate al miglioramento dei
servizi ferroviari. Tenuto conto, inoltre che l’impresa ferroviaria non era
tenuta a confrontarsi con l’utenza dato che il Contratto di Servizio per il
trasporto ferroviario era ed è a tutt’oggi intrattenuto con il Ministero dei
Trasporti. E allora la domanda ci sorge spontanea se l’impresa ferroviaria
Trenitalia ha fatto tesoro dalle informazioni suggerite dall’utenza-pendolare,
perché l’istituzione Regione non vuole prendere e tenere in considerazione nè
il Comitato di verifica e controllo né quanto hanno da dire i comitati dei
pendolari sul redigendo contratto di servizio???
Giosuè
Malaponti – Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer
martedì 17 febbraio 2015
Non servono i viaggi della speranza ma più attenzione per la Sicilia
Palermo. Apprendiamo del
viaggio che dovrà intraprendere lunedì 16 febbraio 2015 l’assessore regionale
alle infrastrutture e Mobilità, Giovanni Pizzo, per andare al cospetto del
ministro Maurizio Lupi, con l’iniziativa denominata “Scusate il Ritardo”. Vorremmo
capire il perché di questa iniziativa, di questa presa di posizione dell’assessore
Pizzo. Non ne capiamo il senso. E allora vorremmo sapere cosa è stato detto in
quell’incontro dell’11 novembre 2014 nella sala riunioni del ministero dei
trasporti. Assessore Pizzo alla luce della lettera del ministro Lupi inviata ad
un quotidiano regionale, non ritiene opportuno informare i siciliani dei temi
trattati in quell’incontro almeno per stabilire una volta per tutte qual è la
verità. Ritornando al suo viaggio che riteniamo inutile, sotto tutti i punti di
vista, a maggior ragione se è vero quanto riportato su una nota stampa che andrebbe
a Roma per discutere, con il ministro Lupi, del Contratto di Servizio per il
trasporto ferroviario per la Sicilia. Documento che definisce quantità e
qualità dei servizi di trasporto ferroviario nell’isola. Per quanto riguarda il
solo Contratto di Servizio per il trasporto regionale riteniamo che non ci sia
nessuna necessità di andare a parlare con il ministro ma bensì poteva
incontrare a Palermo il Direttore di Trenitalia per la Sicilia. Tra l’altro con
i precedenti assessori ai due tavoli tenuti in assessorato il 19 dicembre 2013
ed il 15 maggio 2014 era stato concordato assieme alle sigle sindacali un
documento per la creazione di un Comitato di verifica e controllo per il redigendo
Contratto di Servizio. Ma di tutto questo lei, signor assessore non ne sta
tenendo conto. Non serve a nulla il viaggio che lei sta volendo inscenare, alla
luce anche dell’incontro palermitano con il viceministro Nencini. Quello che al
momento ai Siciliani occorre, è il rispetto del diritto alla Continuità Territoriale
così come previsto dalla Costituzione.
lunedì 9 febbraio 2015
La Regione conosceva bene il piano Ferrovie sullo Stretto
In
merito all’articolo «A Messina la sfida fra Trenitalia e Rfi» - Pizzo: «Lo
Stretto è diventato un campo di battaglia» sul quotidiano La Sicilia di giovedì
5 febbraio, desideriamo intervenire per fare presente alcuni aspetti sulle
dichiarazioni dell’Assessore Pizzo.
domenica 8 febbraio 2015
Stretto di Messina e le (mezze) verità nascoste.
In
merito all’articolo «A Messina la sfida fra Trenitalia e Rfi» - Pizzo: «Lo
Stretto è diventato un campo di battaglia» sul quotidiano La Sicilia di giovedì
5 febbraio, desideriamo intervenire per fare presente alcuni aspetti sulle
dichiarazioni dell’Assessore Pizzo.
L’assessore ci racconta
la favoletta del fratello ricco e del cugino povero, parafrasando su Rfi e Trenitalia i
due gestori ferroviari, il primo per le infrastrutture ed il secondo per il
trasporto. Continua dicendo che sui
treni diurni a lunga percorrenza non c’è nulla di ufficiale. Prosegue
accennando ad uno scontro in atto e ad una prova di forza all’interno di
Ferrovie dello Stato tra le diverse anime del sindacato all'indomani
dell'uscita di scena di Mauro Moretti, finendo col dichiarare cito
testualmente: «A me pare che il campo di battaglia individuato e bene visibile,
lo Stretto, si presti a perfezione per lo schieramento delle contrapposizioni.
Spacca in due il Paese. Ed in conclusione afferma: “Occorre guardare al futuro in ogni caso. Che le ferrovie facciano investimenti
da Paese moderno per lo sbarco e l'imbarco di passeggeri e bagagli. Occorrono
investimenti organizzativi di prospettiva se vogliamo fare le cose sul serio”.
E’
partito da molto lontano l’assessore Pizzo nel fare la sua disamina sul grave
taglio del traghettamento dei treni da e per il nord contestualmente alla
definitiva cessazione della Continuità
territoriale, che se non vado errato non cita mai nel suo intervento.
Però
alla fine dell’articolo, con la sua
ultima dichiarazione, l’assessore Pizzo ha confessato candidamente di essere a
conoscenza del progetto di smantellamento del traghettamento e della definitiva
perdita del diritto alla Continuità sullo Stretto. A chiusura dell’incontro
romano sulla vertenza, di venerdì 6 febbraio, veniamo a conoscenza che già in una riunione dello scorso 11 novembre
2014, a cui oltre al ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi e ai vertici di Rfi e Blueferries,
erano presenti l’assessore dei
Trasporti della Regione Calabria Luigi Fedele (oggi ex), l’assessore dei Trasporti della Regione Siciliana Giovanni Pizzo, il
sindaco di Messina Renato Accorinti e il suo assessore alla mobilità
Gaetano Cacciola, erano state
delineate e condivise le linee principali di questo progetto di smantellamento
dello Stretto.
Nei
fatti, il mantenimento del
traghettamento dei due Intercity notte mentre dei tre rimanenti Intercity
diurni il traghettamento dei passeggeri con navi veloci, predisponendo
interventi anche infrastrutturali negli scali di Villa S.G, Reggio C. e Messina
per agevolare il passaggio treno/nave dei passeggeri, a partire dal cambio
orario del 13 giugno 2015. La domanda mi sorge spontanea: se già l’assessore Pizzo da circa tre mesi era a
conoscenza di questa eventuale ed ipotetica operazione sui tagli ai treni da e
per il nord, perché l’ha tenuta nascosta sino ad oggi? In conclusione dal
2009 abbiamo ottenuto le cinque coppie
di treno da e per il nord e per nessun motivo la regione Sicilia deve cedere a
questa assurda operazione di ammodernamento perché sarebbe il preludio, nel
giro di un anno, alla definitiva
scomparsa dei treni a lunga percorrenza compresi i due Intercity notturni
che al momento resteranno in esercizio, fino al completamento delle
infrastrutture per il traghettamento treno/navi.
Giosuè
Malaponti – Comitato Pendolari Siciliani - Ciufermartedì 27 gennaio 2015
I treni non superano lo Stretto…e l’Assessore Pizzo pensa ai grossi investimenti.
Desideriamo intervenire sulle dichiarazioni dell’assessore Pizzo ai microfoni del Tgr Sicilia di sabato 24 gennaio scorso.
In mancanza di investimenti, di ammodernamento/velocizzazione delle attuali linee ferrate la Regione Sicilia è cauta e punta su obiettivi precisi. L’Assessore Pizzo ai microfoni del Tgr Sicilia dichiara: - “Avere dei servizi moderni e migliori di quelli attuali e quindi più efficienti ed efficaci e quindi minori tempi. L’attraversamento dello Stretto è una rottura di carico che dura tra le 2 ore e le 2 ore e mezzo, quindi è inutile fare l’alta velocità. Poi quando ci siano dei tempi di percorrenza che complicano a fermarsi. Noi dobbiamo puntare a servizi migliori non spaventandoci dei cambiamenti e delle modernità”. Continua l’assessore Pizzo (dice il cronista) che ricorda il progetto dei 5 miliardi per la CT-PA-ME e sulla volontà da parte di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) di non penalizzare la Sicilia. E sull’attraversamento dello Stretto continua: - “Ciò sarebbe antinomico, assurdo e contraddittorio che se in cambio di questo grossissimo investimento in infrastruttura si avesse una diminuzione dei servizi".
Dichiarazioni che riteniamo senza un senso logico e senza una presa di posizione a tutela dei posti di lavoro e per salvaguardare quei cinque treni rimasti che ci collegano al “Continente Italia” nel rispetto della “Continuità Territoriale” e dell’art. 3 della Costituzione Italiana. E che qualcuno spieghi ai Siciliani quali sono gli obiettivi della Regione in ordine alla mobilità per l’attraversamento dello Stretto.
Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer
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