A
nulla secondo noi sono valse le interrogazioni e/o le interpellanze dei
rappresentanti politici regionali e nazionali, se non a dimostrare che qualcosa
la politica fa ma senza alcun risultato. Già nel 2003 erano stati stanziati 300
milioni per l’ammodernamento e la velocizzazione della Palermo-Trapani, e a
distanza di dodici anni circa, tale opera viene inserita nello “Sblocca Italia”
per un importo di 491 milioni di cui finanziati 2 milioni solamente.

Il blog raccoglie informazioni sul trasporto pubblico in genere, ed in maniera approfondita sul trasporto e le infrastrutture ferroviarie siciliane. Tutti i pendolari che si muovono in Sicilia con il treno possono segnalare disservizi, disagi, e/o suggerimenti sul nostro sito www.comitatopendolari.it, per migliorare le condizioni di trasporto. COLLABORA ANCHE TU...PER UN SERVIZIO MIGLIORE
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mercoledì 4 marzo 2015
giovedì 26 febbraio 2015
Tratta ferroviaria Trapani-Palermo Via Milo chiusa da due anni.
Un
altro anno è trascorso, e sono due, dalla chiusura della tratta ferroviaria
Alcamo-Trapani Via Milo avvenuta, il 25 febbraio 2013, per i continui
smottamenti al sedime ferroviario. Un falso allarme è stata la riapertura alla
circolazione ferroviaria, domenica 23 novembre 2014, in occasione della
manifestazione “ In treno per Segesta - Un viaggio attraverso le Terre degli
Elimi” organizzata col sostegno del GAL Elimos, dell’Assessorato Regionale ai
BB.CC ed altre associazioni, in quell’occasione esultammo ma con l’amara
sorpresa che l’indomani fu nuovamente richiusa al traffico ferroviario. A nulla
secondo noi sono valse le interrogazioni e/o le interpellanze dei
rappresentanti politici regionali e nazionali, se non a dimostrare che qualcosa
la politica fa ma senza alcun risultato. Già nel 2003 erano stati stanziati 300
milioni per l’ammodernamento e la velocizzazione della Palermo-Trapani, e a
distanza di dodici anni circa, tale opera viene inserita nello “Sblocca Italia”
per un importo di 491 milioni di cui finanziati 2 milioni solamente. Perché a
distanza di 2 anni la tratta ferroviaria è ancora chiusa? Quanto è stato speso
per ripristinare la tratta Alcamo-Trapani Via Milo per far transitare il treno
storico sino a Segesta? Siamo convinti che le sole interrogazioni parlamentari
servano a ben poco, occorre una forte presa di posizione di tutta la classe
politica per far sì che tutte le cifre snocciolate in questi 12 anni non
restino solo fiumi di parole e inchiostro ma, una volta per tutte, che si
concretizzino per migliorare le infrastrutture siciliane che una dopo l’altra
vengono chiuse per mancanza di investimenti che in realtà sulla carta ci sono.
Giosuè
Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer
mercoledì 26 novembre 2014
Ferrovie svolta in Sicilia: Pronti soldi e progetto per la Catania-Palermo
Con l’intervento nel 2009 dell’ex
sottosegretario alle infrastrutture Reina furono tenuti diversi tavoli tecnici
romani con i dirigenti della Regione Sicilia, di Rete ferroviaria italiana e
del ministero delle infrastrutture. Da questi incontri quasi a fine 2009 venne
inserita, per le prese di posizione di Reina, nell’aggiornamento del Contratto
di Programma 2007-2011 con la seguente descrizione: Opere in Corso - Tabella A03-Sviluppo Infrastrutturale Rete
Convenzionale - Modifiche anno 2009 - Codice Intervento NAD04: Interventi di
potenziamento infrastrutturale per adeguamento al nuovo modello di esercizio
della Regione Sicilia, prioritariamente per la velocizzazione dell’itinerario
Palermo-Catania per un importo di 30 milioni (si allega foto).
Comunque, quello che ci viene più spontaneo
chiedere è: perché investire tutti questi miliardi su un’unica relazione, anche
se importante, e non investire tutta questa somma disponibile nell’ammodernare le infrastrutture esistenti per collegare le nove principali Città siciliane? Gli
investimenti previsti nel Cis prima e nello Sblocca Italia dopo, dovevano
garantire ed essere lo strumento per distribuire a tutto il territorio siciliano quella boccata di ossigeno infrastrutturale a breve/medio termine
per incentivare e sviluppare il tessuto economico, sociale e turistico della
Sicilia.
Ma da quello che si vede non è proprio così.
Giosuè Malaponti – Presidente
Comitato Pendolari Siciliani
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mercoledì 12 novembre 2014
Le Ferrovie non conoscono le priorità in Sicilia
Il Comitato Pendolari:"Non è la Catania-Palermo, ma sono la Giampilieri-Fiumefreddo e la Castelbuono-Patti"
Palermo.
Dopo la conversione in legge del decreto "Sblocca Italia", che
dovrebbe velocizzare la realizzazione dell'Alta velocità "light"
Messina-Catania-Palermo, il Comitato dei Pendolari Siciliani guidato da Giosuè
Malaponti torna alla carica, denunciando ritardi e incongruenze nella rete
ferroviaria siciliana.
«Oggi più che mai - sottolinea Giosuè Malaponti - il completamento del raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo e della Castelbuono-Patti costituiscono una priorità rispetto alla costruzione della tratta Catania-Palermo».
«Oggi più che mai - sottolinea Giosuè Malaponti - il completamento del raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo e della Castelbuono-Patti costituiscono una priorità rispetto alla costruzione della tratta Catania-Palermo».
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martedì 11 novembre 2014
"Così cambieremo le Ferrovie in Sicilia" Ma sull'alta velocità cala il buio fitto
La Palermo-Catania - Ma Elia, al ruolo di ad nelle Fs assomma
«senza alcuna indennità aggiuntiva», quello di commissario straordinario della
linea Palermo-Catania, una delle opere inserite nello "Sblocca
Italia".
«L'attuale tratta ferroviaria Palermo-Catania diciamo che non esiste: eppure sarebbe la cosa più importante da rifare in Sicilia. Adesso sarà la volta buona».
«L'attuale tratta ferroviaria Palermo-Catania diciamo che non esiste: eppure sarebbe la cosa più importante da rifare in Sicilia. Adesso sarà la volta buona».
Grandi investimenti - Nell'isola, spiega Elia, il governo
ha previsto grandi investimenti: «Sul piatto ci sono circa 2,2 miliardi»,
dettaglia. Parlando di «opere prioritarie» come il nodo di Palermo, la
velocizzazione della Catania-Siracusa con circa 80 milioni di progetti, la
riduzione dei tempi di percorrenza della Catania-Messina, «sia con interventi
infrastrutturali, sia pensando a ridurre anche qualche fermata», con
l'obiettivo di far viaggiare i passeggeri da Messina a Siracusa «in un'ora e 50
minuti a fronte delle attuali due ore e 20 minuti».
Decisiva in questo contesto la firma del contratto di servizio con la Regione: «Stiamo inoltre lavorando con il governo regionale per individuare le necessità delle varie città e dei territori» spiega l'amministratore delegato delle Fs.
Decisiva in questo contesto la firma del contratto di servizio con la Regione: «Stiamo inoltre lavorando con il governo regionale per individuare le necessità delle varie città e dei territori» spiega l'amministratore delegato delle Fs.
lunedì 10 novembre 2014
Trapani-Palermo si torna a protestare, da due anni tratta ferrata interrotta
Come al solito nessuna presa di posizione da parte della Regione Sicilia e/o degli assessori regionali alle infrastrutture e trasporti che si sono alternati e, nemmeno da parte dei Sindaci di quei Comuni penalizzati dalla chiusura alla circolazione ferroviaria della Alcamo-Trapani Via Milo, almeno per reclamare il sacrosanto diritto alla mobilità ferroviaria dei propri concittadini.
martedì 30 settembre 2014
In Sicilia niente continuità territoriale
Dal primo di
ottobre la Sicilia viene abbandonata in materia di trasporti completamente al
suo destino. Niente aerei, niente treni e niente traghetti. Qualche settimana
fa Alitalia annunciava che avrebbe abbandonato le tratte da e per la Sicilia. A
questo annuncio si è unita dopo qualche giorno la compagnia aerea AirOne che
dal 1 di ottobre effettuerà solo i voli per Milano e Roma escludendo tutte
le altre destinazioni sin’ora operate da Catania e Palermo. A questi abbandoni
delle compagnie aeree, dal 1 di ottobre si aggiungerà quello dei traghetti di
Fs Bluferries. Infatti da domani (oggi per chi legge) l’unica nave di
Bluferries abbandonerà il porto storico di Messina per approdare al porto di
Tremestieri. Questo abbandono penalizza in modo pesante lo spostamento di
migliaia di pendolari sulle due sponde, i quali non potranno più usufruire di
un trasporto pubblico garantito da Ferrovie dello Stato ma dovranno
obbligatoriamente servirsi di traghetti ed aliscafi di società private
sicuramente con altri orari e con molto meno corse giornaliere e nei festivi.
In questi
ultimi anni si è parlato tanto di sviluppo infrastrutturale dei territori
siciliani, guardando con un certo interesse ai provvedimenti del governo come
il Piano per il Sud, il Decreto del Fare e per ultimo lo Sblocca Italia.
Questi
ultimi avvenimenti penalizzano in maniera definitiva i siciliani lasciandoli in
balia di una continuità territoriale del tutto inesistente.
Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer
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mercoledì 17 settembre 2014
Napolitano firma. Presto la pubblicazione del decreto Via allo Sblocca Italia con il pacchetto casa e le grandi opere.
Roma. Il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato lo Sblocca-Italia ed
è imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Deroga al patto di
stabilità interno, misure per incentivare acquisto e affitto delle abitazioni,
semplificazioni per le ristrutturazioni alcune delle novità inserite nel testo
definitivo, tra l'altro, sono confermati gli interventi anti-diss! esto
idrogeologico, il sostegno al made in Italy, il rilancio dei project bond, il
potenziamento dell'operatività di Cassa depositi e prestiti, il potere
sostitutivo del premier sull'uso dei fondi Ue, la valorizzazione degli immobili
pubblici inutilizzati (in particolare del demanio militare).






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martedì 16 settembre 2014
Rete ferroviaria lumaca per decenni. Nel 2009 Castiglione aveva lanciato l'iniziativa Freccia Rotta per velocizzare gli spostamenti
Catania-Palermo la lunga storia di un
raddoppio ferroviario.
Le dichiarazioni di quest’ulteriore svolta
epocale annunciata qualche giorno fa su tutti i quotidiani siciliani, sono gli
interventi del presidente di Rete ferroviaria italiana Ing. Dario Lo Bosco, del
governatore Crocetta e dell’assessore regionale Torrisi nella conferenza stampa
tenutasi a Palermo.
Comunque, la questione che
mi fa più rabbia è che tutti questi miliardi di euro vengano investiti solo ed
esclusivamente su una relazione ferroviaria per una sorta di miopia politica.
Lo Sblocca Italia, visto che la Catania-Palermo era stata già inserita e
finanziata nel CIS ed ancor prima nel CdP 2007-2011, doveva essere lo strumento
per distribuire ai territori siciliani più penalizzati quella boccata di
ossigeno infrastrutturale a breve termine per
incentivare e sviluppare il tessuto economico, sociale e turistico di
quei territori.
venerdì 12 settembre 2014
Regione e Ferrovie, un piano di opere da 11 miliardi - Rassegna stampa
Palermo-Catania in un ora e 20 minuti. La rete coinvolgerà pure le isole minori collegati. Collegati aeroporti, porti, e poli, turistici.
"Da Punta Raisi a Fontanarossa si andrà in due ore e 20 minuti, ma non mi rassegno a perdere l'Alta velocità".
Trasporti più di tre miliardi già disponibili. Previsti i lavori sulla Palermo-Catania-Messina, collegamento con gli aeroporti di Trapani e Comiso, cantieri nell'Agrigentino.
Un piano infrastrutturale integrato per cambiare la mobilità in Sicilia. Per la Palermo-Catania fino a 16 treni regionali veloci e 6 coppie per gli intercity.
Nuova stazione a Porto Empedocle e fermate in località di Fontanelle e San Michele.


"Da Punta Raisi a Fontanarossa si andrà in due ore e 20 minuti, ma non mi rassegno a perdere l'Alta velocità".
Trasporti più di tre miliardi già disponibili. Previsti i lavori sulla Palermo-Catania-Messina, collegamento con gli aeroporti di Trapani e Comiso, cantieri nell'Agrigentino.
Un piano infrastrutturale integrato per cambiare la mobilità in Sicilia. Per la Palermo-Catania fino a 16 treni regionali veloci e 6 coppie per gli intercity.
Nuova stazione a Porto Empedocle e fermate in località di Fontanelle e San Michele.



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giovedì 11 settembre 2014
Catania-Palermo, la lunga storia di un raddoppio ferroviario
La
solita storia quella, che si ripete di anno in anno, di snocciolare milioni di
euro e opere pubbliche che dovrebbero cambiare l’aspetto infrastrutturale della
Sicilia.
Le
dichiarazioni di quest’ulteriore svolta epocale annunciata oggi su tutti i
quotidiani siciliani sono gli interventi del presidente di Rete ferroviaria
italiana Ing. Dario Lo Bosco e del governatore Crocetta nella conferenza stampa
tenutasi ieri.
Non
desidero elencare tutti gli interventi e le cifre che conosco già a parte
qualche variante ma, desidero iniziare dal lontano 19 gennaio 2009 e dalla brillante
operazione di provocazione politica “Freccia Rotta”, organizzata dall’on.
Giuseppe Castiglione già presidente della Provincia regionale di Catania, oggi
sottosegretario nel governo Renzi. In quell’occasione venne fuori da tutti gli
attori presenti (politici, dirigenti delle ferrovie, etc.) che sarebbero
bastati venti trenta milioni di euro per ammodernare e velocizzare l’attuale
tracciato della Catania-Palermo, in un anno e mezzo di lavori, portando i tempi
di percorrenza al di sotto delle due ore e trenta e per di più elevando la
linea da rango “C” a rango “P” facendo viaggiare i pendolini.
Con
l’intervento nel 2009 dell’ex sottosegretario alle infrastrutture Reina furono
tenuti diversi tavoli tecnici romani con i dirigenti della Regione Sicilia, di
Rete ferroviaria italiana e del ministero delle infrastrutture. Da questi
incontri quasi a fine 2009 venne inserita, per le prese di posizione di Reina, nel
Contratto di Programma 2007-2011 con la seguente descrizione: Opere in Corso - Tabella A03-Sviluppo
Infrastrutturale Rete Convenzionale - Modifiche anno 2009 - Codice Intervento
NAD04: Interventi di potenziamento infrastrutturale per adeguamento al nuovo
modello di esercizio della Regione Sicilia, prioritariamente per la
velocizzazione dell’itinerario Palermo-Catania per un importo di 30
milioni (si allega foto).
A
quattro anni di distanza dall’inserimento nel CdP, non è stato realizzato
nessun intervento di velocizzazione della Catania-Palermo se non quello operato
da Trenitalia nel cambiare gli orari di
percorrenza ad una coppia di treni in tre ore circa mentre nella slide del Cis è
previsto due ore e 45 minuti (vedi slide Cis).
Comunque,
la questione che mi fa più rabbia è che tutti questi miliardi di euro vengano
investiti solo ed esclusivamente su una relazione ferroviaria per una sorta di
miopia politica. Lo Sblocca Italia, visto che la Catania-Palermo era stata già inserita
e finanziata nel CIS, doveva essere lo strumento per distribuire ai territori
siciliani più penalizzati quella boccata di ossigeno infrastrutturale a breve
termine per incentivare e sviluppare il
tessuto economico, sociale e turistico di quei territori. Sono convinto che un’attenta
programmazione del Dipartimento Infrastrutture, Mobilità e Trasporti ed un
intervento forte dei nostri politici a Roma possa nell’immediato futuro dare un
asset diverso alle infrastrutture siciliane.
Giosuè Malaponti –
Presidente Comitato Pendolari Siciliani
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mercoledì 10 settembre 2014
In Sicilia non serve l’alta velocità ma ammodernare e potenziare le infrastrutture esistenti
Contratto
Istituzionale di Sviluppo (CIS) (si allega foto) e decreto Sblocca Italia i
provvedimenti che dovrebbero cambiare il volto all’infrastruttura ferroviaria
siciliana. L’unica priorità infrastrutturale in Sicilia è diventata la
Catania-Palermo. Come se il solo raddoppio della Catania-Palermo risolverebbe
tutti le “sfortune” infrastrutturali della Sicilia. In questi anni
l’accenno alla linea ferroviaria Catania-Palermo era sinonimo di “tempi
biblici per i lunghi tempi di percorrenza”. Inchieste sul trasporto ferroviario
siciliano realizzate da La Repubblica, Corriere della Sera, Rai Uno ed altre
hanno evidenziato l’enorme gap infrastrutturale e dei collegamenti ferroviari
tra le principali Città siciliane quali Trapani, Ragusa, Modica, Agrigento con
tempi veramente biblici dovuti a molte (strane) coincidenze tra treni ed ai
pochissimi treni dedicati. Siamo convinti che l’enorme investimento fatto sulla
Catania-Palermo non servirà a migliorare le condizioni di trasporto delle altre
Città.
Non
si possono spendere 5,3 miliardi, ne mancano ancora tre (sempre se sarà questa
la cifra definitiva a opera finita e quali saranno i tempi certi e definitivi
per la realizzazione) solo per una volontà politica che certamente sa, ma fa
finta di non sapere delle reali condizioni della rete ferroviaria siciliana.
Infatti, nelle varie dichiarazioni non ci sembra di aver letto della
Alcamo-Trapani via Milo chiusa da un anno e mezzo; non abbiamo letto della
Caltagirone-Gela chiusa da oltre tre anni dal crollo del ponte; non abbiamo
letto dei collegamenti ferroviari con l’aeroporto di Catania e di Trapani; non
abbiamo letto della messa in esercizio a regime della Metro-ferrovia
Giampilieri-Messina; non abbiamo letto della Metro-ferrovia di Ragusa
progettata e mai fatta finanziare; non abbiamo letto della
velocizzazione della Catania-
Siracusa iscritta in quasi tutti i contratti di
programma con date e cifre; non abbiamo notizie dei 1970 milioni di euro
previsti per il raddoppio della Fiumefreddo-Giampileri (vedi foto) con delibera
Cipe 62/2005. Però occorre cavalcare a tutti i costi i tempi biblici della
Catania-Palermo, quando, invece, ad onor del vero sulla Catania-Palermo insiste
nel Contratto di Programma 2007-2011 - Opere in Corso - Tabella A03-Sviluppo
Infrastrutturale Rete Convenzionale - Modifiche anno 2009 - Codice Intervento
NAD04: Interventi di potenziamento infrastrutturale per adeguamento al nuovo
modello di esercizio della Regione Sicilia, prioritariamente per la
velocizzazione dell’itinerario Palermo-Catania per un importo di 30
milioni (si allega foto). Quando invece l’imponente finanziamento dello Sblocca
Italia poteva essere distribuito per ammodernare, velocizzare e realizzare
un sistema più leggero e veloce in tempi più brevi collegando molte più
città che ad oggi sono quasi del tutto isolate per scelte o disattenzioni non
condivisibili. Ribadiamo che non ci serve l’alta velocità nelle tratte
siciliane per ovvi motivi, uno dei tanti, i tempi lunghissimi di realizzazione.
Ai siciliani basterebbe solo ed esclusivamente “la velocità”.Giosuè Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani
Raddoppio: Ferrovie libere di decidere
Il decreto «Sblocca Italia» non è ancora stato varato, ma già divide l'opinione
pubblica tra chi vi ripone enormi aspettative per la ripresa dell'economia,
perché velocizza le procedure fino ad azzerarle, e chi, per lo stesso motivo,
ne è terrorizzato temendo un'irreparabile e definitiva devastazione del
territorio.
In Sicilia la reazione è ancora più articolata perché la Regione vi riponeva grandi speranze per il riavvio di cantieri e la prosecuzione veloce di infrattrutture che arrancano e, invece, deve prendere atto che il Governo Renzi per la nostra terra ha inserito nel provvedimento poche opere già programmate e iniziate, in particolare la direttrice ferroviaria Palermo-Catania-Messina.
Un'opera che ci interessa da vicino e che, prevedendo il raddoppio della ferrovia proprio attraverso il centro di Catania, ha provocato una reazione ferma e indignata della popolazione e delle Giunte Stancanelli e Bianco. Rete Ferrovie italiane aveva previsto che il secondo binario si sarebbe dovuto affiancare a quello esistente e dunque che, arrivato alla stazione (interrata a nove metri sotto l'attuale livello), sarebbe dovuto risalire con un'enorme rampa in cemento fino agli Archi della Marina per poi interrarsi progressivamente all'altezza di piazza dell'Indirizzo, facendo saltare l'ostello, e procedere fino a piazza Federico di Svevia intercettando, e! devastando, un altro tratto delle mura di Carlo V, i resti archeologici della zona e molti palazzi settecenteschi e ottocenteschi. Un progetto contro il quale la città, per una volta unita, si è ribellata chiedendo che Rete ferrovie italiane attui il percorso alternativo proposto dall'ufficio del piano regolatore. Progetto che prevede che il doppio binario corra in tunnel dalla stazione fino al porto, passando sott'acqua davanti alla capitaneria, per poi proseguire fino ad Acquicella bucando le lave di San Cristoforo. Progetto sostenuto e caldeggiato dall'amministrazione comunale.
Ora proprio questo è il problema. Il decreto «Sblocca Italia» - che non a caso, finora, ha il parere contrario del Ministero dei Beni culturali - prevede, all'articolo 1, che l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato abbia l'ultima parola sui progetti decidendo se accogliere o respingere i pareri contrari delle altre amministrazioni interessate. Questo significa che neppure le sovrintendenze potranno respingere un progetto che ritengono incompatibile con la tutela del territorio e che, in caso di ritrovamenti archeologici non preventivati, non potranno più imporre alle imprese il modo di tutelare e valorizzare le nuove scoperte. Non solo. Se non daranno la loro autorizzazione paesaggistica ad un progetto entro due mesi - ed è difficile con gli attuali organici sguarniti - varrà il principio del silenzio-assenso. E via liberalizzando, incluso l'azzeramento delle autorizzazioni per i pali delle reti a banda larga, per le torri eoliche e gli impianti fotovoltaici e a biomasse. Insomma un decreto ad alto rischio.
Ma il sindaco Bianco, per quanto riguarda il raddoppio ferroviario, tranquillizza la città. «Il progetto su cui c'è l'accordo della Regione è quello alternativo che prevede l'interramento lungo la costa. Quello originario delle Ferrovie è stato rigettato nella conferenza dei servizi che si è tenuta a Catania e poi nella riunione del Cis (il comitato interministeriale che ha il compito di valutare i pro! getti). Da ultimo, la settimana scorsa, anche l'assessore regionale alle Infrastrutture Nico Torrisi, in conferenza dei servizi, ha preso atto che c'è un unico percorso condiviso: quello alternativo allo sventramento del centro di città su cui concordano la Regione, il ministero dello Sviluppo economico, il Comune di Catania, per la parte che gli compete, e anche Rete ferrovie italiane che prima aveva un atteggiamento riluttante». E conclude. «Io sono tranquillo, ma, comunque, è bene stare attenti. Il coltello lo metto tra i denti».
In Sicilia la reazione è ancora più articolata perché la Regione vi riponeva grandi speranze per il riavvio di cantieri e la prosecuzione veloce di infrattrutture che arrancano e, invece, deve prendere atto che il Governo Renzi per la nostra terra ha inserito nel provvedimento poche opere già programmate e iniziate, in particolare la direttrice ferroviaria Palermo-Catania-Messina.
Un'opera che ci interessa da vicino e che, prevedendo il raddoppio della ferrovia proprio attraverso il centro di Catania, ha provocato una reazione ferma e indignata della popolazione e delle Giunte Stancanelli e Bianco. Rete Ferrovie italiane aveva previsto che il secondo binario si sarebbe dovuto affiancare a quello esistente e dunque che, arrivato alla stazione (interrata a nove metri sotto l'attuale livello), sarebbe dovuto risalire con un'enorme rampa in cemento fino agli Archi della Marina per poi interrarsi progressivamente all'altezza di piazza dell'Indirizzo, facendo saltare l'ostello, e procedere fino a piazza Federico di Svevia intercettando, e! devastando, un altro tratto delle mura di Carlo V, i resti archeologici della zona e molti palazzi settecenteschi e ottocenteschi. Un progetto contro il quale la città, per una volta unita, si è ribellata chiedendo che Rete ferrovie italiane attui il percorso alternativo proposto dall'ufficio del piano regolatore. Progetto che prevede che il doppio binario corra in tunnel dalla stazione fino al porto, passando sott'acqua davanti alla capitaneria, per poi proseguire fino ad Acquicella bucando le lave di San Cristoforo. Progetto sostenuto e caldeggiato dall'amministrazione comunale.
Ora proprio questo è il problema. Il decreto «Sblocca Italia» - che non a caso, finora, ha il parere contrario del Ministero dei Beni culturali - prevede, all'articolo 1, che l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato abbia l'ultima parola sui progetti decidendo se accogliere o respingere i pareri contrari delle altre amministrazioni interessate. Questo significa che neppure le sovrintendenze potranno respingere un progetto che ritengono incompatibile con la tutela del territorio e che, in caso di ritrovamenti archeologici non preventivati, non potranno più imporre alle imprese il modo di tutelare e valorizzare le nuove scoperte. Non solo. Se non daranno la loro autorizzazione paesaggistica ad un progetto entro due mesi - ed è difficile con gli attuali organici sguarniti - varrà il principio del silenzio-assenso. E via liberalizzando, incluso l'azzeramento delle autorizzazioni per i pali delle reti a banda larga, per le torri eoliche e gli impianti fotovoltaici e a biomasse. Insomma un decreto ad alto rischio.
Ma il sindaco Bianco, per quanto riguarda il raddoppio ferroviario, tranquillizza la città. «Il progetto su cui c'è l'accordo della Regione è quello alternativo che prevede l'interramento lungo la costa. Quello originario delle Ferrovie è stato rigettato nella conferenza dei servizi che si è tenuta a Catania e poi nella riunione del Cis (il comitato interministeriale che ha il compito di valutare i pro! getti). Da ultimo, la settimana scorsa, anche l'assessore regionale alle Infrastrutture Nico Torrisi, in conferenza dei servizi, ha preso atto che c'è un unico percorso condiviso: quello alternativo allo sventramento del centro di città su cui concordano la Regione, il ministero dello Sviluppo economico, il Comune di Catania, per la parte che gli compete, e anche Rete ferrovie italiane che prima aveva un atteggiamento riluttante». E conclude. «Io sono tranquillo, ma, comunque, è bene stare attenti. Il coltello lo metto tra i denti».
Pinella
Leocata
La Sicilia - Lunedì 08
Settembre 2014 Catania(Cronaca)Pagina 12
giovedì 4 settembre 2014
Trasporto ferroviario, Nico Torrisi: "Sigleremo l'accordo di Programma"
L'esponente del governo dell'isola assicura che per la firma dell'intesa manca il si del ministero dell'Economia e delle Finanze.
Prendiamo
atto delle dichiarazioni dell’assessore Torrisi nel voler mettere mano, una
volta per tutte, alla razionalizzazione del trasporto pubblico siciliano
ma, per fare questo occorre realizzare un nuovo Piano Regionale dei Trasporti e
della Mobilità e per quanto riguarda il settore del trasporto ferroviario, deve
prima di tutto chiudere sottoscrivendo l’Accordo di Programma per il trasporto
ferroviario regionale con il Mit ed il Mef e subito dopo realizzare il
Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario. Accordo di Programma e
Contratto di servizio che la Regione Sicilia non ha ancora sottoscritto e
realizzato, tenuto conto che dal settembre 2009, siamo rimasti l’unica regione
a non aver ancora questi strumenti e le indispensabili risorse finanziarie.

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martedì 2 settembre 2014
Le ferrovie in Sicilia: dopo la denuncia dei Pendolari
Catania.
È il quarto assessore regionale ai Trasporti che lo dice: «Sta per essere
firmato il Contratto di programma con Trenitalia». Ma stavolta Nico Torrisi ha
le carte in regola. E soprattutto la coscienza a posto: «I nostri uffici hanno
predisposto tutto al meglio, già è arrivato il via libera dal ministero delle
Infrastrutture e aspettiamo soltanto la risposta di quello dell'Economia, che
domani mattina (oggi per chi legge, ndr) il dirigente generale del Dipartimento
solleciterà con una nota urgente a Roma».
La Regione risponde così all'ennesimo grido d'allarme lanciato ieri sul nostro giornale dal coordinatore del Comitato regionale pendolari, Giosuè Malaponti, in un impietoso report sulle condizioni del trasporto ferroviario all'indomani dello "Sblocca Italia" che promette di aprire presto i cantieri per il potenziamento della linea Palermo-Catania-Messina.
La Regione risponde così all'ennesimo grido d'allarme lanciato ieri sul nostro giornale dal coordinatore del Comitato regionale pendolari, Giosuè Malaponti, in un impietoso report sulle condizioni del trasporto ferroviario all'indomani dello "Sblocca Italia" che promette di aprire presto i cantieri per il potenziamento della linea Palermo-Catania-Messina.
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lunedì 1 settembre 2014
La Sicilia viaggia su treni da terzo mondo
Il Comitato pendolari:"no a opere faraoniche, si punti sul trasporto locale".
Finalmente c’è qualcuno non di casa nostra pronto ad
evidenziare le condizioni drammatiche in cui versa il trasporto pubblico in
Sicilia.
Prendiamo atto delle dichiarazioni dell’assessore Torrisi
nel voler mettere mano, una volta per tutte, alla razionalizzazione del
trasporto pubblico siciliano ma, per
fare questo occorre realizzare un nuovo Piano Regionale dei Trasporti e della
Mobilità e per quanto riguarda il settore del trasporto ferroviario, deve prima
di tutto chiudere sottoscrivendo l’Accordo di Programma per il trasporto
ferroviario regionale con il Mit ed il Mef e subito dopo realizzare il
Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario. Accordo di Programma e
Contratto di servizio che la Regione Sicilia non ha ancora sottoscritto e realizzato,
tenuto conto che dal settembre 2009, siamo rimasti l’unica regione a non aver
ancora questi strumenti e le indispensabili risorse finanziarie.mercoledì 27 agosto 2014
Ferrovie, da vent'anni aspettiamo il collegamento con l'aeroporto
Catania. Alta velocità e infrastrutture negli
aeroporti, Fontanarossa…resta in attesa
E’
stato firmato ieri a Rimini, durante il Meeting di Comunione e Liberazione,
l’accordo tra il ministro delle infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi e
l'A.d. del gruppo FSI Michele Mario Elia " per collegare gli aeroporti di
Malpensa, Fiumicino e Venezia alla rete A/V e A/C e “rafforzare la dotazione di
infrastrutture ferroviarie legate agli aeroporti".
Negli
ultimi anni sono stati approntati dal Governo diversi interventi per il
Mezzogiorno quali: il Piano per il Sud, il Decreto del Fare e per ultimo lo
Sblocca Italia.
Per
quanto riguarda la regione Sicilia, nello “sblocca Italia” è stata inserita
solamente l’opera ferroviaria “Messina-Catania-Palermo” per un importo finanziato
di 5,25 miliardi. Non riteniamo necessario l’investimento di tale cifra per l’opera
faraonica della Palermo-Catania tagliando fuori le altre sette Città. Quando
invece lo stesso importo potrebbe essere spalmato sulle relazioni ferroviarie
più importanti per ammodernare e velocizzare l’esistente. Da oltre vent’anni si
parla di collegamento ferroviario della Messina-Catania-Siracusa con
l’aeroporto di Catania, ma nello “sblocca Italia” quest’opera non viene
inclusa, mentre vengono finanziate le infrastrutture per l’aeroporto di
Fiumicino, di Malpensa, di Venezia, di Genova e di Firenze per un totale di 3,650
miliardi.
Secondo
noi va rivisto sia lo “Sblocca Italia” che il Contratto Istituzionale di
Sviluppo siglato il 28 febbraio del 2013 tra il ministero della coesione e la
regione Sicilia.
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