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martedì 14 novembre 2023

Comitati dei Pendolari e Associazioni dei Consumatori reiterano all'A.R.T. il tavolo tecnico di confronto con l'assessore ai trasporti Aricò

Con la presente, i sottoscritti desiderano fare presente di avere più volte chiesto la convocazione del tavolo tecnico previsto dall’art.18 comma 2 “Tavolo di confronto con le rappresentanze dei consumatori e delle associazioni dei passeggeri e delle persone a mobilità ridotta” previsto dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti e conseguito con il D.A. n.3423 del 22/11/2018, senza aver ottenuto risposta a tutt’oggi.
Desideriamo pertanto conoscere le ragioni ostative, nonostante siano intervenute le nuove offerte commerciali 2022/2023 quella di giugno 2023 a tra qualche mese quella 2023/2024, per le quali il Dipartimento e/o l’Assessore non abbiano ritenuto di convocare il “Tavolo di
Confronto” dall’ultimo incontro tenutosi il 19/10/2022 con i Dirigenti della Regione, di Trenitalia, di Rete Ferroviaria Italiana e dell’assessore uscente Marco Falcone.
Non ci sorprendono le dichiarazioni del neo assessore alla Mobilità e infrastrutture della Regione Siciliana, Alessandro Aricò, ma teniamo a precisare che le nostre richieste non sono critiche al contratto di servizio regionale ma giuste osservazioni per fare rispettare gli impegni istituzionali e finanziari presi nella legge di stabilità regionale n. 2/2023 all’art. 6, comma 5.
Fatta questa precisazione, siamo ancora in attesa di capire che fine hanno fatto i 3,6 milioni di euro a valere sulle disponibilità della Missione 10, Programma 2, capitolo 273710 finanziati all’art. 6, comma 5, della legge regionale n. 2/2023 che prevede, citiamo testualmente: “Al fine di sterilizzare l’aumento tariffario per il 2023 previsto dal contratto decennale tra la Regione Siciliana e Trenitalia Spa, è autorizzata, per l’esercizio finanziario 2023, la spesa di 3.600 migliaia di euro”.
Siamo giunti a metà novembre e non abbiamo visto a tutt’oggi alcun beneficio di questa sterilizzazione tariffaria prevista nella legge di stabilità regionale 2/2023 e tra l’altro per il secondo anno non ci è stato ancora presentato il nuovo programma di esercizio 2023/2024.
In conclusione ci consta fare presente che dal 2018 non si riesce a trovare neanche un euro, nel bilancio regionale siciliano, per incrementare le somme destinate al trasporto ferroviario e, con esse, i km-treno che sarebbero necessari per incrementare ulteriori servizi ferroviari in quei territori che da anni chiedono più servizi ferroviari almeno nelle giornate festive/domenicali e il numero di convogli in 

servizio lungo il Passante Ferroviario di Palermo e di Catania.

All’Autorità di Regolazione dei Trasporti
All’Assessore Alessandro Aricò
Al Presidenza ARS
Alla Commissione IV Ambiente, territorio e Mobilità
Al Dirigente Generale Dipartimento Infrastrutture Mobilità e Trasporti
Al Dirigente del Servizio 2° - Piano regionale dei Trasporti – Trasporto Ferroviario

F.to Raffaele Tango - Presidente ADOC Sicilia
F.to Roberto Di Maria - Responsabile Trasporti ADOC Sicilia
F.to Luigi Ciotta - Presidente Sicilia Consumatori
F.to Giosuè Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani
F.to Tania Di Marco - Presidente Comitato Pendolari Palermo-Agrigento
F.to Giuseppe Gurrieri - CUB Trasporti
F.to Giovanni Russo - Presidente Associazione Ferrovie Siciliane

domenica 2 luglio 2023

Criticità e richieste disattese - Reitera richiesta convocazione Tavolo Tecnico di confronto - Offerta ferroviaria regionale.

Sul Passante ferroviario di Palermo sono stati spesi negli ultimi 15 anni 1,2 miliardi di euro per l’ammodernamento e il raddoppio ferroviario, realizzando le 16 stazioni in esercizio (a cui dovranno aggiungersene altre tre, attualmente in costruzione) sui 35,6 km del suo tracciato.

Infrastrutture realizzate per l’attuazione di un servizio di tipo metropolitano, come avviene nelle grandi città dove, tra un treno e l’altro, si attendono al massimo 3 o 5 minuti.

A Palermo occorre aspettarne 30 o 60 (a seconda delle stazioni), con i risultati che conoscono bene pendolari e studenti che, ogni mattina, riescono a salire a fatica sui treni stracolmi, se non rimangono a terra. Una situazione drammatica che si ripete in tutte le ore di punta dalla riapertura del Passante, nel lontano 2018, suscitando le proteste dei cittadini che, chiedono, da anni, l’incremento delle frequenze attraverso associazioni di consumatori come ADOC e comitati pendolari come il CIUFER. Avendo una sola risposta: non ci sono soldi.

Dal 2018, non si riesce a trovare neanche un euro, nel bilancio regionale siciliano, per incrementare le somme destinate al trasporto ferroviario e, con esse, i km-treno che sarebbero necessari per incrementare il numero di convogli in servizio lungo il Passante Ferroviario di Palermo.

Stranamente, questi km-treno sono spuntati fuori per il nuovo collegamento veloce “GENIO EXPRESS” tra le stazione ferroviarie di Palermo Centrale e Punta Raisi (Aeroporto Falcone-Borsellino), presentato al pubblico come la grande novità dell’offerta ferroviaria regionale, in funzione dal 22/06/2023. I treni dedicati al nuovo servizio effettuano 6 corse giornaliere, ma soltanto 1 di esse ferma a tutte le fermate. Le altre 5 (3 in direzione aeroporto, 2 in direzione Palermo Centrale) fermano soltanto nella stazione di Palermo Notarbartolo. Per percorrere i 35 km del Passante ci vorranno pur sempre 36 minuti.

Un’offerta aggiuntiva che appare demenziale, dato che i treni “veloci” per Punta Raisi ci sono già. Vengono effettuati al ritmo di uno ogni ora, alternandosi a quelli che, sempre ogni ora, fermano in tutte le stazioni arrivando sempre in aeroporto. Ed impiegano soltanto 13 minuti in più dei nuovi treni “Genio” che finiranno per sprecare preziosissimi km/treno per servire una stazione soltanto lungo il tragitto anziché 16. Rischiando seriamente di viaggiare vuoti, dal momento che potranno raccogliere pochissima utenza in città limitatamente ad una destinazione, l’aeroporto che, dati alla mano, interessa al massimo il 15-20% degli utenti presenti sui treni.

Una genialata degna di Aladino, visto che le 3 coppie di treni non hanno alcun senso, se non quello di farli viaggiare vuoti spendendo oltre un milione di euro e sperperando oltre 78.000 km*treno senza alcuna logica, con tempi di percorrenza 36 minuti con una sola fermata a fronte dei 49 minuti con 10 fermate delle corse attuali. Tenuto conto che per ogni fermata e ripartenza Trenitalia calcola 3 minuti i conti sulla percorrenza del "GENIO" non tornano perché dovrebbe effettuare la corsa in 22 minuti.

Ma le incongruenze del trasporto ferroviario siciliano non si fermano qui. Per quanto riguarda il nodo di Catania, avevamo suggerito ai Dirigenti del Dipartimento e di Trenitalia di incrementare l’offerta con delle corse treno ogni 10 minuti sugli 8 km*treno che collegano le stazioni ferroviarie di Catania Centrale a Catania Aeroporto Fontanarossa e Catania Bicocca; ma non c'è peggior sordo che non vuole sentire. Dove sono i 50 treni giorno che dovevano attestarsi a Catania Fontanarossa oltre quelli provenienti da Siracusa, Caltagirone, Catenanuova, Caltanissetta e Palermo?

Vista la chiusura della linea ferroviaria Catania-Palermo, nel tratto Bicocca-Dittaino, secondo i nostri calcoli in continuo aggiornamento, saranno soppressi oltre un milione di chilometri treno. Al costo di 14 euro per chilometro treno, dichiarato dall’assessore ai Trasporti Alessandro Aricò in audizione in Commissione Trasporti il 22/02/2023, si arriva a una cifra risparmiata di oltre 14 milioni oltre alle somme derivanti dalle penalizzazioni previste contrattualmente.

Anche volendo considerare il costo del trasporto alternativo con bus sostitutivi al treno, alla Regione dovrebbero restare oltre 10 milioni. Risorse importanti, che potrebbero essere sfruttate per intervenire sull’annosa questione degli aumenti dei biglietti ferroviari e/o sull’implementazione di ulteriori servizi ferroviari in quei territori che da anni chiedono più servizi ferroviari almeno nelle giornate festive/domenicali.

Non ci sorprendono le dichiarazioni dell’assessore alla Mobilità e infrastrutture della Regione Siciliana, Alessandro Aricò, ma teniamo a precisare che le nostre richieste non sono critiche al contratto di servizio regionale ma giuste osservazioni per fare rispettare gli impegni istituzionali e finanziari presi nella legge di stabilità regionale n. 2/2023 all’art. 6, comma 5.

La Regione Siciliana nel Contratto di Servizio con l’impresa ferroviaria Trenitalia Spa nella “Sezione Seconda: Tariffe, orari e investimenti e precisamente all’art. 14 (Obblighi Tariffari e gratuità) sottoscrive gli unici aumenti previsti contrattualmente del 10 per cento a gennaio 2020, a gennaio 2022 e l’ultimo a gennaio 2024.

Fatta questa precisazione, siamo ancora in attesa di capire che fine hanno fatto i 3,6 milioni di euro a valere sulle disponibilità della Missione 10, Programma 2, capitolo 273710 finanziati all’art. 6, comma 5, della legge regionale n. 2/2023 che prevede, citiamo testualmente: “Al fine di sterilizzare l’aumento tariffario per il 2023 previsto dal contratto decennale tra la Regione Siciliana e Trenitalia Spa, è autorizzata, per l’esercizio finanziario 2023, la spesa di 3.600 migliaia di euro”; siamo giunti alla fine giugno e non abbiamo visto a tutt’oggi alcun beneficio.

In conclusione desideriamo fare presente che abbiamo più volte chiesto la convocazione del tavolo tecnico previsto dall’art.18 comma 2Tavolo di confronto con le rappresentanze dei consumatori e delle associazioni dei passeggeri e delle persone a mobilità ridottaprevisto dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti e conseguito con il D.A. n.3423 del 22/11/2018, senza aver ottenuto risposta a tutt’oggi, nonostante siano già avvenuti il cambio orario invernale di dicembre 2022 e quello estivo di giugno 2023 che dal 2016 al 2021 ci veniva presentato, almeno, per una mera presa d’atto.

Presidente Sicilia Consumatori - F.to Luigi Ciotta
Presidente ADOC Sicilia - F.to Raffaele Tango
Responsabile Trasporti ADOC Sicilia - F.to Roberto Di Maria
Presidente Associazione Ferrovie Siciliane - F.to Giovanni Russo
CUB Trasporti - F.to Giuseppe Gurrieri
Presidente Comitato Pendolari Siciliani - CIUFER - F.to Giosuè Malaponti


domenica 21 maggio 2023

Il governatore Schifani non ha mantenuto la promessa sull’azzeramento dell’aumento del 10 % dei titoli di viaggio ferroviari per l’anno 2023.

Il governatore Schifani non ha mantenuto la promessa sull’azzeramento dell’aumento del 10 % dei titoli di viaggio ferroviari per l’anno 2023.
Nonostante siano stati previsti nella legge di stabilità 3,6 milioni di euro. Infatti in una dichiarazione alla stampa del 30 gennaio Schifani spiega: “le risorse per evitare l’aumento le abbiamo stanziate in manovra, dunque i ticket torneranno presto al prezzo ribassato”.
Siamo a metà maggio ma non abbiamo visto ancora nessun ribasso e/o sterilizzazione dell’aumento. Alle dichiarazioni del governatore Schifani seguono le dichiarazioni in Commissione Trasporti all’Ars dell’assessore regionale ai trasporti on. Aricò. L’assessore in audizione spiega che sono stati previsti in finanziaria 3,6 milioni per azzerare l’aumento, da noi denunciato, non previsto a gennaio 2023, ma ad oggi non ha messo in pratica la sterilizzazione di questo aumento.
Ci corre l’obbligo per fare chiarezza sulle cifre dichiarate dall’assessore nel corso della seduta della Commissione che a parer nostro ma anche per i contenuti contrattuali non hanno alcuna logica. Non è vero che servono 8,7 milioni per il prossimo triennio.
Il contratto di servizio, così come abbiamo più volte scritto prevedeva e prevede gli aumenti del 10% in tre annualità e precisamente 2020, 2022 e 2024. Premesso ciò, vorremmo capire a cosa servono le cifre date dall’assessore (8,7 mln) e comprendere le dichiarazioni dell’ing. Pullara direttore di Trenitalia che dichiara “…è necessario trovare le coperture a tali spese, per tutti gli anni successivi al 2022”. Continuiamo a non capire di quali coperture parlano l’assessore Aricò e il direttore Pullara, tenuto conto che da “CONTRATTO DI SERVIZIO PER IL TRASPORTO FERROVIARIO” che scade il 31.12.2026, l’ultimo aumento contrattuale previsto del 10%, sino alla naturale scadenza del 2026, è a gennaio 2024. Una domanda ci sorge spontanea: a cosa dovranno servire gli 8,7 milioni nel prossimo triennio?
Noi, non abbiamo chiesto di azzerare gli aumenti dell’ultimo triennio ma di ristorare l’aumento non previsto di gennaio 2023 non previsto contrattualmente. È pur vero che servivano 4,6 per ristorare tutto il 2023 ma visto che ne sono stati finanziati 3,6 milioni, ci chiediamo e chiediamo perché non è stato, ancora oggi, sterilizzato l’aumento del 10% a partire dal mese di marzo e/o di aprile 2023 tenuto conto dell’impegno che aveva preso il governatore Schifani con i pendolari Siciliani?
Attendiamo risposta dall’assessore Aricò per comprendere che fine hanno fatto i 3,6 milioni di euro stanziati con l’articolo 6, comma 5, della legge regionale n. 2/2023 che prevede, citiamo testualmente: “Al fine di sterilizzare l’aumento tariffario per il 2023 previsto dal contratto decennale tra la Regione Siciliana e Trenitalia Spa, è autorizzata, per l’esercizio finanziario 2023, la spesa di 3.600 migliaia di euro a valere sulle disponibilità della Missione 10, Programma 2, capitolo 273710 (Missione10, Programma 2)” di cui non abbiamo visto a tutt’oggi alcun beneficio. Infine l’assessore Aricò dichiara che il contratto di servizio “costa alla Regione circa 166 milioni all’anno per espletare 10,9 milioni di km-treno. Non ci risultano questi ulteriori dati tenuto conto dell’art. 6 (Corrispettivi e modalità di pagamento) del contratto in atto che enuncia i seguenti corrispettivi:
pari ad euro 111.535.920,00 IVA esclusa, per il primo anno e per gli anni successivi, agli importi riportati nel PEF (Allegato 6), che di seguito si riportano puntualmente, unitamente alla produzione annua prevista: • 2018: Euro 111.535.920,00 IVA esclusa (10,3 mln treni*km); • 2019: Euro 111.535.920,00 IVA esclusa (10,8 mln treni*km); • 2020: Euro 113.208.959,00 IVA esclusa (10,8 mln treni*km); • 2021: Euro 119.284.506,00 IVA esclusa (10,9 mln treni*km); • 2022: Euro 121.073.774,00 IVA esclusa (10,9 mln treni*km); • 2023: Euro 122.889.880,00 IVA esclusa (10,9 mln treni*km); • 2024: Euro 124.733.229,00 IVA esclusa (10,9 mln treni*km); • 2025: Euro 126.604.227,00 IVA esclusa (10,9 mln treni*km); • 2026: Euro 128.503.291,00 IVA esclusa (10,9 mln treni*km).
Importi che a partire dall’anno 2020 sono stati incrementati dell’1,5 per cento, nonostante i km-treno previsti annualmente.

Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani