Ferrovia,
un altro taglio, un altro passo indietro. Chiudono le stazioni di Targia,
Priolo e Augusta. Anzi no. Diventano stazioni fantasma. Scompare il personale
addetto alla circolazione dei treni: niente più capistazione, niente più
nessuno.
Di
stazioni "normali", sulla tratta Siracusa-Catania, rimane soltanto
Lentini. Ma tutti si aspettano il ! prossimo taglio anche lì.
Su tutto
aleggia il fantasma dell'ormai famoso contratto di servizio con le Ferrovie
dello Stato che la Regione siciliana, unica in Italia, non ha ancora firmato.
Ancora
una volta quindi si conferma che la madre di tutti i guai della Sicilia è la
Regione. E, con essa, la politica che la gestisce. Lanciano l'allarme Cgil e
Cisl, in persona rispettivamente del segretario provinciale responsabile del
settore industria Siracusa, Roberto Alosi, e del segretario generale di
Siracusa e Ragusa Paolo Sanzaro.
Cerca di
spegnere l'allarme l'ufficio stampa regionale di Trenitalia, richiesto per la verifica
della notizia. E dà rassicurazioni che peraltro hanno l'amaro sapore della
conferma. «La tecnologia avanza - afferma Renato Granato dell'ufficio stampa
regionale di Trenitalia - e l'azienda non può non tenerne conto. Deve
ammodernare l'organizzazione, introdurre le nuove tecnologie, adeguare il
personale, guardare avanti.
«Il
personale in esubero - assicura Renato Granato dell'ufficio stampa regionale
d! i Trenitalia - però non verrà licenziato né collocato in cassa interazione.
Sarà riprofessionalizzato e trasferito ad altri compiti o in altri luoghi di
lavoro». Di esuberi la Cgil ne calcola 15. Ma se ne temono di più. E,
naturalmente, il turn over rimane bloccato.
Qui però
non si capisce ancora che fine faranno platea di lavaggio treni e fossa di
manutenzione dello scalo merci Pantanelli. Politica e Regione tacciono.
Non si
sa nemmeno che fine faranno le biglietterie di queste stazioni fantasma. «Sarà
deciso a seconda del numero di viaggiatori e delle tecnologie utilizzabili caso
per caso» è ancora la risposta di Renato Granato. Risposta dal tono leggero,
"felpato".
Si
ripeterà l'amara esperienza di Avola, dove l'ex stazione ferroviaria, chiusa da
anni, è diventata covo di drogati e varia criminalità. L'ex sindaco
Giansiracusa avrebbe voluto acquistarla per realizzarvi il comando della
polizia municipale, con il relativo parco macchine, e una ministazione bus.
Ma il prezzo richiesto da FS fu talmente alto da scoraggiare il Comune.
La
tecnologia avanza, bisogna ammodernare tutto afferma l'ufficio stampa di
Trenitalia. Ma non si ammodernano i tracciati delle tratte. La Siracusa-Catania
attraversa ancora il polo petrolchimico. Ma per questo né Trenitalia né Rfi
(Rete ferroviaria italiana) fanno alcunchè.
Anni fa
per la Siracusa-Catania si era ripiegato su un progetto di gran lunga più
modesto, denominato di "velocizzazione": in pratica l'eliminazione di
qualche curva e di qualche tronco più o meno impervio sul tracciato esistente;
nulla di più. Ma non se n'è fatto nulla.
Sempre
anni fa l'allora sottosegretario Nicola Bono e il direttore generale delle
Ferrovie del tempo presentarono, in gran pompa a Noto, un altro progetto
preliminare per l'ammodernamento della Siracusa-Ragusa, una tratta rimasta
ancora al tempo dei Borboni: binario unico, tracciato tortuoso, carico di
passaggi a livello (a volte risultati mortali), senza elettrificazione con i
collegamenti affidati a elettromotrici e locomotori diesel.
Conseguenza
di tutto ciò: la gente abbandona la ferrovia, la movimentazione di persone e
merci rimane affidata al trasporto gommato, aumentano costi, inquinamento,
rischi. Conseguenza della conseguenza: per la perdita di passeggeri e merci,
Trenitalia considera queste tratte "rami secchi". E taglia.
Non
sarebbe così se ci fosse il contratto di servizio Ferrovie-Regione, nel quale
si stabilisce chi fa cosa, chi investe cosa. Non sarebbe così se ci fosse una
politica attenta ai problemi del territorio, della gente.
Il caso
emblematico di questo abbandono della questione ferroviaria da parte della
politica è citato da Bruno Maltese, presidente del Centro studi Don Sturzo:
«Nessuno dei candidati a sindaco nelle ultime elezioni - rileva Maltese - ha
inserito nel proprio programma la voce Ferrovia». E aggiunge ironicamente:
«Archimede disse ai siracusani: datemi un punto di appoggio e vi solleverò il
mondo; e i siracusani corsero a togliergli il punto di appoggio. Forse anche
quei siracusani erano dei politici di allora».
Incalza
Roberto Alosi della Cgil: «In questa provincia paghiamo amaramente l'assenza della
politica dai problemi del territorio. Qui ogni politico pensa soltanto a
tessere le proprie trame per assicurarsi un qualche posto di potere». In
pratica tutto si riduce a quel che diceva Trilussa: "Tutto si riduce a
parer mio levati tu che mi ci metto io".
salvatore
maiorca
La Sicilia - Sabato 19 Ottobre 2013 - Siracusa Pagina
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