Di
raddoppio e spostamento del tracciato ferroviario sulla Messina-Catania del
tratto Fiumefreddo-Giampilieri, se ne parla ormai da oltre 20 anni, quando i
tecnici delle ferrovie presentarono lo studio di massima che nel 1996 diventò
progetto definitivo e fu inviato alla Regione, da allora tante parole, pochi o
nulla i fatti concreti ad oggi.
Ancora
oggi Messina e Catania non sono collegati con il doppio binario e la linea
ferrata corre per lunghi tratti tra i centri rivieraschi e costeggia il mare
che anno dopo anno lambisce sempre più la costa mettendo a rischio la stessa
linea ferrata. Per non parlare dei vari smottamenti occorsi tra Capo Taormina,
Capo Sant’Alessio a Capo Alì.
E’
impensabile che quel progetto di raddoppio sia stato continuamente bloccato dai
Comuni della fascia ionica messinese, creando problemi al progetto definitivo
di Rete Ferroviaria Italiana, continuando a chiedere e pretendere varianti al
progetto chiedendo lo spostamento più a monte del tracciato.
Una
domanda sorge spontanea, se tale opera era inserita nel “PROGRAMMA DELLE OPERE
STRATEGICHE (LEGGE OBIETTIVO N. 443/2001)” e, inoltre inclusa nel “PIANO DELLE
PRIORITA’ DEGLI INTERVENTI FERROVIARI (PPI)” perché non è stata ritenuta come
“un’opera sovracomunale” mandando ai Consigli Comunali dei Comuni ricadenti
l’opera le varianti allo strumento urbanistico da approvare, senza apportare
alcuna modifica e procedere speditamente alla realizzazione della stessa?
Già
15 anni fa lo spostamento e il raddoppio del binario sembravano cosa fatta,
tanto che si discuteva cosa realizzare nel vecchio tracciato della linea
ferrata, ma ancora oggi quel sogno è rimasto chiuso in qualche cassetto.
Nonostante
la delibera Cipe n. 62 del 27 maggio 2005 approvava il progetto
preliminare (Codice Unico Progetto J11H02000070008) dei 42 chilometri di strada ferrata che
doveva completare il doppio binario su tutta la dorsale ionica in 6/7 anni di
lavori, che si dovevano svolgere tra il 2007 ed il 2013, con l’entrata in
esercizio nel 2014 e funzionamento a pieno regime dal 2016, per un costo totale
di 1970 milioni di euro completamente finanziati e scomparsi dai Contratti di
Programma di Rete Ferroviaria Italiana a fine 2011.
Perché
non è stato realizzato tale importante infrastruttura che di certo avrebbe dato
una spinta al progresso turistico e commerciale di tutta la riviera ionica?
Dove
è finito il finanziamento dei 1970 milioni di euro totalmente finanziati per
tale raddoppio, in considerazione del fatto che allo stato attuale vi sono
solamente 46 milioni per la sola progettazione?
E’
inammissibile quanto sia accaduto, si perdono finanziamenti, si tornano
indietro fondi europei non spesi, si inventano nuovi progetti trascurando i
vecchi già finanziati.
Oggi
più che mai il completamento del raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri e
Castelbuono-Patti costituiscono una priorità rispetto alla costruzione della
tratta Catania-Palermo.
Giosuè Malaponti – Presidente Comitato Pendolari
Siciliani - Ciufer
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