Agen,
presidente regionale di Confcommercio, lancia l'allarme: "I cinesi stanno
finanziando il raddoppio del Canale di Suez per arrivare in Africa e in Europa,
l'Isola rischia di restare fuori dai flussi commerciali del Mediterraneo"
“Quando
i Romani erano il centro del mondo costruivano prima le strade e gli
acquedotti. Oggi che la Sicilia è al centro del Mediterraneo, in posizione
strategica geograficamente, rischia la marginalizzazione dal resto del mondo”.
Apre
con un paragone la conferenza stampa sul sistema dei trasporti nel Meridione il
presidente di Confcommercio Sicilia Pietro Agen, che si chiede allarmato quale
possa essere il progetto di sviluppo siciliano senza collegamenti.
“Come
presidente di Confcommercio Sicilia e come incaricato per le politiche del
Mezzogiorno di Confcommercio non posso che esprimere stupore per l’assordante
silenzio sotto cui sta passando, sia a livello nazionale che regionale, la
definitiva emarginazione del meridione d’Italia e della Sicilia con il
declassamento dell’aeroporto di Catania, l’addio all’alta velocità oltre
Napoli, la definitiva rinuncia al ponte sullo stretto. Stupisce che nessun
politico, a cominciare dal presidente della Regione Crocetta e per finire col
duo Letta – Lupi, passando per tutte le forze politiche, abbia compreso l’importanza
di battersi a livello europeo per evitare che si compia l’ultima follia
condannando definitivamente quel poco di imprenditoria che ancora resiste al
Sud”.
Senza
contributi europei non ci sarà per la Sicilia possibilità di sviluppo fino al
2025, vanificando le potenzialità di sviluppo del settore turistico, trainante
per l’economia dell’isola, e perdendo la possibilità di diventare piattaforma
logistica nel Mediterraneo. I costi dei trasporti incidono in maniera
spaventosa sul comparto commerciale; i tempi troppo lunghi danneggiano le merci
deperibili, cioè i nostri prodotti dell’agroalimentare, risorsa imprescindibile
su cui puntare per lo sviluppo economico della Sicilia.
“I
cinesi stanno finanziando il raddoppio del Canale di Suez – spiega Agen – per
incrementare i loro rapporti commerciali. Passando per il Mediterraneo puntano
all’Africa, dove stanno acquistando terreni e interi regioni per trasformare il
“continente nero” nel loro granaio dove sviluppare il settore agricolo. Le navi
cinesi si spingono fino allo Stretto di Gibilterra per risalire al nord Europa,
i loro flussi commerciali passano dal mediterraneo e la Sicilia potrebbe essere
una ottima base logistica".
"Purtroppo
la mancanza di programmazione penalizza lo sviluppo di tutto il Meridione e la
Sicilia ha perso la capacità di progettare. Per questo chiediamo ai governi
regionale e nazionale un tavolo di confronto per progettare il sistema
logistico più idoneo per la Sicilia, un piano di trasporti che sostenga lo
sviluppo del turismo e delle esportazioni, che attiri nuovi imprenditori per
investire nell’isola. Composta da pochi porti con un’unica autorità portuale,
dai quattro aeroporti dell’isola (Catania, Palermo, Trapani e Comiso),
autostrade e alta velocità. Tutto ciò richiede uno studio di fattibilità del
sistema logistico siciliano che al momento solo la Cina ha realizzato. E i
nostri politici dove sono?”
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