Il treno
Siracusa-Roma delle 19,10 dell'altro ieri è partito senza il programmato vagone
letto, sostituito all'ultimo momento da una vettura cuccette. Motivazione
addotta dal conduttore: le portiere erano bloccate e non c'era una vettura sostitutiva.
È scoppiata la protesta. I viaggiatori hanno occupato i binari, hanno chiamato
la polizia. La pattuglia intervenuta ha redatto un verbale. Resta ora da vedere
quali conseguenze questo ennesimo episodio potrà avere. Ma nessuno confida
nella soluzione del problema.
A ogni
modo, fino a qui passi: un inconveniente del genere può capitare. In realtà
però non è la prima volta che accadono fatti del genere. E poi c'è Trenitalia e
il suo silenzio assordante.
Liliana
Gissara, rappresentante di Italia nostra per la Sicilia e utente abituale delle
ferrovie ingoia il rospo ma non tace. Aveva il biglietto per il vagone letto ma
ha dovuto ripiegare su una cuccetta.
«Il
biglietto è un contratto firmato - sottolinea - non può esser violato
impunemente. Nel recente passato è già accaduto che il treno partisse senza
vagone letto. E un'altra volta un vagone letto è deragliato durante la manovra
tra lo scalo Pantanelli e la stazione centrale. Il problema di fondo è la
carenza del materiale rotabile di Trenitalia. Anzi, dirò di più: è l'abbandono
di Siracusa, e di quasi tutta la Sicilia, da parte di Trenitalia. Per non
parlare poi della sicurezza. Qui ci sono materiali e attrezzature vetuste,
obsolete, e per l'appunto insicure. Tant'è che questo non è il primo episodio
del genere. Siracusa è una stazione di testa non può rimanere abbandonata così.
Le anomalie vanno eliminate. E, scusate se mi ripeto, ma si viaggia senza
sicurezza. Sotto ogni aspetto. Intanto perché non c'è certezza che si arrivi a
destinazione. Come il biglietto acquistato impone. E poi anche perché, con
questa carenza e vetustà di materiali c'è anche il rischio di non giungere
indenne. Insomma, per farla breve, qui non è più emergenza ma cronicità: la
cronicità dell'abbandono».
Sullo
sfondo rimane poi il problema del traghettamento tra le due sponde dello
Stretto.
E' un
fiume in piena Liliana Gissara, non c'è che dire: «Questo - osserva - non può
restare un "affare privato". Trenitalia ha deciso che non ci lucra
abbastanza e ha declassato ad "affare commerciale" un servizio
indispensabile. Siamo di fronte a "negligenze convergenti" di
azienda, ministeri, Regione, sindacati, enti locali. E non basta dire
prendetevi l'aereo o la macchina. Per una famiglia un viaggio in aereo ha costi
proibitivi. E un viaggio in macchina, soprattutto per lunghe percorrenze, non è
mai abbastanza sicuro. Di questo passo qui non verrà più nessuno».
SALVATORE
MAIORCA
La Sicilia - Sabato 12
Ottobre 2013 - Prima Siracusa, pagina 27
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