giovedì 12 gennaio 2012

Trasporti: la Regione incontra le associazioni

Le componenti presenti nel movimento "Forza d'urto" prendono atto del fatto che il Governo regionale insiste nell'invitare associazioni di categoria in cui esse non si rispecchiano per finalità e interessi.

Gli assessori regionali ai Trasporti, Pier Carmelo Russo, e all'Agricoltura, Elio D'Antrassi, hanno infatti convocato per domani, venerdì 13 gennaio, che vedrà la partecipazione di associazioni e soggetti che nulla hanno a che fare con il Movimento alla quale hanno aderito gli autotrasportatori siciliani, il Movimento dei Forconi, gli imprenditori del mondo agricoli ed i pescatori.
Questi ultimi, attraverso le parole del loro rappresentante regionale, Carmelo Micalizzi, comunicano che nella prima giornata di sciopero, il 16 gennaio, si muoveranno in corteo dal porto di Catania fino alla Prefettura dove chiederanno di essere ricevuti dal prefetto Francesca Cannizzo.

Inoltre, le componenti di Forza d'urto ribadiscono, in riferimento all'informazione errata e dissonante apparsa sulla stampa, che lo sciopero nazionale degli autotrasportatori, componente importante del Movimento, previsto per il 23 gennaio non si terrà in Sicilia perché difforme a quanto comunicato alla Commissione di Garanzia e Sciopero.
Rimane quindi fissata la durata del blocco dal 16 al 20 gennaio compreso, ritenendo ogni manifestazione che si protrarrà oltre quella data contraria a quanto stabilito dalla Commissione stessa.

Infine si ribadisce il fatto che lo sciopero che si svolgerà nei giorni 16, 17, 18, 19 e 20 gennaio, sarà assolutamente pacifico e rigorosamente nelle regole della più civile protesta. L'obiettivo è quello di sensibilizzare i siciliani e di ottenere l'attenzione del Governo nazionale in maniera da risolvere insieme i problemi delle categorie produttive dell'isola. Ogni elemento di disturbo o che non sia in sintonia con le ferree regole di buon comportamento e di civile azione saranno isolati e respinti dal servizio d'ordine del Movimento costituito tutto da «padri di famiglia» che rifuggono qualsiasi tipo di intemperanza e, ancor più, di violenza.

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