Sicilia, (TMNotizie) – Giorni difficili per i trasporti in Sicilia. Per cinque giorni, fino alla mezzanotte di venerdì 20 gennaio il movimento "Forza d'Urto" ha proclamato un blocco dei trasporti in tutta l'isola per protestare contro il prezzo della crisi imposto alle fasce più deboli della popolazione."Moltissime persone non hanno la possibilità materialmente di comprare il pane – dice Mario Cerrito – Non sto scherzando, è una cosa seria, siamo in mezzo ai guai e il siciliano non se lo può più permettere".
Il movimento Forza d'Urto nato dall'unione degli Autotrasportatori Aias, Movimento dei Forconi, pescatori, imprenditori agricoli, parla di una "manifestazione popolare" dove non sono consentite bandiere o simboli di partiti politici o di sindacati. I presìdi coinvolgono quasi tutte le provincie siciliane.
A Catania il tratto più caldo è lo snodo della Tangenziale vicino allo svincolo Paesi Etnei. Francesco Crupi del movimento dei Forconi di Paternò.
"Noi non vogliamo fare la guerra dei poveri, non è uno sciopero dei sindacati o roba varia.
Noi vogliamo unire il popolo e far capire che è un grave problema.
Deve risolverlo il popolo e non la categoria".
"Siamo un popolo che vorrebbe vivere con la propria dignità e il proprio lavoro: ce l'hanno impedito".
Allo sciopero hanno aderito anche i sindaci, come Gaetano Punzi, primo cittadino di Regalbuto.
Critiche nei confronti della protesta da parte di Confidustria Sicilia e dalla sezione siciliana della Federazione autotrasportatori.
Il movimento Forza d'Urto nato dall'unione degli Autotrasportatori Aias, Movimento dei Forconi, pescatori, imprenditori agricoli, parla di una "manifestazione popolare" dove non sono consentite bandiere o simboli di partiti politici o di sindacati. I presìdi coinvolgono quasi tutte le provincie siciliane.
A Catania il tratto più caldo è lo snodo della Tangenziale vicino allo svincolo Paesi Etnei. Francesco Crupi del movimento dei Forconi di Paternò.
"Noi non vogliamo fare la guerra dei poveri, non è uno sciopero dei sindacati o roba varia.
Noi vogliamo unire il popolo e far capire che è un grave problema.
Deve risolverlo il popolo e non la categoria".
"Siamo un popolo che vorrebbe vivere con la propria dignità e il proprio lavoro: ce l'hanno impedito".
Allo sciopero hanno aderito anche i sindaci, come Gaetano Punzi, primo cittadino di Regalbuto.
Critiche nei confronti della protesta da parte di Confidustria Sicilia e dalla sezione siciliana della Federazione autotrasportatori.
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