Un forte e moderno servizio ferroviario è
indispensabile per costruire un sistema dei trasporti efficiente nelle aree
metropolitane. Tra l’altro c’è un’altra questione che dovrebbe far riflettere
in un periodo difficile per tante famiglie, come la possibilità di ridurre i
costi di spostamento utilizzando i mezzi collettivi, cosa che per tante
persone può rappresentare una vera boccata di ossigeno, oltre che un
miglioramento significativo della qualità della vita.
Ed è significativo constatare quanto stia
crescendo l’organizzazione della rappresentanza dei pendolari, con comitati
oggi diffusi in quasi tutte le Regioni italiane, che chiedono più treni,
puntuali, nuovi, puliti. Dare risposta a questa domanda è quanto mai strategico
per un Paese come l’Italia, e per questa nostra regione, la Sicilia.
La spiegazione delle difficoltà dello
spostarsi in treno quotidianamente verso le principali città siciliane è
semplice, basta guardare i dati sugli investimenti per il servizio, l’acquisto
di materiale rotabile e le infrastrutture.
Qualcosa di più è stato fatto negli scorsi
anni (2002-2004) cofinanziando l’acquisto dei nuovi treni “Minuetto”,
condizione fondamentale non solo per migliorare la qualità del viaggio per i
pendolari ma anche per aumentarne il numero in circolazione e migliorare la
puntualità (i ritardi dipendono anche dal sovraffollamento delle carrozze) ai
quali si sono aggiunti, come previsto dal Contratto di Servizio Ponte
2015-2016, a fine del 2016 i sei treni Jazz.
Il trasporto ferroviario siciliano in
questi ultimi anni sta attraversando momenti veramente difficili. Sono molti i
territori che si sono visti azzerare quasi del tutto il trasporto ferroviario:
Siracusa, Ragusa, Modica, Gela, Caltanissetta, Caltagirone, Alcamo-Trapani Via
Milo.
La marginalità degli investimenti per il trasporto ferroviario in Sicilia è
evidente e gli investimenti statali e regionali premiano la strada a danno
della ferrovia, ma sempre al
centro-nord. Il tema appena introdotto deve entrare nell’agenda delle politiche
nazionali e regionali, passando attraverso maggiori risorse per il servizio di
trasporto pendolare e per le infrastrutture dell’Isola.
Ebbene, i cittadini che ogni giorno si
muovono in treno devono essere
l’interlocutore fondamentale delle strategie di potenziamento del servizio, attraverso il
confronto, la partecipazione e l’informazione dei pendolari, sia per alzare gli
standard qualitativi che per monitorare il servizio sulla rete (puntualità,
grado di affollamento, igiene, climatizzazione, informazione, ecc.). Le Regioni
hanno, ovviamente, la possibilità di ampliare la quantità degli investimenti,
perché le “prestazioni” sono state definite nei cosiddetti Contratti di Servizio,
che tutte le regioni, Sicilia a parte hanno posto in essere a partire dal 2009.
Con il Contratto di Servizio, da un lato
l’impresa ferroviaria si impegna all’erogazione di un quantitativo di treni*km
e al rispetto di determinati indici di qualità (relativi a pulizia, comfort,
informazione e puntualità delle corse), dall’altro lato l’amministrazione
regionale stabilisce un corrispettivo economico per l’erogazione di tali
servizi.
In ultimo, il Contratto di Servizio
stabilisce le penali da applicare al gestore dei servizi in caso di mancato rispetto
degli indici di qualità definiti dal Contratto: le risorse generate
dall’applicazione di queste sanzioni sono spesso risultate consistenti,
permettendo un reinvestimento diretto nel servizio. Alcune Regioni hanno addirittura scelto
di riutilizzare le risorse generate dall’applicazione delle suddette penali per
un rimborso, sotto forma di bonus, da restituire agli abbonati.
Il monitoraggio condotto dal Comitato
Pendolari Siciliani nei mesi di ottobre e novembre 2019, nello specifico dall’1
di ottobre al 30 novembre 2019, è stato eseguito su un campione di 10694 treni
distribuiti sulle tratte di maggiore frequentazione secondo i dati rilevati dal
sito di Trenitalia viaggiatreno.it e riportati di seguito nella tabella ‘A’.
I valori assoluti non riescono però a
mettere in luce le problematiche e i disservizi riscontrati sulle varie
relazioni.
Con qualche semplice operazione matematica,
possiamo ricavare che la percentuale di treni puntuali, ovvero con ritardo
sotto i 5 minuti, è mediamente limitata all’81,3% con punte che superano lo
standard fisiologico del 90% solo sulla tratta Palermo-Trapani, ed un minimo
assoluto del 38,5% sulla Ragusa-Caltanissetta. Segno che anche la Sicilia
viaggia a due velocità. Va evidenziato che il dato di puntualità sulla
Trapani-Palermo è da attribuire al servizio metropolitano sulla Punta Raisi-Palermo.
Il grafico sottostante illustra e riporta
nel dettaglio le percentuali dei treni ritenuti puntuali sino ad un ritardo di
5 minuti su tutte le tratte oggetto del monitoraggio.
In contrapposizione a quanto detto possiamo
ricavare le percentuali di treni con ritardo oltre i 5 ed oltre i 10 minuti.
Mediamente il 18,7% dei treni monitorati è
giunto a destinazione con oltre 5 minuti di ritardo, e il 12,5% con oltre 10
minuti di ritardo.
Nel complesso si tratta di numeri molto
discordanti tra loro in riferimento alla tratta ferroviaria di riferimento: si
va dal 6,2% di treni con ritardo superiore ai 10 minuti sulla relazione
Messina-S.Agata Militello al 52,5% rilevato sulla Ragusa-Caltanissetta, e dal 9,1%
della Palermo-Trapani al 61,5% riscontrato sulla Ragusa-Caltanissetta per i
ritardi oltre i 5 minuti.
In contrapposizione, non possiamo fare a
meno di riscontrare ancora una volta l’anomalo numero di treni che puntualmente
arriva in anticipo a destinazione, segno dei continui allungamenti di
percorrenza: nelle sole tratte Messina-Catania-Siracusa e Messina-Palermo, abbiamo rilevato 1.456 treni arrivati a
destinazione prima dell’orario previsto su un totale di 3.166, precisamente
1.135 (il 45,8%) sulla prima relazione, e 321 (il 46,6%) sulla seconda
relazione.
Per chi avesse seguito le precedenti
rilevazioni, le percentuali sono ancora una volta in aumento rispetto a quelle
riscontrate nel monitoraggio eseguito dal Comitato Pendolari Siciliani nello
stesso bimestre dello scorso anno (43% circa).
Per quanto riguarda le soppressioni, dal
nostro monitoraggio sono stati conteggiati 371 treni soppressi, di cui 164
soppressi parziali, per un totale di 35.036 Km*Treno cancellati.
Riteniamo che il risultato osservato mette
in evidenza un fenomeno fuori controllo, ancora una volta confermato nelle
tratte più critiche come la Ragusa-Caltanissetta (5642 km*Treno soppressi) e
Siracusa-Ragusa-Gela (9492 Km*Treno soppressi), nonostante il (relativo) basso
numero di treni oggetto del monitoraggio.
Sul fronte dei ritardi, giustificati come
conseguenza di problemi tecnici all’infrastruttura, passaggi a livello non
funzionanti, condizioni meteo avverse o ostruzioni varie lungo linea, nel
periodo ottobre-novembre 2019, abbiamo calcolato complessivamente 40.636 minuti
di ritardo sui 10.694 treni monitorati, la cui ripartizione per relazione
ferroviaria è illustrata nel grafico seguente.
L'obiettivo è sensibilizzare Regione,
Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana a rilanciare gli investimenti.
Fonte Dati: viaggiatreno.it
Elaborazione dati: Dott. Fabrizio Gemelli
F.to
Giosuè Malaponti Presidente
Comitato
Pendolari Siciliani – Ciufer