martedì 8 ottobre 2019

I Pendolari Siciliani scrivono a non è l'Arena di Giletti


Pregiatissimo Dott. Giletti mi chiamo Giosuè Malaponti, Coordinatore del Comitato Pendolari Siciliani (pendolari Messina-Catania-Siracusa, Messina-Palermo, Catania-Caltagirone-Gela e Ragusa). Dal 2001 assieme a tanti altri abbiamo iniziato ad occuparci, essendo pendolari, delle problematiche relative al trasporto ferroviario nell’Isola. Nel corso di questi anni abbiamo constatato e denunciato che la Sicilia, anno dopo anno e treno dopo treno è stata sempre più isolata ed allontanata dal resto d’Italia. Già nel 2009 veniva operato il primo taglio dei treni del trasporto universale da e per il nord, lasciando appena cinque coppie di treni, di cui quattro su Roma e uno su Milano. E puntualmente si ripresenta lo spettro del completo azzeramento dei treni della passeggeri che dalla Sicilia traghettano per raggiungere il continente. La totale assenza di una programmazione regionale dei trasporti ed una disattenta attività politica ed economica del territorio, ha permesso che si perpetrassero questi continui tagli ad un servizio ferroviario che costituisce per la Sicilia ed i Siciliani, l’unico mezzo di collegamento tra l’Isola ed il continente “Italia”. Chiediamo il suo autorevole intervento, all’interno del suo programma, per esporre la situazione disastrosa del trasporto ferroviario regionale e universale che sta finendo di isolare la Sicilia. Ricordo bene che in una delle sue puntate del “L’Arena” ha avuto ospite il ministro Lupi, che incalzato da lei sul trasporto pendolare, prese degli impegni per migliorare ed attenzionare il trasporto pendolare che a tutt’oggi non abbiamo ancora visto. La nostra regione aspetta ancora di vedere i risultati infrastrutturali del Piano per il Sud, del Decreto del Fare, dello Sblocca Italia, del Patto per il Sud. La nostra Sicilia “ANEMICA” dall’Unità d’Italia aspetta ancora quella tanto decantata e acclarata “Cura del ferro” dal ministro Lupi, Delrio e Toninelli. Cura del Ferro che alla neo ministra del Mit, on.le De Micheli, non interessa più, visto che intende agire in una prospettiva prevalentemente commerciale, concentrando le risorse delle infrastrutture ferroviarie sui collegamenti tra i porti. Porti che sino a ieri erano collegati con le ferrovie, ma giacchè negli ultimi trent’anni queste infrastrutture sono state abbandonate al loro crudele destino, oggi richiederebbero investimenti di miliardi di euro per la loro ricostruzione. Risorse che dovrebbero essere utilizzate per problemi più urgenti, come nel caso della mia Sicilia, che ha appena 200 km di ferrovia in doppio binario su circa 1.400 km, e presenta gravi disfunzioni che condizionano in modo importante la vita dei pendolari. Quindi, sulla base della nuova invenzione della ministra De Micheli deduciamo che, in Sicilia, dovremo cambiare le nostre abitudini di viaggio adoperando le navi per raggiungere le nostre città, passando per le infrastrutture ferroviarie dei porti. Mentre a noi Siciliani, a differenza di Gesù che camminò sulle acque del Mar di Galilea, ci toccherà camminare sulle acque dello Stretto per raggiungere il “continente Italia”. In queste ultime settimane si è fatto tanto clamore sull’abbandono della Sicilia da parte del Governo e delle Ferrovie dello Stato, tuttavia il malcontento dei siciliani non ha avuto una cassa di risonanza né sui quotidiani locali né su quelli nazionali. Ma grazie a lei con “Non è l’Arena”, si è aperto uno spiraglio di luce sul buio fitto e sul silenzio assordante delle Istituzioni sulle condizioni in cui si trovano le nostre infrastrutture ferroviarie, stradali ed aeree. Gli errori di queste disattenzioni, non sono legati di certo alla sola classe politica siciliana e nazionale ma, anche alla scarsa attenzione dei Siciliani verso un servizio pubblico carente ed al mancato rispetto da parte dello Stato della continuità territoriale. Non è possibile ad oggi, che si continui a parlare della costruzione del “Ponte sullo Stretto”. Suggerirei ai Siciliani ed alla politica siciliana di voler pensare invece, alla costruzione del “Muro sullo Stretto”, per evitare che avvengano questi continui saccheggi, disattenzioni e penalizzazioni, che hanno finito per isolare la Sicilia e i Siciliani stessi che, di certo, non lo meritano. Da questo scaturisce la nostra richiesta, se lo riterrà opportuno, di dedicare un piccolo spazio della sua trasmissione alle problematiche che nessuno vuole esportare fuori dalla Sicilia relegandola sempre più ad un isolamento totale. Noi continueremo il nostro lavoro così come stiamo facendo da circa 20 anni, provando a svegliare le coscienze per fare uscire da questa gogna di arretratezza la nostra Terra. Queste sono alcune delle infrastrutture che da anni aspettano di essere realizzate: - Tratta ferroviaria Alcamo-Trapani via Milo chiusa dal febbraio 2013; - Tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela chiusa dal maggio 2011 per il crollo di un viadotto in C.da Angeli Piano Carbone (Niscemi) tra Caltagirone e Gela; - Velocizzazione della Catania-Siracusa; - Velocizzazione della Siracusa-Ragusa-Gela; - Raddoppio della linea ferroviaria Fiumefreddo-Giampilieri finanziata dalla delibera 62/2005 del Cipe; - Raddoppio della linea ferroviaria Patti-Castelbuono scomparsa da tutti i Contratti di Programma. La Sicilia non è solo mafia, i siciliani hanno diritto alla mobilità come il resto d’Italia. Alleghiamo alla presente i files di alcuni nostri lavori. Grazie per l’attenzione.
Giosuè Malaponti Comitato Pendolari Siciliani – Ciufer
(Comitato Italiano Utenti Ferrovie Regionali)

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