La
notizia della soppressione del Modica-Gela è arrivata a Ragusa, in un momento
di moderato ottimismo. Proprio nei giorni scorsi, dal Comune capoluogo era
partita la lettera di convocazione dei rappresentanti di Trenitalia, Rfi e
assessorato regionale ai Trasporti per l'incontro, fissato nella sala giunta
del Municipio, il prossimo 13 febbraio. La riunione è stata programmata per
discutere del rilancio e potenziamento della tratta Siracusa-Ragusa-Gela, a
seguito della piattaforma sottoscritta da tutti i sindaci della provincia il 17
dicembre del 2013, in occasione della tappa di "Pendolaria" a Ragusa.
Il blog raccoglie informazioni sul trasporto pubblico in genere, ed in maniera approfondita sul trasporto e le infrastrutture ferroviarie siciliane. Tutti i pendolari che si muovono in Sicilia con il treno possono segnalare disservizi, disagi, e/o suggerimenti sul nostro sito www.comitatopendolari.it, per migliorare le condizioni di trasporto. COLLABORA ANCHE TU...PER UN SERVIZIO MIGLIORE
martedì 4 febbraio 2014
Nessuna smentita sul taglio dei treni da parte di Trenitalia o presa di posizione della Regione
Il
comunicato ufficiale con cui Trenitalia replica alla nota di CUB Trasporti
sulle nuove soppressioni di treni sulla tratta ferroviaria Siracusa-Ragusa-Gela
nè smentisce nè precisa in merito al "taglio" di due corse tra
Modica e Gela.
Infatti
la società del gruppo FS dichiara che la soppressione sarebbe derivata da
"interventi di manutenzione straordinaria nel tratto compreso tra
Canicattì e Gela" ma, mentre su quel tratto si sopprimono due corse, non
si capisce perchè se ne debbano sopprimere altre due sul nostro tratto
Gela-Modica non interessato a nessun tipo di intervento manutentivo. Su questo
il comunicato è reticente.
Ci
sarebbe piaciuto che fossero soppressi momentaneamente dei treni per
consentire l'avvio dei lavori sulla linea, in realtà non è così e i treni sono
stati già cancellati "fino a nuovo avviso" a partire dal 3 febbraio
e rimpiazzati da corse sostitutive in bus, rendendo sempre più problematica la mobilità via
ferrovia e la funzionalità stessa della tratta.
Tutto questo mentre siamo in
presenza di una vertenza aperta e in attesa dell’incontro operativo programmato
dal sindaco del capoluogo, presso il
comune di Ragusa, il 13 febbraio c.a. in
qualità di capofila di tutti i primi cittadini della provincia che il 17
dicembre 2013 siglarono al Castello di Donnafugata un documento di richieste
per il potenziamento della tratta ferroviaria.
Coordinamento
provinciale CUB Trasporti – Comitato pendolari Siciliani
lunedì 3 febbraio 2014
Previsti in Sicilia investimenti per 21 miliardi
Parola
d'ordine: cooperare. Dai due dibattiti incentrati su sistemi sociali e su
settore manifatturiero e capitale sociale emerge la necessità di creare una
rete tra istituzioni e privati a partire da un'interazione tra le piccole e
medie imprese, vero tessuto costitutivo dell'economia. «Perché - tuona il
ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi - questo Paese o riparte tutto
insieme, o non riparte più. La questione meridionale coincide con la questione
italiana».
Qual
è l'idea del ministro per far ripartire l'economia?
«Occorre
mettercela tutta, tutti insieme, in particolare le istituzioni e la politica.
Le
infrastrutture sono un volano per la crescita se le risorse sono gestite bene e
distribuite in maniera intelligente: le grandi medie e piccole opere, la
collaborazione pubblico privato, i tempi certi in cui le risorse vengono spese
e le opere si realizzano. Dobbiamo rimetterci tutti in gioco».
Qual
è il piano per la Sicilia in particolare?
«Per
la Sicilia è stato firmato l'11° protocollo d'intesa. Abbiamo monitorato tutte
le opere indispensabili per la Sicilia: circa 21 miliardi di euro. 9,9 miliardi
sono già stanziati, 5,6 miliardi di euro sono per le opere realizzate. La prima
sfida è che gli interi 10 miliardi siano realizzati e completati, e poi dovremo
trovare insieme gli altri 10 miliardi. Importante è che ci sia un disegno
strategico».
Dello
stesso avviso è Linda Vancheri, assessore alle Attività produttive della
Regione Siciliana, secondo cui l'unica strada percorribile è incrementare la
rete produttiva e progettuale tra le imprese. «Le politiche distrettuali - ci
dice - servono per aiutare le amministrazioni a individuare punti di forza e
criticità dei territori e distribuire le risorse. Faremo un road show al fine
di coordinare le attività, puntare sulla massa critica e orientare gli
interventi di sviluppo. Bisogna inoltre pensare uno spin-off tra università
impresa e territorio».
Ripartire
dal sud, dunque, e dai suoi giovani: secondo Ivan Lo Bello, vicepresidente per
l'Education di Confindustria, sarà il modello tedesco a portare la Sicilia
«fuori dall'ottica clientelare fin qui vigente, che ha generato solo un
precariato esistenziale. Ed è Crocetta il primo presidente che abbia affrontato
il problema».
Amelia
Cartia - La Sicilia - Domenica 02 Febbraio 2014 Ragusa Pagina 31
Biglietto più caro, bus più vecchi
IL
CASO. Sulla vettura 2037 (linea 107) sedili ridotti all'osso e pericolosi,
obliteratrice fuori uso.
L'importante
era aumentare il biglietto del bus Amat di dieci centesimi portandolo da 1,30 a
1,40 euro. Se poi i mezzi sono obsoleti o le frequenze sono sempre più a passo
di lumaca, non ci fa nulla.
Era
fondamentale, in tempo di profonda spendig review di appesantire ancora con
altri aumenti i cittadini, senza però, al contrario, offrire servizi efficienti
e migliori.
Non è la prima volta e nemmeno l'ultima che da queste colonne abbiamo più volte denunciato le inefficienze del servizio pubblico che, ancora, malgrado le promesse dell'azienda per rendere il servizio più funzionale, presenza aspetti di inefficienza.
Bus lentissimi, attese estenuanti alle fermate soprattutto nelle estreme periferie, vetture sporche e arredi che pur se vandalizzati non vengono riparati o rimessi a nuovo.
Ultima perla e non è la sola è quella della vettura 2037 che ieri era utilizzata dalla linea 107 dalla Stazione Centrale allo Stadio e viceversa.
Non è la prima volta e nemmeno l'ultima che da queste colonne abbiamo più volte denunciato le inefficienze del servizio pubblico che, ancora, malgrado le promesse dell'azienda per rendere il servizio più funzionale, presenza aspetti di inefficienza.
Bus lentissimi, attese estenuanti alle fermate soprattutto nelle estreme periferie, vetture sporche e arredi che pur se vandalizzati non vengono riparati o rimessi a nuovo.
Ultima perla e non è la sola è quella della vettura 2037 che ieri era utilizzata dalla linea 107 dalla Stazione Centrale allo Stadio e viceversa.
Il
cronista sale a bordo alle 12,41 in piazza Alcide De Gasperi e il primo impatto
negativo è con la macchinetta obliteratrice fuori servizio.
Non
è finita. Il mezzo è sporco e soprattutto a parte qualche sedile, gli altri
sono sprovvisti di copertura e di spalliera. Insomma due sono le cose: o con il
tempo si sono rotte e non ci crediamo o, altrimenti sono stati vandalizzati e
l'azienda non ha provveduto a sostituirne con nuovi.
A
parte la scomodità si rischia seriamente di rovinare gli abiti, cosa che
puntualmente è accaduta ad una signora che al momento di scendere alla fermata
di via Marchese di Villabianca ha dovuto lasciare un pezzetto della sua gonna
attaccato alle insenature.
«Non è possibile - ha detto imprecando contro l'Amat - hanno preteso l'aumento del biglietto (la signora è abbonata, ndr) e di contro ci presentano autobus in queste condizioni. Ed ora a me chi me la paga la gonna? ».
«Non è possibile - ha detto imprecando contro l'Amat - hanno preteso l'aumento del biglietto (la signora è abbonata, ndr) e di contro ci presentano autobus in queste condizioni. Ed ora a me chi me la paga la gonna? ».
Altro
discorso l'obliteratrice posteriore che era fuori servizio, mentre quella
anteriormente a pochi centimetri dal conducente funzionante a corrente
alternata.
«Poi se passa il controllore succede il finimondo - sottolinea un anziano -. Il bello che ancora oggi se parli con l'autista e gli dici che non funziona, candidamente risponde: "Non si preoccupi segni a penna sul biglietto ora e giorno e non ci sono problemi". Non ci siamo. Ci chiedono di pagare l'aumento e poi ci offrono questi servizi? Siamo una città da quarto mondo... ».
Antonio Fiasconaro - La
Sicilia - Domenica 02 Febbraio 2014 Prima Palermo Pagina 29
«Poi se passa il controllore succede il finimondo - sottolinea un anziano -. Il bello che ancora oggi se parli con l'autista e gli dici che non funziona, candidamente risponde: "Non si preoccupi segni a penna sul biglietto ora e giorno e non ci sono problemi". Non ci siamo. Ci chiedono di pagare l'aumento e poi ci offrono questi servizi? Siamo una città da quarto mondo... ».
domenica 2 febbraio 2014
Modifiche alla circolazione ferroviaria nel mese di febbraio 2014
Informazioni
sulle modifiche alla circolazione sulle seguenti linee:
Linea Modica-Gela-Caltanissetta:dal 3 al 28 febbraio 2014
Linea Trapani-Castelvetrano-Palermo:dall'1 al 28 febbraio 2014
Linea Messina-Catania:dall'1 al 14 febbraio 2014
Linea Modica-Gela-Caltanissetta da lunedì 3 a venerdì 28 febbraio 2014
Linea Trapani-Castelvetrano-Palermo da sabato 1 a venerdì 28 febbraio
2014
Linea Messina-Catania da sabato 1 a venerdì 14 febbraio 2014
Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi indica le priorità: potenziare porto e treni
Qui a
Siracusa si vede la vera arretratezza.
Non è solo questo territorio ad aver bisogno di grandi infrastrutture ma c'è tutta la volontà di esercitare una inversione di tendenza». Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ieri pomeriggio ha presieduto un convegno organizzato dal Nuovo Centro Destra (a Siracusa rappresentato dal deputato regionale Vincenzo Vinciullo) e l'attenzione non poteva non ricadere sui gravi ritardi subiti dal territorio del Siracusano sulle infrastrutture e sui trasporti.
Non è solo questo territorio ad aver bisogno di grandi infrastrutture ma c'è tutta la volontà di esercitare una inversione di tendenza». Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ieri pomeriggio ha presieduto un convegno organizzato dal Nuovo Centro Destra (a Siracusa rappresentato dal deputato regionale Vincenzo Vinciullo) e l'attenzione non poteva non ricadere sui gravi ritardi subiti dal territorio del Siracusano sulle infrastrutture e sui trasporti.
Secondo
il ministro è emersa con forza una nuova coscienza: il problema non è solo
Siracusa e la Sicilia, il problema è legato al «sistema Paese».
«Le
infrastrutture - ha commentato Maurizio Lupi - sono il grande elemento di
sviluppo per tutto il Paese e, con questa crisi che abbiamo avuto ce ne siamo
accorti. Allora occorre un impegno molto concreto per far sì che le risorse che
ci sono vengano spese nella giusta direzione. Bisogna individuare le priorità e
dalla Sicilia, da Siracusa così come dal nord Italia, dobbiamo riuscire ad
ottenere risultati concreti e più immediati».
Grande attenzione è stata dedicata, da parte del ministro, anche al porto di Augusta.
«Quella del porto è un grande tema. Anzi i porti vanno considerati delle risorse fondamentali per il nostro Paese. Qui abbiamo le autostrade del mare. Ne abbiamo discusso proprio in questi giorni, a livello europeo, con la collega! spagnola: Francia, Italia e Spagna hanno delle grande risorse che vanno sfruttate al meglio. Certamente quello di Augusta va considerato un porto strategico. Anche qui non si può considerare solo una risorsa della Sicilia, ma una risorsa per tutta Italia, per questo dobbiamo confrontarci con la Regione Sicilia per fare un nuovo sistema dei porti che dia risorse e priorità».
Una carenza grave è certamente quella del sistema ferroviario. Le infrastrutture ferroviarie nel Siracusano sono praticamente inesistenti.
Grande attenzione è stata dedicata, da parte del ministro, anche al porto di Augusta.
«Quella del porto è un grande tema. Anzi i porti vanno considerati delle risorse fondamentali per il nostro Paese. Qui abbiamo le autostrade del mare. Ne abbiamo discusso proprio in questi giorni, a livello europeo, con la collega! spagnola: Francia, Italia e Spagna hanno delle grande risorse che vanno sfruttate al meglio. Certamente quello di Augusta va considerato un porto strategico. Anche qui non si può considerare solo una risorsa della Sicilia, ma una risorsa per tutta Italia, per questo dobbiamo confrontarci con la Regione Sicilia per fare un nuovo sistema dei porti che dia risorse e priorità».
Una carenza grave è certamente quella del sistema ferroviario. Le infrastrutture ferroviarie nel Siracusano sono praticamente inesistenti.
«Di
problemi ne abbiamo tanti - ha ammesso il ministro Lupi -. La settimana scorsa
ho avuto un incontro con l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato:
in questo territorio si vede la vera arretratezza. La domanda che ho fatto è
per quale ragione l'alta velocità si è fermata a Battipaglia, non c'era neanche
una progettazione per l'alta velocità sino a Reggio Calabria. Certamente in
Sicilia e a Siracusa in particolare c'è una situazione che voi siracusani
conoscete meglio del ministro. Mi è stato presentato un progetto finalmente
serio da parte delle Ferrovie dello Stato che collega Catania-Messina e
Palermo. Poi abbiamo tutti gli altri problemi da affrontare e sui quali
investire. La rotaia è il futuro e dobbiamo metterci le risorse, però non si
possono recuperare le carenze da un giorno all'altro. Sono una persona seria,
abituata a confrontarmi con le problematiche del territorio, non mi piace fare
promesse. Preferisco misurarmi sui fatti e misureremo con i fatti le proposte
delle Ferrovie dello Stato».
Il ministro delle Infrastrutture insomma punta sul confronto con i problemi di un territorio per capire come affrontare le priorità che a Siracusa sono potenziamento della linea ferroviaria e valorizzazione del porto di Augusta considerato strategico.
Ma c'è anche il problema della rete autostradale che penalizza fortemente gli automobilisti del Siracusano e, più in generale, della Sicilia orientale. Anche in questa direzione il ministro Lupi, pur senza fare promesse, ha garantito un'attenzione particolare e una valutazione approfondita delle priorità.
Il ministro delle Infrastrutture insomma punta sul confronto con i problemi di un territorio per capire come affrontare le priorità che a Siracusa sono potenziamento della linea ferroviaria e valorizzazione del porto di Augusta considerato strategico.
Ma c'è anche il problema della rete autostradale che penalizza fortemente gli automobilisti del Siracusano e, più in generale, della Sicilia orientale. Anche in questa direzione il ministro Lupi, pur senza fare promesse, ha garantito un'attenzione particolare e una valutazione approfondita delle priorità.
«Del
resto - ha sottolineato Lupi - la politica del Nuovo Centro Destra deve essere
contraddistinta dalla serietà, dalla passione. La politica è servizio alla
propria comunità, ma soprattutto la politica è rappresentata dai fatti che si
possono concretizzare. Il nostro nuovo partito si deve radicare sul territorio
e deve usare una parola che si chiama merito. La selezione della classe
dirigente non può che avvenire così e qui, fatemelo dire, si vede la grande
differenza tra Forza Italia e Nuovo Centro Destra. Stiamo facendo una
battaglia, a livello nazionale, anche sulle preferenze».
Intanto è scoppiata la polemica legata alla soppressione di 4 treni, a partire da oggi, che impone la chiusura della tratta ferroviaria Siracusa-Ragusa-Gela.
Intanto è scoppiata la polemica legata alla soppressione di 4 treni, a partire da oggi, che impone la chiusura della tratta ferroviaria Siracusa-Ragusa-Gela.
In
una nota delle Ferrovie dello Stato, viene precisato che sulla linea
Caltanissetta-Gela-Modica, si sta realizzando, nel tratto compreso fra
Canicattì e Gela, interventi di manutenzione straordinaria. «Per consentire
alle squadre tecniche di operare in sicurezza - si legge nella nota delle
Ferrovie dello Stato - è necessario che durante le attività di cantiere non
circolino treni ed è solo per questo motivo che alcune corse sono cancellate e
sostituite con autobus. Di tali provvedimenti, e dei motivi che ne hanno
determinato l'attuazione, la clientela è sempre adeguatamente informata con locandine
e annunci sonori nelle stazioni. Inoltre, le stesse informazioni sono state
rese note attraverso i canali on line».
laura valvo - La Sicilia - Sabato
01 Febbraio 2014 Siracusa Pagina 29
Lo smantellamento della rete ferroviaria iblea - Treni regionali, al via il valzer delle soppressioni
Da oggi non circoleranno più i treni regionali Modica-Gela e Gela-Modica. La
soppressione di questo collegamento ferroviario segna l'ultimo atto del
processo di smantellamento della rete ferroviaria ragusana che Trenitalia e
Rete ferroviaria italiana hanno compiuto, progressivamente, nell'ultimo
ventennio. Se ci sarà un'altra cancellazione di treni, nel prossimo futuro,
quella, sarà davvero l'ultima, dal momento che, nella tratta locale, sono
rimaste operative solo tre coppie (andata e ritorno) di treni.
La
notizia della soppressione del Modica-Gela è arrivata a Ragusa, in un momento
di moderato ottimismo. Proprio nei giorni scorsi, dal Comune capoluogo era
partita la lettera di convocazione dei rappresentanti di Trenitalia, Rfi e
assessorato regionale ai Trasporti per l'incontro, fissato nella sala giunta
del Municipio, il prossimo 13 febbraio. La riunione è stata programmata per
discutere del rilancio e potenziamento della tratta Siracusa-Ragusa-Gela, a
seguito della piattaforma sottoscritta da tutti i sindaci della provincia il 17
dicembre del 2013, in occasione della tappa di "Pendolaria" a Ragusa.
Fra
l'altro, da pochi giorni, il Comune di Ragusa era finalmente riuscito ad
entrare in possesso del progetto di metropolitana di superficie che Rete ferroviaria
italiana approntò nel 2005. Un piano che dovrebbe rappresentare la piattaforma
di lancio per la realizzazione della metropolitana nel capoluogo.
Insomma,
l'amministrazione locale si stava preparando per accogliere i referenti di
questa vertenza, Trenitalia, Rete ferroviaria italiana e assessorato regionale
ai Trasporti quando è giunta la notizia dell'ennesima soppressione di treni.
"E' una decisione inaccettabile - afferma il sindaco di Ragusa, Federico
Piccitto - ed è ormai chiaro che non c'è volontà di ascolto delle esigenze del
territorio della provincia di Ragusa, da parte di Trenitalia e Rete ferroviaria
italiana che continuano a far finta che questa provincia non esiste". Da
ieri il Comune di Ragusa ha deciso di fare la voce grossa, soprattutto alla
luce di questo imminente incontro del 13 febbraio. "Dobbiamo convincere la
Regione a fare un'azione di forza e ad abbandonare questi referenti - afferma
il sindaco Piccitto - visto che Trenitalia continua a perseverare adottando
un'interlocuzione che non ascolta: siamo in un mercato libero e la Regione ha
il dovere di cercare nuovi vettori".
La
Cub Trasporti che ha annunciato la soppressione della coppia di treni, lancia
un ultimo appello ai sindaci e ai deputati. "Praticamente le basi per la chiusura
della tratta ci sono tutte - scrive il sindacato di base dei ferrovieri - i
sindaci e i deputati devono alzare la voce, chiedere la revoca del
provvedimento e fare in modo che l'incontro del 13 febbraio diventi l'occasione
per fare muro".
Rossella Schembri - La
Sicilia - Sabato 01 Febbraio 2014 RG Provincia Pagina 32
Ferrovie - Soppressi treni sulla Gela-Modica
A
partire dal 1° febbraio non circoleranno più i treni regionali 12851
Gela-Modica (con partenza da Gela alle ore 14,24 e arrivo a Modica alle ore
16,13) e 12854 Modica-Gela (con partenza da Modica alle ore 19,27 e arrivo a
Gela alle ore 21,01). Un'altra coppia di treni viene soppressa tra Gela a
Caltanissetta. Delle 4 coppie (8 treni) rimanenti tra Modica-Ragusa e Gela ne
rimarranno così so! lo 3 (6 treni), e praticamente le basi per la chiusura
della tratta ci sono tutte». A comunicarlo è la Cub trasporti che aggiunge:
«Non si conoscono i motivi di questi tagli, ma tutto lascia presagire che
trattasi della "normale" gestione della rete ferroviaria siciliana».
La
Sicilia - Venerdì 31 Gennaio 2014 RG Provincia Pagina 29
venerdì 31 gennaio 2014
Pendolari e disservizi dei treni regionali: Eterna Odissea
Nella
trasmissione “Uno Mattina” andata in onda venerdì 17 gennaio 2014 è intervenuto
il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Maurizio Lupi, l’amministratore
delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano, il Vice Presidente di Legambiente Edoardo
Zanchini e il Presidente del Comitato Pendolari Siciliani Giosuè Malaponti, per
discutere sulla preoccupante situazione dei
servizi ferroviari e dei treni regionali per il trasporto pendolare.
Inizia
a parlare il ministro Lupi, affermando che proprio giovedì (16 gennaio) ha
avuto un incontro con l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro
Moretti e con, il presente in trasmissione, l’amministratore delegato di
Trenitalia Vincenzo Soprano.
Il
ministro nel suo intervento fa presente che la stessa scommessa fatta sull’alta
velocità, oggi Ferrovie dello Stato deve farla sul trasporto dei pendolari. Il
segnale delle regioni che iniziano, a disdettare i servizi di concessione è un
segnale che deve far riflettere anche Ferrovie dello Stato. Poi c’è il tema
degli investimenti. Per rinnovare tutto il parco treni che circola in Italia per
i pendolari, occorrono sei miliardi di euro, due miliardi sono già quelli
investiti da Ferrovie dello Stato gli altri quattro bisogna trovarli e stiamo
discutendo proprio di questo.
L’ad.
Soprano puntualizza che Ferrovie dello Stato gestisce per Trenitalia dei
contratti di servizio per le regioni, quindi sono le regioni che stabiliscono
prezzi, orari, quanti treni, quali treni
e dove. La nostra responsabilità è quella di rispettare i contratti. Abbiamo un
parco rotabile dei treni che hanno oltre trent’anni di età. In questi anni non sono
stati fatti investimenti sul materiale rotabile se non i due miliardi di quei
sei di cui faceva riferimento il ministro.
Interviene
nuovamente il ministro dicendo che il tema dello scaricabarile e degli alibi
non può più esserci, è colpa delle Ferrovie dello Stato, è colpa del governo è
colpa delle regioni, il problema è che va risolta ed affrontata drasticamente
la questione. Il governo ha messo 500 milioni di euro, per la prima volta dopo
anni, nella legge di stabilità per rinnovare finalmente il parco rotabile.
Occorre un piano industriale e questa è la prima questione. Ferrovie dello
Stato deve fare la sua parte come l’ha fatta per l’alta velocità. La seconda
questione è forse liberalizzare un po’ il mercato come è avvenuto per l’alta
velocità.
Nel
dibattito interviene Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente, che ha fatto
un’istantanea del nostro Paese. “In questi anni la politica si è occupata di
infrastrutture, ma nessuno si è occupato dei treni: ad esempio metterne di
nuovi dove mancano e cambiare i vecchi. Inoltre, il numero dei pendolari in
questi anni è aumentato e il numero dei treni è diminuito. E la realtà del
problema è diversa da regione a regione”.
Interviene
Giosuè Malaponti, rappresentante dei pendolari siciliani, che illustra la
gravità della situazione italiana e in particolare della sua regione.
Il
ministro Lupi interviene nuovamente in maniera decisa: «Non è più il momento
delle parole, servono segnali concreti, senza demagogia sapendo che si paga il
ritardo passato. Il trasporto regionale è un obiettivo, per comprare un treno,
ci vogliono 2-3 anni prima di vederlo sulla strada ferrata. I treni devono
correre sulle ferrovie ci sono parti dell’Italia, credo che Legambiente lo sa
ma chi vive ogni giorno in questa situazione penso al sud del nostro paese dove
la situazione dell’infrastruttura è arretrata. Per quanto riguarda i pendolari
abbiamo detto tre cose semplicissime: abbiamo iniziato a mettere risorse,
abbiamo detto a Ferrovie dello Stato adesso ti concentri su questo; abbiamo
detto si inizia ad aprire il mercato anche sul trasporto regionale con gare
mirate, abbiamo chiesto di dare immediatamente segnali di efficienza in quelle
tratte che noi tutti conosciamo perché sappiamo perfettamente cosa i cittadini
ci vengono a dire».giovedì 30 gennaio 2014
Modifiche e variazioni alla circolazione dei treni Febbraio 2014
Ancora treni cancellati sulla linea Siracusa-Ragusa-Gela-Caltanissetta
In
piena vertenza ferroviaria, mentre i sindaci dell’intera provincia convocano i
vertici di RFI, Trenitalia e l’Assessore regionale alle Infrastrutture, a
Ragusa, per esaminare i contenuti della piattaforma siglata a Donnafugata lo
scorso 17 dicembre per il potenziamento della tratta Siracusa-Ragusa-Gela,
arriva una nuova soppressione di treni a partire dal 1°
febbraio non circoleranno più i treni regionali:
- treno 12851 Gela-Modica (con partenza da Gela alle ore 14,24 e arrivo a Modica alle ore 16,13)
- Treno 12854 Modica-Gela (con partenza da Modica alle ore 19,27 e arrivo a Gela alle ore 21,01).
Delle
4 coppie (8 treni) rimanenti tra Modica-Ragusa e Gela ne rimarranno così solo 3
(6 treni), e praticamente le basi per la chiusura della tratta ci sono tutte.
Non
si conoscono i motivi di questi tagli, ma tutto lascia presagire che trattasi
della “normale” gestione della rete ferroviaria siciliana, che ha penalizzato
fino all’inverosimile il sud est dell’Isola.
Come
considerare questa decisione di Trenitalia, dopo mesi di incontri e tentativi
di incontri (all’assessorato, alla commissione ambiente), e nel bel mezzo di
una vertenza complessiva per il rilancio della rete ferroviaria iblea, in
collegamento con l’aeroporto di Comiso, rafforzata da servizi innovativi, come
la metroferrovia a Ragusa, e da collegamenti di tipo sinergico con il gommato
tra le stazioni e le scuole o i centri cittadini, oltre che da treni turistici?
Come considerarla se non la risposta anticipata alle rivendicazioni che l’area
degli iblei sostiene da tempo?
A
Palermo decidono tutto senza mai consultare il territorio.
Da anni subiamo
simili prepotenze, che ci costringono a ripiegare su lotte di resistenza e di
difesa (regolarmente perse) e a rinunciare alle sacrosante pretese di
migliorare l’esistente e progettare una ferrovia moderna.
Gli
amministratori, specie i nuovi, devono rendersi conto che abbiamo a che fare
con dei vertici che considerano la linea ferroviaria
Siracusa-Ragusa-Gela-Caltanissetta una zavorra di cui disfarsi quanto prima.
A
tutti i sindaci e i deputati chiediamo:
di
alzare la voce;
di
chiedere la revoca del provvedimento;
di
impegnarsi perché l’incontro del prossimo 13 febbraio a Ragusa tra i vertici di
RFI-Trenitalia e Assessorato alle Infrastrutture e Trasporti sia l’occasione
per fare muro contro lo smantellamento della ferrovia iblea e per imporre
provvedimenti utili a rilanciarla.
Ragusa,
30-1-2014 - Coordinamento provinciale CUB Trasporti
Raddoppio Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo il timore è che diventi un'opera incompiuta
Raddoppio
Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo il timore è che diventi un'opera incompiuta
Lungo
la direttrice Palermo-Messina, il rischio è che diventi una colossale
incompiuta, una delle tante che circondano il panorama palermitano. Stiamo
parlando del raddoppio ferroviario "Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo",
lungo la direttrice Palermo-Messina. Circa 20 km di nuovi binari a cui si
lavora dal lontano 2005 e, nonostante 9 anni di scavi, si è giunti appena al
"giro di boa". I lavori, infatti, come spiega il segretario
provinciale della Fillea Cgil, Giuseppe Guarcello, «sono fermi al 52%.
E
negli ultimi 2 anni sono stati eseguiti appena il 2% di lavori. Con questo
ritmo l'opera non sarà finita mai».
Non
a caso, i sindacati degli edili (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) hanno
scritto l'altro ieri una lettera al Prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo,
affinché convochi al più presto un tavolo di confronto fra il general
contractor (la "Cefalù 20 Scarl") e Rete Ferroviaria Italiana. «Oggi
(ieri per chi legge, ndr) è iniziato ufficialmente - prosegue il delegato della
Fillea - lo stato di agitazione nei cantieri della Cefalù 20.
Nei
prossimi giorni metteremo in atto delle azioni di protesta. Ancora non sappiamo
se a Palermo o nei pressi dei cantieri aperti a Cefalù. Attendiamo una
convocazione in prefettura».
Partiti in più di 200, adesso alla Cefalù 20 sono rimasti solo in 80, fra operai e impiegati. Ben 120 licenziamenti e nessuna prospettiva rosea per il futuro.
Partiti in più di 200, adesso alla Cefalù 20 sono rimasti solo in 80, fra operai e impiegati. Ben 120 licenziamenti e nessuna prospettiva rosea per il futuro.
A
mettere a rischio il completamento dell'opera (fissato per fine 2015) sono
soprattutto 2 contenziosi.
Il
primo, che va avanti da circa un anno, è tra il contraente generale e la ex
Italtunnel, ora fallita. Quest'ultima era stata incaricata di eseguire gli
scavi nel sub-lotto della galleria Poggio S. Maria.
La
ditta, che nel frattempo è fallita, ha chiesto alla Cefalù 20 circa 9 milioni
di euro per i lavori svolti nel tratto di propria competenza, mentre la Cefalù
20 al massimo ne vuole dare 3.
Ecco
che da un anno i lavori sono fermi e in attesa di un riaffidamento del
subappalto. Nel frattempo, i 70 lavoratori della ex Italtunnel sono stati tutti
messi in cassa integrazione, che scadrà il prossimo 9 febbraio. Sono già
partite le prime lettere di licenziamento e gli operai non potranno godere
degli ammortizzatori sociali.
Il
secondo contenzioso, invece, è tra la Cefalù 20 ed Rfi, e riguarda riserve sui
lavori già svolti. In pratica la ditta sostiene di avanzare da Rfi circa 20
milioni di euro senza i quali non riesce ad andare avanti; mentre da Rfi
rispondono di aver «regolarmente eseguito tutti i pagamenti dovuti al
Contraente Generale, in ragione dello stato di avanzamento delle opere,
compresi quelli della Galleria Monte Poggio Maria».
Sul
riaffidamento di quest'ultimo subappalto, poi le Ferrovie precisano che
«malgrado i nostri numerosi e formali solleciti operati, non ci è stata ancora
presentata alcuna ditta per il necessario parere di gradimento. Infine,
relativamente alla presunta "latitanza" di Rfi circa la possibilità
di assunzione dei lavoratori licenziati da parte della ditta subentrante (onere
che compete esclusivamente alla Cefalù 20), vale la pena ricordare le numerose
denunce sui ritardi procedurali presentate dalla stessa Committenza che esprime
piena solidarietà ai lavoratori coinvolti nella vicenda». Insomma, il problema
è complesso e oggi stesso l'ingegnere Filippo Palazzo di Rfi avrà una riunione
con la Cefalù 20.
Duro
il commento del presidente di Rfi, Dario Lo Bosco: «In questo appalto - ha
ammesso - ci sono problemi da diverso tempo. Abbiamo cercato di risolverli, ma
se continua così dovremmo procedere sicuramente in modo forte. Non accetteremo
alcuna deroga: i cronoprogrammi - ha tuonato - vanno rispettati. Se è il caso
saremo pronti a intervenire per farli rispettare. Ne vale sia il mantenimento
dei livelli occupazionali, ma soprattutto per il completamento dell'opera».
Frattanto,
lungo la stessa direttrice ferroviaria, occorre ricordare che i lavori del
lotto successivo (Cefalù-Castelbuono), consegnati l'anno scorso alla
"Toto", non sono ancora partiti. «La ditta - dicono da Rfi - sta per
consegnarci il progetto esecutivo che ha richiesto un gran numero di modiche e
carotaggi. Entro un paio di mesi tutto dovrebbe esser pronto». Nel frattempo
l'odissea va avanti…
Davide Guarcello - La
Sicilia - Giovedì 30 Gennaio 2014 Palermo Pagina 26
sabato 25 gennaio 2014
Firma la petizione per la riapertura delle tratte ferroviarie Caltagirone-Gela e Alcamo-Trapani
E' importante per la salvaguardia e la tutela dei diritti alla mobilità in una Regione che, come la Sicilia, deve le proprie infrastrutture all'Unità d'Italia. Questo è un diritto che dobbiamo far rispettare e reclamare ad alta voce ai nostri politici. Serve tutta la sensibilità dei cittadini, delle associazioni e degli amministratori di tutto il territorio siciliano.
Vota la Petizione...
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Comitato Pendolari: Ferrovie siciliane a zero investimenti
In
riferimento all'agenzia stampa del sen. Gibiino, prendiamo atto del suo
intervento ma dobbiamo constatare che non è solo Rfi a mortificare la nostra
regione ma la scarsa attenzione che della nostra classe politica nelle stanze
romane a reclamare quanto ci spetta di diritto.
venerdì 24 gennaio 2014
Treni, Sicilia mortificata: di 130 mln chiesti, Rfi ne eroga 24
In
riferimento all'agenzia stampa del sen. Gibiino, prendiamo atto del suo
intervento ma dobbiamo constatare che non è solo Rfi a mortificare la nostra
regione ma la scarsa attenzione che della nostra classe politica nelle stanze
romane a reclamare quanto ci spetta di diritto.
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mercoledì 22 gennaio 2014
"Ridateci il treno che ci avete rubato"
L'enorme
petrolchimico di Gela attira a sè ancora tantissimi lavoratori che accettanno
quelle condizioni di lavoro per mantenere le loro famiglie. Ma da quando è
crollato il ponte della ferrovia, nemmeno il treno hanno più. E ora lo
rivogliono.
L'appello
accorato è del Comitato Pendolari Siciliani. "Occorre scongiurare la
chiusura definitiva della Caltagirone-Gela". E chiedono che quella linea
ferroviaria sia ripristinata, che il progetto non venga abbandonato. "Due
anni e otto mesi il ponte della ferrovia Caltagirone-Gela è crollato sulla
strada provinciale 39 che collega la città di Caltagirone con Niscemi e, da
allora, tutto sembra essere in standby come in un fermo immagine di un
film" dice Giosuè Malaponti, il presidente del Comitato.
"Non importa se i treni non viaggiano più verso Gela, non importa se i
pendolari sono costretti a rinunciare al treno ed usare la propria auto per
andare a lavoro o a scuola. Sono ancora molti i lavoratori pendolari che da
questi territori Caltagirone, Niscemi si riversano verso il petrolchimico di
Gela. Non importa a nessuno se il trasporto di materiale altamente pericoloso
prima si spostava nelle più sicure reti ferroviarie mentre adesso viaggia su
gomma andando ad incrementare il già saturo trasporto viario. L'occasione del
crollo del ponte è stata di sicuro la scusa per ridurre all'osso il numero di
treni che collegano Gela e Caltagirone con Catania. Ad oggi sono solo due i
treni regionali che collegano le due città, il resto avviene con due/tre
bus-sostitutivi che impiegano oltre le 2 ore. I pendolari del calatino e del
nisseno non chiedono molto, vorrebbero essere messi in condizione di poter
viaggiare in treno almeno aver assicurato quel minimo di servizi che lo Stato
dovrebbe garantire ai propri cittadini. Si richiede, cosa che faremo assieme ai
sindaci di Caltagirone, Niscemi e Gela, un immediato incontro con i dirigenti
di Rete ferroviaria italiana e con i dirigenti dell'assessorato regionale alle
infrastrutture per capire, una volta per tutte, cosa si voglia fare di questa
importante tratta ferroviaria a servizio delle due provincie Catania e
Caltanissetta; oggi più che mai, alla luce dei lavori di rimozione delle
strutture e apparati sistema GSM-R tratta ferroviaria AVELLINO-ROCCHETTA E
CALTAGIRONE-GELA per un importo di 803.000 euro iva esclusa, peraltro già
appaltati. Tutto passa sotto silenzio, abbiamo voluto allertare con una lettera
il governatore Crocetta, l'assessore Bartolotta, il dirigente generale alle
infrastrutture e i sindaci dei Comuni di Caltagirone, Niscemi e Gela affinchè
tutti assieme chiedano, con noi, la riapertura di questa tratta ferroviaria
importante. Occorre evitare la definitiva chiusura visti gli ingenti
investimenti fatti da Rete ferroviaria italiana nell'ultimo decennio.
L'eventuale chiusura della tratta ferroviaria sarebbe da addossare alla scarsa
attenzione che la nostra classe politica presta alle esigenze ed ai bisogni dei
propri territori. Ai siciliani non servono le grandi e faraoniche
infrastrutture ma servono questi modesti interventi a salvaguardia della
mobilità, in considerazione del fatto che, ad oggi, delle grandi opere
infrastrutturali sono rimaste solo fiumi di parole e di inchiostro".
G.F.
21 Gennaio 2014 a vai all'articolo
Caltagirone: lavori al ponte in località Angeli. Mezzi all'opera a quasi due anni dai crolli
Hanno preso il via, su iniziativa della direzione regionale di Rfi (Rete
ferroviaria italiana), i lavori di messa in sicurezza del ponte ferroviario di
località Angeli, in territorio di Caltagirone. Già da qualche giorno i mezzi
meccanici sono all'opera e l'area interessata agli interventi è stata
opportunamente transennata. A darne notizia è il sindaco di Niscemi, Francesco
La Rosa: «Di concerto con il sindaco di Caltagirone, Nicola Bonanno - dichiara
- abbiamo più volte sollevato nelle sedi opportune i disagi dell'isolamento
forzato con cui convivono due territori limitrofi. Ci batteremo, affinché Rfi
non dismetta questa tratta ferroviaria».
In ogni caso giungerà a compimento la lunga odissea che, da maggio 2011, giorno in cui cedettero per la prima volta le campate del viadotto, sta relegando all'isolamento stradale Caltagirone e Niscemi. Collegamenti che, sul fronte della viabilità extraurbana, erano garantiti dalla Sp 39/I, Caltagirone-Niscemi.
Oggi il dato di fatto è che, finalmente, dopo svariate sollecitazioni prodotte da cittadini, istituzioni e perfino associazioni di pendolari, s'intravede un primo segnale di risveglio. Da premettere pure che l'area sottostante i piloni fu anche oggetto di sequestro da parte della Procura della repubblica di Caltagirone. Le valutazioni da compiere convergono in due direzioni: la quasi certa dismissione della tratta ferroviaria Caltagirone-Niscemi-Gela in cambio dell'apertura al transito della Sp 39/I Caltagirone-Niscemi.
Sul fronte della politica nazionale il parlamentare nazionale del Pds-Mpa, il sen. Giuseppe Compagnone ha presentato un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture. «Oltre due anni di isolamento - dice - rappresentano tempi biblici. Tutto è fermo e nulla accade. Eccezion fatta delle proteste di pendolari e amministratori locali. Il crollo del ponte sarà il pretesto per indurre Rfi a portare avanti la politica dei tagli». Rfi ha aggiudicato i lavori per la rimozione degli apparati sistema Gsm-R, per 803 mila euro, nelle tratte Caltagirone-Gela e Avellino-Rocchetta in Campania.
GIANFRANCO POLIZZI - La Sicilia - Domenica 19 Gennaio 2014 Prima Catania Pagina 33
In ogni caso giungerà a compimento la lunga odissea che, da maggio 2011, giorno in cui cedettero per la prima volta le campate del viadotto, sta relegando all'isolamento stradale Caltagirone e Niscemi. Collegamenti che, sul fronte della viabilità extraurbana, erano garantiti dalla Sp 39/I, Caltagirone-Niscemi.
Oggi il dato di fatto è che, finalmente, dopo svariate sollecitazioni prodotte da cittadini, istituzioni e perfino associazioni di pendolari, s'intravede un primo segnale di risveglio. Da premettere pure che l'area sottostante i piloni fu anche oggetto di sequestro da parte della Procura della repubblica di Caltagirone. Le valutazioni da compiere convergono in due direzioni: la quasi certa dismissione della tratta ferroviaria Caltagirone-Niscemi-Gela in cambio dell'apertura al transito della Sp 39/I Caltagirone-Niscemi.
Sul fronte della politica nazionale il parlamentare nazionale del Pds-Mpa, il sen. Giuseppe Compagnone ha presentato un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture. «Oltre due anni di isolamento - dice - rappresentano tempi biblici. Tutto è fermo e nulla accade. Eccezion fatta delle proteste di pendolari e amministratori locali. Il crollo del ponte sarà il pretesto per indurre Rfi a portare avanti la politica dei tagli». Rfi ha aggiudicato i lavori per la rimozione degli apparati sistema Gsm-R, per 803 mila euro, nelle tratte Caltagirone-Gela e Avellino-Rocchetta in Campania.
GIANFRANCO POLIZZI - La Sicilia - Domenica 19 Gennaio 2014 Prima Catania Pagina 33
Trasporti Sicilia: Gibiino (FI), Ferrovie abbandonate. Solo 24 mln per manutenzione rete
Roma. “Rfi continua a mortificare la Sicilia. Sui 130 milioni di euro
richiesti dal Compartimento Rfi di Palermo per la manutenzione ordinaria e
straordinaria delle linee ferrate dell’isola, Rete Ferroviaria Italiana ne
approva poco meno di 25 milioni. Un ulteriore elemento utile a svelare quale
sia il vero obiettivo del Gruppo Ferrovie: dismettere la rete siciliana per
concentrare ancora una volta le risorse verso investimenti utili a potenziare
la rete AV del Nord Italia. Sono ormai trent’anni che i siciliani attendono il
completamento del raddoppio della Catania-Messina e l’ammodernamento delle
linee Palermo-Catania e Palermo-Trapani. Nel 2011 un’arcata di un ponte lungo
la linea ferrata Caltagirone-Gela cedette, da allora Ferrovie non ha mai
provveduto a ripristinare la linea causando incalcolabili disagi ai pendolari.
Tale situazione non è più tollerabile. Chiedo al presidente di Rfi, Dario Lo
Bosco, siciliano come me, di dare immediatamente un segnale di discontinuità
con il passato. Che riaprano i cantieri in Sicilia, che ai pendolari venga
offerto un decoroso e giusto servizio”. Lo dichiara il sen. Vincenzo Gibiino,
coordinatore di Forza Italia in Sicilia. Fonte AGENPARL - 22-01-2014
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