CHI E'IL C.I.U.FE.R.
Il CIUFER (Comitato Italiano Utenti
delle Ferrovie Regionali) è un’associazione spontanea, costituita a Reggio
Calabria il 2 Maggio 2013, composta da Comitati di Pendolari del treno e da
cittadini che hanno a cuore il trasporto ferroviario regionale in tutta Italia.
Esso fonda la propria azione sul totale rifiuto delle logiche di profitto sulla
mobilità pubblica che considera un aspetto essenziale e strategico
dell’economia e della salute del paese. Si ispira ai principi della
solidarietà sociale e della sostenibilità ambientale e si prefigge come scopo
di intervenire a favore dei cittadini che utilizzano i mezzi di trasporto
pubblico attraverso ogni mezzo legale consentito, anche promuovendo in ogni
ambito la cultura del diritto ad una mobilità pubblica, sicura e dignitosa.
Il
Comitato intende intervenire sulla situazione dei trasporti nel territorio nazionale,
con particolare riferimento al trasporto su gomma e su rotaia, chiedendo un
confronto paritetico e partecipato con le istituzioni di governo della cosa
pubblica sulle politiche in tema di ferrovie regionali e di TPL, rispondenti
alle esigenze reali della comunità. Inoltre, intende produrre proposte
costruttive ed iniziative di mobilitazione coordinate a scala nazionale
volte a difendere il principio secondo cui le Ferrovie Regionali sono un Bene
Comune non svendibile, né sostituibile.
Il
CIUFER si propone di organizzare le forze ed attivare forme di lotta e di
rivendicazione efficaci, secondo strategie chiare e azioni innovative,
chiamando a raccolta i movimenti diffusi sul territorio per dar loro una voce
forte. Vuole affermare tecnicamente e politicamente, in tutte le sedi
istituzionali un indirizzo in tema di ferrovie e TPL rispondente alle
esigenze reali della comunità, affermando il diritto al trasporto ferroviario
regionale e interregionale su standard dignitosi ed europei. L’azione del
CIUFER è quella di dar corpo ad una rivendicazione di civiltà, con proposte, in
modo costruttivo e con iniziative di mobilitazione coordinate a scala
nazionale.
Il
Comitato sostiene la centralità delle esigenze dei pendolari e del trasporto
pubblico, sulla base del DPR 753/80, della Carta Europea del viaggiatore, del
Regolamento Europeo 1370/2007, delle altre leggi nazionali e regionali. In
particolare, il Comitato si propone di:
Promuovere
il Trasporto Equo-Solidale (TES), con un nuovo assetto dei trasporti ferroviari,
che preveda un sostanziale miglioramento, un potenziamento delle reti di
servizi regionali e interregionali, e il riequilibrio della rete nazionale,
totalmente deficitaria nella parte meridionale della penisola.
Contribuire
al miglioramento della qualità delle condizioni di trasporto pubblico di tutti
i cittadini. TES infatti significa anche arrestare la strage che ogni anno si
verifica sulla rete stradale italiana, ma anche azzerare le morti bianche dei
lavoratori del trasporto, dai portuali ai ferrovieri, agli operai dei cantieri,
che rappresentano oltre il 60% delle vittime sul posto di lavoro. Il TES non
lucra secondo le logiche dell’intermediazione parassitaria a scapito dei
produttori e dei consumatori finali dei beni. Difende il diritto ad una
mobilità sociale, sicura e dignitosa, che in una società civile privilegia la
capillarità alla velocità e non può rispondere solo a logiche finanziarie, ma
deve rappresentare una componente sostanziale del diritto alla libertà.
Costituire
una rete di riferimento strutturata e connessa alle altre reti europee dei
pendolari, per sostenere - in coerenza con gli ideali delle vertenze in
atto in Val di Susa, a Firenze, in Calabria, in molte regioni d’Italia - il
confronto con il Governo, le Regioni e le Società che gestiscono i trasporti.
Informare
i cittadini sulle problematiche inerenti i trasporti e le politiche attuate.
Favorire
la partecipazione dei cittadini alla elaborazione e alla scelta delle politiche
di scala europea, nazionale, regionale e locale relative ai trasporti pubblici,
coerentemente con le indicazioni del Libro Bianco della governance
europea.
LO STATUTO del C.I.U.FE.R.
Articolo
1 - COSTITUZIONE, DENOMINAZIONE E SEDE
- È
costituito in Reggio Calabria il Comitato denominato "Comitato Italiano
Utenti Ferrovie Regionali" (CIUFER in sigla) senza fini di lucro,
apartitico.
- La
durata del Comitato è illimitata.
Articolo
2 - SCOPI E FINALITA’
- Il Comitato, composto da Comitati di Pendolari del treno e da cittadini che
hanno a cuore il trasporto ferroviario regionale in tutta Italia, fonda la
propria azione sul totale rifiuto delle logiche di profitto sulla mobilità
pubblica, che considera un aspetto essenziale e strategico dell’economia e
della salute del Paese. Si ispira ai principi della solidarietà sociale e della
sostenibilità ambientale e si prefigge come scopo di intervenire a favore dei
cittadini che utilizzano i mezzi di trasporto pubblici attraverso ogni mezzo
legale consentito anche promuovendo in ogni ambito la cultura del diritto ad
una mobilità pubblica, sicura e dignitosa.
- Il Comitato intende intervenire sulla situazione dei trasporti nel territorio
nazionale, con particolare riferimento al trasporto su gomma e su rotaia,
chiedendo un confronto paritetico e partecipato con le istituzioni di governo
della cosa pubblica sulle politiche in tema di ferrovie regionali e TPL,
rispondenti alle esigenze reali della comunità. Inoltre, intende produrre
proposte costruttive ed iniziative di mobilitazione coordinate a scala
nazionale volte a difendere il principio secondo cui le Ferrovie Regionali sono
un Bene Comune, non svendibile, né sostituibile, comunque parte integrante di
una Rete Ferroviaria nazionale.
- Il Comitato sostiene la centralità delle esigenze dei pendolari e del trasporto
pubblico, sulla base del DPR 753/80, della Carta Europea del viaggiatore, del
Regolamento Europeo 1370/2007, delle altre leggi nazionali e regionali.
- In particolare, il Comitato si propone di:
a) Promuovere il Trasporto Equo-Solidale (TES), con un nuovo assetto dei trasporti
ferroviari, che prevede anche un miglioramento, un potenziamento delle reti di
servizi regionali e interregionali, e il riequilibrio della rete nazionale,
totalmente deficitaria nella parte meridionale della penisola.
b) Contribuire al miglioramento della qualità delle condizioni di trasporto
pubblico di tutti i cittadini. Il TES infatti si prefigge di arrestare la
strage che ogni anno si verifica sulla rete stradale Italiana, ma anche
azzerare le morti bianche dei lavoratori del trasporto, dai portuali ai
ferrovieri, agli operai dei cantieri, che rappresentano oltre il 60% delle
vittime sul posto di lavoro. Il TES non lucra secondo le logiche
dell’intermediazione parassitaria a scapito dei produttori e dei consumatori
finali dei beni. Difende il diritto ad una mobilità sociale, sicura e
dignitosa, che in una società civile privilegia la capillarità alla velocità e
non può rispondere solo a logiche finanziarie, ma rappresentare una componente
sostanziale del diritto alla libertà. Il TES mira ad un giusto equilibrio fra
velocità (che non può essere sinonimo di TAV) e capillarità, per offrire
soluzioni rispondenti alle esigenze di trasporto delle popolazioni: treni
rapidi, con poche fermate, fra regioni diverse, treni veloci a scala regionale,
treni locali comunque a velocità commerciali adeguate, per ambiti
sub-regionali, con funzione anche di raccolta e distribuzione dei viaggiatori
nei confronti delle altre due categorie o per il trasporto fra stazioni di
minore importanza, attraverso un riequilibrio sostanziale nella destinazione
degli investimenti in rapporto alla domanda di mobilità.
c) Costituire una rete di riferimento strutturata e connessa alle altre reti
europee dei pendolari e dei viaggiatori del treno, per sostenere - in coerenza
con gli ideali delle vertenze in atto in Val di Susa, a Firenze, in Calabria,
in altre regioni - il confronto con il Governo, le Regioni e le Società che
gestiscono i trasporti.
d) Informare i cittadini sulle problematiche inerenti i trasporti e le politiche
attuate.
e) Favorire la partecipazione dei cittadini all’elaborazione e alla scelta delle
politiche di scala europea, nazionale, regionale e locale relative ai trasporti
pubblici, coerentemente con le indicazioni del Libro Bianco della
governance europea, in base al principio di apertura e
partecipazione, in forza del quale “Il Libro bianco propone una maggiore
apertura nel processo di elaborazione delle politiche […], così da garantire
una partecipazione più ampia dei cittadini e delle organizzazioni alla
definizione e presentazione di tali politiche. Esso incoraggia ad una maggiore
apertura e responsabilizzazione di tutte le parti in causa. Ciò dovrebbe
rendere più percepibile ai cittadini europei il fatto che gli Stati membri,
operando assieme all’interno dell’Unione, possano offrire risposte più efficaci
alle loro preoccupazioni”.
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
La
struttura organizzativa del CIUFER è proposta in fase transitoria, in relazione
ad uno Statuto ancora in bozza, alla graduale composizione in rete dei soggetti
attivi, alla prospettiva di un’Assemblea che dia vita, in modo partecipato,
alla determinazione di organismi stabili quale il Consiglio Direttivo.
In
questa fase sono individuati i seguenti elementi:
- Due
portavoci nazionali (Domenico Gattuso e Rosalba Rizzuto);
- Un
gruppo di una decina di soci fondatori, distribuiti sul territorio nazionale;
- Una rete
diffusa di referenti locali, suddivisi per regione, compresi i portavoci e i
soci fondatori (la rete sarà rappresentata attraverso mappe regionali e liste
corrispondenti con nomi, città, associazioni/comitati rappresentati);
- Una
lista di aderenti, determinata attraverso iscrizione on line (i dati relativi
saranno mantenuti riservati, ma sarà visibile il numero di iscritti
progressivo);
- Una
lista di comitati di pendolari (i relativi link saranno riportati in apposita
sezione);
- Una
lista di associazioni e movimenti (i relativi link saranno riportati in
apposita sezione).
L’organizzazione
potrà subire variazioni nel tempo, a valle di ampia consultazione e contributi
attivi, nonché in relazione al grado di sviluppo del CIUFER. E preventivata da
Statuto l’organizzazione di un’Assemblea nazionale in cui tale questione sarà
affrontata.
Il
CIUFER non ha fini di lucro e si basa sul contributo volontario degli aderenti,
dei pendolari, dei cittadini sensibili alla problematica.