
Il blog raccoglie informazioni sul trasporto pubblico in genere, ed in maniera approfondita sul trasporto e le infrastrutture ferroviarie siciliane. Tutti i pendolari che si muovono in Sicilia con il treno possono segnalare disservizi, disagi, e/o suggerimenti sul nostro sito www.comitatopendolari.it, per migliorare le condizioni di trasporto. COLLABORA ANCHE TU...PER UN SERVIZIO MIGLIORE
venerdì 29 marzo 2013
lunedì 25 marzo 2013
Dove sono finiti i soldi dell'Ecopass?
Messina annega fra i tir, che attraversano il centro della città giorno e notte. Il sindaco Giuseppe Buzzanca, al suo secondo mandato da primo cittadino e con alle spalle un quinquennio da presidente della Provincia, nel 2011 se ne accorge e decide di fare qualcosa per migliorare la qualità dell'aria e la viabilità urbana.
Istituisce un ticket, il cosiddetto “ecopass”, per disincentivare gli autotrasportatori a imbarcarsi dalla rada San Francesco e dirottarli verso Tremestieri, il nuovo approdo che fu inaugurato nell'aprile del 2006.
Il meccanismo è semplice: se ti imbarchi a Tremestieri non paghi, se invece perseveri nell'usare la centralissima rada San Francesco (appena due chilometri dallo svincolo Boccetta) paghi un ticket perché crei un disagio alla città.
Peccato che la vita del porticciolo di Tremestieri non abbia mai avuto pace: nel 2010 la forte mareggiata che ha fatto cedere la diga protettiva dell'imbarco; poi, il 29 febbraio 2012, il guasto a uno degli automezzi che dovevano rimuovere 15mila metri cubi di sabbia che si erano accumulati, impedendo l'accesso delle navi traghetto; infine, solo per citare i casi più eclatanti, a novembre dello stesso anno un'altra mareggiata ne ha imposto la chiusura, riversando sulle strade della città decine di tir.
Ad ogni modo l'opera del sindaco di Messina, in carica per l'ultima volta dal 17 giugno 2008 al 31 agosto 2012, si presenta come lodevole e viene condensata in alcune ordinanze, emesse tutte in un intervallo di date compreso fra il 22 aprile e il 31 dicembre 2011, poi recepite in una delibera di Giunta del 29 giugno 2012. Quei documenti, però, non compaiono nell'albo pretorio del Comune di Messina e si possono ottenere solo per vie traverse.
La delibera di Giunta del 29 giugno 2012 che formalizza l'istituzione dell'ecopass e che ne indica la destinazione, è letteralmente scomparsa dagli archivi pubblici dell'Ente. In quella delibera si legge che il ticket entra in vigore «con decorrenza 01/07/2012» e indica «la destinazione e la gestione completa delle somme, destinate all'amministrazione comunale di Messina e derivanti dall'applicazione del piano tariffario di accesso e transito, al Dipartimento mobilità urbana e viabilità».
In più, sancisce che quegli introiti debbano essere finalizzati «esclusivamente a tutte le attività di competenza inerenti la pianificazione/gestione/monitoraggio della mobilità urbana e dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, e per gli interventi relativi alla sicurezza stradale ed alla mobilità sostenibile». Il tutto per ottenere «la riduzione e razionalizzazione del traffico veicolare e per la connessa salvaguardia ambientale». Risultati che non sono mai stati raggiunti a Messina.
«Ho scritto una lettera al commissario straordinario Luigi Croce – dice il consigliere Nino Carreri – Il punto è che non si conosce né l'entità né l'utilizzo di questi fondi». Ribatte Buzzanca che «quei soldi sono stati usati per il 95% per la sistemazione delle strade cittadine, per il resto per il funzionamento della struttura commissariale, perché quando mi sono insediato commissario straordinario per l'emergenza traffico non ho trovato nulla in cassa».
Buzzanca dà anche una stima del fondo: circa 3,5-4milioni di euro «usati per sistemare le strade del centro di Messina, come il viale Europa, corso Italia, via Garibaldi, via Consolare Pompea».
A sentirlo parlare sembra che abbia rimesso a nuovo tutte le strade della città. Ma basta fare un giro fra le buche, gli allagamenti alle prime piogge e l'asfalto rovinato per capire che quei soldi (nella migliore delle ipotesi) sono stati spesi in modo poco efficiente.
Ilaria Raffaele - Fonte: http://www.sudpress.it/sud/dove-sono-finiti-i-soldi-dellecopass
Vedi articolo del Comitato Pendolari del 25 giugno 2010
venerdì 22 marzo 2013
Niente servizi alla clientela di Trenitalia alla stazione centrale di Catania
Niente servizi alla clientela di
Trenitalia alla stazione centrale di Catania: bar, edicola, ufficio
informazioni turistiche chiusi ormai da troppo tempo.
Questo denota il fallimento del progetto e quindi della mission di Centostazioni, non tanto per il mancato investimento da parte dei privati ma, quanto per i consistenti aumenti degli affitti che Centostazioni ha richiesto ai vari imprenditori. Il risultato è stato la chiusura di quasi tutti gli esercizi commerciali e di conseguenza la perdita di parecchi posti di lavoro.
Di seguito un estratto dell'inserto del Corriere della Sera "Sette" sulla situazione delle stazioni in Italia.
Questo denota il fallimento del progetto e quindi della mission di Centostazioni, non tanto per il mancato investimento da parte dei privati ma, quanto per i consistenti aumenti degli affitti che Centostazioni ha richiesto ai vari imprenditori. Il risultato è stato la chiusura di quasi tutti gli esercizi commerciali e di conseguenza la perdita di parecchi posti di lavoro.
Di seguito un estratto dell'inserto del Corriere della Sera "Sette" sulla situazione delle stazioni in Italia.
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mercoledì 20 marzo 2013
7035 sono i minuti complessivi di ritardo rilevati nel monitoraggio del mese di febbraio 2013
7035 sono i minuti complessivi di ritardo rilevati nel
monitoraggio del mese di febbraio 2013, pari a 117 ore e 15 minuti, pari a 5
giorni circa; 1073 sono i treni oggetto del monitoraggio.I ritardi perdurano
quotidianamente, compromettendo in alcuni casi gli impegni dell’utenza
pendolare, facendo perdere coincidenze con altri mezzi di trasporto e la cosa
più grave è quella che siamo costretti a recuperare ore di lavoro perse,
certamente non per colpa nostra. Abbiamo sollecitato, ai Dipartimenti
competenti della Regione Sicilia, tale problematica chiedendo di intervenire
sui problemi ritardi e soppressioni presso le sedi competenti di Rete
Ferroviaria Italiana e di Trenitalia per far sensibilizzare le sale operative
che gestiscono la movimentazione dei treni, specialmente nelle fasce orarie di
maggior flusso di viaggiatori-pendolari e precisamente dalle ore 06.00/09.00,
14.00/16.00 e 17.00/19.00. Cogliamo l’occasione per invitare, ancora una volta,
il Presidente Crocetta e l’assessore ai trasporti Bartolotta a fare un viaggio
di riscontro a bordo dei treni dei pendolari per rendersi conto di persona e
chiediamo di accelerare le procedure per la chiusura definitiva del Contratto
di Servizio per il trasporto ferroviario, scongiurando così i tagli al servizio
che Trenitalia potrà effettuare al cambio orario di giugno. I dati dei ritardi:
(ricavati sempre dal server “ViaggiaTreno” di Trenitalia)
Giosue
Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani
7035 i minuti complessivi di ritardo, pari a 117 ore e 15 minuti, pari a 5
giorni circa;
1073 i treni totali monitorati;
22 i giorni complessivi del monitoraggio;
346 in ritardo tra 0 - 5 minuti;
132 in ritardo tra 5 - 10 minuti;
107 in ritardo tra 10 - 20 minuti;
82 in ritardo oltre 20 minuti;
6 i treni soppressi per un totale di 255 km/treno non percorsi;
404 i treni in orario.
Ferrovie ragusane fra tagli, incertezze e sbarre sollevate. L'ultimo treno passa da Palermo
Il 26
marzo sarà confronto con l'assessore Bartolotta a decidere il destino delle
tratte ragusane.
La provincia di Ragusa, i suoi cittadini e le
istituzioni locali, stanno per giocarsi l'ultima carta utile per bloccare lo
smantellamento della rete ferroviaria iblea. Il processo, iniziato molti anni
fa, è ormai giunto alla fase finale.
Il confronto con l'assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti Sebastiano Bartolotta, fissato per il prossimo 26 marzo, a Palermo, rappresenta, forse, l'ultima occasione buona, per tentare di ottenere un cambio di marcia da Rete ferroviaria italiana e Trenitalia. L'assessore Bartolotta, durante la riunione che si è tenuta a palazzo d'Orleans il 6 marzo scorso, confronto sollecitato dalla Cub Trasporti iblea, dalla deputazione regionale e dai rappresentanti del comitato provinciale di mobilità, ha assicurato che al vertice del 26 sarebbe stato presente anche un rappresentante di Rfi. Rete ferroviaria italiana è, infatti, il nostro principale interlocutore se si pensa che in provincia di Ragusa la società ferroviaria, così come sta facendo in altre parti della Sicilia e d'Italia (dove insistono i cosidetti "rami secchi"), sta addirittura cercando di vendere gli scali merci. "Immaginate che la sub società collegata a Rfi, che si chiama "Servizi urbani srl" - spiega il portavoce della Cub Trasporti, Pippo Gurrieri - riesca a vendere uno o tutti! gli scali merci ferroviari presenti in provincia di Ragusa: allora il privato acquirente potrà farci quello che vuole, anche costruire palazzine, cementificare laddove ci sono i binari". Lo scenario che ipotizza Gurrieri non è impossibile. L'unico modo per evitare che, ad esempio, si cementifichi nelle aree dove insistono gli scali merci, è imporre il divieto di cambiare la destinazione d'uso delle aree stesse. "Su questo punto l'assessore Bartolotta è stato chiaro - afferma Gurrieri - dato che è in atto questo piano di vendita, solo i Comuni possono tutelare le aree in questione, rendendo impossibile il cambio di destinazione d'uso". In quasi tutti i Comuni della provincia di Ragusa sono presenti gli scali merci (anche se, da anni, molti sono stati dismessi): la vendita di queste aree snaturerebbe la funzione delle ferrovie stesse. Un'altra strategia che è in atto e che di fatto dimostra che si stanno compiendo le ultime tappe dello smantellamento è il processo di eliminazione dei secondi binari. Due mesi fa è stato eliminato il secondo binario in coincidenza della ferma Ginisi. Da una settimana è stato bloccato il secondo binario a Comiso.
"La situazione di Comiso è provvisoria e non definitiva - afferma Gurrieri - in quanto il secondo binario è stato bloccato per mancanza di manutenzione, manutenzione che non è stata eseguita per mancanza di soldi: ma il problema serio è che c'è in itinere il progetto definitivo di smantellamento del secondo binario di Comiso". Questo progetto interessa anche il secondo binario di Acate. Eliminare, così come è già stato fatto a Ginisi, il secondo binario, significa ridurre ulteriormente la velocità dei treni (che sulla tratta iblea è già ridotta rispetto ad altre tratte ferroviarie). "Attualmente vi sono i cosiddetti scambi e incroci, secondo una media di uno ogni 15 chilometri, che in alcuni punti, come tra Comiso e Vittoria, si riduce a 7 - conclude Gurrieri - mentre, eliminando il secondo binario, questi punti di scambio si ridurrebbero drasticamente, cioè ce ne sarebbe uno ogni trenta chilometri.
Il confronto con l'assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti Sebastiano Bartolotta, fissato per il prossimo 26 marzo, a Palermo, rappresenta, forse, l'ultima occasione buona, per tentare di ottenere un cambio di marcia da Rete ferroviaria italiana e Trenitalia. L'assessore Bartolotta, durante la riunione che si è tenuta a palazzo d'Orleans il 6 marzo scorso, confronto sollecitato dalla Cub Trasporti iblea, dalla deputazione regionale e dai rappresentanti del comitato provinciale di mobilità, ha assicurato che al vertice del 26 sarebbe stato presente anche un rappresentante di Rfi. Rete ferroviaria italiana è, infatti, il nostro principale interlocutore se si pensa che in provincia di Ragusa la società ferroviaria, così come sta facendo in altre parti della Sicilia e d'Italia (dove insistono i cosidetti "rami secchi"), sta addirittura cercando di vendere gli scali merci. "Immaginate che la sub società collegata a Rfi, che si chiama "Servizi urbani srl" - spiega il portavoce della Cub Trasporti, Pippo Gurrieri - riesca a vendere uno o tutti! gli scali merci ferroviari presenti in provincia di Ragusa: allora il privato acquirente potrà farci quello che vuole, anche costruire palazzine, cementificare laddove ci sono i binari". Lo scenario che ipotizza Gurrieri non è impossibile. L'unico modo per evitare che, ad esempio, si cementifichi nelle aree dove insistono gli scali merci, è imporre il divieto di cambiare la destinazione d'uso delle aree stesse. "Su questo punto l'assessore Bartolotta è stato chiaro - afferma Gurrieri - dato che è in atto questo piano di vendita, solo i Comuni possono tutelare le aree in questione, rendendo impossibile il cambio di destinazione d'uso". In quasi tutti i Comuni della provincia di Ragusa sono presenti gli scali merci (anche se, da anni, molti sono stati dismessi): la vendita di queste aree snaturerebbe la funzione delle ferrovie stesse. Un'altra strategia che è in atto e che di fatto dimostra che si stanno compiendo le ultime tappe dello smantellamento è il processo di eliminazione dei secondi binari. Due mesi fa è stato eliminato il secondo binario in coincidenza della ferma Ginisi. Da una settimana è stato bloccato il secondo binario a Comiso.
"La situazione di Comiso è provvisoria e non definitiva - afferma Gurrieri - in quanto il secondo binario è stato bloccato per mancanza di manutenzione, manutenzione che non è stata eseguita per mancanza di soldi: ma il problema serio è che c'è in itinere il progetto definitivo di smantellamento del secondo binario di Comiso". Questo progetto interessa anche il secondo binario di Acate. Eliminare, così come è già stato fatto a Ginisi, il secondo binario, significa ridurre ulteriormente la velocità dei treni (che sulla tratta iblea è già ridotta rispetto ad altre tratte ferroviarie). "Attualmente vi sono i cosiddetti scambi e incroci, secondo una media di uno ogni 15 chilometri, che in alcuni punti, come tra Comiso e Vittoria, si riduce a 7 - conclude Gurrieri - mentre, eliminando il secondo binario, questi punti di scambio si ridurrebbero drasticamente, cioè ce ne sarebbe uno ogni trenta chilometri.
Rossella Schembri
La
Sicilia - Lunedì 18 Marzo 2013 Ragusa Pagina 45
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Le sbarre non si abbassano? «Niente paura, si marcia a vista»
Le Ferrovie dello Stato hanno convenuto in Prefettura sulla necessità di
avviare un confronto per cercare soluzioni alternative rispetto alla chiusura
totale del passaggio a livello di via Paestum tramite la creazione di un muro,
ma pochi giorni dopo, il 6 marzo, ci hanno decisamente ripensato e hanno preso
carta e penna e messo nero su bianco l'esatto contrario. Il muro va fatto e
subito, entro il 6 maggio. Altro che sottopassaggi e ! misure alternative. Le
Ferrovie hanno detto una cosa in Prefettura, mostrando in qualche modo
quantomeno disponibilità all'ascolto, ma poi con una propria nota hanno
ribadito che per motivi di sicurezza il muro va realizzato e dunque il
passaggio a livello va chiuso. Ci sarebbe però una concessione alla
collettività iblea, ovvero il passaggio pedonale che sarebbe garantito per un
altro anno. Queste previsioni sarebbero contenute nella missiva fatta
recapitare alla Prefettura e di cui il comitato di cittadini ed esercenti
(nella foto) di via Paestum sta cercando adesso di ottenerne una copia.
"L'ultima novità è il dietrofront delle Ferrovie - spiega Sergio
Firrincieli, portavoce del comitato di via Paestum - In Prefettura, nel corso
della riunione, i rappresentanti delle Ferrovie avevano avuto parole e toni in
qualche modo concilianti e si erano detti disposti a verificare altre ipotesi
alternative rispetto all'esclusiva soluzione della chiusura del muro alla luce
delle! mutate condizioni di sicurezza cambiate dalla firma del proto! collo con
il Comune ben 20 anni fa. Invece ci risulta che hanno poi mandato una nota in
cui si ribadisce la necessità di andare a creare il muro per ragioni di
sicurezza. Si lascerà invece solo il passaggio perdonale, che resterà aperto
per circa un anno. Noi siamo ancora una volta convinti che si devono trovare
altre soluzioni perché quello di via Paestum è un passaggio importante anche in
caso di calamità naturali visto che è l'unico su terrapieno".
Michele Barbagallo - La Sicilia - Lunedì 18 Marzo 2013 Ragusa Pagina 45
Michele Barbagallo - La Sicilia - Lunedì 18 Marzo 2013 Ragusa Pagina 45
venerdì 15 marzo 2013
Trenitalia: «Errore nel database»
In relazione alla segnalazione di un comitato pendolari, pubblicata
mercoledì 13 marzo con il titolo "Il Messina - Catania 12865, un treno
fantasma", forniamo alcuni chiarimenti. L'apparente mancanza degli orari
del Regionale 12865 sul sito web di Trenitalia è scaturita da un errato
inserimento delle informazioni sulla periodicità del treno. Le informazioni
inserite sul database rendevano "visibile" il treno soltanto nelle
giornate di sabato invece che nei feriali, con esclusione del sabato, come
accade in realtà.
Il comitato che ha segnalato il fatto era stato informato dalla Direzione Regionale Trenitalia dell'errore e che il treno avrebbe regolarmente circolato dal lunedì al venerdì. L'anomalia è stata corretta e da oggi 14 marzo anche i sistemi informatici saranno allineati con tutti gli altri strumenti di informazione al pubblico che fornivano le informazioni già corrette.
Ufficio stampa Trenitalia La Sicilia -Venerdì 15 Marzo 2013 Catania (Cronaca) Pagina 34
Il comitato che ha segnalato il fatto era stato informato dalla Direzione Regionale Trenitalia dell'errore e che il treno avrebbe regolarmente circolato dal lunedì al venerdì. L'anomalia è stata corretta e da oggi 14 marzo anche i sistemi informatici saranno allineati con tutti gli altri strumenti di informazione al pubblico che fornivano le informazioni già corrette.
Ufficio stampa Trenitalia La Sicilia -Venerdì 15 Marzo 2013 Catania (Cronaca) Pagina 34
giovedì 14 marzo 2013
Treni in ritardo e soppressi. Il monitoraggio di febbraio 2013 del Comitato Pendolari Siciliani.
Visti i risultati del monitoraggio di gennaio sulla relazione
Messina-Catania-Siracusa, che faceva registrare su 327 treni monitorati il
24,46% in orario, il 70,34% in ritardo, ed il 5,20% soppressi. Abbiamo voluto
continuare a monitorare il traffico ferroviario sulla stessa relazione, che ci
fa registrare un calo delle soppressioni ma mantiene un trend ancora alto sui
treni in ritardo.
Giosue Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani
Queste sono le cifre del monitoraggio
di Febbraio 2013:
22 i
giorni complessivi del monitoraggio;
1073 i
treni totali monitorati;
404 i
treni in orario
346 in
ritardo tra 0 - 5 minuti;
132 in
ritardo tra 5 - 10 minuti;
107 in
ritardo tra 10 - 20 minuti;
82 in
ritardo oltre 20 minuti;
6 i
treni soppressi per un totale di 255 km/treno non percorsi
7035 i
minuti complessivi di ritardo, pari a 117 ore e 15 minuti, pari a 5 giorni
circa;
Nel corso del mese non ci sono state giornate rilevanti di
disservizi, così come era successo nel monitoraggio di gennaio. I dati dei
ritardi sono stati ricavati direttamente dal server pubblico “ViaggiaTreno” di
Trenitalia e quindi garantiti dalla stessa azienda. I ritardi perdurano quotidianamente, compromettendo in alcuni casi
gli impegni dell’utenza pendolare, facendo perdere coincidenze con altri mezzi
di trasporto e facendo recuperare ai pendolari lavoratori minuti e/o ore di
lavoro perse, certamente non per colpa loro. Abbiamo sottoposto alla Regione
Sicilia, nei dipartimenti competenti, tale problematica chiedendo di sottoporre
il problema ritardi e soppressioni nelle sedi competenti di Rete Ferroviaria
Italiana e di Trenitalia per sensibilizzare le sale operative che gestiscono la
movimentazione dei treni, specialmente nelle fasce orarie di maggior flusso di
viaggiatori-pendolari e precisamente dalle ore 06.00/09.00, 14.00/16.00 e
17.00/19.00. Cogliamo l’occasione per invitare, ancora una volta, il Presidente
Crocetta e l’assessore ai trasporti Bartolotta a fare un viaggio di riscontro a
bordo dei treni dei pendolari per rendersi conto della situazione attuale e
sollecitare le procedure del passaggio delle risorse finanziarie per la
definizione del Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario,
scongiurando così i tagli paventati a giugno, mese in cui entrerà in vigore
l’orario estivo.
Giosue Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani
Mentre a Palermo si discute della ferrovia iblea, a Comiso RFI decide di interrompere il secondo binario.
Per non spendere qualche migliaio di
euro per la manutenzione al secondo binario della stazione di Comiso, RFI ha
deciso di annullarlo, immobilizzando lo scambio che consente il transito tra il
primo e il secondo binario.
Il binario soffriva di “carenze
strutturali” e necessitava di un intervento manutentivo per il quale non si
sono trovate le somme necessarie. Del resto, se non si cercano, non si
troveranno mai. Ma è assurdo che per una cifra irrisoria si inibisca la circolazione
dei treni sul secondo binario, impedendo così che la stazione di Comiso possa
essere sede di incroci e precedenze, necessarie alla circolazione dei treni.
Ancora una volta la nostra tratta
ferroviaria è considerata un “ramo secco” su cui non vale la pena di investire
neanche quelle modeste somme necessarie all’ordinaria amministrazione.
Del resto Comiso è già inserito nel
piano di smantellamento dei deviatoi che assicurano il transito dal primo al
secondo binario, fatto gravissimo, già attuato a Genisi e a Butera, che porterà
– se attuato sino in fondo – al depotenziamento della circolazione dei treni
sulla linea e al rallentamento dei treni che già vi circolano. Non solo: ma
nella prevista manutenzione dei binari della linea, l’inutilizzabilità del
secondo binario creerà non pochi problemi per il ricovero dei mezzi del
cantiere, che dovranno essere trasferiti giornalmente lontano dalla città
casmenea durante le pause dal lavoro. Tutto questo, però. Sembra non
interessare RFI.
Contro questa prospettiva la CUB
Trasporti da tempo si sta muovendo, e il punto è stato inseriti tra quelli
discussi il 7 marzo scorso a Palermo con l’assessore Bartolotta, e verrà
approfondito proprio con i vertici di RFI e Trenitalia nel corso del prossimo
incontro fissato per il 26 marzo. La deputazione iblea dovrebbe vigilare
affinché questi provvedimenti non venissero presi, ed è invitata ad intervenire
sin da ora per far riaprire il secondo binario della stazione di Comiso.
Ragusa, 14-3-2013 - Coordinamento provinciale CUB Trasporti
mercoledì 13 marzo 2013
Trenitalia ed il treno fantasma dall’11 marzo 2013

Non essendo stati effettuati in
Sicilia i tagli ai treni, a partire dall’11 marzo 2013, Trenitalia fa viaggiare
i suoi clienti sulla relazione Messina-Catania con un “treno fantasma”. Si
proprio un treno fantasma e precisamente il treno regionale 12865 che parte da
Messina alle 5.50. L’utenza della suddetta relazione allarmata perché non
trovava e non trova tuttora il treno sul sito di Trenitalia, tenuto conto che è
il secondo treno che parte da Messina in direzione Catania e che trasporta
diverse centinaia di pendolari e studenti. Alla preoccupazione ed alla
sollecitazione dell’utenza pendolare sottoponevamo, in data 5 marzo, il
problema alla Direzione regionale Sicilia di Trenitalia dapprima
telefonicamente e immediatamente dopo per email. Abbiamo chiesto, visto
l’errore, di aggiornare prima possibile il sito ufficiale di Trenitalia per
evitare di dare errate informazioni e creare falsi allarmi. Immediata la
risposta della Direzione Sicilia di Trenitalia che prendeva atto dell’errore e
ci rassicurava che avrebbe comunicato immediatamente, la nostra segnalazione,
alla struttura competente per l’aggiornamento del sito. Aggiornamento che non è
avvenuto, e nei giorni successivi, abbiamo continuato a sollecitare
l’aggiornamento del sito ma ad oggi non è stata apportata nessuna correzione.
Il portale di Trenitalia riporta ad oggi un’informazione errata che danneggia
l’utenza che vuole mettersi in viaggio, poiché controllando sul sito www.trenitalia.it di certo non troverà il treno
regionale 12865 e di conseguenza non potrà ne acquistare il proprio titolo di
viaggio ne partire, quasi certamente, però, se fortunata potrà viaggiare, sullo
stesso treno “fantasma” che sul sito, nonostante le nostre sollecitazioni
ancora non c’è ma viaggia regolarmente tutti i giorni.
Giosuè Malaponti - Coordinatore
Comitato Pendolari Siciliani
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Nebrodi e Dintorni: TRENITALIA ED IL TRENO FANTASMA DALL’11 MARZO 2013...
Nebrodi e Dintorni: TRENITALIA ED IL TRENO FANTASMA DALL’11 MARZO 2013...: 13/03/2013 - “Non essendo stati effettuati in Sicilia i tagli ai treni, a partire dall’11 marzo 2013, Trenitalia fa viaggiare i suoi clienti...
sabato 9 marzo 2013
Le Risorse del contratto di servizio per scongiurare i tagli al trasporto ferroviario in Sicilia
Non ci tranquillizza il dato che i tagli paventati da Trenitalia a
partire dal 10 marzo sono rientrati. Poche o inesistenti sono state le prese di posizione della politica regionale a
salvaguardia ed a garanzia del trasporto ferroviario. Sembra che il Contratto di
servizio per il trasporto ferroviario, che assicurerà la mobilità su ferro in
Sicilia, non interessi alla politica siciliana. Forse perché non porta consensi?
Occorreva mettere alle strette il governo nazionale uscente, così come è
avvenuto per il CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo), affinché sottoscrivesse l’ultimo atto di
responsabilità nei confronti della nostra regione, firmando il passaggio delle
risorse finanziarie che aspettiamo dal 2009 e che da 130, 120, 111 oggi sono giunti
a 101 milioni di euro ma non bastano, per chiudere definitivamente il capitolo
Contratto di servizio per il trasporto ferroviario. Di certo chi, dovrebbe fare
di tutto per garantire la mobilità ai siciliani, afferma che è complicato
chiudere il Contratto di servizio e che non possiamo avere tutto e subito.
Giosuè Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani
Giosuè Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani
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Per ora solo modifiche di orari sulla Pa-Ag e sulla Me-Ct-Sr «Lunedì non ci saranno tagli nei treni in Sicilia» ma il rischio del disimpegno di Trenitalia resta
Palermo. «Lunedì 11 marzo non ci sarà alcuna riduzione di treni in Sicilia». La
conferma arriva dall'assessore alle Infrastrutture e mobilità, Nino Bartolotta,
che aveva già rassicurato i pendolari siciliani la scorsa settimana,
all'indomani della firma, a Roma, del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis)
- Stato-Regione-Fs - per la realizzazione del collegamento ferroviario veloce
Messina-Catania-Palermo. In quell'occasione, il governo regionale aveva chiesto
a Trenitalia di sospendere il programma di rimensionamento delle tratte
siciliane. Richiesta che è stata accolta. «Me lo ha comunicato - ha aggiunto
Bartolotta - il direttore regionale di Trenitalia, Francesco Costantino, che
incontremo in assessorato giovedì prossimo. Il problema è che non è stato
ancora firmato il contratto di servizio, che è cosa diversa del Cis, in quanto
il ministero dell'Economia non ci ha trasferito le risorse necessarie».
Tuttavia, per lunedì i disagi non sono scongiurati: le segreterie regionali dei
sindacati Filt-Fit-Uilt-Fast-Ugl hanno infatti proclamato uno sciopero dei
macchinisti e del personale di bordo dalle 9 alle 17. I treni a lunga
percorrenza circoleranno regolarmente. Per i convogli regionali potrebbero
registrarsi modifiche al programma di circolazione, anche prima e dopo la
protesta.
Con la devoluzione! , la competenza dei trasporti ferroviari locali è stata attribuita alle regioni a statuto ordinario, mentre il servizio continua ad essere finanziato dallo Stato nelle regioni a statuto speciale. Un controsenso che da circa due anni non si riesce a risolvere. «Le uniche variazioni che ci saranno da lunedì - ha confermato Renato Granato, addetto stampa di Trenitalia - riguarderanno gli orari delle corse sulla tratta Palermo-Agrigento e della tratta Messina-Catania-Siracusa. Comunque, il problema esiste».
La questione, dunque, rimane aperta. Si spera che il nuovo governo nazionale possa risolvere il problema. A rilanciare il rischio di un disimpegno massiccio di Trenitalia in Sicilia è stato il capogruppo dell'Udc all'Ars, Lino Leanza, che ha presentato una interrogazione urgente al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e all'assessore alle Infrastrutture, Nino Bartolotta. «Bisogna garantire - si legge nell'interrogazione di Leanza - il trasporto ferroviario in Sicilia. Il taglio di 105 tratte da parte di Trenitalia, compresi collegamenti locali e percorrenze metropolitane, procurerà non pochi disagi all'utenza siciliana e soprattutto ai pendolari che viaggiano ogni giorno per lavoro. In particolare, vogliamo comprendere come siano cambiati i rapporti fra Trenitalia e Regione in relazione all'esecuzione del contratto. Trenitalia, infatti, giustifica il proprio operato in ragione della riduzione del 10% di risorse pubbliche nel contratto stipulato con l'amministrazione regionale». Anche se momentaneamente, il taglio delle corse è stato sospeso, la preoccupazione di Leanza è che ciò possa accadere nei mesi estivi quando invece il treno potrebbe rappresentare un mezzo importante per gli spostamenti dei turisti stranieri che amano visitare la Sicilia in piena libertà. Lillo Miceli La Sicilia - Sabato 09 Marzo 2013 I FATTI Pagina 10
Con la devoluzione! , la competenza dei trasporti ferroviari locali è stata attribuita alle regioni a statuto ordinario, mentre il servizio continua ad essere finanziato dallo Stato nelle regioni a statuto speciale. Un controsenso che da circa due anni non si riesce a risolvere. «Le uniche variazioni che ci saranno da lunedì - ha confermato Renato Granato, addetto stampa di Trenitalia - riguarderanno gli orari delle corse sulla tratta Palermo-Agrigento e della tratta Messina-Catania-Siracusa. Comunque, il problema esiste».
La questione, dunque, rimane aperta. Si spera che il nuovo governo nazionale possa risolvere il problema. A rilanciare il rischio di un disimpegno massiccio di Trenitalia in Sicilia è stato il capogruppo dell'Udc all'Ars, Lino Leanza, che ha presentato una interrogazione urgente al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e all'assessore alle Infrastrutture, Nino Bartolotta. «Bisogna garantire - si legge nell'interrogazione di Leanza - il trasporto ferroviario in Sicilia. Il taglio di 105 tratte da parte di Trenitalia, compresi collegamenti locali e percorrenze metropolitane, procurerà non pochi disagi all'utenza siciliana e soprattutto ai pendolari che viaggiano ogni giorno per lavoro. In particolare, vogliamo comprendere come siano cambiati i rapporti fra Trenitalia e Regione in relazione all'esecuzione del contratto. Trenitalia, infatti, giustifica il proprio operato in ragione della riduzione del 10% di risorse pubbliche nel contratto stipulato con l'amministrazione regionale». Anche se momentaneamente, il taglio delle corse è stato sospeso, la preoccupazione di Leanza è che ciò possa accadere nei mesi estivi quando invece il treno potrebbe rappresentare un mezzo importante per gli spostamenti dei turisti stranieri che amano visitare la Sicilia in piena libertà. Lillo Miceli La Sicilia - Sabato 09 Marzo 2013 I FATTI Pagina 10
Leanza, garantire trasporto ferroviario in Sicilia. Tagliate 105 tratte.
Il
deputato Udc in merito ha presentato un'interrogazione all'Ars.
Bisogna garantire il trasporto ferroviario in Sicilia. Il taglio di 105
tratte da parte di Trenitalia, compresi collegamenti locali e percorrenze
metropolitane che sara' operato dal prossimo 10 marzo, procurera' non pochi
disagi all'utenza siciliana e soprattutto ai pendolari che viaggiano ogni
giorno per lavoro". Lo afferma il capogruppo Udc all'Ars, Lino Leanza, che
ha presentato in merito un'interrogazione. "Vogliamo comprendere come sono
cambiati i rapporti tra Trenitalia e Regione in relazione all'esecuzione del
contratto - aggiunge -. Trenitalia, infatti, giustifica il proprio operato in
ragione della riduzione del 10% di risorse pubbliche nel contratto stipulato
con l'amministrazione regionale. I tagli, pero' - conclude Leanza - in termini
di servizi sono superiori rispetto alla 'sforbiciata' del 10% e molte zone
della Sicilia rimarranno senza collegamenti".
Fonte:
ilvelino – 08 marzo 2013 14.02
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L'ad Moretti: crediti per un miliardo «Se le Regioni non pagano i loro debiti Ferrovie dello Stato a rischio liquidità»
Roma. Se le Regioni non pagano i
debiti che hanno con le Ferrovie dello Stato, il gruppo rischia di entrare in
crisi di liquidità e i passeggeri potrebbero vedersi ridurre il servizio. A
lanciare l'allarme è l'ad di Fs Mauro Moretti, che torna sull'annosa questione
dei crediti scaduti vantati nei confronti delle Regioni, ! avvertendo che la
cifra è salita ad un miliardo di euro e che per le Ferrovie «non è più
possibile continuare a dare un servizio ricevendo pagamenti a piangere».
«Abbiamo una situazione di difficoltà nella liquidità, non siamo ancora in crisi, stiamo gestendo la situazione, ma non possiamo proseguire in uno scivolamento in cui facciamo un servizio e non veniamo pagati», ha detto Moretti, ricordando che il Gruppo ha in corso investimenti in nuovi treni regionali per 2,5 miliardi di euro, tutti in autofinanziamento, e deve continuare a pagare fornitori e lavoratori. «Se non verranno pagati i crediti - ha avvertito - saremo costretti a ridimensionare il servizio, ma anche a scelte più incisive». Auspicando che il problema «venga affrontato in maniera energica», Moretti si è comunque detto «fiducioso» che le Regioni «possano dare risposte importanti». Anche alla luce del recente cambio di governo in alcune di esse, come ad esempio nel Lazio - ha ricordato - che ha 200 milioni di debiti.
Guardando alla politica nazionale, invece, il numero uno delle Ferrovie auspica «un governo rapido», che dia risposte ai problemi del trasporto, soprattutto sulle questioni delle merci e dei pendolari. I programmi dei vari partiti «sono tutti molto generosi nei confronti del trasporto pubblico locale», ma poi è necessario che si passi a politiche concrete, ha chiesto Moretti.
L'occasione è stata la presentazione della venticinquesima edizione del Treno Verde, la campagna di Legambiente e Fs per accendere i riflettori sull'inquinamento delle maggiori città e promuovere il potenziamento del trasporto pubblico. «Il Treno verde deve diventare un indice del gap negativo delle politiche dei trasporti in Italia», ha proposto Moretti, avvertendo che il nostro Paese rischia di non raggiungere gli obiettivi europei perchè «in campo trasportistico stiamo andando in senso opposto».La Sicilia
- Venerdì 08 Marzo 2013 Economia Pagina 15
«Abbiamo una situazione di difficoltà nella liquidità, non siamo ancora in crisi, stiamo gestendo la situazione, ma non possiamo proseguire in uno scivolamento in cui facciamo un servizio e non veniamo pagati», ha detto Moretti, ricordando che il Gruppo ha in corso investimenti in nuovi treni regionali per 2,5 miliardi di euro, tutti in autofinanziamento, e deve continuare a pagare fornitori e lavoratori. «Se non verranno pagati i crediti - ha avvertito - saremo costretti a ridimensionare il servizio, ma anche a scelte più incisive». Auspicando che il problema «venga affrontato in maniera energica», Moretti si è comunque detto «fiducioso» che le Regioni «possano dare risposte importanti». Anche alla luce del recente cambio di governo in alcune di esse, come ad esempio nel Lazio - ha ricordato - che ha 200 milioni di debiti.
Guardando alla politica nazionale, invece, il numero uno delle Ferrovie auspica «un governo rapido», che dia risposte ai problemi del trasporto, soprattutto sulle questioni delle merci e dei pendolari. I programmi dei vari partiti «sono tutti molto generosi nei confronti del trasporto pubblico locale», ma poi è necessario che si passi a politiche concrete, ha chiesto Moretti.
L'occasione è stata la presentazione della venticinquesima edizione del Treno Verde, la campagna di Legambiente e Fs per accendere i riflettori sull'inquinamento delle maggiori città e promuovere il potenziamento del trasporto pubblico. «Il Treno verde deve diventare un indice del gap negativo delle politiche dei trasporti in Italia», ha proposto Moretti, avvertendo che il nostro Paese rischia di non raggiungere gli obiettivi europei perchè «in campo trasportistico stiamo andando in senso opposto».
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venerdì 8 marzo 2013
Il 26 marzo a Palermo si discuterà con Trenitalia ed Rfi del futuro della strada ferrata
Il 26 marzo è il giorno fissato per il fatidico
confronto con Trenitalia e Rete ferroviaria italiana. Da oltre un anno le
istituzioni della provincia di Ragusa, non sono riuscite ad avere una
interlocuzione con le società che gestiscono le Ferrovie (dal 27 febbraio del
2012 la conferenza provinciale sulla mobilità aveva richiesto un incontro con
Trenitalia, senza rispo! ste). Quindi, se non altro, questo unico risultato, appunto
il vertice di giorno 26 a Palermo, scaturito dalla riunione che si è svolta
mercoledì a palazzo d'Orleans, con l'assessore regionale alle Infrastrutture
Sebastiano Bartolotta, è almeno il primo punto utile in questa complicatissima
vertenza.
All'incontro hanno partecipato tutti i deputati regionali (Giorgio Assenza, Pippo Digiacomo, Nello Dipasquale, Vanessa Ferreri), i rappresentanti della Cub Trasporti Pippo Gurrieri e Vincenzo Firrincieli e il capogabinetto della Provincia di Ragusa, Gianni Molè. In particolare il delegato del commissario straordinario dell'ente di viale del Fante ha chiesto la riproposizione del treno barocco per la prossima stagione estiva.
"Il treno barocco ha avuto, come in passato, un notevole riscontro dei turisti che guardano con interesse ai siti Unesco delle province di Ragusa e Siracusa", ha spiegato Molè. Nonostante, però, il servizio funzionasse, e quindi fosse redditizio, è stato sospeso. Il portavoce del sindacato dei trasporti, Gurrieri ha illustrato tutte le rivendicazioni che fanno parte della piattaforma elaborata dal comitato provinciale sulla mobilità della provincia di Ragusa. Gurrieri ha chiesto, in particolare, all'assessore regionale di sollecitare il Governo isolano ad assumere il ruolo di cabina di regia nella vertenza del trasporto degli studenti pendolari.
"Abbiamo rimarcato la necessità ancora una volta - spiega Gurrieri - di trovare una soluzione al trasporto degli studenti pendolari da Vittoria, Comiso e Modica, con il coinvolgimento dell'Ast, prima dell'inizio del nuovo anno scolastico".
Su questa problematicala Cub Trasporti aveva
chiesto alla Regione di intervenire già all'inizio dell'anno scolastico 2012,
prima che si verificassero i disagi che tuttora vivono gli studenti e le loro
famiglie. Le altre due istanze che saranno poste a Trenitalia e Rfi riguardano
lo stop allo smantellamento del doppio binario in alcune stazioni sulla tratta
Siracusa-Gela e la riproposizione del progetto della metro ferrovia per Ragusa.
Rossella Schembri - La Sicilia - Venerdì 08 Marzo 2013
Ragusa Pagina 29
All'incontro hanno partecipato tutti i deputati regionali (Giorgio Assenza, Pippo Digiacomo, Nello Dipasquale, Vanessa Ferreri), i rappresentanti della Cub Trasporti Pippo Gurrieri e Vincenzo Firrincieli e il capogabinetto della Provincia di Ragusa, Gianni Molè. In particolare il delegato del commissario straordinario dell'ente di viale del Fante ha chiesto la riproposizione del treno barocco per la prossima stagione estiva.
"Il treno barocco ha avuto, come in passato, un notevole riscontro dei turisti che guardano con interesse ai siti Unesco delle province di Ragusa e Siracusa", ha spiegato Molè. Nonostante, però, il servizio funzionasse, e quindi fosse redditizio, è stato sospeso. Il portavoce del sindacato dei trasporti, Gurrieri ha illustrato tutte le rivendicazioni che fanno parte della piattaforma elaborata dal comitato provinciale sulla mobilità della provincia di Ragusa. Gurrieri ha chiesto, in particolare, all'assessore regionale di sollecitare il Governo isolano ad assumere il ruolo di cabina di regia nella vertenza del trasporto degli studenti pendolari.
"Abbiamo rimarcato la necessità ancora una volta - spiega Gurrieri - di trovare una soluzione al trasporto degli studenti pendolari da Vittoria, Comiso e Modica, con il coinvolgimento dell'Ast, prima dell'inizio del nuovo anno scolastico".
Su questa problematica
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Treni in ritardo ieri mattina malcontento tra i pendolari
Giardini. Malcontento e lamentele, ieri mattina, di utenti e pendolari che, in
attesa dell'arrivo del treno per Messina, alla stazione di Taormina-Giardini,
hanno dovuto fare i conti con l'ennesimo disservizio ferroviario di Trenitalia.
Ieri, e non è la prima volta, è accaduto che alcuni treni per Messina hanno
avuto un ritardo minimo di 20 minuti (ad esempio il regionale delle 7.01), per
giungere sino ai 40 minuti (del regionale delle 7.15) che poi è stato anche
soppresso, mentre il treno delle 7.01, partito in realtà alle 7.35, ha
effettuato tutte le fermate anziché le tre previste. Notevoli e gravi i disagi
per i pendolari che, dovendosi recare a Messina per lavoro, si vedono costretti
a dovere recuperare il ritardo provocato da Rete ferroviaria italiana. Qualcuno
ha ipotizzato la costituzione di un comitato di pendolari per rivendicare le
ragioni degli utenti.
Giuseppe Rodi -La Sicilia
- Giovedì 07 Marzo 2013 Messina Pagina 35
Giuseppe Rodi -
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giovedì 7 marzo 2013
Nuovi orari ferroviari in vigore dall'11 marzo 2013 sulla Siracusa-Catania-Messina
Da
domenica 10 marzo sarà modificato il programma di circolazione di alcuni treni
Regionali sulle linee Siracusa - Catania - Messina e viceversa.
Informazioni dettagliate, con l’elenco completo dei treni e dei provvedimenti, sono disponibili anche nelle stazioni, negli uffici assistenza clienti, biglietterie e sui canali web del Gruppo FS Italiane.
Informazioni dettagliate, con l’elenco completo dei treni e dei provvedimenti, sono disponibili anche nelle stazioni, negli uffici assistenza clienti, biglietterie e sui canali web del Gruppo FS Italiane.
http://www.fsnews.it/cms-file/allegati/fsnews/08_03_2013_locandina_Sicilia_1.pdf
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sabato 2 marzo 2013
Bartolotta: “La riduzione di Trenitalia sarà sospesa”
PALERMO - La presunta riduzione, a
partire dal dieci marzo, dei servizi di Trenitalia in Sicilia sarà sospesa. Lo
ha annunciato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Nino Bartolotta, nel corso
della conferenza stampa che si è svolta a Palazzo d’Orleans.
“Abbiamo inviato una nota al ministero - ha spiegato - al momento, quella
riduzione verra sospesa. In Sicilia non solo interverremo con nuove
infrastrutture, ma potenzieremo le esistenti”. “Il contratto di servizio con
Trenitalia a cui stiamo lavorando - ha poi osservato l’assessore - è
complicato. Il ministero dovrebbe infatti gestire ingenti risorse alla Sicilia.
Prima di allora è inutile parlare di contratto di servizio”.
Nelle scorse settimane i sindacati avevano paventato il taglio di un centinaio di corse delle cinquecento nattualmente garantite da Trenitalia nell’Isola. La società, interpellata dal Qds, aveva confermato la riduzione per ragioni di mercato.
Nelle scorse settimane i sindacati avevano paventato il taglio di un centinaio di corse delle cinquecento nattualmente garantite da Trenitalia nell’Isola. La società, interpellata dal Qds, aveva confermato la riduzione per ragioni di mercato.
Fonte QdS: http://www.qds.it/index.php?sez=news_leggi&id=6260
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Gli studenti e le ferrovie. I pendolari sperano in un miracolo
Si parlerà anche della definizione di un progetto
completo di trasporto studenti pendolari col treno, comprensivo di sinergia
treno-bus per lo spostamento dalle stazioni agli istituti scolastici a Modica e
a Ragusa nell'incontro in programma giovedì (già rinviato 2 volte) tra una
delegazione iblea guidata dalla Cub Trasporti e l'assessore regionale a
infrastrutture e trasporti Antonino Bartolotta.
Gli studenti pendolari dell'alberghiero di Modica che vengono da Vittoria e
Comiso per recarsi a scuola quest'anno, a seguito della soppressione da parte
dell'Ast di alcune tratte, si sono rivolti a una ditta privata che provvede al
loro trasporto dal comune di residenza fino a scuola e adesso stanno cercando
di avere risposte da parte degli amministratori, dei loro comuni di residenza,
per ottenere il rimborso delle somme spese per il trasporto scolastico.
Non è stata percorribile, infatti, la soluzione, presentata in un primo momento che riguardava l'uso del mezzo ferroviario e il successivo trasporto degli studenti con delle navette dalla stazione all'istituto, nonostante Cub Trasporti aveva invitato il responsabile Ast di Modica ad attivarsi per rendere disponibili un paio di autobus per il servizio navetta stazione-Alberghiero. Troppi problemi organizzativi, troppe difficoltà che secondo Cub Trasporti potrebbero essere superate se venisse definito un progetto! serio, come da tempo viene proposto, che permetterebbe anche ! la salvaguardia e il potenziamento delle linee ferroviarie.
Nel corso dell'incontro in programma giovedì - che segue a breve la firma dell'accordo sugli investimenti in infrastrutture ferroviarie per le aree metropolitane dell'isola, cui dovrebbe seguire un nuovo programma di investimenti per le linee cosiddette secondarie - la delegazione, composta da Cub Trasporti e dal Comitato per il Rilancio della Ferrovia Iblea, accompagnata dalla deputazione ragusana alla Regione, affronterà anche altri punti ritenuti essenziali per cominciare a invertire la tendenza allo smantellamento dell'infrastruttura ferroviaria Iblea, a cominciare dalla necessità di fermare immediatamente la chiusura delle piccole stazioni, dove si vanno smontando i deviatoi che consentono gli incroci dei treni; tale operazione impedirà la circolazione di un numero di treni sufficiente a garantire la mobilità nel territorio, condizione necessaria al rilancio ferroviario.
Occorrerebbe poi - secondo Cub Trasporti - impedire la vendita degli scali merci della provincia; fare partire il progetto di metropolitana di superficie a Ragusa, fermo dal 1995, che avrebbe dovuto entrare in funzione sin dal 1999, e i cui relativi finanziamenti si sono persi almeno tre volte.
A. O. - La Sicilia - Sabato 02 Marzo 2013 Ragusa Pagina 37
Non è stata percorribile, infatti, la soluzione, presentata in un primo momento che riguardava l'uso del mezzo ferroviario e il successivo trasporto degli studenti con delle navette dalla stazione all'istituto, nonostante Cub Trasporti aveva invitato il responsabile Ast di Modica ad attivarsi per rendere disponibili un paio di autobus per il servizio navetta stazione-Alberghiero. Troppi problemi organizzativi, troppe difficoltà che secondo Cub Trasporti potrebbero essere superate se venisse definito un progetto! serio, come da tempo viene proposto, che permetterebbe anche ! la salvaguardia e il potenziamento delle linee ferroviarie.
Nel corso dell'incontro in programma giovedì - che segue a breve la firma dell'accordo sugli investimenti in infrastrutture ferroviarie per le aree metropolitane dell'isola, cui dovrebbe seguire un nuovo programma di investimenti per le linee cosiddette secondarie - la delegazione, composta da Cub Trasporti e dal Comitato per il Rilancio della Ferrovia Iblea, accompagnata dalla deputazione ragusana alla Regione, affronterà anche altri punti ritenuti essenziali per cominciare a invertire la tendenza allo smantellamento dell'infrastruttura ferroviaria Iblea, a cominciare dalla necessità di fermare immediatamente la chiusura delle piccole stazioni, dove si vanno smontando i deviatoi che consentono gli incroci dei treni; tale operazione impedirà la circolazione di un numero di treni sufficiente a garantire la mobilità nel territorio, condizione necessaria al rilancio ferroviario.
Occorrerebbe poi - secondo Cub Trasporti - impedire la vendita degli scali merci della provincia; fare partire il progetto di metropolitana di superficie a Ragusa, fermo dal 1995, che avrebbe dovuto entrare in funzione sin dal 1999, e i cui relativi finanziamenti si sono persi almeno tre volte.
A. O. - La Sicilia - Sabato 02 Marzo 2013 Ragusa Pagina 37
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Regione, scelte sbagliate
In riferimento all'incognita sui tagli che Trenitalia attuerà in Sicilia a
partire dall'11 marzo 2013, desideriamo intervenire considerato che, tale
questione, deve trovare immediata soluzione anche in considerazione delle
drammatiche conseguenze che si registreranno a breve, dal punto di vista
sociale ed economico per tutti gli utenti del trasporto ferroviario. Non
comprendiamo le scelte che, il sindaco dei siciliani Crocetta e l'assessore ai
trasporti e alla mobilità Bartolotta, hanno intrapreso, infatti, anziché
chiudere definitivamente il capitolo sul trasporto ferroviario sottoscrivendo
con Trenitalia il Contratto di servizio, assicurando così ai Siciliani quanto
gli spetterebbe di diritto; hanno pensato bene di sottoscrivere il contratto
sugli interventi strategici per le ! infrastrutture siciliane con Rete
Ferroviaria Italiana, non tenendo conto che la priorità era garantire e
salvaguardare il trasporto ferroviario. Di certo loro non la pensano così. Con
l'attuazione dei Decreti Legislativi 422/97 e 400/99), il trasporto regionale e
locale diviene competenza esclusiva delle regioni. Sono queste ultime a
scegliere un concessionario, anche con gara d'appalto europea, ed erogare ogni
anno i contributi per il servizio universale. A tutto questo fanno eccezione le
Regioni a statuto speciale (Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia
Giulia, Sardegna, Sicilia) che hanno rifiutato di ricevere il trasferimento di
competenze. Di conseguenza i servizi ferroviari di queste Regioni sono rimasti
di competenza diretta dello Stato. Quasi tutti i contratti di servizio sono
stati sottoscritti a Roma il 7 settembre 2009 con affidamento diretto a
Trenitalia ed alcuni a seguito di gara europea. Da un comunicato della Regione
Sicilia del 13 settembre 2011 apprendiamo che la giunta regionale aveva dato
il via libera all'Accordo di programma con il Ministero che, di fatto, spianava
la strada alla sottoscrizione del Contratto di servizio con Trenitalia. Ma ciò
non è ancora avvenuto. Tale sottoscrizione avrebbe consentito alla Regione
Sicilia di attuare una programmazione dei servizi più vicina alle reali
esigenze dell'utenza e del territorio. Trenitalia, con la sua Divisione
Passeggeri Regionale, fornisce il servizio di trasporto ferroviario regionale
su tutto il territorio italiano. Le Regioni decidono quali e quanti servizi
intendono acquistare, stipulando con Trenitalia un vero e proprio contratto,
della durata di 6 anni ulteriormente rinnovabili per altri 6. Con il contratto
si definisce la Carta dei Servizi, un sistema di valutazione e monitoraggio
della qualità dei servizi. In ogni caso sono le Regioni a stabilire i prezzi
dei biglietti e degli abbonamenti, e a fissare nei contratti di servizio i
livelli minimi di qualità (puntualità, pulizia, informazioni, ecc.) che il
gestore deve erogare. Se tali obiettivi non vengono raggiunti, la Regione
applica delle penali, detraendo tale importo dal corrispettivo che deve pagare
a Trenitalia. Le penali sono utilizzate da molte regioni come strumento a favore
dei pendolari abbonati, trasformando le risorse decurtate in sconti sugli
abbonamenti futuri.
Giosuè Malaponti - Coordinatore comitato pendolari siciliani
Lo dico a La Sicilia - Sabato 02 Marzo 2013 Catania (Cronaca) Pagina 38
Giosuè Malaponti - Coordinatore comitato pendolari siciliani
Lo dico a La Sicilia - Sabato 02 Marzo 2013 Catania (Cronaca) Pagina 38
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Il ponte non ci sarà
Sembrerebbe che la questione Ponte sullo stretto sia stata definitivamente
archiviata. D'altra parte con i tempi che corrono e con le casse vuote, parlare
di Ponte era ridicolo.
Come pure era ridicolo sostenere l'opera quando la nostra regione è la più degradata d'Italia, dove per andare da Catania a Palermo in treno ci vogliono 5 ore, dove le autostrade versano in uno stato da terzo mondo, dove tutta la viabilità somiglia a una pista di motocross, dove le buche nelle strade delle nostre città ci consentono di giocare a golf, dove il termine manutenzione è sconosciuto e degrado ambientale e rifiuti ne sono l'esempio più eclatante. Come al solito noi Siciliani aspettiamo sempre che qualcuno faccia qualcosa per noi, il ponte per stupire il mondo, il casinò per rilanciare il turismo. Che banalità! Certo tutti rimarrebbero stupiti nell'attraversare il ponte, e altrettanto stupiti una volta in Sicilia, vedere tutto il resto indietro da secoli. O vogliamo veramente credere che una volta fatto il ponte arriva anche una bacchetta magica che rinnova in un attimo tutta la nostra viabilità, le nostre ferrovie, il nostro ambiente? Sarebbe come accogliere gli ospiti a casa nostra in un bellissimo ingresso facendoli poi accomodare in un salotto con divani fatiscenti, muri rotti e pavimenti sporchi. Invece di attendere ponti e casinò (molti dei quali in crisi) perchè non cominciamo con un vero rilancio turistico, curando le nostre coste, tenendo pulito il territorio, valorizzando le spiagge, curando l'ambiente, rendendo gradevole le nostre città, programmando eventi internazionali, valorizzando beni culturali, costruendo palacongressi, porti turistici e campi da golf, facendo campagne promozionali.
Iniziamo con queste cose e dopo possiamo cominciare a parlare d'altro. Adesso che il dr. Zermo ha più tempo, perchè non ci dice quanto ci è costata la gestione quarantennale della società Stretto di Messina e se almeno ora verrà sciolta?
Pietro Bonanno
Nei suoi 40 anni di vita la società «Stretto di Messina», incaricata per legge del 1971 di realizzare l'attraversamento stabile dello Stretto di Messina, è costata 400 milioni, acquisendo uno straordinario patrimonio di conoscenze come testimoniato dall'appello di 39 scienziati internazionali. Era considerato la «madre di tutte le opere»: il governo dei tecnici ha deciso di non farlo, così come non si faranno le altre opere. Cordialmente
Tony Zermo
Lo dico a La Sicilia - Sabato 02 Marzo 2013 Catania (Cronaca) Pagina 38
Come pure era ridicolo sostenere l'opera quando la nostra regione è la più degradata d'Italia, dove per andare da Catania a Palermo in treno ci vogliono 5 ore, dove le autostrade versano in uno stato da terzo mondo, dove tutta la viabilità somiglia a una pista di motocross, dove le buche nelle strade delle nostre città ci consentono di giocare a golf, dove il termine manutenzione è sconosciuto e degrado ambientale e rifiuti ne sono l'esempio più eclatante. Come al solito noi Siciliani aspettiamo sempre che qualcuno faccia qualcosa per noi, il ponte per stupire il mondo, il casinò per rilanciare il turismo. Che banalità! Certo tutti rimarrebbero stupiti nell'attraversare il ponte, e altrettanto stupiti una volta in Sicilia, vedere tutto il resto indietro da secoli. O vogliamo veramente credere che una volta fatto il ponte arriva anche una bacchetta magica che rinnova in un attimo tutta la nostra viabilità, le nostre ferrovie, il nostro ambiente? Sarebbe come accogliere gli ospiti a casa nostra in un bellissimo ingresso facendoli poi accomodare in un salotto con divani fatiscenti, muri rotti e pavimenti sporchi. Invece di attendere ponti e casinò (molti dei quali in crisi) perchè non cominciamo con un vero rilancio turistico, curando le nostre coste, tenendo pulito il territorio, valorizzando le spiagge, curando l'ambiente, rendendo gradevole le nostre città, programmando eventi internazionali, valorizzando beni culturali, costruendo palacongressi, porti turistici e campi da golf, facendo campagne promozionali.
Iniziamo con queste cose e dopo possiamo cominciare a parlare d'altro. Adesso che il dr. Zermo ha più tempo, perchè non ci dice quanto ci è costata la gestione quarantennale della società Stretto di Messina e se almeno ora verrà sciolta?
Pietro Bonanno
Nei suoi 40 anni di vita la società «Stretto di Messina», incaricata per legge del 1971 di realizzare l'attraversamento stabile dello Stretto di Messina, è costata 400 milioni, acquisendo uno straordinario patrimonio di conoscenze come testimoniato dall'appello di 39 scienziati internazionali. Era considerato la «madre di tutte le opere»: il governo dei tecnici ha deciso di non farlo, così come non si faranno le altre opere. Cordialmente
Tony Zermo
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Sul treno Catania-Palermo con un risparmio di... 20'
Entro il 2020 si andrà a Palermo in treno in 2 ore e
25 minuti! Incredibile ma vero. Si "risparmieranno" venti minuti
venti che potranno (sempre ipoteticamente) essere messi dai nostri figli e
nipoti nelle "banche delle ore" per allietare il tempo libero (ne
avranno tanto, purtroppo, data la disoccupazione crescente). Scrivo di
discendenti perché ritengo non ci sia una sola persona di buonsenso che possa
credere che i lavori si concluderanno nei sei anni previsti. Se poi aggiungiamo
le opere citate (senza finanziamento) della tratta Catania-Messina, restiamo
addirittura senza parole per quanto il governo sta offrendo ai siciliani in
cambio della sepoltura del Ponte sullo Stretto. Con l'entusiasmo di Crocetta
che già aggiunge la necessità di completare l'anello previsto (per il 2020,
ricordo). Collegando le città escluse in un futuro ancora più lontano e molto
più ipotetico. Certo, la demagogia non conosce limiti. Presentare come
ciclopiche infrastrutture realizzazioni, neppure complete, di doppi binari tra Ognina
e Catania centro, nonché il mitico Giampilieri-Fiumefreddo, è cosa già
tristemente vista dai siciliani e non certo addebitabile a Crocetta. Ma
rivendicare come un trionfo il molto futuro risparmio di 20 minuti per andare
in treno da Catania a Palermo batte ogni record. Lascino le cose come stanno e
diano un bonus a quanti viaggiano e viaggeranno in treno in Sicilia. Anzi,
ancor meglio, li si faccia viaggiare gratis. Saranno sicuramente soldi spesi
meglio e subito.
Vincenzo Mannello
Lo dico a La Sicilia
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Sabato 02 Marzo 2013 Catania (Cronaca) Pagina 38
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Trasporti. La Regione ha sottoscritto ieri a Roma il Contratto istituzionale di sviluppo Prima tranche dei 5 per modernizzare le linee Messina-Catania-Palermo
Palermo. Piovono subito sull'Isola 2,4 miliardi di euro per modernizzare la
rete ferroviaria siciliana. La Regione ha sottoscritto ieri il Cis, Contratto
istituzionale di sviluppo, con investimenti totali per 5 miliardi di euro sulla
direttrice ferroviaria "Messina-Catania-Palermo": la seconda metà
della somma è da reperire. L'accordo è stato siglato ieri a Roma dal
presidente della Regione, Rosario Crocetta, dai ministri per la Coesione
territoriale e dei Trasporti, Fabrizio Barca e Corrado Passera, e dagli
amministratori delegati di Ferrovie dello Stato e di Rfi, Mauro Moretti e
Michele Mario Elia.
L'Isola, così, avrà finalmente ferrovie più veloci. «L'obiettivo - ha spiegato
il ministro Barca - è potenziare un servizio che oggi in Sicilia non è normale,
non è civile e non è europeo». Per non parlare del trasporto locale tra Catania
e Palermo che «è assolutamente insostenibile: c'è un solo treno al giorno con
il quale si viaggia in 2 ore e 45 minuti, mentre gli altri impiegano 4 ore. Con
questi tempi - ha aggiunto - non si può definire una "ferrovia di
servizio". Oggi la situazione del trasporto pubblico locale tra Catania e
Palermo - ha detto Barca - è assolutamente insufficiente».
Il Contratto, nello specifico, interessa 5 macro-interventi per un totale di 14 opere, per le quali, a fronte di ! un costo complessivo di 5.106,1 milioni di euro, «oggi - ha aggiunto Passera - sul tavolo ce ne sono già 2.426».
Questi gli interventi: lungo la Messina-Catania (valore investimenti: 383,8 milioni di euro) è prevista la progettazione del raddoppio della tratta "Giampilieri-Fiumefreddo" (che resta ancora da coprire finanziariamente). Per il nodo di Catania, verrà completato il raddoppio dei binari nella tratta "Catania Ognina-Centrale", progettato l'interramento della stazione centrale e realizzato il raddoppio del bivio "Zurria-Acquicella". Sulla Catania-Palermo (investimenti per 823,4 milioni di euro) verranno raddoppiati i binari nelle tratte "Bicocca-Motta-Catenanuova" e "Catenanuova-Raddusa-Agira", al fine di raggiungere una velocità da 200 km/h e di consentire una crescita nella frequenza dei collegamenti. Per la tratta "Raddusa-Enna-Fiumetorto" è tutto da vedere. È prevista la tempestiva realizzazione di uno studio di fattibilità, d'intesa con la Regione, per valutare 3 soluzioni alternative: la riqualificazione della linea ferroviaria esistente; la variante di tracciato Enna-Pollina-Castelbuono; oppure la variante di tracciato contigua all'autostrada Catania-Palermo. Infine, interventi tecnologici lungo le linee Messina-Catania e Catania-Palermo, più la realizzazione del nodo di Palermo (da 1,2 miliardi di euro).
Soddisfatto dell'accordo Crocetta, che punta ancora più in alto: «Alle grandi opere genericamente sono contrario, ma per le ferrovie, che sono un problema serio, si fa un progetto col quale finalmente si possa arrivare dall'aeroporto di Catania a quello di Palermo rapidamente. Lo sviluppo dovrà coinvolgere anche le aree di Comiso, Siracusa, Gela, Agrigento e Trapani per favorire il turismo e lo sviluppo del Centro-Sud dell'Isola. Incassiamo questo risultato - conclude - ma guai se ci fermassimo: il problema del raccordo con l'aeroporto di Trapani si pone immediatamente».
Oggi, ha ribadito Passera, «mettiamo sul tavolo oltre 2 miliardi, il resto verrà».
Possono gioire i pendolari siciliani, anche se la strada è ancora lunga (fine lavori nel 2020). Il prossimo passo per rendere le ferrovie siciliane più «europee», dovrà essere la stipula del Contratto di servizio con Trenitalia.
Il Contratto, nello specifico, interessa 5 macro-interventi per un totale di 14 opere, per le quali, a fronte di ! un costo complessivo di 5.106,1 milioni di euro, «oggi - ha aggiunto Passera - sul tavolo ce ne sono già 2.426».
Questi gli interventi: lungo la Messina-Catania (valore investimenti: 383,8 milioni di euro) è prevista la progettazione del raddoppio della tratta "Giampilieri-Fiumefreddo" (che resta ancora da coprire finanziariamente). Per il nodo di Catania, verrà completato il raddoppio dei binari nella tratta "Catania Ognina-Centrale", progettato l'interramento della stazione centrale e realizzato il raddoppio del bivio "Zurria-Acquicella". Sulla Catania-Palermo (investimenti per 823,4 milioni di euro) verranno raddoppiati i binari nelle tratte "Bicocca-Motta-Catenanuova" e "Catenanuova-Raddusa-Agira", al fine di raggiungere una velocità da 200 km/h e di consentire una crescita nella frequenza dei collegamenti. Per la tratta "Raddusa-Enna-Fiumetorto" è tutto da vedere. È prevista la tempestiva realizzazione di uno studio di fattibilità, d'intesa con la Regione, per valutare 3 soluzioni alternative: la riqualificazione della linea ferroviaria esistente; la variante di tracciato Enna-Pollina-Castelbuono; oppure la variante di tracciato contigua all'autostrada Catania-Palermo. Infine, interventi tecnologici lungo le linee Messina-Catania e Catania-Palermo, più la realizzazione del nodo di Palermo (da 1,2 miliardi di euro).
Soddisfatto dell'accordo Crocetta, che punta ancora più in alto: «Alle grandi opere genericamente sono contrario, ma per le ferrovie, che sono un problema serio, si fa un progetto col quale finalmente si possa arrivare dall'aeroporto di Catania a quello di Palermo rapidamente. Lo sviluppo dovrà coinvolgere anche le aree di Comiso, Siracusa, Gela, Agrigento e Trapani per favorire il turismo e lo sviluppo del Centro-Sud dell'Isola. Incassiamo questo risultato - conclude - ma guai se ci fermassimo: il problema del raccordo con l'aeroporto di Trapani si pone immediatamente».
Oggi, ha ribadito Passera, «mettiamo sul tavolo oltre 2 miliardi, il resto verrà».
Possono gioire i pendolari siciliani, anche se la strada è ancora lunga (fine lavori nel 2020). Il prossimo passo per rendere le ferrovie siciliane più «europee», dovrà essere la stipula del Contratto di servizio con Trenitalia.
Davide Guarcello
La Sicilia - Venerdì 01 Marzo 2013 I FATTI Pagina 10
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Conto alla rovescia per il destino del Ponte sullo Stretto di Messina. Alla mezzanotte di oggi...
Roma. Conto alla rovescia per il destino del Ponte sullo Stretto di Messina.
Alla mezzanotte di oggi scade infatti il termine per l'atto aggiuntivo tra la
concessionaria Stretto di Messina e il contraente generale Eurolink (guidato da
Impregilo) e se le due società non raggiungeranno un accordo, naufragherà con
esso anche il «sogno» del Ponte. Per ora, ha spiegato il ministro Corrado
Passera, non ci sono stati «segnali concreti» e «quindi la scadenza andrà non
rispettata».
«In novembre abbiamo fatto un decreto legge che fissava le condizioni a cui si
poteva tenere aperto il progetto» e ci si è dati 4 mesi (cioè fino al primo
marzo) per riformulare l'accordo con il contraente generale, ha spiegato
Passera: ma al momento, non essendoci alcuna novità, è improbabile che il
termine venga rispettato e, di conseguenza accadrà quanto prevede la legge,
cioè il contratto siglato nel 2006 tra Stretto di Messina e Eurolink decadrà.
Anche perchè il governo ha deciso martedì di non prorogare il termine del primo
marzo come invece richiesto dal contraente generale. Si sta quindi per
abbassare il sipario su un'opera costata dal 1981 (anno di costituzione della
società Stretto di Messina) ad oggi circa 300 milioni tra ricerca e sviluppo,
stato di fattibilità, progettazione e bando di 4 gare internazionali.
Un progetto che ha preso forma nel lontano 1968 (quando l'Anas bandì un concorso internazionale di idee per la realizzazione di un collegamento stabile tra Sicilia e continente), ma che si è concretizzato negli ultimi 10 anni, a partire dall'approvazione del progetto preliminare da parte del Cipe nell'agosto 2003. Un'opera ambiziosa (una campata unica da 3,3 km che ne farebbe il ponte più lungo al mondo; con 6 corsie stradali e due binari), discussa e contestata: bloccata dal governo Prodi nel 2006 (con l'esclusione del ponte dalle priorità del programma dell'esecutivo), ma poi «resuscitata» da Berlusconi nel 2008, fino all'avvio della progettazione definitiva nel 2010.
Il 2 novembre scorso, però, il governo Monti ha chiesto alle due società di recepire una serie di clausole tra cui la sospensione dell'opera per due anni senza che si debbano pagare all'appaltatore penali per i ritardi. Una decisione contestata da Eurolink, che ha subito dichiarato il recesso del contratto e impugnato davanti al Tar l'opposizione della Stretto di Messina al recesso. Nel caso in cui oggi non si arrivi alla firma, Eurolink sarà risarcita solo di alcune decine di milioni - dicono fonti ministeriali - per gli studi di fattibilità e le spese del progetto. Sulla vicenda, tuttavia, si aprirà un confronto in sede giurisdizionale. Mentre per la Stretto di Messina andrà fatto un decreto per la sua liquidazione.
Contro il rischio di uno stop al Ponte, in cui sperano gli ambientalisti, hanno alzato la voce ingegneri e architetti di tutto il mondo che ieri, con un'inserzione sulla stampa, hanno chiesto di non disperdere «un patrimonio di conoscenze altrimenti impensabili».
Enrica Piovan
La Sicilia - Venerdì 01
Marzo 2013 I FATTI Pagina 10
Un progetto che ha preso forma nel lontano 1968 (quando l'Anas bandì un concorso internazionale di idee per la realizzazione di un collegamento stabile tra Sicilia e continente), ma che si è concretizzato negli ultimi 10 anni, a partire dall'approvazione del progetto preliminare da parte del Cipe nell'agosto 2003. Un'opera ambiziosa (una campata unica da 3,3 km che ne farebbe il ponte più lungo al mondo; con 6 corsie stradali e due binari), discussa e contestata: bloccata dal governo Prodi nel 2006 (con l'esclusione del ponte dalle priorità del programma dell'esecutivo), ma poi «resuscitata» da Berlusconi nel 2008, fino all'avvio della progettazione definitiva nel 2010.
Il 2 novembre scorso, però, il governo Monti ha chiesto alle due società di recepire una serie di clausole tra cui la sospensione dell'opera per due anni senza che si debbano pagare all'appaltatore penali per i ritardi. Una decisione contestata da Eurolink, che ha subito dichiarato il recesso del contratto e impugnato davanti al Tar l'opposizione della Stretto di Messina al recesso. Nel caso in cui oggi non si arrivi alla firma, Eurolink sarà risarcita solo di alcune decine di milioni - dicono fonti ministeriali - per gli studi di fattibilità e le spese del progetto. Sulla vicenda, tuttavia, si aprirà un confronto in sede giurisdizionale. Mentre per la Stretto di Messina andrà fatto un decreto per la sua liquidazione.
Contro il rischio di uno stop al Ponte, in cui sperano gli ambientalisti, hanno alzato la voce ingegneri e architetti di tutto il mondo che ieri, con un'inserzione sulla stampa, hanno chiesto di non disperdere «un patrimonio di conoscenze altrimenti impensabili».
Enrica Piovan
venerdì 1 marzo 2013
La stazione «dimenticata». «Qui il treno non fischia più»
Siracusa tagliata fuori dal Contratto
di sviluppo fra Regione e Ferrovie dello Stato.
La Sicilia - Giovedì 28 Febbraio 2013 Siracusa Pagina 30
Si firma oggi a Roma il Contratto istituzionale di sviluppo fra Regione e
Ferrovie dello Stato (le quali, ancorché privatizzate, restano comunque
"dello Stato"). E' un primo passo avanti per la Sicilia. Dopo anni di
stasi. Ma ancora una volta Siracusa rimane tagliata fuori. Gl'interventi
previsti dal Cis rimangono limitati al "triangolo magico" Palermo-Messina-Catania.
Anzi, per il prossimo 11 marzo sono previsti ulteriori tagli. Stavolta di treni
regionali. Anche perché sulle lunghe percorrenze rimane poco da tagliare.
Intanto, la stazione centrale e lo scalo merci Pantanelli stanno morendo. E il silenzio è calato sul deragliamento di un vagone letto in manovra, fra la centrale e lo scalo, il 18 gennaio scorso. Mentre nel Centro-Nord sfrecciano le Frecce rosse e d'argento e gli Italo.
La ferrovia è ormai l'emblema consolidato della vergogna di questa classe politica siciliana. Siracusana in particolare. Una classe politica autoreferenziale, preoccupata soltanto della propria sopravvivenza, del proprio attaccamento alle poltrone dei singoli e nulla più. E inoltre, cosa ancor più grave, tace anche il sindacato.
Qualche "attenuante" potrebbe anche esserci per il sindacato. Magari il sindacato è impegnato in problemi ancor più gravi di quello della ferrovia: i posti di lavoro che diminuiscono sempre più, per esempio. Non ci sono invece attenuanti di sorta per la politica. Per quella regionale e territoriale innanzi tutto. Da parte di questa politica, finita la propaganda elettorale, è silenzio su tutto il fronte. Silenzio dal presidente della commissione regionale per le Attività produttive dell'Assemblea regionale, Bruno Marziano. Il quale anzi considera la questione ferroviaria "una battaglia persa" per Siracusa. Silenzio dal deputato regionale Enzo Vinciullo. Silenzio dal grillino new entry di Siracusa, Stefano Zito. Silenzio da tutti.
Intanto Trenitalia taglia. Non sono mancati i reclami dei passeggeri per il deragliamento del 18 gennaio. Anche perché quel vagone letto, rimasto danneggiato dal deragliamento, non è stato sostituito. E quel treno per Roma è partito senza vagone letto. Alla faccia dei passeggeri che per il vagone letto avevano prenotato e pagato.
Dopo il primo reclamo c'è stato pure il sollecito per una risposta. Ma la risposta non è arrivata. E non arriva. Arriva invece la notizia dei nuovi tagli previsti dal! l'11 marzo con il nuovo orario estivo. «ll treno è sempre stato veicolo di civiltà. Non soltanto di passeggeri e merci - sottolinea Liliana Gissara di Italia nostra -. Il suo progressivo abbandono in Sicilia, in provincia di Siracusa soprattutto, è segno della nostra progressiva perdita di civiltà».
SALVATORE MAIORCAIntanto, la stazione centrale e lo scalo merci Pantanelli stanno morendo. E il silenzio è calato sul deragliamento di un vagone letto in manovra, fra la centrale e lo scalo, il 18 gennaio scorso. Mentre nel Centro-Nord sfrecciano le Frecce rosse e d'argento e gli Italo.
La ferrovia è ormai l'emblema consolidato della vergogna di questa classe politica siciliana. Siracusana in particolare. Una classe politica autoreferenziale, preoccupata soltanto della propria sopravvivenza, del proprio attaccamento alle poltrone dei singoli e nulla più. E inoltre, cosa ancor più grave, tace anche il sindacato.
Qualche "attenuante" potrebbe anche esserci per il sindacato. Magari il sindacato è impegnato in problemi ancor più gravi di quello della ferrovia: i posti di lavoro che diminuiscono sempre più, per esempio. Non ci sono invece attenuanti di sorta per la politica. Per quella regionale e territoriale innanzi tutto. Da parte di questa politica, finita la propaganda elettorale, è silenzio su tutto il fronte. Silenzio dal presidente della commissione regionale per le Attività produttive dell'Assemblea regionale, Bruno Marziano. Il quale anzi considera la questione ferroviaria "una battaglia persa" per Siracusa. Silenzio dal deputato regionale Enzo Vinciullo. Silenzio dal grillino new entry di Siracusa, Stefano Zito. Silenzio da tutti.
Intanto Trenitalia taglia. Non sono mancati i reclami dei passeggeri per il deragliamento del 18 gennaio. Anche perché quel vagone letto, rimasto danneggiato dal deragliamento, non è stato sostituito. E quel treno per Roma è partito senza vagone letto. Alla faccia dei passeggeri che per il vagone letto avevano prenotato e pagato.
Dopo il primo reclamo c'è stato pure il sollecito per una risposta. Ma la risposta non è arrivata. E non arriva. Arriva invece la notizia dei nuovi tagli previsti dal! l'11 marzo con il nuovo orario estivo. «ll treno è sempre stato veicolo di civiltà. Non soltanto di passeggeri e merci - sottolinea Liliana Gissara di Italia nostra -. Il suo progressivo abbandono in Sicilia, in provincia di Siracusa soprattutto, è segno della nostra progressiva perdita di civiltà».
La Sicilia - Giovedì 28 Febbraio 2013 Siracusa Pagina 30
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Crocetta: «Chiederò commesse per Carini» oggi la firma con rfi, domani incontro con fincantieri
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che oggi a Roma firmerà il
Contratto di servizio con Stato e Rfi per gli investimenti sulla rete
ferroviaria dell'Isola, punta ad un Accordo di programma che riservi alle
industrie siciliane di materiale rotabile, l'AnsaldoBreda e la Keller di
Carini, una quota delle commesse da realizzare.
L! o ha detto ieri lo stesso Crocetta ai sindacati dei metalmeccanici, che
sollecitano un intervento della Regione per il rilancio produttivo del polo
ferroviario. Il prossimo 18 aprile, fra l'altro, il tribunale fallimentare di
Cagliari si pronuncerà sulla proposta di concordato per evitare il fallimento
della Keller. Fondamentale sarà la disponibilità di documenti che attestino la
possibilità di riattivare la produzione nella fabbrica siciliana.
Ieri, nel corso di un altro incontro con i sindacati, si è appreso che Crocetta e l'assessore alle Attività produttive Linda Vancheri domani incontreranno l'A. d. di Fincantieri, Giuseppe Bono, per chiedergli di assegnare maggiori carichi di lavoro allo stabilimento navalmeccanico di Palermo.
Si è appreso, però, che la serie di ricorsi che hanno bloccato l'aggiudicazione della ristrutturazione dei bacini di carenaggio galleggianti da 19 e 52 mila tonnellate, è stata allungata da un ricorso presentato da una terza impresa, la ! Ergom, nella gara per l'impianto da 19 mila tonnellate. Gara p! er la quale Fincantieri potrebbe presentare un ulteriore ricorso, dopo l'esito dell'udienza di metà marzo relativa al bacino più grande.
michele guccione
Ieri, nel corso di un altro incontro con i sindacati, si è appreso che Crocetta e l'assessore alle Attività produttive Linda Vancheri domani incontreranno l'A. d. di Fincantieri, Giuseppe Bono, per chiedergli di assegnare maggiori carichi di lavoro allo stabilimento navalmeccanico di Palermo.
Si è appreso, però, che la serie di ricorsi che hanno bloccato l'aggiudicazione della ristrutturazione dei bacini di carenaggio galleggianti da 19 e 52 mila tonnellate, è stata allungata da un ricorso presentato da una terza impresa, la ! Ergom, nella gara per l'impianto da 19 mila tonnellate. Gara p! er la quale Fincantieri potrebbe presentare un ulteriore ricorso, dopo l'esito dell'udienza di metà marzo relativa al bacino più grande.
michele guccione
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Sicilia - Giovedì 28 Febbraio 2013 Prima Palermo Pagina 27
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