giovedì 4 luglio 2013

Il sottosegretario Rocco GIRLANDA risponde, all’interrogazione dell'On. Garofalo, sulle necessità di un generale potenziamento del trasporto ferroviario in Sicilia

Necessità di un generale potenziamento del trasporto ferroviario in Sicilia, anche alla luce dei gravi e ripetuti disservizi sulla tratta ferroviaria Messina-Catania-Siracusa. Il sottosegretario Rocco GIRLANDA risponde all’interrogazione 5-00113 Garofalo. Mercoledì 3 luglio 2013 Commissione IX   ALLEGATO 2
TESTO DELLA RISPOSTA
L’Onorevole interrogante ha posto all’attenzione del Governo le problematiche afferenti i collegamenti ferroviari lungo la tratta Messina-Catania-Siracusa. Più in generale, per quanto riguarda il potenziamento delle opere ferroviarie nel Sud del Paese, evidenzio che l’Allegato X Infrastrutture ha previsto tra le opere strategiche di Legge Obiettivo (legge n. 443/2001) la realizzazione dell’infrastruttura « asse ferroviario Salerno-Reggio Calabria-Palermo » nel cui ambito si prevedono diversi interventi infrastrutturali (sia ferroviari che stradali) nella regione Sicilia. In particolare, è programmata la costruzione della tratta ferroviaria « Palermo-Catania-Siracusa » la cui progettazione preliminare della seconda tratta funzionale è stata approvata con delibera CIPE n. 147 del 2005.
Allo stato, si è in attesa del reitero del vincolo preordinato all’esproprio da parte dello stesso CIPE per proseguire con l’approvazione della progettazione definitiva. Inoltre, è in iter istruttorio la progettazione preliminare della I tratta funzionale « Catenanuova Bicocca ». La realizzazione della tratta « Palermo-Catania », rientrante nel sistema « corridoio plurimodale padano », è stata da ultimo confermata nell’Allegato XI infrastrutture per un costo complessivo di 2.851,00 milioni di euro.
Devo tra l’altro evidenziare che il Contratto di Programma tra lo Stato e Rete ferroviaria italiana (RFI) prevede la realizzazione e il finanziamento di alcuni importanti interventi strategici che riguardano il Sud d’Italia.
La pianificazione degli investimenti di RFI nel Mezzogiorno è coerente con il nuovo assetto della rete trans europea di trasporto in corso di definizione, anche nella prospettiva di sviluppo indicata a livello europeo sugli assi individuati come prioritari e che costituiranno la cosiddetta « Core network ».
Al momento, in Sicilia RFI è impegnata a dare attuazione ad una serie di interventi previsti nel vigente Contratto di Programma – che si trovano a diversi stadi di avanzamento – da realizzare in un orizzonte di medio/lungo periodo, in relazione allo sviluppo delle esigenze di mobilità ed in funzione delle disponibilità finanziarie e degli iter autorizzativi, che sono destinati ad aumentare e migliorare la capacità e la funzionalità della rete siciliana.
Tra l’altro, lo scorso 28 febbraio Ferrovie dello Stato italiane e RFI hanno sottoscritto con il Ministro per la coesione territoriale, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la regione Siciliana il Contratto istituzionale di sviluppo (istituito dall’articolo 6 del decreto legislativo n. 88 del 2011) per la realizzazione della direttrice ferroviaria « Messina-Catania Palermo ».
Il Gruppo FS e RFI, sentiti al riguardo, hanno assicurato che gli standard di progettazione della direttrice MessinaCatania-Palermo saranno quelli dell’interoperabilità europea. Il contratto definisce un progetto che ha le caratteristiche europee della rete TEN-T che collega le grandi città della Sicilia: Palermo, Catania e Messina, a cui si collegheranno anche Siracusa, Agrigento, Gela e Trapani, dal lato di Palermo.
Premesso ciò, per quanto riguarda più in particolare la tratta Messina-Catania-Siracusa, citata dall’interrogante, comunico che il Contratto prevede, lungo la linea Messina-Catania, la progettazione del raddoppio della tratta Giampilieri-Fiumefreddo (che resta ancora da coprire finanziariamente). Per il nodo di Catania è in via di completamento il raddoppio dei binari nella tratta che va da Catania Ognina a Catania Centrale, mentre verrà progettato l’interramento della Stazione Centrale e realizzato il raddoppio della tratta Zurria-Catania-Acquicella. Sono altresì in corso di realizzazione interventi di potenziamento tecnologico per l’adeguamento della linea a più moderni standard (valore complessivo di tutti gli interventi 383,8 milioni di euro).
Detto Contratto prevede, tra l’altro interventi tecnologici lungo le linee Messina-Catania e Catania-Palermo e il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie del nodo di Palermo, in corso di realizzazione (il valore degli interventi è pari a 1.218,8 milioni di euro).
Inoltre, per quanto concerne il collegamento Messina-Catania (senza fermate intermedie), parte rilevante della tratta Messina-Catania-Siracusa, il Gruppo FS ha comunicato che, dopo la realizzazione del raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo, il tempo di percorrenza si ridurrà di mezz’ora, passando da un’ora e quindici minuti a quarantacinque minuti.
Per quanto concerne, invece, le problematiche attinenti al Servizio ferroviario svolto nella regione Sicilia, cui fa riferimento l’interrogante, preciso che i servizi ferroviari regionali della Sicilia sono regolati dal Contratto di Servizio con il MIT e il Ministero dell’economia e finanze, che disciplina i servizi delle regioni a Statuto speciale (Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta), per le quali non è stato ancora completato il processo di attribuzione delle competenze in materia di trasporto locale. Peraltro, tra MIT, MEF e regione Siciliana è in corso di svolgimento la procedura per l’attuazione del trasferimento alla regione dei compiti di programmazione e amministrazione relativamente ai servizi ferroviari di interesse regionale e locale di cui al decreto legislativo n. 422 del 1997; l’iter di attribuzione delle competenze – che consentirà la stipula di un Contratto da parte della regione Siciliana – sarà completato con l’emanazione di un decreto di ripartizione delle risorse finanziarie da parte del MEF.
Ad oggi, il numero di collegamenti effettuati in Sicilia (come in ogni altra regione) è strettamente legato alle risorse disponibili nell’ambito del Contratto di Servizio le quali, come è noto, non possono non tener conto dell’attuale quadro economico. Al riguardo, Ferrovie dello Stato ha comunicato che i treni regionali « feriali » che servono il territorio siciliano sono oggi, complessivamente, 414 al giorno (erano 388 nel 2011 e 412 nel 2012); con il cambio orario del 9 giugno scorso, peraltro, non sono state effettuate riduzioni dei volumi complessivi di servizi regionali della Sicilia.
Per quanto concerne lo specifico episodio citato dall’interrogante, preciso che i disservizi si sono verificati lo scorso 3 maggio (non il 5); in tale giornata, sulla linea Messina-Siracusa, a seguito di un incendio riguardante aree adiacenti alla sede ferroviaria, i Vigili del Fuoco hanno richiesto immediata sospensione della circolazione, sia per consentire l’intervento di spegnimento, sia per ragioni di sicurezza: ciò ha comportato la soppressione di quattro treni, nonché ripercussioni sulla regolarità del traffico ferroviario.
In ogni caso, il miglioramento complessivo del servizio ferroviario regionale auspicato dall’interrogante costituisce una delle priorità del Governo; come il Ministro Lupi ha avuto modo di affermare di recente, l’Italia ha bisogno di un sistema di trasporto pubblico locale efficiente soprattutto in momenti di crisi come questo, in cui è più evidente la necessità di poter usufruire di un trasporto pubblico locale efficiente.
Assicuro che è proprio in quest’ottica che il Ministro intende dialogare con le regioni come anche con le Ferrovie dello Stato.

Vincenzo GAROFALO (PdL), replicando, nel ringraziare il sottosegretario per la risposta assai dettagliata, sottolinea il proprio interesse alla questione oggetto dell’interrogazione, che a suo giudizio necessita di un costante e continuo monitoraggio e, nel prendere atto con favore dell’interesse del Ministro al riguardo, auspica che si possano mettere in campo iniziative che portino a risultati migliori di
quelli ottenuti nel passato. Nel ricordare che i servizi di trasporto offerti da Trenitalia sono regolati da un contratto di servizio, che prevede dei finanziamenti per l’esercizio delle tratte, osserva che a suo giudizio l’offerta di servizi prospettata nel contratto non coincide con quella realmente prestata dalla società e sottolinea l’esigenza che vengano garantite puntualmente le prestazioni dovute, anche a fronte dell’avvenuto aumento delle tariffe.

Nel segnalare l’opportunità che il Governo possa superare le criticità derivanti dalle diverse competenze dei Ministeri dell’economia e delle finanze e delle infrastrutture e trasporti sulla società che presta il servizio ferroviario, auspica che venga intensificata l’attività di vigilanza al fine di avere un quadro preciso delle prestazioni realmente effettuate e prevedere un sistema di penalità, che contempli anche la riduzione dei finanziamenti in caso di inosservanza del contratto di servizio. Riguardo alla realizzazione delle infrastrutture, invita il Governo a prestare la massima attenzione affinché vengano realizzate adeguate infrastrutture anche nel Mezzogiorno, rispettando la tempistica prevista, dal  momento che i tempi medi di progettazione e di successiva realizzazione di un’infrastruttura nel Paese sono a suo giudizio troppo lunghi.

mercoledì 3 luglio 2013

Interrogazione alla Camera dell'On. Vincenzo Garofalo sui disservizi del 3 magio 2013 sulla relazione Messina-Catania-Siracusa

Oggi viene trattata nella IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni) alla Camera dei Deputati l'interrogazione presentata dall'On. Vincenzo Garofalo sui disagi e/o disservizi avvenuti il venerdì 3 maggio 2013 sulla relazione Messina-Catania-Siracusa. Ecco il testo presentato dall'interrogante:
Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-00113
presentato da GAROFALO Vincenzo
testo di Martedì 14 maggio 2013, seduta n. 15 GAROFALO.
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere – premesso che:
il 5 maggio 2013, la tratta ferroviaria Messina-Catania-Siracusa è stata nuovamente contrassegnata da una serie di ritardi per oltre dieci ore e soppressione di quattro treni come riportato da numerosi quotidiani locali;
il Comitato pendolari di Messina, Catania e Siracusa, che nel recente passato ha addirittura stilato uno specifico rapporto sui continui ritardi, le soppressioni delle corse ferroviarie, i frequenti guasti ai locomotori ed i disservizi in generale che gli utenti siciliani subiscono in modo costante senza che le legittime rimostranze sembrino produrre effetti migliorativi dei servizi resi, ha stimato nel giorno medesimo il ritardo dei convogli in circa 600 minuti;
l'interrogante rileva, in considerazione dell'ennesima situazione deprecabile dal punto di vista dell'inefficienza qualitativa dei servizi resi agli utenti ed in particolare nei riguardi dei pendolari, come sia nel complesso indiscutibile l'intenzione da parte del gruppo Ferrovie dello Stato di perseguire politiche di dismissione attraverso un ridimensionamento del piano industriale e di investimenti nel Mezzogiorno ed in particolare in Sicilia, nonostante le recenti opere deliberate dal Cipe, che prevedono il potenziamento attraverso interventi ferroviari inseriti all'interno del piano di azione e coesione;
l'undicesimo Allegato Infrastrutture relativo al Programma delle infrastrutture strategiche (PIS) previsto all'interno del documento di economia e finanza, recentemente approvato alla Camera dei deputati, indica infatti l'intenzione di migliorare l'offerta trasportistica ferroviaria nel Mezzogiorno contenuta all'interno del piano nazionale per il Sud, inserendo fra le principali opere ferroviarie anche la tratta Palermo-Catania;
a giudizio dell'interrogante quanto suesposto nel documento d'indirizzo, se non sarà accompagnato da un imponente piano di investimenti e da una radicale inversione anche culturale a favore della mobilità in generale ed in tal caso, nei riguardi di quella ferroviaria, soprattutto attraverso un ammodernamento delle reti ferroviarie e di sostituzione di convogli obsoleti, risulterà superfluo qualunque proposito programmatico e strategico, sebbene condivisibile, volto a migliorare il sistema qualitativo dei servizi offerti e della domanda di mobilità che cresce significativamente;
i numerosi atti di sindacato ispettivo, presentati dall'interrogante, nel corso della scorsa legislatura, sull'evidente scarsa qualità dei servizi ferroviari regionali in Sicilia, causata da ritardi, carenza di comfort e inefficienze a cui sono seguite risposte da parte del Ministro pro tempore che appaiono all'interrogante nel complesso insoddisfacenti, confermano come la situazione delle politiche dei trasporti in Italia, ed in particolare nel Mezzogiorno, sia estremamente critica e derivante da decenni di investimenti insufficienti, a cui si sono aggiunti i recenti tagli della spesa sui trasferimenti, che hanno determinato gravi carenze in termini di pulizia, manutenzioni, scorte, carenze che hanno provocato minore affidabilità e puntualità delle corse ferroviarie;
la predetta analisi tuttavia non deve essere considerata un'attenuante o una giustificazione nei riguardi di Trenitalia, se si tiene conto del fatto che all'aumento delle tariffe dei biglietti non sono seguiti adeguati livelli di servizi resi all'utenza –:
quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
quali iniziative di competenza intenda assumere nei confronti di Trenitalia spa, al fine di determinare un miglioramento complessivo dell'organizzazione e del livello di efficienza dei servizi per il trasporto dei passeggeri della tratta siciliana esposta in premessa, le cui capacità nel corso degli ultimi mesi sono ulteriormente peggiorate;
se non ritenga opportuno e necessario, in considerazione del livello di estrema precarietà in cui si trova il sistema dei trasporti ferroviario siciliano ed in particolare il tracciato Messina, Catania, Siracusa, avviare, per quanto di competenza, una verifica al fine di determinare quali siano le cause che persistono nell'inficiare la qualità delle prestazioni fornite agli utenti e conseguentemente assumere iniziative volte a prevedere misure per il potenziamento dei servizi ferroviari, nel momento in cui, complici anche la crisi economica e la congestione delle aree metropolitane, cresce significativamente la domanda relativa al trasporto ferroviario. (5-00113)
ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00113
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 15 del 14/05/2013
Firmatari : Primo firmatario: GAROFALO VINCENZO
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 13/05/2013
Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 13/05/2013
Stato iter: 
IN CORSO
Fasi iter:
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/05/2013




































Traghetti più cari del 150% l'Antitrust apre un'inchiesta

Stretto di Messina: boom di prezzi negli ultimi tre anni, l'autorità indaga sulle società. "Potrebbero aver concertato le tariffe e ripartito il mercato"
ROMA - L'autorità Antitrust ha aperto una istruttoria per verificare "una possibile intesa restrittiva della concorrenza nelle tratte dello stretto di Messina", dopo aver rilevato "nell'ultimo triennio un aumento delle tariffe del trasporto passeggeri fino al 150%".
Procedimento, spiega una nota, aperto nei confronti di Caronte & Tourist, Rete Ferroviaria Italiana, Bluferries, Meridiano Lines, Ustica Lines, Terminal Tremestieri e Consorzio Metromare dello Stretto "che potrebbero avere concertato i prezzi e ripartito il mercato".

Secondo i primi dati raccolti dall'Antitrust, i prezzi, nell'ultimo triennio, hanno registrato incrementi significativi e contestuali, come testimonia in modo emblematico l'evoluzione delle tariffe del trasporto passeggeri, identiche e con aumenti fino al 150%. "La presunta intesa - dice l'autorità garante - avrebbe lo scopo di eliminare qualsiasi confronto competitivo, anche potenziale, tra gli operatori, e un ruolo determinante sarebbe attribuibile ai due operatori storici, Caronte & Tourist e Rfi, che avrebbero raggiunto nuovi equilibri in grado di soddisfare le esigenze di entrambi e di bloccare attuali ed eventuali nuovi concorrenti minori".
Fonte: http://www.lasiciliaweb.it/articolo/101408/sicilia/traghetti-piu-cari-del-150-lantitrust-apre-uninchiesta

lunedì 1 luglio 2013

COISP - No alla cancellazione delle scorte sui treni

La vigilanza nei convogli in alcune tratte ferroviarie della Sicilia è stata drasticamente diminuita con l'eliminazione del servizio di scorta della polizia ferroviaria. Lo ha reso noto il Coisp in una nota del segretario regionale, Alessandro Berretta. «Come è noto - scrive Berretta - le scorte dei treni a breve percorrenza vengono pianificate dal Compartimento Polfer per la Sicilia di Palermo! d'intesa con i responsabili del Presidio di Protezione Aziendale- Rete Ferroviaria Italiana, nel corso del comitato Territoriale e sulla base della riconosciuta "criticità dei convogli", in misura non fissa ma variabile nel tempo a seconda delle emergenze evidenziate, ed entro un tetto numerico prefissato in tutta la Regione. Il segretario regionale del Coisp chiede di ripristinare la sicurezza a bordo dei treni, quindi di rivedere le valutazioni fatte in ordine alla criticità dei convogli.
Il Coisp, su questo fronte, ha preannunciato anche manifestazioni presso i vari presidi regionali della Polizia Ferroviaria e delle sedi Trenitalia, «allo scopo di sollecitare un intervento superiore in modo da garantire la sicurezza dei viaggiatori, dei soggetti che lavorano a bordo dei treni e della stessa Istituzione della Polizia di Stato».
La Sicilia - Sabato 29 Giugno 2013 Catania (Cronaca) Pagina 34

Scongiurato lo stop dei collegamenti veloci nello Stretto di Messina, Aliscafi "salvati" in extremis, c'è la proroga

Messina. Un sospiro di sollievo, sul filo di lana, per centinaia di pendolari dello Stretto. E la buona notizia arriva da Roma. Il collegamento veloce con aliscafi oggi non sarà più sospeso. A confermare la notizia il deputato nazionale del Pdl, Vincenzo Garofalo, messinese, uno dei candidati sindaco alla recente tornata elettorale. «Dopo la rinuncia della Nlg all'appalto per il collegamento rapido tra Messina e Villa San Giovanni, sarà la Blufferies, la seconda compagnia ad aver presentato un'offerta più vantaggiosa, a garantire i collegamenti con Villa S. Giovanni, mentre la Ustica Lines provvederà a coprire quello con Reggio Calabria». Il deputato messinese, che ha lavorato ai «fianchi» del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha informato ieri pomeriggio dell'avvenuta proroga di sei mesi la Giunta comunale di Messina, guidata dal nuovo sindaco Accorinti. Per consentire di mettere a regime i collegamenti via aliscafo tra le due sponde, per qualche giorno sarà ancora Metromare a svolgere il servizio, prima che si «tuffino» nello Stretto le due nuove Compagnie. Il trasporto veloce dei passeggeri nello Stretto di Messina, quindi, è stato rinnovato per altri sei mesi, dall'1 luglio al 31 dicembre, seppur con una riduzione delle corse quotidiane. Notizia ufficializzata in serata, a Palazzo Zanca, al termine dell'incontro tra il sindaco di Messina, Renato Accorinti, gli assessori Gaetano Cacciola e Filippo Cucinotta, con i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Orsa, Ugl, Cub e Sasmant.
Salvatore Pernice -
La Sicilia - Sabato 29 Giugno 2013 I FATTI Pagina 6 

L'Ast perde utenti e tratte «Lavoratori senza certezze» Sciopero di 4 ore il prossimo 8 luglio

Palermo. Il prossimo 8 luglio incroceranno le braccia per 4 ore (dalle 9 alle 13) tutti i lavoratori Ast aderenti a Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati in conseguenza del mancato ascolto da parte dell'Ast (e della Regione, azionista della stessa) dei disservizi che colpiscono i dipendenti, il servizio e l'utenza. «L'a! zienda - spiegano i segretari Franco Spanò (Filt-Cgil), Amedeo Benigno (Fit Cisl) e Angelo Mattone (Uiltrasporti) - non ha ancora dato risposte alle richieste e alle denunce sulla condizione di incertezza vissuta dai lavoratori e sulla grave situazione finanziaria (pesano il mancato trasferimento regionale delle somme per il 2° trimestre 2013 e quello dei 20 milioni per la ricapitalizzazione, ndr). Negli ultimi mesi abbiamo perso oltre il 40% dell'utenza, l'autoparco è dissestato, gli abbonamenti sono calati di mille unità, gli stipendi vengono pagati in ritardo, e così pure i fornitori, e sono state abbandonate tratte ritenute redditizie. Temiamo per i livelli occupazionali».
Intanto continua l'assemblea permanente dei lavoratori nella sede della direzione generale di Palermo. «Abbiamo chiesto - affermano i sindacalisti - un incontro all'assessore regionale ai Trasporti, Antonino Bartolotta, per discutere del futuro di questa azienda, i lavoratori vogliono certezze».Massimo Gucciardo
La Sicilia -
Giovedì 27 Giugno 2013 I FATTI Pagina 10 

venerdì 28 giugno 2013

TRASPORTI - Salve le tratte marittime tra la costa siciliana e quella calabrese

Ngl coprirà la tratta Villa San Giovanni-Messina mentre il ministero ha individuato compagnia per la Messina-Reggio Calabria.
"Un problema completamente risolto", è quanto riferiscono l'assessore regionale calabrese ai Trasporti Luigi Fedele, insieme al collega siciliano,
Antonino Bartolotta riguardo l'imminente scadenza della convenzione che regola i servizi espletati da 'Metromare' sulle tratte Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni. Nella convulsa riunione di oggi nella sede romana del ministero dei Trasporti, infatti, i due assessori insieme al ministro hanno scongiurato il pericolo dell'interruzione del servizio di trasporto marittimo veloce di passeggeri tra la costa siciliana e quella calabrese. 
"La compagnia Ngl - ha dichiarato Fedele – si è aggiudicata i bandi di gara per l'espletamento dei servizi della tratta per cui il servizio continuerà senza subire alcun tipo di disagio. Si presentava, invece, più complessa la situazione legata al trasporto marittimo tra la città di Reggio Calabria e Messina. Ai bandi pubblicati dal ministero non ha partecipato, infatti, nessuna società di trasporto. Ma i vertici del ministero, su input anche del ministro Maurizio Lupi, hanno individuato una società di grande rilievo che dovrebbe, da qui a breve, garantire la continuità del servizio. Sulla base di queste garanzie, quindi, siamo fiduciosi che l'intera situazione possa evolversi in senso positivo già dalle prossime ore". 
Inoltre, Bartolotta e Fedele sono riusciti anche a incontrare il ministro. “A Lupi – dicono - abbiamo chiesto di fissare la data per un ulteriore appuntamento che avesse come finalità quella di approfondire la generale situazione dei trasporti dell'area integrata dello Stretto e, una volta superata la fase dell'attuale emergenza, come conseguente intento quello di definire gli interventi per garantire la continuità dei servizi per i prossimi anni".
Ven, 28/06/2013 - 16:53 - Marco Piscopo

giovedì 27 giugno 2013

Inaugurazione della fermata della Metropolitana di superficie Venerdì 28 giugno 2013

Ragusa - Dal 1995 giace in un cassetto lo studio di fattibilità della metropolitana di superficie di Ragusa, finanziato con i soldi dei cittadini ragusani e delle Ferrovie dello Stato.
Da Puntarazzi a Ibla la città avrebbe potuto usufruire di un trasporto ecologico, pubblico, collettivo che avrebbe rivoluzionato la mobilità interna. I poteri forti lo hanno impedito, scegliendo parcheggi in centro, spostando uffici in periferia, costringendo i ragusani all’uso dell’automobile e alle soste a pagamento, e imponendo alla città un forte inquinamento da idrocarburi e acustico.
La metropolitana di Ragusa, che si basa sull’utilizzo dell’esistente percorso ferroviario (17 km) interessante il tessuto urbano, è stata già finanziata 3 volte, e per 3 volte i soldi sono stati persi per la mancata progettazione.
L’anno scorso abbiamo inaugurato la fermata di via Colaianni; ora inauguriamo quella di Piazza Poste, nel punto esatto dove il treno l’attraversa a 40 metri di profondità. E’ un modo di sostenere la vertenza per potenziare le ferrovie iblee, rilanciare il trasporto pendolari, impedire la vendita delle aree dello scalo merci e lo smantellamento delle stazioni lungo la linea Siracusa-Gela.
CUB TRASPORTI - Comitato per il Rilancio della Ferrovia Iblea

Non ci sono 15 miliardi - Anche Parigi taglia i treni veloci

Quanto siano importanti i treni veloci lo dimostra la minaccia di Nizza di riunirsi all'Italia perché il governo di Parigi ha cancellato il progetto di alta velocità Nizza-Marsiglia. Scrive Stefano Montefiori sul «Corriere della sera»: «Fu l'arrivo del treno, il 18 ottobre 1864, a stringere davvero il legame di Nizza con la Francia. Ed è il treno oggi a provocare la crisi con Parigi, facendo volgere di nuovo gli sguardi oltre confine». L'idea di un asse Nizza-Genova ha ripreso vigore in Costa Azzurra dopo che la commissione governativa «Mobilité 21» ha bocciato il progetto dell'alta velocità Nizza-Marsiglia. La città di Garibaldi è l'unica dei grandi centri francesi a non essere toccato dal Tgv.
Nizza si trova a metà strada tra Marsiglia e Genova. Se non può avere il treno ad alta velocità verso Ovest, allora andrà bene un treno a velocità media verso Est di quelli a 200 all'ora invece che a 300 e passa. Il sindaco di Nizza, Estrosi, vuole rilanciare l'accordo già firmato a Genova l'anno scorso che prevede il raddoppio della linea Genova- Ventimiglia e il collegamento con Nizza entro il 2018. Mancano una quarantina di chilometri, l'obiettivo è unire le due città in un paio d'ore.
Perché Parigi non darà l'alta velocità sulla Nizza-Marsiglia? Ma perché costa 15 miliardi e in questo momento i soldi non ci sono. A questo punto c'è da chiedersi: perché Parigi e Roma si sono intestarditi a realizzare l'alta velocità Torino-Lione che costa più del doppio? Forse perché non vogliono dare l'impressione di darla vinta a quelli della Val di Susa che non vogliono l'alta velocità? Ma anche in questo caso i soldi non ci sono e bisognerà essere pragmatici, anche a costo di fare una brutta figura. Basta allungare il brodo, dare i finanziamenti a singhiozzo - e in questo i nostri governanti sono bravissimi - per non far capire che i violenti come i «No Tav» di Chiomonte ottengono quello che vogliono.
Adesso però consentiteci di tornare sulla questione Ponte sullo Stretto su cui dovrebbe passare l'alta velocità del Corridoio Helsinki-Palermo. Il Ponte costa solo poco più di un miliardo (il resto lo mettono i privati) da spalmare su dieci anni di lavori e invece il governo rischia di pagare un risarcimento che costerebbe più della stessa opera da realizzare. Vogliamo essere seri e valutare la situazione, in attesa che anche il nuovo sindaco di Messina, buddista «No Ponte», ci ripensi e quantomeno faccia un referendum?
Tony Zermo -
La Sicilia - Giovedì 27 Giugno 2013 monografica, pagina 20

Il metrò che non c'è. Il Cub oggi in piazza

Lo studio di fattibilità della metropolitana di superficie di Ragusa, conservato dal 1995 nei cassetti di Rete ferroviaria italiana e di qualche ufficio del Comune, sinora è rimasto un libro dei sogni e, soprattutto, il simbolo dell’incapacità politica di spendere soldi pubblici già stanziati. Ecco perché stamattina alle 11, in piazza Poste, il Cub trasporti e il Comitato per il rilancio della ferrovia iblea inaugurano, con un forte spirito di ironia e provocazione, un’altra fermata della Metropolitana di superfice mai realizzata a Ragusa, pur essendo stata finanziata per ben tre volte. Un anno fa i sostenitori di questo progetto, che da decenni si battono per portare a termine questo piano di mobilità urbana eco sostenibile, per giunta a costi risibili, avevano inaugurato la fermata di viale Colajanni. E se nemmeno la nuova amministrazione comunale di Ragusa intenderà mettere mano a questo studio di fattibilità - cosa che invece sarebbe possibile, visto che nella squadra assessoriale che si insedia oggi, c’è proprio l’ambientalista Claudio Conti che l’anno scorso è stato uno dei promotori della prima manifestazione provocatoria – è probabile che Cub e Comitato per il rilancio non si fermeranno con le provocazioni, sino a quando qualcuno non si intesterà davvero la battaglia. “Da Puntarazzi ad Ibla – scrivono i promotori in un volantino per coinvolgere la cittadinanza alla manifestazione odierna – la città di Ragusa avrebbe potuto usufruire di un trasporto ecologico, pubblico, collettivo che avrebbe rivoluzionato la mobilità interna. I poteri forti lo hanno impedito, scegliendo parcheggi in centro, spostando uffici in periferia, costringendo i ragusani all’uso dell’automobile e alle soste a pagamento, imponendo alla città un forte inquinamento da idrocarburi e acustico”.
ROSSELLA SCHEMBRI
La Sicilia - Giovedì 27 Giugno 2013 Ragusa, pagina 28

mercoledì 26 giugno 2013

La Stazione va rivalutata - Amoroso interviene sulla mancata emissione di biglietti e il deposito bagagli

Giardini. Il caso della pessima organizzazione della stazione ferroviaria di Villagonia, sarà oggetto di un'azione di sensibilizzazione da avviare nell'assemblea della cittadina naxiota.
«Effettuerò - ha affermato il presidente del Consiglio comunale, Mario Amoroso - un'iniziativa volta a sensibilizzare il comprensorio su uno stato di cose decisamente da non sottovalutare. Partiremo dal civico consesso giardinese per cercare di spronare le altre cittadinanze che fanno riferimento al punto di arrivo dei treni. La nostra iniziativa sarà sottoposta alle municipalità di Taormina e Castelmola».
Il grido d'allarme sull'organizzazione carente del punto di arrivo dei convogli era stato lanciato, nei giorni scorsi e adesso arrivano azioni concrete da parte degli organi istituzionali.
Varie sono le lamentele come la mancanza di un deposito bagagli funzionante. Quello automatizzato, dal 7 febbraio del 2011, non è attivo. Stando a quanti frequentano la zona è stato in attività solo poche settimane. Eppure spesso i turisti ne chiedono l'uso.
Difficile anche la situazione relativa all'emissione dei biglietti.
L'unico impiegato che adesso apre l'ufficio può coprire solo una parte della giornata. Poi si ha a disposizione la distribuzione dei biglietti automatica. In questo caso, spesso, le macchinette si guastano. Quando si verifica tale eventualità non rimane altro ai viaggiatori di "saltare" sul treno. In questo caso quanti si trovano in tale difficoltà rischiano la multa per non avere a disposizione il biglietto. La stazione di Taormina non è, infatti, tra le fermate dalle quali è possibile salire sul treno senza biglietto per poi pagarlo al controllore sul convoglio. Ma vi sono altre piccole pecche da non sottovalutare. Allo stato attuale delle cose rimangono in funzione l'ufficio turistico e quello della Polfer. Andrebbe incrementato il numero delle ore in cui rimane aperto il servizio informazioni dove ogni giorno piovono lamentele ma solo dalle 9 alle 14.
M. R. La Sicilia - Mercoledì 26 Giugno 2013 Prima Messina, pagina 23

ViaggiaTreno da oggi con un nuovo look

Da oggi ViaggiaTreno fornisce informazioni ancora più complete, perché riporta anche i provvedimenti adottati in fase operativa: cancellazioni totali o parziali di treni, soppressioni o aggiunte di fermate, deviazioni di percorso, cambiamenti di numerazione dei treni. Inoltre, per alcune stazioni, fornisce l'informazione sul binario reale di partenza o di arrivo, quello che viene confermato poco prima dell'ingresso del treno in stazione. Le spiegazioni sono presentate in modo semplice e con una grafica chiara ed intuitiva.
Come funziona
Esistono diverse modalità di fruizione del servizio.
Ricerca per linea
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martedì 25 giugno 2013

Trenitalia: nuovi treni e investimenti in vista. Anche in Sicilia?

STAMATTINA L'AD, MAURO MORETTI, HA PRESENTATO LA NUOVA FLOTTA DI MEZZI CHE POTENZIERA' I SERVIZI REGIONALI. E HA DESCRITTO IL GRUPPO COME IL MIGLIORE IN EUROPA IN TERMINI DI RISULTATI ECONOMICI E DI POTENZIALI SPESE. NULLA CHE RIGUARDI LA NOSTRA ISOLA. LA COLPA? SOPRATTUTTO DEL GOVERNO CHE NON SI BATTE PER AVERE LE RISORSE NECESSARIE A GARANTIRE IL CONTRATTO DI SERVIZIO

“Siamo un’azienda sana, abbiamo risanato i conti e abbiamo le risorse per potenziali investimenti in autofinanziamento”. Parole dell’amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti, pronunciate  oggi, durante la presentazione del nuovo treno elettrico regionale prodotto da Alstom , nello stabilimento di Savigliano, vicino Cuneo. 
Il contratto  ha un valore complessivo di 450 milioni per la realizzazione di 70 treni elettrici regionali che rafforzeranno il servizio regionale in Abruzzo, Calabria, Lazio, Marche, Piemonte e Umbria.   Trenitalia,  come ha ricordato l’ad,  ha investito circa 2,5 miliardi di euro nel trasporto regionale per l’acquisto di carrozze a doppio piano, locomotori ed elettrotreni.
E la Sicilia?  E’ proprio vero che per Moretti,  la nostra è l’Isola che non c’è?
A giudicare dalle condizioni dei treni regionali, di quelli che arrivano da Roma e Milano, dai ritardi e dai tagli alle tratte che, seppur ridimensionati, incidono non poco in termini di disagio per i pendolari, sembrerebbe proprio di si.
D’altronde non è una novità.  La Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’indudtria nel Mezzogiorno, ha calcolato che in materia di spesa infrastrutturale, le Ferrovie dello Stato destinano al Sud appena il 18% della loro spesa”
Nessuna si faccia illusioni dunque. Anche se Trenitalia vanta di essere l’azienda con i migliori conti d’Europa nel settore dei trasporti pubblici, come ha ricordato Moretti, è quasi certo che gli investimenti di cui ha parlato, saranno fatti ovunque tranne che in Sicilia.
Tutta colpa di Moretti? Certo che no. Come si suol dire a Palermo, ‘u pisci feti ra testa’. E la testa è quella della politica.
“Sicuramente Moretti potrebbe destinare nuovi treni alla Sicilia e ne avremmo un gran bisogno, questo è assodato. Trenitalia  è un’azienda di diritto privato ma appartenente, di fatto, al Pubblico, con una forma giuridica che imporrebbe, il rispetto di parametri di efficienza e di efficacia. - dice a LinkSicilia Giosuè Malaponti del Coordinamento regionale dei pendolari.
“La sua mission è quella di erogare un servizio sociale ai cittadini, tutti. Questa è la premessa. Ma c’è un altro aspetto da considerare. Non è strano che favorisca le regioni che hanno firmato il contratto di servizio. Noi, è questo si che è incredibile, siamo l’unica regione a non averlo ancora e questo ci penalizza fortemente”.
Già. La Sicilia è senza un contratto di servizio dal 2009. Come mai? “I responsabili sono chiaramente rintracciabili – sottolinea Malaponti – Abbiamo un governo nazionale che non ha ancora stornato le risorse necessarie, si parla di circa 90 milioni di euro e un governo regionale, prima con Lombardo ed ora con Crocetta che non sbatte i pugni per averli”. 
E, intanto, prendere il treno resta una odissea:
“Nel monitoraggio del mese di febbraio avevamo invitato il Presidente Crocetta e l’assessore alla mobilità Bartolotta a concordare un viaggio a bordo dei treni regionali per rendersi conto di persona delle condizioni in cui si trovano a viaggiare i pendolari siciliani. Attendiamo ancora una risposta”.
I risultati del monitoraggio?
1354 i treni totali monitorati sulla tratta Catania- Siracusa- Messina
- 26 i giorni complessivi del monitoraggio
- 7626 i minuti complessivi di ritardo, pari a 127 ore e 15 minuti, pari a 5 giorni circa
- 23 i treni soppressi per un totale di 1829 km/treno non effettuati.
Insomma, c’è poco da stare allegri. C’è solo da prendere atto che  il problema del  trasporto pubblico ferroviario  non è nell’agenda del governo regionale. Se così fosse si sarebbe intestato una battaglia epica per avere da Roma i soldi necessari a stipulare il contratto con Trenitalia. Non ci pare di avere sentito niente a riguardo.
L’unica cosa che sappiamo è che questa giunta siciliana, nella truffa relativa all’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto,  non solo ha accettato  una cifra ridicola, ovvero 49 milioni di euro (secondo le stime degli esperti sarebbero almeno 5 miliardi l’anno ), ma sarà pure detratta dai fondi per la perequazione infrastrutturale (articolo 38 dello Statuto).
In sintesi: il governo dell’Isola non si intesta la battaglia politica  per  ottenere le risorse necessarie a garantire i trasporti ferroviari in Sicilia , e ‘regala’  alla Capitale anche  i fondi destinati al territorio siciliano e alle sue infrastrutture. Meglio di così….
di Antonella Sferrazza (25/6/2013) www.linksicilia.it

Passaggio a livello, Tar dà ragione alla Rfi Calatabiano.

Ripresi i lavori per la soppressione della barriera. Intelisano: «Non ricorreremo al Cga»

Con la realizzazione dei relativi muretti in cemento armato sono ripresi nei giorni scorsi i lavori per la soppressione del passaggio a livello sulla Sp 186 (all'innesto con la Statale 114) in località Ponte-Borea.
Il Tar di Catania ha accolto la richiesta di sospensiva presentata da Rete ferroviaria italiana (Rfi), contro il provvedimento emesso dal Comune di Calatabiano lo scorso gennaio, con il quale il responsabile dell'Area tecnica, l'ing. Salvatore Faro, disponeva la demolizione delle opere realizzate da Rfi nell'ambito dei lavori di soppressione del passaggio a livello e il ripristino dell'originario stato dei luoghi.
«Abbiamo deciso - spiega Il sindaco di Calatabiano, Giuseppe Intelisano, in merito all'ordinanza di sospensiva del Tar - come Comune, dopo aver sentito l'avvocato dell'Ente, di non presentare ricorso al Cga avverso alla sospensiva, al fine di scongiurare, in caso di esito non favorevole, un danno erariale nei confronti dello stesso Comune. In ogni caso, voglio ribadire come il Tar abbia fissato la trattazione di merito del ricorso a maggio del 2014.
«Per ciò che riguarda la sicurezza del vicino sottopasso, nei giorni scorsi, in concomitanza con la ripresa dei lavori, abbiamo convocato una riunione a cui erano presenti la Provincia Regionale di Catania e Rfi, durante la quale è stata ribadita la proposta di realizzare o un sottopasso pedonale o, in alternativa, un sovrappasso con struttura metallica, per consentire ai residenti della frazione di Lapide di raggiungere agevolmente la fermata dei pullman».
Una riunione che è servita a mettere sul tavolo le tante criticità della bretella aperta al transito lo scorso novembre (tra le polemiche e le giustificate preoccupazioni degli abitanti della zona), che «sottopassa» la ferrovia e la Strada statale 114 per immettersi sulla via Torrente Zambataro, che è ancora priva di illuminazione e di adeguata segnaletica stradale.
Nel corso dell'incontro il vicesindaco di Calatabiano Antonino Moschella ha proposto la demolizione e la ricostruzione del tratto di muro lato monte in allineamento con i muri esistenti, in maniera tale da restituire la funzionalità delle vicine caditoie, garantendo nel contempo una maggior sicurezza ai pedoni e ai veicoli con la realizzazione del prolungamento del marciapiede.
Salvatore Trovato
La Sicilia - Martedì 25 Giugno 2013
Provincia, pagina 27

lunedì 24 giugno 2013

Il raddoppio ferroviario se serve va fatto

Vabbè che una cordata di architetti che ritenta puntualmente la scalata all'Ordine, nel programma elettorale, per essere in sintonia con il Governo e il trend nazionale, ha evitato perfino il termine " opere pubbliche" (e a chi gliele facciamo fare, le opere pubbliche, ai marziani?! O ai soliti noti?!) ma sulla ferrovia all'interno di Catania bisogna essere chiari: uopira pubblica iè. E c'è nel carniere un miliardo di euro.
Ora io credo che il sindaco Bianco, con cui l'anno scorso (il 23 giugno per l'esattezza, e c'era anche Stancanelli) abbiamo fatto il trenino di protesta contro Rfi attorno a Castello Ursino, debba fare un ragionamento spietato: se questo raddoppio ferroviario serve realmente a Catania e alla Sicilia, va fatto spostando tutto a monte di Catania, stazione compresa. Un miliardo (e altre risorse possono esser chieste come compensazione per la mancata realizzazione del Ponte) è la cifra disponibile, ed è atta allo scopo. Se non serve a Catania e alla Sicilia dacchè i treni viaggiano ormai vuoti, lo si metta a dormire e si pensi ad altro. Chiunque guardi i due tracciati - quello di Rfi e quello ‘alternativo' (pubblicati per l'ennesima volta su La Sicilia di oggi 19 giugno) si rende conto che entrambi sconquassano la città perforandola inutilmente e semiseppellendo la stazione ferroviaria (sogni vetero - modernisti...) non risolvendo il grave problema della curvatura dei binari e condannando la città a avere un rapporto sempre più nevrotico col mare.
Naturalmente, la stazione a monte si lega con l'altra importantissima storia della Tav (dico Tav, non treni a velocità light) del ! collegamento con Palermo. Siamo sempre lì: o è necessario unire la quinta e la nona città d'Italia - e in tal caso serve una direttissima per poterla percorrere almeno a 250kmh- o è meglio metterla a dormire. Dice un proverbio siciliano che "u signuri cci manna i viscotta a ccu non ci havi denti": quegli encomiabili connazionali della Val di Susa non vogliono sentir parlare di Tav perchè sconvolgerebbe un territorio fittamente antropizzato, delicatissimo, e noi, che al centro della Sicilia abbiamo argille che franano e territori abbandonati da est a ovest, non cogliamo l'occasione per farla qui, la Tav. Se vivesse Carlo Cattaneo.
Per non parlare della grande e modernissima stazione ferroviaria che, nel caso andasse in porto quanto da anni sostengo, potrebbe nascere a Librino... Senza bisogno di sotterrarla.
Ivan Castrogiovanni Architetto

La Sicilia - Sabato 22 Giugno 2013 Catania (Cronaca) Pagina 33 

venerdì 21 giugno 2013

giovedì 20 giugno 2013

Nodo Rfi, Bianco incontrerà l'assessore Bartolotta

Il no della città al progetto di raddoppio ferroviario
Enzo Bianco, neosindaco di Catania, rassicura i cittadini, la sovrintendenza e le associazioni e gli ordini degli Ingegneri e degli Architetti: il progetto di Rete ferrovie italiane per il «raddoppio ferroviario» da piazza Europa alla stazione di Acquicella, che prevedeva pesanti interventi su una parte del centro storico, «è stato definitivamente abbandonato». Lo ha detto ieri rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione del giuramento dei primi cinque assessori della sua Giunta.
«Opereremo con la massima velocità - ha assicurato Enzo Bianco - e già nei prossimi giorni, dopo averlo sentito e aver registrato la sua grande disponibilità, vedrò l'assessore regionale alle infrastrutture Nino Bartolotta per un incontro operativo sulla variante del progetto di raddoppio ferroviario Zurria-Acquicella nel tratto Stazione- Acquicella che evita pesanti interventi su una parte del centro storico». A scanso di equivoci, il sindaco ha ribadito che considera il raddoppio ferroviario «un'opera importantissima che darà lavoro e sviluppo alla città», ma non al prezzo della distruzione di palazzi settecenteschi che sorgono su aree archeologiche importanti. Ha poi ricordato come, nelle scorse settimane, il presidente della Regione Rosario Crocetta ha più volte affermato che il problema sarebbe stato risolto in tempi brevi.

Il progetto alternativo prevede la realizzazione del! doppio binario in galleria da piazza Europa fino ad Acquicella, interrando di 9 metri l'attuale stazione e seguendo il percorso fino al porto, sotto lo specchio di mare davanti alla Capitaneria per poi sbucare sulla terraferma a San Cristoforo, area costruita sopra la colata lavica del 1669, un terreno che, dunque, non conserva alcuna preesistenza archeologica. E ancora in galleria il doppio binario dovrebbe correre fino alla stazione di Acquicella evitando così di distruggere antichi palazzi, di devastare aree archeologiche, di scempiare il prospetto della città Barocca sugli archi della marina. Il progetto costa 116 milioni in più, ma è una spesa a tutela della città, un onere aggiuntivo dovuto ad un territorio che deve ospitare quest'opera per ripiego, visto che è stato valutato troppo costoso e rischioso realizzare il percorso da Messina a Palermo
P. L.
La Sicilia - Mercoledì 19 Giugno 2013 Catania (Cronaca) Pagina 24 

mercoledì 19 giugno 2013

Bianco blocchi il progetto. Inviti i responsabili regionali

Il 15 luglio è una tappa fondamentale nella lotta di tutta la città contro la proposta di raddoppio ferroviario di Rete ferrovie italiane (Rfi). A quella data Rfi dovrà presentare la valutazione comparata delle due proposte, la propria, quella contestata perché devasterebbe il nostro centro storico e la costa, e quella elaborata dall'ufficio del piano regolatore del! Comune e condivisa dalla sovrintendenza, dagli ordini degli Architetti e degli Ingegneri, dall'Ance, dalle associazioni ambientaliste e culturali catanesi e adesso da tutti i club services di città. La comparazione non potrà essere soltanto economica perché è acclarato che l'ipotesi voluta da tutta la cittadinanza è più costosa ed incide per 130 milioni in più. Il problema, dunque, va affrontato in termini più ampi e complessi.
Ricordiamo che la proposta di Rfi prevede l'interramento dell'attuale stazione centrale che dovrebbe essere realizzata a nove metri di profondità rispetto alla quota attuale. Da qui poi il doppio binario dovrebbe risalire sugli Archi della Marina attraverso una sorta di rampa parallela al «passiatore» che ne deturperebbe l'affaccio sul mare. Per limitare il forte impatto acustico, poi, sul viadotto è prevista la realizzazione di una calotta di plexiglas alta sette metri che scempierebbe il prospetto della città barocca cancellando dalla vista le! splendide facciate a mare di palazzo Biscari e dell'Arcivescovado. Poi, all'altezza delle pescheria il raddoppio dell'attuale binario unico implica lo sventramento di una parte preziosa della città romana e di quella ricostruita dopo l'eruzione del 1669 e il terremoto del 1693. E cioè piazza Currò, a ridosso delle terme romane dell'Indirizzo, mentre lungo via Zurria salterebbe un'altra parte delle mura di Carlo V e interi palazzi della città antica e così pure a ridosso di piazza Federico di Svevia dove è altamente probabile che gli scavi intercettino resti archeologici. Infine, all'arrivo alla stazione di Acquicella sarebbero rasi al suolo interi isolati. Una devastazione, una ferita ai progetti di valorizzazione del «fronte mare» e alla tutela della città Barocca dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'umanità. L'ennesima imposizione alla città che già nell'Ottocento si era opposta al progetto di realizzazione della ferrovia lungo la costa.
La proposta dell'ufficio del piano regolatore, sostenuta all'unanimità da tutta la cittadinanza, prevede, invece, il totale interramento della ferrovia che dalla stazione centrale dovrebbe correre sottoterra lungo il fronte del porto, davanti alla Capitaneria, e procedere fino ad intercettare le lave del 1669 nell'area di San Cristoforo dove, a quelle quote, è certo che non si troverà alcun resto archeologico, e da lì continuare fino ad Acquicella.
Il 15 luglio la valutazione comparata dei due progetti sarà presentata all'assessore regionale alle Infrastrutture Nino Bartolotta in vista della tappa cruciale del 31 ottobre quando la cabina di regia del Cis (il «Comitato interministeriale tecnico» della Presidenza del Consiglio deputato ad occuparsi delle grandi opere) deciderà il da farsi. Per questo sabato scorso i rappresentanti di tutti i club services e di Libera si sono incontrati con la sovrintendente Vera Greco nella chiesa di San Francesco Borgia per confermare la comune determinazione ad evitare lo scempio del nostro centro storico. Di qui la richiesta al neosindaco Bianco di fare propria questa battaglia già sostenuta ! da Stancanelli e di invitare a Catania, prima del 15 luglio, una deputazione dell'Ars perché chi dovrà decidere guardi con i propri occhi cosa significherebbe attuare il progetto che Rfi vorrebbe imporre. Nel febbraio scorso una delegazione catanese guidata dalla sovrintendente mostrò all'assessore Bartolotta un power point che mostrava gli effetti di questi eventuali lavori, ma verificare sul posto ha tutto un altro impatto. Il presidente della Regione Crocetta ha firmato l'accordo con lo Stato relativamente a tutto il corridoio europeo Messina-Palermo che in origine sarebbe dovuto passare lungo la dorsale tirrenica, soluzione poi scartata per la precarietà dei suoli e per gli alti costi. Di qui il ripiegamento sul percorso Catania-Palermo. Un'opera enorme per una spesa di oltre 2.000 miliardi, rispetto alla quale i 132 milioni in più necessari per la variante proposta dall'ufficio del piano sono un costo accettabile.
Rete ferrovie italiane sostiene di disporre subito ! soltanto di 116 milioni dei 500 assegnati dal Cipe per il raddoppio ferroviario di Catania e che con questa somma può realizzare soltanto il tratto Zurria-Acquicella, riservandosi di fare in un secondo momento quello Europa-Zurria. L'ipotesi alternativa, invece, presuppone che tutta l'opera sia portata avanti contestualmente e non spezzettata in due tratte una delle quali peraltro, l'interramento della stazione, potrebbe saltare del tutto dal momento che in questo tratto il doppio binario c'è già. Così Catania subirebbe oltre al danno le beffe. Per questo la sovrintendenza, le associazioni, gli ordini e i club services chiedono all'amministrazione Bianco di prendere posizione subito e di convincere la Regione perché la questione è tutta politica.
Pinella Leocata

La Sicilia - Lunedì 17 Giugno 2013 Catania (Cronaca) Pagina 33 

lunedì 17 giugno 2013

La difficile situazione delle ferrovie ragusane, la denuncia del Cub Trasporti e del Comitato della Ferrovia Iblea

Ragusa, 17 giugno 2013. Una campagna elettorale caratterizzata dall’inaugurazione dell’aeroporto di Comiso e dagli annunci dello sblocco dei finanziamenti per i nuovi lotti dell’autostrada Siracusa-Gela e per il raddoppio della Ragusa-Catania. Nessuna notizia sulla ferrovia, che rimane un tabù.
Ma mentre i nostri politici dormono o fingono di dormire, “lassù” qualcuno è ben sveglio e continua il lavoro sporco: avanzano le procedure per la vendita dello scalo merci di Ragusa; entra nel vivo la pianificazione della chiusura delle stazioni di Comiso e Acate, che verranno presto ridotte a pura linea, con la soppressione dei binari per gli incroci e le precedenze.
Il 7 marzo avevamo ottenuto un incontro con l’assessore Bartolotta per pianificare gli interventi sulla tratta Siracusa-Ragusa-Gela: trasporto studenti; blocco immediato della soppressione dei binari per incroci e precedenze, impedire la vendita degli scali merci, attivare le procedure per la metropolitana di superficie a Ragusa, avvio del treno del barocco. Era presente tutta la deputazione, che non si è però interessata per far partire il tavolo tecnico con RFI e Trenitalia, sui cui c’era l’impegno dell’assessore, per fare entrare nel vivo la discussione sulla nostra piattaforma. Più volte abbiamo richiesto ai deputati che si attivassero per fissare il tavolo; ci è stato anche promesso che si sarebbero riunito a Ragusa. Nulla è successo dal 7 marzo ad oggi: i 100 giorni della vergogna.
Il treno del barocco, annunciato come prossimo a partire dal 1° giugno al 30 agosto, si è rivelato un proclama elettorale, ovvero una presa per i fondelli. Lo abbiamo perso anche quest’anno.
Il trasporto studenti su treno per il quale ci siamo tanto spesi nel corso del 2012, avrebbe potuto decollare a settembre dello scorso anno; è finito anche quest’altro anno scolastico, e pare non interessi questa classe politica che, sia essa collocata al governo o all’opposizione, emana la stessa puzza di marcio doppiogiochismo. Siamo stanchi di questi soggetti, dei loro sorrisi e delle loro facce da circostanza; siamo stanchi di leggere le parole “ferrovia” e “metropolitana” nei programmi elettorali di gente che non ha voluto né la ferrovia né la metropolitana, che non si è spesa per questi obiettivi, nonostante gli impegni presi con la CUB, con i ferrovieri e con i cittadini.
Aprire l’aeroporto di Comiso e chiudere la stazione è da folli! Non guardare al di là del proprio naso e non capire che non c’è domani senza una mobilità ecocompatibile e pubblica, è da orbi.
La lotta non si ferma; cambia solo direzione. Il tempo ci darà ragione.
Venerdì 28 giugno, nel primo anniversario dell’inaugurazione della fermata della metropolitana di via Colajanni, verrà inaugurata la fermata della metropolitana di piazza Poste. Questa provocazione non è rivolta ai sordi della politica, ma ai cittadini stanchi di subire la prepotenza di una classe dirigente responsabile del disastro sociale e culturale in cui siamo immersi e da cui vogliamo uscire. Concludiamo con un passaggio, dall’assemblea del 5 gennaio 2002 presso la stazione di Ragusa, convocata dalla CUB contro la soppressione di 7 treni, del macchinista Giuseppe Costa: "Questa classe politica potrebbe essere ricordata sui libri di storia solo per la
cancellazione della ferrovia, simbolo di cultura, civiltà, progresso, sviluppo". 
Coordinamento provinciale CUB Trasporti
Comitato per il rilancio della ferrovia iblea

FERROVIE, INTERROGAZIONE PD: AL NORD I FRECCIA ROSSA, IN SICILIA I MINUETTI

NELL'ISOLA 1.378 KM FERROVIE, 1200 A BINARIO SINGOLO, 578 NON ELETTRIFICATI
(Public Policy) - Roma, 24 mag - È colpa di tutti. Della Sicilia, dello Stato, di Trenitalia e delle Ferrovie dello Stato. La situazione del trasporto ferroviario in Sicilia è quella di una regione che vive "in una condizione di vero e proprio isolamento geografico", e la difficoltà "nell'assicurare mobilità alle persone e ai soggetti economici della regione" è evidente.
Questi i toni di un'interrogazione del Pd in commissione Trasporti alla Camera, a prima firma della deputata palermitana Magda Culotta. Un'interrogazione che adesso chiede il conto al nuovo Governo e al neo ministro Maurizio Lupi sulla situazione infrastrutturale dell'isola.
I NUMERI
A fronte di "1.378,4 chilometri di rete ferrata, 1.200 sono ancora a singolo binario e 578 non elettrificati [...] A dispetto di altre regioni la Sicilia investe solo lo 0,06% nel settore ferroviario". E ancora: "Ad oggi, nonostante i decreti legislativi n.422 del 1997 e n.400 del 1999 che trasferiscono la competenza del trasporto pubblico alle singole regioni, la Sicilia non se ne è fatta ancora carico". Ad oggi, inoltre, "non è stato ancora sottoscritto nessun contratto di servizio Trenitalia-Regione".
I TAGLI E LE SCELTE NAZIONALI
Poi c'è il taglio del 30% dei treni deciso da Trenitalia e oggetto di diversi incontri istituzionali (alcune soppressioni potrebbero verificarsi già da giugno) contestato dai diversi comitati di pendolari siciliani: "Le scelte di Trenitalia - si legge nell'interrogazione - hanno condotto al taglio di un'ottantina di treni feriali dal 2009 ad oggi".
Più in generale, gli interroganti criticano le scelte nazionali di Fs, con "la messa in esercizio dei treni alta velocità Freccia Rossa nelle sole tratte del centro Nord, incrementando ulteriormente lo squilibrio degli standard di servizio con il Sud del Paese".
I "MINUETTI"
Si tratta di treni commissionati da Trenitalia nei primi anni Duemila, pensati per sostituire le automotrici di vecchia generazione su tratte suburbane, regionali ed interurbane. Il problema, sottolineano i deputati del Pd nella loro interrogazione, è che sono "assolutamente non adatti a coprire lunghe tratte tipo la Palermo-Messina e spesso fermi per guasti; a questo si aggiunga la carenza nel funzionamento del condizionamento". Inoltre si tratta "dell'unico materiale rotabile messo a disposizione della direzione regionale Sicilia". Per farsi un'idea basterebbe un viaggio sulla Palermo-Trapani: "Vi transitano - si legge - 10 minuetti diesel in alternanza alle automotrici 668 (treni costruiti tra il 1956 e il 1983; Ndr) [...] le linee sono spesso a binario unico, non elettrificate e i treni che vi transitano sono solo i vecchi diesel".
I PULLMAN
"I collegamenti regionali su ferrovia sono ridotti - incalzano i deputati Pd - a ogni cambio dell'orario dei treni (estivo/invernale) e sostituiti, nonostante i costi energetici più elevati, con servizi pullman, determinando l'intasamento di strada e autostrade regionali e la compromissione della sicurezza stradale".
LE RICHIESTE A LUPI
Che iniziative intende assumere il neo ministro dei Trasporti Maurizio Lupi per assicurare "l'immediato potenziamento dei cosiddetti 'rami secchi' (le linee secondarie che secondo le Fs sono in perdita e che hanno un bacino di utenza tale da non giustificare il mantenimento dell'esercizio; Ndr); lo sblocco dei lavori di raddoppio fermi da anni; il potenziamento del numero di corse"? E ancora: "Quali politiche nazionali di sistema e quali iniziative concrete intende adottare al fine di operare una puntuale ricognizione sullo stato dei lavori di ammodernamento delle infrastrutture e della rete ferroviaria siciliana"? Infine: "Vista l'assenza di un contratto di servizio Trenitalia-Sicilia", chiedono gli interroganti, Lupi è "a conoscenza dell'eventuale applicazione di penali a Trenitalia in Sicilia per i ritardi, le soppressioni, la mancanza di pulizia, e, se confermate, qual è la loro entità e l'utilizzo conseguente delle somme stornate"?
A Lupi - che in Parlamento illustrando le linee programmatiche del suo ministero ha parlato molto di Tav e poco di linee regionali - la risposta. (Public Policy)
GAV

domenica 16 giugno 2013

Giampilieri-Fiumefreddo, raddoppio ferroviario miraggio

Quaranta chilometri... infiniti, con un solo binario.
La mancata realizzazione del doppio binario ferroviario, nella tratta Giampilieri-Fiumefreddo, continua a rappresentare, al di là dell'aspetto viario e delle notevoli perdite di tempo negli scambi delle viarie stazioni, un grave problema anche per lo sviluppo turistico di tutto il comprensorio jonico.
L'importante programmazione e costruzione! dell'opera, attesa da circa un trentennio, non riesce a decollare, mentre il trasporto ferrato sulla tratta Messina-Catania, continua a evidenziare tempi di percorrenza vicini a quelli dell'inizio dello scorso secolo.
Le proteste dei numerosi pendolari, che giornalmente impiegano troppo tempo per raggiungere i vari centri della riviera jonica e le città di Messina e Catania, ormai non si contano più, perché stanchi delle continue prese in giro per quanto riguarda il finanziamento di questi circa 40 chilometri (il tratto Giampilieri-Fiumefreddo) di linea ferrata, dove ancora manca il doppio binario.
Nello stesso segmento sono previste anche le stazioni di S. Alessio e dell'Alcantara, strutture che dovrebbero dare maggiore impulso alle attività turistiche di questo vasto comprensorio. Purtroppo, però, in questo momento, il doppio binario continua a rimanere una delle grandi incompiute della zona jonica.
Infatti, malgrado sia trascorso ormai circa un secolo e mezzo dall'inaugurazione della prima linea ferrata di questo vasto! comprensorio, la tratta si presenta ancora con un solo binario.
Ciò non fa altro che rallentare notevolmente il trasporto ferroviario con evidenti disagi giornalieri per pendolari e vacanzieri.
A ciò si devono aggiungere anche i numerosi rischi che si corrono su questa tratta, a causa dell'attuale posizione del binario, soprattutto nei casi di calamità naturale.
Pippo Trimarchi

La Sicilia - Venerdì 14 Giugno 2013 Prima Messina Pagina 25