Treno
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delle ore
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Da
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A
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Ritardo in minuti
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1
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3866
|
5.05
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Siracusa
|
Messina
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12
|
2
|
12866
|
5.10
|
Catania
|
Messina
|
5 anticipo
|
3
|
8575
|
5.20
|
Taormina
|
Siracusa
|
5
|
4
|
3865
|
5.25
|
Messina
|
Siracusa
|
86
|
5
|
12868
|
5.46
|
Catania
|
Messina
|
19
|
6
|
12865
|
5.50
|
Messina
|
Catania
|
21 e soppresso
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7
|
8576
|
6.00
|
Catania
|
Fiumefreddo
|
2 anticipo
|
8
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8580
|
6.05
|
Siracusa
|
Taormina
|
5
|
9
|
3868
|
6.30
|
Siracusa
|
Messina
|
25
|
10
|
1955
|
6.35
|
Messina
|
Siracusa
|
47
|
11
|
12867
|
6.45
|
Messina
|
Catania
|
7
|
12
|
12870
|
6.45
|
Catania
|
Messina
|
35
|
13
|
8577
|
6.47
|
Fiumefreddo
|
Bicocca
|
15
|
14
|
8579
|
7.12
|
Taormina
|
Catania
|
24
|
15
|
722
|
7.33
|
Siracusa
|
Messina
|
32
|
16
|
12869
|
8.00
|
Messina
|
Catania
|
17
|
17
|
8581
|
8.32
|
Taormina
|
Catania
|
5
|
18
|
3870
|
8.45
|
Siracusa
|
Messina
|
19
|
19
|
12871
|
9.40
|
Messina
|
Catania
|
14
|
Il blog raccoglie informazioni sul trasporto pubblico in genere, ed in maniera approfondita sul trasporto e le infrastrutture ferroviarie siciliane. Tutti i pendolari che si muovono in Sicilia con il treno possono segnalare disservizi, disagi, e/o suggerimenti sul nostro sito www.comitatopendolari.it, per migliorare le condizioni di trasporto. COLLABORA ANCHE TU...PER UN SERVIZIO MIGLIORE
giovedì 17 gennaio 2013
Pendolari Siciliani infuriati: su 19 treni 16 in ritardo
La situazione del trasporto
pubblico ferroviario non è più tollerabile. Il diritto alla mobilità deve
essere garantito dalle istituzioni, non dalle aziende di trasporto. Tempi duri
per i pendolari che utilizzano il treno sulla Messina-Catania-Siracusa. Oggi 17
gennaio 2013 sui primi 19 treni del mattino ( dalle ore 5.05 alle ore 9.40) che
percorrono la Messina-Catania-Siracusa e viceversa, 16 sono i treni
che hanno avuto un ritardo tra 5 e 86 minuti, uno soppresso e due in anticipo
tra 2 e 5 minuti. Questi i treni nel dettaglio:
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venerdì 11 gennaio 2013
Coordinatore Pendolari «Treni e disagi Crocetta trovi una soluzione»
«Le problematiche che al momento affliggono tutto il territorio siciliano e che
coinvolgono quotidianamente oltre 50.000 pendolari del trasporto ferroviario
che si spostano per motivi di lavoro, studio o altro, sono molte e di diversa
natura»: a parlare è Gosuè Malaponti attuale coordinatore dei pendolari
siciliani (Comitato Pendolari Me-Ct-Sr, Comitato Pendolari S. Agata Milit!
ello-Messina, Comitato Pendolari Caltagirone-Gela e Pendolari Ragusa).
«Vorrei ora - aggiunge Malaponti - richiamare l'attenzione del neo Governo
regionale su due articoli dello statuto speciale della Regione Sicilia e
precisamente l'articolo 17 e l'articolo 22.
Alla luce di quanto è previsto nei suddetti articoli, chiediamo al presidente Crocetta di voler intervenire su alcune problematiche che paralizzano la Sicilia ormai da parecchio tempo. Ecco l'elenco: diritto alla continuità territoriale (ferroviaria-marittima-aerea) quasi del tutto inesistente; contratto di servizio per il trasporto ferroviario a oggi non ancora sottoscritto; mancato rispetto dell'accordo sottoscritto da parte di Trenitalia con la Regione Sicilia nel giugno 2007, che prevedeva l'aumento del 7% delle tariffe per finanziare più treni; l'aggiunta di posti a sedere negli Intecitynotte da Siracusa e da Palermo».
«E poi ancora il recupero di tutti i treno/km non effettuati dal 2004 a oggi, cos! ì come previsto dal piano di ammortamento per il cofinanziamen! to dei treni Minuetto, l'attuazione del Piano Regionale dei Trasporti e della mobilità già approvato nel 2002, la mancanza di un piano di trasporto intermodale per raccordare più modi di trasporto, fattore rilevante all'interno delle politiche volte a favorire la mobilità sostenibile urbana ed extraurbana».
Malaponti passa poi alla questione delle infrastrutture per cui, si chiede un intervento immediato ed incisivo per il completamento dei restanti 42 km del raddoppio ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri dell'asse Messina-Catania-Siracusa, finanziato dal 2005 dal Cipe (1970 milioni di euro) e mai realizzato; l'ammodernamento e la velocizzazione del tracciato esistente della Catania-Palermo, nonostante già finanziato con 30 milioni di euro dal Cipe ed inserito nel Contratto di Programma di Rete Ferroviaria Italiana del 2010 e non l'opera faraonica del raddoppio; la riattivazione della linea Caltagirone-Niscemi-Gela, da oltre un anno chiusa a causa del crollo del ponte; i! l completamento del raddoppio ferroviario Fiumetorto-Castelbuono»
«Mi sembra giusto chiedere - conclude il coordinatore - alla politica siciliana, di conoscere quali saranno le richieste di intervento a tutela e salvaguardia della continuità territoriale, del trasporto ferroviario regionale e del trasporto universale da e per il nord che, già in Sicilia, è quasi del tutto inesistente. e quanto ci spetta di diritto, così come viene sancito dalla Costituzione all'articolo 3, all'articolo 16 e all'articolo 117».
Alla luce di quanto è previsto nei suddetti articoli, chiediamo al presidente Crocetta di voler intervenire su alcune problematiche che paralizzano la Sicilia ormai da parecchio tempo. Ecco l'elenco: diritto alla continuità territoriale (ferroviaria-marittima-aerea) quasi del tutto inesistente; contratto di servizio per il trasporto ferroviario a oggi non ancora sottoscritto; mancato rispetto dell'accordo sottoscritto da parte di Trenitalia con la Regione Sicilia nel giugno 2007, che prevedeva l'aumento del 7% delle tariffe per finanziare più treni; l'aggiunta di posti a sedere negli Intecitynotte da Siracusa e da Palermo».
«E poi ancora il recupero di tutti i treno/km non effettuati dal 2004 a oggi, cos! ì come previsto dal piano di ammortamento per il cofinanziamen! to dei treni Minuetto, l'attuazione del Piano Regionale dei Trasporti e della mobilità già approvato nel 2002, la mancanza di un piano di trasporto intermodale per raccordare più modi di trasporto, fattore rilevante all'interno delle politiche volte a favorire la mobilità sostenibile urbana ed extraurbana».
Malaponti passa poi alla questione delle infrastrutture per cui, si chiede un intervento immediato ed incisivo per il completamento dei restanti 42 km del raddoppio ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri dell'asse Messina-Catania-Siracusa, finanziato dal 2005 dal Cipe (1970 milioni di euro) e mai realizzato; l'ammodernamento e la velocizzazione del tracciato esistente della Catania-Palermo, nonostante già finanziato con 30 milioni di euro dal Cipe ed inserito nel Contratto di Programma di Rete Ferroviaria Italiana del 2010 e non l'opera faraonica del raddoppio; la riattivazione della linea Caltagirone-Niscemi-Gela, da oltre un anno chiusa a causa del crollo del ponte; i! l completamento del raddoppio ferroviario Fiumetorto-Castelbuono»
«Mi sembra giusto chiedere - conclude il coordinatore - alla politica siciliana, di conoscere quali saranno le richieste di intervento a tutela e salvaguardia della continuità territoriale, del trasporto ferroviario regionale e del trasporto universale da e per il nord che, già in Sicilia, è quasi del tutto inesistente. e quanto ci spetta di diritto, così come viene sancito dalla Costituzione all'articolo 3, all'articolo 16 e all'articolo 117».
- La Sicilia - Mercoledì 09 Gennaio 2013 Catania (Cronaca)
Pagina 26
Chiusi edicola, bar e negozi. Benvenuti alla stazione fantasma
«Catania centrale» Il
triste declino dello scalo ferroviario di piazza Giovanni XXIII iniziato con la
soppressione dei treni a lunga percorrenza. Resiste solo il tabaccaio. I disagi
per lavoratori e studenti gli unici che utilizzano il treno.
L'edicola è chiusa. Chi vuole prendere un caffè, per tenersi
sveglio prima della partenza, deve rivolgersi al chiosco nella vicina piazza
Giovanni XXIII. Stesso discorso per coloro che vogliono comprare un giornale.
Più complessa, invece, la situazione per chi desidera affittare un'auto oppure
comprare un profumo.
Questo è il quadro della "Stazione Centrale" di Catania in un giorno qualunque della settimana. Nessun servizio, nessun punto di
ristoro ed informazioni con il contagocce. I più fortunati sono i fumatori che
hanno la possibilità di comprare le sigarette nell'unico negozio che resta
ancora aperto all'interno dell'edificio.
La Stazione resta così vittima di un processo di desertificazione dei servizi. Un luogo dove la crisi si è fatta sentire. Eccome. Qui l'unica area affollata è la sala d'attesa. Poi, passato il treno, non resta quasi più nessuno. Sono soprattutto lavoratori e studenti fuori sede quelli che lamentano uno scalo dove i disagi sono sotto gli occhi di tutti: «Sembra di essere in una stazione di qualche paesino sperduto dell'entroterra siciliano e non in una grande città come Catania - spiega l'universitario Federico Di Gregorio - da qui fino a Furci Siculo il viaggio è molto lungo. L'attesa del treno diventa noiosa e per ammazzare il tempo bisogna portarsi delle riviste da casa».
«I negozi chiusi danno ! un senso di abbandono - gli fa eco Roberta Moschella, dipendente di un albergo a Taormina - la "Centrale" avrebbe bisogno di una rivalutazione anche strutturale. Il motivo? Le uscite transennate, con i vetri rotti, che impressione possono dare ai turisti che vengono in città per la prima volta? ».
Gli spazi commerciali della struttura sono gestiti dalla "Centostazioni" (Gruppo FS Italiane) che spiega come «la chiusura di alcuni esercizi commerciali, presso la stazione di Catania, si inserisce nel quadro di crisi economica che sta investendo il Paese, con ricadute anche nel settore commerciale. Proprio in considerazione del particolare momento, l'azienda sta valutando soluzioni e proposte più flessibili, per venire incontro alle esigenze dei potenziali partner». Purtroppo la soppressione dei treni a lunga percorrenza ("Catania- Milano", "Torino-Siracusa" e "Siracusa-Venezia" su tutti), il complessivo ridimensionamento dei collegamenti con il resto d'Italia, il taglio dei convogli notturni e i lunghissimi tempi di percorrenza non rende appetibile l'utilizzo del traffico su rotaie. Qui l'ultima volta che la stazione e l'utilizzo dei treni ha fatto registrare il "soldout" è stato nel 2010. Quando, a causa della nube del vulcano islandese, furono cancellati tutti i voli nello scalo di "Fontanarossa". Il traffico su binari o gomma era l'unica alternativa agli aerei. Da allora il nulla.
La conseguenza inevitabile è che la "Stazione Centrale" paga un prezzo altissimo in termini di servizi ed utenza. La gente insomma preferisce muoversi con i voli "low cost" o con gli autobus a lunga percorrenza. Per i commercianti dello scalo di Catania si chiude così un'epoca e, con i costi di affitto alle stelle, molti hanno già abbassato la saracinesca. Gli ultimi a chiudere bottega sono stati il bar e l'edicola lo scorso maggio. C'è rimasto il tabaccaio. Un "sopravvissuto" che potrebbe avere, però, le ore contate.«La "Catania Centrale" ha progressivamente perso "appeal" agli occhi della gente - sottolinea l'imprenditore Cristiano Ragusa - ogni giorno qui arrivano e partono migliaia di persone che non trovano i servizi basilari. Dovrebbe migliorare l'intera struttura per poter risolvere i problemi di sempre. Oggi in Sicilia viaggiare sui treni è un'odissea ma, con la stazione in completo stato di abbandono, lo scalo è destinato ad una morte certa. Per rendersene conto - prosegue Ragusa - basta guardare il monumento della vecchia locomotiva. Un simbolo quasi completamente corroso dalla ruggine e, fino a poco tempo fa, utilizzato come riparo notturno dai senza tetto». Damiano Scala
La Stazione resta così vittima di un processo di desertificazione dei servizi. Un luogo dove la crisi si è fatta sentire. Eccome. Qui l'unica area affollata è la sala d'attesa. Poi, passato il treno, non resta quasi più nessuno. Sono soprattutto lavoratori e studenti fuori sede quelli che lamentano uno scalo dove i disagi sono sotto gli occhi di tutti: «Sembra di essere in una stazione di qualche paesino sperduto dell'entroterra siciliano e non in una grande città come Catania - spiega l'universitario Federico Di Gregorio - da qui fino a Furci Siculo il viaggio è molto lungo. L'attesa del treno diventa noiosa e per ammazzare il tempo bisogna portarsi delle riviste da casa».
«I negozi chiusi danno ! un senso di abbandono - gli fa eco Roberta Moschella, dipendente di un albergo a Taormina - la "Centrale" avrebbe bisogno di una rivalutazione anche strutturale. Il motivo? Le uscite transennate, con i vetri rotti, che impressione possono dare ai turisti che vengono in città per la prima volta? ».
Gli spazi commerciali della struttura sono gestiti dalla "Centostazioni" (Gruppo FS Italiane) che spiega come «la chiusura di alcuni esercizi commerciali, presso la stazione di Catania, si inserisce nel quadro di crisi economica che sta investendo il Paese, con ricadute anche nel settore commerciale. Proprio in considerazione del particolare momento, l'azienda sta valutando soluzioni e proposte più flessibili, per venire incontro alle esigenze dei potenziali partner». Purtroppo la soppressione dei treni a lunga percorrenza ("Catania- Milano", "Torino-Siracusa" e "Siracusa-Venezia" su tutti), il complessivo ridimensionamento dei collegamenti con il resto d'Italia, il taglio dei convogli notturni e i lunghissimi tempi di percorrenza non rende appetibile l'utilizzo del traffico su rotaie. Qui l'ultima volta che la stazione e l'utilizzo dei treni ha fatto registrare il "soldout" è stato nel 2010. Quando, a causa della nube del vulcano islandese, furono cancellati tutti i voli nello scalo di "Fontanarossa". Il traffico su binari o gomma era l'unica alternativa agli aerei. Da allora il nulla.
La conseguenza inevitabile è che la "Stazione Centrale" paga un prezzo altissimo in termini di servizi ed utenza. La gente insomma preferisce muoversi con i voli "low cost" o con gli autobus a lunga percorrenza. Per i commercianti dello scalo di Catania si chiude così un'epoca e, con i costi di affitto alle stelle, molti hanno già abbassato la saracinesca. Gli ultimi a chiudere bottega sono stati il bar e l'edicola lo scorso maggio. C'è rimasto il tabaccaio. Un "sopravvissuto" che potrebbe avere, però, le ore contate.«La "Catania Centrale" ha progressivamente perso "appeal" agli occhi della gente - sottolinea l'imprenditore Cristiano Ragusa - ogni giorno qui arrivano e partono migliaia di persone che non trovano i servizi basilari. Dovrebbe migliorare l'intera struttura per poter risolvere i problemi di sempre. Oggi in Sicilia viaggiare sui treni è un'odissea ma, con la stazione in completo stato di abbandono, lo scalo è destinato ad una morte certa. Per rendersene conto - prosegue Ragusa - basta guardare il monumento della vecchia locomotiva. Un simbolo quasi completamente corroso dalla ruggine e, fino a poco tempo fa, utilizzato come riparo notturno dai senza tetto». Damiano Scala
- La Sicilia - Mercoledì
09 Gennaio 2013 Catania (Cronaca) Pagina 26
domenica 6 gennaio 2013
Lettera aperta al Presidente Crocetta sulle priorità del trasporto pubblico ferroviario e delle infrastrutture in Sicilia.-
Al Signor Presidente della
Regione Siciliana On. Rosario Crocetta
All’Assessore Regionale
delle Infrastrutture e della Mobilità Avv.Nino Bartolotta
Ai Signori Deputati
all’ARS
Al Dipartimento delle
Infrastrutture e della Mobilità Dirigente Generale Avv. Vincenzo Falgares
Al Dipartimento delle
Infrastrutture e della Mobilità Servizio 4°
Trasporto regionale Ferroviario
Oggetto: Le priorità del trasporto pubblico ferroviario e delle
infrastrutture in Sicilia.-
Quale coordinatore dei pendolari siciliani
(Comitato Pendolari Me-Ct-Sr, Comitato Pendolari S.Agata Militello-Messina,
Comitato Pendolari Caltagirone-Gela e Pendolari Ragusa), ho il dovere di
rappresentarLe la necessità di portare avanti politiche sempre più incisive per
favorire lo sviluppo infrastrutturale e la mobilità, intesa come trasporto
efficiente ed efficace, ribadendo l’importanza strategica del trasporto
pubblico ferroviario in una regione come la Sicilia, partendo dai piccoli
risultati per arrivare alle grandi opere.
Le problematiche che al momento affliggono tutto il
territorio siciliano e che coinvolgono giornalmente oltre 50.000 utenti-pendolari
del trasporto ferroviario che si spostano per motivi di lavoro, studio o altro,
sono molte e di diversa natura.
Premesso ciò, desidero richiamare l’attenzione del neo
Governo regionale su due articoli dello Statuto Speciale della Regione Sicilia
e precisamente l’articolo 17 e l’articolo 22.
Alla luce di quanto è previsto nei suddetti articoli,
Le chiediamo Ill.mo Presidente di voler intervenire su alcune problematiche che
paralizzano la nostra Sicilia ormai da parecchio tempo:
§ Il diritto alla continuità territoriale
(ferroviaria-marittima-aerea) quasi del tutto inesistente;
§ Il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario
ad oggi non ancora sottoscritto;
§ Il mancato rispetto dell’accordo sottoscritto da parte
di Trenitalia con la Regione Sicilia nel giugno 2007, che prevedeva l’aumento
del 7% delle tariffe per finanziare più treni;
§ L’aggiunta di posti a sedere negli Intecitynotte da
Siracusa e da Palermo;
§ Il recupero di tutti i treno/km non effettuati dal
2004 ad oggi, così come previsto dal piano di ammortamento per il
cofinanziamento dei treni Minuetto
§ L’attuazione del Piano Regionale dei Trasporti e della
Mobilità già approvato nel 2002;
§ La mancanza di un piano di trasporto intermodale per raccordare più modi di trasporto, fattore
rilevante all'interno delle politiche volte a favorire la mobilità
sostenibile urbana ed extraurbana.
Per
quanto riguarda la questione delle infrastrutture, si chiede un intervento immediato
ed incisivo per:
§ Il completamento dei restanti 42 km del raddoppio
ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri dell’asse Messina-Catania-Siracusa,
finanziato dal 2005 dal Cipe (1970 milioni di euro) e mai realizzato;
§ L’ammodernamento e la velocizzazione del tracciato
esistente della Catania-Palermo, nonostante già finanziato con 30 milioni di
euro dal Cipe ed inserito nel Contratto di Programma di Rete Ferroviaria
Italiana del 2010 e non l’opera faraonica del raddoppio;
§ La riattivazione della linea Caltagirone-Niscemi-Gela,
da oltre un anno chiusa a causa del crollo del ponte;
§ Il completamento del raddoppio ferroviario Fiumetorto-Castelbuono.
Mi sembra giusto chiedere, alla politica siciliana, di
conoscere quali saranno le richieste di intervento a tutela e salvaguardia
della continuità territoriale, del trasporto ferroviario regionale e del trasporto
universale da e per il nord che, già in Sicilia, è quasi del
tutto inesistente.
Da sottolineare che le scelte fino ad ora attuate
dalle Ferrovie dello Stato, rendono l'intero gruppo complice del ritardo dello
sviluppo delle aree del Sud Italia e dell'accrescersi del divario con le
regioni settentrionali e con il resto d'Europa, che sarà sempre più difficile
colmare in futuro.
Ritengo inaccettabile la situazione di cui sopra e un
Governo responsabile e attento non può e non deve assistere indifferente, ma ha
l'obbligo di dare ai suoi cittadini risposte concrete e tangibili.
E'
questo il momento in cui deve prevalere il senso di responsabilità dei nostri
Amministratori nei confronti del Popolo siciliano, in considerazione del fatto
che non venga ulteriormente penalizzato il nostro territorio, e di iniziare
tutti assieme a chiedere quanto ci spetta di diritto, così come viene sancito
dalla Costituzione all’articolo 3, all’articolo 16 e
all’articolo 117.
Il
territorio siciliano non appartiene né alla politica di destra né a quella di
sinistra, ma è dovere della politica garantire ai Siciliani lo sviluppo
economico, sociale e infrastrutturale pari al resto d’Italia.
Ritengo opportuno che le Istituzioni, in
collaborazione con i molti utenti del trasporto ferroviario, con le
associazioni di categoria e i sindacati, incomincino a programmare un servizio
più vicino all’utenza, ed in modo particolare all’utenza pendolare che
giornalmente è costretta a fare enormi sacrifici per raggiungere il proprio
luogo di lavoro, studio o altro.
Non ritengo giusto che a piangerne le conseguenze per
i disservizi creati da un trasporto pubblico ferroviario carente, sia nella
qualità che nelle infrastrutture, siano sempre le fasce sociali più deboli e di
conseguenza la società in generale, quando un’attenta politica ai fabbisogni
del territorio dovrebbe garantire pari dignità e diritti ai suoi cittadini.
Alla luce di quanto esposto, cosa intende fare la
Regione Siciliana in materia di trasporto pubblico ferroviario nell’immediato?
Certo di un Suo autorevole intervento e disponibile ad
un incontro porgo, a nome dei pendolari che rappresento, cordiali saluti.
Giosuè
Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani
Comitato Pendolari
Me-Ct-Sr - Comitato Pendolari Sant’Agata Militello-Messina - Comitato Pendolari Ragusa - Comitato Pendolari
Caltagirone-Gela
Treni Sicilia: più viaggiatori, meno servizi. In aumento i passeggeri, ma peggiorano le condizioni. Fit-Cisl: «Con pochi milioni importanti infrastrutture»
Palermo. Aumenta il traffico ferroviario passeggeri, ma il contratto di
servizio tra la Regione e Trenitalia resta un miraggio. Il 2012, secondo i dati
diffusi dalla Fit-Cisl, ha fatto registrare un +35%. I siciliani che ogni
giorno, dal lunedì al venerdì, hanno scelto di p! rendere un treno sono passati
dai 28 mila del 2011 ai 40 mila dello scorso anno.
È uno degli effetti dei continui rincari sul costo di benzina e gasolio, che hanno indotto molti viaggiatori a lasciare l'automobile sotto casa e a spostarsi maggiormente in treno. «Alla luce dell'incremento del traffico passeggeri - denuncia Mimmo Perrone, segretario regionale Fit-Cisl Mobilità - Trenitalia non ha migliorato collegamenti e servizi, e più in generale, non ha destinato risorse aggiuntive per gli investimenti. I siciliani quindi viaggiano di più in treno, ma in condizioni sempre peggiori».
Intanto, entro la fine del mese il presidente della Regione, Rosario Crocetta, dovrebbe andare a Roma per chiudere l'accordo sull'alta velocità Catania-Palermo, tratta ferroviaria che oggi è percorsa da un solo treno non-stop. Treno che, per fare la spola tra le due città, costa 800mila euro all'anno.
Un caso emblematico che mette in risalto una delle tante carenze del trasporto ferroviario siciliano: la mancanza di quello che in gergo viene chiamato materiale rotabile. Sempre meno convogli circolano nell'Isola, dove anche i progetti infrastrutturali meno costosi e più facili da realizzare restano chiusi in un cassetto. Tra questi c'è la fermata ferroviaria all'interno dell'aeroporto di Fontanarossa. Costo previsto: circa due milioni di euro. «Il 13 maggio del 2005 - ricorda Perrone - è stato firmato un protocollo d'intesa tra il ministero dei Trasporti, Comune di Catania, Rfi e Circumetnea, per gettare le basi per il collegamento Acquicella-Fontanarossa. Collegamento che si "appoggia" alla già esistente asta di manovra che fiancheggia la tratta a doppio binario Acquicella-Bicocca. In particolare, è possibile congiungere all'asta di manovra un nuovo binario che corre all'interno in parte dell'aeroporto militare ed in parte di quello civile, consentendo così di arrivare al terminal».
L'opera, seppur di facile realizzazione e poco costosa, è finita nel dimenticatoio. Così come un altro intervento strategico per la cosiddetta intermodalità è il collegamento da Ragattisi all'aeroporto di Trapani Birgi. Due chilometri separano la stazione trapanese con lo scalo: distanza che potrebbe essere "coperta" con pochi milioni di euro.
Pecche, per usare un eufemismo, di una Regione che non ha ancora sottoscritto il nuovo contratto di servizio con Trenitalia. «Il presidente Crocetta - si domanda Perrone - è consapevole dello stallo in cui si trova la Regione? Allo stato attuale, vige il contratto di servizio nazionale che risale al 2004. Ciò vuol dire che la Regione è committente di Trenitalia con i soldi dello Stato. Risorse insufficienti per il "fabbisogno" di treni in Sicilia».
Quella del contratto di servizio è ormai diventata una vera e propria telenovela, con cifre sempre più "ballerine". Nel 2009 l'intesa Regione-Trenitalia prevedeva 132 milioni di euro; somma che, con il passare degli anni, è scesa fino a 111 milioni. Con la conseguente! diminuzione del numero dei chilometri-treno annui da 12,5 a 9,5 milion! i. Il contratto di servizio, però, a distanza di anni (e nonostante i proclami) non è stato ancora firmato. Ma non è tutto. Extra contratto, inoltre, il vecchio esecutivo regionale aveva previsto di destinare 50 milioni per l'acquisto di nuovi convogli ferroviari.
Un'altra delle criticità relative al trasporto ferroviario è quella infrastrutturale. «Anche su questo tema - aggiunge Perrone - la politica è assente. Neanche il Movimento Cinque Stelle, che in campagna elettorale ha denunciato la lentezza dei treni siciliani nel famoso viaggio di Grillo da Scordia a Vizzini, prende posizione. E dire che all'Ars i grillini potrebbero fare da pungolo alle istituzioni regionali e nazionali che finora hanno trascurato lo stato infrastrutturale delle reti ferroviarie».
La connessione tra ferrovie, pullman, aeroporti e porti, per il sindacato cislino, è un altro dei "nodi" fondamentali che bisogna affrontare col nuovo governo regionale. «Chiediamo sin da subito - conclude Amedeo Benigno, segretario Fit-Cisl Sicilia - un tavolo col presidente Crocetta per discutere la riorganizzazione del piano di trasporto integrato dell'Isola».
Daniele Ditta
La Sicilia - Domenica 06 Gennaio 2013 I FATTI Pagina 7
È uno degli effetti dei continui rincari sul costo di benzina e gasolio, che hanno indotto molti viaggiatori a lasciare l'automobile sotto casa e a spostarsi maggiormente in treno. «Alla luce dell'incremento del traffico passeggeri - denuncia Mimmo Perrone, segretario regionale Fit-Cisl Mobilità - Trenitalia non ha migliorato collegamenti e servizi, e più in generale, non ha destinato risorse aggiuntive per gli investimenti. I siciliani quindi viaggiano di più in treno, ma in condizioni sempre peggiori».
Intanto, entro la fine del mese il presidente della Regione, Rosario Crocetta, dovrebbe andare a Roma per chiudere l'accordo sull'alta velocità Catania-Palermo, tratta ferroviaria che oggi è percorsa da un solo treno non-stop. Treno che, per fare la spola tra le due città, costa 800mila euro all'anno.
Un caso emblematico che mette in risalto una delle tante carenze del trasporto ferroviario siciliano: la mancanza di quello che in gergo viene chiamato materiale rotabile. Sempre meno convogli circolano nell'Isola, dove anche i progetti infrastrutturali meno costosi e più facili da realizzare restano chiusi in un cassetto. Tra questi c'è la fermata ferroviaria all'interno dell'aeroporto di Fontanarossa. Costo previsto: circa due milioni di euro. «Il 13 maggio del 2005 - ricorda Perrone - è stato firmato un protocollo d'intesa tra il ministero dei Trasporti, Comune di Catania, Rfi e Circumetnea, per gettare le basi per il collegamento Acquicella-Fontanarossa. Collegamento che si "appoggia" alla già esistente asta di manovra che fiancheggia la tratta a doppio binario Acquicella-Bicocca. In particolare, è possibile congiungere all'asta di manovra un nuovo binario che corre all'interno in parte dell'aeroporto militare ed in parte di quello civile, consentendo così di arrivare al terminal».
L'opera, seppur di facile realizzazione e poco costosa, è finita nel dimenticatoio. Così come un altro intervento strategico per la cosiddetta intermodalità è il collegamento da Ragattisi all'aeroporto di Trapani Birgi. Due chilometri separano la stazione trapanese con lo scalo: distanza che potrebbe essere "coperta" con pochi milioni di euro.
Pecche, per usare un eufemismo, di una Regione che non ha ancora sottoscritto il nuovo contratto di servizio con Trenitalia. «Il presidente Crocetta - si domanda Perrone - è consapevole dello stallo in cui si trova la Regione? Allo stato attuale, vige il contratto di servizio nazionale che risale al 2004. Ciò vuol dire che la Regione è committente di Trenitalia con i soldi dello Stato. Risorse insufficienti per il "fabbisogno" di treni in Sicilia».
Quella del contratto di servizio è ormai diventata una vera e propria telenovela, con cifre sempre più "ballerine". Nel 2009 l'intesa Regione-Trenitalia prevedeva 132 milioni di euro; somma che, con il passare degli anni, è scesa fino a 111 milioni. Con la conseguente! diminuzione del numero dei chilometri-treno annui da 12,5 a 9,5 milion! i. Il contratto di servizio, però, a distanza di anni (e nonostante i proclami) non è stato ancora firmato. Ma non è tutto. Extra contratto, inoltre, il vecchio esecutivo regionale aveva previsto di destinare 50 milioni per l'acquisto di nuovi convogli ferroviari.
Un'altra delle criticità relative al trasporto ferroviario è quella infrastrutturale. «Anche su questo tema - aggiunge Perrone - la politica è assente. Neanche il Movimento Cinque Stelle, che in campagna elettorale ha denunciato la lentezza dei treni siciliani nel famoso viaggio di Grillo da Scordia a Vizzini, prende posizione. E dire che all'Ars i grillini potrebbero fare da pungolo alle istituzioni regionali e nazionali che finora hanno trascurato lo stato infrastrutturale delle reti ferroviarie».
La connessione tra ferrovie, pullman, aeroporti e porti, per il sindacato cislino, è un altro dei "nodi" fondamentali che bisogna affrontare col nuovo governo regionale. «Chiediamo sin da subito - conclude Amedeo Benigno, segretario Fit-Cisl Sicilia - un tavolo col presidente Crocetta per discutere la riorganizzazione del piano di trasporto integrato dell'Isola».
Daniele Ditta
La Sicilia - Domenica 06 Gennaio 2013 I FATTI Pagina 7
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sabato 22 dicembre 2012
domenica 9 dicembre 2012
Interrogazione alla Camera dei Deputati per i continui disservizi ferroviari
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08575
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 728 del 04/12/2012
Seduta di annuncio: 728 del 04/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: GAROFALO VINCENZO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 04/12/2012
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 04/12/2012
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELLE
INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data
04/12/2012
Stato iter: IN CORSO - Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-08575
Interrogazione a risposta in Commissione 5-08575
presentata da VINCENZO GAROFALO - martedì 4 dicembre 2012,
seduta n.728
GAROFALO. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:
i continui e i persistenti disagi che ormai da anni e con
cadenza quasi settimanale si manifestano nell'ambito dei servizi resi agli
utenti ed in particolare per la categoria dei pendolari, da parte della società
Trenitalia, con riferimento ai ritardi e ai disservizi per le linee ferroviarie
in Sicilia, nella tratta Siracusa-Messina e viceversa, confermano, a giudizio
dell'interrogante, una situazione divenuta oramai intollerabile e
ingiusticabile, nello svolgimento di una prestazione essenziale come il
trasporto pubblico ferroviario nei riguardi delle comunità siciliane della
provincia messinese;
il Comitato pendolari di Messina, Catania e Siracusa, ha addirittura stilato uno specifico rapporto che avvalorando quanto suesposto, rileva i ritardi, le soppressioni delle corse ferroviarie, i frequenti guasti ai locomotori ed i disservizi in generale che gli utenti siciliani subiscono in modo costante senza che le legittime rimostranze sembrino produrre effetti migliorativi dei servizi resi;
il citato rapporto, evidenzia, infatti, che soltanto nella giornata del 26 novembre 2012, su 48 treni regionali complessivamente monitorati, 11 sono stati soppressi, per un totale complessivo di 610 chilometri non effettivamente percorsi; dei restanti 37, il ritardo complessivamente accumulato è stato di circa 1.200 minuti, pari a 20 ore;
l'interrogante rileva come questi disservizi hanno, inevitabilmente, determinato una serie di problemi per i numerosissimi pendolari che quotidianamente fruiscono del treno per raggiungere le rispettive destinazioni professionali, di studio o altre attività programmate;
risulta altresì necessario osservare come la suesposta tratta Messina-Siracusa o dorsale jonica rappresenta una delle principali reti ferroviarie della Sicilia, sia per mole di traffico, che per densità della popolazione servita, i cui standard di puntualità stanno diventando sempre più insufficienti;
l'interrogante evidenzia, inoltre, come le giustificazioni fornite ufficialmente da parte di Ferrovie dello Stato, prive fra l'altro di ogni tempestività, secondo le quali le criticità emerse nella giornata del 26 novembre 2012, che hanno provocato una serie di soppressioni e di ritardi dei treni regionali, per la suesposta tratta, sono da addebitare al furto di rame, siano in realtà scarsamente plausibili, e non garantiscono, specie per il futuro, adeguate rassicurazioni per il servizio fornito dalla principale società italiana per la gestione del trasporto ferroviario di passeggeri e merci;
appare evidente, a giudizio dell'interrogante, come sia stata disattesa in toto, la carta dei servizi, elaborata in conformità al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 dicembre 1998 relativo alla «carta della Mobilità», che rappresenta il documento con il quale Rete ferroviaria italiana comunica gli impegni assunti e gli obiettivi di qualità, sostenibili, puntuali e misurabili, che si propone di conseguire nell'offerta dei propri servizi;
i numerosi atti di sindacato ispettivo, presentati dall'interrogante, nel corso della presente legislatura, sull'evidente e scarsa qualità dei servizi ferroviari regionali in Sicilia, fatta di ritardi, carenza di comfort e di inefficienze a cui sono seguite risposte da parte del Ministro interrogato, nel complesso non soddisfacenti, confermano come la situazione delle politiche dei trasporti in Italia, ed in particolare nel Mezzogiorno, sia estremamente critica e derivante da decenni di investimenti insufficienti, a cui si sono aggiunti i recenti tagli della spesa sui trasferimenti, che hanno determinato gravi carenze in termini di pulizia, manutenzioni, scorte, carenze che hanno provocato minore affidabilità e puntualità delle corse ferroviarie;
la predetta analisi tuttavia non deve essere considerata un'attenuante o una giustificazione nei riguardi di Trenitalia, se si tiene conto del fatto che all'aumento delle tariffe dei biglietti non sono seguiti adeguati livelli di servizi resi all'utenza -:
quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
quali iniziative intenda assumere, nei confronti di Trenitalia spa, al fine di determinare un miglioramento complessivo dell'organizzazione e del livello di efficienza dei servizi per il trasporto dei passeggeri della tratta siciliana esposta in premessa, le cui capacità nel corso degli ultimi mesi sono ulteriormente peggiorate;
se non ritenga opportuno e necessario, in considerazione del livello di estrema precarietà in cui si trova il sistema dei trasporti ferroviario siciliano ed in particolare il tracciato Messina, Catania, Siracusa, avviare, per quanto di competenza, una verifica al fine di determinare quali siano le cause che persistono nell'inficiare la qualità delle prestazioni fornite agli utenti e conseguentemente assumere iniziative volte a prevedere misure per il potenziamento dei servizi ferroviari, nel momento in cui, complice anche la crisi economica e la congestione delle aree metropolitane, cresce significativamente la domanda relativa al trasporto ferroviario.(5-08575)
il Comitato pendolari di Messina, Catania e Siracusa, ha addirittura stilato uno specifico rapporto che avvalorando quanto suesposto, rileva i ritardi, le soppressioni delle corse ferroviarie, i frequenti guasti ai locomotori ed i disservizi in generale che gli utenti siciliani subiscono in modo costante senza che le legittime rimostranze sembrino produrre effetti migliorativi dei servizi resi;
il citato rapporto, evidenzia, infatti, che soltanto nella giornata del 26 novembre 2012, su 48 treni regionali complessivamente monitorati, 11 sono stati soppressi, per un totale complessivo di 610 chilometri non effettivamente percorsi; dei restanti 37, il ritardo complessivamente accumulato è stato di circa 1.200 minuti, pari a 20 ore;
l'interrogante rileva come questi disservizi hanno, inevitabilmente, determinato una serie di problemi per i numerosissimi pendolari che quotidianamente fruiscono del treno per raggiungere le rispettive destinazioni professionali, di studio o altre attività programmate;
risulta altresì necessario osservare come la suesposta tratta Messina-Siracusa o dorsale jonica rappresenta una delle principali reti ferroviarie della Sicilia, sia per mole di traffico, che per densità della popolazione servita, i cui standard di puntualità stanno diventando sempre più insufficienti;
l'interrogante evidenzia, inoltre, come le giustificazioni fornite ufficialmente da parte di Ferrovie dello Stato, prive fra l'altro di ogni tempestività, secondo le quali le criticità emerse nella giornata del 26 novembre 2012, che hanno provocato una serie di soppressioni e di ritardi dei treni regionali, per la suesposta tratta, sono da addebitare al furto di rame, siano in realtà scarsamente plausibili, e non garantiscono, specie per il futuro, adeguate rassicurazioni per il servizio fornito dalla principale società italiana per la gestione del trasporto ferroviario di passeggeri e merci;
appare evidente, a giudizio dell'interrogante, come sia stata disattesa in toto, la carta dei servizi, elaborata in conformità al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 dicembre 1998 relativo alla «carta della Mobilità», che rappresenta il documento con il quale Rete ferroviaria italiana comunica gli impegni assunti e gli obiettivi di qualità, sostenibili, puntuali e misurabili, che si propone di conseguire nell'offerta dei propri servizi;
i numerosi atti di sindacato ispettivo, presentati dall'interrogante, nel corso della presente legislatura, sull'evidente e scarsa qualità dei servizi ferroviari regionali in Sicilia, fatta di ritardi, carenza di comfort e di inefficienze a cui sono seguite risposte da parte del Ministro interrogato, nel complesso non soddisfacenti, confermano come la situazione delle politiche dei trasporti in Italia, ed in particolare nel Mezzogiorno, sia estremamente critica e derivante da decenni di investimenti insufficienti, a cui si sono aggiunti i recenti tagli della spesa sui trasferimenti, che hanno determinato gravi carenze in termini di pulizia, manutenzioni, scorte, carenze che hanno provocato minore affidabilità e puntualità delle corse ferroviarie;
la predetta analisi tuttavia non deve essere considerata un'attenuante o una giustificazione nei riguardi di Trenitalia, se si tiene conto del fatto che all'aumento delle tariffe dei biglietti non sono seguiti adeguati livelli di servizi resi all'utenza -:
quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
quali iniziative intenda assumere, nei confronti di Trenitalia spa, al fine di determinare un miglioramento complessivo dell'organizzazione e del livello di efficienza dei servizi per il trasporto dei passeggeri della tratta siciliana esposta in premessa, le cui capacità nel corso degli ultimi mesi sono ulteriormente peggiorate;
se non ritenga opportuno e necessario, in considerazione del livello di estrema precarietà in cui si trova il sistema dei trasporti ferroviario siciliano ed in particolare il tracciato Messina, Catania, Siracusa, avviare, per quanto di competenza, una verifica al fine di determinare quali siano le cause che persistono nell'inficiare la qualità delle prestazioni fornite agli utenti e conseguentemente assumere iniziative volte a prevedere misure per il potenziamento dei servizi ferroviari, nel momento in cui, complice anche la crisi economica e la congestione delle aree metropolitane, cresce significativamente la domanda relativa al trasporto ferroviario.(5-08575)
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sabato 8 dicembre 2012
Trenitalia è sempre più un incubo per noi poveri pendolari
Il giorno 5 dicembre
2012, la Sicilia ha pubblicato, nella pagina dell'Acese, un articolo con il
seguente titolo "Addio vecchio, caro capostazione". Il 16 dicembre le
stazioni ferroviarie di Acireale, Giarre e Fiumefreddo non avranno più un dirigente
di movimento. Un articolo ! veramente commovente per chi non è un abbonato di
Trenitalia.
Il giorno 5 dicembre 2012 ore 6:50, alla stazione di Acireale il capostazione ha annunciato la soppressione del treno 8577. Il gruppo di pendolari, che ogni giorno prende questo treno per andare a Bicocca e poi da lì con un bus aziendale vanno a lavorare in una grossa fabbrica della zona industriale, hanno chiesto informazioni al capostazione che come al solito non sa che pesci prendere: ci sarà il bus sostitutivo? Boh! Telefona. Niente. Non si sa. Ore 7:27, prendiamo il treno successivo. Il capostazione di Acireale nel frattempo sta cercando di capire cosa deve fare. Ore 7:50, arriviamo a Catania. All'ufficio informazioni di Trenitalia di Catania ci dicono che sta arrivando il bus sostitutivo. Ore 8:5 il bus sostitutivo non si sa dove è finito! Forse è partito da Milano! Dopo altri 10 noiosissimi minuti, l'addetta dell'ufficio informazioni richiama telefonicamente l'autista. Questo non risponde. Forse è bloc! cato nel traffico cittadino (da circa un ora visto che alle 6:! 50 già sapevano che il treno era soppresso). Alle 8:25 il bus sostituivo non è ancora arrivato. Nel frattempo il caro vecchio capostazione di Bicocca ha riferito all'autista del bus aziendale che il treno è soppresso. E si è scordato di dire del bus sostituivo: il bus aziendale è così andato via. Alla stazione, avvertiti della partenza del bus aziendale e dell'inutilità del bus sostitutivo, abbiamo preso il caro vecchio Amt 427. Quello ci ha portato in azienda.
Anche il sito di Trenitalia è efficiente come i suoi capostazione-servizio informazione- bus sostitutivo: se provi ad inserire il reclamo, ti perdi in una giungla di pagine web che ti rimandano sull'home page. Infine, se telefoni al numero verde di Trenitalia, ti dicono che il treno non è soppresso! - Giovedì 06 Dicembre 2012 Catania (Cronaca) Pagina 35 - Un pendolare acese
Il giorno 5 dicembre 2012 ore 6:50, alla stazione di Acireale il capostazione ha annunciato la soppressione del treno 8577. Il gruppo di pendolari, che ogni giorno prende questo treno per andare a Bicocca e poi da lì con un bus aziendale vanno a lavorare in una grossa fabbrica della zona industriale, hanno chiesto informazioni al capostazione che come al solito non sa che pesci prendere: ci sarà il bus sostitutivo? Boh! Telefona. Niente. Non si sa. Ore 7:27, prendiamo il treno successivo. Il capostazione di Acireale nel frattempo sta cercando di capire cosa deve fare. Ore 7:50, arriviamo a Catania. All'ufficio informazioni di Trenitalia di Catania ci dicono che sta arrivando il bus sostitutivo. Ore 8:5 il bus sostitutivo non si sa dove è finito! Forse è partito da Milano! Dopo altri 10 noiosissimi minuti, l'addetta dell'ufficio informazioni richiama telefonicamente l'autista. Questo non risponde. Forse è bloc! cato nel traffico cittadino (da circa un ora visto che alle 6:! 50 già sapevano che il treno era soppresso). Alle 8:25 il bus sostituivo non è ancora arrivato. Nel frattempo il caro vecchio capostazione di Bicocca ha riferito all'autista del bus aziendale che il treno è soppresso. E si è scordato di dire del bus sostituivo: il bus aziendale è così andato via. Alla stazione, avvertiti della partenza del bus aziendale e dell'inutilità del bus sostitutivo, abbiamo preso il caro vecchio Amt 427. Quello ci ha portato in azienda.
Anche il sito di Trenitalia è efficiente come i suoi capostazione-servizio informazione- bus sostitutivo: se provi ad inserire il reclamo, ti perdi in una giungla di pagine web che ti rimandano sull'home page. Infine, se telefoni al numero verde di Trenitalia, ti dicono che il treno non è soppresso! - Giovedì 06 Dicembre 2012 Catania (Cronaca) Pagina 35 - Un pendolare acese
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Addio vecchio, caro capostazione
C'era una volta la stazione
ferroviaria di Acireale, punto di riferimento posto tra gli importanti centri
di Messina, Catania e Siracusa per il trasporto delle merci (in! particolare
agrumi) e per quello turistico, considerata la vicina presenza dello
stabilimento termale. C'era una volta, perchè oggi la situazione è del tutto
mutata. E sicuramente non in meglio. Di quella realtà è infatti rimasto ben
poco e la stazione, nel frattempo delocalizzata rispetto al centro cittadino,
ai giorni nostri serve più che altro un'utenza composta di pendolari (studenti
e lavoratori) provenienti o diretti a Catania. Una stazione che, a partire da
domenica 16 dicembre, subirà quello che ha tutto il sapore di un ulteriore
ridimensionamento. Il sito, infatti, verrà del tutto automatizzato e perderà
quindi l'ultima, per certi versi romantica, figura professionale che era
rimasta a rappresentare la grandezza di un tempo: il capostazione.
Quest'ultimo verrà soppiantato da un sistema automatico totalmente gestito da una sala operativa (denominata Scc) a Palermo, che provvederà a svolgere tutte le principali funzioni fin qui compiute dall'elemento umano, comp! resa la gestione del traffico dei treni. Proprio ieri, i tecni! ci specializzati hanno provveduto ad installare i nuovi tabelloni elettronici automatici che segnaleranno arrivi, partenze e tempi di percorrenza.
Operazione che proseguirà anche nei prossimi giorni. Ultimi giorni di lavoro, quindi, per il capostazione, alle prese con quadri di comando, bottoni e luci di segnalazione, microfono per gli annunci dei convogli in arrivo e partenza. La stazione, che già qualche anno fa aveva "perso" la biglietteria, sostituita da una macchinetta erogatrice automatica, diventerà così ancora più desolante, con la grande sala d'aspetto deserta, gli uffici vuoti, gli spazi previsti per il front-office con le saracinesche tristemente abbassate. Gli unici spazi "affollati" rimangono al momento quelli esterni riservati al parcheggio delle auto dei pendolari. Viaggiatori che, da giorno 16, in tutta fretta transiteranno dalla stazione, dopo avere prelevato e convalidato il biglietto dall'apposita macchinetta, senza neanche poter s! cambiare un saluto o una parola (o chiedere un'informazione) con il personale ferroviario. Anche questo è un triste segnale dei tempi moderni. Mercoledì 05 Dicembre 2012 Catania (Provincia) Pagina 36 - Antonio Carreca
Quest'ultimo verrà soppiantato da un sistema automatico totalmente gestito da una sala operativa (denominata Scc) a Palermo, che provvederà a svolgere tutte le principali funzioni fin qui compiute dall'elemento umano, comp! resa la gestione del traffico dei treni. Proprio ieri, i tecni! ci specializzati hanno provveduto ad installare i nuovi tabelloni elettronici automatici che segnaleranno arrivi, partenze e tempi di percorrenza.
Operazione che proseguirà anche nei prossimi giorni. Ultimi giorni di lavoro, quindi, per il capostazione, alle prese con quadri di comando, bottoni e luci di segnalazione, microfono per gli annunci dei convogli in arrivo e partenza. La stazione, che già qualche anno fa aveva "perso" la biglietteria, sostituita da una macchinetta erogatrice automatica, diventerà così ancora più desolante, con la grande sala d'aspetto deserta, gli uffici vuoti, gli spazi previsti per il front-office con le saracinesche tristemente abbassate. Gli unici spazi "affollati" rimangono al momento quelli esterni riservati al parcheggio delle auto dei pendolari. Viaggiatori che, da giorno 16, in tutta fretta transiteranno dalla stazione, dopo avere prelevato e convalidato il biglietto dall'apposita macchinetta, senza neanche poter s! cambiare un saluto o una parola (o chiedere un'informazione) con il personale ferroviario. Anche questo è un triste segnale dei tempi moderni. Mercoledì 05 Dicembre 2012 Catania (Provincia) Pagina 36 - Antonio Carreca
martedì 27 novembre 2012
Treni fermi per furto di rame - Rubati cavi che «informano» sulla circolazione ferroviaria: blocco e disagi
La
Sicilia - Martedì 27 Novembre 2012 Prima Catania Pagina 25
Mattinata
da dimenticare, quella di ieri, per i viaggiatori e, più nel dettaglio, per i
pendolari che dovevano spostarsi in treno da e verso Catania in direzione o
provenienti da altre località della Sicilia.
Durante la notte precedente, infatti, una banda di ladri ha preso di mira il tratto ferroviario fra Ognina e Cannizzaro! , appropriandosi di un ingente quantitativo di cavi di rame, destinati ad essere «spellati» della guaina e rivenduti in quel mercato clandestino che, purtroppo, non conosce crisi e continua ad «incoraggiare», di conseguenza, questo genere di illegalità.
E' ovvio che anche questa volta non sono mancati i disagi, anche se, rispetto ad altre occasioni (strade al buio, telefoni muti, ascensori bloccati), stavolta i problemi sono stati di altro tenore. In pratica, come detto prima, è stata paralizzata l'attività ferroviaria, visto che i cavi sottratti sono necessari al funzionamento dei sistemi tecnologici per il controllo della circolazione.
Non a caso il furto è stato scoperto dalle squadre tecniche di Rete Ferroviarie Italiana, intervenuti in seguito alle anomalie registrate in sala operativa.
I tecnici hanno lavorato lungamente per ripristinare le condizioni di normalità anche per quel che riguarda la circolazione dei treni, ma in questi casi l'effetto domino è i! nevitabile e chi doveva spostarsi con il treno ha dovuto front! eggiare non poche difficoltà. Al punto tale che alle 12,30 il coordinatore del comitato pendolari, Giosué Malaponti, ha inviato una dettagliata nota in cui erano annotati i ritardi - lievi e consistenti (fino a ottanta minuti) - dei treni, tre dei quali sono stati soppressi: il Taormina-Catania delle 8,32, il Catania-Messina delle 6,45 e il Siracusa-Taormina delle 6,05, soppresso a Catania.
«Sta diventando sempre più difficile mantenere lo standard della puntualità dei treni in Sicilia - si legge in una nota dello stesso comitato - e nella stazione centrale di Catania i ritardi non si contano più: interruzioni, guasti agli scambi che bloccano la circolazione e ora anche il furto di rame. Non ci stancheremo mai di dire che Ferrovie in Sicilia è uguale a disservizi. E ciò nonostante le lamentele, i disagi e i disservizi che noi pendolari dobbiamo quotidianamente sopportare e sui quali non interviene mai nessuno a difesa dell'utenza. Non bastano i problemi ai locomotori ch! e molte delle volte restano in panne perché ormai vetusti, ci si mette anche il furto di rame a penalizzare ancor di più il trasporto ferroviario regionale. Dopo un'estate calda in tema ferroviario, fatta di ritardi e carenza di comfort, nonché di inefficienza relativa alla mancata tempestiva informazione alla clientela sia a bordo sia nelle varie stazioni, il trasporto ferroviario siciliano sembra proprio che abbia serie difficoltà a garantire l'efficienza e l'efficacia». c. m.
Durante la notte precedente, infatti, una banda di ladri ha preso di mira il tratto ferroviario fra Ognina e Cannizzaro! , appropriandosi di un ingente quantitativo di cavi di rame, destinati ad essere «spellati» della guaina e rivenduti in quel mercato clandestino che, purtroppo, non conosce crisi e continua ad «incoraggiare», di conseguenza, questo genere di illegalità.
E' ovvio che anche questa volta non sono mancati i disagi, anche se, rispetto ad altre occasioni (strade al buio, telefoni muti, ascensori bloccati), stavolta i problemi sono stati di altro tenore. In pratica, come detto prima, è stata paralizzata l'attività ferroviaria, visto che i cavi sottratti sono necessari al funzionamento dei sistemi tecnologici per il controllo della circolazione.
Non a caso il furto è stato scoperto dalle squadre tecniche di Rete Ferroviarie Italiana, intervenuti in seguito alle anomalie registrate in sala operativa.
I tecnici hanno lavorato lungamente per ripristinare le condizioni di normalità anche per quel che riguarda la circolazione dei treni, ma in questi casi l'effetto domino è i! nevitabile e chi doveva spostarsi con il treno ha dovuto front! eggiare non poche difficoltà. Al punto tale che alle 12,30 il coordinatore del comitato pendolari, Giosué Malaponti, ha inviato una dettagliata nota in cui erano annotati i ritardi - lievi e consistenti (fino a ottanta minuti) - dei treni, tre dei quali sono stati soppressi: il Taormina-Catania delle 8,32, il Catania-Messina delle 6,45 e il Siracusa-Taormina delle 6,05, soppresso a Catania.
«Sta diventando sempre più difficile mantenere lo standard della puntualità dei treni in Sicilia - si legge in una nota dello stesso comitato - e nella stazione centrale di Catania i ritardi non si contano più: interruzioni, guasti agli scambi che bloccano la circolazione e ora anche il furto di rame. Non ci stancheremo mai di dire che Ferrovie in Sicilia è uguale a disservizi. E ciò nonostante le lamentele, i disagi e i disservizi che noi pendolari dobbiamo quotidianamente sopportare e sui quali non interviene mai nessuno a difesa dell'utenza. Non bastano i problemi ai locomotori ch! e molte delle volte restano in panne perché ormai vetusti, ci si mette anche il furto di rame a penalizzare ancor di più il trasporto ferroviario regionale. Dopo un'estate calda in tema ferroviario, fatta di ritardi e carenza di comfort, nonché di inefficienza relativa alla mancata tempestiva informazione alla clientela sia a bordo sia nelle varie stazioni, il trasporto ferroviario siciliano sembra proprio che abbia serie difficoltà a garantire l'efficienza e l'efficacia». c. m.
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Bilancio delle soppressioni e dei ritardi del 26 novembre 2012
Dopo la giornata campale di ieri per tutti i disagi e
disservizi subiti da tutta l’utenza che giornalmente si sposta da Siracusa a
Messina e viceversa, ho ritenuto opportuno e doveroso completare il report di
tutti i ritardi e delle soppressioni dell’intera giornata di ieri, lunedì 26
novembre 2012. Questi i risultati: - I treni monitorati sono stati 48, di
questi ne sono stati soppressi 11 per un
totale complessivo di 610 km/treno non effettuati. Dei restanti 37 treni, il
ritardo complessivo accumulato è di circa 1200 minuti pari a 20 ore. Di certo,
ore di lavoro e/o di studio perse, appuntamenti saltati, coincidenze con altri
mezzi di trasporto perse e chissà quante altre disavventure. Desidero mettere
in rilievo come gli utenti del trasporto ferroviario si basino
molto sull’orario di trasporto per effettuare scelte, non solo di viaggio,
ma di vita, arrivando ad organizzare i ritmi di lavoro in base
all’attuale offerta di trasporto ferroviario. Ritengo doveroso sottolineare,
ancora una volta, facendo riferimento alla Carta dei Servizi, di Rete
Ferroviaria Italiana, che manca del tutto la tempestiva informazione all’utenza
in tutte le stazioni, molte delle quali impresenziate (senza Capi Stazione) e
senza alcun servizio. Considerato che dal 18 dicembre prossimo le ultime
stazioni ancora presenziate quali quella di Alcantara, Giarre-Riposto e
Acireale verranno definitivamente chiuse, occorre certamente nell’immediato
sapere quale tipo di servizio verrà offerto alla clientela. All’utente non
importa sapere di chi sia la competenza, se di Rete Ferroviaria o di altre
società ferroviarie, ma interessa solo avere utili e tempestive informazioni
per la propria mobilità.
Giosuè
Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari
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lunedì 26 novembre 2012
Ritardi e soppressioni penalizzano i pendolari
"Sta diventando sempre più difficile mantenere lo
standard della puntualità dei treni in Sicilia". A protestare è il
Comitato pendolari siciliani, che lamenta i tanti disagi e disservizi delle
ferrovie regionali, in modo particolare sulla tratta Me-Ct-Sr. "Nella
stazione centrale di Catania – prosegue il coordinatore dei pendolari Giosuè
Malaponti, i ritardi non si contano più: interruzioni, guasti agli scambi che
bloccano la circolazione, e ci mancava anche il furto di rame". Non ci
stancheremo mai di dire Ferrovie in Sicilia? Uguale disservizi. Un connubio che
in Sicilia sembra sempre di più rafforzarsi nonostante le lamentele, i disagi e
i disservizi che noi pendolari dobbiamo quotidianamente sopportare, e sui quali
non interviene mai nessuno a difesa dell’utenza. Non bastano i problemi ai
locomotori che molte delle volte restano in panne perché ormai vetusti, ci si
mette anche il furto di rame a penalizzare ancor di più il trasporto
ferroviario regionale. Dopo un'estate calda in tema ferroviario, fatta di
ritardi e carenza di comfort, e di inefficienza relativa alla mancata
tempestiva informazione alla clientela sia a bordo che nelle varie stazioni, il
trasporto ferroviario siciliano sembra proprio che abbia serie difficoltà a
garantire l’efficienza e l’efficacia. E non solo comunque per colpe proprie
legate alla gestione ed alla soppressione di molte tratte. Da oramai un paio di
anni si sta verificando il fenomeno dei furti di rame lungo la linea
ferroviaria, condizione che finisce con il bloccare o rallentare i treni. Di
puntualità, già in tempi di assoluta normalità, non se n'è vista figurarsi se
in queste condizioni può essere garantita. Chi rimborserà le ore di lavoro o di
studio perse ai pendolari? Questa la situazione dei ritardi e delle
soppressioni nella prima mattinata:
Treni Messina - Catania -
Siracusa
Treno n. 8575 delle ore 5.20 da Taormina a Siracusa ritardo 52 minuti
Treno n. 3865 delle ore 5.25 da Messina a Siracusa ritardo 41 minuti
Treno n. 8577 delle ore 06.47 da Fiumefreddo a Bicocca ritardo 28 minuti
Treno n. 12865 delle ore 5.50 da Messina a Catania ritardo 28 minuti
Treno n. 8579 delle ore 7.12 da Taormina a Catania ritardo 35 minuti
Treno n. 12867 delle ore 6.45 da Messina a Catania ritardo 53 minuti
Treno n. 8581 delle ore 8.32 da Taormina a Catania soppresso
Treno 12869 delle ore 8.00 da Messina a Catania ritardo 41 minuti
Treno n. 8575 delle ore 5.20 da Taormina a Siracusa ritardo 52 minuti
Treno n. 3865 delle ore 5.25 da Messina a Siracusa ritardo 41 minuti
Treno n. 8577 delle ore 06.47 da Fiumefreddo a Bicocca ritardo 28 minuti
Treno n. 12865 delle ore 5.50 da Messina a Catania ritardo 28 minuti
Treno n. 8579 delle ore 7.12 da Taormina a Catania ritardo 35 minuti
Treno n. 12867 delle ore 6.45 da Messina a Catania ritardo 53 minuti
Treno n. 8581 delle ore 8.32 da Taormina a Catania soppresso
Treno 12869 delle ore 8.00 da Messina a Catania ritardo 41 minuti
Treni Siracusa - Catania -
Messina
Treno n.
12866 delle ore 5.10 da Catania a Messina in anticipo di 4 minuti
Treno n. 12868 delle ore 5.46 da Catania a Messina ritardo 5 minuti
Treno n. 8576 delle ore 6.00 da Catania a Fiumefreddo ritardo 10 minuti
Treno n. 3866 delle ore 5.05 da Siracusa a Messina ritardo 80 minuti
Treno n. 12870 delle ore 6.45 da Catania a Messina ritardo soppresso
Treno n. 12868 delle ore 5.46 da Catania a Messina ritardo 5 minuti
Treno n. 8576 delle ore 6.00 da Catania a Fiumefreddo ritardo 10 minuti
Treno n. 3866 delle ore 5.05 da Siracusa a Messina ritardo 80 minuti
Treno n. 12870 delle ore 6.45 da Catania a Messina ritardo soppresso
Treno
n. 8580 delle ore 6.05 da Siracusa a Taormina soppresso a Catania
Treno n. 3868 delle ore 6.30 da Siracusa a Messina ritardo 42 minuti
Treno n. 3870 delle ore 8.45 da Siracusa a Messina viaggia con 42 minuti
Treno n. 3868 delle ore 6.30 da Siracusa a Messina ritardo 42 minuti
Treno n. 3870 delle ore 8.45 da Siracusa a Messina viaggia con 42 minuti
Giosuè
Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari
lunedì 15 ottobre 2012
La Stazione di Giarre-Riposto a dicembre chiude definitivamente
"Di
smantellamento delle ferrovie siciliane si è iniziato a parlare dopo i vari
assetti societari nel 2000 di Trenitalia e nel 2001 di Rete Ferroviaria Italiana.
Nel corso di questo decennio sono state chiuse tutte le piccole stazioni ed in
seguito smantellati quasi tutti i servizi nelle stazioni di Messina, Catania e
Siracusa per centralizzare tutto su Palermo. Alle denunce che in questi anni
abbiamo fatto, non è intervenuto mai nessuno a darci man forte. Abbiamo voluto
considerare che se questa fosse una scelta aziendale da parte di Rete
ferroviaria Italiana, dal nostro punto di vista non avevamo nulla da obiettare;
ma che qualcuno abbia deciso che le ferrovie ed il trasporto ferroviario in
Sicilia debba scomparire, questo è davvero inaccettabile. Sulla chiusura delle
stazioni il problema non è a Giarre-Riposto ma è molto più grave alla stazione
di Alcantara. Tutti i treni in transito della regionale e della passeggeri
proprio alla stazione di Alcantara effettuano le cosiddette soste tecniche dove
non è data la possibilità ai passeggeri di poter salire e/o scendere. Abbiamo
da almeno tre anni chiesto alla Direzione regionale di Trenitalia di
trasformare le soste tecniche in fermata, per dare l’opportunità agli utenti
del vasto comprensorio catanese-messinese (Calatabiano-Castiglione di
Sic.-Trappitello-Gaggi-Graniti-Francavilla e Giardini Naxos) che sono costretti
a raggiungere la stazione di Taormina parecchio distante e senza l’opportunità
di un comodo parcheggio. A queste nostre richieste Trenitalia non ha mai dato
risposte.
Negli
anni ci saremmo aspettai un’azione forte e mirata della politica, non solo
presso i vertici delle Ferrovie dello Stato ma soprattutto nei confronti
del proprietario unico del gruppo Fs che è il ministero del Tesoro.
Ciò
in tutti questi anni non è avvenuto ma non è mai troppo tardi.
Oggi
più che mai è il momento in cui tutta la politica siciliana debba riconoscere
il proprio “mea culpa” e cercare di recuperare le posizioni perdute in tutti
questi anni per garantire quella "continuità territoriale" e quel
"servizio pubblico" ferroviario che ci spetta di diritto' e che è
sancito dagli artt. 3, 16 e 117 della Costituzione".
Giosuè
Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani
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sabato 15 settembre 2012
La stazione centrale di Catania ed il fallimento del progetto di Centostazioni
Niente servizi alla clientela di
Trenitalia alla stazione centrale di Catania: bar, edicola, ufficio
informazioni turistiche chiusi ormai da troppo tempo.
La Mission di Centostazioni:-“Riqualificare,
valorizzare e gestire le stazioni ferroviarie situate nel cuore delle città.
Concepire i complessi ferroviari sia come nodi di interscambio dei diversi
sistemi di traffico e trasporto, che come centri urbani di attrazione, animati
dalla presenza di attività commerciali, terziarie e di comunicazione.
Questo denota il fallimento del
progetto e quindi della mission di Centostazioni, non tanto per il mancato
investimento da parte dei privati ma, quanto per i consistenti aumenti degli
affitti che Centostazioni ha richiesto ai vari imprenditori. Il risultato è
stato la chiusura di quasi tutti gli esercizi commerciali e di conseguenza la
perdita di parecchi posti di lavoro. E’ alquanto strana la politica commerciale
di Centostazioni, che di certo non può paragonare i costi degli affitti di
Catania con quelli di altre città; in considerazione del fatto che è stato
ridimensionato di oltre il 75 per cento il traffico dei treni a lunga
percorrenza per il nord e per logica è diminuito il numero dei passeggeri. Al danno subito per la
riduzione dei treni da e per il nord, alla beffa di non aver quel minimo di
servizi che dovrebbero spettarci di diritto.
Centostazioni punta a restituire
a cittadini, viaggiatori e frequentatori stazioni al massimo delle proprie
potenzialità. Poli multifunzionali, dotati di servizi utili e diversificati,
avendo sempre in primo piano l’obiettivo della massima soddisfazione dei
clienti: passeggeri e visitatori, fruitori e, pertanto, giudici della qualità
dei servizi offerti.
Le stazioni rinnovate perdono
l’aspetto di “Non Luoghi” per divenire luoghi di incontro e servizio più
sicuri, decorosi e accessibili. Opportunità sia per gli utenti, che per i
partner che scelgono le stazioni per le loro attività di vendita e iniziative
promozionali”
Giosuè Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari
Siciliani
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mercoledì 8 agosto 2012
Spariti i 1970 milioni di euro per il raddoppio ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri
Desidero
intervenire in relazione all’articolo di martedì 31 luglio dal titolo “Nessuno
storno di fondi dalla Giampilieri-Fiumefreddo”
I
soldi c’erano e ci sono sempre stati, ma nessuno li ha spesi e dal 2010 sono
scomparsi da tutti i contratti di programma e quindi lo storno è evidente.
Di
raddoppio e spostamento del tracciato ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri, se
ne parla ormai da oltre 20 anni, quando i tecnici delle ferrovie presentarono
lo studio di massima che nel 1996 diventò progetto definitivo e fu inviato alla
Regione, da allora tante parole, pochi o nulla i fatti concreti ad oggi. Per il
completamento del raddoppio tra Fiumefreddo e Giampilieri, era stato stimato un
costo di 1.200 miliardi delle vecchie lire, di cui 500 miliardi già disponibili
fin dal Contratto di Programma 1994-2000. Nella seduta del 27 maggio 2005 il
CIPE ha approvato il progetto preliminare. Il costo dell’opera è di 1.970
milioni di euro totalmente finanziato da Contratto di Programma di RFI e dal
2010 scomparso da tutti i Contratti di Programma Quadro. Il completamento del
doppio binario tra Fiumefreddo e Giampilieri è necessario in primis per la
messa in sicurezza del tracciato esistente e successivamente per liberare i
territori rivieraschi da quella cintura ferroviaria che ne ha procrastinato lo
sviluppo turistico e commerciale. L’Accordo di Programma Quadro, stipulato il 5
ottobre 2001, tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Siciliana ,
le Ferrovie dello Stato S.p.A. era finalizzato a realizzare il potenziamento
del trasporto ferroviario nella Regione Siciliana, che costituisce un elemento
indispensabile per accrescere la competitività del sistema produttivo regionale
e per contribuire al riequilibrio territoriale. Lentezze burocratiche,
incapacità di trovare un accordo, conflitti di competenza, sono aspetti che
hanno caratterizzato la pratica quotidiana del passato che per questo non è
certo rivelatrice di risultati positivi, compreso lo storno dei 1.970 milioni
di euro già finanziati dal 2005. Non è giusto che ci siano due Italie, quella
del Nord dove, anche con i nostri soldi, vengono incentivate e potenziate tutte
le tratte per i collegamenti fra le più grandi città, e l’altra quella del Sud
dove esiste un solo binario per collegare le province siciliane, e una parte di
questo ancora non elettrificato. Non è solo un problema di incentivazione e
potenziamento delle linee ferrate ma è anche la condizione in cui migliaia di
viaggiatori sono costretti a viaggiare. Occorre essere attenti e vigili alle
problematiche ed alle condizioni del trasporto pubblico in Sicilia, specie in
quello ferroviario, perché solo così potremmo finalmente far uscire definitivamente
la Sicilia da
quella gogna di arretratezza che la caratterizza da molti anni per le
disattenzioni della sua classe politica.
Giosuè Malaponti – Coordinatore
Comitato Pendolari Siciliani
giovedì 26 luglio 2012
Nessun intervento della classe politica a salvaguardia del trasporto regionale ferroviario.
In
questi ultimi anni non si è fatto altro che parlare di tagli ai treni da e per
il nord da domenica 29 luglio Trenitalia taglierà in Sicilia 38 corse treno in
quasi tutte le relazioni. A questo annuncio sono intervenuti tutti, sindacati,
associazioni dei consumatori, pendolari, utenti, ma nessuna presa di posizione
c’è stata da parte della nostra politica siciliana. Solo un invito da parte del
Dipartimento trasporti della Regione inviatoci il 24 luglio per il 25 mattina,
quindi già a cose fatte e solo per cuna mera presa d’atto. Noi del Comitato
Pendolari Siciliani per protesta non abbiamo preso parte.
Ritornando
sui tagli è già da diversi anni che Trenitalia li mette in atto ad ogni cambio
orario (marzo-giugno-dicembre) per non parlare delle continue soppressioni che
giornalmente Trenitalia opera in tutte le relazioni siciliane. Che fine fanno
questi chilometri treno? Chi controlla sull’operato di Trenitalia, visto che il
contratto e tra il Ministero del Tesoro e Trenitalia? Ai politici di casa
nostra, vista l’eccellenza della nostra rete infrastrutturale
(strade-ferrovie), non importano i disservizi e i disagi che ormai sono
diventati normalità. Di certo ciò avviene con il silenzio e con la complicità di chi ci rappresenta
nelle sedi istituzionali palermitane e romane.
Alla politica
interessano i lanci di stampa, pagine di quotidiani, fiumi di inchiostro e,
spesso, a gran voce fanno sapere che si sta lavorando in questo o in
quell’altro progetto; che si stanno per realizzare aeroporti, ferrovie,
superstrade ma, di fatto, i siciliani ad oggi non hanno visto nulla del nuovo
scenario infrastrutturale annunciato proprio dagli stessi politici. Insomma,
tutto appare campato in aria, nulla di concreto o quasi arriva a prendere forma
nella nostra Sicilia.
Appare
evidente che, riguardo a queste decisioni, ci aspettiamo decise e concrete
prese di posizione da parte di tutta la classe politica siciliana, a cominciare
dalla Giunta regionale, dai presidenti delle Provincie e dai sindaci, per far
desistere il gruppo Ferrovie dello Stato da queste scelte che stanno
cancellando definitivamente il diritto alla continuità territoriale, alla
mobilità sostenibile e civile in una regione come la Sicilia.
Giosue
Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani
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martedì 10 luglio 2012
L'Assessore Vecchio e i Convegni
In riferimento all’articolo di
domenica 8 luglio “Sinergia con università per cambiare i trasporti”, a pagina
7, prendo atto che è importante tenere
convegni con i vari professori universitari; prendo atto che gli attuali
contratti che la Regione
ha stipulato per il trasporto su gomma sono assai onerosi e, spesso, non
tengono conto delle esigenze dell’utenza ed è necessario ripensarli tenendo
conto dei reali bisogni della gente; prendo atto che anche al neo assessore non
interessa il trasporto e la mobilità ferroviaria dell’isola, almeno da quello
che leggo nell’articolo. Ciò nonostante, desidero sottoporre all’assessore
Vecchio, alcune nostre richieste che da anni abbiamo proposto all’assessorato
ed al dipartimento e per le quali abbiamo sempre ottenuto risposte vaghe, molte
delle volte nessuna risposta e altre volte scadono nello scaricabarile delle
competenze tra il dipartimento trasporti e la direzione regionale di
Trenitalia. Le problematiche che al momento affliggono decine di migliaia di
pendolari e di utenza siciliana che fruiscono del mezzo “treno” (da una vecchia
stima della Direzione regionale di Trenitalia sono oltre 50.000 i viaggiatori
che giornalmente utilizzano il treno per spostarsi in Sicilia ed oggi, visto il
caro carburante, di certo questi numeri son aumentati di un buon 30%) sono tante
e molto spesso non vengono prese in considerazione, quando invece se
opportunamente prese in coscienziosa considerazione da parte della cosa pubblica
potrebbero essere risolte con un nonnulla, ottenendo il miglioramento del
trasporto pubblico su rotaia, riportandolo cosi ad un trasporto efficiente ed
efficace.
Queste alcune delle
problematiche più urgenti: l’ottimizzazione degli orari, delle fermate e delle
percorrenze tra i treni in esercizio della lunga percorrenza con i treni della
direzione regionale, oggi diventata un’unica direzione; il contratto di
servizio tra Regione Sicilia e Trenitalia non ancora sottoscritto e presentato
ai comitati dei pendolari ed alle associazioni dei consumatori.
Queste a parer nostro sono le
prime cose che dovranno essere messe in atto per far uscire da quel ruolo di
egemonia del servizio di trasporto pubblico ferroviario Trenitalia. Tra l’altro,
in Sicilia Trenitalia è controllore di se stessa, non avendo il dipartimento
trasporti nessun potere di controllo sull’operato della stessa che, allo stato
attuale è regolamentato da un contratto di servizio con il Ministero del Tesoro.
Spero tanto che la sua
dichiarazione, “è il momento di mettere da parte le convenienze della politica
…, mi batterò fino all’ultimo giorno perché si possa voltare pagina”, possa
realizzarsi, tenuto conto che avrà poco tempo per poter realizzare interventi
di una certa levatura relativamente alle infrastrutture, e mi auguro che per la
mobilità, e parlo di quella ferroviaria, Lei possa fare tanto poiché occorrono semplici
piccoli interventi per eliminare disagi e disservizi che da anni affliggono i
pendolari ed i siciliani.
Giosuè Malaponti – Coordinatore
Comitato Pendolari Siciliani
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giovedì 21 giugno 2012
mercoledì 20 giugno 2012
Posticipo orario del treno 3867 per Siracusa
Al
Direttore di Trenitalia per la Sicilia Ing. Francesco Costantino
c.a.
Francesco Mignosi
Così
come ho rappresentato telefonicamente all’Ing. Costantino, desidero farle
presente quanto segue:
con
l’attuazione del nuovo orario del 10/06/2012 il treno 3867 è stato anticipato,
come partenza da Catania, alle ore 14.09 (mentre prima era alle 14.21) essendo
sulla traccia oraria dell’IC 785 che dal nuovo orario parte da Catania alle
14.23.
L’attuale
orario (14.09) del treno 3867 crea enormi problemi a tutta l’utenza pendolare
che è costretta giornalmente ad anticipare l’uscita dai luoghi di lavoro o
altro per poter arrivare in tempo a prendere il treno 3867. Tenuto conto che il
treno successivo da Catania per Siracusa è alle ore 17.00.
Con
la presente si chiede lo spostamento dell’orario di partenza del treno 3867
alle ore 14.30, eventualmente subito dopo la partenza dell’IC 785.
Certo
dell’accoglimento della nostra richiesta, porge a nome del comitato cordiali
saluti.
Giosuè
Malaponti - Coordinatore Comitato pendolari Me-Ct-Sr
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