Ritornando
sui tagli è già da diversi anni che Trenitalia li mette in atto ad ogni cambio
orario (marzo-giugno-dicembre) per non parlare delle continue soppressioni che
giornalmente Trenitalia opera in tutte le relazioni siciliane. Che fine fanno
questi chilometri treno? Chi controlla sull’operato di Trenitalia, visto che il
contratto e tra il Ministero del Tesoro e Trenitalia? Ai politici di casa
nostra, vista l’eccellenza della nostra rete infrastrutturale
(strade-ferrovie), non importano i disservizi e i disagi che ormai sono
diventati normalità. Di certo ciò avviene con il silenzio e con la complicità di chi ci rappresenta
nelle sedi istituzionali palermitane e romane.
Alla politica
interessano i lanci di stampa, pagine di quotidiani, fiumi di inchiostro e,
spesso, a gran voce fanno sapere che si sta lavorando in questo o in
quell’altro progetto; che si stanno per realizzare aeroporti, ferrovie,
superstrade ma, di fatto, i siciliani ad oggi non hanno visto nulla del nuovo
scenario infrastrutturale annunciato proprio dagli stessi politici. Insomma,
tutto appare campato in aria, nulla di concreto o quasi arriva a prendere forma
nella nostra Sicilia.
Appare
evidente che, riguardo a queste decisioni, ci aspettiamo decise e concrete
prese di posizione da parte di tutta la classe politica siciliana, a cominciare
dalla Giunta regionale, dai presidenti delle Provincie e dai sindaci, per far
desistere il gruppo Ferrovie dello Stato da queste scelte che stanno
cancellando definitivamente il diritto alla continuità territoriale, alla
mobilità sostenibile e civile in una regione come la Sicilia.
Giosue
Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani
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