In Sicilia si fa un gran parlare di ponte sullo Stretto e d’investimenti nel settore dei trasporti. Quante parole al vento! Intanto la realtà dei trasporti siciliani langue, emarginata e abbandonata, come se nulla fosse cambiato in tutti questi anni.
Perciò, una volta tanto, è meglio far parlare la realtà che non mente, anzi smentisce clamorosamente, i vari proclami, le varie svolte epocali e i fiumi di inchiostro e di parole della nostra classe politica regionale e nazionale. Insomma, tutto appare campato in aria, nulla di concreto, o quasi, arriva a prendere forma nella nostra Sicilia.
L’entrata in esercizio dell’Alta Velocità, ha alterato la percezione della reale situazione nella quale si trova oggi l’intero sistema ferroviario italiano ed in questo caso quello siciliano.Dal danno arrecato per la totale assenza di investimenti infrastrutturali, alla beffa per il continuo taglio di treni a lunga percorrenza tra nord-sud e del totale quasi abbandono delle merci.
Le nostre linee sono sempre più disastrate e fatiscenti, mentre si ha il coraggio di dire che grazie all'Alta Velocità il Paese è più moderno ed avanzato. In questi ultimi anni quasi tutti gli investimenti sono stati fatti su pochi costosissimi progetti, anziché sulla capillarità della rete, penalizzando così il nostro territorio siciliano.
I siciliani, anch’essi cittadini italiani, sono stati costretti a subire da troppo tempo le conseguenze di questa condizione: mancanza di investimenti, nessun miglioramento del trasporto ferroviario, ritardi, soppressioni, aumenti tariffari e i continui e definitivi tagli del servizio offerto a media e lunga percorrenza, che ha finito di isolare la Sicilia dal resto del Continente “Italia”.
Premesso che:
il diritto alla continuità territoriale si colloca nell'ambito della garanzia, dell'uguaglianza dei cittadini e della coesione di natura economica e sociale e che deve tradursi nella capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti;
lo Stato deve farsi garante in concreto della continuità territoriale per un principio di equità e deve garantire il diritto alla mobilità a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica, e quindi, in particolare di fronte allo svantaggio dell'insularità;
il servizio di trasporto è un servizio di interesse economico generale e si configura come elemento essenziale del diritto alla mobilità sancito dall'articolo 16 della Costituzione.
Fatte queste premesse, mi sembra giusto chiedere alla classe politica siciliana di conoscere quali sono state le richieste di intervento a tutela e salvaguardia della continuità territoriale e quindi del trasporto ferroviario regionale e del trasporto universale da e per il nord che, già in Sicilia, è del tutto inesistente o quasi?La situazione di cui sopra è pertanto inaccettabile per un Governo responsabile e attento, che non può e non deve assistere indifferente, ma ha l'obbligo di dare ai suoi cittadini, risposte concrete e tangibili.
Da sottolineare che le scelte fino ad ora attuate dalle Ferrovie dello Stato, rendono l'intero gruppo complice del ritardo dello sviluppo delle aree del Sud Italia e dell'accrescersi del divario con le regioni settentrionali e con il resto d'Europa, che sarà sempre più difficile colmare in futuro.
Un'azienda pubblica, di pubblico servizio, che dovrebbe fornire servizi di trasporto pubblico ai cittadini e che invece si considera sempre di più un'azienda privata e di mercato e che non ritiene un dovere prioritario quello di fornire il servizio universale. Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia sono due aziende di diritto privato ma, appartenente, di fatto, al Pubblico, e se è vero che la forma giuridica scelta ne impone, giustamente, il rispetto di parametri di efficienza e di efficacia, la sua Mission principale è tuttavia quella di erogare un servizio sociale a milioni di cittadini, e questo aspetto va sempre tenuto nella massima considerazione.
Difatti il Governo, nel suo ruolo di azionista unico del gruppo Ferrovie dello Stato e di decisore strategico, deve intervenire urgentemente ed in modo risolutivo per assicurare servizi di mobilità uniformi in tutto il territorio nazionale, compreso il territorio della Sicilia.
È compito della Stato rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese (Artt. 3 e 16 della Costituzione).
Giosuè Malaponti - Coordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI