Che il nostro sistema ferroviario è antiquato, obsoleto e soprattutto non è in alcun modo compatibile con lo sviluppo della Sicilia, è ormai noto a tutti; anche il ministro Matteoli ha verificato lo stato di arretratezza infrastrutturale della Sicilia, vedi la dichiarazione di qualche mese fa, sostenendo che le Ferrovie in Sicilia, sono un vero disastro. C'è, in effetti, qualcosa che dovrebbe essere chiarita e con delle prese di posizione forti, non basta la contestazione del Governatore Lombardo su la Stampa dal titolo “I treni in Sicilia? Degni del Congo”, ma occorre fare chiarezza, una volte per tutte, su questo rimpiattino di responsabilità tra il Governo regionale, i vertici delle Ferrovie dello Stato e il Governo nazionale. L'assessore regionale ai trasporti, ha più volte dichiarato che in Sicilia non abbiamo vagoni ristoranti; che buona parte del materiale rotabile è vetusto; che in Sicilia le province di Trapani e Ragusa (e non solo quelle assessore, vi è la provincia di Siracusa, Caltanissetta, la Catania-Caltagirone, etc.) non hanno ancora linee ferroviarie elettrificate, tenuto conto che in Sicilia dei 1378 km di linea ferrata , 631km sono a semplice binario e 578 km sono non elettrificate; che la colpa dell'arretratezza infrastrutturale è da addebitare a Trenitalia e a Rete ferroviaria Italiana, che non hanno in questi ultimi anni progettato lo sviluppo infrastrutturale siciliano; il tira e molla sulle cifre (pare che siano 111 milioni al netto d’iva) da destinare al Contratto di Servizio che giace ancora a binario morto, a differenza delle altre regioni italiane dove è stato sottoscritto ed hanno ottenuto le risorse ncessarie per l’acquisto del nuovo materiale rotabile. Il presidente delle Ferrovie dello Stato, Innocenzo Cipolletta, intervenuto a Palermo sabato scorso, alle “Giornate dell'Economia del Mezzogiorno", ha dichiarato:”I progetti per migliorare la qualità del sistema ferroviario siciliano ci sono ma quello che manca sono le risorse economiche”, ed ancora «la Sicilia ha bisogno di un sistema di trasporti più efficiente ma i bisogni infrastrutturali sono così tanti che malgrado gli sforzi manca sempre qualcosa. Stiamo completando il raddoppio della Messina-Palermo dove ci sono i finanziamenti e poi ci sono i progetti per fare ex novo la Palermo-Catania e per velocizzare e rafforzare la Messina-Catania-Siracusa dove, mettendo in atto tutto il nostro impegno e la nostra progettualità, mancano le risorse economiche». Alla luce di queste dichiarazioni, cadono nel vuoto le affermazioni della politica regionale di questi ultimi mesi che puntavano l’indice nei confronti di Trenitalia e di Rete Ferroviaria Italiana che non avevano progetti per lo sviluppo infrastrutturale della Sicilia. In considerazione di questi fatti, la classe politica regionale dovrebbe pretendere dal governo nazionale le risorse adeguate, affinché in tempi brevi, vengano finanziati questi progetti che le Ferrovie dello Stato dichiarano di avere pronti per lo sviluppo della Sicilia, opere certamente urgenti e necessarie a ridurre l'enorme divario infrastrutturale che attualmente esiste ed è evidente tra la Sicilia e il resto d'Italia. Dal danno arrecato per la totale assenza di investimenti infrastrutturali, alla beffa per l'ulteriore taglio dei treni a lunga percorrenza tra nord-sud che avverrà, quasi certamente, dal 13 dicembre 2009, alle continue soppressioni dei treni nel trasporto regionale e al totale abbandono del trasporto merci. Considerato che dei 110 milioni di euro che lo Stato deve assegnare alla Regione per la sottoscrizione del Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario, non c’è neanche l’ombra e tra l’altro, devono essere ancora trasferite dal Governo nazionale alla Regione le competenze in materia di trasporto pubblico previste dalla legge.
In conclusione, le nostre linee sono sempre più disastrate e fatiscenti, mentre si ha il coraggio di affermare che grazie all'Alta Velocità il Paese è più moderno ed avanzato.
Coordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI
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