Pregiatissimo
Dott. Giletti mi chiamo Giosuè Malaponti, Coordinatore del Comitato Pendolari
Siciliani (pendolari Messina-Catania-Siracusa, Messina-Palermo,
Catania-Caltagirone-Gela e Ragusa). Dal 2001 assieme a tanti altri abbiamo
iniziato ad occuparci, essendo pendolari, delle problematiche relative al
trasporto ferroviario nell’Isola. Nel corso di questi anni abbiamo constatato e
denunciato che la Sicilia, anno dopo anno e treno dopo treno è stata sempre più
isolata ed allontanata dal resto d’Italia. Già nel 2009 veniva operato il primo
taglio dei treni del trasporto universale da e per il nord, lasciando appena
cinque coppie di treni, di cui quattro su Roma e uno su Milano. E puntualmente
si ripresenta lo spettro del completo azzeramento dei treni della passeggeri
che dalla Sicilia traghettano per raggiungere il continente. La totale assenza
di una programmazione regionale dei trasporti ed una disattenta attività
politica ed economica del territorio, ha permesso che si perpetrassero questi
continui tagli ad un servizio ferroviario che costituisce per la Sicilia ed i
Siciliani, l’unico mezzo di collegamento tra l’Isola ed il continente “Italia”.
Chiediamo il suo autorevole intervento, all’interno del suo programma, per
esporre la situazione disastrosa del trasporto ferroviario regionale e
universale che sta finendo di isolare la Sicilia. Ricordo bene che in una delle
sue puntate del “L’Arena” ha avuto ospite il ministro Lupi, che incalzato da
lei sul trasporto pendolare, prese degli impegni per migliorare ed attenzionare
il trasporto pendolare che a tutt’oggi non abbiamo ancora visto. La nostra
regione aspetta ancora di vedere i risultati infrastrutturali del Piano per il
Sud, del Decreto del Fare, dello Sblocca Italia, del Patto per il Sud. La
nostra Sicilia “ANEMICA” dall’Unità d’Italia aspetta ancora quella tanto
decantata e acclarata “Cura del ferro” dal ministro Lupi, Delrio e Toninelli.
Cura del Ferro che alla neo ministra del Mit, on.le De Micheli, non interessa
più, visto che intende agire in una prospettiva prevalentemente commerciale, concentrando
le risorse delle infrastrutture ferroviarie sui collegamenti tra i porti. Porti
che sino a ieri erano collegati con le ferrovie, ma giacchè negli ultimi
trent’anni queste infrastrutture sono state abbandonate al loro crudele
destino, oggi richiederebbero investimenti di miliardi di euro per la loro
ricostruzione. Risorse che dovrebbero essere utilizzate per problemi più
urgenti, come nel caso della mia Sicilia, che ha appena 200 km di ferrovia in
doppio binario su circa 1.400 km, e presenta gravi disfunzioni che condizionano
in modo importante la vita dei pendolari. Quindi, sulla base della nuova
invenzione della ministra De Micheli deduciamo che, in Sicilia, dovremo
cambiare le nostre abitudini di viaggio adoperando le navi per raggiungere le
nostre città, passando per le infrastrutture ferroviarie dei porti. Mentre a
noi Siciliani, a differenza di Gesù che camminò sulle acque del Mar di Galilea,
ci toccherà camminare sulle acque dello Stretto per raggiungere il “continente
Italia”. In queste ultime settimane si è fatto tanto clamore sull’abbandono
della Sicilia da parte del Governo e delle Ferrovie dello Stato, tuttavia il
malcontento dei siciliani non ha avuto una cassa di risonanza né sui quotidiani
locali né su quelli nazionali. Ma grazie a lei con “Non è l’Arena”, si è aperto
uno spiraglio di luce sul buio fitto e sul silenzio assordante delle
Istituzioni sulle condizioni in cui si trovano le nostre infrastrutture
ferroviarie, stradali ed aeree. Gli errori di queste disattenzioni, non sono
legati di certo alla sola classe politica siciliana e nazionale ma, anche alla
scarsa attenzione dei Siciliani verso un servizio pubblico carente ed al
mancato rispetto da parte dello Stato della continuità territoriale. Non è
possibile ad oggi, che si continui a parlare della costruzione del “Ponte sullo
Stretto”. Suggerirei ai Siciliani ed alla politica siciliana di voler pensare
invece, alla costruzione del “Muro sullo Stretto”, per evitare che avvengano
questi continui saccheggi, disattenzioni e penalizzazioni, che hanno finito per
isolare la Sicilia e i Siciliani stessi che, di certo, non lo meritano. Da
questo scaturisce la nostra richiesta, se lo riterrà opportuno, di dedicare un
piccolo spazio della sua trasmissione alle problematiche che nessuno vuole
esportare fuori dalla Sicilia relegandola sempre più ad un isolamento totale.
Noi continueremo il nostro lavoro così come stiamo facendo da circa 20 anni,
provando a svegliare le coscienze per fare uscire da questa gogna di
arretratezza la nostra Terra. Queste sono alcune delle infrastrutture che da
anni aspettano di essere realizzate: - Tratta ferroviaria Alcamo-Trapani via
Milo chiusa dal febbraio 2013; - Tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela
chiusa dal maggio 2011 per il crollo di un viadotto in C.da Angeli Piano
Carbone (Niscemi) tra Caltagirone e Gela; - Velocizzazione della Catania-Siracusa;
- Velocizzazione della Siracusa-Ragusa-Gela; - Raddoppio della linea
ferroviaria Fiumefreddo-Giampilieri finanziata dalla delibera 62/2005 del Cipe;
- Raddoppio della linea ferroviaria Patti-Castelbuono scomparsa da tutti i
Contratti di Programma. La Sicilia non è solo mafia, i siciliani hanno diritto
alla mobilità come il resto d’Italia. Alleghiamo alla presente i files di
alcuni nostri lavori. Grazie per l’attenzione.
Giosuè
Malaponti Comitato Pendolari Siciliani – Ciufer
(Comitato
Italiano Utenti Ferrovie Regionali)