Sicilia. Rapporto del Comitato Pendolari Siciliani. Situazione trasporto
ferroviario pendolare sulle tratte Messina-Catania-Siracusa e Messina-Palermo
Periodo di Riferimento: Novembre-Dicembre 2014
Obiettivi: Sensibilizzare
Regione Siciliana e Trenitalia a rilanciare gli investimenti
sull’ammodernamento delle infrastrutture e su un progetto di introduzione di
nuovi treni pendolari più veloci e puntuali, per dare risposte ai bisogni di
mobilità dei cittadini e di vivibilità delle aree urbane, conseguentemente
attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra.
Autori: Giosuè Malaponti e Fabrizio Gemelli
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Pochi
fenomeni sono più rappresentativi dei cambiamenti avvenuti nel territorio e
nella società italiana, nel lavoro e nella domanda di mobilità, come il
pendolarismo. Ogni giorno – secondo i dati del Censis – oltre 15 milioni di
persone si spostano per motivi di lavoro e studio verso le principali città. È
un processo che di fatto riguarda in particolare gli ultimi due decenni perchè
in rapida crescita, visto che all’inizio del secolo non arrivavano a 10
milioni.
Purtroppo
poco più di 3 milioni sono coloro tra questi che si muovono in treno, una quota
minoritaria, sebbene in costante crescita, e nel contesto va evidenziato il
rapporto di 10 a 1 tra passeggeri trasportati sulle linee regionali e quelli
sulle linee a lunga percorrenza.
Un
forte e moderno servizio ferroviario è indispensabile per costruire un sistema
dei trasporti efficiente nelle aree metropolitane. Tra l’altro c’è un’altra
questione che dovrebbe far riflettere in un periodo difficile per tante
famiglie, come la possibilità di ridurre i costi di spostamento utilizzando i
mezzi collettivi che per tante persone può rappresentare una vera boccata di
ossigeno, oltre che un miglioramento significativo della qualità della vita.
Ed
è significativo constatare quanto stia crescendo l’organizzazione della rappresentanza
dei pendolari, con comitati oggi diffusi in quasi tutte le Regioni italiane,
che chiedono più treni, puntuali, nuovi, puliti. Dare risposta a questa domanda
è quanto mai strategico per un Paese come l’Italia, e per questa nostra
regione, la Sicilia.
La
spiegazione delle difficoltà dello spostarsi in treno quotidianamente verso le
principali città siciliane è semplice, basta guardare i dati sugli investimenti
per il servizio, l’acquisto di materiale rotabile e le infrastrutture.
Qualcosa
di più è stato fatto negli scorsi anni acquistando nuovi treni “Minuetto”, condizione
fondamentale non solo per migliorare la qualità del viaggio per i pendolari ma
anche per aumentarne il numero in circolazione e migliorare la puntualità (i
ritardi dipendono anche dal sovraffollamento delle carrozze).
Il
trasporto ferroviario siciliano in questi ultimi anni sta attraversando momenti
veramente difficili. Sono molti i territori che si sono visti azzerare quasi
del tutto il trasporto ferroviario: Siracusa, Ragusa, Modica, Gela,
Caltanissetta, Caltagirone, Alcamo-Trapani Via Milo.
La
marginalità degli investimenti per il trasporto ferroviario in Sicilia è
evidente e gli investimenti statali e regionali premiano la strada a danno
della ferrovia.
Il
tema appena introdotto deve entrare nell’agenda delle politiche nazionali e
regionali, passando attraverso maggiori risorse per il servizio di trasporto
pendolare.
Ebbene,
i cittadini che ogni giorno si muovono in treno sono l’interlocutore
fondamentale delle strategie di potenziamento del servizio, con il confronto,
la partecipazione e l’informazione dei pendolari, per dare forza alla
prospettiva di un potenziamento del servizio, per monitorare il servizio sulla
rete (puntualità, grado di affollamento, igiene, climatizzazione, informazione,
ecc.).
Le Regioni hanno, ovviamente, la
possibilità di ampliare la quantità degli investimenti, perché le “prestazioni”
sono state definite nei cosiddetti Contratti di Servizio che tutte le regioni,
Sicilia a parte hanno posto in essere a partire dal 2009.
Con il Contratto di Servizio da un
lato l’impresa ferroviaria si impegna all’erogazione di un quantitativo di
treni-km e al rispetto di determinati indici di qualità (relativi a pulizia,
comfort, informazione e puntualità delle corse), dall’altro lato
l’amministrazione regionale stabilisce un corrispettivo economico per
l’erogazione di tali servizi.
In ultimo, il Contratto di Servizio
stabilisce le penali da applicare al gestore dei servizi in caso di non
rispetto degli indici di qualità definiti dal Contratto: le risorse generate
dall’applicazione di queste sanzioni sono speso risultate consistenti,
permettendo un reinvestimento diretto nel servizio, mentre alcune Regioni hanno
scelto di riutilizzare le risorse generate dall’applicazione delle suddette
penali per un rimborso sotto forma di bonus da restituire agli abbonati.
L’indagine
condotta nelle giornate lavorative del periodo novembre-dicembre 2014, riguarda
due rilevazioni dati rispettivamente di 2.578 treni sulla direttrice jonica
Messina-Catania-Siracusa e 1.134 treni sulla direttrice tirrenica
Messina-Palermo.
Direttrice jonica
Messina-Catania-Siracusa (dal
10/11 al 31/12/2014)
Per
quanto concerne la Messina-Catania-Siracusa, la tabella seguente mostra più
specificatamente la distribuzione dei 2.578 treni monitorati secondo la
puntualità, oppure se arrivati a destinazione prima dell’orario previsto, o se
soppressi.
Sul
totale dei 2.578 treni monitorati, il 60,20% (1.552 treni) è arrivato in
ritardo oppure è stato soppresso, mentre i treni arrivati in anticipo sono 838
(32,51%) e solo il 7,29% (188 treni) è arrivato in perfetto orario.
Ancora
una volta si conferma il trend di treni arrivati in anticipo, vale a dire che ogni
giorno un treno su tre arriva prima dell'orario previsto.
Dai
calcoli eseguiti, le ore complessive di ritardo che i pendolari hanno perso a causa
dei ritardi accumulati dai treni si attestano oltre le 163 ore (precisamente 9.791
minuti).
Nello
stesso bimestre abbiamo rilevato, per la tratta in parola, 56 treni soppressi,
pari al 2,17% del totale. Tale dato risulta ancora più significativo se
associato al numero di Km/treno soppressi: nel periodo di monitoraggio, la
tratta ferroviaria è stata privata di 3884 Km/treno, dato ovviamente sottostimato,
in considerazione del fatto che la nostra indagine non è stata estesa anche ai
treni che circolano nelle giornate festive.
I
treni in ritardo entro i 5 minuti sono 834 pari al 32,35%: per Trenitalia il
ritardo sino
a cinque minuti non viene considerato come “ritardo”.
Ancora
più in dettaglio 310 treni, pari al 12,02%, hanno ritardato tra i 6 e i 10
minuti, 188 treni (il 7,29%) da 11 e 20 minuti, e ben 164, cioè il 6,36% è
arrivato a destinazione con oltre 20 minuti di ritardo.
Altresì
i dati raccolti dimostrano di fatto che, i cospicui aumenti dei tempi di
percorrenza hanno consentito anche questa volta ad un terzo dei treni di
arrivare in anticipo sull’orario ufficiale previsto, accumulando 1383 minuti di
anticipi, pari a quasi 23 ore.
Direttrice tirrenica
Messina-Palermo (dal
17/11 al 31/12/2014)
L’analisi
eseguita sulla Messina-Palermo, ha riguardato invece 1.134 treni.
Il
67,20% , pari a 762 treni, è arrivato in ritardo oppure è stato soppresso, e
parallelamente quelli arrivati in anticipo sono stati 290 (25,57%). Soltanto il
7,23% (82 treni) è arrivato in perfetto orario.
Dai
calcoli eseguiti, le ore complessive di ritardo che i pendolari hanno perso a
causa dei ritardi accumulati dai treni sulla tratta Messina-Palermo si
attestano anche qui oltre le 200 ore (204 ore, pari a 12.272 minuti).
Nello
stesso bimestre abbiamo rilevato la soppressione di 23 treni, pari al 2,03% del
totale monitorato. Anche qui il dato risulta più significativo se associato al numero di Km/treno soppressi: nel
periodo di monitoraggio, la tratta ferroviaria è stata privata di 5946
Km/treno, ricordiamo dato sottostimato, in considerazione del fatto che la
nostra indagine non è stata estesa anche ai treni che circolano nelle giornate
festive.
I
treni in ritardo entro i 5 minuti sono 257 pari al 22,66%, poi 163 treni, pari
al 14,37%, hanno ritardato tra i 6 e i 10 minuti, 181 treni (il 15,96%) da 11 e
20 minuti, e ben 138, cioè il 12,17% è arrivato a destinazione con oltre 20
minuti di ritardo.
I
cospicui aumenti dei tempi di percorrenza hanno consentito anche questa volta
ad un terzo dei treni di arrivare in anticipo sull’orario ufficiale previsto,
accumulando 839 minuti di anticipi, pari a circa 14 ore.
I
risultati sono alquanto evidenti ed in molti casi la situazione è anche più
drammatica in quanto, a questi allungamenti si sommano i continui ritardi che
molte delle volte, vista la troppa elasticità della traccia oraria, diventano
anticipi azzerando così gli stessi ritardi.
Dalla
nostra analisi effettuata, abbiamo calcolato che è possibile ridurre i tempi di
percorrenza almeno di un 10-15%, ovvero di 10/15 minuti per ogni traccia
oraria.
Allungamenti
che si manifestano in tutta la loro drammaticità con i vari cambi di orario e
fanno seguito a scelte strane e sconsiderate sul trasporto pubblico ferroviario
siciliano, andando a penalizzare persino i treni diretti e, per di più un treno
viene considerato “puntuale” pur avendo un ritardo compreso tra i 5 minuti.
Si
da molto spesso la precedenza, sulla pelle di centinaia di migliaia di
pendolari, che costituiscono la stragrande maggioranza dei viaggiatori
giornalieri, a treni Intercity, Espressi, e persino ai treni merci.
Per
i pendolari siciliani viaggiare è sempre più un'odissea, sui treni ormai si bivacca visti i lunghi tempi di attesa
nelle varie fermate 5/10/15 minuti di attesa, sia sulla direttrice jonica
(Fiumefreddo, Alcantara, Letoianni, Santa Teresa Riva) che sulla direttrice
tirrenica (S.Agata Militello, Capo d’Orlando-Brolo-Patti e Barcellona P.G.,
Brolo/Gioiosa Marea, Milazzo e Cefalù).
Incroci
calcolati senza un senso logico, coincidenze con altri treni non previste e,
guarda caso viene annunciato da Trenitalia, che la puntualità dei treni è in
netto miglioramento, cioè che le cose vanno meglio.
Chi
controlla l’operato di Trenitalia? I km/treno soppressi dovranno essere rimessi
in esercizio? Verranno pagati comunque? Chi di competenza dovrà, se previsto,
sanzionare l’operato di Trenitalia?
Questi
sono solo alcuni dei quesiti per i quali chiediamo risposte certe ed esaustive
da parte degli organi competenti.
Tutto
ciò è inconcepibile e dimostra, ancora una volta, l'assoluta mancanza di
attenzione verso i pendolari da parte delle dirigenze di Trenitalia e di Rete
Ferroviaria Italiana, nel far funzionare dignitosamente il servizio di trasporto
ferroviario a loro affidato.
Compito
cui le due aziende hanno nei confronti dello Stato e dei cittadini-utenti e
alla Regione Siciliana che in questi anni ha portato a termine, dal punto di
vista amministrativo, le disposizioni emanate dal decreto legislativo 422/97
relativo al passaggio delle competenze in materia di trasporto pubblico ma non
è ancora, riuscita a farsi trasferire dal Ministero le risorse finanziarie
previste nell’accordo di programma per il trasporto ferroviario isolano, per
ottemperare alla sottoscrizione del Contratto di Servizio per il trasporto
ferroviario.
Nel
contratto di servizio occorre tenere presente due cose: la prima, che
Trenitalia farà valere tutto il suo peso presentando un Contratto di Servizio ad
uso e consumo essendo in regime di monopolio e la seconda alla Regione di non
cadere nella trappola del treno della politica.
Continueremo
come sempre, con ogni mezzo legale, nella nostra battaglia per una mobilità eco
ed equo-sostenibile che veda uscire finalmente la Sicilia da quella gogna di
arretratezza in cui la totale assenza di un’attenta programmazione in materia
di trasporti e di infrastrutture, è stata relegata dalla politica regionale e
nazionale.
Fiumefreddo
di Sicilia, 15 gennaio 2014
Giosuè
Malaponti - Comitato pendolari Siciliani - Ciufer