giovedì 31 ottobre 2013

Un’interrogazione parlamentare sullo stato del servizio ferroviario in Sicilia presentata dall’on.Pogliese

“La rete ferroviaria siciliana è ridotta ai minimi termini. I treni regionali soppressi dal 2012 ad oggi sono più di 6 mila e, nonostante la nostra sia una delle regioni più estese d’Italia, il numero di treni circolanti quotidianamente arriva a stento alle 400 unità, per una rete ferrata di 1.378 chilometri, e si tratta nella maggior parte dei casi di mezzi ferroviari con più di venti anni di servizio spesso soggetti a guasti. Nonostante questa deficitaria situazione la Regione Siciliana continua a non firmare il contratto di servizio per il trasporto ferroviario siciliano con RFI previsto dal D.lgs 42297.”.
Lo denuncia l’on. Salvo Pogliese, vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana, che sulla questione ha presentato un’interrogazione parlamentare al Presidente della Regione e all’Assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità.
“L’articolo 16 del Dlgs 422/97 sancisce che il trasporto ferroviario regionale debba essere garantito dalle istituzioni regionali e comunali – spiega il vicepresidente dell’Ars - che devono inoltre assicurare i servizi minimi qualitativamente e quantitativamente sufficienti a soddisfare la domanda di mobilità dei cittadini. La firma del contratto di servizio per il trasporto ferroviario è quindi essenziale, oltre che essere prevista dalla legge, per garantire una qualità del trasporto ferroviario che ad oggi in Sicilia manca completamente, come testimoniato dalle molte denunce da parte dei viaggiatori e dai dati dei sindacati di settore e del Comitato dei pendolari certificanti la sempre più scarsa affezione dei siciliani al trasporto pubblico.”.
“Ho chiesto pertanto al Governo regionale di provvedere nel più breve tempo possibile alla firma del contratto di servizio con RFI – conclude Pogliese – impegnandosi inoltre ad innalzare il livello qualitativo del trasporto ferroviario in Sicilia, nella convinzione che una moderna ed efficiente rete ferroviaria, integrata a un trasporto intermodale di passeggeri e merci, sia essenziale per garantire sviluppo e sostenibilità economica alla Sicilia”.
Riceviamo e pubblichiamo:
Salvo Pogliese (PdL) a:   comitatopendolari@gmail.com -  31 ottobre 2013 12:20
oggetto: Per conoscenza. Trasporto ferroviario in Sicilia. Salvo Pogliese (PdL): “Rete ferroviaria siciliana al collasso, la Regione firmi il contratto di servizio e s’impegni ad innalzarne la qualità.

mercoledì 30 ottobre 2013

La Regione Siciliana convoca i Comitati Pendolari Siciliani per fare il punto sul trasporto ferroviario regionale

Il Dirigente Generale, Dott. Giovanni Arnone, del Dipartimento Infrastrutture e Mobilità della Regione Siciliana, ha convocato tutti i Comitati dei Pendolari Siciliani martedì 05 novembre 2013 per  discutere e fare il punto sulle problematiche del trasporto ferroviario siciliano.
Si fa presente a tutti i pendolari di voler segnalare e/o suggerire tramite il blog i miglioramenti e/o le modifiche che dovranno essere apportate per rendere il servizio di trasporto ferroviario più efficiente ed efficace.
Grazie per la collaborazione

Giosuè Malaponti


Comitato Pendolari Sant'Agata Militello e le richieste di nuove fermate sulla tratta ferroviaria Tirrenica

Il Comitato Pendolari S.Agata Militello-Messina,  in questi ultimi mesi, ha sollecitato molti Comuni della tratta ferroviaria tirrenica affinché intervenissero presso l'Assessorato Regionale alle Infrastrutture e Mobilità per migliorare le condizioni di viaggio e per istituire nuove fermate, viste le molte richieste raccolte dal Comitato stesso e dai Sindaci dei Comuni interessati quali:Barcellona, Terme Vigliatore, Torrenova, Tusa, San Marco D'Alunzio, etc..
Ci pregiamo mettere online un pò di rassegna stampa e di corrispondenza con alcuni comuni.





































22 ottobre 2013 Gazzetta del Sud


18 settembre 2013 Gazzetta del Sud







08 ottobre 2013 Gazzetta del Sud

sabato 26 ottobre 2013

Moretti: "Per i treni regionali ricavi di 13 centesimi al passeggero per km"

L'amministratore delegato di Trenitalia al meeting dell'Anci: "In Germania è di 26, in Francia di 20. Ci si lamenta che le cose non vanno bene ma non possiamo essere sempre noi a pagare tutto". E sul taglio degli Intercity: "Governo decida di assumerli come servizio essenziale"
Moretti: "Per i treni regionali ricavi di 13 centesimi al passeggero per km" (ansa)
In Italia il ricavo della Ferrovie per i trasporti locali,  tra Regione e pendolari è di 13 centesimi al passeggero per chilometro. "In Germania 26 e in Francia 20 - dice l'amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti - ci si lamenta che le cose non vanno bene ma o si responsabilizzano tutti, con un patto tra cittadini, enti locali e le aziende oppure in questo paese dove si procede sempre arraggiandosi non si concluderà mai nulla". Dichiarazioni che Moretti ha detto durante il meeting dell'Anci alla Fortezza da Basso di Firenze durante un incontro sulle difficoltà locali con cui i comuni e gli enti locali si trovano a convivere. Tra questi anche il trasporto pubblico locale: "Non possiamo essere - ha detto Moretti - sempre noi a pagare tutto". L'amministratore delegato, che ha parlato mentre all'esterno della Fortezza si stava svolgendo la protesta e il corteo degli antagonisti, ha risposto anche sui tagli ai dodici collegamenti Intercity previsti da Trenitalia e che ha spinto i presidenti di nove regioni, tra cui la Toscana, a scrivere al presidente del consiglio Enrico Letta e ai ministri Lupi e Saccomanni. "Siamo letteralmente infuriati", aveva detto ieri Enrico Rossi.
di GERARDO ADINOLFI E ILARIA CIUTI
Fonte: http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/10/25/news/moretti_per_i_treni_regionali_ricavi_solo_di_13_centesimi_al_km-69447695/

LA MOBILITAZIONE COSTRINGE RFI A SOSPENDERE I LAVORI DI SMANTELLAMENTO DELLA STAZIONE DI COMISO

Il sit-in promosso dalla CUB Trasporti di ieri sera 25 ottobre presso la stazione di Comiso, ha riscontrato un discreto successo di partecipazione; oltre ai rappresentanti del sindacato di base e del Comitato per il rilancio delle ferrovie iblee, hanno risposto all’appello alcune decine di persone, appartenenti a forze politiche e associazioni della cittadina casmenea, cui si sono affiancati l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Filippo Spataro, e una delegazione del PDL, guidata dall’on. Assenza.
Dopo il passaggio dell’ultimo treno, alle 20,30 circa, gli operai già si sono messi al lavoro per organizzare l’apertura del cantiere, ma i manifestanti gli sono andati incontro, invadendo praticamente i binari della stazione, e provocando l’immediata sospensione  delle attività. I responsabili del cantiere hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, che una volta giunte sul posto hanno identificato tutti i presenti.
Intanto veniva chiesto lo stop dei lavori; il sindaco in particolare ha sottolineato l’importanza dell’impianto ferroviario per la città, anche alla luce del prossimo inizio di voli cargo all’aeroporto, ribadendo l’invito a non smontare nulla, perché l’amministrazione era fortemente contraria alla soppressione della stazione.
Si è aperta così una lunga fase interlocutoria tra i responsabili del cantiere e i loro superiori, e tra il sindaco ed esponenti politici del PD regionale, come anche con la Prefettura. La volontà dei presenti era quella di rimanere sui binari fino alla definitiva sospensione dei lavori, decisione comunicata attorno alle 22,15, assieme alla convocazione del sindaco a Palermo, presso RFI, per lunedì prossimo. A questo punto i manifestanti, accertatisi che gli operai si preparavano a tornare a casa, hanno lasciato la stazione.
L’iniziativa segna un punto a favore in questa vertenza, e dimostra che senza mobilitazione ogni fase interlocutoria lascia il tempo che trova. L’auspicio è che l’incontro di Palermo faccia desistere RFI dal suo progetto, che oltre ad annullare la stazione di Comiso, danneggia l’intera tratta ferroviaria.
I cittadini di Comiso ora sanno come va difesa la stazione ferroviaria, e che non si deve più parlare di soppressione ma di potenziamento, soprattutto in sinergia con la struttura aeroportuale. Un esempio da seguire anche negli altri impianti della linea, a sostegno di progetti di ammodernamento e riposizionamento del treno al centro della vita collettiva e delle attività produttive.
La CUB Trasporti è soddisfatta di questo risultato, per il quale i suoi attivisti si sono spesi notte e giorno, e invita tutti a non abbassare la guardia, mantenendo viva la vertenza per il rilancio della ferrovia iblea.
Ragusa, 26-10-2013 - CUB TRASPORTI 

Sicilia: sabato 26 ottobre il treno storico da Palermo a Caltanissetta

Il convoglio, composto da rotabili storici della Fondazione FS Italiane, è stato noleggiato da una comitiva di 35 ferroamatori tedeschi. L’iniziativa fa parte di un fitto programma di suggestivi viaggi a bordo dei treni d’epoca
Un treno composto da rotabili storici della neonata Fondazione FS Italiane, noleggiato da una comitiva di 35 ferroamatori, tedeschi partirà sabato 26 ottobre da Palermo, alle 7.30, alla volta di Caltanissetta Centrale (arrivo previsto 11.30) .
Il treno è composto da una locomotiva elettrica E626 428, del 1926, 2 carrozze tipo “Centoporte” Cz 36000 e 1 bagagliaio a 2 assi. Le locomotive elettriche del gruppo E.625 ed E.626 furono i primi mezzi di trazione a corrente continua a 3000 volt ad essere costruiti e messi in esercizio dalle Ferrovie dello Stato. Anche il personale presente a bordo indosserà divise storiche FS, degli anni ’50. Il convoglio sosterà nelle stazioni di Fiumetorto, Roccapalumba-Alia e Caltanissetta Xirbi , dove potrà essere fotografato dagli appassionati.
L’iniziativa fa parte di un fitto programma di suggestivi viaggi storico-turistici a bordo di treni d’epoca (ne sono previsti, al momento, un centinaio) organizzati dalla Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane (fondazionefs.it)
Nata per iniziativa della capogruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia, la Fondazione FS Italiane ha lo scopo di valorizzare e preservare l’inestimabile patrimonio storico, tecnico, ingegneristico e industriale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane composto centinaia di rotabili storici,

da oltre 500mila foto, 3mila pellicole cinematografiche, una biblioteca con 50mila volumi, migliaia di cartografie e progetti di ponti, gallerie e linee ferroviarie.
Palermo, 25 ottobre 2013 - Fonte: Fsnews

venerdì 25 ottobre 2013

SI SMANTELLA LA STAZIONE DI COMISO, IL MURO DI GOMMA VINCE ANCORA. STASERA SIT-IN ALLA STAZIONE

Questa sera, alle ore 20,30, sit-in davanti ai cancelli della stazione di Comiso per dire no all’ennesimo, gravissimo, scippo di un’infrastruttura che solo 5 anni fa era in piena attività e rappresentava un vanto per l’economia del comprensorio.
Speriamo che chi abbia a cuore le sorti della ferrovia e della mobilità sostenibile in terra iblea, sia con noi a dimostrare sdegno, indignazione, rabbia e volontà di riscatto.
Oggi più che mai, viste le tante battaglie per l'apertura dell'aeroporto, la rete ferroviaria comisana dovrebbe essere rinnovata ed ammodernata come collegamento veloce per raggiungere l'aeroporto di Comiso, invece viene smantellata da Rete Ferroviaria Italiana con il tacito silenzio ed approvazione delle istituzioni locali e regionali. 
Questo il documento di denuncia del Cub Trasporti Ragusa:
RFI sostiene che i lavori di smantellamento dei deviatoi della stazione di Comiso non comporteranno alcun disagio per la circolazione dei treni; che ad essere eliminati sono dei binari in disuso, e che dietro agli allarmi lanciati contro il provvedimento, ci sarebbero degli ex ferrovieri (ma non dice per quali reconditi fini lo farebbero).
L’assessorato regionale alle infrastrutture, nella persona del direttore generale dott. Arnone, ha sposato la tesi di RFI, e aggiunge che chiedere il blocco dei lavori comporterebbe un risarcimento danni per la Regione.
Così, mentre si può difendere un ospedale, un tribunale, un pronto soccorso, una scuola, minacciati di chiusura, non si può difendere un impianto ferroviario, come se le infrastrutture ferroviarie fossero di esclusiva pertinenza di burocrati e managers palermitani e romani, senza che il territorio potesse dire nulla sulla loro esistenza e funzionalità in riferimento alle esigenze della zona.
L’assessorato alle infrastrutture ha invece le sue responsabilità in quel che sta accadendo: è dal 7 marzo che l’assessore Bartolotta ha promesso un tavolo tecnico per affrontare i problemi della linea Siracusa-Ragusa-Gela, fra cui anche quello della soppressione dei binari di Genisi, Comiso e Acate; ebbene, dopo 7 mesi stiamo ancora aspettando, e nel frattempo RFI e Trenitalia fanno quello che vogliono sul nostro territorio e sulle nostre ferrovie.
Sopprimere i deviatori a Comiso significa privare l’impianto delle funzioni tipiche di una stazione (incroci, precedenze, sosta treni, manovre), il che, dopo l’eliminazione dello scalo merci, ridurrà Comiso a una semplice fermata.
Altro che potenziamento in sinergia con l’aeroporto! In più, la linea, a furia di sopprimere le stazioni, vede allontanare le distanze tra gli impianti dove è possibile fare incrociare i treni, e questo vuol dire (e lo ribadiamo per l’ennesima volta per chi non lo abbia ancora capito, fra cui anche qualche deputato regionale): sempre meno treni possono circolare sulla tratta; possibili grandi ritardi nella loro circolazione. Tutto l’opposto del miglioramento del servizio e dell’immissione di nuovi treni da tempo richiesti, dopo la raffica di soppressioni degli anni scorsi, che hanno ridotto la linea a veder circolare solo 4 coppie di treni al giorno!
La questione ferroviaria è la grande vergogna della nostra classe dirigente politica e sindacale; è ilbuco nero dell’azione parlamentare di oltre trentanni; è lo specchio del fallimento delle politiche di tante amministrazioni comunali e provinciali.

Ragusa, 25-10-2013 CUB TRASPORTI

giovedì 24 ottobre 2013

Moretti: “Milano - Venezia e Napoli - Bari le opere più importanti da completare

L’AD di FS Italiane è intervenuto a Venezia nel corso del convegno di Sipotra Le priorità per la politica dei trasporti. La logica per investire nei trasporti deve essere quella che si fa solo quello che dà risultati migliori
“L’opera più importante da completare è la Milano - Venezia e, a Sud, la Napoli - Bari”. Lo ha detto a Venezia Mauro Moretti nel corso del convegno Le priorità per la politica dei trasporti di Sipotra, Società italiana di politica dei trasporti,.
Nel suo intervento l’AD di FS Italiane ha auspicato che “per le opere fondamentali non vadano polverizzati i finanziamenti europei disponibili. In paesi di 600 abitanti - ha proseguito - non è possibile fare fermate ferroviarie, come non è pensabile collegare con il treno tutti gli aeroporti italiani”.
Rispondendo sul problema del sovraffollamento dei treni, il numero uno di Ferrovie ha ricordato che “occorrono più risorse, perché i convogli sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma soltanto garantire la massima efficienza. Ci vuole inoltre una programmazione omogenea delle linee, anche se occorre tempo per i servizi a medio - lungo termine”.
Moretti ha proseguito dicendo che negli investimenti per i trasporti la logica deve essere quella che “si fa solo quello che dà risultati migliori per rilanciare il sistema dei trasporti”. Il top manager ha quindi affermato di aspettarsi passi avanti positivi dalla nuova Autorità dei trasporti, e che questa abbia la forza per poter parlare e dettare le regole a cui conformarci”.
L’AD di FS Italiane ha sottolineato, infine, che per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti nel Paese “bisogna recuperare quella normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo. Quante aziende di trasporto - ha chiesto retoricamente alla platea di imprenditori - stanno in piedi oggi in Italia? Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infrastrutture? Voglio dire questo - ha concluso - perché altrimenti non sta in piedi niente”.
Venezia, 21 ottobre 2013 - A.G. Fonte: Fsnews

IL DOSSIER CISL SUL TASPORTO FERROVIARIO

Oggi si è tenuta a Palermo, con la presentazione del Dossier Cisl, la chiusura dell'iniziativa messa in campo dalla Fit Cisl "Alla ricerca del treno perduto"
Abbiamo preso parte all'iniziativa, invitati dalla Fit Cisl, assieme agli amici pendolari di S.Agata Militello.
Ecco le conclusioni del viaggio in camper della Fit Cisl - Cisl Sicilia. 
Disservizi e disagi ma anche analisi e proposte, tratta per tratta, provincia per provincia. 
Un buco nero lungo 1.378 chilometri di cui solo 178, in Sicilia, a doppio binario.
Questo è il dossier presentato oggi dalla Fit Cisl.  
Pochi treni, da gennaio 2012 a oggi ne sono stati soppressi ben 6 mila regionali, ma solo 1.500 sono stati sostituiti dai bus, due sole le navi utilizzate per l'attraversamento dello Stretto, tempi lenti di percorrenza per via di un continuo inserimento di fermate ai collegamenti veloci e una riduzione complessiva di circa 3 mln di Km/treno dal 2008 ad oggi, tratte inadeguate, treni vecchi (età media 20 anni di servizio) che si guastano, biglietterie chiuse, mancanza di sottopassaggi, stazioni quasi del tutto abbandonate prive delle sale di attesa, degrado della qualità dei servizi, vetture sovraffollate nelle fasce orarie pendolari. A registrare tutti questi disservizi sofferti ogni giorni dai passeggeri delle Ferrovie siciliane sono stati i rappresentanti della Fit Cisl a bordo del camper partito lo scorso 29 aprile nell'ambito della iniziativa Alla ricerca del treno perduto, che per sei mesi ha fatto tappa fra le principali stazioni dell'Isola, per documentare le gravi conseguenze dei tagli al trasporto ferroviario regionale, raccogliere le testimonianze dei cittadini e presentare le proposte alle Fs e alle istituzioni. È un quadro devastante quello registrato dal tour del camper dei rappresentanti del Dipartimento della Mobilità del sindacato, che hanno raccolto le segnalazioni e le lamentele dei pendolari siciliani.
La linea ferroviaria nel complesso è composta da 1.378 km, solo 178 a doppio binario, 800 linee sono elettrificate, 578 a diesel. Gli impianti ferroviari sono 161, 4 quelli per il traghettamento. Da gennaio 2012 a ottobre 2013 sono stati circa 6 mila i treni soppressi per un corrispettivo di circa 300.000 km/treno, di questi appena 60.000 km/treno sono stati sostituiti da bus (solo 1.500 treni), 4.500 i treni programmati e quindi finanziati, che non hanno circolato. In termini assoluti, con l’orario ufficiale in Sicilia circolano 407 treni al giorno su 1.378 Km di linea ferrata per una regione che è fra le più estese d’Italia con un perimetro di oltre 1.000 Km, risulta decisamente insufficiente. Analizzando nel dettaglio l’offerta commerciale di Trenitalia è facile capire che la metà del servizio offerto riguarda l’hinterland palermitano. I restanti 200 treni, che dovrebbero garantire i collegamenti nelle e tra le altre 8 province siciliane, sono risultati del tutto insufficienti, infatti su quasi tutte le tratte si sono riscontrati buchi anche di diverse ore tra un treno e l’altro.
Fenomeni ai quali si aggiunge l’abbandono di diverse linee ferroviarie, quali la Trapani-Alcamo via Milo e la Caltagirone-Gela, andato avanti negli anni contrariamente a quanto previsto dal “Contratto di Programma 2012-2014” siglato tra Rfi e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nel dettaglio, nel dossier della Fit Cisl sulla condizione dei trasporti ferroviari nell'Isola, si notano gli enormi disagi provincia per provincia.

AGRIGENTO
Ad Agrigento, la linea Caltanissetta-Agrigento conta solo 6 treni e a troppa distanza l'uno dall'altro, la Palermo-Agrigento 24 treni, ma viaggiano stracolmi di passeggeri, e ad aggravare la mancanza di un'offerta commerciale ci sono le soppressioni, spesso infatti ad essere cancellato per via della mancanza di materiale rotabile è il treno per il capoluogo siciliano delle 4,50 e questo comporta lo spostamento di tutto il flusso dei pendolari di quella fascia oraria al convoglio successivo delle 5,15. Ad essere soppresso spesso è anche l'ultimo treno quello delle 20,15 condizionando il ritorno a casa dei pendolari. Troppo pochi i 6 treni per l'Agrigento-Caltanissetta, una frequenza poco adeguata alle esigenze dei viaggiatori.

ENNA E CALTANISSETTA
Enna risulta essere la città scollegata dal resto della Sicilia, non partono treni, esiste solo il servizio bus. Caltanissetta è collegata con Palermo, Gela, Catania e Agrigento l'offerta commerciale risulta davvero insufficiente, i passeggeri di Enna e Caltanissetta dovrebbero poter raggiungere l'aeroporto più vicino, ovvero quello di Catania, invece le zone non sono collegate. Per la tratta Palermo Caltanissetta, l’offerta commerciale è di 19 treni; sono tutti treni fra Roccapalumba e Caltanissetta Xirbi e Caltanissetta Centrale, sarebbe necessario qualche treno di mattina per gli studenti da Vallelunga a Caltanissetta. La proposta è di potenziare l’offerta commerciale, in modo che si possa potenziare il collegamento Caltanissetta-Catania (21 treni) e di conseguenza rafforzare il collegamento Palermo–Catania.

CATANIA
A Catania dalle 9 alle 12.45 è il deserto, per quasi quattro ore non ci sono treni che circolano, unico denominatore in tutte le province, ed è cosi anche a Catania, è la mancanza di collegamenti, uno solo è quello diretto fra Palermo e Catania, gli altri costringono alle soste e i tempi di percorrenza sono troppo lunghi. La condizione dei collegamenti ferroviari tra Catania e il resto della Sicilia è ridotta ai minimi termini: il collegamento con Palermo viene servito con un solo treno pomeridiano diretto e uno a metà mattinata che effettua tre cambi corsa, per un totale di 4 ore e 36 minuti. La Fit continua a chiedere la realizzazione della fermata dell’aeroporto di Fontanarossa. Per la linea Messina Catania, l’offerta commerciale è di 44 treni, occorre un impegno aziendale affinché possa essere mantenuta l’attuale offerta commerciale evitando le soppressioni che sono sempre in atto, aggiungendo delle corse sulla tratta Giarre-Catania. Per la Catania-Siracusa l’offerta commerciale è di 13 treni i cui materiali rotabili sono minuetti elettrici e 464 con vetture, i treni sono 4 da Messina a Siracusa, 3 corse su Bicocca e Fiumefreddo, 2 fra Siracusa e Augusta e infine 4 treni Catania-Siracusa, il tema centrale è sempre la costruzione della fermata dell’aeroporto Fontanarossa che permetterebbe il collegamento con le sette provincie.

MESSINA
A Messina, studenti pendolari in piedi sul treno che va da Sant’Agata di Militello al capoluogo peloritano, per mancanza di posti a sedere. Secondo il sindacato bisogna mettere a sistema tutto il nodo trasporti, da quello ferroviario alla navigazione, integrandolo con il servizio trasporti comunale e intercomunale. Ci vuole una regia unica, un progetto unico di mobilità integrata nell’area dello Stretto, ricordiamo che per i treni da Patti vi era l’accordo con la Regione per attestare i bus di linea a Patti e con il treno trasferire i clienti per e da Messina, mentre tutti gli altri collegamenti con la città di Messina necessita rispettare la composizione e modificare l’orario dei primi treni per consentire l’arrivo nei capoluoghi entro le 8.00. Occorre un impegno aziendale affinché possa essere mantenuta l’attuale offerta commerciale evitando le soppressioni che sono sempre in atto, aggiungendo delle corse sulla tratta Metro Ferrovia.


PALERMO
Nel Palermitano treni sovraffollati nella stazione di Bagheria, dove necessita una diversa rimodulazione della composizione del materiale rotabile e maggiore attenzione alla pulizia dei mezzi, compresi i vetri. Cefalù è una meta sovraffollata di studenti, lavoratori, turisti, ma nonostante ciò manca una vera offerta commerciale che soddisfi la grande domanda di mobilità: fra un treno e l’altro infatti ci sono intervalli di più di 2 ore. Sempre a Cefalù i rappresentanti della Fit hanno registrato l’assenza del sottopassaggio per raggiungere il binario 2/3, cosa che costringe i passeggeri ad attraversare i binari. Mancano poi le sale d’attesa per i viaggiatori nelle stazioni di Altavilla, San Nicola L’Arena, Cerda, Campofelice di Roccella e Lascari, tutte mete molto richieste dai passeggeri e dove il decoro delle stazioni lascia molto a desiderare. La Palermo-Punta Raisi conta 62 treni ma sono scollegati con gli orari dei primi voli del mattino e l'ultimo treno dall’aeroporto parte alle 22 lasciando solo la disponibilità dei pullman per i passeggeri in arrivo con voli successivi.
Il servizio navetta nell’hinterland palermitano fino a Termini Imerese viene effettuato con 40 treni, l’estensione del servizio fino a Cefalù risulterebbe più corrispondente alle esigenze dei pendolari e dei turisti, considerato che risulta la località più frequentata anche nella bassa stagione.

RAGUSA
Ragusa è una città isola dentro l'Isola, è servita solo da 6 treni (le destinazioni sono Gela, Siracusa, Modica, Pozzallo, Vittoria e Caltanissetta), gli altri servizi sono garantiti dai bus, tra un treno e un altro passano anche 5 ore. Per Siracusa esiste un solo treno diretto alle 19, che ha un tempo di percorrenza di tre ore e mezzo, per il resto i pendolari devono utilizzare il bus. Gela si può raggiungere solo con i pullman, per Catania non esiste collegamento.



SIRACUSA
A Siracusa il treno è un vero e proprio miraggio, la stazione centrale è un deserto, 19 i treni regionali, 6 dei quali diretti a Messina e gli altri fra Catania e i paesi del circondario, una bassa frequenza dei servizi, tra un treno e l'altro passano anche due ore. Offerta inadeguata anche in termini di orari, l'ultimo convoglio per Messina parte alle 17,13. La città non è collegata con il capoluogo siciliano, e ad aggravare tutto anche l'inesistenza totale dei collegamenti la domenica e i festivi, giorni di interesse per i turisti della zona.
La Fit ribadisce che nella tratta Siracusa-Gela e in quella che attraversa la Val di Noto, i treni devono essere mantenuti e potenziati, inserendo nell’offerta commerciale i treni domenicali per il grande flusso turistico, verificando inoltre la possibilità di una tratta che possa collegare Comiso con il nuovo aeroporto.

TRAPANI
Nella zona del Trapanese, 28 i treni della linea Palermo-Trapani via Castelvetrano e nessun collegamento ferroviario via Milo considerata la chiusura temporanea (che va avanti ormai da otto mesi) della linea, attualmente sostituito da bus; da anni la Cisl sostiene che l'elettrificazione della tratta da Cinisi ad Alcamo Diramazione, potrebbe far diventare il collegamento un vero servizio navetta tra i vari comuni della zona. Da Trapani occorre anticipare il più possibile il primo treno limitandolo a Piraineto e garantendo la coincidenza con il treno 22730, in questo modo a Palermo si giungerebbe alle ore 8.27; per il secondo treno da Trapani occorre far rispettare la composizione cercando di recuperare tutti quei clienti persi a causa di un’offerta commerciale poco felice; nel pomeriggio occorre un’offerta commerciale tale da garantire con orari appropriati il rientro dei pendolari da Trapani e dalle scuole fino a Salemi. Per il rilancio della tratta necessita il collegamento con l’aeroporto di Birgi (un milione di viaggiatori nel 2012) consentendo il collegamento con punta Raisi e la riapertura della tratta via Milo.

IL QUADRO COMPLESSIVO
Nel complesso, guardando ai treni che circolano ogni giorno, 407 in tutto, molti che sulla carta dovrebbero collegare due capoluoghi come ad esempio Palermo e Messina, in realtà si attestavano in stazioni intermedie costringendo i viaggiatori a dover cambiare due o più treni per raggiungere la destinazione finale, con un ulteriore aumento dei tempi di percorrenza che divengono non competitivi con qualsiasi altro mezzo di trasporto.
Analizzando nel dettaglio l’orario è facile intuire che molti di questi collegamenti coprono tratti brevissimi e così risultano quasi del tutto sfornite di collegamenti le zone centrali dell'Isola come Caltanissetta (solo 4 i treni) ed Enna (provincia totalmente scollegata) con gli altri capoluoghi come Messina e Siracusa; Palermo e Catania sono collegate da un solo treno diretto, gli altri collegamenti della zona fanno diverse coincidenze impiegando più di quattro ore per collegare i due capoluoghi.
In tutto la linea Palermo-Messina comprende 94 treni di cui 40 coprono la relazione Palermo-Termini Imerese, solo 12 giungono a Messina, due giungono a S.Agata e 5 si fermano a Cefalù, i rimanenti servono la tratta Messina-S.Agata di Militello.
La linea Caltanissetta-Agrigento conta solo 6 treni, la Palermo-Agrigento 24, la Caltanissetta-Gela 4, la Catania-Caltanissetta 21 in totale, 13 la Catania-Siracusa da dove si spostano molti pendolari, 44 la Messina-Catania.

La Sicilia oggi in cifre Dati aggiornati all’08/08/2013

LINEE FERROVIARIE IN ESERCIZIO 1.378 km
CLASSIFICAZIONE
Linee complementari 1.378 km
TIPOLOGIA
Linee a doppio binario 178 km
Linee a semplice binario 1.200 km
ALIMENTAZIONE
Linee elettrificate 800 km
- Linee a doppio binario 178 km
- Linee a semplice binario 622 km
Linee non elettrificate (diesel) 578 km
LUNGHEZZA COMPLESSIVA DEI BINARI 1.556 km
Linea convenzionale 1.556 km
IMPIANTI FERROVIARI
Stazioni con servizio viaggiatori 161
Impianti di traghettamento 4
LINEE ATTREZZATE CON TECNOLOGIE INNOVATIVE
SCC-AV, SCC e CTC, per il telecomando della circolazione 1.231 km
SCMT, per il controllo della marcia del treno 791 km
SSC, per il supporto alla guida 587 km

mercoledì 23 ottobre 2013

RFI, Sicilia: interventi di manutenzione e modifiche al programma di circolazione su due linee regionali

Nella sola giornata di sabato 26 ottobre, sulla Caltanissetta - Siracusa e sulla Catania - Gela, sarà modificato il programma di circolazione di alcuni treni Regionali sulle linee della Sicilia.
Le variazioni sono necessarie per consentire a Rete Ferroviaria Italiana di realizzare interventi di manutenzione infrastrutturale tra le stazione di Vittoria e Ragusa, sulla linea Caltanissetta – Siracusa, e tra Lentini e Caltagirone, sulla linea Catania Gela.
Alcuni treni saranno cancellati e sostituiti con autobus su parte del percorso o per l’intero tragitto.
Oltre che su queste pagine, informazioni dettagliate con l’elenco completo dei treni interessati e dei provvedimenti sono disponibili nelle stazioni, uffici assistenza clienti e biglietterie, e su FSNews Radio, la radio web del Gruppo FS Italiane.  

Modifiche alla circolazione dei treni sulla linea Caltanissetta – Siracusa  

Modifiche alla circolazione dei treni sulla linea Catania – Gela


Palermo, 22 ottobre 2013 Fonte: Fsnews

domenica 20 ottobre 2013

Cub Trasporti Ragusa - Incontro a Palermo sulle ferrovie: pochi passi avanti, permangono le preoccupazioni

Non si può essere ottimisti dopo l’ennesimo incontro palermitano di venerdì 18 ottobre, il quale, anziché rappresentare la prosecuzione naturale dei precedenti, e quindi un momento di approfondimento, si rivela la solita riunione in cui si espongono i problemi ad interlocutori ogni volta nuovi e a digiuno delle questioni poste. Se si eccettua l’ing. Cucinotta, di RFI.
Assenti l’ing. Costantino di Trenitalia e il dott. Arnone, direttore dell’assessorato alle infrastrutture; assenti (fatto molto grave) anche i sindaci di Modica e Gela, per quanto invitati.
La delegazione ragusana era rappresentata dal sindaco Piccitto e dall’assessore Campo, da Gurrieri, Ragusa e Costa della CUB Trasporti e da Distefano del comitato No Muro.
Mancando Trenitalia non si è potuto entrare nel merito del trasporto degli studenti pendolari e della richiesta di immissione di nuovi treni, e questo è un dato estremamente negativo.
La questione del PL di via Paestum è stata unificata con quella della metropolitana di superficie, argomento sul quale la delegazione ragusana si è spesa molto, insistendo perché si venga a conoscenza al più presto del progetto preliminare elaborato da RFI nel 2005, in modo da poterlo esaminare e fare “adottare” dalla Regione, per poterlo così farlo entrare nel novero delle opere da finanziare. Riscontriamo, dopo anni di silenzi, sforzi andati a vuoto e finti interessamenti, che la strada intrapresa potrebbe essere fruttuosa e portare Ragusa ad avere un sistema di mobilità sostenibile e alternativo d’avanguardia, non solo per i collegamenti urbani tra l’area sud della città ed il centro storico, ma anche tra i poli turistici di Ragusa Ibla e Donnafugata. Per questo non bisogna allentare la pressione, e prevedere al più presto una conferenza di servizio sulla metroferrovia.
La delegazione ha molto insistito presso l’ing. Cucinotta perché si sospendano i lavori di smantellamento dei binari e scambi della stazione di Comiso, previsti per il prossimo fine settimana. Qualora andassero in porto, non solo Comiso si troverebbe senza la stazione, ma l’intera linea subirebbe un sostanzioso depotenziamento nelle sue capacità di circolazione, vanificando così ogni progetto di potenziamento.
Su questa questione riscontriamo l’assurdo silenzio del sindaco e dell’amministrazione di Comiso, totalmente assente in queste settimane di continui allarmi. Sappiamo che la questione ferroviaria non è produttrice di consensi, e quindi può essere trascurata senza eccessivi contraccolpi, ma quando mai un’amministrazione assiste allo scippo di una infrastruttura del proprio territorio senza nemmeno provare a reagire?
La CUB Trasporti si ritiene moralmente impegnata ad impedire lo smantellamento di Comiso e per tutta la prossima settimana si adopererà per mettere in atto ogni tipo di iniziativa, senza trascurare l’eventuale blocco dei lavori, per salvare la stazione di Comiso.
Ragusa, 19-10-2013
Coordinamento provinciale CUB Trasporti


sabato 19 ottobre 2013

Ferrovie, pendolari bistrattati

Nuovo appello del comitato regionale: i primi cittadini facciano pressione sulla Regione. Nei primi sei mesi del 2013 gli utenti hanno denunciato il taglio di 110 treni
“Troppi sono i disservizi e i disagi causati in queste ultime settimane ai pendolari siciliani da Trenitalia e Rete ferroviaria italiana”. Lo scrive sul sito ufficiale del comitato pendolari di Sicilia il presidente Giosue Malaponti. “Giornalmente, ritardi, treni super affollati per la mancanza di vetture, cancellazioni di treni dovute a mancanza di materiale rotabile per guasti/manutenzioni e/o a problemi alle infrastrutture ferroviarie”.
Il quadro, secondo i pendolari, è ovunque particolarmente preoccupante: utenti penalizzati in tutte le tratte regionali da Trapani a Palermo, da Messina a Catania a Siracusa ed in altre direttrici. Continua a leggere… 

di Rosario Battiato 19 ottobre 2013 - Fonte: Quotidiano di Sicilia

"Trasporti, Sicilia emarginata"

Agen, presidente regionale di Confcommercio, lancia l'allarme: "I cinesi stanno finanziando il raddoppio del Canale di Suez per arrivare in Africa e in Europa, l'Isola rischia di restare fuori dai flussi commerciali del Mediterraneo"

“Quando i Romani erano il centro del mondo costruivano prima le strade e gli acquedotti. Oggi che la Sicilia è al centro del Mediterraneo, in posizione strategica geograficamente, rischia la marginalizzazione dal resto del mondo”.

Apre con un paragone la conferenza stampa sul sistema dei trasporti nel Meridione il presidente di Confcommercio Sicilia Pietro Agen, che si chiede allarmato quale possa essere il progetto di sviluppo siciliano senza collegamenti.

“Come presidente di Confcommercio Sicilia e come incaricato per le politiche del Mezzogiorno di Confcommercio non posso che esprimere stupore per l’assordante silenzio sotto cui sta passando, sia a livello nazionale che regionale, la definitiva emarginazione del meridione d’Italia e della Sicilia con il declassamento dell’aeroporto di Catania, l’addio all’alta velocità oltre Napoli, la definitiva rinuncia al ponte sullo stretto. Stupisce che nessun politico, a cominciare dal presidente della Regione Crocetta e per finire col duo Letta – Lupi, passando per tutte le forze politiche, abbia compreso l’importanza di battersi a livello europeo per evitare che si compia l’ultima follia condannando definitivamente quel poco di imprenditoria che ancora resiste al Sud”.

Senza contributi europei non ci sarà per la Sicilia possibilità di sviluppo fino al 2025, vanificando le potenzialità di sviluppo del settore turistico, trainante per l’economia dell’isola, e perdendo la possibilità di diventare piattaforma logistica nel Mediterraneo. I costi dei trasporti incidono in maniera spaventosa sul comparto commerciale; i tempi troppo lunghi danneggiano le merci deperibili, cioè i nostri prodotti dell’agroalimentare, risorsa imprescindibile su cui puntare per lo sviluppo economico della Sicilia.

“I cinesi stanno finanziando il raddoppio del Canale di Suez – spiega Agen – per incrementare i loro rapporti commerciali. Passando per il Mediterraneo puntano all’Africa, dove stanno acquistando terreni e interi regioni per trasformare il “continente nero” nel loro granaio dove sviluppare il settore agricolo. Le navi cinesi si spingono fino allo Stretto di Gibilterra per risalire al nord Europa, i loro flussi commerciali passano dal mediterraneo e la Sicilia potrebbe essere una ottima base logistica".


"Purtroppo la mancanza di programmazione penalizza lo sviluppo di tutto il Meridione e la Sicilia ha perso la capacità di progettare. Per questo chiediamo ai governi regionale e nazionale un tavolo di confronto per progettare il sistema logistico più idoneo per la Sicilia, un piano di trasporti che sostenga lo sviluppo del turismo e delle esportazioni, che attiri nuovi imprenditori per investire nell’isola. Composta da pochi porti con un’unica autorità portuale, dai quattro aeroporti dell’isola (Catania, Palermo, Trapani e Comiso), autostrade e alta velocità. Tutto ciò richiede uno studio di fattibilità del sistema logistico siciliano che al momento solo la Cina ha realizzato. E i nostri politici dove sono?”

Targia, Priolo e Augusta chiudono. Anzi, diventano stazioni fantasma

Ferrovia, un altro taglio, un altro passo indietro. Chiudono le stazioni di Targia, Priolo e Augusta. Anzi no. Diventano stazioni fantasma. Scompare il personale addetto alla circolazione dei treni: niente più capistazione, niente più nessuno.
Di stazioni "normali", sulla tratta Siracusa-Catania, rimane soltanto Lentini. Ma tutti si aspettano il ! prossimo taglio anche lì.
Su tutto aleggia il fantasma dell'ormai famoso contratto di servizio con le Ferrovie dello Stato che la Regione siciliana, unica in Italia, non ha ancora firmato.
Ancora una volta quindi si conferma che la madre di tutti i guai della Sicilia è la Regione. E, con essa, la politica che la gestisce. Lanciano l'allarme Cgil e Cisl, in persona rispettivamente del segretario provinciale responsabile del settore industria Siracusa, Roberto Alosi, e del segretario generale di Siracusa e Ragusa Paolo Sanzaro.
Cerca di spegnere l'allarme l'ufficio stampa regionale di Trenitalia, richiesto per la verifica della notizia. E dà rassicurazioni che peraltro hanno l'amaro sapore della conferma. «La tecnologia avanza - afferma Renato Granato dell'ufficio stampa regionale di Trenitalia - e l'azienda non può non tenerne conto. Deve ammodernare l'organizzazione, introdurre le nuove tecnologie, adeguare il personale, guardare avanti.
«Il personale in esubero - assicura Renato Granato dell'ufficio stampa regionale d! i Trenitalia - però non verrà licenziato né collocato in cassa interazione. Sarà riprofessionalizzato e trasferito ad altri compiti o in altri luoghi di lavoro». Di esuberi la Cgil ne calcola 15. Ma se ne temono di più. E, naturalmente, il turn over rimane bloccato.
Qui però non si capisce ancora che fine faranno platea di lavaggio treni e fossa di manutenzione dello scalo merci Pantanelli. Politica e Regione tacciono.
Non si sa nemmeno che fine faranno le biglietterie di queste stazioni fantasma. «Sarà deciso a seconda del numero di viaggiatori e delle tecnologie utilizzabili caso per caso» è ancora la risposta di Renato Granato. Risposta dal tono leggero, "felpato".
Si ripeterà l'amara esperienza di Avola, dove l'ex stazione ferroviaria, chiusa da anni, è diventata covo di drogati e varia criminalità. L'ex sindaco Giansiracusa avrebbe voluto acquistarla per realizzarvi il comando della polizia municipale, con il relativo parco macchine, e una ministazione bus. Ma il prezzo richiesto da FS fu talmente alto da scoraggiare il Comune.
La tecnologia avanza, bisogna ammodernare tutto afferma l'ufficio stampa di Trenitalia. Ma non si ammodernano i tracciati delle tratte. La Siracusa-Catania attraversa ancora il polo petrolchimico. Ma per questo né Trenitalia né Rfi (Rete ferroviaria italiana) fanno alcunchè.
Anni fa per la Siracusa-Catania si era ripiegato su un progetto di gran lunga più modesto, denominato di "velocizzazione": in pratica l'eliminazione di qualche curva e di qualche tronco più o meno impervio sul tracciato esistente; nulla di più. Ma non se n'è fatto nulla.
Sempre anni fa l'allora sottosegretario Nicola Bono e il direttore generale delle Ferrovie del tempo presentarono, in gran pompa a Noto, un altro progetto preliminare per l'ammodernamento della Siracusa-Ragusa, una tratta rimasta ancora al tempo dei Borboni: binario unico, tracciato tortuoso, carico di passaggi a livello (a volte risultati mortali), senza elettrificazione con i collegamenti affidati a elettromotrici e locomotori diesel.
Conseguenza di tutto ciò: la gente abbandona la ferrovia, la movimentazione di persone e merci rimane affidata al trasporto gommato, aumentano costi, inquinamento, rischi. Conseguenza della conseguenza: per la perdita di passeggeri e merci, Trenitalia considera queste tratte "rami secchi". E taglia.
Non sarebbe così se ci fosse il contratto di servizio Ferrovie-Regione, nel quale si stabilisce chi fa cosa, chi investe cosa. Non sarebbe così se ci fosse una politica attenta ai problemi del territorio, della gente.
Il caso emblematico di questo abbandono della questione ferroviaria da parte della politica è citato da Bruno Maltese, presidente del Centro studi Don Sturzo: «Nessuno dei candidati a sindaco nelle ultime elezioni - rileva Maltese - ha inserito nel proprio programma la voce Ferrovia». E aggiunge ironicamente: «Archimede disse ai siracusani: datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo; e i siracusani corsero a togliergli il punto di appoggio. Forse anche quei siracusani erano dei politici di allora».
Incalza Roberto Alosi della Cgil: «In questa provincia paghiamo amaramente l'assenza della politica dai problemi del territorio. Qui ogni politico pensa soltanto a tessere le proprie trame per assicurarsi un qualche posto di potere». In pratica tutto si riduce a quel che diceva Trilussa: "Tutto si riduce a parer mio levati tu che mi ci metto io".
salvatore maiorca
La Sicilia - Sabato 19 Ottobre 2013 - Siracusa Pagina 30

venerdì 18 ottobre 2013

ZONA JONICA: DISAGI FERROVIARI - I pendolari Fs sollecitano l’intervento di Bartolotta

S. TERESA. Un’altra giornata nera, mercoledì, per il trasporto ferroviario sulla tratta Taormina-Messina. soppresso il treno 12866 che partendo alla ore 5.10 da Catania, dopo aver attraversato tutta la riviera jonica, dovrebbe raggiungere Messina entro le 7.10. Un convoglio che trasporta centinaia di pendolari, soprattutto dei vari centri jonici, che si recano nella città peloritana e nell’area dello Stretto per lavoro. Notevoli i disservizi, ovviamente, in quanto la maggior parte dei lavoratori è dipendente di enti pubblici che hanno degli orari di apertura che devono essere rispettati. Una costante di disagi che continuano a stressare i pendolari, in quanto, oltre a delle improvvise soppressioni, giornalmente, su questa tratta, si perpetuano pure costanti ritardi che si avvicinano a circa un’ora sul locale 12868, che partendo da Catania alle 5.46, dovrebbe giungere a Messina alle 7.41 e sul diretto 3866 la cui corsa inizia a Siracusa alle ore 5.05 con arrivo a Messina alle 7.50. Se a ciò aggiungiamo treni sovraffollati e il problema metro ferrovia (tra Giampilieri e Messina) lo stress che subiscono quotidianamente i pendolari è enorme. Per questo chiedono con forza l’intervento dell’assessore regionale ai Trasporti, Antonino Bartolotta.

PIPPO TRIMARCHI - La Sicilia 18 ottobre 2013 Provincia Messina pag 37

Moretti: Nei piccoli centri vanno usati i bus e non i treni

Riteniamo ingiuste le affermazioni di Moretti al Saie di Bologna. 
E’ doveroso fare presente che, ad oggi, sono proprio gli introiti del trasporto ferroviario regionale la voce più consistente nel bilancio di Trenitalia. E allora… continuiamo a chiudere le ferrovie da Salerno in giù, Isole comprese, in considerazione dei pochi investimenti effettuati per migliorare ed incentivare il trasporto regionale, in merito all’acquisto di nuovo materiale rotabile e all’ammodernamento delle infrastrutture. Ormai contano solo le ”Frecce” e l’alta velocità che non è per tutti. A nostro modesto parere, tale investimento è stato realizzato con i soldi di tutti i contribuenti italiani da sud a nord ma, a viaggiarci sono solo in pochi. Prendiamo spunto da queste dichiarazioni per invitare i governatori, i presidenti e i sindaci di tutt’Italia ad intervenire sulla questione, presso i Ministeri dei trasporti e del tesoro, per fare chiarezza sulle dichiarazioni dell’ad. Moretti, perché a parer nostro viene negato il diritto alla mobilità  sancito dalla Costituzione.
Giosuè Malaponti – Presidente Comitato Pendolari Siciliani

giovedì 17 ottobre 2013

Comitato Pendolari: Appello alle istituzioni per garantire il trasporto ferroviario in Sicilia

Troppi sono i disservizi e i disagi causati in queste ultime settimane ai pendolari siciliani da Trenitalia e Rete ferroviaria italiana. Giornalmente, ritardi, treni super affollati per la mancanza di vetture, cancellazioni di treni dovute a mancanza di materiale rotabile per guasti/manutenzioni e/o a problemi alle infrastrutture ferroviarie. Pendolari penalizzati in tutte le tratte regionali da Trapani a Palermo, da Messina a Catania a Siracusa ed in altre direttrici. Sta diventando una situazione insostenibile. Il trasporto ferroviario regionale deve essere garantito dalle istituzioni (Regione, Province e Comuni), così come previsto dal Dlgs 422/97, in considerazione del fatto che la Regione sino ad oggi non ha ancora preso nessuna posizione in merito. Per questo motivo chiediamo l’intervento dei Sindaci dei Comuni serviti dal trasporto ferroviario, così come prevede il Dlgs 422/97, ad esigere dal Governatore Crocetta e dall’Assessore ai trasporti Bartolotta l’attuazione di quanto previsto dal citato decreto legislativo all’art. 16, nel garantire i servizi minimi qualitativamente e quantitativamente sufficienti a soddisfare la domanda di mobilità dei cittadini. Chiediamo, inoltre, alle istituzioni regionali di vigilare, di far rispettare e far garantire dai gestori del servizio pubblico ferroviario, Trenitalia e Rete ferroviaria Italiana, le condizioni di trasporto previste nel Contratto di servizio vigente tra il Ministero dei trasporti e Trenitalia Direzione regionale Sicilia.
Giosuè Malaponti – Presidente Comitato Pendolari Siciliani

martedì 15 ottobre 2013

SICILIA TRA BEFFA E TRAGEDIE. UE, L'ISOLA ESCLUSA DAL SISTEMA TRASPORTI MA APPRODO DI MIGRANTI

Una beffa, per certi versi amara, per altri tragica. Mentre la Sicilia è dolorosamente al centro di quei viaggi che attraversano il Mediterraneo e fanno tappa qui da noi con tragiche conseguenze, fatte di morte, dall'altra parte apprendiamo, ecco l'amarezza, che l'Isola e con lei una parte del Sud, rischiano di essere tagliati fuori dalla rete dei trasporti europei. Siamo utili solo per accogliere i viaggi dei disperati del terzo mondo. Altro che ponti, strade, ferrovie, porti, solo una semplice e precaria zattera per dei poveri cristi. Un approdo per le carrette del mare con il loro carico di dolore.
Se questa è la triste realtà di oggi, sembra che nulla cambierà nel futuro, dato che per quanto riguarda i viaggi di una vera speranza di sviluppo, la Sicilia, secondo l'Europa, non è abilitata ad averli. L'allarme lanciato ieri proprio sul nostro giornale dal prof. Francesco Russo, docente di trasporti e logistica all'Università di Reggio Calabria, sembra più che giustificato. Anche perché registra quella che da anni è la realtà: niente Ponte, tanto fantomatico da non crederci più, ma nemmeno strade, porti, attraversamento multimodale dello Stretto. A Tallin dal 16 al 18 di questo mese si discuterà delle reti europee di trasporto. Un programma che vede ai margini la Sicilia e il Sud. Non sappiamo ancora se la nostra Regione sarà rappresentata o, meglio, se l'Italia, che sicuramente sarà presente, cercherà di fare apportare delle varianti a un piano che, come si è detto, sembra destinato a penalizzarci. Si salverebbe, ma era già previsto, l'alta velocità sulla Napoli-Bari. Oltre, ci sarà il deserto. Anzi, rimarrà quel deserto che viviamo da decenni. Avevamo preventivato che con la realizzazione della Napoli-Bari si sarebbe creato nei trasporti su rotaia, una specie di «cintura di castità», oltre la quale sarebbe stato considerato quasi uno stupro alla verginità di un territorio, Stretto di Messina compreso, che secondo «interessati» ambientalisti nell'anno Duemila dovrebbe rimanere tale.
La speranza che qualcosa cambi sembra vana. La nostra classe politica è distratta da liti che vanno da Roma a Palermo. Incurante del grave stato di crisi del Paese. A Roma il Pdl si lacera per vedere chi prenderà il testimone dell'azzoppato Berlusconi. Nel Pd Enrico Letta è assediato da nemici più che da compagni, con un Renzi in piena transumanza da destra a sinistra, e viceversa, del suo partito. I Cinque Stelle, che hanno avuto in febbraio un consenso popolare fatto di gente senza partito, si destabilizzano da soli. A cominciare dal capo Beppe Grillo. In Sicilia, Crocetta, a sua volta, vivacchia con una maggioranza che non ha e, quindi, è costretto a continui maldipancia. Viene spontaneo chiedersi: ma, allora, a Roma come a Palermo, chi ci governa? Difficile la risposta.
Non parliamo, poi, dei mass media. La Sicilia per loro fa notizia solo quando ci sono di mezzo la mafia e, attualmente, i tragici sbarchi di migranti. Con ecatombe, lacrime, e ipocriti discorsi di solidarietà. Per il resto interessa poco, tranne statisticamente, l'arrivo di migliaia di uomini, donne e bambini in cerca di aiuto. Che la Sicilia nel Mediterraneo sia frontiera e crocevia allo stesso tempo dell'Europa, non lo si vuole capire. Ecco perché, come si è detto sopra, le infrastrutture di cui necessita l'Isola sono un opzional. Letta e Barroso arrivano a Lampedusa si inginocchiano, promettono e vanno via. Passato il dolore tutto tornerà come prima. La Bossi-Fini, certamente occorre correggerla, ma non deve essere un alibi per non fare niente. La contestata legge serve solo per fare lunghi dibattiti. Il reato di clandestinità oggi è un assurdo. Tra l'altro è difficile applicarlo. La procura di Agrigento, ad esempio, ha dodicimila di queste pratiche, ma difficilmente riuscirà a evaderle. Del resto, chi condanni? E perché? Perché chiedono aiuto? Addirittura sono previste delle multe. Ma se quelli che arrivano, hanno, anzi avevano, solo il denaro per pagare la mafia degli scafisti? Se non c'è la solidarietà di tutte le nazioni, non solo europee, nel nostro mare i disperati continueranno ad arrivare e, molti, a morire. Con un'altra beffa, agghiacciante: non siamo neanche in grado di seppellirli.
Domenico Tempio
La Sicilia - Domenica 13 Ottobre 2013 - Prima Pagina, pagina 1

lunedì 14 ottobre 2013

Sicilia: potenziamento infrastrutturale e modifiche al programma di circolazione treni

Sulla linea Palermo - Trapani, da venerdì 18 a domenica 20 ottobre. 
Alcuni treni sostituiti con autobus su parte del percorso
Modifiche al programma di circolazione, durante il prossimo fine settimana, sulla linea Palermo - Trapani.
Le variazioni sono necessarie per consentire a Rete Ferroviaria Italiana interventi per il potenziamento dell’infrastruttura nella stazione di Trapani.
Durante il periodo dei lavori i collegamenti saranno sempre garantiti e, sul percorso Paceco - Trapani e Marausa - Trapani, saranno attivati servizi sostitutivi con autobus.
Informazioni dettagliate, con l’indicazione dei treni interessati, gli orari e i punti di fermata degli autobus, sono disponibili anche nelle stazioni, uffici assistenza clienti, biglietterie e sugli altri canali informativi web del Gruppo FS Italiane.

Palermo, 14 ottobre 2013





domenica 13 ottobre 2013

Cancellati dalla rete dei trasporti europei

«Sino al 2050 né strade - dice il prof. Russo - né porti, né Ponte, né attraversamento multimodale dello Stretto». Ci sono limiti strutturali evidenti: grave cancellare il progetto Ponte e lo stop silenzioso all'attraversamento multimodale dello Stretto
        
Catania. Perplesso, molto perplesso. E, per la verità, a tratti anche sconcertato. Molto sconcertato. Dal silenzio che avvolge, e travolge, il futuro della infrastrutturazione della Sicilia e di buona parte dell'Italia meridionale, che in buona parte coinvolge anche l'Isola. Un silenzio che suona già come una beffa per un destino segnato. Il professor Francesco Russo, docente di
Trasporti e Logistica all'Università di Reggio Calabria, aggiorna la sua impietosa analisi su una situazione che si è quasi naturalmente cristallizzata, lasciando chiaramente intravedere il nulla là dove si sperava vi fossero strade, autostrade, ponti, ferrovie, tutto quel che servirebbe a questa terra, dunque al Sud dell'Europa, per cominciare a colmare quel gap secolare che ci divide e ci allontana dal resto del Continente. Il professore aggiorna alla luce dell'agenda dei lavori delle commissioni che per l'Ue si occupano, appunto, di rete dei trasporti.
«Dal 16 al 18 ottobre si svolgeranno a Tallin le giornate di lavoro sulle reti europee di trasporto. Vorrei ricordare questo appuntamento alla Regione Siciliana, ai responsabili di Ferrovie dello Stato e Rfi, al Cas, all'Anas. Non saranno giornate dedicate soltanto a discussioni, ma potrebbero essere determinanti perché a seguire dovrebbe arrivare l'approvazione da parte del Parlamento europeo di quel piano che ci vede fortemente penalizzati come Sicilia. Anzi, di fatto, inesistenti. Se, come ha detto il Commissario europeo per i Trasporti, Siim Kallas, ancora siamo solo ad un accordo di massima tra Commissione e Parlamento e si attende che i governi dei Paesi dicano la loro prima di arrivare all'accordo formale, allora è adesso, e non dopo, che possiamo far sentire la nostra voce. E l'opposizione ad un programma che ci vede esclusi».
Spiega il prof. Russo che siamo in sostanza tagliati fuori sia dalla rete portante europea, la cosiddetta "rete core" sia dalla rete di secondo livello, definita "comprehensive", organica. Tutti i fondi europei 2014-2020 saranno spesi sulla rete "core", mentre òa rete di secondo livello sarà finanziata con i fondi degli Stati membri.
«I documenti che abbiamo dicono chiaramente che ci sono gravi limiti per Sud Italia e Sicilia: limiti strutturali, limiti della rete "core", limiti della "comprehensive". I limiti strutturali possiamo riassumerli in due gravi cancellature: l'attraversamento dello Stretto (né Ponte né alternative multimodali), e Autostrade del mare. I limiti della "core" sono tanti. Cito per il comparto ferroviario il fatto che la Bari-Napoli diventerà high speed, mentre la Salerno-Messina-Catania-Palermo sarà sino al 2030 (ma più probabilmente sino al 2050), conventional rail. Su questo l'Europa dovrebbe dare chiarimenti a questa parte d'Italia, ma dovrebbero darne anche Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta, perché sino all'anno scorso tutti dicevano che, dopo l'intervento della Regione, il corridoio Nord-Sud non avrebbe deviato a Napoli, ma sarebbe arrivato a Reggio e Palermo. Infatti».
Infatti. Molto ironico e molto amaro. Il prof. Russo aggiunge dati e valutazioni
tecniche che sono già agli atti, anche per la "comprehensive": la rete ferroviaria passeggeri non prevede collegamenti nell'area del Mediterraneo, cioè tra Ragusa, Gela, Agrigento. La rete autostradale non sono previste Catania-Ragusa, Catania-Gela, Nord-Sud, Agrigento-Palermo. Tra gli aeroporti, polemica già affrontata, Catania è solo "comprehensive", Comiso "runway".
«A questo punto c'è da chiedersi chi dovrebbe intervenire per porre rimedio in tempo a questo deficit. Certo non lo farà Bruxelles, che ha già deciso. Quindi toccherebbe a Palermo in primis e al governo nazionale a seguire o contestualmente. Ma anche Comuni e Province dovrebbero farsi sentire».
Invece, stando agli inviti uffficiali e agli annunci, a Tallin non dovrebbe esserci nessuno a sostenere le ragioni della Sicilia, quanto meno non le istituzioni che il professore chiama a raccolta. Ma bisognerebbe anche capire, invece, chi sarà a Tallin. Per esempio? Paolo Costa, ex sindaco di Venezia e attuale presidente dell'autorità portuale di quella città. Mario Togliani, che rappresenterà il Ministero dei Trasporti, che è però anche presidente del Registro Navale di Genova. E Lorenzo Forcieri, presidente dell'Autorità portuale di La Spezia. Chi volete che pensi ad Augusta? Chi a Pozzallo? Chi a quel piano B che nel 2003 era stato elaborato come alternativa al Ponte sullo Stretto di Messina. A proposito: che fine ha fatto, appunto, l'attarversamento multimodale? Se lo chiede il professor Russo.
«Già, che fine ha fatto? Eppure, considerato che l'Europa e l'Italia ad oggi hanno bocciato l'idea del Ponte, non sarebbe stato giusto prendere immediatamente in considerazione quel progetto? Certo che sì, anche perché c'era un investimento di circa 2 miliardi che prevedeva nuovi approdi a Villa San Giovanni e una bretella con il raccordo della A3. Altri approdi a Messina a Tremestieri, dove oggi ce ne sono solo due, ma ne funziona appena uno. E poi l'impegno per nuovi traghetti capaci di caricare i treni senza dovere perdere tempo a tagliare e rimontare. Aggiungo che, volendo fare i conti anche con le ricadute occupazionali, questi interventi prevedevano un incremento di altri 400 lavoratori da aggiungere all'impegno fisso dei 1200 che operano nello Stretto oggi». Attraversamento multimodale, che fine ha fatto? Se lo chiede il prof. Russo, se lo chiedono ogni giorno centinaia di camionisti che, al 70%, passano lo Stretto provenenti dalle province di Ragusa, Siracusa e Catania, pagando un prezzo sempre più alto e la perdita progressiva di competitività con il resto d'Europa. Quella che festeggerà a Tallin la prossima settimana gli anni a venire della grande infrastrutturazione. Bella roba, ma solo per loro.
Andrea Lodato
La Sicilia - Sabato 12 Ottobre 2013 - Il Fatto, pagina 3