martedì 25 giugno 2013

Passaggio a livello, Tar dà ragione alla Rfi Calatabiano.

Ripresi i lavori per la soppressione della barriera. Intelisano: «Non ricorreremo al Cga»

Con la realizzazione dei relativi muretti in cemento armato sono ripresi nei giorni scorsi i lavori per la soppressione del passaggio a livello sulla Sp 186 (all'innesto con la Statale 114) in località Ponte-Borea.
Il Tar di Catania ha accolto la richiesta di sospensiva presentata da Rete ferroviaria italiana (Rfi), contro il provvedimento emesso dal Comune di Calatabiano lo scorso gennaio, con il quale il responsabile dell'Area tecnica, l'ing. Salvatore Faro, disponeva la demolizione delle opere realizzate da Rfi nell'ambito dei lavori di soppressione del passaggio a livello e il ripristino dell'originario stato dei luoghi.
«Abbiamo deciso - spiega Il sindaco di Calatabiano, Giuseppe Intelisano, in merito all'ordinanza di sospensiva del Tar - come Comune, dopo aver sentito l'avvocato dell'Ente, di non presentare ricorso al Cga avverso alla sospensiva, al fine di scongiurare, in caso di esito non favorevole, un danno erariale nei confronti dello stesso Comune. In ogni caso, voglio ribadire come il Tar abbia fissato la trattazione di merito del ricorso a maggio del 2014.
«Per ciò che riguarda la sicurezza del vicino sottopasso, nei giorni scorsi, in concomitanza con la ripresa dei lavori, abbiamo convocato una riunione a cui erano presenti la Provincia Regionale di Catania e Rfi, durante la quale è stata ribadita la proposta di realizzare o un sottopasso pedonale o, in alternativa, un sovrappasso con struttura metallica, per consentire ai residenti della frazione di Lapide di raggiungere agevolmente la fermata dei pullman».
Una riunione che è servita a mettere sul tavolo le tante criticità della bretella aperta al transito lo scorso novembre (tra le polemiche e le giustificate preoccupazioni degli abitanti della zona), che «sottopassa» la ferrovia e la Strada statale 114 per immettersi sulla via Torrente Zambataro, che è ancora priva di illuminazione e di adeguata segnaletica stradale.
Nel corso dell'incontro il vicesindaco di Calatabiano Antonino Moschella ha proposto la demolizione e la ricostruzione del tratto di muro lato monte in allineamento con i muri esistenti, in maniera tale da restituire la funzionalità delle vicine caditoie, garantendo nel contempo una maggior sicurezza ai pedoni e ai veicoli con la realizzazione del prolungamento del marciapiede.
Salvatore Trovato
La Sicilia - Martedì 25 Giugno 2013
Provincia, pagina 27

lunedì 24 giugno 2013

Il raddoppio ferroviario se serve va fatto

Vabbè che una cordata di architetti che ritenta puntualmente la scalata all'Ordine, nel programma elettorale, per essere in sintonia con il Governo e il trend nazionale, ha evitato perfino il termine " opere pubbliche" (e a chi gliele facciamo fare, le opere pubbliche, ai marziani?! O ai soliti noti?!) ma sulla ferrovia all'interno di Catania bisogna essere chiari: uopira pubblica iè. E c'è nel carniere un miliardo di euro.
Ora io credo che il sindaco Bianco, con cui l'anno scorso (il 23 giugno per l'esattezza, e c'era anche Stancanelli) abbiamo fatto il trenino di protesta contro Rfi attorno a Castello Ursino, debba fare un ragionamento spietato: se questo raddoppio ferroviario serve realmente a Catania e alla Sicilia, va fatto spostando tutto a monte di Catania, stazione compresa. Un miliardo (e altre risorse possono esser chieste come compensazione per la mancata realizzazione del Ponte) è la cifra disponibile, ed è atta allo scopo. Se non serve a Catania e alla Sicilia dacchè i treni viaggiano ormai vuoti, lo si metta a dormire e si pensi ad altro. Chiunque guardi i due tracciati - quello di Rfi e quello ‘alternativo' (pubblicati per l'ennesima volta su La Sicilia di oggi 19 giugno) si rende conto che entrambi sconquassano la città perforandola inutilmente e semiseppellendo la stazione ferroviaria (sogni vetero - modernisti...) non risolvendo il grave problema della curvatura dei binari e condannando la città a avere un rapporto sempre più nevrotico col mare.
Naturalmente, la stazione a monte si lega con l'altra importantissima storia della Tav (dico Tav, non treni a velocità light) del ! collegamento con Palermo. Siamo sempre lì: o è necessario unire la quinta e la nona città d'Italia - e in tal caso serve una direttissima per poterla percorrere almeno a 250kmh- o è meglio metterla a dormire. Dice un proverbio siciliano che "u signuri cci manna i viscotta a ccu non ci havi denti": quegli encomiabili connazionali della Val di Susa non vogliono sentir parlare di Tav perchè sconvolgerebbe un territorio fittamente antropizzato, delicatissimo, e noi, che al centro della Sicilia abbiamo argille che franano e territori abbandonati da est a ovest, non cogliamo l'occasione per farla qui, la Tav. Se vivesse Carlo Cattaneo.
Per non parlare della grande e modernissima stazione ferroviaria che, nel caso andasse in porto quanto da anni sostengo, potrebbe nascere a Librino... Senza bisogno di sotterrarla.
Ivan Castrogiovanni Architetto

La Sicilia - Sabato 22 Giugno 2013 Catania (Cronaca) Pagina 33 

venerdì 21 giugno 2013

giovedì 20 giugno 2013

Nodo Rfi, Bianco incontrerà l'assessore Bartolotta

Il no della città al progetto di raddoppio ferroviario
Enzo Bianco, neosindaco di Catania, rassicura i cittadini, la sovrintendenza e le associazioni e gli ordini degli Ingegneri e degli Architetti: il progetto di Rete ferrovie italiane per il «raddoppio ferroviario» da piazza Europa alla stazione di Acquicella, che prevedeva pesanti interventi su una parte del centro storico, «è stato definitivamente abbandonato». Lo ha detto ieri rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione del giuramento dei primi cinque assessori della sua Giunta.
«Opereremo con la massima velocità - ha assicurato Enzo Bianco - e già nei prossimi giorni, dopo averlo sentito e aver registrato la sua grande disponibilità, vedrò l'assessore regionale alle infrastrutture Nino Bartolotta per un incontro operativo sulla variante del progetto di raddoppio ferroviario Zurria-Acquicella nel tratto Stazione- Acquicella che evita pesanti interventi su una parte del centro storico». A scanso di equivoci, il sindaco ha ribadito che considera il raddoppio ferroviario «un'opera importantissima che darà lavoro e sviluppo alla città», ma non al prezzo della distruzione di palazzi settecenteschi che sorgono su aree archeologiche importanti. Ha poi ricordato come, nelle scorse settimane, il presidente della Regione Rosario Crocetta ha più volte affermato che il problema sarebbe stato risolto in tempi brevi.

Il progetto alternativo prevede la realizzazione del! doppio binario in galleria da piazza Europa fino ad Acquicella, interrando di 9 metri l'attuale stazione e seguendo il percorso fino al porto, sotto lo specchio di mare davanti alla Capitaneria per poi sbucare sulla terraferma a San Cristoforo, area costruita sopra la colata lavica del 1669, un terreno che, dunque, non conserva alcuna preesistenza archeologica. E ancora in galleria il doppio binario dovrebbe correre fino alla stazione di Acquicella evitando così di distruggere antichi palazzi, di devastare aree archeologiche, di scempiare il prospetto della città Barocca sugli archi della marina. Il progetto costa 116 milioni in più, ma è una spesa a tutela della città, un onere aggiuntivo dovuto ad un territorio che deve ospitare quest'opera per ripiego, visto che è stato valutato troppo costoso e rischioso realizzare il percorso da Messina a Palermo
P. L.
La Sicilia - Mercoledì 19 Giugno 2013 Catania (Cronaca) Pagina 24 

mercoledì 19 giugno 2013

Bianco blocchi il progetto. Inviti i responsabili regionali

Il 15 luglio è una tappa fondamentale nella lotta di tutta la città contro la proposta di raddoppio ferroviario di Rete ferrovie italiane (Rfi). A quella data Rfi dovrà presentare la valutazione comparata delle due proposte, la propria, quella contestata perché devasterebbe il nostro centro storico e la costa, e quella elaborata dall'ufficio del piano regolatore del! Comune e condivisa dalla sovrintendenza, dagli ordini degli Architetti e degli Ingegneri, dall'Ance, dalle associazioni ambientaliste e culturali catanesi e adesso da tutti i club services di città. La comparazione non potrà essere soltanto economica perché è acclarato che l'ipotesi voluta da tutta la cittadinanza è più costosa ed incide per 130 milioni in più. Il problema, dunque, va affrontato in termini più ampi e complessi.
Ricordiamo che la proposta di Rfi prevede l'interramento dell'attuale stazione centrale che dovrebbe essere realizzata a nove metri di profondità rispetto alla quota attuale. Da qui poi il doppio binario dovrebbe risalire sugli Archi della Marina attraverso una sorta di rampa parallela al «passiatore» che ne deturperebbe l'affaccio sul mare. Per limitare il forte impatto acustico, poi, sul viadotto è prevista la realizzazione di una calotta di plexiglas alta sette metri che scempierebbe il prospetto della città barocca cancellando dalla vista le! splendide facciate a mare di palazzo Biscari e dell'Arcivescovado. Poi, all'altezza delle pescheria il raddoppio dell'attuale binario unico implica lo sventramento di una parte preziosa della città romana e di quella ricostruita dopo l'eruzione del 1669 e il terremoto del 1693. E cioè piazza Currò, a ridosso delle terme romane dell'Indirizzo, mentre lungo via Zurria salterebbe un'altra parte delle mura di Carlo V e interi palazzi della città antica e così pure a ridosso di piazza Federico di Svevia dove è altamente probabile che gli scavi intercettino resti archeologici. Infine, all'arrivo alla stazione di Acquicella sarebbero rasi al suolo interi isolati. Una devastazione, una ferita ai progetti di valorizzazione del «fronte mare» e alla tutela della città Barocca dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'umanità. L'ennesima imposizione alla città che già nell'Ottocento si era opposta al progetto di realizzazione della ferrovia lungo la costa.
La proposta dell'ufficio del piano regolatore, sostenuta all'unanimità da tutta la cittadinanza, prevede, invece, il totale interramento della ferrovia che dalla stazione centrale dovrebbe correre sottoterra lungo il fronte del porto, davanti alla Capitaneria, e procedere fino ad intercettare le lave del 1669 nell'area di San Cristoforo dove, a quelle quote, è certo che non si troverà alcun resto archeologico, e da lì continuare fino ad Acquicella.
Il 15 luglio la valutazione comparata dei due progetti sarà presentata all'assessore regionale alle Infrastrutture Nino Bartolotta in vista della tappa cruciale del 31 ottobre quando la cabina di regia del Cis (il «Comitato interministeriale tecnico» della Presidenza del Consiglio deputato ad occuparsi delle grandi opere) deciderà il da farsi. Per questo sabato scorso i rappresentanti di tutti i club services e di Libera si sono incontrati con la sovrintendente Vera Greco nella chiesa di San Francesco Borgia per confermare la comune determinazione ad evitare lo scempio del nostro centro storico. Di qui la richiesta al neosindaco Bianco di fare propria questa battaglia già sostenuta ! da Stancanelli e di invitare a Catania, prima del 15 luglio, una deputazione dell'Ars perché chi dovrà decidere guardi con i propri occhi cosa significherebbe attuare il progetto che Rfi vorrebbe imporre. Nel febbraio scorso una delegazione catanese guidata dalla sovrintendente mostrò all'assessore Bartolotta un power point che mostrava gli effetti di questi eventuali lavori, ma verificare sul posto ha tutto un altro impatto. Il presidente della Regione Crocetta ha firmato l'accordo con lo Stato relativamente a tutto il corridoio europeo Messina-Palermo che in origine sarebbe dovuto passare lungo la dorsale tirrenica, soluzione poi scartata per la precarietà dei suoli e per gli alti costi. Di qui il ripiegamento sul percorso Catania-Palermo. Un'opera enorme per una spesa di oltre 2.000 miliardi, rispetto alla quale i 132 milioni in più necessari per la variante proposta dall'ufficio del piano sono un costo accettabile.
Rete ferrovie italiane sostiene di disporre subito ! soltanto di 116 milioni dei 500 assegnati dal Cipe per il raddoppio ferroviario di Catania e che con questa somma può realizzare soltanto il tratto Zurria-Acquicella, riservandosi di fare in un secondo momento quello Europa-Zurria. L'ipotesi alternativa, invece, presuppone che tutta l'opera sia portata avanti contestualmente e non spezzettata in due tratte una delle quali peraltro, l'interramento della stazione, potrebbe saltare del tutto dal momento che in questo tratto il doppio binario c'è già. Così Catania subirebbe oltre al danno le beffe. Per questo la sovrintendenza, le associazioni, gli ordini e i club services chiedono all'amministrazione Bianco di prendere posizione subito e di convincere la Regione perché la questione è tutta politica.
Pinella Leocata

La Sicilia - Lunedì 17 Giugno 2013 Catania (Cronaca) Pagina 33 

lunedì 17 giugno 2013

La difficile situazione delle ferrovie ragusane, la denuncia del Cub Trasporti e del Comitato della Ferrovia Iblea

Ragusa, 17 giugno 2013. Una campagna elettorale caratterizzata dall’inaugurazione dell’aeroporto di Comiso e dagli annunci dello sblocco dei finanziamenti per i nuovi lotti dell’autostrada Siracusa-Gela e per il raddoppio della Ragusa-Catania. Nessuna notizia sulla ferrovia, che rimane un tabù.
Ma mentre i nostri politici dormono o fingono di dormire, “lassù” qualcuno è ben sveglio e continua il lavoro sporco: avanzano le procedure per la vendita dello scalo merci di Ragusa; entra nel vivo la pianificazione della chiusura delle stazioni di Comiso e Acate, che verranno presto ridotte a pura linea, con la soppressione dei binari per gli incroci e le precedenze.
Il 7 marzo avevamo ottenuto un incontro con l’assessore Bartolotta per pianificare gli interventi sulla tratta Siracusa-Ragusa-Gela: trasporto studenti; blocco immediato della soppressione dei binari per incroci e precedenze, impedire la vendita degli scali merci, attivare le procedure per la metropolitana di superficie a Ragusa, avvio del treno del barocco. Era presente tutta la deputazione, che non si è però interessata per far partire il tavolo tecnico con RFI e Trenitalia, sui cui c’era l’impegno dell’assessore, per fare entrare nel vivo la discussione sulla nostra piattaforma. Più volte abbiamo richiesto ai deputati che si attivassero per fissare il tavolo; ci è stato anche promesso che si sarebbero riunito a Ragusa. Nulla è successo dal 7 marzo ad oggi: i 100 giorni della vergogna.
Il treno del barocco, annunciato come prossimo a partire dal 1° giugno al 30 agosto, si è rivelato un proclama elettorale, ovvero una presa per i fondelli. Lo abbiamo perso anche quest’anno.
Il trasporto studenti su treno per il quale ci siamo tanto spesi nel corso del 2012, avrebbe potuto decollare a settembre dello scorso anno; è finito anche quest’altro anno scolastico, e pare non interessi questa classe politica che, sia essa collocata al governo o all’opposizione, emana la stessa puzza di marcio doppiogiochismo. Siamo stanchi di questi soggetti, dei loro sorrisi e delle loro facce da circostanza; siamo stanchi di leggere le parole “ferrovia” e “metropolitana” nei programmi elettorali di gente che non ha voluto né la ferrovia né la metropolitana, che non si è spesa per questi obiettivi, nonostante gli impegni presi con la CUB, con i ferrovieri e con i cittadini.
Aprire l’aeroporto di Comiso e chiudere la stazione è da folli! Non guardare al di là del proprio naso e non capire che non c’è domani senza una mobilità ecocompatibile e pubblica, è da orbi.
La lotta non si ferma; cambia solo direzione. Il tempo ci darà ragione.
Venerdì 28 giugno, nel primo anniversario dell’inaugurazione della fermata della metropolitana di via Colajanni, verrà inaugurata la fermata della metropolitana di piazza Poste. Questa provocazione non è rivolta ai sordi della politica, ma ai cittadini stanchi di subire la prepotenza di una classe dirigente responsabile del disastro sociale e culturale in cui siamo immersi e da cui vogliamo uscire. Concludiamo con un passaggio, dall’assemblea del 5 gennaio 2002 presso la stazione di Ragusa, convocata dalla CUB contro la soppressione di 7 treni, del macchinista Giuseppe Costa: "Questa classe politica potrebbe essere ricordata sui libri di storia solo per la
cancellazione della ferrovia, simbolo di cultura, civiltà, progresso, sviluppo". 
Coordinamento provinciale CUB Trasporti
Comitato per il rilancio della ferrovia iblea

FERROVIE, INTERROGAZIONE PD: AL NORD I FRECCIA ROSSA, IN SICILIA I MINUETTI

NELL'ISOLA 1.378 KM FERROVIE, 1200 A BINARIO SINGOLO, 578 NON ELETTRIFICATI
(Public Policy) - Roma, 24 mag - È colpa di tutti. Della Sicilia, dello Stato, di Trenitalia e delle Ferrovie dello Stato. La situazione del trasporto ferroviario in Sicilia è quella di una regione che vive "in una condizione di vero e proprio isolamento geografico", e la difficoltà "nell'assicurare mobilità alle persone e ai soggetti economici della regione" è evidente.
Questi i toni di un'interrogazione del Pd in commissione Trasporti alla Camera, a prima firma della deputata palermitana Magda Culotta. Un'interrogazione che adesso chiede il conto al nuovo Governo e al neo ministro Maurizio Lupi sulla situazione infrastrutturale dell'isola.
I NUMERI
A fronte di "1.378,4 chilometri di rete ferrata, 1.200 sono ancora a singolo binario e 578 non elettrificati [...] A dispetto di altre regioni la Sicilia investe solo lo 0,06% nel settore ferroviario". E ancora: "Ad oggi, nonostante i decreti legislativi n.422 del 1997 e n.400 del 1999 che trasferiscono la competenza del trasporto pubblico alle singole regioni, la Sicilia non se ne è fatta ancora carico". Ad oggi, inoltre, "non è stato ancora sottoscritto nessun contratto di servizio Trenitalia-Regione".
I TAGLI E LE SCELTE NAZIONALI
Poi c'è il taglio del 30% dei treni deciso da Trenitalia e oggetto di diversi incontri istituzionali (alcune soppressioni potrebbero verificarsi già da giugno) contestato dai diversi comitati di pendolari siciliani: "Le scelte di Trenitalia - si legge nell'interrogazione - hanno condotto al taglio di un'ottantina di treni feriali dal 2009 ad oggi".
Più in generale, gli interroganti criticano le scelte nazionali di Fs, con "la messa in esercizio dei treni alta velocità Freccia Rossa nelle sole tratte del centro Nord, incrementando ulteriormente lo squilibrio degli standard di servizio con il Sud del Paese".
I "MINUETTI"
Si tratta di treni commissionati da Trenitalia nei primi anni Duemila, pensati per sostituire le automotrici di vecchia generazione su tratte suburbane, regionali ed interurbane. Il problema, sottolineano i deputati del Pd nella loro interrogazione, è che sono "assolutamente non adatti a coprire lunghe tratte tipo la Palermo-Messina e spesso fermi per guasti; a questo si aggiunga la carenza nel funzionamento del condizionamento". Inoltre si tratta "dell'unico materiale rotabile messo a disposizione della direzione regionale Sicilia". Per farsi un'idea basterebbe un viaggio sulla Palermo-Trapani: "Vi transitano - si legge - 10 minuetti diesel in alternanza alle automotrici 668 (treni costruiti tra il 1956 e il 1983; Ndr) [...] le linee sono spesso a binario unico, non elettrificate e i treni che vi transitano sono solo i vecchi diesel".
I PULLMAN
"I collegamenti regionali su ferrovia sono ridotti - incalzano i deputati Pd - a ogni cambio dell'orario dei treni (estivo/invernale) e sostituiti, nonostante i costi energetici più elevati, con servizi pullman, determinando l'intasamento di strada e autostrade regionali e la compromissione della sicurezza stradale".
LE RICHIESTE A LUPI
Che iniziative intende assumere il neo ministro dei Trasporti Maurizio Lupi per assicurare "l'immediato potenziamento dei cosiddetti 'rami secchi' (le linee secondarie che secondo le Fs sono in perdita e che hanno un bacino di utenza tale da non giustificare il mantenimento dell'esercizio; Ndr); lo sblocco dei lavori di raddoppio fermi da anni; il potenziamento del numero di corse"? E ancora: "Quali politiche nazionali di sistema e quali iniziative concrete intende adottare al fine di operare una puntuale ricognizione sullo stato dei lavori di ammodernamento delle infrastrutture e della rete ferroviaria siciliana"? Infine: "Vista l'assenza di un contratto di servizio Trenitalia-Sicilia", chiedono gli interroganti, Lupi è "a conoscenza dell'eventuale applicazione di penali a Trenitalia in Sicilia per i ritardi, le soppressioni, la mancanza di pulizia, e, se confermate, qual è la loro entità e l'utilizzo conseguente delle somme stornate"?
A Lupi - che in Parlamento illustrando le linee programmatiche del suo ministero ha parlato molto di Tav e poco di linee regionali - la risposta. (Public Policy)
GAV

domenica 16 giugno 2013

Giampilieri-Fiumefreddo, raddoppio ferroviario miraggio

Quaranta chilometri... infiniti, con un solo binario.
La mancata realizzazione del doppio binario ferroviario, nella tratta Giampilieri-Fiumefreddo, continua a rappresentare, al di là dell'aspetto viario e delle notevoli perdite di tempo negli scambi delle viarie stazioni, un grave problema anche per lo sviluppo turistico di tutto il comprensorio jonico.
L'importante programmazione e costruzione! dell'opera, attesa da circa un trentennio, non riesce a decollare, mentre il trasporto ferrato sulla tratta Messina-Catania, continua a evidenziare tempi di percorrenza vicini a quelli dell'inizio dello scorso secolo.
Le proteste dei numerosi pendolari, che giornalmente impiegano troppo tempo per raggiungere i vari centri della riviera jonica e le città di Messina e Catania, ormai non si contano più, perché stanchi delle continue prese in giro per quanto riguarda il finanziamento di questi circa 40 chilometri (il tratto Giampilieri-Fiumefreddo) di linea ferrata, dove ancora manca il doppio binario.
Nello stesso segmento sono previste anche le stazioni di S. Alessio e dell'Alcantara, strutture che dovrebbero dare maggiore impulso alle attività turistiche di questo vasto comprensorio. Purtroppo, però, in questo momento, il doppio binario continua a rimanere una delle grandi incompiute della zona jonica.
Infatti, malgrado sia trascorso ormai circa un secolo e mezzo dall'inaugurazione della prima linea ferrata di questo vasto! comprensorio, la tratta si presenta ancora con un solo binario.
Ciò non fa altro che rallentare notevolmente il trasporto ferroviario con evidenti disagi giornalieri per pendolari e vacanzieri.
A ciò si devono aggiungere anche i numerosi rischi che si corrono su questa tratta, a causa dell'attuale posizione del binario, soprattutto nei casi di calamità naturale.
Pippo Trimarchi

La Sicilia - Venerdì 14 Giugno 2013 Prima Messina Pagina 25 

martedì 11 giugno 2013

Ancora disattenzioni per i pendolari a Siracusa ed Alcantara, con l'orario estivo di Trenitalia da domenica 9 giugno.

Come ogni anno, la seconda domenica di giugno, entra in vigore l’orario estivo Giugno-Dicembre di Trenitalia. Da un attento monitoraggio, non ravvisiamo importanti stravolgimenti nella programmazione oraria per il popolo dei pendolari, mentre facciamo notare che sono scomparsi i treni del mare (sabato e domenica) che facevano la spola tra Catania, Taormina e Letoianni.
Cogliamo l’occasione per fare presente che non state prese in considerazione alcune delle nostre richieste fatte in Commissione Trasporti all’Ars il 20 marzo e il 17 aprile 2013 nell’incontro a Palermo con l’assessore regionale ai trasporti Bartolotta, il dirigente generale del dipartimento infrastrutture e mobilità Falgares e il direttore di Trenitalia per Sicilia e Calabria Costantino.
Queste le richieste:
Far salire i pendolari sui treni ICN (intercity notte) 1956 delle ore 19.15 e 1960 delle ore 21.45 da Siracusa a Messina e/o di voler predisporre una vettura agli ICN come servizio regionale, in considerazione del fatto che l’ultimo treno regionale da Siracusa per Messina è il treno 3872 delle ore 17.16.
Voler trasformare tutte le soste tecniche in fermate (salita e discesa) alla
stazione di Alcantara dove il 90% dei treni sostano dai 5 ai 15 minuti per effettuare incroci e/o precedenze, ciò per dare la possibilità all’utenza di tutto l’hinterland (Calatabiano, Trappitello, Gaggi, Graniti, Francavilla, etc.) di avvalersi dei servizi ferroviari alla stazione di Alcantara anziché arrivare sino alla stazione di Fiumefreddo di Sicilia e/o di Taormina-Giardini.
Chiediamo al Presidente della Commissione Trasporti all’Ars Trizzino e all’assessore regionale ai trasporti Bartolotta di voler intervenire nella questione, chiedendo a Trenitalia di effettuare tali servizi indispensabili all’utenza in generale ed in particolar modo ai pendolari.

Giosue Malaponti – Comitato Pendolari Siciliani

venerdì 7 giugno 2013

L'importanza del treno e i risvolti sociali

Vorrei sottoporre alla vostra attenzione ciò che ho letto sul sito internet di un comune italiano, nella pagina relativa alle attività culturali promosse da quel comune, ed in particolare nella presentazione di una conferenza legata allo sviluppo delle ferrovie.
Il treno, infatti, ha molti risvolti sociali positivi; ha facilitato la vita di tanti che lavorano o studiano distante da casa, ha consentito di compiere spostamenti di persone e cose limitando l’inquinamento del territorio, realizza attraverso l’Alta Velocità collegamenti in tempi brevi tra centri importanti del Paese.
E, da un punto di vista sociale, mette insieme in uno scompartimento durante un viaggio umanità diverse che si confrontano e mutano.
Se ci fosse la sensibilità giusta, il treno potrebbe anche alleggerire il traffico pesante delle autostrade. 

Consentitemi di aggiungere che sono totalmente d’accordo con quanto sopra scritto, poichè sono fermamente convinto che il potenziamento della rete ferroviaria, nello specifico quella siciliana, possa rappresentare la chiave di volta per lo sviluppo sociale, infrastrutturale, economico, etc. di tutta la nostra bellissima regione.
Pubblicato 7 Giugno 2013 | Da luigi77

(foto tratta dal film Cafè Express con Nino Manfredi)

giovedì 6 giugno 2013

Capo d’Orlando: con un’ordinanza del sindaco sospesa l’ eliminazione del passaggio a livello di via Cordovena

La chiusura definitiva del passaggio a livello di via Cordovena, posto al km 137+895 della linea Palermo – Messina, programmata per lunedì 10 giugno, è stata sospesa con un’ improvvisa ordinanza del sindaco. 
Il provvedimento di eliminazione dell’attraversamento, previsto da una convenzione e relativa appendice stipulata tra Rete Ferroviaria Italiana e Comune di Capo d’Orlando nel 2006, avrebbe consentito di porre fine all’ultima criticità costituita dall’interferenza strada-ferrovia, e migliorare la sicurezza per la circolazione sia dei treni sia di autoveicoli e pedoni.
In base ai citati accordi, allora deliberati dal Consiglio Comunale con lo stesso sindaco che oggi firma l’ordinanza sospensiva, RFI aveva già realizzato un sottovia e un cavalcavia con annesse rampe e raccordi, il primo operativo dal 2007, il secondo dal 2012, per l’eliminazione di tre passaggi a livello sul territorio comunale di Capo d’Orlando, con un impegno economico complessivo di un milione 716mila euro.
RFI, che reputa non coerente quanto disposto dall’ordinanza, ha già dato mandato al proprio ufficio legale per la presentazione di un ricorso al TAR.
Capo d’Orlando (Me), 6 giugno 2013  - www.fsnews.it

martedì 4 giugno 2013

Qualche informazione in più sul C.I.U.FE.R.- Comitato Italiano Utenti Ferrovie Regionali

CHI E'IL C.I.U.FE.R.

Il CIUFER (Comitato Italiano Utenti delle Ferrovie Regionali) è un’associazione spontanea, costituita a Reggio Calabria il 2 Maggio 2013, composta da Comitati di Pendolari del treno e da cittadini che hanno a cuore il trasporto ferroviario regionale in tutta Italia. 
Esso fonda la propria azione sul totale rifiuto delle logiche di profitto sulla mobilità pubblica che considera un aspetto essenziale e strategico dell’economia e della salute del paese.  Si ispira ai principi della solidarietà sociale e della sostenibilità ambientale e si prefigge come scopo di intervenire a favore dei cittadini che utilizzano i mezzi di trasporto pubblico attraverso ogni mezzo legale consentito, anche promuovendo in ogni ambito la cultura del diritto ad una mobilità pubblica, sicura e dignitosa.
Il Comitato intende intervenire sulla situazione dei trasporti nel territorio nazionale, con particolare riferimento al trasporto su gomma e su rotaia, chiedendo un confronto paritetico e partecipato con le istituzioni di governo della cosa pubblica sulle politiche in tema di ferrovie regionali e di TPL, rispondenti alle esigenze reali della comunità. Inoltre, intende produrre proposte costruttive ed  iniziative di mobilitazione coordinate a scala nazionale volte a difendere il principio secondo cui le Ferrovie Regionali sono un Bene Comune non svendibile, né sostituibile.
Il CIUFER si propone di organizzare le forze ed attivare forme di lotta e di rivendicazione efficaci, secondo strategie chiare e azioni innovative, chiamando a raccolta i movimenti diffusi sul territorio per dar loro una voce forte. Vuole affermare tecnicamente e politicamente, in tutte le sedi istituzionali un indirizzo in tema di ferrovie e TPL rispondente  alle esigenze reali della comunità, affermando il diritto al trasporto ferroviario regionale e interregionale su standard dignitosi ed europei. L’azione del CIUFER è quella di dar corpo ad una rivendicazione di civiltà, con proposte, in modo costruttivo e  con iniziative di mobilitazione coordinate a scala nazionale.
Il Comitato sostiene la centralità delle esigenze dei pendolari e del trasporto pubblico, sulla base del DPR 753/80, della Carta Europea del viaggiatore, del Regolamento Europeo 1370/2007, delle altre leggi nazionali e regionali. In particolare, il Comitato si propone di:
Promuovere il Trasporto Equo-Solidale (TES), con un nuovo assetto dei trasporti ferroviari, che preveda un sostanziale miglioramento, un potenziamento delle reti di servizi regionali e interregionali, e il riequilibrio della rete nazionale, totalmente deficitaria nella parte meridionale della penisola.
Contribuire al miglioramento della qualità delle condizioni di trasporto pubblico di tutti i cittadini. TES infatti significa anche arrestare la strage che ogni anno si verifica sulla rete stradale italiana, ma anche azzerare le morti bianche dei lavoratori del trasporto, dai portuali ai ferrovieri, agli operai dei cantieri, che rappresentano oltre il 60% delle vittime sul posto di lavoro. Il TES non lucra secondo le logiche dell’intermediazione parassitaria a scapito dei produttori e dei consumatori finali dei beni. Difende il diritto ad una mobilità sociale, sicura e dignitosa, che in una società civile privilegia la capillarità alla velocità e non può rispondere solo a logiche finanziarie, ma deve rappresentare una componente sostanziale del diritto alla libertà.
Costituire una rete di riferimento strutturata e connessa alle altre reti europee dei pendolari, per sostenere - in coerenza con gli  ideali delle vertenze in atto in Val di Susa, a Firenze, in Calabria, in molte regioni d’Italia - il confronto con il Governo, le Regioni e le Società che gestiscono i trasporti.
Informare i cittadini sulle problematiche inerenti i trasporti e le politiche attuate.
Favorire la partecipazione dei cittadini alla elaborazione e alla scelta delle politiche di scala europea, nazionale, regionale e locale relative ai trasporti pubblici, coerentemente con le indicazioni del Libro Bianco della governance europea.


LO STATUTO del C.I.U.FE.R.

Articolo 1 - COSTITUZIONE, DENOMINAZIONE E SEDE
  1. È costituito in Reggio Calabria il Comitato denominato "Comitato Italiano Utenti Ferrovie Regionali" (CIUFER in sigla) senza fini di lucro, apartitico.
  2. La durata del Comitato è illimitata.
Articolo 2 - SCOPI E FINALITA’
  1. Il Comitato, composto da Comitati di Pendolari del treno e da cittadini che hanno a cuore il trasporto ferroviario regionale in tutta Italia, fonda la propria azione sul totale rifiuto delle logiche di profitto sulla mobilità pubblica, che considera un aspetto essenziale e strategico dell’economia e della salute del Paese. Si ispira ai principi della solidarietà sociale e della sostenibilità ambientale e si prefigge come scopo di intervenire a favore dei cittadini che utilizzano i mezzi di trasporto pubblici attraverso ogni mezzo legale consentito anche promuovendo in ogni ambito la cultura del diritto ad una mobilità pubblica, sicura e dignitosa.
  2. Il Comitato intende intervenire sulla situazione dei trasporti nel territorio nazionale, con particolare riferimento al trasporto su gomma e su rotaia, chiedendo un confronto paritetico e partecipato con le istituzioni di governo della cosa pubblica sulle politiche in tema di ferrovie regionali e TPL, rispondenti alle esigenze reali della comunità. Inoltre, intende produrre proposte costruttive ed iniziative di mobilitazione coordinate a scala nazionale volte a difendere il principio secondo cui le Ferrovie Regionali sono un Bene Comune, non svendibile, né sostituibile, comunque parte integrante di una Rete Ferroviaria nazionale.
  3. Il Comitato sostiene la centralità delle esigenze dei pendolari e del trasporto pubblico, sulla base del DPR 753/80, della Carta Europea del viaggiatore, del Regolamento Europeo 1370/2007, delle altre leggi nazionali e regionali.
  4. In particolare, il Comitato si propone di:
a) Promuovere il Trasporto Equo-Solidale (TES), con un nuovo assetto dei trasporti ferroviari, che prevede anche un miglioramento, un potenziamento delle reti di servizi regionali e interregionali, e il riequilibrio della rete nazionale, totalmente deficitaria nella parte meridionale della penisola.
b) Contribuire al miglioramento della qualità delle condizioni di trasporto pubblico di tutti i cittadini. Il TES infatti si prefigge di arrestare la strage che ogni anno si verifica sulla rete stradale Italiana, ma anche azzerare le morti bianche dei lavoratori del trasporto, dai portuali ai ferrovieri, agli operai dei cantieri, che rappresentano oltre il 60% delle vittime sul posto di lavoro. Il TES non lucra secondo le logiche dell’intermediazione parassitaria a scapito dei produttori e dei consumatori finali dei beni. Difende il diritto ad una mobilità sociale, sicura e dignitosa, che in una società civile privilegia la capillarità alla velocità e non può rispondere solo a logiche finanziarie, ma rappresentare una componente sostanziale del diritto alla libertà. Il TES mira ad un giusto equilibrio fra velocità (che non può essere sinonimo di TAV) e capillarità, per offrire soluzioni rispondenti alle esigenze di trasporto delle popolazioni: treni rapidi, con poche fermate, fra regioni diverse, treni veloci a scala regionale, treni locali comunque a velocità commerciali adeguate, per ambiti sub-regionali, con funzione anche di raccolta e distribuzione dei viaggiatori nei confronti delle altre due categorie o per il trasporto fra stazioni di minore importanza, attraverso un riequilibrio sostanziale nella destinazione degli investimenti in rapporto alla domanda di mobilità.
c) Costituire una rete di riferimento strutturata e connessa alle altre reti europee dei pendolari e dei viaggiatori del treno, per sostenere - in coerenza con gli ideali delle vertenze in atto in Val di Susa, a Firenze, in Calabria, in altre regioni - il confronto con il Governo, le Regioni e le Società che gestiscono i trasporti.
d) Informare i cittadini sulle problematiche inerenti i trasporti e le politiche attuate.
e) Favorire la partecipazione dei cittadini all’elaborazione e alla scelta delle politiche di scala europea, nazionale, regionale e locale relative ai trasporti pubblici, coerentemente con le indicazioni del Libro Bianco della governance europea, in base al principio di apertura e partecipazione, in forza del quale “Il Libro bianco propone una maggiore apertura nel processo di elaborazione delle politiche […], così da garantire una partecipazione più ampia dei cittadini e delle organizzazioni alla definizione e presentazione di tali politiche. Esso incoraggia ad una maggiore apertura e responsabilizzazione di tutte le parti in causa. Ciò dovrebbe rendere più percepibile ai cittadini europei il fatto che gli Stati membri, operando assieme all’interno dell’Unione, possano offrire risposte più efficaci alle loro preoccupazioni”.

STRUTTURA ORGANIZZATIVA

La struttura organizzativa del CIUFER è proposta in fase transitoria, in relazione ad uno Statuto ancora in bozza, alla graduale composizione in rete dei soggetti attivi, alla prospettiva di un’Assemblea che dia vita, in modo partecipato, alla determinazione di organismi stabili quale il Consiglio Direttivo.
In questa fase sono individuati i seguenti elementi:
  • Due portavoci nazionali (Domenico Gattuso e Rosalba Rizzuto);
  • Un gruppo di una decina di soci fondatori, distribuiti sul territorio nazionale;
  • Una rete diffusa di referenti locali, suddivisi per regione, compresi i portavoci e i soci fondatori (la rete sarà rappresentata attraverso mappe regionali e liste corrispondenti con nomi, città, associazioni/comitati rappresentati);
  • Una lista di aderenti, determinata attraverso iscrizione on line (i dati relativi saranno mantenuti riservati, ma sarà visibile il numero di iscritti progressivo);
  • Una lista di comitati di pendolari (i relativi link saranno riportati in apposita sezione);
  • Una lista di associazioni e movimenti (i relativi link saranno riportati in apposita sezione).
L’organizzazione potrà subire variazioni nel tempo, a valle di ampia consultazione e contributi attivi, nonché in relazione al grado di sviluppo del CIUFER. E preventivata da Statuto l’organizzazione di un’Assemblea nazionale in cui tale questione sarà affrontata.
Il CIUFER non ha fini di lucro e si basa sul contributo volontario degli aderenti, dei pendolari, dei cittadini sensibili alla problematica.

sabato 1 giugno 2013

“RIPRENDIAMO IL TRENO E LE STAZIONI” Vertenza Ferrovie Regionali

TirrenoSat - Video Tg ore 14.00 
http://www.youtube.com/watch?v=uzw6H_wyPs8

Oggi, Sabato 1 giugno 2013, si è tenuta la seconda mobilitazione nazionale del CIUFER, dopo quella del 16 Febbraio scorso. Il CIUFER sta organizzando forme di mobilitazione e di rivendicazioni più incisive, chiamando a raccolta associazioni, movimenti, comitati diffusi sul territorio, ferrovieri. Vogliamo saldare le istanze dei pendolari con quelle dei lavoratori delle ferrovie in una battaglia comune. La mobilitazione di oggi  consiste in una conferenza stampa proposta in simultanea in centinaia di città d’Italia., invitiamo i giornalisti a contribuire all’opera di sensibilizzazione di cittadini, famiglie, associazioni, per quella che riteniamo essere una battaglia di civiltà.
In direzione “ostinata e contraria” rispetto a quanto stabilito dal regolamento europeo 1370 del 2007, il servizio di trasporto ferroviario a scala regionale sta subendo, in tutta Italia, un degrado sistematico:
  •  il contratto di servizio non ancora sottoscritto tra la Regione Sicilia e Trenitalia;
  • tagli e soppressioni di corse treno sistematiche;
  • orari mal concepiti, non coordinati, spesso modificati senza preavviso;
  •  imposizione di coincidenze estremamente scomode;
  • carenza/assenza di annunci “tempestivi” relativi ai disservizi;
  • chiusura e degrado di centinaia di stazioni ferroviarie patrimonio della collettività;
  • eliminazione dei binari di precedenza e d’incrocio nelle stazioni impresenziate;
  • cancellazione, quasi totale, dei treni a lunga percorrenza fra la Sicilia e il Nord;
  • veicoli vecchi e soggetti a guasti frequenti, peggioramento continuo dei servizi in termini di offerta e qualità (pulizia, servizi agli utenti, sicurezza);
  •  carenza di manutenzione, con il crescente rischio di incidenti a causa della riduzione della pratica manutentiva e dello stress conseguente all’inasprimento delle condizioni di lavoro dei ferrovieri.
Tutto ciò è inaccettabile, come inaccettabile è la cultura aziendalista e neo-liberista nei confronti di quello che è e deve rimanere un servizio di pubblica utilità, un bene comune non svendibile, un diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione. Al sistema ferroviario nazionale viene imposta una trasformazione che si traduce in un generale squilibrio nel diritto alla mobilità dei cittadini; si è scelto di privilegiare progetti di grandi e costosissime opere (Legge Obiettivo, TAV etc…) che drenano ingenti risorse a scapito di servizi diffusi su tutto il territorio. Basti pensare che i viaggiatori che usano le Frecce sono appena 300 mila al giorno, contro i 3 milioni di pendolari che frequentano i treni regionali quotidianamente.
A dispetto di questi dati, si continua con politiche sistematiche e consapevoli volte a scoraggiare i viaggiatori dei treni regionali, mentre la domanda paradossalmente cresce, sia per la crisi economica del momento che per il caro carburanti.
Appare ingiusta e pericolosa perciò la politica di governo tesa all’abbandono delle ferrovie regionali. 
Viene perseguito l’interesse delle lobby dei costruttori e dei grandi gruppi finanziari, spesso ad opera di sedicenti manager di Stato, senza rispondere alla logica della pianificazione coerente dello sviluppo delle ferrovie che dovrebbe essere finalizzata alla corrispondenza fra domanda e offerta di trasporto, alla riduzione dei costi esterni per la collettività, al riequilibrio ferro/gomma, all’accessibilità territoriale diffusa, al raggiungimento di standard di servizio uguali in tutta Italia, a Sud come al Nord, nelle città come nelle aree periferiche, e paragonabili agli standard europei.

Sul sito web www.ciufer.it si trovano documenti importanti quali il manifesto del Comitato (Trasporti Equo-Sostenibili), la Vertenza nazionale per le Ferrovie Regionali, i primi documenti strutturati di Vertenza a scala regionale, il documento istitutivo del Tribunale dei Diritti del Viaggiatore, un’istanza da proporre alla Commissione Europea nei confronti del Governo italiano che viola il diritto internazionale, un’antologia di lettere emblematiche di viaggiatori del treno. 

venerdì 31 maggio 2013

Vertenze ferrovie regionali. “Riprendiamo il treno e le stazioni” sabato 1 giugno ore 10.30, presso la stazione di Messina Centrale.

Vi invitiamo a partecipare Sabato 1 Giugno 2013 alla manifestazione di presentazione delle Vertenze per le Ferrovie Regionali elaborate dal CIUFER - Comitato Italiano Utenti Ferrovie Regionali.                     
Il CIUFER sta organizzando forme di mobilitazione e di rivendicazioni più incisive, chiamando a raccolta associazioni, movimenti, comitati diffusi sul territorio, ferrovieri. Vogliamo saldare le istanze della comunità con quelle dei lavoratori delle ferrovie in una battaglia comune. Si tratta di documenti di protesta, di proposta e di mobilitazione che saranno illustrati ai giornalisti, presso la stazione di Messina Centrale alle ore 10.30. sarà inoltre presentato il sito web del CIUFER (www.ciufer.it) che si configura come uno strumento di partecipazione e condivisione in rete di decine di
Comitati di Pendolari del treno e di migliaia di cittadini che hanno a cuore le sorti del trasporto ferroviario regionale e, più in generale, del Trasporto Pubblico Locale. Sul sito web www.ciufer.it si trovano documenti importanti quali il manifesto del Comitato (Trasporti Equo-Sostenibili), la Vertenza nazionale per le Ferrovie Regionali, i primi documenti strutturati di Vertenza a scala regionale, il documento istitutivo del Tribunale dei Diritti del Viaggiatore, un’istanza da proporre alla Commissione Europea nei confronti del Governo italiano che viola il diritto internazionale, un’antologia di lettere emblematiche di viaggiatori del treno. Ogni documento proposto potrà essere arricchito dai vari contributi.  

I treni per rilanciare il turismo. Il camper della Cisl.

Si ripristinino le fermate a Fontane Bianche e a Noto.
Tappa in città, ieri mattina, del camper della Fit Cisl Sicilia che sta portando in giro l'iniziativa, «alla ricerca del treno perduto». «E' un tour di 30 tappe - afferma Amedeo Benigno, segretario generale Fit Cisl Sicilia - per stimolare un miglioramento della rete ferroviaria nell'Isola. Basti pensare che tra un viaggio e l'altro ci sono buchi! di tre ore. I treni delle 19 e quello delle 21.45 per Roma hanno tutti i giorni una vettura in meno. Con questa manifestazione chiederemo a Trenitalia di usare il contributo che lo Stato ha versato loro per migliorare il servizio».
Il potenziamento delle tratte interne è necessario per incentivare il turismo e agevolare i pendolari. «Improrogabile il ripristino della fermata di Fontane Bianche da giugno a settembre - dicono Roberto Getulio e Santo Randazzo, rispettivamente segretario e coordinatore della federazione italiana trasporti Cisl -. E altrettanto lo è quello delle corse da Siracusa a Noto anche solo la domenica, giorno di massima affluenza di turisti, che nel fine settimana spesso non sanno come muoversi per raggiungere i paesi della nostra provincia».
«E poi: il personale è ridotto ai minimi termini - precisa Getulio -; così non si può andare avanti. I treni sono vecchi, le stazioni abbandonate e le tratte sovraffollate di pendolari». La Fit-Cisl chiede ! al governo regionale di convocare il tavolo per il Contratto d! i servizio per garantire il diritto alla mobilità con il servizio ferroviario.
«Garantire la mobilità nelle aree interne - conclude Benigno - è fondamentale. Ci auguriamo che il governo regionale intervenga affinché i fondi strutturali vengano spesi bene. Abbiamo bisogno di fondi, per attrarre i visitatori in Sicilia e fare da volano per l'economia locale. Speriamo in un incontro con l'assessore regionale alle Infrastrutture, Nino Bartolotta, per discutere della firma del Contratto di servizio».
La manifestazione di ieri ha interessato anche un gruppo di cittadini, che hanno sostenuto l'iniziativa della.
Eleonora Zuppardi

La Sicilia - Giovedì 30 Maggio 2013 Siracusa Pagina 26 

mercoledì 29 maggio 2013

Fit cisl - Alla ricerca del treno perduto

Alla ricerca del treno perduto è la campagna tour organizzata dalla Fit-Cisl, che approderà mercoledì in città. Infatti alle 10 il camper con a bordo i rappresentanti del sindacato giungerà alla stazione di Siracusa, alle 16 invece farà tappa alla stazione di Noto. La campagna, partita il 29 aprile, ha fatto diverse tappe soprattutto nelle principali stazioni della Sicilia e nei paesi in cui è forte l'afflusso di pendolari. Il sindacato continua a denunciare i disagi dovuti all! a soppressione di corse, treni vecchi, spesso poco funzionanti! , stazioni quasi del tutto abbandonate o poco efficienti ed un'offerta commerciale che appare insufficiente.

La Sicilia - Martedì 28 Maggio 2013 Siracusa Pagina 28

sabato 25 maggio 2013

I nuovi orari ferroviari in vigore da domenica 9 giugno 2013

I nuovi orari ferroviari entreranno in vigore da domenica 9 giugno 2013. Da una attenta verifica non vi sono stravolgimenti, confermato in toto l'orario invernale ad eccezione dei treni stagionali (scolastici). Avevamo chiesto, sia nell'audizione della Commissione Territorio e Ambiente il 20 marzo 2013, sia nell'incontro con l'assessore Bartolotta e il direttore di Trenitalia Costantino il 17 aprile 2013, di attenzionare gli Intercity notte da Siracusa (treni ICN 1956 e 1960) per dare la possibilità ai pendolari che da Siracusa dopo le ore 17.16 non hanno altri treni regionali per fare rientro in direzione Catania-Messina. Abbiamo chiesto espressamente di far salire i pendolari sui due ICN o in alternativa di considerare l'opportunità di inserire una carrozza come servizio regionale.

ORARI IN VIGORE DA DOMENICA 9 GIUGNO 2013 (clicca qui)

giovedì 16 maggio 2013

Dossier ferrovie - Capitolo treni, infinito

Tgr Sicilia ore 14 - http://www.youtube.com/watch?v=Mu1mhfw_5Co

Capitolo treni, infinito. Tempi di percorrenza troppo lunghi. Locomotive non sempre comode e a volte insufficienti ad accogliere i passeggeri. E poi necessità di orari più flessibili e di un numero di corse maggiori per chi è costretto a viaggiare ogni giorno per lavoro. «Dalla costituzione del comitato dei pendolari avvenuto nel 2001 molte cose sono cambiate - dice Giosuè Malaponti, coordinatore del comitato siciliano – ma sono tante ancora le migliorie da apportare al sistema ferroviario. Periodicamente approntiamo un monitoraggio sui 54 treni giornalieri sulla linea Messina-Catania-Siracusa, tra breve pubblicheremo e consegneremo al dipartimento trasporti della Regione quello relativo agli ultimi cinque mesi. Il dato da rilevare è quello relativo agli orari: sulla Siracusa - Messina l'ultimo treno parte alle 17.16 (il 3872) dopo per i pendolari c'è solo il vuoto. Impossible prendere i due intercity della notte quello delle 19.10 e delle 21.45 perché i pendolari non possono salire; è necessario che vengano stabiliti orari standard di lavoro».
Ancora. C'è il problema dei tempi di percorrenza e dei ritardi intermedi. «Martedì su 53 treni sei sono arrivati in orario, 25 in anticipo e 22 in ritardo; il dato anomalo è relativo all'anticipo e vorremmo che qualcuno ce ne spiegasse il motivo. Quali potrebbero essere le ragioni: i tempi di percorrenza sono larghi o dipende dalla velocità dei treni? In ogni caso, gli orari potrebbero essere facilmente rimodulati». Infine, in vista dell'estate, rileva che è «impossibile acquistare un biglietto per giugno, perché gli orari non sono stati ancora pubblicati. Si parla di tagli, anche del 30%».
l.g. - La Sicilia - Giovedì 16 Maggio 2013 Catania (Cronaca) Pagina 27 

Dossier ferrovie - Il treno, mezzo essenziale e dimenticato

Tgr Sicilia ore 14.00 http://www.youtube.com/watch?v=Mu1mhfw_5Co

Cinquantaquattro i treni giornalieri sulla tratta Catania - Messina - Siracusa. Circa seimila i pendolari che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare: 5000 viaggiano sulla Messina - Catania (circa 20 le corse giornaliere), 1000 sono diretti a Siracusa (9 i collegamenti).
Il treno sarà pure il mezzo più comodo, ecologico ed economico ma per percorrere i circa 95 km che separano Catania da Messina si impiegano due ore e 15 minuti, col bus da casello a casello solo 50 minuti. Per raggiungere Palermo da Catania si può prendere un treno pomeridiano diretto (circa due ore e mezza) e uno a metà mattinata che effettua tre cambi corsa, per un totale di 4 ore e 36 minuti. Dalle 9 alle 12.45 la stazione di Catania sembra un vero e proprio deserto: per quattro ore non ci sono treni che circolano. Per la provincia di Ragusa non ci sono collegamenti. L'interruzione della linea

Caltagirone-Niscemi, a causa del ponte crollato due anni addietro, impedisce a centinaia di lavoratori dal Calatino di riversarsi al polo petrolchimico di Gela se non con mezzi propri. Infine, fatto inverosimile in una città con un aeroporto internazionale, nessun treno per lo scalo di Fontanarossa. «La conferma di una realtà completamente scollegata con le necessità di mobilità e di pendolarismo della parte orientale della Sicilia» afferma Amedeo Benigno, segretario generale Fit Cisl Sicilia che ieri, insieme ai colleghi Domenico Pirrone, segretario regionale Fit Cisl Ferrovie, Rosaria Rotolo, segretaria generale Cisl Catania e Mauro Torrisi, segretario generale Fit Cisl Catania, ha trascorso qualche ora dinanzi all'ingresso della Stazione centrale dove ha sostato il camper della campagna promossa dalla Cisl e dalla Fit Cisl siciliane "Alla ricerca del treno perduto", in tour per verificare le condizioni delle ferrovie nell'isola e raccogliere le testimonianze dei pendolari.
Soppressione delle corse, treni vecchi, collegamenti inesistenti, tempi di percorrenza fermi a trent'anni fa,  mancanza di investimenti mirati, cadenzialità degli orari (magari uno ogni ora dalle 6 alle 23) e che i treni viaggino sempre, sia nelle giornate prefestive che festive. Queste alcune delle richieste dei pendolari che in questi quindici giorni (il tour delle stazioni è partito da Palermo lo scorso 29 aprile), i responsabili della Cisl hanno raccolto. «Mettiamo a sistema quello che abbiamo - sottolinea con veemenza Perrone - il treno deve rimanere il mezzo più competitivo, sia per il movimento dei turisti sia per i pendolari sia per i collegamenti».
«Una situazione che andrà ad aggravarsi se non si interviene contro i tagli previsti» affermano Rotolo e Torrisi. «Il trasporto su rotaie rappresenta una delle migliorie infrastrutturali più importanti per rilanciare la nostra economia, ma le risorse per le infrastrutture non vengono spese: dei fondi europei del 2007-2013 solo 18 per cento è stato speso; e di non spese ci sono ancora risorse del 2000-2006. Chiediamo alla Regione di imporre una svolta con la firma del Contratto di servizio: bisogna creare una domanda adeguata al fabbisogno degli utenti siciliani, coprire le zone interne abbandonate, disporre di un maggior numero di treni efficienti e moderni e investire per l'integrazione tra mezzi trasporto per la mobilità di persone e di merci». Per Rotolo e Torrisi, inoltre, «in attesa che si realizzi la metropolitana che collega la stazione di Catania centrale con lo scalo di Fontanarossa si deve dare seguit! o al progetto siglato anni addietro tra Ferrovie dello Stato e il Comune di Catania che non avrebbe costi esorbitanti essendo già nel tracciato della tratta Catania-Bicocca». Infatti, esiste già un binario di 900 metri che dista circa 400 metri dalla nuova aerostazione.                                                                     Lucy Gullotta -
La Sicilia - Giovedì 16 Maggio 2013 Catania (Cronaca) Pagina 27 

Capitolo treni, infinito.

La Sicilia - giovedì 16 maggio 2013

Il comitato dei pendolari sollecita il ripristino della tratta ferroviaria Caltagirone-Gela

Niscemi. Sit-in nel ponte crollato. Due anni fa e precisamente l'8 maggio 2011 si è verificato, lungo la tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela, al km 326 della linea Lentini-Gela, tra le stazioni di Piano Carbone e Niscemi, il cedimento di alcune arcate del ponte ferroviario, con la conseguente chiusura della tratta ferroviaria. Tale chiusura, ha inevitabilmente determinato un trasferimento del traffico passeggeri sulla Ss. 417 che già presenta condizioni di elevata pericolosità, in quanto unica arteria rimasta ad assicurare il collegamento fra le città ricadenti sul percorso ferroviario, vista la chiusura della Sp. 39.
«Non ci sembra inutile ricordare - dice Giosuè Malaponti, coordinatore del Comitato pendolari siciliani - che la costruzione della linea ferroviaria in questione, completata nel 1979, è stata a suo tempo decisa proprio per la necessità di un collegamento più spedito delle persone e soprattutto, delle merci, fra due aree fortemente industrializzate dell'isola, quella di Catania e il polo petrolchimico di Gela, e che, proprio in tale ottica, era stata prevista un'ulteriore fase di potenziamento e di velocizzazione, mai realizzata.
Premesso che la linea ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela collega il versante jonico e il versante mediterraneo della Sicilia attraversando alcuni grossi centri urbani e considerato che tale linea ferroviaria è frequentata da molti studenti e pendolari e, in particolare, dai lavoratori diretti verso il polo industriale dell'Eni di Gela, il comitato pendolari Siciliani chiede di conoscere se il Governo Regionale sia a conoscenza le iniziative che il gestore della Rete Ferroviaria Italiana intenda adottare onde evitare il ripetersi per il futuro di cedimenti delle strutture ferroviarie che potrebbero causare danni di proporzioni maggiori rispetto all'evento verificatosi.
Inoltre quale sia lo stato di avanzamento degli interventi finalizzati al ripristino della piena funzionalità dell'itinerario in modo da porre fine ai disagi e ai rischi cui vanno incontro, al momento, i numerosi pendolari delle zone attraversate dalla ferrovia che per i loro spostamenti quotidiani sono costretti a servirsi di percorsi alternativi non agevoli e poco sicuri. Ed ancora se non ritenga opportuno inserire tale percorso, a motivo della rilevante valenza strategica che lo stesso riveste per lo sviluppo socio-economico dei territori attraversati fra gli interventi di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie siciliane, prevedendo una serie di opere di miglioramento del tracciato con riferimento alla tratta Caltagirone-Lentini (stazione)».
Malaponti conclude: «Nell'attesa di ricevere risposte rassicuranti sulla sorte della tratta, riteniamo doveroso assieme alle amministrazioni comunali di Caltagirone, Gela e Niscemi di chiedere, nel più breve tempo possibile, un incontro con i rappresentanti della Regione Siciliana e Rete Ferroviaria Italiana, per avere un quadro di quello che il gestore vuole fare della tratta Catania-Caltagirone-Gela e sui tempi della sua riapertura alla circolazione ferroviaria.
La Sicilia - Lunedì 13 Maggio 2013 Caltanissetta Pagina 34 

Un sit-in per abbattere il muro del silenzio - «Riaprire la ferrovia Caltagirone-Niscemi»

Infrastrutture dimenticate.
Maggio 2011 - maggio 2013: a distanza di due anni dal cedimento delle campate di un ponte sulla tratta ferroviaria Caltagirone-Niscemi-Gela, è stato effettuato ieri un sit in di protesta, per indurre gli enti di competenza a dare almeno risposta, circa l'eventuale ricostruzione o meno, dell'infrastruttura.
A tentare di sfondare il muro di silenzio, impietosamente caduto sul destino della linea ferroviaria in discussione, sono state le associazioni Legambiente Sicilia, Comitato pendolari siciliani, Italia nostra e l'Associazione ferroviaria siciliana.
L'occasione è servita a riaccendere i riflettori su una questione che rischia di passare nel dimenticatoio. Il dato di fatto è che, a distanza di due anni, oltre all'interruzione ferroviaria, è rimasta chiusa al transito anche la Sp 39/I, Caltagirone-Niscemi. Collegamenti, dunque, ancora interrotti, con lo spettro dell'isolamento "reciproco" delle due comunità, tradizionalmente legate da fitti rapporti. Circostanze queste che hanno determinato un incremento dei flussi di traffico, sia pesante, sia passeggeri, sulla Ss 417, Catania-Gela e, nei collegamenti con Niscemi, lungo la Sp 62, Caltagirone-Santo Pietro.
«Il motivo di questo sit in - ha esordito il responsabile del Comitato pendolari siciliani, Giosuè Malaponti - è quello di indurre le Amministrazioni di Caltagirone, Niscemi e Gela, a fare fronte comune nei confronti della Regione, affinché si chieda, ai responsabili di Trenitalia, quali realmente siano i tempi per la ripresa del traffico ferroviario».
Il viadotto, come si ricorda, si sbriciolò come un ponte di cioccolata fra l'ottavo e il decimo pilone e, 38 giorni più tardi, fece addirittura registrare un ulteriore smottamento. «Purtroppo - dice Liliana Gissara, consigliere nazionale di Italia nostra - i treni in Sicilia sono una chimera quando, invece, dovrebbero essere l'unico mezzo di mobilità alternativa e sostenibile. Italia nostra aprirà un dialogo con il ministero dei Trasporti e Trenitalia, per conoscere il futuro di questa tratta».
Al sit in è intervenuto anche l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Giuseppe Marranzano: «Non possiamo continuare - dice - a rimanere isolati. Assistiamo all'interesse per le grandi opere, ma ci si dimentica delle infrastrutture primarie».
Conclude il presidente di Legambiente Caltagirone, Sebastiano Russo: «A breve distanza da qui - dice Russo - nonostante la sospensione, proseguono giorno e notte i lavori di costruzione del Muos. Qui, invece, protestiamo invano per la ripresa dei lavori di un'infrastruttura che potrebbe tornare utile alle città di Caltagirone, Niscemi e Gela. Questa tratta, se fosse funzionale, potrebbe collegare gli aeroporti di Catania e Comiso».
GIANFRANCO POLIZZI - La Sicilia
- Lunedì 13 Maggio 2013 Catania (Provincia) Pagina 38 

domenica 12 maggio 2013

Tratta Caltagirone-Gela il resoconto del sit-in





















Due anni fa e precisamente l’8 maggio 2011 si è verificato, lungo la tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela, al km 326 della linea Lentini-Gela, tra le stazioni di Piano Carbone e Niscemi S.p. 39, il cedimento di alcune arcate del ponte ferroviario, con la conseguente chiusura della tratta ferroviaria. Tale chiusura, ha inevitabilmente determinato un trasferimento del traffico passeggeri sulla SS. 417 che, di per sé, già presenta condizioni di elevata pericolosità, in quanto unica arteria rimasta ad assicurare il collegamento fra le città ricadenti sul percorso ferroviario, vista la chiusura della Sp. n.39.
Non ci sembra inutile ricordare che la costruzione della linea ferroviaria in questione, completata nel 1979, è stata a suo tempo decisa proprio per la necessità di un collegamento più spedito, sia delle persone sia, soprattutto, delle merci, fra due aree fortemente industrializzate dell'isola, quella di Catania e il polo petrolchimico di Gela, e che, proprio in tale ottica, era stata prevista un’ulteriore fase di potenziamento e di velocizzazione, mai realizzata.
Premesso che la linea ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela collega il versante jonico e il versante mediterraneo della Sicilia attraversando alcuni grossi centri urbani e considerato che detta linea ferroviaria è frequentata da molti studenti e pendolari e, in particolare, dai lavoratori diretti verso il polo industriale dell'Eni di Gela.
Il comitato pendolari Siciliani chiede di conoscere:
  • se il Governo Regionale sia a conoscenza di quali iniziative il gestore della infrastruttura ferroviaria, Rete Ferroviaria Italiana intenda adottare onde evitare il ripetersi per il futuro di cedimenti delle strutture ferroviarie che potrebbero causare danni di proporzioni maggiori rispetto all'evento verificatosi;
  • quale sia lo stato di avanzamento degli interventi finalizzati al ripristino della piena funzionalità dell'itinerario in modo da porre fine ai disagi e ai rischi cui vanno incontro, al momento, i numerosi pendolari delle zone attraversate dalla ferrovia che per i loro spostamenti quotidiani sono costretti a servirsi di percorsi alternativi non agevoli e poco sicuri;
  • se non ritenga opportuno inserire tale percorso, a motivo della rilevante valenza strategica che lo stesso riveste per lo sviluppo socio-economico dei territori attraversati, fra gli interventi di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie siciliane, prevedendo per lo stesso una serie di opere di miglioramento del tracciato con riferimento alla tratta Caltagirone-Lentini (stazione).
Nell’attesa di ricevere risposte rassicuranti sulla sorte della tratta, riteniamo doveroso assieme alle amministrazioni comunali di Caltagirone, Gela e Niscemi di chiedere, nel più breve tempo possibile, un incontro con i rappresentanti della Regione Siciliana e Rete Ferroviaria Italiana, gestore dell’infrastruttura, per avere un quadro chiaro su quello che il gestore vuole fare della tratta Catania-Caltagirone-Gela e sui tempi della sua riapertura alla circolazione ferroviaria.
 Giosuè Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani