venerdì 31 gennaio 2014

Pendolari e disservizi dei treni regionali: Eterna Odissea


Nella trasmissione “Uno Mattina” andata in onda venerdì 17 gennaio 2014 è intervenuto il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Maurizio Lupi, l’amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano, il Vice Presidente di Legambiente Edoardo Zanchini e il Presidente del Comitato Pendolari Siciliani Giosuè Malaponti, per discutere  sulla preoccupante situazione dei servizi ferroviari e dei treni regionali per il trasporto pendolare.
Inizia a parlare il ministro Lupi, affermando che proprio giovedì (16 gennaio) ha avuto un incontro con l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti e con, il presente in trasmissione, l’amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano.
Il ministro nel suo intervento fa presente che la stessa scommessa fatta sull’alta velocità, oggi Ferrovie dello Stato deve farla sul trasporto dei pendolari. Il segnale delle regioni che iniziano, a disdettare i servizi di concessione è un segnale che deve far riflettere anche Ferrovie dello Stato. Poi c’è il tema degli investimenti. Per rinnovare tutto il parco treni che circola in Italia per i pendolari, occorrono sei miliardi di euro, due miliardi sono già quelli investiti da Ferrovie dello Stato gli altri quattro bisogna trovarli e stiamo discutendo proprio di questo.
L’ad. Soprano puntualizza che Ferrovie dello Stato gestisce per Trenitalia dei contratti di servizio per le regioni, quindi sono le regioni che stabiliscono prezzi,  orari, quanti treni, quali treni e dove. La nostra responsabilità è quella di rispettare i contratti. Abbiamo un parco rotabile dei treni che hanno oltre trent’anni di età. In questi anni non sono stati fatti investimenti sul materiale rotabile se non i due miliardi di quei sei di cui faceva riferimento il ministro.
Interviene nuovamente il ministro dicendo che il tema dello scaricabarile e degli alibi non può più esserci, è colpa delle Ferrovie dello Stato, è colpa del governo è colpa delle regioni, il problema è che va risolta ed affrontata drasticamente la questione. Il governo ha messo 500 milioni di euro, per la prima volta dopo anni, nella legge di stabilità per rinnovare finalmente il parco rotabile. Occorre un piano industriale e questa è la prima questione. Ferrovie dello Stato deve fare la sua parte come l’ha fatta per l’alta velocità. La seconda questione è forse liberalizzare un po’ il mercato come è avvenuto per l’alta velocità.   
Nel dibattito interviene Edoardo Zanchini, vicepresidente Legambiente, che ha fatto un’istantanea del nostro Paese. “In questi anni la politica si è occupata di infrastrutture, ma nessuno si è occupato dei treni: ad esempio metterne di nuovi dove mancano e cambiare i vecchi. Inoltre, il numero dei pendolari in questi anni è aumentato e il numero dei treni è diminuito. E la realtà del problema è diversa da regione a regione”.
Interviene Giosuè Malaponti, rappresentante dei pendolari siciliani, che illustra la gravità della situazione italiana e in particolare della sua regione.
Il ministro Lupi interviene nuovamente in maniera decisa: «Non è più il momento delle parole, servono segnali concreti, senza demagogia sapendo che si paga il ritardo passato. Il trasporto regionale è un obiettivo, per comprare un treno, ci vogliono 2-3 anni prima di vederlo sulla strada ferrata. I treni devono correre sulle ferrovie ci sono parti dell’Italia, credo che Legambiente lo sa ma chi vive ogni giorno in questa situazione penso al sud del nostro paese dove la situazione dell’infrastruttura è arretrata. Per quanto riguarda i pendolari abbiamo detto tre cose semplicissime: abbiamo iniziato a mettere risorse, abbiamo detto a Ferrovie dello Stato adesso ti concentri su questo; abbiamo detto si inizia ad aprire il mercato anche sul trasporto regionale con gare mirate, abbiamo chiesto di dare immediatamente segnali di efficienza in quelle tratte che noi tutti conosciamo perché sappiamo perfettamente cosa i cittadini ci vengono a dire».

giovedì 30 gennaio 2014

Modifiche e variazioni alla circolazione dei treni Febbraio 2014

Informazioni sulle modifiche alla circolazione dovute a lavori di manutenzione programmati sulle linee e la segnalazione di servizi sostitutivi.






Ancora treni cancellati sulla linea Siracusa-Ragusa-Gela-Caltanissetta

In piena vertenza ferroviaria, mentre i sindaci dell’intera provincia convocano i vertici di RFI, Trenitalia e l’Assessore regionale alle Infrastrutture, a Ragusa, per esaminare i contenuti della piattaforma siglata a Donnafugata lo scorso 17 dicembre per il potenziamento della tratta Siracusa-Ragusa-Gela, arriva una nuova soppressione di treni a partire dal 1° febbraio non circoleranno più i treni regionali:
  • treno 12851 Gela-Modica (con partenza da Gela alle ore 14,24 e arrivo a Modica alle ore 16,13)
  • Treno 12854 Modica-Gela (con partenza da Modica alle ore 19,27 e arrivo a Gela alle ore 21,01).
Un’altra coppia di treni viene soppressa tra Gela a Caltanissetta.
Delle 4 coppie (8 treni) rimanenti tra Modica-Ragusa e Gela ne rimarranno così solo 3 (6 treni), e praticamente le basi per la chiusura della tratta ci sono tutte.
Non si conoscono i motivi di questi tagli, ma tutto lascia presagire che trattasi della “normale” gestione della rete ferroviaria siciliana, che ha penalizzato fino all’inverosimile il sud est dell’Isola.
Come considerare questa decisione di Trenitalia, dopo mesi di incontri e tentativi di incontri (all’assessorato, alla commissione ambiente), e nel bel mezzo di una vertenza complessiva per il rilancio della rete ferroviaria iblea, in collegamento con l’aeroporto di Comiso, rafforzata da servizi innovativi, come la metroferrovia a Ragusa, e da collegamenti di tipo sinergico con il gommato tra le stazioni e le scuole o i centri cittadini, oltre che da treni turistici? Come considerarla se non la risposta anticipata alle rivendicazioni che l’area degli iblei sostiene da tempo?
A Palermo decidono tutto senza mai consultare il territorio.
Da anni subiamo simili prepotenze, che ci costringono a ripiegare su lotte di resistenza e di difesa (regolarmente perse) e a rinunciare alle sacrosante pretese di migliorare l’esistente e progettare una ferrovia moderna.
Gli amministratori, specie i nuovi, devono rendersi conto che abbiamo a che fare con dei vertici che considerano la linea ferroviaria Siracusa-Ragusa-Gela-Caltanissetta una zavorra di cui disfarsi quanto prima.
A tutti i sindaci e i deputati chiediamo:
di alzare la voce;
di chiedere la revoca del provvedimento;
di impegnarsi perché l’incontro del prossimo 13 febbraio a Ragusa tra i vertici di RFI-Trenitalia e Assessorato alle Infrastrutture e Trasporti sia l’occasione per fare muro contro lo smantellamento della ferrovia iblea e per imporre provvedimenti utili a rilanciarla.
Ragusa, 30-1-2014 - Coordinamento provinciale CUB Trasporti

Raddoppio Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo il timore è che diventi un'opera incompiuta

Raddoppio Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo il timore è che diventi un'opera incompiuta
Lungo la direttrice Palermo-Messina, il rischio è che diventi una colossale incompiuta, una delle tante che circondano il panorama palermitano. Stiamo parlando del raddoppio ferroviario "Fiumetorto-Cefalù Ogliastrillo", lungo la direttrice Palermo-Messina. Circa 20 km di nuovi binari a cui si lavora dal lontano 2005 e, nonostante 9 anni di scavi, si è giunti appena al "giro di boa". I lavori, infatti, come spiega il segretario provinciale della Fillea Cgil, Giuseppe Guarcello, «sono fermi al 52%.
E negli ultimi 2 anni sono stati eseguiti appena il 2% di lavori. Con questo ritmo l'opera non sarà finita mai».
Non a caso, i sindacati degli edili (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil) hanno scritto l'altro ieri una lettera al Prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, affinché convochi al più presto un tavolo di confronto fra il general contractor (la "Cefalù 20 Scarl") e Rete Ferroviaria Italiana. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) è iniziato ufficialmente - prosegue il delegato della Fillea - lo stato di agitazione nei cantieri della Cefalù 20.
Nei prossimi giorni metteremo in atto delle azioni di protesta. Ancora non sappiamo se a Palermo o nei pressi dei cantieri aperti a Cefalù. Attendiamo una convocazione in prefettura».
Partiti in più di 200, adesso alla Cefalù 20 sono rimasti solo in 80, fra operai e impiegati. Ben 120 licenziamenti e nessuna prospettiva rosea per il futuro.
A mettere a rischio il completamento dell'opera (fissato per fine 2015) sono soprattutto 2 contenziosi.
Il primo, che va avanti da circa un anno, è tra il contraente generale e la ex Italtunnel, ora fallita. Quest'ultima era stata incaricata di eseguire gli scavi nel sub-lotto della galleria Poggio S. Maria.
La ditta, che nel frattempo è fallita, ha chiesto alla Cefalù 20 circa 9 milioni di euro per i lavori svolti nel tratto di propria competenza, mentre la Cefalù 20 al massimo ne vuole dare 3.
Ecco che da un anno i lavori sono fermi e in attesa di un riaffidamento del subappalto. Nel frattempo, i 70 lavoratori della ex Italtunnel sono stati tutti messi in cassa integrazione, che scadrà il prossimo 9 febbraio. Sono già partite le prime lettere di licenziamento e gli operai non potranno godere degli ammortizzatori sociali.
Il secondo contenzioso, invece, è tra la Cefalù 20 ed Rfi, e riguarda riserve sui lavori già svolti. In pratica la ditta sostiene di avanzare da Rfi circa 20 milioni di euro senza i quali non riesce ad andare avanti; mentre da Rfi rispondono di aver «regolarmente eseguito tutti i pagamenti dovuti al Contraente Generale, in ragione dello stato di avanzamento delle opere, compresi quelli della Galleria Monte Poggio Maria».
Sul riaffidamento di quest'ultimo subappalto, poi le Ferrovie precisano che «malgrado i nostri numerosi e formali solleciti operati, non ci è stata ancora presentata alcuna ditta per il necessario parere di gradimento. Infine, relativamente alla presunta "latitanza" di Rfi circa la possibilità di assunzione dei lavoratori licenziati da parte della ditta subentrante (onere che compete esclusivamente alla Cefalù 20), vale la pena ricordare le numerose denunce sui ritardi procedurali presentate dalla stessa Committenza che esprime piena solidarietà ai lavoratori coinvolti nella vicenda». Insomma, il problema è complesso e oggi stesso l'ingegnere Filippo Palazzo di Rfi avrà una riunione con la Cefalù 20.
Duro il commento del presidente di Rfi, Dario Lo Bosco: «In questo appalto - ha ammesso - ci sono problemi da diverso tempo. Abbiamo cercato di risolverli, ma se continua così dovremmo procedere sicuramente in modo forte. Non accetteremo alcuna deroga: i cronoprogrammi - ha tuonato - vanno rispettati. Se è il caso saremo pronti a intervenire per farli rispettare. Ne vale sia il mantenimento dei livelli occupazionali, ma soprattutto per il completamento dell'opera».
Frattanto, lungo la stessa direttrice ferroviaria, occorre ricordare che i lavori del lotto successivo (Cefalù-Castelbuono), consegnati l'anno scorso alla "Toto", non sono ancora partiti. «La ditta - dicono da Rfi - sta per consegnarci il progetto esecutivo che ha richiesto un gran numero di modiche e carotaggi. Entro un paio di mesi tutto dovrebbe esser pronto». Nel frattempo l'odissea va avanti…
Davide Guarcello - La Sicilia - Giovedì 30 Gennaio 2014 Palermo Pagina 26

sabato 25 gennaio 2014

Firma la petizione per la riapertura delle tratte ferroviarie Caltagirone-Gela e Alcamo-Trapani

E' importante per la salvaguardia e la tutela dei diritti alla mobilità in una Regione che, come la Sicilia, deve le proprie infrastrutture all'Unità d'Italia. Questo è un diritto che dobbiamo far rispettare e reclamare ad alta voce ai nostri politici. Serve tutta la sensibilità dei cittadini, delle associazioni e degli amministratori di tutto il territorio siciliano.
Vota la Petizione...

Comitato Pendolari: Ferrovie siciliane a zero investimenti

In riferimento all'agenzia stampa del sen. Gibiino, prendiamo atto del suo intervento ma dobbiamo constatare che non è solo Rfi a mortificare la nostra regione ma la scarsa attenzione che della nostra classe politica nelle stanze romane a reclamare quanto ci spetta di diritto.

venerdì 24 gennaio 2014

Treni, Sicilia mortificata: di 130 mln chiesti, Rfi ne eroga 24

In riferimento all'agenzia stampa del sen. Gibiino, prendiamo atto del suo intervento ma dobbiamo constatare che non è solo Rfi a mortificare la nostra regione ma la scarsa attenzione che della nostra classe politica nelle stanze romane a reclamare quanto ci spetta di diritto.

mercoledì 22 gennaio 2014

"Ridateci il treno che ci avete rubato"

L'enorme petrolchimico di Gela attira a sè ancora tantissimi lavoratori che accettanno quelle condizioni di lavoro per mantenere le loro famiglie. Ma da quando è crollato il ponte della ferrovia, nemmeno il treno hanno più. E ora lo rivogliono.
L'appello accorato è del Comitato Pendolari Siciliani. "Occorre scongiurare la chiusura definitiva della Caltagirone-Gela". E chiedono che quella linea ferroviaria sia ripristinata, che il progetto non venga abbandonato. "Due anni e otto mesi il ponte della ferrovia Caltagirone-Gela è crollato sulla strada provinciale 39 che collega la città di Caltagirone con Niscemi e, da allora, tutto sembra essere in standby come in un fermo immagine di un film" dice Giosuè Malaponti, il presidente del Comitato.
"Non importa se i treni non viaggiano più verso Gela, non importa se i pendolari sono costretti a rinunciare al treno ed usare la propria auto per andare a lavoro o a scuola. Sono ancora molti i lavoratori pendolari che da questi territori Caltagirone, Niscemi si riversano verso il petrolchimico di Gela. Non importa a nessuno se il trasporto di materiale altamente pericoloso prima si spostava nelle più sicure reti ferroviarie mentre adesso viaggia su gomma andando ad incrementare il già saturo trasporto viario. L'occasione del crollo del ponte è stata di sicuro la scusa per ridurre all'osso il numero di treni che collegano Gela e Caltagirone con Catania. Ad oggi sono solo due i treni regionali che collegano le due città, il resto avviene con due/tre bus-sostitutivi che impiegano oltre le 2 ore. I pendolari del calatino e del nisseno non chiedono molto, vorrebbero essere messi in condizione di poter viaggiare in treno almeno aver assicurato quel minimo di servizi che lo Stato dovrebbe garantire ai propri cittadini. Si richiede, cosa che faremo assieme ai sindaci di Caltagirone, Niscemi e Gela, un immediato incontro con i dirigenti di Rete ferroviaria italiana e con i dirigenti dell'assessorato regionale alle infrastrutture per capire, una volta per tutte, cosa si voglia fare di questa importante tratta ferroviaria a servizio delle due provincie Catania e Caltanissetta; oggi più che mai, alla luce dei lavori di rimozione delle strutture e apparati sistema GSM-R tratta ferroviaria AVELLINO-ROCCHETTA E CALTAGIRONE-GELA per un importo di 803.000 euro iva esclusa, peraltro già appaltati. Tutto passa sotto silenzio, abbiamo voluto allertare con una lettera il governatore Crocetta, l'assessore Bartolotta, il dirigente generale alle infrastrutture e i sindaci dei Comuni di Caltagirone, Niscemi e Gela affinchè tutti assieme chiedano, con noi, la riapertura di questa tratta ferroviaria importante. Occorre evitare la definitiva chiusura visti gli ingenti investimenti fatti da Rete ferroviaria italiana nell'ultimo decennio. L'eventuale chiusura della tratta ferroviaria sarebbe da addossare alla scarsa attenzione che la nostra classe politica presta alle esigenze ed ai bisogni dei propri territori. Ai siciliani non servono le grandi e faraoniche infrastrutture ma servono questi modesti interventi a salvaguardia della mobilità, in considerazione del fatto che, ad oggi, delle grandi opere infrastrutturali sono rimaste solo fiumi di parole e di inchiostro".

G.F. 21 Gennaio 2014 a vai all'articolo

Caltagirone: lavori al ponte in località Angeli. Mezzi all'opera a quasi due anni dai crolli

Hanno preso il via, su iniziativa della direzione regionale di Rfi (Rete ferroviaria italiana), i lavori di messa in sicurezza del ponte ferroviario di località Angeli, in territorio di Caltagirone. Già da qualche giorno i mezzi meccanici sono all'opera e l'area interessata agli interventi è stata opportunamente transennata. A darne notizia è il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa: «Di concerto con il sindaco di Caltagirone, Nicola Bonanno - dichiara - abbiamo più volte sollevato nelle sedi opportune i disagi dell'isolamento forzato con cui convivono due territori limitrofi. Ci batteremo, affinché Rfi non dismetta questa tratta ferroviaria».
In ogni caso giungerà a compimento la lunga odissea che, da maggio 2011, giorno in cui cedettero per la prima volta le campate del viadotto, sta relegando all'isolamento stradale Caltagirone e Niscemi. Collegamenti che, sul fronte della viabilità extraurbana, erano garantiti dalla Sp 39/I, Caltagirone-Niscemi.
Oggi il dato di fatto è che, finalmente, dopo svariate sollecitazioni prodotte da cittadini, istituzioni e perfino associazioni di pendolari, s'intravede un primo segnale di risveglio. Da premettere pure che l'area sottostante i piloni fu anche oggetto di sequestro da parte della Procura della repubblica di Caltagirone. Le valutazioni da compiere convergono in due direzioni: la quasi certa dismissione della tratta ferroviaria Caltagirone-Niscemi-Gela in cambio dell'apertura al transito della Sp 39/I Caltagirone-Niscemi.
Sul fronte della politica nazionale il parlamentare nazionale del Pds-Mpa, il sen. Giuseppe Compagnone ha presentato un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture. «Oltre due anni di isolamento - dice - rappresentano tempi biblici. Tutto è fermo e nulla accade. Eccezion fatta delle proteste di pendolari e amministratori locali. Il crollo del ponte sarà il pretesto per indurre Rfi a portare avanti la politica dei tagli». Rfi ha aggiudicato i lavori per la rimozione degli apparati sistema Gsm-R, per 803 mila euro, nelle tratte Caltagirone-Gela e Avellino-Rocchetta in Campania.
GIANFRANCO POLIZZI - La Sicilia - Domenica 19 Gennaio 2014 Prima Catania Pagina 33 

Trasporti Sicilia: Gibiino (FI), Ferrovie abbandonate. Solo 24 mln per manutenzione rete

Roma. “Rfi continua a mortificare la Sicilia. Sui 130 milioni di euro richiesti dal Compartimento Rfi di Palermo per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle linee ferrate dell’isola, Rete Ferroviaria Italiana ne approva poco meno di 25 milioni. Un ulteriore elemento utile a svelare quale sia il vero obiettivo del Gruppo Ferrovie: dismettere la rete siciliana per concentrare ancora una volta le risorse verso investimenti utili a potenziare la rete AV del Nord Italia. Sono ormai trent’anni che i siciliani attendono il completamento del raddoppio della Catania-Messina e l’ammodernamento delle linee Palermo-Catania e Palermo-Trapani. Nel 2011 un’arcata di un ponte lungo la linea ferrata Caltagirone-Gela cedette, da allora Ferrovie non ha mai provveduto a ripristinare la linea causando incalcolabili disagi ai pendolari. Tale situazione non è più tollerabile. Chiedo al presidente di Rfi, Dario Lo Bosco, siciliano come me, di dare immediatamente un segnale di discontinuità con il passato. Che riaprano i cantieri in Sicilia, che ai pendolari venga offerto un decoroso e giusto servizio”. Lo dichiara il sen. Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia. Fonte AGENPARL - 22-01-2014

martedì 21 gennaio 2014

Pendolari e disservizi dei treni regionali: Eterna Odissea


Nella trasmissione “Uno Mattina” andata in onda venerdì 17 gennaio 2014 è intervenuto il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Maurizio Lupi, l’amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano, il Vice Presidente di Legambiente Edoardo Zanchini e il Presidente del Comitato Pendolari Siciliani Giosuè Malaponti, per discutere  sulla preoccupante situazione dei 
servizi ferroviari e dei treni regionali per il trasporto pendolare.


Altri due treni veloci sulla Palermo-Messina, già da lunedì 20 gennaio, fermano a Barcellona

S.Agata Militello. Si fa seguito a precorsa corrispondenza avente ad oggetto il potenziamento dell'offerta del  trasporto ferroviario con riferimento alla locale stazione, avuto riguardo anche agli effetti  prodotti dal Decreto Legislativo n. 155/12 che, per come tempestivamente segnalato, ha comportato la  soppressione delle Sezioni distaccate dei Tribunali di Milazzo e di Lipari ed il conseguente trasferimento al Tribunale di Barcellona P.G. delle competenze dei citati Uffici  Giudiziari.  
Al riguardo, mi pregio rappresentare che il nuovo orario ferroviario invernale 2013/2014 ha introdotto la fermata di una duplice coppia di treni veloci, e più precisamente:
-in direzione Palermo:  n. 3835 (partenza da Barcellona  P.G. alle ore 07.34) e n. 3845 nel pomeriggio;
-in direzione Messina: n. 3840 (partenza da Barcellona  P.G. alle ore 16.51) e n. 3844 nel tardo pomeriggio/serata.


domenica 19 gennaio 2014

Comitato Pendolari Siciliani a Uno Mattina il 17 gennaio 2014


http://creativemedia3.rai.it/podcastcdn/raiuno/unomattina/unomattina_puntate/2184477_1800.mp4

Il Comitato Pendolari Siciliani venerdì 17 gennaio 2014, è stato invitato a partecipare alla trasmissione "UNO MATTINA" su Rai Uno. Il tema l'Eterna odissea dei treni dei pendolari, presenti in studio il Minitro alle infrastrutture Lupi, l'Amministratore delegato di Trenitalia Soprano e il Vice Presidente di Legambiente Zanchini. (Clicca sul logo di una mattina per vedere il video)

venerdì 17 gennaio 2014

Raddoppio fs, nuovo piano alla stazione di campofelice. alcune corse sostituite da bus

Palermo.  Da lunedì attivo nuovo binario Fiumetorto-Lascari
Come avevamo anticipato nei giorni scorsi, lunedì 20 gennaio verrà attivata la variante di tracciato (binario dispari, lato monte) da Fiumetorto a Lascari, lungo la direttrice ferroviaria Palermo-Messina. Inoltre, come riporta la circolare territoriale di Rfi, sarà attivato anche il nuovo piano stazione a Campofelice di Roccella: scatterà alle 4 di notte del 20 gennaio, «esattamente fra il km 57+533 e 47+940. Verrà attivata una variante di tracciato con un nuovo binario. Tale variante, che partirà, includendoli, dai segnali di protezione di Lascari lato Palermo, terminerà oltre la nuova stazione di Campofelice di Roccella, completamente su nuova sede». Perciò, per consentire a Rete Ferroviaria Italiana di «realizzare interventi propedeutici al raddoppio dei binari tra Fiumetorto e Ogliastrillo - si legge in una nota - da venerdì 17 a lunedì 20 gennaio sarà modificato il programma di circolazione di treni regionali e di lunga percorrenza. Alcune corse in servizio regionale saranno cancellate e sostituite con autobus per parte del percorso o per l'intero tragitto. Anche per alcuni treni di lunga percorrenza saranno attivati servizi sostitutivi su gomma, tra Messina e Palermo. Gli autobus effettueranno le fermate nei piazzali antistanti le stazioni. L'orario di arrivo e partenza potrà variare in funzione delle condizioni del traffico stradale. Informazioni dettagliate con l'elenco di tutti i treni interessati e dei provvedimenti di circolazione alternativa sono disponibili, oltre che sui canali web del Gruppo, anche nelle stazioni, uffici assistenza clienti e biglietterie».
Davide Guarcello - La Sicilia - Venerdì 17 Gennaio 2014 Palermo Pagina 26


Consulta Fsnews per informazioni 

Letojanni. Rfi «invita» il Comune ad ordinare il taglio dei rami ai proprietari dei terreni


Letojanni. Insidie lungo la linea ferrata.L'obiettivo è quello di preservare la strada ferrata da eventuali situazioni di pericolo, salvaguardando la pubblica e privata incolumità, senza mancare di garantire, nel contempo, la continuità del servizio ferroviario.
A questo proposito, dunque, il capo unità territoriale di Rfi ha inviato una nota al sindaco, Alessandro Costa, chiedendo l'emanazione, con carattere d'urgenza, di un'ordinanza, tramite la quale imporre l'obbligo ai proprietari di fondi, confinanti con la sede ferroviaria, di procedere al taglio di rami e alberi, che possono, in caso di caduta, interferire con l'infrastruttura, determinando l'interruzione del pubblico servizio, unitamente a possibili danni a persone e cose. La richiesta del dirigente l'apposito settore delle ex Ferrovie dello Stato in merito all'adozione del provvedimento sindacale è motivata dagli effetti di recenti eventi naturali, che non hanno mancato di interessare la linea ferroviaria con conseguenze poco edificanti per la regolarità dell'importante servizio di trasporto. E ciò, naturalmente, per l'interferenza della rigogliosa vegetazione di varia natura, presente su terreni privati, con la strada ferrata. Più che legittima, pertanto, appare l'istanza, presentata al primo cittadino da Rfi, che, però, non ha, mai, preso nella debita considerazione gli appelli che l'Ente pubblico locale ha rivolto a! ll'azienda, finalizzati al disboscamento dei relitti ferroviari che si snodano parallelamente alla Ss 114, invadendo in più punti il ciglio della trafficata arteria. Circostanza, che non manca di produrre disagi e non pochi pericoli.
A. L. T. - La Sicilia - Venerdì 17 Gennaio 2014 Messina Pagina 26