Questo il bilancio del martedì nero di oggi: in tre ore e 45 minuti di servizio di trasporto ferroviario tra Messina, Catania e Siracusa due treni soppressi (Km. 86) e 478 minuti di ritardo pari a 8 ore circa. Non vogliamo fare nessun commento ma riteniamo che sia il momento propizio per invitare a segnalare sul nostro sito www.comitatopendolari.it alla voce segnalazioni e poi su reclami i disagi/disservizi subiti che verranno trasmessi al Dipartimento Infrastrutture e Mobilità della Regione Siciliana e ad un’Associazione dei Consumatori, per iniziare una Class-Action nei confronti di Trenitalia almeno per recuperare una parte dei danni subiti e per il rispetto dei diritti dei pendolari.
Il blog raccoglie informazioni sul trasporto pubblico in genere, ed in maniera approfondita sul trasporto e le infrastrutture ferroviarie siciliane. Tutti i pendolari che si muovono in Sicilia con il treno possono segnalare disservizi, disagi, e/o suggerimenti sul nostro sito www.comitatopendolari.it, per migliorare le condizioni di trasporto. COLLABORA ANCHE TU...PER UN SERVIZIO MIGLIORE
mercoledì 4 dicembre 2013
Declino Trasporti nella Provincia di Trapani
Riceviamo e pubblichiamo la nota della Filt Cgil:
Oggetto: Declino Trasporti nella Provincia Trapani
Oggetto: Declino Trasporti nella Provincia Trapani
Già
nei mesi scorsi, queste Organizzazioni Sindacali hanno rivolto diversi appelli
a tutte le forze politiche per richiamarne l’attenzione all’interesse comune, sociale ed economico,
che rappresenta il settore della mobilità e quindi dei trasporti.
Esprimiamo
un giudizio di preoccupazione e di allarme della situazione, che consideriamo a
un punto di gravità tale da rappresentare una vera e propria emergenza.
Riteniamo
che il trasporto regionale e locale, sia esso marittimo, terrestre o aereo, sia
fortemente compromesso dai tagli e dalla mancanza di programmazione, e ciò
aggiunge la sua negatività a quella crisi che attanaglia, da diversi anni
oramai, il nostro Paese.
Siamo
invece convinti che il settore trasporti, che rappresenti l’anello fondamentale
di quella catena essenziale Agricoltura – Turismo e quindi della principale
fonte di economia trapanese, possa svolgere quella funzione anticiclica alla
crisi.
Se
però questa emergenza non è riconosciuta da tutti, e soprattutto dalle nostre
istituzioni locali e regionali, e non viene affrontata e avviata a soluzione,
rischia di portare all’implosione non solo gran parte del settore ma l’intera
economia della nostra provincia e del resto della regione.
A
oggi, facendo un triste resoconto, possiamo tranquillamente affermare che poco,
o nulla, si è fatto nel settore.
Anzi,
a parte rari comunicati e piccoli interventi di politici locali, continuiamo a
registrare quell’inversione di tendenza nelle scelte politiche che invece
dovrebbero proporre le giuste soluzioni a problemi riguardanti il settore della
mobilità.
Tutto
questo ci obbliga a continuare a vivere in un Paese che viaggia a due Velocità, il
Nord e Centro Italia in Alta Velocità e il Sud Italia a bassissima Velocità, e
a convivere con un sistema di potere che costringe la nostra Regione, e quindi
la Provincia di Trapani, a sottostare all’imposizione economica del Nord e
degli altri Paesi Europei.
A
questo, si continua a registrare un mancato investimento nelle infrastrutture e
nei trasporti che non comporterà altro, per l’anno 2014, un aggravarsi della
crisi già esistente e quindi una spesa procapite per famiglia e azienda
maggiore rispetto agli anni passati.
Nel
territorio Trapanese, trasportare merci e viaggiatori sta diventando davvero
una scommessa.
A
quest’opera di disfacimento non ci stiamo e non ci stanno i cittadini della
Provincia di Trapani, le Associazioni Turistiche e tutte le Aziende che
producono ricchezza nel nostro territorio.
Pertanto ricordiamo, che si tratta di garantire il
diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini, in particolare delle fasce
di reddito più basse.
E’
triste, per un Paese civile com’è il territorio della Provincia di Trapani, il
fatto che per percorrere pochi chilometri in treno occorrano ore di viaggio.
Cosi
com’è triste viaggiare in autobus vecchio di trenta anni e in strade e
autostrade in condizioni minime di sicurezza.
Cosi
come siamo contrari a tagliare i finanziamenti per collegamenti marittimi o,
peggio ancora, a non mettere a disposizione, da parte del Governo Regionale e
Nazionale, i fondi per l’aeroporto di Birgi.
L’appello
che rivolgiamo è quello che la Regione, e tutti gli enti locali, facciano la
loro parte con gli interventi di programmazione e con le azioni necessarie a
promuovere il processo d’industrializzazione del settore trasporti intesa come
viabilità e infrastrutture.
Riteniamo
quindi, indispensabile e urgente, avviare subito tutte quelle opere e
interventi, che possano garantire una ripresa dell’economia Regionale e
Trapanese, ossia:
-
Sbloccare i finanziamenti promessi, nazionali e regionali, dedicati all’aeroporto
Vincenzo Florio di Trapani, riguardante il parziale ristoro per il blocco del
traffico aereo a causa della guerra in Libia nell’anno 2011.
Questo
darebbe una boccata di ossigeno alla società Airgest, che gestisce l’aeroporto
di Trapani, per le future scelte di marketing e quindi per quella garanzia del
continuo traffico di viaggiatori che negli ultimi anni hanno portato tanto
benessere a cittadini e a tutta l’economia Trapanese.
-
Assicurare i giusti finanziamenti alle aziende
marittime che fino ad oggi, nonostante i continui tagli di risorse della
Regione, hanno garantito la continuità territoriale con le isole per il
trasporto di merci e viaggiatori e in particolare per il trasporto turistico
nei mesi estivi.
-
L’aggregazione e l’integrazione di tutte le aziende del trasporto pubblico
locale con il trasporto ferroviario.
Bisogna
che la Regione e gli enti locali mettano a disposizione tutti i loro strumenti,
che sono ampiamente sufficienti, per l’aggregazione e integrazione modale gomma
ferro, superando duplicazioni e sovrapposizioni di servizi, nonché sperpero di
risorse pubbliche, favorendo politiche di mobilità integrata.
L’effetto
immediato sarebbe sicuramente quello di rendere il rapporto spesa pubblica –
qualità del servizio molto più efficiente di quello attuale, ma anche la
possibilità di migliorare le politiche tariffe.
-
Ripristino di finanziamenti e scelte coraggiose inerenti al piano d’impresa di
alcune grandi aziende del trasporto pubblico locale a cominciare dall’azienda siciliana trasporti
(AST) che svolge servizio pubblico in tutta la Sicilia e che ha una sede a
Trapani.
Oggi,
questa società rischia il fallimento a causa dei 59 milioni di euro di crediti,
e non pagati, nei confronti della Regione.
-
Predisporre nuovi collegamenti marittimi per il trasporto merci perchè oggi
molte imprese portuali della provincia di Trapani, causa tagli di linee e quindi riduzione di
movimentazione merci, stanno provvedendo a licenziamenti e cassa integrazioni
di diversi lavoratori.
Lo
stesso stanno facendo gli autotrasportatori costretti, dai maggiori costi, a
trovare altre vie per il trasporto merci.
-
Ripristinare, in tempi brevissimi, il collegamento ferroviario veloce Trapani –
Alcamo Diramazione - Palermo (via milo), anche con riferimento ad una riduzione
dei tempi di percorrenza del collegamento Trapani – Palermo grazie al raddoppio
ferroviario (in corso di realizzazione) della tratta Palermo – Piraineto.
-
La progettazione e realizzazione, degna di un Paese industrializzato, del
collegamento ferroviario con l’aeroporto di Birgi e quindi la possibilità di
collegare l’aeroporto di Birgi con l’aeroporto Falcone- Borsellino di Palermo.
-
Terminare tutte le opere di viabilità iniziate e predisporne altre per
velocizzare alcune tratte e soprattutto renderle molto più sicure.
In
conclusione le suddette OO.SS affermano
il valore sociale ed economico del settore trasporti, e invitano, per la
ripresa economica come volano di sviluppo del nostro territorio, tutte le forze
politiche e le istituzioni a predisporre e finanziare tutti quei progetti che
possano garantire la mobilità intesa come trasporto merci e persone.
Bisogna
adottare tutti quei provvedimenti che possano favorire e incoraggiare i
cittadini a utilizzare il mezzo pubblico, a discapito dell’automobile, come
mezzo essenziale per i loro spostamenti.
Solo
in questi termini possiamo parlare di sviluppo della mobilità, del turismo e
quindi dell’economia di tutto il territorio.
Fiduciosi
nell’interesse alla problematica sopra esposta, e quindi all’interesse
collettivo, porgiamo i più fraterni saluti.
Al
Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti On. Maurizio Lupi
Al
Presidente della Regione Sicilia Pres. Rosario Crocetta
All’Assessore
Regionale Infrastrutture Dott. Nino Bartolotta
Ai
Deputati Regionali Sicilia
Alla
Giunta regionale Sicilia
Agli
Onorevoli Parlamentari eletti nella Provincia di Trapani
Al
Prefetto di Trapani Dott. Leopoldo Falco
Al
Commissario Straordinario della Provincia Trapani Dott. Darco Pellos
Ai
Sindaci della Provincia di Trapani
P.C.
Associazioni
Consumatori tutte
Associazioni
Diritti Civili tutte
Comitato
Pendolari tutti
Organi
di Stampa
Prot. N 10/TP/Filt Cgil Tp - Trapani
02 Dicembre 2013
Filt
Cgil Trapani - Filt Cgil Sicilia - Cgil
Trapani
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martedì 3 dicembre 2013
Un martedì nero per i pendolari della Messina-Catania-Siracusa
Di solito quando qualcosa non
va per il verso giusto diventa una giornata nera, avevamo denunciato sette mesi
fa un venerdì nero di Trenitalia, oggi tocca ad un altro giorno della settimana 3 dicembre 2013 “il martedì” nero di Trenitalia per i pendolari della Messina-catania-Siracusa.
Questo il bilancio del
martedì nero di oggi: in tre ore e 45 minuti di servizio di trasporto
ferroviario tra Messina, Catania e Siracusa due treni soppressi (Km. 86) e 478
minuti di ritardo pari a 8 ore circa. Non vogliamo fare nessun commento ma
riteniamo che sia il momento propizio per invitare a segnalare sul nostro sito
www.comitatopendolari.it alla voce segnalazioni e poi su reclami i
disagi/disservizi subiti che verranno trasmessi al Dipartimento Infrastrutture
e Mobilità della Regione Siciliana e ad un’Associazione dei Consumatori, per
iniziare una Class-Action nei confronti di Trenitalia almeno per recuperare una
parte dei danni subiti e per il rispetto dei diritti dei pendolari.
Significativi i dati dei
ritardi e dei disservizi di questa mattina:
treno 3866 da Siracusa
delle ore 5.13 è arrivato a Messina con 64 minuti
treno 3865 da
Messina delle ore 5.25 è arrivato a Siracusa con 86 minuti
treno 12868 da Catania delle
ore 5.46 è arrivato a Messina con 70 minuti
treno 12865 da
Messina delle ore 5.50 è arrivato a Catania con 49 minuti
treno 8576 da Catania
delle ore 5.56 per Fiumefreddo è stato Soppresso
treno 8580 da Siracusa delle ore 6.05 è arrivato a Taormina con 25 minuti
treno 3868 da Siracusa delle ore 6.30 è arrivato a Messina con 10 minuti
treno 12870 da Catania delle ore 6.36 è arrivato a Messina con 52 minuti
treno
8577 da Fiumefreddo delle ore 6.44 per Bicocca è stato Soppresso
treno 12867 da Messina delle ore 6.45 per Catania con 8 minuti
treno 8579 da Taormina delle ore 7.12 è arrivato a Catania con 48
minuti
treno IC 722 da Siracusa delle ore 7.33 è arrivato a Messina con 34 minuti
treno
12869 da Messina delle ore 8.00 è arrivato a Catania con 3 minuti
treno 8581 da
Taormina delle ore 8.32 è arrivato a Catania con 13 minuti
treno 3870 da
Siracusa delle ore 8.45 è arrivato a Messina con 16 minuti
All’Assessore Regionale Antonino Bartolotta alle Infrastrutture e alla Mobilità
Al Dirigente Generale Dott. Giovanni Arnone Dip. delle
Infrastrutture e della Mobilità
Al Dipartimento delle
Infrastrutture e della Mobilità
Servizio 4° Trasporto regionale Ferroviario Dott. Diego Greco
Al Direttore Regionale di Trenitalia
Sicilia Ing. Francesco Costantino
Al Direttore Territoriale
RFI Sicilia Dott. Andrea Cucinotta
Ai Sigg. Deputati dell’Ars
Agli Organi di Stampa
Giosuè Malaponti –
Comitato Pendolari Siciliani
Percorsi di Sicilia: 7ª Edizione della Mostra Fotografica dell'Associazione Ferrovie Siciliane
L’Associazione Ferrovie Siciliane di Giovanni Russo dal 7 al 15 dicembre
2013 riproporrà nel Salone ex Società Operaia del Comune di Riposto, la 7ª Edizione
della Mostra Fotografica “Percorsi di Sicilia”, attraverso oltre 1500 foto
attuali e d’epoca, evidenziando aspetti tecnici, paesaggistici, storici e
sociali del sistema ferroviario siciliano.
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Treni, corse locali tagliate in 10 Regioni. Ma il ministero fa sconti sull’alta velocità
Sulle ferrovie è sempre
più un'Italia a due velocità. Da una parte il trasporto locale è in fibrillazione
per le annunciate soppressioni. Legambiente accusa: "Priorità solo
all'alta velocità". Trenitalia e Ntv pagheranno il 15% in meno per la
rete, mentre Moretti vuole tassare i pendolari. Intanto è sempre più alto il
rischio di procedura di infrazione alla Corte Ue: "Passeggeri poco
tutelati"
I nuovi orari arriveranno
solo il 15 dicembre, ma il trasporto ferroviario locale vive settimane di
fibrillazione per le annunciate soppressioni di corse e tratte: nuove
cancellazioni all’orizzonte in 10 Regioni stanno provocando proteste tra i
pendolari e sono oggetto di interrogazioni e interpellanze parlamentari. Il
fenomeno dura da anni: secondo Legambiente, in 13 Regioni tra il 2011 e il 2012
si è assistito ad un taglio di treni e corse in media del 5% ogni anno, che ha
toccato punte del 15% in Puglia. Ferrovie dello Stato annuncia l’arrivo di
nuove carrozze destinate alle tratte locali, ma da sempre più parti si punta il
dito contro l’alta velocità: “Si dà priorità ai treni veloci, investendo e
migliorando i tratti extra-urbani della rete – spiega Edoardo Zanchini,
vicepresidente di Legambiente – per quelli urbani, invece, i fondi latitano e
ritardi e disagi aumentano”. Il tutto mentre il governo fa uno sconto del 15%
sul canone per l’uso dell’infrastruttura per l’Alta Velocità a Trenitalia e Ntv
e l’Europa pressa l’Italia perché si adegui alle direttive comunitarie sui
diritti dei passeggeri: Roma è a rischio deferimento davanti alla Corte di
Giustizia dell’Unione Europea...continua a leggere
di Marco Quarantelli | 3
dicembre 2013 | Il Fatto Quotidiano
domenica 1 dicembre 2013
Linea Palermo - Punta Raisi: a Carini nuova tecnologia e potenziamento infrastrutturale. Alcune variazioni di orario dal 2 all’8 dicembre.
Un nuovo
apparato tecnologico sarà attivato durante il fine settimana. Tra sabato 30
novembre e domenica 1 dicembre modifiche al programma di circolazione dei
treni. Previsti servizi sostitutivi con autobus. Alcune variazioni di orario
anche dal 2 all’8 dicembre.
Operativo
da domenica 1 dicembre nella stazione di Carini il nuovo Apparato Centrale
Elettrico a Itinerari (Acei), per regolare arrivi e partenze dei treni. Il
sistema, basato sulle potenzialità offerte dall’elettromeccanica, consentirà
una gestione più dinamica della circolazione ferroviaria aumentando gli
standard funzionali e qualitativi del servizio, specialmente in caso di
criticità.
Le procedure di attivazione del nuovo apparato tecnologico, particolarmente
complesse, rendono necessarie modifiche al programma di circolazione durante il
fine settimana. Tra sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre, sulla linea
Palermo - Punta Raisi, alcuni treni saranno cancellati e sostituiti con
autobus su parte del percorso o per l’intero tragitto.
Inoltre, per consentire ulteriori potenziamenti dell’infrastruttura nella stazione di Carini, da lunedì 2 a domenica 8 dicembre si registreranno lievi variazioni d’orario sulla stessa linea e per due Regionali sulla Trapani – Palermo.
Informazioni dettagliate, con l’elenco completo dei treni interessati e dei provvedimenti con l’indicazione di fermate e orari sono disponibili anche nelle stazioni, negli uffici assistenza clienti, nelle biglietterie e sui canali web del Gruppo FS Italiane.
Palermo, 28 novembre 2013 – Fonte Fsnews
Consulta le locandine con il dettaglio dei treni (.pdf 2056 KB)
Inoltre, per consentire ulteriori potenziamenti dell’infrastruttura nella stazione di Carini, da lunedì 2 a domenica 8 dicembre si registreranno lievi variazioni d’orario sulla stessa linea e per due Regionali sulla Trapani – Palermo.
Informazioni dettagliate, con l’elenco completo dei treni interessati e dei provvedimenti con l’indicazione di fermate e orari sono disponibili anche nelle stazioni, negli uffici assistenza clienti, nelle biglietterie e sui canali web del Gruppo FS Italiane.
Palermo, 28 novembre 2013 – Fonte Fsnews
Consulta le locandine con il dettaglio dei treni (.pdf 2056 KB)
"Con il doppio dei passeggeri io il convoglio lo fermo e basta"
Colloquio
"Con il doppio dei passeggeri io il convoglio lo fermo e basta" Dopo
il caso di Ventimiglia, la solidarietà' del sindacato al capotreno.
«Ho una
moglie e tre figli e l'ultima cosa che voglio che mi capiti è che qualcuno si
senta male e collassi sul treno perchè non si respira. Poi a Guariniello chi
glielo spiega che ho chiamato la centrale operativa per dire che eravamo pieni
come un uovo, con il doppio dei passeggeri a bordo e loro mi hanno risposto che
mi dovevo arrangiare e valutare. Io il treno lo fermo e basta. Non mi rovino
perchè' loro tagliano personale e convogli. Massima solidarietà' al collega
che, l'altro giorno in Liguria, ha bloccato tutto». Maurizio Cito, 52 anni, 20
passati in ferrovia, professione capotreno, è anche uno dei coordinatori
nazionali del sindacato dell'Orsa. Il suo lavoro è questo: «Controllo la
sicurezza dei convogli e i biglietti dei passeggeri. Faccio il mio lavoro con
scrupolo ma sui treni per la Liguria è impossibile chiedere il biglietto a
tutti perchè su sette carrozze che possono portare teoricamente 600 persone ne
salgono 1000». Il suo racconto è' un viaggio nel calvario dei passeggeri «che
però, sia chiaro - dice - è anche la nostra via crucis. Siamo noi che ci
prendiamo insulti tutti i giorni. Se i viaggiatori sapessero che quasi nulla
dipende dal capotreno sarebbe già una consolazione. Il fatto è che anche per
noi vale la regola delle Poste: se sei in coda e si procede a rilento te la
prendi con lo sportellista mica con il direttore della filiale». E' così il
viaggio verso il mare, visto con gli occhi del «padrone del treno», è ancora
più sorprendente di quello visto dagli utenti imbufaliti. Ti aspetti smentite,
spiegazioni, difese a spada tratta, e arriva invece una verità scomoda
destinata ad alimentare altre polemiche. Un racconto a tappe: «Il treno per
Torino resta per ore parcheggiato alla stazione di Ventimiglia. Sotto il sole
cocente. Quando si sale ci sono 40 gradi. Se funziona l'aria condizionata ci
vogliono almeno 40 minuti perchè rinfreschi un pò. Intanto da Albenga e
Alassio sale l'orda di passeggeri. Ti affacci e capisci che non ce la farai mai
a passare e chiedere il biglietto a tutti e così rinunci. Torni indietro».
D'accordo, ma così Trenitalia ci perde. O no? «Il problema è che in tutte le
fermate salgono tantissime persone che spesso non pagano. Ma se passo in quei
corridoi stracolmi a chiedere i biglietti il rischio aggressione è altissimo.
E poi guardi, a mettersi nei panni dei passeggeri, in quelle condizioni, non
puoi nemmeno difenderti. Hanno pagato un biglietto e vogliono un servizio che
in quella situazione nessuno gli sta garantendo. Va detto anche che se la
Regione stanzia un budget minimo l'azienda mette a disposizione un numero di
treni proporzionale alla spesa prevista». Tornando al viaggio della speranza,
il rischio di far ripartire dalla stazione un treno carico il doppio del
consentito è altissimo: «Se si sente male qualcuno, se un passeggero ha un
collasso, un attacco di panico, una crisi respiratoria, sono io che rispondo
penalmente. Il fatto è che non ci sono regole chiare che possano aiutarci in
questa decisione. Quando chiamiamo la sala operativa rimandano tutto al nostro
buonsenso. Se continuano a salire persone che neanche possiamo più chiudere le
porte, beh a quel punto io fermo tutto». E ancora: «Lì con la divisa a
rappresentare l'azienda ci siamo noi, i controllori. I parafulmini di tutto.
Quando qualcuno diventa violento a me tornano in mente i ragazzi e mia moglie e
spero che non mi capiti nulla. E come succede a me, glielo garantisco, capita a
moltissimi altri colleghi».
GIUSEPPE
LEGATO - La Stampa - 18 agosto 2013 pag. 19
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venerdì 29 novembre 2013
Palermo - Nel capoluogo corre sulle rotaie il futuro del trasporto pubblico
L’obiettivo
è uno soltanto: togliere sempre più auto dalle strade in una città ostaggio del
traffico. Dal tram
all’anello ferroviario, dal passante fino alla Metro automatica leggera.
PALERMO -
Da alcuni anni a Palermo è in corso un pieno rilancio delle infrastrutture per
il trasporto pubblico su rotaia a basso tasso d’inquinamento. Dal tram
all’anello ferroviario, dal raddoppio del passante fino all’ultima arrivata, la Metropolitana automatica
leggera (Mal), l’obiettivo è uno e uno solo: togliere sempre più auto dalle
strade di una città che, secondo gli ultimi dati Aci, è la capitale italiana
del traffico e la quarta città più ingolfata d’Europa, con 385.372 auto
circolanti nel 2012 su 657.166 residenti, quasi una ogni due persone.
Detto già
più volte dello stato di avanzamento dei lavori del tram (la Linea 1 è quasi ultimata e
aspetta solo il collaudo, la
Linea 2 è pronta per un buon 80%, mentre la Linea 3 è quella più
indietro), qual è il progresso delle altre opere? Il raddoppio del passante
ferroviario dall’aeroporto Falcone Borsellino a Palermo costerà circa 600
milioni di euro, varianti incluse, e consiste nell’affiancamento di un secondo
binario a quello esistente per un’estensione di circa 27,4 km che a regime
consentirà una velocità di percorrenza fra gli 80 e i 120 km/h . Continua a leggere...
di Gaspare
Ingargiola - Qds 29 novembre 2013
Incontro di CUB trasporti e Legambiente Ragusa con l'Amministrazione comunale di Ragusa
Riceviamo e pubblichiamo:
L'impegno
della CUB trasporti iblea e dell'associazionismo per salvare e potenziare le
tratte ferroviarie del val di Noto ha suscitato l'interesse di Legambiente
regionale e nazionale. Infatti nel recente direttivo regionale è stato espresso
l'interesse ad organizzare nel val di Noto Pendolaria, la campagna sul
problema delle ferrovie in dismissione e dei pendolari, grazie all'impegno dei
circoli iblei nonché di quello di Caltagirone.
A tale
riguardo si è tenuto presso la sala giunta di palazzo dell'Aquila a Ragusa un
incontro tra i rappresentanti di CUB Trasporti (Pippo Gurrieri, Salvuccio
Ragusa, Giovanni Urso) Legambiente Il Carrubo (Antonino Duchi), il Comitato per
il rilancio della ferrovia iblea (Gianni Lucenti, Giovanni Forcone), il sindaco
Federico Piccitto e l'assessore Stefania Campo.
Pippo
Gurrieri ha evidenziato lo stato dell'arte a cui si è arrivati al momento nella
lotta per il recupero del sistema ferroviario ibleo, ha illustrato il programma
di massima dell'iniziativa, prevista per martedì 17 dicembre, che dovrebbe
coinvolgere per lo meno tutti i sindaci della provincia nonché quelli di
Caltagirone e di Gela, ed alcuni comitati pendolari di altre aree della
Sicilia, ed ha nuovamente perorato un intervento forte dell'Amministrazione per
la metropolitana di superficie, visto che RFI di Palermo, pur essendo stata
richiesta, ben due mesi fa (!), di mettere a disposizione il progetto preliminare
in suo possesso. non l'ha ancora reso disponibile.
Antonino
Duchi ha sottolineato l'importanza dell'attivazione di Pendolaria in provincia,
in quanto può dare rilievo regionale e nazionale ad una battaglia per i
cittadini e per l'ambiente, visto che il treno è meno inquinante ed è sempre
più veloce dell'autobus nelle tratte interurbane, per cui si assiste al
paradosso che si sostituisce un mezzo più efficiente con uno meno efficiente.
Il
Sindaco Piccitto si è impegnato a collaborare fattivamente alla buona riuscita
dell'iniziativa coinvolgendo gli altri amministratori iblei e si è
immediatamente attivato per sollecitare l'uscita del progetto di massima della
metropolitana dalle chiuse stanze di RFI.
L'assessore
Campo, che si occuperà degli aspetti organizzativi dell'iniziativa, ha
evidenziato l'importanza turistica del potenziamento della tratta ferroviaria,
in particolare per il Castello di Donnafugata ed Ibla, magari anche con una
combinazione biglietto treno+Castello che potrebbe essere attivata e sicuramente
sarebbe un positivo elemento per un turismo di qualità, che si nutre anche di
queste apparentemente piccole cose.
Ragusa.
28.11.2011
CUB
TRASPORTI - COMITATO PER IL RILANCIO DELLA FERROVIA IBLEA -LEGAMBIENTE IL
CARRUBO RAGUSA
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mercoledì 27 novembre 2013
lunedì 25 novembre 2013
Il Comune di Terranova sollecita a Trenitalia il potenziamento del trasporto ferroviario
Il indaco del Comune di Terranova scrive al Direttore di Trenitalia, Ing. Costantino, per sollecitare il potenziamento del servizio ferroviario nella dorsale tirrenica.
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Declassamento di Fontanarossa, politici assenti nelle fasi cruciali
La triste e grave vicenda del declassamento
dell'aeroporto catanese è emblematica del comportamento a dir poco inadeguato
dell'intera classe politico-dirigenziale locale, che non dimostra di avere
coscienza dei doveri che ha nei confronti degli elettori che li hanno delegati
a rappresentare e a difendere i legittimi interessi territoriali
La triste e grave vicenda del declassamento dell'aeroporto catanese è emblematica del comportamento a dir poco inadeguato dell'intera classe politico-dirigenziale locale, che non dimostra di avere coscienza dei doveri che ha nei confronti degli elettori che li hanno delegati a rappresentare e a difendere i legittimi interessi territoriali.
Probabilmente erano distratti dagli interessi del proprio personale "particulare" o forse non hanno valutato l'importanza per la città, il suo hinterland e per l'intera Sicilia orientale, di un aeroporto adeguato alle esigenze del moderno traffico aereo volano di sviluppo economico, per il provincialismo che caratterizza buona parte dei politici locali. Che senso ha quindi alzare la voce ora a misfatto compiuto se non quello di una presa in giro?
Dov'erano i politici locali anni addietro quando già si conosceva l'orientamento di Bruxelles? Dov'erano mentre a Tallin si sanciva l'esclusione di Catania dalle rete "core"? A qualcuno manca il senso del ridicolo.
Desidero ora offrire una testimonianza personale che però amplia il discorso retroattivamente a mezzo secolo addietro.
Chi scrive nei primi anni '60 era giovane Ufficiale medico a Fontanarossa e Sigonella, amico di molti piloti che già allora giudicavano alquanto corta la pista di Fontanarossa, in specie se l'atterraggio avveniva dall'entroterra (se non ricordo male testata 26) perché l'esistenza della ferrovia costringeva l'aereo nel corto finale a presentarsi più alto in quota per motivi di sicurezza, atterrando quindi al di là della testata propriamente detta accorciando di fatto la pista di ulteriori 250-300 metri.
Il problema quindi "in nuce" lo si conosceva 50 anni fa e da allora si parla, sino ai nostri giorni di interramento della ferrovia, di prolungamento della pista o addirittura di una seconda pista. E in cinquanta anni cosa siamo riusciti a fare?
Viene quasi di concedere le attenuanti alla classe politica attuale e di attribuire la maggior parte della colpa al nostro essere siciliani che, come dice il Principe di Salina, odiano il "fare".
Molto meglio rimestare l' acqua nel mortaio delle chiacchiere.
Gaetano Fusco - La Sicilia - Domenica 24 Novembre 2013 Catania (Cronaca) Pagina 36
La triste e grave vicenda del declassamento dell'aeroporto catanese è emblematica del comportamento a dir poco inadeguato dell'intera classe politico-dirigenziale locale, che non dimostra di avere coscienza dei doveri che ha nei confronti degli elettori che li hanno delegati a rappresentare e a difendere i legittimi interessi territoriali.
Probabilmente erano distratti dagli interessi del proprio personale "particulare" o forse non hanno valutato l'importanza per la città, il suo hinterland e per l'intera Sicilia orientale, di un aeroporto adeguato alle esigenze del moderno traffico aereo volano di sviluppo economico, per il provincialismo che caratterizza buona parte dei politici locali. Che senso ha quindi alzare la voce ora a misfatto compiuto se non quello di una presa in giro?
Dov'erano i politici locali anni addietro quando già si conosceva l'orientamento di Bruxelles? Dov'erano mentre a Tallin si sanciva l'esclusione di Catania dalle rete "core"? A qualcuno manca il senso del ridicolo.
Desidero ora offrire una testimonianza personale che però amplia il discorso retroattivamente a mezzo secolo addietro.
Chi scrive nei primi anni '60 era giovane Ufficiale medico a Fontanarossa e Sigonella, amico di molti piloti che già allora giudicavano alquanto corta la pista di Fontanarossa, in specie se l'atterraggio avveniva dall'entroterra (se non ricordo male testata 26) perché l'esistenza della ferrovia costringeva l'aereo nel corto finale a presentarsi più alto in quota per motivi di sicurezza, atterrando quindi al di là della testata propriamente detta accorciando di fatto la pista di ulteriori 250-300 metri.
Il problema quindi "in nuce" lo si conosceva 50 anni fa e da allora si parla, sino ai nostri giorni di interramento della ferrovia, di prolungamento della pista o addirittura di una seconda pista. E in cinquanta anni cosa siamo riusciti a fare?
Viene quasi di concedere le attenuanti alla classe politica attuale e di attribuire la maggior parte della colpa al nostro essere siciliani che, come dice il Principe di Salina, odiano il "fare".
Molto meglio rimestare l' acqua nel mortaio delle chiacchiere.
Gaetano Fusco - La Sicilia - Domenica 24 Novembre 2013 Catania (Cronaca) Pagina 36
domenica 24 novembre 2013
Punta Raisi. Grazie all'opera dell'assessore alle Infrastrutture, l'Ue promuove lo scalo nella rete transeuropea
Bartolotta: «Polo aeroportuale con Trapani»
Per il secondo anno consecutivo l'aeroporto di Palermo «Falcone e Borsellino» è stato promosso da Bruxelles come scalo di prima fascia, nonché inserito fra i 10 scali italiani (insieme a Milano Linate e Malpensa, Bergamo Orio al Serio, Torino, Venezia, Bologna, Genova, Roma Fiumicino e Napoli) che compongono la «Core Network Ten-T», ovvero la Rete Trans-Europea dei Trasporti «Scandinavia-Mediterraneo».
Un risultato straordinario, ottenuto non solo grazie ai numeri che gravitano attorno a Punta Raisi, ma anche all'input dell'assessore regionale alle Infrastrutture, Nino Bartolotta: «Sì, avevo appoggiato questa promozione internazionale e sono contento per Palermo, che si conferma ancora una volta leader aeroportuale in Sicilia. Certo - ha ammesso -, mi dispiace per la bocciatura dello scalo di Fontanarossa che invece resta declassata alla "Comprehensive Network". Stiamo tentando di farla inserire nel Piano nazionale Trasporti grazie all'interlocuzione con Roma. Ci sono buone speranze, aspettiamo risposte dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Il nostro obiettivo è creare integrazione fra 2 poli: quello orientale, con Catania e Comiso, e quello occidentale con Palermo e Trapani. Non sono poli in competizione, ma si integreranno a vicenda per una intermodalità strategica. Palermo e Catania giocano un ruolo decisivo».
Tutto ciò andrà a vantaggio dei passeggeri, poiché i due poli aeroportuali interagiranno per incrementare i servizi dell'utenza. «Penso, ad esempio - ha aggiunto l'assessore - al caso di Trapani: Birgi non è in competizione con Palermo, poiché le low-cost permettono un mercato che non contrasta con Punta Raisi. Allo stesso tempo, ho proposto lo scalo di Comiso come aeroporto-cargo, l'unico del Sud Italia per il traffico merci. Ciò andrà a vantaggio anche del futuro interporto di Termini Imerese», i cui lavori partiranno a metà 2014. Mentre vengono considerati «indispensabili per la continuità territoriale» gli aeroporti siciliani di Lampedusa e Pantelleria.
Tornando al voto con cui il Parlamento Europeo ha confermato per il secondo anno consecutivo lo scalo di Punta Raisi nella «Ten-T» e nel «Piano Cef» (Connecting Europe Facility - Infrastrutture per collegare l'Europa), secondo il sindaco Leoluca Orlando questo «è un grande! riconoscimento e rappresenta al tempo stesso una grande opportunità poiché - ha dichiarato il primo cittadino - renderà possibile accedere ad importanti cofinanziamenti comunitari per gli interventi strutturali, indispensabili nell'ottica di una strutturazione metropolitana e sovrametropolitana».
A confermarlo è lo stesso Bartolotta: «Il riconoscimento di Bruxelles avvalora ipotesi di sviluppo ulteriori. Rappresenta una priorità per reperire risorse ministeriali e quelle provenienti dall'Unione Europea con la futura programmazione 2014-2020». Ma allo stesso tempo, ha precisato Orlando, «questo importante riconoscimento, che è la certificazione di quanto già deciso dal governo nazionale a febbraio con l'inserimento di Punta Raisi nella "top-ten" degli aeroporti strategici, offre ulteriori argomenti per un processo di privatizzazione in corso che deve essere garante di adeguati corrispettivi per la cessione delle quote pubbliche». È d'accordo anche l'assessore Bartolotta, il quale afferma che «sicuramente adesso lo scalo di Palermo risulta più appetibile per gli investitori privati. Ciò va al di là delle strategie governative. Le possibilità di mercato - ha concluso - ora ci sono tutte».
Davide Guarcello - La Sicilia - Sabato 23 Novembre 2013 Prima Palermo Pagina 29
Per il secondo anno consecutivo l'aeroporto di Palermo «Falcone e Borsellino» è stato promosso da Bruxelles come scalo di prima fascia, nonché inserito fra i 10 scali italiani (insieme a Milano Linate e Malpensa, Bergamo Orio al Serio, Torino, Venezia, Bologna, Genova, Roma Fiumicino e Napoli) che compongono la «Core Network Ten-T», ovvero la Rete Trans-Europea dei Trasporti «Scandinavia-Mediterraneo».
Un risultato straordinario, ottenuto non solo grazie ai numeri che gravitano attorno a Punta Raisi, ma anche all'input dell'assessore regionale alle Infrastrutture, Nino Bartolotta: «Sì, avevo appoggiato questa promozione internazionale e sono contento per Palermo, che si conferma ancora una volta leader aeroportuale in Sicilia. Certo - ha ammesso -, mi dispiace per la bocciatura dello scalo di Fontanarossa che invece resta declassata alla "Comprehensive Network". Stiamo tentando di farla inserire nel Piano nazionale Trasporti grazie all'interlocuzione con Roma. Ci sono buone speranze, aspettiamo risposte dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Il nostro obiettivo è creare integrazione fra 2 poli: quello orientale, con Catania e Comiso, e quello occidentale con Palermo e Trapani. Non sono poli in competizione, ma si integreranno a vicenda per una intermodalità strategica. Palermo e Catania giocano un ruolo decisivo».
Tutto ciò andrà a vantaggio dei passeggeri, poiché i due poli aeroportuali interagiranno per incrementare i servizi dell'utenza. «Penso, ad esempio - ha aggiunto l'assessore - al caso di Trapani: Birgi non è in competizione con Palermo, poiché le low-cost permettono un mercato che non contrasta con Punta Raisi. Allo stesso tempo, ho proposto lo scalo di Comiso come aeroporto-cargo, l'unico del Sud Italia per il traffico merci. Ciò andrà a vantaggio anche del futuro interporto di Termini Imerese», i cui lavori partiranno a metà 2014. Mentre vengono considerati «indispensabili per la continuità territoriale» gli aeroporti siciliani di Lampedusa e Pantelleria.
Tornando al voto con cui il Parlamento Europeo ha confermato per il secondo anno consecutivo lo scalo di Punta Raisi nella «Ten-T» e nel «Piano Cef» (Connecting Europe Facility - Infrastrutture per collegare l'Europa), secondo il sindaco Leoluca Orlando questo «è un grande! riconoscimento e rappresenta al tempo stesso una grande opportunità poiché - ha dichiarato il primo cittadino - renderà possibile accedere ad importanti cofinanziamenti comunitari per gli interventi strutturali, indispensabili nell'ottica di una strutturazione metropolitana e sovrametropolitana».
A confermarlo è lo stesso Bartolotta: «Il riconoscimento di Bruxelles avvalora ipotesi di sviluppo ulteriori. Rappresenta una priorità per reperire risorse ministeriali e quelle provenienti dall'Unione Europea con la futura programmazione 2014-2020». Ma allo stesso tempo, ha precisato Orlando, «questo importante riconoscimento, che è la certificazione di quanto già deciso dal governo nazionale a febbraio con l'inserimento di Punta Raisi nella "top-ten" degli aeroporti strategici, offre ulteriori argomenti per un processo di privatizzazione in corso che deve essere garante di adeguati corrispettivi per la cessione delle quote pubbliche». È d'accordo anche l'assessore Bartolotta, il quale afferma che «sicuramente adesso lo scalo di Palermo risulta più appetibile per gli investitori privati. Ciò va al di là delle strategie governative. Le possibilità di mercato - ha concluso - ora ci sono tutte».
sabato 23 novembre 2013
Non c’è da stupirsi dell’esclusione dai finanziamenti dell'aeroporto di Fontanarossa dalla rete Ten-T
Esattamente
un mese fa aveva lanciato l’allarme, dalle pagine del quotidiano La Sicilia, il
prof. Francesco Russo, docente di trasporti e logistica all'Università di
Reggio Calabria. Il professore nella sua disamina, rappresentava la realtà che
da anni ci tiene fuori da quello che è lo sviluppo delle infrastrutture in
Sicilia: niente ponte, ma nemmeno strade, porti, ferrovie, alta velocità. A
Tallin dal 16 al 18 del mese di ottobre si discuteva delle reti europee di
trasporto. Occorre saper se la nostra Regione è stata rappresentata o, meglio,
se l'Italia, che sicuramente sarà stata presente, ha cercato di fare apportare
delle modifiche a un piano che, come accennato, sembrava destinato a penalizzarci.
Come previsto di certo si è salvata l’alta velocità sulla Napoli-Bari ed oltre
il vuoto. Premesso questo, quindi, non c’è
da meravigliarsi per l’esclusione
dell’aeroporto di Fontanarossa dalla rete Core Network Ten-T.
Di certo
qualcosa non è andata per il verso giusto e di questo dovrebbero interrogarsi i
nostri politici siciliani a Bruxelles a Roma e a Palermo.
Non c’è
quindi da stupirsi dell’esclusione dai finanziamenti europei 2014-2020, dato il
silenzio della politica, che li ha avvolti e travolti assieme al futuro della
infrastrutturazione della Sicilia.
Un
silenzio, assordante, che tuona come una beffa su un destino già segnato.
Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani
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Letojanni, il Comune si sostituisce a Rfi e "disbosca" la strada che costeggia le rotaie
Letojanni. Le diverse segnalazioni ed inviti alle ex-Ferrovie dello Stato da
parte del Comune, in merito alla situazione di degrado tra la strada ferrata e
la SS 114, nel tratto antistante il centro abitato, non hanno sortito alcun
risultato.
L'azienda a cui compete, in quanto proprietaria, il mantenimento in ordine di quelle aree, invase da una gran quantità di vegetazione spontanea, ha fatto orecchie da mercante, lasciando che le stesse diventassero delle vere e proprie selve. Piante di ricino e specie selvatiche di ogni genere avevano, infatti, invaso il ciglio della strada fino a coprire anche alcuni pannelli segnaletici. Una situazione insostenibile che alla fine ha indotto l'amministrazione comunale a provvedere allo smantellamento di quella foresta.
Una squadra di operai mercoledì scorso ha proceduto al necessario disboscamento, liberando le strisce di terreni predette dal corposo ingombro. Un'incombenza, che la municipalità jonica ha ritenuto opportuno addossarsi, per il fatto che il segmento della Nazionale, dirimpettaio al nucleo urbano, fa parte, ormai da parecchi anni, del patrimonio viario comunale. Si è deciso di tagliare la testa al toro, facendo debita pulizia, senza scomodare al riguardo l'ente ferroviario.
Antonio Lo Turco - La Sicilia - Venerdì 22 Novembre 2013 Prima Messina Pagina 27
L'azienda a cui compete, in quanto proprietaria, il mantenimento in ordine di quelle aree, invase da una gran quantità di vegetazione spontanea, ha fatto orecchie da mercante, lasciando che le stesse diventassero delle vere e proprie selve. Piante di ricino e specie selvatiche di ogni genere avevano, infatti, invaso il ciglio della strada fino a coprire anche alcuni pannelli segnaletici. Una situazione insostenibile che alla fine ha indotto l'amministrazione comunale a provvedere allo smantellamento di quella foresta.
Una squadra di operai mercoledì scorso ha proceduto al necessario disboscamento, liberando le strisce di terreni predette dal corposo ingombro. Un'incombenza, che la municipalità jonica ha ritenuto opportuno addossarsi, per il fatto che il segmento della Nazionale, dirimpettaio al nucleo urbano, fa parte, ormai da parecchi anni, del patrimonio viario comunale. Si è deciso di tagliare la testa al toro, facendo debita pulizia, senza scomodare al riguardo l'ente ferroviario.
Antonio Lo Turco - La Sicilia - Venerdì 22 Novembre 2013 Prima Messina Pagina 27
venerdì 22 novembre 2013
A due anni dal crollo del ponte ferroviario sulla Caltagirone-Gela
A due anni di distanza e precisamente il 12 maggio 2013 abbiamo organizzato un sit-in proprio sotto le arcate del ponte della ferrovia crollato, in territorio di Niscemi, per rammentare i due anni dal crollo e cercare di sollecitare le amministrazioni locali ad intervenire presso l’Ente competente per il ripristino della tratta. Vedi video...
Nei primi giorni di novembre siamo venuti a conoscenza che, l’infrastruttura ferroviaria sequestrata dalla magistratura subito dopo il crollo, è stata dissequestrata nel mese di giugno c.a. e non ci risulta ancora alcun intervento da parte di Rete Ferroviaria Italiana né alcuna presa di posizione delle amministrazioni comunali interessate, Comune di Caltagirone, Gela e Niscemi né da parte dell’Assessorato regionale alle Infrastrutture e Mobilità. Vedi video...
Il Comitato Pendolari chiede, inoltre, agli Enti locali interessati: Comune di Caltagirone, Comune di Niscemi e Comune di Gela di conoscere quali iniziative intraprenderanno per sollecitare gli opportuni interventi per la ricostruzione e la ripresa dell’esercizio di questa tratta ferroviaria importante per i territori del Calatino e del Nisseno.
Nei primi giorni di novembre siamo venuti a conoscenza che, l’infrastruttura ferroviaria sequestrata dalla magistratura subito dopo il crollo, è stata dissequestrata nel mese di giugno c.a. e non ci risulta ancora alcun intervento da parte di Rete Ferroviaria Italiana né alcuna presa di posizione delle amministrazioni comunali interessate, Comune di Caltagirone, Gela e Niscemi né da parte dell’Assessorato regionale alle Infrastrutture e Mobilità. Vedi video...
Il Comitato Pendolari chiede, inoltre, agli Enti locali interessati: Comune di Caltagirone, Comune di Niscemi e Comune di Gela di conoscere quali iniziative intraprenderanno per sollecitare gli opportuni interventi per la ricostruzione e la ripresa dell’esercizio di questa tratta ferroviaria importante per i territori del Calatino e del Nisseno.
Nell’attesa di risposte certe, ci faremo carico di concordare, con gli Amministratori di Caltagirone, Niscemi e Gela, un’eventuale richiesta di incontro con i rappresentanti della Regione Siciliana e dei Dirigenti di Rete Ferroviaria Italiana, sui luoghi del crollo, per fare il punto della situazione su quanto è stato fatto e su quello che il gestore della rete ferroviaria intende attuare nell’immediato per la riapertura della Caltagirone-Gela.
giovedì 21 novembre 2013
Ognina: pietre contro il treno in attesa di partire per Messina
Ognina:
pietre contro il treno in attesa di partire per Messina
Allarme sassi lungo la linea ferrata. No, non si tratta di sassi staccatisi da
chissà quale costone e finiti sulle rotaie, bensì di pietre di varie dimensioni
lanciate da gruppetti di ragazzini che - udite udite - pare abbiano deciso di
impiegare così il loro tempo libero, incontrandosi a ridosso della stazione di
Ognina. Un «divertimento» decisamente opinabile, che fra l'altr! o sarebbe
potuto e potrebbe costare caro ai malcapitati viaggiatori: non soltanto turisti
e vacanzieri (e comunque non ci sarebbe alcunché di male...), ma anche
lavoratori pendolari che si spostano ogni giorno lungo la tratta
Catania-Messina o Siracusa-Catania-Messina non certo per piacere, ma perché
costretti dai loro impegni.
Anche ieri pomeriggio, intorno alle 18, tanti erano i pendolari presenti sul treno Catania-Messina delle 17,44. Il convoglio ha fatto sosta alla stazione di Ognina e lì è stato fatto oggetto del lancio di alcune pietre lanciate, pare, da tre adolescenti che si erano nascosti alle spalle del muretto lato monte.
Alla fine pare che un'immediata segnalazione al 113 abbia messo in azione la polizia. E' comunque importante che chi viaggia sappia che può andare incontro a questo genere di inconvenienti.
La Sicilia - Mercoledì 20
Novembre 2013 Prima Catania Pagina 23
Anche ieri pomeriggio, intorno alle 18, tanti erano i pendolari presenti sul treno Catania-Messina delle 17,44. Il convoglio ha fatto sosta alla stazione di Ognina e lì è stato fatto oggetto del lancio di alcune pietre lanciate, pare, da tre adolescenti che si erano nascosti alle spalle del muretto lato monte.
Alla fine pare che un'immediata segnalazione al 113 abbia messo in azione la polizia. E' comunque importante che chi viaggia sappia che può andare incontro a questo genere di inconvenienti.
mercoledì 20 novembre 2013
L'impegno del ministro dei trasporti Lupi all'Arena di Giletti
All'Arena di Rai uno, domeinca 17 novembre 2013, il conduttore Giletti chiede al Ministro dei trasporti Lupi di prendere un impegno per i treni dei pendolari e di sostenere le linee regionali....
vedi il video...
vedi il video...
«Cosa è stato fatto per il ponte crollato?»
La tratta ferroviaria interrotta tra Caltagirone e Gela. Il Comitato pendolari scrive alla Regione e ai Comuni interessati.
Hanno
scritto al Presidente della Regione Rosario Crocetta e all'assessore regionale
alle Infrastrutture e Mobilità Nino Bartolotta, ma anche ai sindaci di Gela,
Niscemi e Caltagirone ed alla Direzione regionale di Rete Ferroviaria Sicilia.
I pendolari siciliani riuniti in un Comitato che da anni si batte per cercare
di migliorare le condizioni dei trasporti pubblici, sollecitano il ripristino!
della tratta ferroviaria Caltagirone-Gela chiusa dall'8 maggio del 2011.
La missiva è firmata da Giosuè Malaponti, presidente del Comitato pendolari siciliani e si apre con il riepilogo dei fatti, cominciati oltre due anni fa. «Precisamente l'8 maggio 2011 si verificava, lungo la tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela, al km 326 della linea Lentini-Gela, il cedimento di alcune arcate del ponte ferroviario, con la conseguente chiusura della tratta ferroviaria. Tale chiusura - continua la nota - ha inevitabilmente determinato un trasferimento del traffico passeggeri sulla Ss. 417 che, di per sé, già presenta condizioni di elevata pericolosità, in quanto unica arteria rimasta ad assicurare il collegamento fra le città ricadenti sul percorso ferroviario, vista la chiusura della Sp. 39, mentre i treni merci originari da Gela sono stati dirottati via Ragusa-Siracusa-Catania, con notevole aumento dei tempi di percorrenza».
Dopo due anni esatti, il 12 maggio scorso, i! l Comitato organizzò un sit-in proprio sotto le arcate del ponte della ferrovia crollato, in territorio di Niscemi, per cercare di sollecitare le amministrazioni locali ad intervenire presso l'Ente competente per il ripristino della tratta. «Nei primi giorni di novembre - aggiunge Malaponti - siamo venuti a conoscenza che l'infrastruttura ferroviaria sequestrata dalla magistratura subito dopo il crollo, è stata dissequestrata nel mese di giugno e non ci risulta ancora alcun intervento da parte di Rete Ferroviaria Italiana, né alcuna presa di posizione delle amministrazioni comunali interessate, Caltagirone, Gela e Niscemi, né da parte dell'Assessorato regionale».
Considerato il dissequestro avvenuto 4 mesi fa, il Comitato pendolari siciliani, chiede di conoscere «quale sia lo stato di avanzamento degli interventi finalizzati al ripristino della piena funzionalità dell'itinerario, in modo da porre fine ai disagi e ai rischi cui vanno incontro, al momento, i numerosi pendolari delle zone attraversate dalla ferrovia che per i loro spostamenti quotidiani sono costretti a servirsi di percorsi alternativi non agevoli e poco sicuri». E chiede anche «se si ritenga opportuno far inserire l'itinerario fra gli interventi di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie, prevedendo per lo stesso una serie di opere di miglioramento del tracciato, unitamente all'elettrificazione dell'intero itinerario, al fine di sfruttare la maggiore potenza dei mezzi di trazione elettrica».
La Sicilia - Martedì 19
Novembre 2013 CL Provincia Pagina 28
La missiva è firmata da Giosuè Malaponti, presidente del Comitato pendolari siciliani e si apre con il riepilogo dei fatti, cominciati oltre due anni fa. «Precisamente l'8 maggio 2011 si verificava, lungo la tratta ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela, al km 326 della linea Lentini-Gela, il cedimento di alcune arcate del ponte ferroviario, con la conseguente chiusura della tratta ferroviaria. Tale chiusura - continua la nota - ha inevitabilmente determinato un trasferimento del traffico passeggeri sulla Ss. 417 che, di per sé, già presenta condizioni di elevata pericolosità, in quanto unica arteria rimasta ad assicurare il collegamento fra le città ricadenti sul percorso ferroviario, vista la chiusura della Sp. 39, mentre i treni merci originari da Gela sono stati dirottati via Ragusa-Siracusa-Catania, con notevole aumento dei tempi di percorrenza».
Dopo due anni esatti, il 12 maggio scorso, i! l Comitato organizzò un sit-in proprio sotto le arcate del ponte della ferrovia crollato, in territorio di Niscemi, per cercare di sollecitare le amministrazioni locali ad intervenire presso l'Ente competente per il ripristino della tratta. «Nei primi giorni di novembre - aggiunge Malaponti - siamo venuti a conoscenza che l'infrastruttura ferroviaria sequestrata dalla magistratura subito dopo il crollo, è stata dissequestrata nel mese di giugno e non ci risulta ancora alcun intervento da parte di Rete Ferroviaria Italiana, né alcuna presa di posizione delle amministrazioni comunali interessate, Caltagirone, Gela e Niscemi, né da parte dell'Assessorato regionale».
Considerato il dissequestro avvenuto 4 mesi fa, il Comitato pendolari siciliani, chiede di conoscere «quale sia lo stato di avanzamento degli interventi finalizzati al ripristino della piena funzionalità dell'itinerario, in modo da porre fine ai disagi e ai rischi cui vanno incontro, al momento, i numerosi pendolari delle zone attraversate dalla ferrovia che per i loro spostamenti quotidiani sono costretti a servirsi di percorsi alternativi non agevoli e poco sicuri». E chiede anche «se si ritenga opportuno far inserire l'itinerario fra gli interventi di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie, prevedendo per lo stesso una serie di opere di miglioramento del tracciato, unitamente all'elettrificazione dell'intero itinerario, al fine di sfruttare la maggiore potenza dei mezzi di trazione elettrica».
martedì 19 novembre 2013
Quelle rotaie precipitate nel dimenticatoio
Caltagirone-Niscemi.
Comitato pendolari: «A 4 mesi dal dissequestro silenzio sui lavori di recupero
del ponte»
«L'infrastruttura è stata dissequestrata dalla magistratura già da quattro mesi, ma ancora tutto tace e degli auspicati interventi di ripristino nemmeno si parla». Giosuè Malaponti, presidente del Comitato pendolari siciliani, non ci sta.
La linea ferroviaria Caltagirone-Niscemi è chiusa dall'8 maggio del 2011, quando alcune arcate del ponte in località Angeli cedettero, crollando sulla Sp 39 che collega le due cittadine. Con un solo colpo si interruppero due arterie di collegamento fra le due comunità: quella ferroviaria e quella stradale. Disagi continuano a crearsi anche per i treni merci provenienti o diretti a Gela, e adesso dirottati via Ragusa - Siracusa - Catania con notevole aumento dei tempi di percorrenza.
Da quel crollo tutto sembra essersi congelato. Stavolta Malaponti si rivolge direttamente al presidente della Regione Rosario Crocetta, oltre che, per conoscenza, a una serie di altri enti e autorità. «Visto il dissequestro dell'area - scrive il presidente del Comitato pendolari - vogliamo sapere se il Governo regionale sia a conoscenza di quali iniziative il gestore della infrastruttura ferroviaria, vale a dire Rete ferroviaria italiana (Rfi), intenda adottare per evitare il ripetersi, in futuro, di simili, gravi episodi. Qual è lo stato di avanzamento degli interventi finalizzati al ripristino della piena funzionalità dell'itinerario, in modo da porre fine ai disagi e ai rischi cui vanno incontro i numerosi pendolari delle zone attraversate dalla ferrovia che per i loro spostamenti quotidiani sono costretti a servirsi di percorsi alternativi non agevoli e poco sicuri? »
«Chiediamo - aggiunge - l'inserimento di questo tragitto, data la sua valenza strategica per lo sviluppo dei territori attraversati, fra quelli destinatari di lavori di potenziamento, prevedendo una serie di opere di miglioramento del tracciato, compresa l'elettrificazione dell'intero itinerario fra Catania e Gela, allo scopo di sfruttare la maggiore potenza dei mezzi di trazione elettrica a beneficio anche e soprattutto del traffico merci».
Auspicate ulteriori iniziative degli enti locali per sollecitare gli attesi lavori di ripristino e annunciata un'azione per concordare, proprio con i Comuni della zona, una richiesta di incontro con i rappresentanti della Regione e coi dirigenti di Rete ferroviaria italiana, sui luoghi del crollo, «per fare il punto della situazione su quanto è stato fatto e, soprattutto, su quanto occorre fare, secondo una stretta tempistica, per la riapertura della linea ferroviaria».
M. M. - La Sicilia - Domenica 17 Novembre 2013 Catania (Provincia) Pagina 41
«L'infrastruttura è stata dissequestrata dalla magistratura già da quattro mesi, ma ancora tutto tace e degli auspicati interventi di ripristino nemmeno si parla». Giosuè Malaponti, presidente del Comitato pendolari siciliani, non ci sta.
La linea ferroviaria Caltagirone-Niscemi è chiusa dall'8 maggio del 2011, quando alcune arcate del ponte in località Angeli cedettero, crollando sulla Sp 39 che collega le due cittadine. Con un solo colpo si interruppero due arterie di collegamento fra le due comunità: quella ferroviaria e quella stradale. Disagi continuano a crearsi anche per i treni merci provenienti o diretti a Gela, e adesso dirottati via Ragusa - Siracusa - Catania con notevole aumento dei tempi di percorrenza.
Da quel crollo tutto sembra essersi congelato. Stavolta Malaponti si rivolge direttamente al presidente della Regione Rosario Crocetta, oltre che, per conoscenza, a una serie di altri enti e autorità. «Visto il dissequestro dell'area - scrive il presidente del Comitato pendolari - vogliamo sapere se il Governo regionale sia a conoscenza di quali iniziative il gestore della infrastruttura ferroviaria, vale a dire Rete ferroviaria italiana (Rfi), intenda adottare per evitare il ripetersi, in futuro, di simili, gravi episodi. Qual è lo stato di avanzamento degli interventi finalizzati al ripristino della piena funzionalità dell'itinerario, in modo da porre fine ai disagi e ai rischi cui vanno incontro i numerosi pendolari delle zone attraversate dalla ferrovia che per i loro spostamenti quotidiani sono costretti a servirsi di percorsi alternativi non agevoli e poco sicuri? »
«Chiediamo - aggiunge - l'inserimento di questo tragitto, data la sua valenza strategica per lo sviluppo dei territori attraversati, fra quelli destinatari di lavori di potenziamento, prevedendo una serie di opere di miglioramento del tracciato, compresa l'elettrificazione dell'intero itinerario fra Catania e Gela, allo scopo di sfruttare la maggiore potenza dei mezzi di trazione elettrica a beneficio anche e soprattutto del traffico merci».
Auspicate ulteriori iniziative degli enti locali per sollecitare gli attesi lavori di ripristino e annunciata un'azione per concordare, proprio con i Comuni della zona, una richiesta di incontro con i rappresentanti della Regione e coi dirigenti di Rete ferroviaria italiana, sui luoghi del crollo, «per fare il punto della situazione su quanto è stato fatto e, soprattutto, su quanto occorre fare, secondo una stretta tempistica, per la riapertura della linea ferroviaria».
M. M. - La Sicilia - Domenica 17 Novembre 2013 Catania (Provincia) Pagina 41
domenica 17 novembre 2013
Il Comitato Pendolari chiede l'intervento delle Istituzioni sul ripristino della tratta ferroviaria Caltagirone-Gela
Ill.mo Presidente
con la presente nota chiediamo un suo autorevole intervento
per sollecitare il ripristino della tratta Ferroviaria Caltagirone-Gela chiusa
dall’8 maggio 2011.
I fatti: due anni fa e precisamente
l’8 maggio 2011 si verificava, lungo la tratta ferroviaria
Catania-Caltagirone-Gela, al km 326 della linea Lentini-Gela, il cedimento di
alcune arcate del ponte ferroviario, con la conseguente chiusura della tratta
ferroviaria.
Tale chiusura, ha inevitabilmente
determinato un trasferimento del traffico passeggeri sulla SS. 417 che, di per
sé, già presenta condizioni di elevata pericolosità, in quanto unica arteria
rimasta ad assicurare il collegamento fra le città ricadenti sul percorso
ferroviario, vista la chiusura della Sp. n.39, mentre i treni merci originari
da Gela sono stati dirottati via Ragusa-Siracusa-Catania con notevole aumento
dei tempi di percorrenza.
A due anni di distanza e precisamente
il 12 maggio 2013 abbiamo organizzato un sit-in proprio sotto le arcate del
ponte della ferrovia crollato, in territorio di Niscemi, per rammentare i due
anni dal crollo e cercare di sollecitare le amministrazioni locali ad
intervenire presso l’Ente competente per il ripristino della tratta.
Nei primi giorni di novembre siamo
venuti a conoscenza che, l’infrastruttura ferroviaria sequestrata dalla
magistratura subito dopo il crollo, è stata dissequestrata nel mese di giugno
c.a. e non ci risulta ancora alcun intervento da parte di Rete Ferroviaria
Italiana né alcuna presa di posizione delle amministrazioni comunali
interessate, Comune di Caltagirone, Gela e Niscemi né da parte dell’Assessorato
regionale alle Infrastrutture e Mobilità.
Il comitato pendolari Siciliani,
visto il dissequestro dell’infrastruttura avvenuto da oltre quattro mesi chiede
di conoscere:
§ se il Governo Regionale e/o
l’assessore alle Infrastrutture e mobilità siano a conoscenza di quali
iniziative il gestore della infrastruttura ferroviaria, Rete ferroviaria
italiana (RFI) intenda adottare onde evitare il ripetersi per il futuro di
cedimenti delle strutture ferroviarie che potrebbero causare danni di
proporzioni maggiori rispetto all'evento verificatosi;
§ quale sia lo stato di avanzamento
degli interventi finalizzati al ripristino della piena funzionalità
dell'itinerario in modo da porre fine ai disagi e ai rischi cui vanno incontro,
al momento, i numerosi pendolari delle zone attraversate dalla ferrovia che per
i loro spostamenti quotidiani sono costretti a servirsi di percorsi alternativi
non agevoli e poco sicuri;
§ se si ritenga opportuno far inserire
l'itinerario in discorso, a motivo della rilevante valenza strategica che lo
stesso riveste per lo sviluppo socio-economico dei territori attraversati, fra
gli interventi di potenziamento delle infrastrutture ferroviarie, prevedendo
per lo stesso una serie di opere di miglioramento del tracciato con riferimento
alla tratta Caltagirone-Lentini stazione, unitamente all’elettrificazione
dell'intero itinerario, al fine di sfruttare la maggiore potenza dei mezzi di
trazione elettrica a beneficio anche e soprattutto del traffico merci.
Il Comitato Pendolari chiede, inoltre,
agli Enti locali interessati: Comune di Caltagirone, Comune di Niscemi e Comune
di Gela di conoscere quali iniziative intraprenderanno per sollecitare gli
opportuni interventi per la ricostruzione e la ripresa dell’esercizio di questa
tratta ferroviaria importante per i territori del Calatino e del Nisseno.
Nell’attesa di risposte certe, ci faremo
carico di concordare, con gli Amministratori di Caltagirone, Niscemi e Gela, un’eventuale
richiesta di incontro con i rappresentanti della Regione Siciliana e dei Dirigenti
di Rete Ferroviaria Italiana, sui luoghi del crollo, per fare il punto della
situazione su quanto è stato fatto e su quello che il gestore della rete
ferroviaria intende attuare nell’immediato per la riapertura della
Caltagirone-Gela.
Cordialmente
Lettera inviata a mezzo Pec a:
Al Signor Presidente della Regione Siciliana On. Rosario Crocetta
All'Assessore
Regionale alle Infrastrutture e Mobilità Avv. Antonino Bartolotta
Al Dirigente Generale Dipartimento alle Infrastrutture Mobilità Dr. Giovanni Arnone
Al Signor Sindaco del Comune di Caltagirone Dr. Nicolò Bonanno
Al
Presidente del Consiglio Comunale di Caltagirone Dr. Luigi Giuliano
Al
Signor Sindaco del Comune di Niscemi Dr. Francesco La Rosa
Al
Presidente del Consiglio Comunale di Niscemi Dr. Luigi Licata
Al
Signor Sindaco del Comune di Gela Dr. Angelo Fasulo
Al
Presidente del Consiglio Comunale di Gela Dr. Giuseppe Fava
Alla
Direzione Regionale di Rete Ferroviaria Sicilia Dr.Andrea Cucinotta
Fiumefreddo di Sicilia 15 novembre
2013
sabato 16 novembre 2013
Metroferrovia di Giampilieri, gioia e dolori per i pendolari
Ci teniamo a fare presente che non è più
sopportabile il disagio che giornalmente procura la prima delle quattro corse
giornaliere della Metroferrovia di Giampilieri ai tanti pendolari che si ritrovano a dover recuperare ore di lavoro, settimanalmente, dovuti ai frequenti ritardi e alla soppressione di alcuni treni.
La partenza del treno 12892 delle ore 06,55 da Giampilieri rallenta la marcia del treno diretto ed in alcuni casi viene fatta fare al diretto il servizio di metroferrovia da Giampilieri a Messina.
Occorre rivedere al più presto la programmazione oraria per evitare i continui disagi a tutta l'utenza in arrivo a Messina.
La partenza del treno 12892 delle ore 06,55 da Giampilieri rallenta la marcia del treno diretto ed in alcuni casi viene fatta fare al diretto il servizio di metroferrovia da Giampilieri a Messina.
Occorre rivedere al più presto la programmazione oraria per evitare i continui disagi a tutta l'utenza in arrivo a Messina.
Trasporto pubblico, è allarme
Scannella: «E' urgente un tavolo di trattative con il presidente della Regione
Crocetta»
"La grave crisi del trasporto pubblico locale in Sicilia, è l'effetto scellerato di sottrazione di investimenti finanziari dal governo nazionale, che hanno provocato conseguenze devastanti sul trasporto, con tagli forsennati di chilometri penalizzando il diritto alla mobilità con effetti di disagio all'utenza per raggiungere il posto di lavoro".
È il grido d'allarme, lanciato congiuntamente a Modica - durante una partecipatissima riunione con i dipendenti dell'Ast -, dal segretario regionale dell'Ugl, Giuseppe Scannella e da quello provinciale, Michele Calabrese. "È necessario ed urgente attuare un tavolo di trattative con il presidente della Regione, Rosario Crocetta e con l'assessore regionale ai Trasporti, Antonino Bartolotta, teso ad affrontare radicalmente tutto ciò che riguarda la programmazione ed il riordino dei servizi - dichiarano -, con interventi di razionalizzazione e di regolazione che consentirebbero una progressiva liberalizzazione per il rilancio del trasporto".
La disamina fatta dai rappresentanti sindacali è totale ed abbraccia le diverse problematiche vissute. "I collegamenti viari e ferroviari hanno subito una controtendenza allo sviluppo, con ricadute pesanti sull'organizzazione e con un mancato ammodernamento e riforme! nel settore.
"La grave crisi del trasporto pubblico locale in Sicilia, è l'effetto scellerato di sottrazione di investimenti finanziari dal governo nazionale, che hanno provocato conseguenze devastanti sul trasporto, con tagli forsennati di chilometri penalizzando il diritto alla mobilità con effetti di disagio all'utenza per raggiungere il posto di lavoro".
È il grido d'allarme, lanciato congiuntamente a Modica - durante una partecipatissima riunione con i dipendenti dell'Ast -, dal segretario regionale dell'Ugl, Giuseppe Scannella e da quello provinciale, Michele Calabrese. "È necessario ed urgente attuare un tavolo di trattative con il presidente della Regione, Rosario Crocetta e con l'assessore regionale ai Trasporti, Antonino Bartolotta, teso ad affrontare radicalmente tutto ciò che riguarda la programmazione ed il riordino dei servizi - dichiarano -, con interventi di razionalizzazione e di regolazione che consentirebbero una progressiva liberalizzazione per il rilancio del trasporto".
La disamina fatta dai rappresentanti sindacali è totale ed abbraccia le diverse problematiche vissute. "I collegamenti viari e ferroviari hanno subito una controtendenza allo sviluppo, con ricadute pesanti sull'organizzazione e con un mancato ammodernamento e riforme! nel settore.
A
pagarne le spese maggiormente è stata la nostra Regione, sprovvista di quel
famigerato Piano del trasporto pubblico regionale, che diverrebbe la punta di
diamante per un decollo decoroso e degno della Sicilia. Qui il trasporto
dovrebbe rappresentare il volano per la nostra economia - commentano -, invece
in netta contro tendenza a quanto già detto, si è intervenuti a tagli di
finanziamenti operati per effetto di scarse risorse".
Ed ecco che i risultati sono drammatici. "Da tutto questo si evince che intervenendo sulle anomalie a cui ancora oggi stiamo assistendo, del mantenimento di doppie e triple corse simultanee per la stessa destinazione su tutto il territorio regionale, si potrebbero ottenere sostanziali risultati economici con i quali con un piano di programmazione coerente, si potrebbe realizzare un irrobustimento del trasporto su gomma e sopperire anche alle tratte ferroviarie soppresse. Bisogna intervenire con tempestività, altrimenti si rischia di entrare in un prossimo futuro dentro un vortice di assoluta incertezza nel garantire sia le aziende pubbliche, sia quelle private. La mobilità riguarda circa cinquecentomila utenti e diecimila lavoratori che, quotidianamente, si trovano a lottare con mezzi obsoleti che comportano continui guasti e ritardi".
Paolo Borrometi - La Sicilia - Venerdì 15 Novembre
2013 Ragusa Pagina 30
Ed ecco che i risultati sono drammatici. "Da tutto questo si evince che intervenendo sulle anomalie a cui ancora oggi stiamo assistendo, del mantenimento di doppie e triple corse simultanee per la stessa destinazione su tutto il territorio regionale, si potrebbero ottenere sostanziali risultati economici con i quali con un piano di programmazione coerente, si potrebbe realizzare un irrobustimento del trasporto su gomma e sopperire anche alle tratte ferroviarie soppresse. Bisogna intervenire con tempestività, altrimenti si rischia di entrare in un prossimo futuro dentro un vortice di assoluta incertezza nel garantire sia le aziende pubbliche, sia quelle private. La mobilità riguarda circa cinquecentomila utenti e diecimila lavoratori che, quotidianamente, si trovano a lottare con mezzi obsoleti che comportano continui guasti e ritardi".
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Passante Fs. Consegnati lavori e aree
Il campo
base sarà nel parcheggio «Francia» Tratta «B» in partenza.
«Entro 10 giorni avremo a disposizione tutte le aree di cantiere ed entro fine
novembre faremo una conferenza stampa per presentare l'opera e dare il via
ufficiale ai cantieri della tratta "B" del passante ferroviario». Ad
annunciarlo è il referente di Rfi per gli investimenti in Sicilia, l'ingegnere Filippo Palazzo.
Il via libera alla Sis per realizzare il tracciato compreso fra la Stazione Notarbartolo e la fermata «Ex Ems/La Malfa», lo rammentiamo, è avvenuto lo scorso 9 ottobre, dopo diversi anni di contenziosi e ricorsi che hanno portato ad una variante progettuale che ha fatto lievitare i costi di altri 110 milioni di euro. Per un totale che raggiunge oggi quota 313 milioni. Il tutto, a causa delle proteste (dal 2004 al 2006) dei residenti e commercianti dei viali Lazio e delle Alpi, appoggiate dall'ex Giunta Cammarata.
Se non ci fosse stata quella forte opposizione, «a quest'ora - si rammarica Palazzo - avremmo già finito l'opera, invece terminerà nel 2018. Abbiamo perso 5 anni». I lavori dureranno 1.720 giorni, ovvero circa 4 anni e 9 mesi. Il raddoppio del passante così potrà essere completato. I binari della nuova galleria passeranno (all'altezza di viale delle Alpi), non affiancati ma al di sotto e lungo lo stesso asse della galleria esistente, circa ! 30 metri sotto il piano stradale. Il tutto grazie a una gigantesca talpa meccanica «Tbm» che scaverà da «Belgio», perforando prima in direzione Notarbartolo, poi in direzione opposta.
Frattanto, ha aggiunto Palazzo «procederemo alla definizione di tutte le aree di cantiere. L'Amministrazione comunale ce le ha consegnate quasi tutte. Nei prossimi giorni ci saranno ulteriori riunioni con l'assessore alla Mobilità, Tullio Giuffrè, i vertici della Sis e i rappresentanti delle Circoscrizioni. Discuteremo dei dettagli logistici necessari alla definizione delle aree di cantiere». Il «campo base» della Sis sarà allestito al 99% all'interno dell'ampio parcheggio Francia. A confermarlo nei giorni scorsi, anche l'assessore alle Attività Produttive, Marco di Marco, il quale sta studiando una soluzione per trasferire il mercatino rionale del martedì in un altro sito.
Davide Guarcello - La Sicilia - Venerdì 15 Novembre 2013 Prima Palermo Pagina 25
Il via libera alla Sis per realizzare il tracciato compreso fra la Stazione Notarbartolo e la fermata «Ex Ems/La Malfa», lo rammentiamo, è avvenuto lo scorso 9 ottobre, dopo diversi anni di contenziosi e ricorsi che hanno portato ad una variante progettuale che ha fatto lievitare i costi di altri 110 milioni di euro. Per un totale che raggiunge oggi quota 313 milioni. Il tutto, a causa delle proteste (dal 2004 al 2006) dei residenti e commercianti dei viali Lazio e delle Alpi, appoggiate dall'ex Giunta Cammarata.
Se non ci fosse stata quella forte opposizione, «a quest'ora - si rammarica Palazzo - avremmo già finito l'opera, invece terminerà nel 2018. Abbiamo perso 5 anni». I lavori dureranno 1.720 giorni, ovvero circa 4 anni e 9 mesi. Il raddoppio del passante così potrà essere completato. I binari della nuova galleria passeranno (all'altezza di viale delle Alpi), non affiancati ma al di sotto e lungo lo stesso asse della galleria esistente, circa ! 30 metri sotto il piano stradale. Il tutto grazie a una gigantesca talpa meccanica «Tbm» che scaverà da «Belgio», perforando prima in direzione Notarbartolo, poi in direzione opposta.
Frattanto, ha aggiunto Palazzo «procederemo alla definizione di tutte le aree di cantiere. L'Amministrazione comunale ce le ha consegnate quasi tutte. Nei prossimi giorni ci saranno ulteriori riunioni con l'assessore alla Mobilità, Tullio Giuffrè, i vertici della Sis e i rappresentanti delle Circoscrizioni. Discuteremo dei dettagli logistici necessari alla definizione delle aree di cantiere». Il «campo base» della Sis sarà allestito al 99% all'interno dell'ampio parcheggio Francia. A confermarlo nei giorni scorsi, anche l'assessore alle Attività Produttive, Marco di Marco, il quale sta studiando una soluzione per trasferire il mercatino rionale del martedì in un altro sito.
Davide Guarcello - La Sicilia - Venerdì 15 Novembre 2013 Prima Palermo Pagina 25
venerdì 15 novembre 2013
Soppresso un treno, disagi e proteste dei pendolari
Martedì è stato cancellato all'improvviso il Catania-Messina delle 5,10
S. Teresa. Un altro treno soppresso, nella scorsa giornata di martedì, sulla tratta Taormina-Messina, che ha scatenato le vibranti proteste dei tanti pendolari della riviera jonica, che ormai sono stanchi di questi improvvisi disservizi di Trenitalia.
Ad essere soppresso, stavolta, è stato il treno numero 12866! che, partendo alla 5.10 dalla stazione centrale di Catania, dopo avere attraversato tutta la riviera jonica, dovrebbe raggiungere quella di Messina entro le 7.10, in modo che, soprattutto, i lavoratori possano prendere le relative coincidenze con i diversi mezzi di trasporto per potere raggiungere la Calabria, la zona tirrenica, i villaggi di Messina e i vari uffici pubblici.
La soppressione improvvisa, in un orario in cui per altro non sono previsti degli eventuali altri mezzi alternativi, rappresenta un vero e proprio calvario per i numerosi pendolari che dalla riviera jonica devono raggiungere l'area dello Stretto.
Considerato che la maggior parte dei lavoratori è dipendente di enti pubblici, che hanno quindi degli orari di apertura che devono essere rispettati, questi disservizi ferroviari generano ovviamente dei gravi disagi.
Per i tanti pendolari, oltre alle ore che vanno recuperate mensilmente, anche a causa dei frequenti ritardi, è un continuo stress perché, malgrado l'abbonamento mensile, devono anche subire la soppressione dei treni, diretti e locali che si trasformano, improvvisamente, in metroferrovia (nella tratta Giampilieri-Messina e viceversa), vagoni superaffollati e una carente comunicazione nei confronti degli utenti.
Pippo Trimarchi - La Sicilia - Giovedì 14 Novembre 2013 Prima Messina Pagina 29
S. Teresa. Un altro treno soppresso, nella scorsa giornata di martedì, sulla tratta Taormina-Messina, che ha scatenato le vibranti proteste dei tanti pendolari della riviera jonica, che ormai sono stanchi di questi improvvisi disservizi di Trenitalia.
Ad essere soppresso, stavolta, è stato il treno numero 12866! che, partendo alla 5.10 dalla stazione centrale di Catania, dopo avere attraversato tutta la riviera jonica, dovrebbe raggiungere quella di Messina entro le 7.10, in modo che, soprattutto, i lavoratori possano prendere le relative coincidenze con i diversi mezzi di trasporto per potere raggiungere la Calabria, la zona tirrenica, i villaggi di Messina e i vari uffici pubblici.
La soppressione improvvisa, in un orario in cui per altro non sono previsti degli eventuali altri mezzi alternativi, rappresenta un vero e proprio calvario per i numerosi pendolari che dalla riviera jonica devono raggiungere l'area dello Stretto.
Considerato che la maggior parte dei lavoratori è dipendente di enti pubblici, che hanno quindi degli orari di apertura che devono essere rispettati, questi disservizi ferroviari generano ovviamente dei gravi disagi.
Per i tanti pendolari, oltre alle ore che vanno recuperate mensilmente, anche a causa dei frequenti ritardi, è un continuo stress perché, malgrado l'abbonamento mensile, devono anche subire la soppressione dei treni, diretti e locali che si trasformano, improvvisamente, in metroferrovia (nella tratta Giampilieri-Messina e viceversa), vagoni superaffollati e una carente comunicazione nei confronti degli utenti.
Pippo Trimarchi - La Sicilia - Giovedì 14 Novembre 2013 Prima Messina Pagina 29
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mercoledì 13 novembre 2013
TRENITALIA E GLI INTERCITY DA TAGLIARE
A
conferma della posizione OR.S.A. Trasporti sui favori fatti solo all’A.V.
Interpellanza
al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sui tagli al servizio
universale
CAMERA
DEI DEPUTATI- testo allegato all’ordine del giorno della seduta n. 119 di
Venerdì 15 novembre 2013
”I sottoscritti chiedono di
interpellare il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, per sapere –
premesso che:
- è notizia di questi giorni che Trenitalia SpA, in vista della rimodulazione e riorganizzazione dell'offerta e degli orari ferroviari, avrebbe intenzione di cancellare, poiché non più sostenibile «a mercato», una grossa fetta dell'offerta di trasporto ferroviario di collegamento da e per la regione Toscana;
- si tratterebbe, in particolare, di 12 treni intercity in tutta la regione, con rilevante incidenza sulla tratta Firenze - Arezzo, uno dei percorsi che presenta già oggi molte criticità, con pendolari letteralmente ammassati sulle vetture e che si trovano ad affrontare tragitti, spesso molto lunghi, in condizioni non certo agevoli;
- l'offerta dei trasporti pubblici in Toscana, come del resto in tutta Italia, è spesso insufficiente a coprire il fabbisogno dei cittadini e per questo il taglio ipotizzato da Trenitalia e denunciato dallo stesso assessore ai trasporti della regione, Vincenzo Ceccarelli, appare inopportuno, quanto controproducente;
- il trasporto regionale ed interregionale su ferro che collega la Toscana con piccole e grandi città italiane, a prescindere da quello dedicato all'alta velocità, dovrebbe essere, a detta degli interpellanti, garantito ai cittadini che ne usufruiscono ogni giorno per lavoro o studio;
- appare inopportuno, agli occhi degli interpellanti, puntare tutta la riorganizzazione e gli investimenti sui treni ad alta velocità che, pur essendo fondamentali per il collegamento su ferro in tutta la nazione, non sono certo quelli fruiti maggiormente e quotidianamente dai pendolari. Tali treni dovrebbero affiancare la rete regionale ed interregionale che andrebbe potenziata e valorizzata, anche al fine di rilanciare la mobilità sostenibile in Italia;
- la situazione della Toscana non è certo l'unica;
- i ritardi, le soppressioni e i disservizi costringono ogni giorno milioni di italiani a
- spostarsi in tutta Italia in condizioni vergognose e al limite della decenza;
- un caso emblematico è l'intercity 531 Perugia-Roma che da anni registra ormai un ritardo «a regime» di almeno 20 minuti, sempre imputabile a guasti tecnici dovuti alle difficoltà di controllo del blocco delle porte, segno questo di un materiale vetusto, non correttamente mantenuto e non più utilizzabile, che tuttavia, migliorato nell'aspetto
- estetico, continua ad essere impiegato e classificato come categoria intercity;
- è evidente che il rinnovo del parco macchine dei treni destinati al trasporto dei pendolari sia stato sacrificato per privilegiare scelte aziendali volte a potenziare lo sviluppo dell'alta velocità, motivo di vanto peraltro di una gestione manageriale che risulta fallimentare sotto tutti i punti di vista e che, tuttavia, non sembra essere destinata ad alcun tipo di alternanza;
- se non si ritenga urgente avviare, per quanto di competenza, un'opportuna valutazione dell'impatto che la cancellazione degli intercity avrebbe sul pendolarismo della regione Toscana;
- se non si intendano verificare le cause del giornaliero disservizio registrato dall'intercity 531 Perugia - Roma, e, per quanto di competenza, le responsabilità dei ritardi, posto che non si tratta di ritardi dovuti ad eventi eccezionali;
- se non si intenda predisporre urgentemente, anche in collaborazione con le regioni Umbria e Toscana, un piano di risanamento del trasporto dei pendolari, assicurando oltre al «normale» funzionamento del materiale, la copertura, con un adeguato numero di treni, dei territori fortemente interessati al pendolarismo;
- se non si ritenga necessaria una profonda revisione del modello strategico infrastrutturale del Paese che, al momento attuale, con il programma delle opere pubbliche della «legge obiettivo», destina prioritariamente ingenti risorse alla realizzazione di opere di dubbia utilità e di enorme impatto ambientale, a scapito degli interventi necessari per rendere più funzionale ed efficiente il sistema di trasporto ferroviario locale e il trasporto pubblico urbano, la cui inefficienza induce, di fatto, l'utilizzo di forme di mobilità privata, con un più elevato impatto ambientale e sanitario e con conseguenti enormi problemi di congestione delle aree urbane. ”
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