Il Dirigente Generale, Dott. Giovanni Arnone, del Dipartimento Infrastrutture e Mobilità della Regione Siciliana, ha convocato tutti i Comitati dei Pendolari Siciliani martedì 05 novembre 2013 per discutere e fare il punto sulle problematiche del trasporto ferroviario siciliano.
Si fa presente a tutti i pendolari di voler segnalare e/o suggerire tramite il blog i miglioramenti e/o le modifiche che dovranno essere apportate per rendere il servizio di trasporto ferroviario più efficiente ed efficace.
Grazie per la collaborazione
Giosuè Malaponti
Il blog raccoglie informazioni sul trasporto pubblico in genere, ed in maniera approfondita sul trasporto e le infrastrutture ferroviarie siciliane. Tutti i pendolari che si muovono in Sicilia con il treno possono segnalare disservizi, disagi, e/o suggerimenti sul nostro sito www.comitatopendolari.it, per migliorare le condizioni di trasporto. COLLABORA ANCHE TU...PER UN SERVIZIO MIGLIORE
mercoledì 30 ottobre 2013
Comitato Pendolari Sant'Agata Militello e le richieste di nuove fermate sulla tratta ferroviaria Tirrenica
Il Comitato Pendolari S.Agata Militello-Messina, in questi ultimi mesi, ha sollecitato molti Comuni della tratta ferroviaria tirrenica affinché intervenissero presso l'Assessorato Regionale alle Infrastrutture e Mobilità per migliorare le condizioni di viaggio e per istituire nuove fermate, viste le molte richieste raccolte dal Comitato stesso e dai Sindaci dei Comuni interessati quali:Barcellona, Terme Vigliatore, Torrenova, Tusa, San Marco D'Alunzio, etc..
Ci pregiamo mettere online un pò di rassegna stampa e di corrispondenza con alcuni comuni.
22 ottobre 2013 Gazzetta del Sud
Ci pregiamo mettere online un pò di rassegna stampa e di corrispondenza con alcuni comuni.
22 ottobre 2013 Gazzetta del Sud
18 settembre 2013 Gazzetta del Sud
08 ottobre 2013 Gazzetta del Sud
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sabato 26 ottobre 2013
Moretti: "Per i treni regionali ricavi di 13 centesimi al passeggero per km"
L'amministratore
delegato di Trenitalia al meeting dell'Anci: "In Germania è di 26, in
Francia di 20. Ci si lamenta che le cose non vanno bene ma non possiamo essere
sempre noi a pagare tutto". E sul taglio degli Intercity: "Governo
decida di assumerli come servizio essenziale"
Moretti:
"Per i treni regionali ricavi di 13 centesimi al passeggero per km" (ansa)
In
Italia il ricavo della Ferrovie per i trasporti locali, tra Regione e pendolari è di 13 centesimi al
passeggero per chilometro. "In Germania 26 e in Francia 20 - dice
l'amministratore delegato di Trenitalia Mauro Moretti - ci si lamenta che le
cose non vanno bene ma o si responsabilizzano tutti, con un patto tra
cittadini, enti locali e le aziende oppure in questo paese dove si procede
sempre arraggiandosi non si concluderà mai nulla". Dichiarazioni che
Moretti ha detto durante il meeting dell'Anci alla Fortezza da Basso di Firenze
durante un incontro sulle difficoltà locali con cui i comuni e gli enti locali
si trovano a convivere. Tra questi anche il trasporto pubblico locale:
"Non possiamo essere - ha detto Moretti - sempre noi a pagare tutto".
L'amministratore delegato, che ha parlato mentre all'esterno della Fortezza si
stava svolgendo la protesta e il corteo degli antagonisti, ha risposto anche
sui tagli ai dodici collegamenti Intercity previsti da Trenitalia e che ha
spinto i presidenti di nove regioni, tra cui la Toscana, a scrivere al
presidente del consiglio Enrico Letta e ai ministri Lupi e Saccomanni.
"Siamo letteralmente infuriati", aveva detto ieri Enrico Rossi.
di GERARDO ADINOLFI E
ILARIA CIUTIFonte: http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/10/25/news/moretti_per_i_treni_regionali_ricavi_solo_di_13_centesimi_al_km-69447695/
LA MOBILITAZIONE COSTRINGE RFI A SOSPENDERE I LAVORI DI SMANTELLAMENTO DELLA STAZIONE DI COMISO
Il
sit-in promosso dalla CUB Trasporti di ieri sera 25 ottobre presso la
stazione di Comiso, ha riscontrato un discreto successo di partecipazione;
oltre ai rappresentanti del sindacato di base e del Comitato per il rilancio
delle ferrovie iblee, hanno risposto all’appello alcune decine di persone,
appartenenti a forze politiche e associazioni della cittadina casmenea, cui si
sono affiancati l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Filippo
Spataro, e una delegazione del PDL, guidata dall’on. Assenza.
Dopo
il passaggio dell’ultimo treno, alle 20,30 circa, gli operai già si sono messi
al lavoro per organizzare l’apertura del cantiere, ma i manifestanti gli sono
andati incontro, invadendo praticamente i binari della stazione, e provocando
l’immediata sospensione delle attività.
I responsabili del cantiere hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine,
che una volta giunte sul posto hanno identificato tutti i presenti.
Intanto
veniva chiesto lo stop dei lavori; il sindaco in particolare ha sottolineato
l’importanza dell’impianto ferroviario per la città, anche alla luce del
prossimo inizio di voli cargo all’aeroporto, ribadendo l’invito a non smontare
nulla, perché l’amministrazione era fortemente contraria alla soppressione
della stazione.
Si
è aperta così una lunga fase interlocutoria tra i responsabili del cantiere e i
loro superiori, e tra il sindaco ed esponenti politici del PD regionale, come
anche con la Prefettura. La
volontà dei presenti era quella di rimanere sui binari fino alla definitiva sospensione
dei lavori, decisione comunicata attorno alle 22,15, assieme alla convocazione
del sindaco a Palermo, presso RFI, per lunedì prossimo. A questo punto i
manifestanti, accertatisi che gli operai si preparavano a tornare a casa, hanno
lasciato la stazione.
L’iniziativa
segna un punto a favore in questa vertenza, e dimostra che senza mobilitazione
ogni fase interlocutoria lascia il tempo che trova. L’auspicio è che l’incontro
di Palermo faccia desistere RFI dal suo progetto, che oltre ad annullare la stazione
di Comiso, danneggia l’intera tratta ferroviaria.
I
cittadini di Comiso ora sanno come va difesa la stazione ferroviaria, e che non
si deve più parlare di soppressione ma di potenziamento, soprattutto in
sinergia con la struttura aeroportuale. Un esempio da seguire anche negli altri
impianti della linea, a sostegno di progetti di ammodernamento e
riposizionamento del treno al centro della vita collettiva e delle attività
produttive.
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Sicilia: sabato 26 ottobre il treno storico da Palermo a Caltanissetta
Il
convoglio, composto da rotabili storici della Fondazione FS Italiane, è stato
noleggiato da una comitiva di 35 ferroamatori tedeschi. L’iniziativa fa parte
di un fitto programma di suggestivi viaggi a bordo dei treni d’epoca
Un
treno composto da rotabili storici della neonata Fondazione FS Italiane,
noleggiato da una comitiva di 35 ferroamatori, tedeschi partirà sabato 26
ottobre da Palermo, alle 7.30, alla volta di Caltanissetta Centrale (arrivo
previsto 11.30) .
Il
treno è composto da una locomotiva elettrica E626 428, del 1926, 2 carrozze
tipo “Centoporte” Cz 36000 e 1 bagagliaio a 2 assi. Le locomotive elettriche
del gruppo E.625 ed E.626 furono i primi mezzi di trazione a corrente continua
a 3000 volt ad essere costruiti e messi in esercizio dalle Ferrovie dello
Stato. Anche il personale presente a bordo indosserà divise storiche FS, degli
anni ’50. Il convoglio sosterà nelle stazioni di Fiumetorto, Roccapalumba-Alia
e Caltanissetta Xirbi , dove potrà essere fotografato dagli appassionati.
L’iniziativa
fa parte di un fitto programma di suggestivi viaggi storico-turistici a bordo
di treni d’epoca (ne sono previsti, al momento, un centinaio) organizzati dalla
Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane (fondazionefs.it)
Nata
per iniziativa della capogruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Rete Ferroviaria
Italiana e Trenitalia, la Fondazione FS Italiane ha lo scopo di valorizzare e
preservare l’inestimabile patrimonio storico, tecnico, ingegneristico e
industriale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane composto centinaia di
rotabili storici,
da
oltre 500mila foto, 3mila pellicole cinematografiche, una biblioteca con 50mila
volumi, migliaia di cartografie e progetti di ponti, gallerie e linee
ferroviarie.
Palermo, 25 ottobre 2013 - Fonte: Fsnews
venerdì 25 ottobre 2013
SI SMANTELLA LA STAZIONE DI COMISO, IL MURO DI GOMMA VINCE ANCORA. STASERA SIT-IN ALLA STAZIONE
Questa sera, alle
ore 20,30, sit-in davanti ai cancelli della stazione di Comiso per dire no
all’ennesimo, gravissimo, scippo di un’infrastruttura che solo 5 anni fa era in
piena attività e rappresentava un vanto per l’economia del comprensorio.
Speriamo che chi
abbia a cuore le sorti della ferrovia e della mobilità sostenibile in terra
iblea, sia con noi a dimostrare sdegno, indignazione, rabbia e volontà di
riscatto.
Oggi
più che mai, viste le tante battaglie per l'apertura dell'aeroporto, la
rete ferroviaria comisana dovrebbe essere rinnovata ed ammodernata come
collegamento veloce per raggiungere l'aeroporto di Comiso, invece viene
smantellata da Rete Ferroviaria Italiana con il tacito silenzio ed
approvazione delle istituzioni locali e regionali.
Questo il documento
di denuncia del Cub Trasporti Ragusa:
RFI sostiene
che i lavori di smantellamento dei deviatoi della stazione di Comiso non
comporteranno alcun disagio per la circolazione dei treni; che ad essere
eliminati sono dei binari in disuso, e che dietro agli allarmi lanciati contro
il provvedimento, ci sarebbero degli ex ferrovieri (ma non dice per quali
reconditi fini lo farebbero).
L’assessorato
regionale alle infrastrutture, nella persona del direttore generale dott.
Arnone, ha sposato la tesi di RFI, e aggiunge che chiedere il blocco dei lavori
comporterebbe un risarcimento danni per la Regione.
Così,
mentre si può difendere un ospedale, un tribunale, un pronto soccorso, una
scuola, minacciati di chiusura, non si può difendere un impianto ferroviario,
come se le infrastrutture ferroviarie fossero di esclusiva pertinenza di
burocrati e managers palermitani e romani, senza che il territorio potesse dire
nulla sulla loro esistenza e funzionalità in riferimento alle esigenze della zona.
L’assessorato
alle infrastrutture ha invece le sue responsabilità in quel che sta
accadendo: è dal 7 marzo che l’assessore Bartolotta ha promesso un tavolo
tecnico per affrontare i problemi della linea Siracusa-Ragusa-Gela, fra cui
anche quello della soppressione dei binari di Genisi, Comiso e Acate; ebbene, dopo
7 mesi stiamo ancora aspettando, e nel frattempo RFI e Trenitalia fanno quello
che vogliono sul nostro territorio e sulle nostre ferrovie.
Sopprimere
i deviatori a Comiso significa privare l’impianto delle funzioni tipiche
di una stazione (incroci, precedenze, sosta treni, manovre), il che, dopo
l’eliminazione dello scalo merci, ridurrà Comiso a una semplice fermata.
Altro
che potenziamento in sinergia con l’aeroporto! In più, la linea, a furia
di sopprimere le stazioni, vede allontanare le distanze tra gli impianti dove è
possibile fare incrociare i treni, e questo vuol dire (e lo ribadiamo per
l’ennesima volta per chi non lo abbia ancora capito, fra cui anche qualche
deputato regionale): sempre meno treni possono circolare sulla
tratta; possibili grandi ritardi nella loro circolazione. Tutto
l’opposto del miglioramento del servizio e dell’immissione di nuovi treni da
tempo richiesti, dopo la raffica di soppressioni degli anni scorsi, che hanno
ridotto la linea a veder circolare solo 4 coppie di treni al giorno!
La
questione ferroviaria è la grande vergogna della nostra classe
dirigente politica e sindacale; è ilbuco nero dell’azione parlamentare di
oltre trentanni; è lo specchio del fallimento delle politiche di
tante amministrazioni comunali e provinciali.
Ragusa,
25-10-2013 CUB TRASPORTI
giovedì 24 ottobre 2013
Moretti: “Milano - Venezia e Napoli - Bari le opere più importanti da completare
L’AD di
FS Italiane è intervenuto a Venezia nel corso del convegno di Sipotra Le
priorità per la politica dei trasporti. La logica per investire nei trasporti
deve essere quella che si fa solo quello che dà risultati migliori
“L’opera
più importante da completare è la Milano - Venezia e, a Sud, la Napoli - Bari”.
Lo ha detto a Venezia Mauro Moretti nel corso del convegno Le priorità per la
politica dei trasporti di Sipotra, Società italiana di politica dei trasporti,.
Nel suo
intervento l’AD di FS Italiane ha auspicato che “per le opere fondamentali non
vadano polverizzati i finanziamenti europei disponibili. In paesi di 600
abitanti - ha proseguito - non è possibile fare fermate ferroviarie, come non è
pensabile collegare con il treno tutti gli aeroporti italiani”.
Rispondendo
sul problema del sovraffollamento dei treni, il numero uno di Ferrovie ha
ricordato che “occorrono più risorse, perché i convogli sono pochi e, allo
stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma soltanto garantire la massima
efficienza. Ci vuole inoltre una programmazione omogenea delle linee, anche se
occorre tempo per i servizi a medio - lungo termine”.
Moretti
ha proseguito dicendo che negli investimenti per i trasporti la logica deve
essere quella che “si fa solo quello che dà risultati migliori per rilanciare
il sistema dei trasporti”. Il top manager ha quindi affermato di aspettarsi
passi avanti positivi dalla nuova Autorità dei trasporti, e che questa abbia la
forza per poter parlare e dettare le regole a cui conformarci”.
L’AD di
FS Italiane ha sottolineato, infine, che per mantenere in equilibrio il settore
dei trasporti nel Paese “bisogna recuperare quella normalissima cosa in base
alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo. Quante aziende di trasporto -
ha chiesto retoricamente alla platea di imprenditori - stanno in piedi oggi in
Italia? Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e
infrastrutture? Voglio dire questo - ha concluso - perché altrimenti non sta in
piedi niente”.
Venezia, 21 ottobre 2013 - A.G.
Fonte: Fsnews
IL DOSSIER CISL SUL TASPORTO FERROVIARIO
Oggi si è tenuta a Palermo, con la presentazione del Dossier Cisl, la chiusura dell'iniziativa messa in campo dalla Fit Cisl "Alla ricerca del treno perduto"
Abbiamo preso parte all'iniziativa, invitati dalla Fit Cisl, assieme agli amici pendolari di S.Agata Militello.
Ecco le conclusioni del viaggio in camper della Fit Cisl - Cisl Sicilia.
Disservizi
e disagi ma anche analisi e proposte, tratta per tratta, provincia per
provincia.
Un buco nero lungo 1.378 chilometri di cui solo 178, in Sicilia, a
doppio binario.
Questo è il dossier presentato oggi dalla Fit Cisl.
Pochi
treni, da gennaio 2012 a oggi ne sono stati soppressi ben 6 mila regionali, ma
solo 1.500 sono stati sostituiti dai bus, due sole le navi utilizzate per
l'attraversamento dello Stretto, tempi lenti di percorrenza per via di un
continuo inserimento di fermate ai collegamenti veloci e una riduzione
complessiva di circa 3 mln di Km/treno dal 2008 ad oggi, tratte inadeguate,
treni vecchi (età media 20 anni di servizio) che si guastano, biglietterie
chiuse, mancanza di sottopassaggi, stazioni quasi del tutto abbandonate prive
delle sale di attesa, degrado della qualità dei servizi, vetture sovraffollate
nelle fasce orarie pendolari. A registrare tutti questi disservizi sofferti
ogni giorni dai passeggeri delle Ferrovie siciliane sono stati i rappresentanti
della Fit Cisl a bordo del camper partito lo scorso 29 aprile nell'ambito della
iniziativa Alla ricerca del treno perduto, che per sei mesi ha fatto tappa fra
le principali stazioni dell'Isola, per documentare le gravi conseguenze dei
tagli al trasporto ferroviario regionale, raccogliere le testimonianze dei
cittadini e presentare le proposte alle Fs e alle istituzioni. È un quadro
devastante quello registrato dal tour del camper dei rappresentanti del
Dipartimento della Mobilità del sindacato, che hanno raccolto le segnalazioni e
le lamentele dei pendolari siciliani.
La linea
ferroviaria nel complesso è composta da 1.378 km, solo 178 a doppio binario,
800 linee sono elettrificate, 578 a diesel. Gli impianti ferroviari sono 161, 4
quelli per il traghettamento. Da gennaio 2012 a ottobre 2013 sono stati circa 6
mila i treni soppressi per un corrispettivo di circa 300.000 km/treno, di
questi appena 60.000 km/treno sono stati sostituiti da bus (solo 1.500 treni),
4.500 i treni programmati e quindi finanziati, che non hanno circolato. In
termini assoluti, con l’orario ufficiale in Sicilia circolano 407 treni al
giorno su 1.378 Km di linea ferrata per una regione che è fra le più estese
d’Italia con un perimetro di oltre 1.000 Km, risulta decisamente insufficiente.
Analizzando nel dettaglio l’offerta commerciale di Trenitalia è facile capire
che la metà del servizio offerto riguarda l’hinterland palermitano. I restanti
200 treni, che dovrebbero garantire i collegamenti nelle e tra le altre 8
province siciliane, sono risultati del tutto insufficienti, infatti su quasi
tutte le tratte si sono riscontrati buchi anche di diverse ore tra un treno e
l’altro.
Fenomeni
ai quali si aggiunge l’abbandono di diverse linee ferroviarie, quali la
Trapani-Alcamo via Milo e la Caltagirone-Gela, andato avanti negli anni
contrariamente a quanto previsto dal “Contratto di Programma 2012-2014” siglato
tra Rfi e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nel dettaglio, nel
dossier della Fit Cisl sulla condizione dei trasporti ferroviari nell'Isola, si
notano gli enormi disagi provincia per provincia.
Ad
Agrigento, la linea Caltanissetta-Agrigento conta solo 6 treni e a troppa
distanza l'uno dall'altro, la Palermo-Agrigento 24 treni, ma viaggiano
stracolmi di passeggeri, e ad aggravare la mancanza di un'offerta commerciale
ci sono le soppressioni, spesso infatti ad essere cancellato per via della
mancanza di materiale rotabile è il treno per il capoluogo siciliano delle 4,50
e questo comporta lo spostamento di tutto il flusso dei pendolari di quella
fascia oraria al convoglio successivo delle 5,15. Ad essere soppresso spesso è
anche l'ultimo treno quello delle 20,15 condizionando il ritorno a casa dei
pendolari. Troppo pochi i 6 treni per l'Agrigento-Caltanissetta, una frequenza
poco adeguata alle esigenze dei viaggiatori.
Enna
risulta essere la città scollegata dal resto della Sicilia, non partono treni,
esiste solo il servizio bus. Caltanissetta è collegata con Palermo, Gela,
Catania e Agrigento l'offerta commerciale risulta davvero insufficiente, i
passeggeri di Enna e Caltanissetta dovrebbero poter raggiungere l'aeroporto più
vicino, ovvero quello di Catania, invece le zone non sono collegate. Per la
tratta Palermo Caltanissetta, l’offerta commerciale è di 19 treni; sono tutti
treni fra Roccapalumba e Caltanissetta Xirbi e Caltanissetta Centrale, sarebbe
necessario qualche treno di mattina per gli studenti da Vallelunga a Caltanissetta.
La proposta è di potenziare l’offerta commerciale, in modo che si possa
potenziare il collegamento Caltanissetta-Catania (21 treni) e di conseguenza
rafforzare il collegamento Palermo–Catania.
A
Catania dalle 9 alle 12.45 è il deserto, per quasi quattro ore non ci sono
treni che circolano, unico denominatore in tutte le province, ed è cosi anche a
Catania, è la mancanza di collegamenti, uno solo è quello diretto fra Palermo e
Catania, gli altri costringono alle soste e i tempi di percorrenza sono troppo
lunghi. La condizione dei collegamenti ferroviari tra Catania e il resto della
Sicilia è ridotta ai minimi termini: il collegamento con Palermo viene servito
con un solo treno pomeridiano diretto e uno a metà mattinata che effettua tre
cambi corsa, per un totale di 4 ore e 36 minuti. La Fit continua a chiedere la
realizzazione della fermata dell’aeroporto di Fontanarossa. Per la linea
Messina Catania, l’offerta commerciale è di 44 treni, occorre un impegno
aziendale affinché possa essere mantenuta l’attuale offerta commerciale
evitando le soppressioni che sono sempre in atto, aggiungendo delle corse sulla
tratta Giarre-Catania. Per la Catania-Siracusa l’offerta commerciale è di 13
treni i cui materiali rotabili sono minuetti elettrici e 464 con vetture, i
treni sono 4 da Messina a Siracusa, 3 corse su Bicocca e Fiumefreddo, 2 fra
Siracusa e Augusta e infine 4 treni Catania-Siracusa, il tema centrale è sempre
la costruzione della fermata dell’aeroporto Fontanarossa che permetterebbe il
collegamento con le sette provincie.
A
Messina, studenti pendolari in piedi sul treno che va da Sant’Agata di
Militello al capoluogo peloritano, per mancanza di posti a sedere. Secondo il
sindacato bisogna mettere a sistema tutto il nodo trasporti, da quello
ferroviario alla navigazione, integrandolo con il servizio trasporti comunale e
intercomunale. Ci vuole una regia unica, un progetto unico di mobilità
integrata nell’area dello Stretto, ricordiamo che per i treni da Patti vi era
l’accordo con la Regione per attestare i bus di linea a Patti e con il treno
trasferire i clienti per e da Messina, mentre tutti gli altri collegamenti con
la città di Messina necessita rispettare la composizione e modificare l’orario
dei primi treni per consentire l’arrivo nei capoluoghi entro le 8.00. Occorre
un impegno aziendale affinché possa essere mantenuta l’attuale offerta
commerciale evitando le soppressioni che sono sempre in atto, aggiungendo delle
corse sulla tratta Metro Ferrovia.
Nel
Palermitano treni sovraffollati nella stazione di Bagheria, dove necessita una
diversa rimodulazione della composizione del materiale rotabile e maggiore
attenzione alla pulizia dei mezzi, compresi i vetri. Cefalù è una meta sovraffollata
di studenti, lavoratori, turisti, ma nonostante ciò manca una vera offerta
commerciale che soddisfi la grande domanda di mobilità: fra un treno e l’altro
infatti ci sono intervalli di più di 2 ore. Sempre a Cefalù i rappresentanti
della Fit hanno registrato l’assenza del sottopassaggio per raggiungere il
binario 2/3, cosa che costringe i passeggeri ad attraversare i binari. Mancano
poi le sale d’attesa per i viaggiatori nelle stazioni di Altavilla, San Nicola
L’Arena, Cerda, Campofelice di Roccella e Lascari, tutte mete molto richieste
dai passeggeri e dove il decoro delle stazioni lascia molto a desiderare. La
Palermo-Punta Raisi conta 62 treni ma sono scollegati con gli orari dei primi
voli del mattino e l'ultimo treno dall’aeroporto parte alle 22 lasciando solo
la disponibilità dei pullman per i passeggeri in arrivo con voli successivi.
Il
servizio navetta nell’hinterland palermitano fino a Termini Imerese viene
effettuato con 40 treni, l’estensione del servizio fino a Cefalù risulterebbe
più corrispondente alle esigenze dei pendolari e dei turisti, considerato che
risulta la località più frequentata anche nella bassa stagione.
Ragusa è
una città isola dentro l'Isola, è servita solo da 6 treni (le destinazioni sono
Gela, Siracusa, Modica, Pozzallo, Vittoria e Caltanissetta), gli altri servizi
sono garantiti dai bus, tra un treno e un altro passano anche 5 ore. Per
Siracusa esiste un solo treno diretto alle 19, che ha un tempo di percorrenza
di tre ore e mezzo, per il resto i pendolari devono utilizzare il bus. Gela si
può raggiungere solo con i pullman, per Catania non esiste collegamento.
A
Siracusa il treno è un vero e proprio miraggio, la stazione centrale è un
deserto, 19 i treni regionali, 6 dei quali diretti a Messina e gli altri fra
Catania e i paesi del circondario, una bassa frequenza dei servizi, tra un
treno e l'altro passano anche due ore. Offerta inadeguata anche in termini di
orari, l'ultimo convoglio per Messina parte alle 17,13. La città non è
collegata con il capoluogo siciliano, e ad aggravare tutto anche l'inesistenza
totale dei collegamenti la domenica e i festivi, giorni di interesse per i
turisti della zona.
La Fit
ribadisce che nella tratta Siracusa-Gela e in quella che attraversa la Val di
Noto, i treni devono essere mantenuti e potenziati, inserendo nell’offerta
commerciale i treni domenicali per il grande flusso turistico, verificando
inoltre la possibilità di una tratta che possa collegare Comiso con il nuovo
aeroporto.
Nella
zona del Trapanese, 28 i treni della linea Palermo-Trapani via Castelvetrano e
nessun collegamento ferroviario via Milo considerata la chiusura temporanea
(che va avanti ormai da otto mesi) della linea, attualmente sostituito da bus;
da anni la Cisl sostiene che l'elettrificazione della tratta da Cinisi ad
Alcamo Diramazione, potrebbe far diventare il collegamento un vero servizio
navetta tra i vari comuni della zona. Da Trapani occorre anticipare il più
possibile il primo treno limitandolo a Piraineto e garantendo la coincidenza
con il treno 22730, in questo modo a Palermo si giungerebbe alle ore 8.27; per
il secondo treno da Trapani occorre far rispettare la composizione cercando di
recuperare tutti quei clienti persi a causa di un’offerta commerciale poco
felice; nel pomeriggio occorre un’offerta commerciale tale da garantire con
orari appropriati il rientro dei pendolari da Trapani e dalle scuole fino a
Salemi. Per il rilancio della tratta necessita il collegamento con l’aeroporto
di Birgi (un milione di viaggiatori nel 2012) consentendo il collegamento con
punta Raisi e la riapertura della tratta via Milo.
IL
QUADRO COMPLESSIVO
Nel
complesso, guardando ai treni che circolano ogni giorno, 407 in tutto, molti
che sulla carta dovrebbero collegare due capoluoghi come ad esempio Palermo e
Messina, in realtà si attestavano in stazioni intermedie costringendo i
viaggiatori a dover cambiare due o più treni per raggiungere la destinazione
finale, con un ulteriore aumento dei tempi di percorrenza che divengono non
competitivi con qualsiasi altro mezzo di trasporto.
Analizzando
nel dettaglio l’orario è facile intuire che molti di questi collegamenti
coprono tratti brevissimi e così risultano quasi del tutto sfornite di
collegamenti le zone centrali dell'Isola come Caltanissetta (solo 4 i treni) ed
Enna (provincia totalmente scollegata) con gli altri capoluoghi come Messina e
Siracusa; Palermo e Catania sono collegate da un solo treno diretto, gli altri
collegamenti della zona fanno diverse coincidenze impiegando più di quattro ore
per collegare i due capoluoghi.
In tutto
la linea Palermo-Messina comprende 94 treni di cui 40 coprono la relazione
Palermo-Termini Imerese, solo 12 giungono a Messina, due giungono a S.Agata e 5
si fermano a Cefalù, i rimanenti servono la tratta Messina-S.Agata di
Militello.
La linea
Caltanissetta-Agrigento conta solo 6 treni, la Palermo-Agrigento 24, la
Caltanissetta-Gela 4, la Catania-Caltanissetta 21 in totale, 13 la
Catania-Siracusa da dove si spostano molti pendolari, 44 la Messina-Catania.
La Sicilia oggi in cifre Dati
aggiornati all’08/08/2013
LINEE
FERROVIARIE IN ESERCIZIO 1.378 km
CLASSIFICAZIONE
Linee
complementari 1.378 km
TIPOLOGIA
Linee a
doppio binario 178 km
Linee a
semplice binario 1.200 km
ALIMENTAZIONE
Linee
elettrificate 800 km
- Linee
a doppio binario 178 km
- Linee
a semplice binario 622 km
Linee
non elettrificate (diesel) 578 km
LUNGHEZZA
COMPLESSIVA DEI BINARI 1.556 km
Linea
convenzionale 1.556 km
IMPIANTI
FERROVIARI
Stazioni
con servizio viaggiatori 161
Impianti
di traghettamento 4
LINEE
ATTREZZATE CON TECNOLOGIE INNOVATIVE
SCC-AV,
SCC e CTC, per il telecomando della circolazione 1.231 km
SCMT,
per il controllo della marcia del treno 791 km
SSC, per
il supporto alla guida 587 km
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mercoledì 23 ottobre 2013
RFI, Sicilia: interventi di manutenzione e modifiche al programma di circolazione su due linee regionali
Nella
sola giornata di sabato 26 ottobre, sulla Caltanissetta - Siracusa e sulla
Catania - Gela, sarà modificato il programma di circolazione di alcuni treni
Regionali sulle linee della Sicilia.
Le
variazioni sono necessarie per consentire a Rete Ferroviaria Italiana di
realizzare interventi di manutenzione infrastrutturale tra le stazione di
Vittoria e Ragusa, sulla linea Caltanissetta – Siracusa, e tra Lentini e
Caltagirone, sulla linea Catania Gela.
Alcuni
treni saranno cancellati e sostituiti con autobus su parte del percorso o per
l’intero tragitto.
Oltre
che su queste pagine, informazioni dettagliate con l’elenco completo dei treni
interessati e dei provvedimenti sono disponibili nelle stazioni, uffici
assistenza clienti e biglietterie, e su FSNews Radio, la radio web del Gruppo
FS Italiane.
Modifiche
alla circolazione dei treni sulla linea Caltanissetta – Siracusa
Modifiche
alla circolazione dei treni sulla linea Catania – Gela
Palermo,
22 ottobre 2013 Fonte: Fsnews
domenica 20 ottobre 2013
Cub Trasporti Ragusa - Incontro a Palermo sulle ferrovie: pochi passi avanti, permangono le preoccupazioni
Non
si può essere ottimisti dopo l’ennesimo incontro palermitano di venerdì 18
ottobre, il quale, anziché rappresentare la prosecuzione naturale dei
precedenti, e quindi un momento di approfondimento, si rivela la solita
riunione in cui si espongono i problemi ad interlocutori ogni volta nuovi e a
digiuno delle questioni poste. Se si eccettua l’ing. Cucinotta, di RFI.
Assenti
l’ing. Costantino di Trenitalia e il dott. Arnone, direttore dell’assessorato
alle infrastrutture; assenti (fatto molto grave) anche i sindaci di Modica e
Gela, per quanto invitati.
La
delegazione ragusana era rappresentata dal sindaco Piccitto e dall’assessore
Campo, da Gurrieri, Ragusa e Costa della CUB Trasporti e da Distefano del
comitato No Muro.
Mancando
Trenitalia non si è potuto entrare nel merito del trasporto degli studenti
pendolari e della richiesta di immissione di nuovi treni, e questo è un dato
estremamente negativo.
La
questione del PL di via Paestum è stata unificata con quella della
metropolitana di superficie, argomento sul quale la delegazione ragusana si è
spesa molto, insistendo perché si venga a conoscenza al più presto del progetto
preliminare elaborato da RFI nel 2005, in modo da poterlo esaminare e fare
“adottare” dalla Regione, per poterlo così farlo entrare nel novero delle opere
da finanziare. Riscontriamo, dopo anni di silenzi, sforzi andati a vuoto e
finti interessamenti, che la strada intrapresa potrebbe essere fruttuosa e
portare Ragusa ad avere un sistema di mobilità sostenibile e alternativo d’avanguardia,
non solo per i collegamenti urbani tra l’area sud della città ed il centro
storico, ma anche tra i poli turistici di Ragusa Ibla e Donnafugata. Per questo
non bisogna allentare la pressione, e prevedere al più presto una conferenza di
servizio sulla metroferrovia.
La
delegazione ha molto insistito presso l’ing. Cucinotta perché si sospendano i
lavori di smantellamento dei binari e scambi della stazione di Comiso, previsti
per il prossimo fine settimana. Qualora andassero in porto, non solo Comiso si
troverebbe senza la stazione, ma l’intera linea subirebbe un sostanzioso
depotenziamento nelle sue capacità di circolazione, vanificando così ogni
progetto di potenziamento.
Su
questa questione riscontriamo l’assurdo silenzio del sindaco e dell’amministrazione
di Comiso, totalmente assente in queste settimane di continui allarmi. Sappiamo
che la questione ferroviaria non è produttrice di consensi, e quindi può essere
trascurata senza eccessivi contraccolpi, ma quando mai un’amministrazione
assiste allo scippo di una infrastruttura del proprio territorio senza nemmeno
provare a reagire?
Ragusa,
19-10-2013
Coordinamento
provinciale CUB Trasporti
sabato 19 ottobre 2013
Ferrovie, pendolari bistrattati
Nuovo appello del comitato
regionale: i primi cittadini facciano pressione sulla Regione. Nei primi sei
mesi del 2013 gli utenti hanno denunciato il taglio di 110 treni
“Troppi sono i disservizi e
i disagi causati in queste ultime settimane ai pendolari siciliani da
Trenitalia e Rete ferroviaria italiana”. Lo scrive sul sito ufficiale del
comitato pendolari di Sicilia il presidente Giosue Malaponti. “Giornalmente,
ritardi, treni super affollati per la mancanza di vetture, cancellazioni di
treni dovute a mancanza di materiale rotabile per guasti/manutenzioni e/o a
problemi alle infrastrutture ferroviarie”.
Il quadro, secondo i
pendolari, è ovunque particolarmente preoccupante: utenti penalizzati in tutte
le tratte regionali da Trapani a Palermo, da Messina a Catania a Siracusa ed in
altre direttrici. Continua a leggere…
di Rosario Battiato
19 ottobre 2013 - Fonte: Quotidiano di Sicilia
"Trasporti, Sicilia emarginata"
Agen,
presidente regionale di Confcommercio, lancia l'allarme: "I cinesi stanno
finanziando il raddoppio del Canale di Suez per arrivare in Africa e in Europa,
l'Isola rischia di restare fuori dai flussi commerciali del Mediterraneo"
“Quando
i Romani erano il centro del mondo costruivano prima le strade e gli
acquedotti. Oggi che la Sicilia è al centro del Mediterraneo, in posizione
strategica geograficamente, rischia la marginalizzazione dal resto del mondo”.
Apre
con un paragone la conferenza stampa sul sistema dei trasporti nel Meridione il
presidente di Confcommercio Sicilia Pietro Agen, che si chiede allarmato quale
possa essere il progetto di sviluppo siciliano senza collegamenti.
“Come
presidente di Confcommercio Sicilia e come incaricato per le politiche del
Mezzogiorno di Confcommercio non posso che esprimere stupore per l’assordante
silenzio sotto cui sta passando, sia a livello nazionale che regionale, la
definitiva emarginazione del meridione d’Italia e della Sicilia con il
declassamento dell’aeroporto di Catania, l’addio all’alta velocità oltre
Napoli, la definitiva rinuncia al ponte sullo stretto. Stupisce che nessun
politico, a cominciare dal presidente della Regione Crocetta e per finire col
duo Letta – Lupi, passando per tutte le forze politiche, abbia compreso l’importanza
di battersi a livello europeo per evitare che si compia l’ultima follia
condannando definitivamente quel poco di imprenditoria che ancora resiste al
Sud”.
Senza
contributi europei non ci sarà per la Sicilia possibilità di sviluppo fino al
2025, vanificando le potenzialità di sviluppo del settore turistico, trainante
per l’economia dell’isola, e perdendo la possibilità di diventare piattaforma
logistica nel Mediterraneo. I costi dei trasporti incidono in maniera
spaventosa sul comparto commerciale; i tempi troppo lunghi danneggiano le merci
deperibili, cioè i nostri prodotti dell’agroalimentare, risorsa imprescindibile
su cui puntare per lo sviluppo economico della Sicilia.
“I
cinesi stanno finanziando il raddoppio del Canale di Suez – spiega Agen – per
incrementare i loro rapporti commerciali. Passando per il Mediterraneo puntano
all’Africa, dove stanno acquistando terreni e interi regioni per trasformare il
“continente nero” nel loro granaio dove sviluppare il settore agricolo. Le navi
cinesi si spingono fino allo Stretto di Gibilterra per risalire al nord Europa,
i loro flussi commerciali passano dal mediterraneo e la Sicilia potrebbe essere
una ottima base logistica".
"Purtroppo
la mancanza di programmazione penalizza lo sviluppo di tutto il Meridione e la
Sicilia ha perso la capacità di progettare. Per questo chiediamo ai governi
regionale e nazionale un tavolo di confronto per progettare il sistema
logistico più idoneo per la Sicilia, un piano di trasporti che sostenga lo
sviluppo del turismo e delle esportazioni, che attiri nuovi imprenditori per
investire nell’isola. Composta da pochi porti con un’unica autorità portuale,
dai quattro aeroporti dell’isola (Catania, Palermo, Trapani e Comiso),
autostrade e alta velocità. Tutto ciò richiede uno studio di fattibilità del
sistema logistico siciliano che al momento solo la Cina ha realizzato. E i
nostri politici dove sono?”
Targia, Priolo e Augusta chiudono. Anzi, diventano stazioni fantasma
Ferrovia,
un altro taglio, un altro passo indietro. Chiudono le stazioni di Targia,
Priolo e Augusta. Anzi no. Diventano stazioni fantasma. Scompare il personale
addetto alla circolazione dei treni: niente più capistazione, niente più
nessuno.
Di
stazioni "normali", sulla tratta Siracusa-Catania, rimane soltanto
Lentini. Ma tutti si aspettano il ! prossimo taglio anche lì.
Su tutto
aleggia il fantasma dell'ormai famoso contratto di servizio con le Ferrovie
dello Stato che la Regione siciliana, unica in Italia, non ha ancora firmato.
Ancora
una volta quindi si conferma che la madre di tutti i guai della Sicilia è la
Regione. E, con essa, la politica che la gestisce. Lanciano l'allarme Cgil e
Cisl, in persona rispettivamente del segretario provinciale responsabile del
settore industria Siracusa, Roberto Alosi, e del segretario generale di
Siracusa e Ragusa Paolo Sanzaro.
Cerca di
spegnere l'allarme l'ufficio stampa regionale di Trenitalia, richiesto per la verifica
della notizia. E dà rassicurazioni che peraltro hanno l'amaro sapore della
conferma. «La tecnologia avanza - afferma Renato Granato dell'ufficio stampa
regionale di Trenitalia - e l'azienda non può non tenerne conto. Deve
ammodernare l'organizzazione, introdurre le nuove tecnologie, adeguare il
personale, guardare avanti.
«Il
personale in esubero - assicura Renato Granato dell'ufficio stampa regionale
d! i Trenitalia - però non verrà licenziato né collocato in cassa interazione.
Sarà riprofessionalizzato e trasferito ad altri compiti o in altri luoghi di
lavoro». Di esuberi la Cgil ne calcola 15. Ma se ne temono di più. E,
naturalmente, il turn over rimane bloccato.
Qui però
non si capisce ancora che fine faranno platea di lavaggio treni e fossa di
manutenzione dello scalo merci Pantanelli. Politica e Regione tacciono.
Non si
sa nemmeno che fine faranno le biglietterie di queste stazioni fantasma. «Sarà
deciso a seconda del numero di viaggiatori e delle tecnologie utilizzabili caso
per caso» è ancora la risposta di Renato Granato. Risposta dal tono leggero,
"felpato".
Si
ripeterà l'amara esperienza di Avola, dove l'ex stazione ferroviaria, chiusa da
anni, è diventata covo di drogati e varia criminalità. L'ex sindaco
Giansiracusa avrebbe voluto acquistarla per realizzarvi il comando della
polizia municipale, con il relativo parco macchine, e una ministazione bus.
Ma il prezzo richiesto da FS fu talmente alto da scoraggiare il Comune.
La
tecnologia avanza, bisogna ammodernare tutto afferma l'ufficio stampa di
Trenitalia. Ma non si ammodernano i tracciati delle tratte. La Siracusa-Catania
attraversa ancora il polo petrolchimico. Ma per questo né Trenitalia né Rfi
(Rete ferroviaria italiana) fanno alcunchè.
Anni fa
per la Siracusa-Catania si era ripiegato su un progetto di gran lunga più
modesto, denominato di "velocizzazione": in pratica l'eliminazione di
qualche curva e di qualche tronco più o meno impervio sul tracciato esistente;
nulla di più. Ma non se n'è fatto nulla.
Sempre
anni fa l'allora sottosegretario Nicola Bono e il direttore generale delle
Ferrovie del tempo presentarono, in gran pompa a Noto, un altro progetto
preliminare per l'ammodernamento della Siracusa-Ragusa, una tratta rimasta
ancora al tempo dei Borboni: binario unico, tracciato tortuoso, carico di
passaggi a livello (a volte risultati mortali), senza elettrificazione con i
collegamenti affidati a elettromotrici e locomotori diesel.
Conseguenza
di tutto ciò: la gente abbandona la ferrovia, la movimentazione di persone e
merci rimane affidata al trasporto gommato, aumentano costi, inquinamento,
rischi. Conseguenza della conseguenza: per la perdita di passeggeri e merci,
Trenitalia considera queste tratte "rami secchi". E taglia.
Non
sarebbe così se ci fosse il contratto di servizio Ferrovie-Regione, nel quale
si stabilisce chi fa cosa, chi investe cosa. Non sarebbe così se ci fosse una
politica attenta ai problemi del territorio, della gente.
Il caso
emblematico di questo abbandono della questione ferroviaria da parte della
politica è citato da Bruno Maltese, presidente del Centro studi Don Sturzo:
«Nessuno dei candidati a sindaco nelle ultime elezioni - rileva Maltese - ha
inserito nel proprio programma la voce Ferrovia». E aggiunge ironicamente:
«Archimede disse ai siracusani: datemi un punto di appoggio e vi solleverò il
mondo; e i siracusani corsero a togliergli il punto di appoggio. Forse anche
quei siracusani erano dei politici di allora».
Incalza
Roberto Alosi della Cgil: «In questa provincia paghiamo amaramente l'assenza della
politica dai problemi del territorio. Qui ogni politico pensa soltanto a
tessere le proprie trame per assicurarsi un qualche posto di potere». In
pratica tutto si riduce a quel che diceva Trilussa: "Tutto si riduce a
parer mio levati tu che mi ci metto io".
salvatore
maiorca
La Sicilia - Sabato 19 Ottobre 2013 - Siracusa Pagina
30
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venerdì 18 ottobre 2013
ZONA JONICA: DISAGI FERROVIARI - I pendolari Fs sollecitano l’intervento di Bartolotta
S.
TERESA. Un’altra giornata nera, mercoledì, per il trasporto ferroviario sulla
tratta Taormina-Messina. soppresso il treno 12866 che partendo alla ore 5.10 da
Catania, dopo aver attraversato tutta la riviera jonica, dovrebbe raggiungere
Messina entro le 7.10. Un convoglio che trasporta centinaia di pendolari, soprattutto
dei vari centri jonici, che si recano nella città peloritana e nell’area dello
Stretto per lavoro. Notevoli i disservizi, ovviamente, in quanto la maggior
parte dei lavoratori è dipendente di enti pubblici che hanno degli orari di
apertura che devono essere rispettati. Una costante di disagi che continuano a
stressare i pendolari, in quanto, oltre a delle improvvise soppressioni,
giornalmente, su questa tratta, si perpetuano pure costanti ritardi che si
avvicinano a circa un’ora sul locale 12868, che partendo da Catania alle 5.46,
dovrebbe giungere a Messina alle 7.41 e sul diretto 3866 la cui corsa inizia a
Siracusa alle ore 5.05 con arrivo a Messina alle 7.50. Se a ciò aggiungiamo treni
sovraffollati e il problema metro ferrovia (tra Giampilieri e Messina) lo
stress che subiscono quotidianamente i pendolari è enorme. Per questo chiedono
con forza l’intervento dell’assessore regionale ai Trasporti, Antonino
Bartolotta.
PIPPO
TRIMARCHI - La Sicilia 18 ottobre 2013 Provincia Messina pag 37
Moretti: Nei piccoli centri vanno usati i bus e non i treni
Riteniamo ingiuste le affermazioni di Moretti al Saie di Bologna.
E’ doveroso fare presente che, ad oggi, sono proprio gli introiti del trasporto ferroviario regionale la voce più consistente nel bilancio di Trenitalia. E allora… continuiamo a chiudere le ferrovie da Salerno in giù, Isole comprese, in considerazione dei pochi investimenti effettuati per migliorare ed incentivare il trasporto regionale, in merito all’acquisto di nuovo materiale rotabile e all’ammodernamento delle infrastrutture. Ormai contano solo le ”Frecce” e l’alta velocità che non è per tutti. A nostro modesto parere, tale investimento è stato realizzato con i soldi di tutti i contribuenti italiani da sud a nord ma, a viaggiarci sono solo in pochi. Prendiamo spunto da queste dichiarazioni per invitare i governatori, i presidenti e i sindaci di tutt’Italia ad intervenire sulla questione, presso i Ministeri dei trasporti e del tesoro, per fare chiarezza sulle dichiarazioni dell’ad. Moretti, perché a parer nostro viene negato il diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione.
Giosuè Malaponti – Presidente Comitato Pendolari Siciliani
giovedì 17 ottobre 2013
Comitato Pendolari: Appello alle istituzioni per garantire il trasporto ferroviario in Sicilia
martedì 15 ottobre 2013
SICILIA TRA BEFFA E TRAGEDIE. UE, L'ISOLA ESCLUSA DAL SISTEMA TRASPORTI MA APPRODO DI MIGRANTI
Una
beffa, per certi versi amara, per altri tragica. Mentre la Sicilia è
dolorosamente al centro di quei viaggi che attraversano il Mediterraneo e fanno
tappa qui da noi con tragiche conseguenze, fatte di morte, dall'altra parte
apprendiamo, ecco l'amarezza, che l'Isola e con lei una parte del Sud,
rischiano di essere tagliati fuori dalla rete dei trasporti europei. Siamo
utili solo per accogliere i viaggi dei disperati del terzo mondo. Altro che
ponti, strade, ferrovie, porti, solo una semplice e precaria zattera per dei
poveri cristi. Un approdo per le carrette del mare con il loro carico di
dolore.
Se
questa è la triste realtà di oggi, sembra che nulla cambierà nel futuro, dato
che per quanto riguarda i viaggi di una vera speranza di sviluppo, la Sicilia,
secondo l'Europa, non è abilitata ad averli. L'allarme lanciato ieri proprio
sul nostro giornale dal prof. Francesco Russo, docente di trasporti e logistica
all'Università di Reggio Calabria, sembra più che giustificato. Anche perché
registra quella che da anni è la realtà: niente Ponte, tanto fantomatico da non
crederci più, ma nemmeno strade, porti, attraversamento multimodale dello
Stretto. A Tallin dal 16 al 18 di questo mese si discuterà delle reti europee
di trasporto. Un programma che vede ai margini la Sicilia e il Sud. Non
sappiamo ancora se la nostra Regione sarà rappresentata o, meglio, se l'Italia,
che sicuramente sarà presente, cercherà di fare apportare delle varianti a un
piano che, come si è detto, sembra destinato a penalizzarci. Si salverebbe, ma
era già previsto, l'alta velocità sulla Napoli-Bari. Oltre, ci sarà il deserto.
Anzi, rimarrà quel deserto che viviamo da decenni. Avevamo preventivato che con
la realizzazione della Napoli-Bari si sarebbe creato nei trasporti su rotaia,
una specie di «cintura di castità», oltre la quale sarebbe stato considerato
quasi uno stupro alla verginità di un territorio, Stretto di Messina compreso,
che secondo «interessati» ambientalisti nell'anno Duemila dovrebbe rimanere
tale.
La
speranza che qualcosa cambi sembra vana. La nostra classe politica è distratta
da liti che vanno da Roma a Palermo. Incurante del grave stato di crisi del
Paese. A Roma il Pdl si lacera per vedere chi prenderà il testimone
dell'azzoppato Berlusconi. Nel Pd Enrico Letta è assediato da nemici più che da
compagni, con un Renzi in piena transumanza da destra a sinistra, e viceversa,
del suo partito. I Cinque Stelle, che hanno avuto in febbraio un consenso
popolare fatto di gente senza partito, si destabilizzano da soli. A cominciare dal
capo Beppe Grillo. In Sicilia, Crocetta, a sua volta, vivacchia con una
maggioranza che non ha e, quindi, è costretto a continui maldipancia. Viene
spontaneo chiedersi: ma, allora, a Roma come a Palermo, chi ci governa?
Difficile la risposta.
Non
parliamo, poi, dei mass media. La Sicilia per loro fa notizia solo quando ci
sono di mezzo la mafia e, attualmente, i tragici sbarchi di migranti. Con
ecatombe, lacrime, e ipocriti discorsi di solidarietà. Per il resto interessa
poco, tranne statisticamente, l'arrivo di migliaia di uomini, donne e bambini
in cerca di aiuto. Che la Sicilia nel Mediterraneo sia frontiera e crocevia
allo stesso tempo dell'Europa, non lo si vuole capire. Ecco perché, come si è
detto sopra, le infrastrutture di cui necessita l'Isola sono un opzional. Letta
e Barroso arrivano a Lampedusa si inginocchiano, promettono e vanno via.
Passato il dolore tutto tornerà come prima. La Bossi-Fini, certamente occorre
correggerla, ma non deve essere un alibi per non fare niente. La contestata
legge serve solo per fare lunghi dibattiti. Il reato di clandestinità oggi è un
assurdo. Tra l'altro è difficile applicarlo. La procura di Agrigento, ad
esempio, ha dodicimila di queste pratiche, ma difficilmente riuscirà a
evaderle. Del resto, chi condanni? E perché? Perché chiedono aiuto? Addirittura
sono previste delle multe. Ma se quelli che arrivano, hanno, anzi avevano, solo
il denaro per pagare la mafia degli scafisti? Se non c'è la solidarietà di
tutte le nazioni, non solo europee, nel nostro mare i disperati continueranno
ad arrivare e, molti, a morire. Con un'altra beffa, agghiacciante: non siamo
neanche in grado di seppellirli.
Domenico
Tempio
La
Sicilia - Domenica 13 Ottobre 2013 - Prima Pagina, pagina 1
lunedì 14 ottobre 2013
Sicilia: potenziamento infrastrutturale e modifiche al programma di circolazione treni
Sulla
linea Palermo - Trapani, da venerdì 18 a domenica 20 ottobre.
Alcuni treni
sostituiti con autobus su parte del percorso
Modifiche
al programma di circolazione, durante il prossimo fine settimana, sulla linea
Palermo - Trapani.
Le
variazioni sono necessarie per consentire a Rete Ferroviaria Italiana
interventi per il potenziamento dell’infrastruttura nella stazione di Trapani.
Durante
il periodo dei lavori i collegamenti saranno sempre garantiti e, sul percorso
Paceco - Trapani e Marausa - Trapani, saranno attivati servizi sostitutivi con
autobus.
Informazioni
dettagliate, con l’indicazione dei treni interessati, gli orari e i punti di
fermata degli autobus, sono disponibili anche nelle stazioni, uffici assistenza
clienti, biglietterie e sugli altri canali informativi web del Gruppo FS
Italiane.
Palermo, 14 ottobre 2013
Fonte:
Fsnews (http://www.fsnews.it/cms-file/allegati/fsnews/14_10_2013_locandine_Palermo_Trapani.pdf)
domenica 13 ottobre 2013
Cancellati dalla rete dei trasporti europei
«Sino al
2050 né strade - dice il prof. Russo - né porti, né Ponte, né attraversamento
multimodale dello Stretto». Ci sono
limiti strutturali evidenti: grave cancellare il progetto Ponte e lo stop
silenzioso all'attraversamento multimodale dello Stretto
Catania.
Perplesso, molto perplesso. E, per la verità, a tratti anche sconcertato. Molto
sconcertato. Dal silenzio che avvolge, e travolge, il futuro della
infrastrutturazione della Sicilia e di buona parte dell'Italia meridionale, che
in buona parte coinvolge anche l'Isola. Un silenzio che suona già come una
beffa per un destino segnato. Il professor Francesco Russo, docente di
Trasporti e Logistica all'Università di Reggio Calabria, aggiorna la sua impietosa analisi su una situazione che si è quasi naturalmente cristallizzata, lasciando chiaramente intravedere il nulla là dove si sperava vi fossero strade, autostrade, ponti, ferrovie, tutto quel che servirebbe a questa terra, dunque al Sud dell'Europa, per cominciare a colmare quel gap secolare che ci divide e ci allontana dal resto del Continente. Il professore aggiorna alla luce dell'agenda dei lavori delle commissioni che per l'Ue si occupano, appunto, di rete dei trasporti.
Trasporti e Logistica all'Università di Reggio Calabria, aggiorna la sua impietosa analisi su una situazione che si è quasi naturalmente cristallizzata, lasciando chiaramente intravedere il nulla là dove si sperava vi fossero strade, autostrade, ponti, ferrovie, tutto quel che servirebbe a questa terra, dunque al Sud dell'Europa, per cominciare a colmare quel gap secolare che ci divide e ci allontana dal resto del Continente. Il professore aggiorna alla luce dell'agenda dei lavori delle commissioni che per l'Ue si occupano, appunto, di rete dei trasporti.
«Dal 16
al 18 ottobre si svolgeranno a Tallin le giornate di lavoro sulle reti europee
di trasporto. Vorrei ricordare questo appuntamento alla Regione Siciliana, ai
responsabili di Ferrovie dello Stato e Rfi, al Cas, all'Anas. Non saranno
giornate dedicate soltanto a discussioni, ma potrebbero essere determinanti
perché a seguire dovrebbe arrivare l'approvazione da parte del Parlamento
europeo di quel piano che ci vede fortemente penalizzati come Sicilia. Anzi, di
fatto, inesistenti. Se, come ha detto il Commissario europeo per i Trasporti,
Siim Kallas, ancora siamo solo ad un accordo di massima tra Commissione e
Parlamento e si attende che i governi dei Paesi dicano la loro prima di
arrivare all'accordo formale, allora è adesso, e non dopo, che possiamo far
sentire la nostra voce. E l'opposizione ad un programma che ci vede esclusi».
Spiega
il prof. Russo che siamo in sostanza tagliati fuori sia dalla rete portante
europea, la cosiddetta "rete core" sia dalla rete di secondo livello,
definita "comprehensive", organica. Tutti i fondi europei 2014-2020
saranno spesi sulla rete "core", mentre òa rete di secondo livello
sarà finanziata con i fondi degli Stati membri.
«I
documenti che abbiamo dicono chiaramente che ci sono gravi limiti per Sud
Italia e Sicilia: limiti strutturali, limiti della rete "core",
limiti della "comprehensive". I limiti strutturali possiamo riassumerli
in due gravi cancellature: l'attraversamento dello Stretto (né Ponte né
alternative multimodali), e Autostrade del mare. I limiti della
"core" sono tanti. Cito per il comparto ferroviario il fatto che la
Bari-Napoli diventerà high speed, mentre la Salerno-Messina-Catania-Palermo
sarà sino al 2030 (ma più probabilmente sino al 2050), conventional rail. Su
questo l'Europa dovrebbe dare chiarimenti a questa parte d'Italia, ma
dovrebbero darne anche Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta, perché sino all'anno
scorso tutti dicevano che, dopo l'intervento della Regione, il corridoio
Nord-Sud non avrebbe deviato a Napoli, ma sarebbe arrivato a Reggio e Palermo.
Infatti».
Infatti.
Molto ironico e molto amaro. Il prof. Russo aggiunge dati e valutazioni
tecniche che sono già agli atti, anche per la "comprehensive": la rete ferroviaria passeggeri non prevede collegamenti nell'area del Mediterraneo, cioè tra Ragusa, Gela, Agrigento. La rete autostradale non sono previste Catania-Ragusa, Catania-Gela, Nord-Sud, Agrigento-Palermo. Tra gli aeroporti, polemica già affrontata, Catania è solo "comprehensive", Comiso "runway".
tecniche che sono già agli atti, anche per la "comprehensive": la rete ferroviaria passeggeri non prevede collegamenti nell'area del Mediterraneo, cioè tra Ragusa, Gela, Agrigento. La rete autostradale non sono previste Catania-Ragusa, Catania-Gela, Nord-Sud, Agrigento-Palermo. Tra gli aeroporti, polemica già affrontata, Catania è solo "comprehensive", Comiso "runway".
«A
questo punto c'è da chiedersi chi dovrebbe intervenire per porre rimedio in
tempo a questo deficit. Certo non lo farà Bruxelles, che ha già deciso. Quindi
toccherebbe a Palermo in primis e al governo nazionale a seguire o
contestualmente. Ma anche Comuni e Province dovrebbero farsi sentire».
Invece,
stando agli inviti uffficiali e agli annunci, a Tallin non dovrebbe esserci
nessuno a sostenere le ragioni della Sicilia, quanto meno non le istituzioni
che il professore chiama a raccolta. Ma bisognerebbe anche capire, invece, chi
sarà a Tallin. Per esempio? Paolo Costa, ex sindaco di Venezia e attuale
presidente dell'autorità portuale di quella città. Mario Togliani, che
rappresenterà il Ministero dei Trasporti, che è però anche presidente del
Registro Navale di Genova. E Lorenzo Forcieri, presidente dell'Autorità portuale
di La Spezia. Chi volete che pensi ad Augusta? Chi a Pozzallo? Chi a quel piano
B che nel 2003 era stato elaborato come alternativa al Ponte sullo Stretto di
Messina. A proposito: che fine ha fatto, appunto, l'attarversamento
multimodale? Se lo chiede il professor Russo.
«Già,
che fine ha fatto? Eppure, considerato che l'Europa e l'Italia ad oggi hanno
bocciato l'idea del Ponte, non sarebbe stato giusto prendere immediatamente in
considerazione quel progetto? Certo che sì, anche perché c'era un investimento
di circa 2 miliardi che prevedeva nuovi approdi a Villa San Giovanni e una
bretella con il raccordo della A3. Altri approdi a Messina a Tremestieri, dove
oggi ce ne sono solo due, ma ne funziona appena uno. E poi l'impegno per nuovi
traghetti capaci di caricare i treni senza dovere perdere tempo a tagliare e
rimontare. Aggiungo che, volendo fare i conti anche con le ricadute
occupazionali, questi interventi prevedevano un incremento di altri 400
lavoratori da aggiungere all'impegno fisso dei 1200 che operano nello Stretto
oggi». Attraversamento multimodale, che fine ha fatto? Se lo chiede il prof.
Russo, se lo chiedono ogni giorno centinaia di camionisti che, al 70%, passano
lo Stretto provenenti dalle province di Ragusa, Siracusa e Catania, pagando un
prezzo sempre più alto e la perdita progressiva di competitività con il resto
d'Europa. Quella che festeggerà a Tallin la prossima settimana gli anni a
venire della grande infrastrutturazione. Bella roba, ma solo per loro.
Andrea
Lodato
La Sicilia - Sabato 12
Ottobre 2013 - Il Fatto, pagina 3
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