mercoledì 24 luglio 2013

Il presidente dell'Ast, Dario Lo Bosco, chiarisce il senso delle dichiarazioni del governatore

Palermo. Il presidente dell'Ast, Dario Lo Bosco, chiarisce il senso delle dichiarazioni del governatore Rosario Crocetta: «L'Ast non diventerà una nuova compagnia aerea - spiega Lo Bosco -. Il gruppo Ast, semmai, essendo interamente partecipato dalla Regione, interverrà con tutte le proprie competenze per coordinare lo sviluppo di un sistema di trasporti integrati capace di offrire servizi completi ai turisti in arrivo all'aeroporto di Comiso, affinchè l'intera Sicilia Sud-Orientale sia servita in maniera ottimale e possa inserirsi adeguatamente nei circuiti internazionali».
Il primo passo, secondo Lo Bosco, riguarda l'Ast che si occupa di autolinee di trasporto passeggeri su gomma: «Attiveremo nuovi collegamenti in pullman fra l'aeroporto di Comiso e le altre città, affinchè i turisti che atterrano in questo scalo abbiano la possibilità di muoversi agevolmente e di raggiungere tutte le principali mete dell'Isola. Altrimenti, se da Comiso non si può andare da nessuna parte, resta uno scalo morto e poco appetibile».
Il presidente dell'Ast si sofferma poi sulla parte relativa ai collegamenti aerei: «Ast Aeroservizi, società controllata dall'Ast e quindi interamente a capitale regionale, che in atto gestisce l'aeroporto di Lampedusa, si occuperà del coordinamento di tutti i vettori low cost su Comiso, in sinergia con l'aeroporto di Catania, per fare crescere entrambi gli scali incrementando i collegamenti e facendo sì che a questi si aggiungano anche i trasporti intermodali (ferroviari, stradali e marittimi) che rendano possibile una completa capacità di viaggiare per tutto il distretto centrale e sud-orientale dell'Isola».
Il presidente dell'Ast affronterà, infine, sempre per Comiso, «la questione della dichiarazione di aeroporto di terzo livello, grazie alla quale si potranno attivare collegamenti aerei regionali e di breve gittata, al fine di assicurare la continuità territoriale a chi atterra qui. Da questo scalo, in sostanza, deve essere possibile per un passeggero proseguire su un altro volo verso altre città italiane e dell'area mediterranea. In sintesi, le mete non raggiungibili in coincidenza da Catania devono potere essere servite da Comiso».
michele guccione -
La Sicilia - Martedì 23 Luglio 2013 Il Fatto, pagina 2

«Macché aerei e roulette l'emergenza è sociale» Distanza fra gli Annunci del Palazzo e la gente disperata.

Ma tra il sindaco M5S e il presidente della Regione c'è dialogo.
Ragusa. Al signor Pippo, operaio edile disoccupato da due anni e mezzo, della compagnia low cost e dei casinò non sembra importagliene più di tanto. Anzi, per citare pedissequamente le sue parole, «nun mi ni futti ‘n ca... ». Ed è proprio nell'attesa, davanti al municipio di Ragusa, che cogli il senso della distanza fra gli annunci di palazzo e il ventre della gente disperata. Aspettando la giunta regionale, in arrivo a conclusione del tour ibleo. Una fantasmagorica macchina dei sogni che stupisce con effetti speciali - "mettere le ali" alla moribonda Ast come nel celebre spot di quell'energy drink, ma anche disseminare case da gioco per attirare ricchi turisti ludopatici in Sicilia - e che forse non sta più ascoltando la sofferenza dei siciliani. E dire che proprio l'esperienza di Ragusa, che ha dato un calcio nel sedere a tutti i partiti per diventare la seconda città "grillinizzata" d'Italia dopo Parma, dovrebbe essere un monito.
E se passi qualche minuto in piazza capisci perché qui le cose sono andate in un certo modo. C'è il giovane sindaco, Federico Piccitto, che passeggia e parla con tutti. Con il comitato spontaneo degli indigenti, quelli a cui è stato tolto il sussidio e che ora spulciano nell'iPad dei nuovi amministratori tutte le voci degli sprechi comunali, di quel contributo dato a quella festa piuttosto che a quella frazione marinara o a quell'associazione amica della vecchia amministrazione. «Io ho votato per i grillini - ci dice Pippo - e non me ne sono pentito, perché con questi ragazzi ci si può parlare, non si sono montati la testa». Anche perché, aggiunge una signora bionda che ha appena presentato il proprio bimbo biondo al neosindaco, «qui la situazione sta esplodendo, se non ci danno un minimo per campare scoppia ‘u ‘nfernu». Più in là c'è Pippo Gurrieri, del Cub Trasporti con maglietta No Muos, che vuole chiedere a Crocetta «un impegno, nel nuovo contratto di servizio con Trenitalia, per le ferrovie a Ragusa e provincia». Ovvero: «Non sopprimere il trasporto per gli studenti disabili, investire sulla metropolitana leggera, ripristinare il Treno Barocco»; ma soprattutto «non buttare in mezzo a una strada nemmeno un lavoratore». E poi c'è una rappresentanza dipendenti del Cnos-Fap: 300 in tutta la Sicilia da 20 mesi senza stipendio. «Noi chiediamo soltanto quello che ci spetta - dice con estrema dignità Gianni Iurato - per aver formato 2.700 ragazzi in 135 corsi l'anno. La formazione professionale in Sicilia è nell'occhio del ciclone, ma non si può buttare l'acqua sporca con tutto il bambino, qui c'è in gioco il pane di centinaia di persone oneste». Arriva l'assessore Nelli Scilabra, incontra cinque di loro. E intanto i grillini iblei parlano con la gente senza barriere. Ma senza fare promesse: «No, signuruzza - dice un collaboratore del sindaco a una donna che gli ha appena chiesto un «pusticeddu» per il figlio - questa cosa non si può fare. Ma con il reddito di cittadinanza anche suo figlio potrà avere un minimo».
Quale sarà l'accoglienza, nella capitale siciliana dei 5 Stelle, per il governatore che, inforcando il suo Megafono, si è autodefinito «più grillino dei grillini»? Fredda, dagli esponenti del Pd. A partire da Mario D'Asta, capo dei renziani iblei, che contappone un fuoco (amico) di sbarramento: «Non condividiamo le sue operazioni di trasformismo, penso che i congressi potranno chiarire molte cose». Eppure anche dentro il Pd c'è chi potrebbe rappresentare l'anello di congiunzione fra il gracchiare del Megafono e la pancia dell'elettorato che ha tradito il partito per votare il candidato di Grillo. Per fare nome e cognome: Valentina Spata, giovane democratragusana di "tendenza Civati", passata agli onori della cronaca nazionale per la sua (lungimirante) scelta di dissociarsi dalla gioiosa macchina da guerra di tutti i partiti, compreso il suo, contro Piccitto. «Io invece l'ho votato, così come hanno fatto tanti altri del Pd». E come sono state queste prime settimane nella Ragusa "departitizzata"? «La nuova amministrazione - dice Spata, che è anche assistente dell'assessore Scilabra - ha dimostrato voglia di fare, determinazione e competenza». E dopo la coraggiosa dissocazione prima del ballottaggio, c'è un'ipotesi che il "Pd 2.0" possa allearsi con Piccitto? Risposta diplomatico-ammiccante: «Noi siamo a disposizione per contribuire, da parte di Piccitto c'è la massima apertura. C'è un bel dialogo, con rispetto e ascolto reciproco, ci basta questo».
Il capogruppo del M5S all'Ars, Giancarlo Cancelleri, cerca un cestino per la "differenziata" del mozzicone di sigaretta appena spento. «Federi' - dice scherzosamente al sindaco - ma ora ci vogliono i raccoglitori delle cicche per tenere la città più pulita, altrimenti che abbiamo fatto, niente? ». Cancelleri, assieme agli altri componenti della commissione Attività produttive all'Ars, ha appena concluso una serie di incontri con le categorie produttive. «C'è un grido unanime di disperazione che arriva dall'agricoltura e dalla zootecnia di una città e di una provincia che sono sempre stati un traino per la Sicilia. Bisogna ascoltare, mettersi a studiare con umiltà e poi tornare da questa gente con proposte concrete e fattibili». Lo provochiamo sull'arrivo del governatore-rivoluzionario nella "Grilloland" sicula e Cancelleri replica: «Non c'è bisogno di portatori di rivoluzione, qui i ragusani l'hanno già fatta, la rivoluzione. Pensi piuttosto ad aiutare questa città a risolvere i problemi ereditati dal passato, recente e non».
Ma cosa chiederà il primo cittadino a Crocetta? «Di trasformare in fatti concreti la disponibilità e l'apertura che ci ha già dimostrato negli incontri che abbiamo avuto. Ragusa è una città con grandi difficoltà finanziarie aggravate dai ritardi nei trasferimenti della Regione, una città in cui l'emergenza sociale non è più sotterranea ma esplosiva e in superficie». Eppure il sindaco grillino guarda con ottimismo a «una Ragusa che ha progetti di cambiamento, a partire dall'energia e dall'urbanistica». Ma ricorda il mantra: «La priorità è risolvere l'emergenza sociale, non dimentichiamolo mai».
Arriva Crocetta. Che s'è appena congedato dal simpaticissimo sindaco-mignon di Comiso, Filippo Spataro. Jeans e polo bianca a maniche corte, ammette: «Mi sono messo la fascia, perché se no appena arrivano il presidente e gli assessori manco ci credono che sono il primo cittadino». Arriva il governatore che saluta con affetto sincero il padrone di casa ragusano. A Piccitto un colpo di carota («un sindaco bravo e innovatore, che si sposa con la mia linea di governo») e poi uno di bastoncino («se lui è un sindaco a cinque stelle io sono un presidente a sette stelle»). Con i giornalisti Crocetta dal suo sacco di doni tira fuori la guerra ad Alitalia e più roulette per tutti. La giunta a Ragusa discuterà anche una delibera per mettere in rete il meglio della ceramica siciliana. Se il signor Pippo, l'operaio disoccupato, ricordasse il sussidiario potrebbe avere un déjà vu: quello della regina Maria Antonietta che, alla vigilia della rivoluzione francese, invocava le brioche per chi implorava il pane. Ma il signor Pippo non l'ha studiata, la storia. E poi ci sono già troppe birre, dentro il suo corpo di potenziale rivoltoso, a stoppare la sua corsa verso la Bastiglia del caciocavallo.
Mario Barresi
- La Sicilia - Martedì 23 Luglio 2013 - Il Fatto, pagina 2

twitter: @MarioBarresi

L'Ast "vola", ma è senza benzina. Perplessità sull'operazione. Crocetta: «Ma non comprerà aerei».

Stancheris: «Comiso, piano industriale di Pulvirenti»
Comiso. Far volare l'Ast? Qualcuno dell'entourage della giunta regionale itinerante - con rispetto parlando - l'ha definita «una crocettata di mezz'estate». Eppure l'effetto-choc della proposta del governatore Rosario Crocetta - voli low cost affidati all'Azienda siciliana trasporti «per vincere il ricatto di Alitalia che fa pagare ai siciliani 400 euro per un biglietto di sola andata per Roma» - ha già fatto centro a metà mattinata. Il presidente stuzzica subito la curiosità dei giornalisti annunciando «una notizia bomba che ho il piacere di dare nella terra iblea che si attende sviluppo dall'aeroporto di Comiso». E poi dà una definizione come se volesse consegnare questa giornata ai libri di storia della Sicilia: «Questo è un atto rivoluzionario e insurrezionale, un esempio vero di autonomismo in difesa dei cittadini».
Ma una cosa è l'annuncio e un'altra è la messa in pratica della rivoluzione "aerea" di Crocetta. Il punto è: come si fa a mettere le ali all'Ast, una partecipata regionale con un bilancio-colabrodo (anche ma non soltanto per i debiti della stessa Regione), tanto più in un mercato, quello delle compagnie low cost, che sforna fallimenti uno dietro l'altro? Il presidente, appena sceso nella piazza del municipio di Comiso, sostiene che «l'Ast non deve certo comprare aerei e poi è il momento di mettere "in bonis" una società, che ha sofferto anche perché i precedenti amministratori regionali le hanno dato le corse più scarse per affidare quelle più produttive ai privati, mentre noi dobbiamo invertire questa tendenza».
Ma non sono pochi a dubitare della fattibilità dell'operazione. La persona che avrebbe la più diretta competenza in materia - l'assessore regionale alle Infrastrutture, Nino Bartolotta - si sfila elegantemente dall'imbarazzo di spiegare come mettere le ali all'Ast con un «la questione è gestita direttamente dal presidente, che ha lanciato l'idea e che la seguirà in prima linea nei prossimi giorni, con il nostro sostegno». E infatti oggi alle 18 ci sarà un incontro fra i componenti della giunta regionale interessati al progetto («praticamente quasi tutti», ridacchia Crocetta) e i vertici dell'Ast. «In effetti - ammette l'assessore regionale al Turismo, Michela Stancheris - questa può essere la chiave di volta per rilanciare il turismo, incrementando soprattutto le presenze degli italiani, spesso spaventati dalle inarrivabili tariffe dei voli da e per la Sicilia».
Agli "azzeccanumeri" - in testa l'assessore all'Economia, Luca Bianchi - il compito di capire come far decollare un carrozzone che aveva accumulato il credito record di 48,6 milioni da Palazzo d'Orléans e che a inizio del 2013 aveva 40 vetture ferme per mancanza di manutenzione, i lavoratori pagati con difficoltà e i creditori (Bnl, soprattutto, ma anche i fornitori di gasolio e manutenzioni) alle calcagna.
E allora come si concilia tutto ciò con l'annuncio di Crocetta («vogliamo fare presto e bene») sull'imminenza dell'operazione Ast? Una chiave di lettura, suggestiva e allo stesso tempo realistica, la fornisce l'assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri: «Potrebbe essere una provocazione positiva, un atto clamoroso che innesca un meccanismo virtuoso. In questo modo il presidente Crocetta ha innanzitutto messo in mora Alitalia e le principali compagnie su un problema reale, che è quello delle tariffe. Io sono convinta che Crocetta voglia andare in fondo a questa storia, ma è già un risultato aver dato un segnale chiaro alle compagnie, che adesso sono costrette a prendere in considerazione la denuncia della Regione, magari sedendo al tavolo col governatore. E poi è anche un messaggio agli imprenditori nazionali e non solo: in Sicilia c'è qualcosa che si sta muovendo. E non è detto che la low cost debba essere soltanto a totale capitale pubblico». Tanto più che l'assessore Stancheris rivela «un piano industriale che l'ex presidente di WindJet, Pulvirenti, ha presentato per Comiso, un documento che vorrei leggere al più presto».
Ma c'è chi - come il capogruppo del Movimento 5 Stelle all'Ars, Giancarlo Cancelleri - è piuttosto dubbioso: «Non vorrei che quest'ennesimo annuncio a effetto del presidente nascondesse la replica del "modello Alitalia" in salsa siciliana, con Crocetta nei panni di Berlusconi e un paio di suoi amici di Confindustria Sicilia nelle vesti di Colaninno. Magari con i privati che prendono il meglio della società per fare affari, mentre i debiti della "bad company" finiscono tutti sul groppone dei siciliani».
Mario Barresi – La Sicilia -
Martedì 23 Luglio 2013 - Il Fatto, pagina 3
twitter: @MarioBarresi

martedì 23 luglio 2013

Regione Sicilia, Rosario Crocetta: “Voli low cost in Sicilia con l’Ast, sì ai casinò di Cefalù e Taormina”

Non si è ancora spenta l’eco delle polemiche dopo gli attacchi ai vertici regionali del Partito democratico in Sicilia, che il governatore Rosario Crocetta lancia altre due provocazioni annunciando voli low cost nell’isola con l’Ast, l’Azienda siciliana trasporti, contro il “predominio di Alitalia che impone tariffe troppe alte”, e l’apertura di tanti casinò: “Ne parlerò con il ministro dell’Interno – ha detto – tutto ciò perché la Sicilia deve diventare il luogo turistico più importante d’Europa”.
L’idea di aprire casinò a Taormina e Cefalù l’aveva rispolverata ieri il suo assessore al Turismo, Michela Stancheris, ora Crocetta conferma che le case da gioco potrebbero diventare presto realtà nell’Isola: “Sono favorevole ma Stancheris è bergamasca, dunque io aggiungo che prima bisogna preparare dei protocolli anti-riciclaggio”.
Annunci che hanno scatenato una valanga di reazioni, tra cui quella del senatore Vincenzo Gibiino, capogruppo del Pdl in commissione Lavori pubblici e comunicazioni: “Questa volta – dice – tocca ad Alitalia subire gli strampalati umori del presidente Crocetta, che con le modalità inopportune alle quali ci sta tristemente abituando, sta portando la nostra Sicilia verso l’isolamento. Per migliorare l’accesso turistico all’Isola, e per favorire gli spostamenti dei siciliani da e per le principali città dello stivale, è senza dubbio necessario aprire un dialogo con le compagnie, Alitalia in primis, ma senza out out nei confronti di alcuno. Il difficile momento vissuto dai vettori aerei, pesantemente colpiti dalla crisi e dai rincari del carburante, non deve essere sottovalutato. Serve concertazione, la Regione la smetta di dichiarare guerre e impari ad ascoltare tutti gli interlocutori”.
Anche il segretario nazionale della Filt Cgil Mauro Rossi mostra qualche perplessità: “Ho paura che anche Crocetta stia per aggiungersi all’elenco di amministratori locali che drogano il mercato del trasporto aereo italiano utilizzando denaro dei contribuenti siciliani a favore di pirati come Ryan Air. I siciliani come del resto tutti gli italiani avrebbero l’esigenza di un trasporto aereo di qualità con costi ragionevoli, nel rispetto però della trasparenza dell’utilizzo di denaro dei contribuenti che hanno già versato tasse locali che si aggiungono al costo del biglietto”. “Il nostro paese – conclude – in una sola parola ha bisogno di regole e di un ministro dei Trasporti che voglia occuparsi di una industria fondamentale abbandonata alla illegalità”.
Mentre sull’altro fronte il segretario dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina, ritiene che “la proposta di aprire numerosi casinò in Sicilia è vergognosa. Crocetta dovrebbe occuparsi di come creare posti di lavoro nell’isola e non dovrebbe correre il rischio di aiutare la criminalità organizzata nel riciclaggio di denaro sporco”.
Scritto da Redazione Canicatti Web Notizie il 23 luglio 2013, alle 07:31

Il Governatore Siciliano Crocetta dichiara guerra ad Alitalia «Tariffe allucinanti, faremo da soli»

Una delibera per dirottare i passeggeri a Comiso. Pronto ad aprire il casinò di Taormina e candidarsi alla segreteria Pd.
Dopo aver dichiarato guerra al suo partito ora il governatore siciliano Rosario Crocetta prende di mira anche l'Alitalia «colpevole» di penalizzare la Sicilia e il suo turismo con una politica tariffaria «allucinante». Non a caso la dichiarazione arriva da Ragusa, a pochi chilometri dall'aeroporto di Comiso, operativo da qualche mese per servire quella fetta di Sicilia con l'operatività di vettori low-cost. «Faremo una delibera di giunta rivoluzionaria -ha annunciato il governatore siciliano- vogliamo fare quasi un atto insurrezionale contro il mercato monopolistico dell'Alitalia. Daremo mandato all'Ast (l'Azienda siciliana trasporti) per sottoscrivere accordi con vettori low cost su Comiso, lo faremo per salvare la Sicilia tutta. L'Alitalia ha rovinato il turismo in Sicilia, con tariffe allucinanti».
PUNTARE SU COMISO - In effetti le tariffe praticate dall'Alitalia per i collegamenti da e per la Sicilia, soprattutto nei periodi più caldi dell'anno, sono spesso fuori dalla portata di un normale passeggero. E dunque il presidente della Regione siciliana ha gioco facile quando invita gli utenti isolani alla mobilitazione: «Paghiamo costi impressionanti» . Un po' meno chiaro è capire come concretamente la delibera di Crocetta contribuirà a calmierare i costi del trasporto aereo in Sicilia.
UNA COMPAGNIA PUBBLICA? - Il governatore vorrebbe puntare tutto sull'Ast, che è un'azienda pubblica controllata dalla Regione siciliana, ma che al momento si occupa esclusivamente di traffico su gomma. L'azienda, secondo le intenzioni del governatore, potrebbe presto opererà anche negli aeroporti siciliani, a cominciare proprio da Comiso (Rg). Oppure Crocetta punta solamente ad agevolare i trasferimenti in autobus verso lo scalo di Comiso per consentire ai passeggeri di usufruire delle tariffe delle compagnie low-cost che operano in quello scalo? Si vedrà. Per il momento il governatore promette: «Con l'attività dell'Azienda siciliana trasporti certe tariffe saranno soltanto un ricordo. Così faremo decollare anche lo sviluppo della sicilia».
APRIRE IL CASINO' - Per non farsi mancare nulla Crocetta interviene anche sul vecchio tema dell'apertura del casinò di Taormina. Un tema sul quale è recentemente intervenuta il suo assessore al turismo. «La questione sollevata dall'assessore Stancheris, è molto giusta -afferma Crocetta- . Oggi le famiglie sono distrutte dal gioco, ci sono moltissimi casi di ludopatia, il gioco del casino e meno rischioso perché ci vanno i ricchi. Noi dobbiamo smetterla di dire che tutto ciò che accade in Sicilia è mafia». E insiste: «il riciclo del denaro sporco accade a San Marino, non in Sicilia, dove predisporremo una task force di legalità intorno ai casinò che apriremo sicuramente. Tanti casinò, oltre a Taormina e Cefalù, anche Falconara, ad esempio. Ne parlerò con il ministro all'Interno. Tutto ciò perché, anche grazie all'assessore Stancheris, la Sicilia deve diventare il luogo turistico più importante d'Europa». Dichiarazioni destinate ad accendere altre polemiche.
CANDIDATO ALLA SEGRETERIA - E pare pronto anche la candidarsi alla segreteria nazionale del Pd. Lo rivela uno dei suoi fedelissimi, l'assessore alla formazione Nelli Scilabra. «Sì, lo confermo - spiega Scilabra - e lo dichiaro per la prima volta: mi candido alla segreteria regionale del Pd, in ticket con il presidente Crocetta che mi ha promesso di sostenermi, candidandosi alla segreteria nazionale».
fonte: Corriere - politica 

Il caro tariffe. La compagnia di bandiera rafforza il suo monopolio e mantiene prezzi altissimi

Ma l'Alitalia non vive senza la Sicilia.
Catania. Il monopolio Alitalia aumenta la pressione. Blue Panorama è in situazione di concordato preventivo e questo di conseguenza allarga la potenza di fuoco di quella che chiamiamo ancora la compagnia di bandiera. Blue Panorama nonostante la precaria situazione in cui si trova continua a volare come può, con pesanti ritardi, nella speranza di poter fare cassa nei mesi estivi nel mentre i creditori attendono. Ha pure ordinato dei nuovi 737. Ci auguriamo che riesca a proseguire l'attività perché prima era una compagnia affidabile e a prezzi ragionevoli, una buona alternativa all'Alitalia.
Ho dato ieri un'occhiata alle tariffe, e siamo sempre lì, non è cambiato nulla. Nonostante la nostra campagna contro l'Alitalia che mette le mani nelle tasche dei siciliani, se domani vuoi andata e ritorno Catania-Roma-Catania ti costa 381 euro, con i diritti di agenzia vai a 400 euro. E queste sono tariffe capestro sullo stesso piano di tanti anni addietro quando Alitalia strangolava i passeggeri. Sostanzialmente siamo tornati indietro di vent'anni, quando non c'erano ancora le low cost. E' chiaro che stiamo parlando di tariffe che riguardano voli presi all'ultimo momento, diciamo «last minute», quando non hai tempo di programmarti, e che pure dovrebbero essere quelli a più basso costo.
Fa poi rabbia che il Roma-Milano costa appena 51 euro, anche se capisci che questo è dovuto al fatto che su quella tratta le compagnie aeree hanno la fortissima concorrenza dei treni veloci delle Ferrovie dello Stato e di Ntv di Montezemolo-Della Valle. La Sicilia paga due volte la sua marginalità geografica, e la pagherà ancora a lungo perché nessuno vuole mettere mano alla Tav da Salerno in giù e al Ponte sullo Stretto. Almeno avessimo lo sconto del 30% come i sardi in base alla continuità territoriale che per noi non vale perché attraversiamo lo Stretto a piedi dietro Mosè.
Vorremmo che il presidente Crocetta e gli altri assessori interessati si occupassero delle tariffe aeree che frenano anche il comparto turistico. Secondo una statistica di Confesercenti, solo il 13% dei turisti scende al Sud. Questi dati mi sembrano un po' fasulli perché Taormina, Siracusa, Noto sono affollate persino di indonesiani, i nuovi ricchi, ma certo le tariffe troppo alte non agevolano l'arrivo in Sicilia.
Il fatto è che bisogna rovesciare il ragionamento: è vero che la Sicilia ha bisogno di Alitalia, ma è altrettanto vero che Alitalia ha bisogno della Sicilia. Se non avesse gli slot su Fontanarossa e su Punta Raisi fallirebbe in sei mesi. Questo non lo vuole nessuno, anche se porta la responsabilità di avere dato l'ultima spinta per far cadere nel vuoto Wind Jet, unica compagnia siciliana in campo. Quindi non è affatto vero che l'Alitalia abbia il coltello dalla parte del manico, ce l'ha pure la Sicilia, solo che non lo sa usare, o che ancora non ha voluto usarlo. Qualcuno dice: ma se Ryanair e Easy Jet fanno volare a basso prezzo e dominano il mercato a loro piacimento perché non gli apriamo le porte? Non è così facile, il gioco può riuscire solo con gli aeroporti minori, perché soprattutto Ryanair vuole essere pagata dalle società che gestiscono gli aeroporti, e la Sac di Fontanarossa (-7 milioni e passa, soprattutto per la Katane che fa l'handling) e la Gesap di Punta Raisi stanno in rosso, non profondo, ma sempre rosso è. Ci sarà da spiegarlo a Crocetta il quale dice: «Ma io vedo i nostri aeroporti sempre affollati e poi mi dicono che ci sono difficoltà di bilancio. Non capisco». Nemmeno noi.
Tony Zermo La Sicilia - Domenica 21 Luglio 2013 I FATTI, pagina 10

Passante ferroviario di Palermo

Passante Ferroviario | La nuova galleria a Cardillo

Pubblicato 22 Luglio 2013 | Da antony977
Vi mostriamo alcune immagini della nuova galleria attualmente in costruzione  a Cardillo, e che permetterà di interrare definitivamente la linea ferroviaria. Sul lato valle, il binario in superficie scorre già sopra la soletta della galleria sottostante.
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Visuale in direzione Tommaso Natale. Da qui, la linea già interrata, proseguirà fino alla stazione di Tommaso Natale.
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Visuale in direzione della fermata Cardillo. La linea è già col piano del ferro già ribassato,
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Particolare della trincea ferroviaria.
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martedì 16 luglio 2013

Un semestre, gennaio-giugno 2013, di disagi e disservizi per i pendolari jonici

Da alcuni disservizi avvenuti il nel mese di gennaio ed in modo particolare il 17 gennaio 2013, l’ufficio stampa di Trenitalia sulla nostra denuncia degli enormi disagi all’utenza, ebbe a dichiarare che era un caso sporadico. 
Da questa dichiarazione di Trenitalia, ho ritenuto opportuno iniziare il monitoraggio dei treni che giornalmente transitano sulla dorsale ionica Messina-Catania-Siracusa nel semestre gennaio-giugno. 
L’indagine, per il suo scopo dilettantistico e di curiosità, nonché per ovvi motivi di organizzazione e tempo, è stata limitata al monitoraggio dei treni nei soli giorni lavorativi.

La tabella seguente mostra più specificatamente la distribuzione dei 6.538 treni monitorati secondo la puntualità, oppure se arrivati a destinazione prima dell’orario previsto, o se soppressi.
Sul totale dei 6.538 treni monitorati, il 53,26% dei treni è arrivato in ritardo (3.482 treni),i treni arrivati in anticipo sono 2.200 (33,65%) vale a dire che ogni giorno un treno su tre arriva prima dell'orario previsto e l’11,41% (746) di treni in orario.

Il dato riscontrato, apparentemente non
significativo se considerato in maniera assoluta, ci ha consentito di calcolare nel corso del rilevamento, il numero di Km/treno soppressi. Nel semestre esaminato, la tratta ferroviaria oggetto della rilevazione è stata privata di quasi 10 mila Km/treno, forse di più se la nostra indagine fosse stata estesa anche ai treni nelle giornate non lavorative.

Quasi la metà dei treni è sempre in ritardo. Per Trenitalia il ritardo sino a cinque minuti non viene considerato come ritardo. 1958 sono i treni in ritardo entro i 5 minuti pari al 56,23%.
In particolare 608 treni, pari al 17,46%, hanno ritardato fino a 10 minuti, 492 treni (il 14,13%) fino a 20 minuti, e ben 424, cioè il 12,18% è arrivato a destinazione con oltre 20 minuti di ritardo.
Un eventuale dato cumulativo dimostrerebbe che nel primo semestre di questo anno, ben 1.524 treni sono arrivati con un ritardo superiore ai 5 minuti, che sommato ai 110 treni soppressi, porta il totale a 1.634. Questo numero rapportato ai 6.538 treni presi in esame, rappresenta esattamente il 25% del totale: in sostanza ogni giorno un quarto dei treni non rispetta la dovuta puntualità.
Da gennaio a giugno i pendolari della tratta Messina–Catania–Siracusa hanno perso a causa dei ritardi accumulati dai treni 32.421 minuti, pari a oltre 540 ore sottratte soprattutto alle proprie attività di lavoro o di studio ed alle proprie famiglie se in fase di rientro dal lavoro.
Parallelamente i minuti di anticipo nello stesso semestre esaminato sono stati 6.649, equivalenti a circa 111 ore.
Chi controlla l’operato di Trenitalia?
I 9112 km/treno soppressi dovranno essere rimessi in esercizio? Verranno pagati comunque?
Chi di competenza dovrà, se previsto, sanzionare l’operato di Trenitalia?

Questi sono solo alcuni dei quesiti per i quali chiediamo risposte certe ed esaustive da parte degli organi competenti. 
I risultati sono alquanto evidenti ed in molti casi la situazione è anche più drammatica in quanto, a questi allungamenti si sommano i continui ritardi che molte delle volte, vista la troppa elasticità della traccia oraria, diventano anticipi azzerando così gli stessi ritardi. Dalla nostra analisi effettuata, abbiamo calcolato che è possibile ridurre i tempi di percorrenza almeno di un 10-15%, ovvero di 10/15 minuti per ogni traccia oraria.
Allungamenti che si manifestano in tutta la loro drammaticità con i vari cambi di orario e fanno seguito a scelte strane e sconsiderate sul trasporto pubblico ferroviario siciliano, andando a penalizzare persino i treni diretti e, per di più un treno viene considerato “puntuale” pur avendo un ritardo compreso tra i 5 minuti.
Si da molto spesso la precedenza, sulla pelle di centinaia di migliaia di pendolari, che costituiscono la stragrande maggioranza dei viaggiatori giornalieri, a treni Intercity, Espressi, e persino ai treni merci.
Per i pendolari siciliani viaggiare è sempre più un'odissea, sui treni ormai si bivacca visti i lunghi tempi di attesa nelle varie fermate 3/10 minuti di attesa, vedi stazione di Alcantara, Letoianni, S.Teresa Riva; incroci calcolati senza un senso logico, coincidenze con altri treni non previste e, guarda caso viene annunciato da Trenitalia, che la puntualità dei treni è in netto miglioramento, cioè che le cose vanno meglio.
Tutto ciò è inconcepibile e dimostra, ancora una volta, l'assoluta mancanza di attenzione verso i pendolari da parte delle dirigenze di Trenitalia e di Rete Ferroviaria Italiana, nel far funzionare dignitosamente il servizio di trasporto ferroviario a loro affidato, compito cui le due aziende hanno nei confronti dello Stato e dei cittadini-utenti e alla Regione Siciliana che in questi anni ha portato a termine, dal punto di vista amministrativo, le disposizioni emanate dal decreto legislativo 422/97 relativo al passaggio delle competenze in materia di trasporto pubblico ma non è ancora, riuscita a farsi trasferire dal Ministero le risorse finanziarie previste, per ottemperare alla sottoscrizione del Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario siciliano.
Continueremo come sempre, con ogni mezzo legale, nella nostra battaglia per una mobilità sostenibile che veda uscire finalmente la Sicilia dalla gogna di arretratezza in cui la totale assenza di un’attenta programmazione in materia di trasporti e di infrastrutture, la politica regionale e nazionale l’ha relegata.
Giosue Malaponti - Presidente del Comitato Pendolari Siciliani 

lunedì 15 luglio 2013

Crocetta: scardinare il monopolio Alitalia. Sotto accusa le tariffe dell’Alitalia per i collegamenti con la Sicilia.

«Ci vuole una compagnia di bandiera siciliana: ci sono contatti».
La gestione degli scali sia autosufficiente «Incontrerò i dirigenti della compagnia di bandiera. Se non si convincono sarò costretto a porre il problema al governo nazionale»
E' una battaglia quasi disperata, questa contro il caro tariffe Alitalia. Fornisco l'ultimo dato: venerdì scorso tutti i voli Roma-Catania non prenotati in anticipo costavano da 390 a 408 euro. Un collega per risparmiare ha preso Blue Panorama a 189 euro, ma è partito con due ore e mezzo di ritardo. C'è anche il fatto che dopo le 21,30 non ci sono più voli Alitalia in una tratta così affollata come Roma-Catania, ma lasciamo perdere.
Siamo con le mani legate, è Alitalia che comanda e si è appropriata del mercato siciliano, il più fruttuoso, che compensa le perdite secche da Napoli in su per la concorrenza della Tav. Ma noi siciliani dobbiamo sopportare tutto questo solo perché non vola più l'unica compagnia siciliana, la Wind Jet, che nei dieci e passa anni in cui è stata in campo calmierava i prezzi di Alitalia e compagnia cantante?
Lo chiediamo al presidente della Regione, Rosario Crocetta: «Abbiamo fatto con Enzo Bianco un incontro a Roma con Alitalia per aumentare le rotte internazionali e siamo rimasti che poi sarebbero venuti loro in Sicilia. E li aspetto a pie' fermo perché dobbiamo parlare delle tariffe insopportabili per i cinque milioni di siciliani. Possiamo ricorrere anche al governo di Roma perché c'è un problema di continuità territoriale, essendo la Sicilia un'isola, una regione lontana dal centro-nord, e fa sacrifici pesantissimi di cui dovranno rendersi conto non solo i dirigenti Alitalia, ma anche il ministro dei Trasporti e pure la nuova Authoriy dei trasporti che sta per insediarsi a breve. Insomma, c'è la questione sul tappeto e non possono fare finta di niente. La Sicilia non è una colonia. Tra l'altro abbiamo un servizio ferroviario tra i peggiori del mondo e l'autostrada da Villa San Giovanni per il Nord ancora a metà».
Fino all'anno scorso c'era la catanese Wind Jet che faceva prezzi abbordabili e costringeva le altre compagnie a fare altrettanto. Oggi i siciliani sono in stato di necessità e debbono pagare tariffe assurde, bere o affogare.
«Purtroppo Wind Jet non c'è più, ho preso contatti per vedere se c'è la possibilità di una ripresa. La chiusura di Wind Jet ha fatto danni non solo in Sicilia, ad esempio la Repubblica di San Marino c'è rimasta male perché avevano quel volo molto utile su Forlì. Il problema è che da un lato c'è il monopolio di Alitalia e dall'altro se noi cerchiamo di scardinare questo monopolio intervenendo magari a sostegno di una compagnia di bandiera siciliana l'Unione europea ci dice che sarebbe un aiuto di Stato. Quando andrò a trattare a Roma con il governo, e lo farò presto, porrò queste questioni. E comunque non ritengo chiuso il capitolo che riguarda Wind Jet, per me non è affatto chiuso, più passa il tempo e più mi rendo conto della necessità della Sicilia di avere una sua compagnia aerea». (Una società mista come suggeriva Vito Riggio anche per piccoli aeroporti come Lampedusa e Pantelleria?).
Il problema non riguarda soltanto i siciliani, ma anche quanti debbono venire in Sicilia o per vacanze o per lavoro. Il caso di Sam Marino è emblematico.
«E' veramente incredibile il fatto che oggi abbiamo in Sicilia un grande ventaglio di strutture ricettive, dagli alberghi ai B&B, agli agroturismo con prezzi convenienti, il turista può anche affittarsi la casa per un mese, due mesi, e per contro il costo dell'aereo è superiore a quello della vacanza. Il problema è arrivarci in Sicilia, la politica che sta facendo Alitalia è una politica che danneggia troppo pesantemente la Sicilia, su questo dobbiamo essere molto, ma molto chiari. Se il governo non è pronto a cancellare queste storture, noi abbiamo il dovere di intervenire sul mercato per calmierarlo. Con l'assenza di Wind Jet si è venuto a creare un monopolio intollerabile che come sempre non guarda agli interessi della Sicilia».
Se vengono meno turisti sono penalizzati anche gli aeroporti.
«Una cosa che mi sorprende è che vedo gli aeroporti sempre affollati, ma poi i bilanci sono in sofferenza. Ma come mai può succedere? Il fatto è che poi le società di gestione chiedono soldi ai Comuni, alle Province e alla Regione».
Per quello che mi risulta la Sac di Fontanarossa ha il bilancio attivo e per quanto riguarda Comiso stiamo aspettando che parta.
«Non voglio scendere in particolari. Ma prendiamo il caso di Trapani, che ha bisogno di risorse perché dicono che Ryanair è costosa. Ma a Trapani ci sono tre milioni di passeggeri, basterebbe aumentare di un euro o al massimo di due e già la società di gestione pareggia, anzi ci guadagna. Perché non lo fanno? Nessuno rinuncerebbe al viaggio in Sicilia per un euro in più. La gestione degli aeroporti dev'essere autosufficiente, troppo facile bussare alla Regione, altrimenti si privatizza con un bando di gara internazionale. Questo è bene che si sappia».
Non crediate che sia facile risolvere la questione perché in effetti Alitalia è un boccone troppo grosso e ha bisogno di tamponare il deficit sfruttando lo stato di necessità dei sicilia. D'altro canto l'Unione europea non consente quelli che definisce aiuti di Stato e Crocetta non ha la bacchetta magica. E allora? Ci sono solo due strade: o il governo ci riconosce la continuità territoriale come per la Sardegna i cui cittadini hanno il 30% di sconto sui voli, oppure Crocetta riesce nell'impresa di resuscitare una compagnia di bandiera siciliana. Ma occorre fare presto.
Tony Zermo - La Sicilia - Domenica 14 Luglio 2013 I FATTI, pagina 6

Estendere alla Sicilia la continuità territoriale o vittime di monopoli

Daremo la parola ai siciliani, con una raccolta firme su tutta la regione
Fin quando la continuità territoriale non sarà estesa in Sicilia quanto meno anche alle rotte Catania e Palermo con Roma e Milano, la nostra regione continuerà ad essere soggetta a monopoli e spartizioni del mercato. Con buona pace della concorrenza, proclamata e non praticata, e con passeggeri costretti a pagare somme elevatissime. Ricordiamo che la continuità territoriale é un servizio che garantisce ai cittadini residenti in una regione disagiata di usufruire di tariffe scontate e quindi bassissime ed accessibili a tutti. Ma non è una questione soltanto di prezzi accessibili, pur importantissima, si tratta dello sviluppo economico dell'isola. Sul tema della continuità territoriale si registra una sorta di incomprensibile "pudore", come se tale richiesta significasse invocare privilegi fuori luogo in un periodo di crisi. Ed invece non è cosi perché si tratta di colmare un divario. E vi sono tutti i requisiti requisiti previsti dall'articolo 16 del Regolamento Comunitario n. 1008 del 2008, che disciplina la materia. Infatti viene previsto che lo Stato membro «nel valutare la necessità e l'adeguatezza di un onere di servizio pubblico» deve tenere conto innanzitutto «dell'equilibrio tra l'onere previsto e le esigenza in materia di sviluppo economico della regione interessata». Possiamo dire che l'eventuale onere del servizio non soddisferebbe tale equilibrio? Certamente no, anzi si potrebbe dire che le somme destinate a tale servizio svilupperebbero enormemente le opportunità di sviluppo economico dell'isola. Il Regolamento prevede poi come secondo elemento di cui tener conto la «possibilità di ricorrere ad altra modalità di trasporto e dell'idoneità di queste ultime a soddisfare il concreto fabbisogno di trasporto, in particolare nel caso in cui i servizi ferroviari esistenti servano la rotta prevista con un tempo di percorrenza inferiore a tre ore e con frequenze sufficienti, coincidenze e orari adeguati». Tale secondo requisito è talmente palese e sussistente che non necessita di nessun commento o valutazione. Forse, gli unici commenti potrebbero essere purtroppo solo ironici. Un terzo elemento di cui tener conto è quello «delle tariffe aeree e delle condizioni proposte agli utenti». Ed è proprio quello di cui si parla in questi giorni con i salatissimi prezzi dei biglietti che stanno svuotando le già vuote tasche dei siciliani. I presupposti ci sono tutti e la strada della continuità territoriale è quella da percorrere da subito. Certamente è necessario un coinvolgimento della Regione e dello Stato, ma facciamo appello alle Istituzioni perché una volta per tutte si scelga questa strada. Da parte nostra promuoveremo delle iniziative a sostegno della proposta. Per prima cosa daremo la parola ai siciliani, con una raccolta firme su tutta la regione. In secondo luogo promuoveremo a settembre un convegno sul tema, invitando tutte le istituzioni i soggetti interessati affinché tale argomento sia il primo in agenda al rientro dalle vacanze. E ciò perché deve essere il primo in agenda per lo sviluppo economico dell'isola.
Avv. Carmelo Calì - presidente regionale Confconsumatori

La Sicilia - Domenica 14 Luglio 2013 I FATTI, pagina 6

domenica 14 luglio 2013

Il governo sblocca l'iter. Via all'Autorità: più concorrenza e tutela dei consumatori

Roma. Entro i tempi della scadenza ultimativa (luglio, aveva promesso il ministro Lupi), il governo Letta sblocca con un gesto concreto l'iter della tanto attesa Autorità dei Trasporti, indicando una terna di nomi - Andrea Camanzi quale presidente, Barbara Marinali e Mario Valducci commissari - che dovranno ora essere confermati nell'iter parlamentare previsto per la nascita dell'Authority.
«Un tema fermo da molto tempo ma molto importante - ha detto il premier Enrico Letta - per regolare un settore sostanzialmente privo di autorità di regolazione». Il plauso al governo non si fa attendere, dai sindacati (Ugl, Fit Cisl che dice, ora si concretizzi) agli esponenti politici fino a Ntv. Soprattutto il primo operatore ferroviario privato dell'alta velocità, che vede tra i principali azionisti Della Valle e Montezemolo, parla di «tassello importante per consentire il pieno e corretto sviluppo della liberalizzazione del nostro sistema di trasporto».
Lo snodo principale è infatti quello ferroviario, insito nell'anomalia di un gestore dell'infrastruttura, Rfi del gruppo Ferrovie dello Stato, concorrente pubblico degli operatori privati sulla rete. Frequenti infatti le polemiche tra Fs e i privati sui temi della «finta» liberalizzazione. La non separazione delle due funzioni crea un gap che l'Authority dei Trasporti, garante terzo, dovrà ora superare. Anche le Fs plaudono, in quanto «garanzia per un sistema di regole uguali per tutti i player e permetterà di intervenire tra l'altro sul forte squilibrio tra le diverse modalità: un problema che ha ricadute sull'ambiente e sui costi sociali».
Critiche tuttavia arrivano dai consumatori che bacchettano l'esecutivo per non averli consultati prima di decidere. «Un atto importantissimo», dice il titolare delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi che sottolinea anche il profilo «di garanzia terza» dei componenti l'Autorità che dovrebbe dare un impulso a liberalizzare settori dominati da monopolisti sia nazionali che locali e «interviene a regolamentare settori fondamentali quali ferrovie, trasporto regionale e trasporto pubblico locale, dove l'Italia era indietro», ha detto Lupi. Contrario invece l'ex ministro dei Trasporti Altero Matteoli, che reputa un errore «quando la politica delega». «Al di là del giudizio sulle persone, il criterio delle nomine segue ancora una volta vecchie logiche politiche - afferma Linda Lanzillotta (Scelta Civica) - Non si può passare senza soluzione di continuità dal Parlamento a una autorità che dovrebbe essere per sua natura indipendente».
Molteplici e strategici i compiti dell'Authority, innanzitutto «colmare il gap attualmente esistente nel sistema di regolazione dei servizi a rete»; inoltre dovrà assicurare tutela dei consumatori e utentia; regolare, promuovere lo sviluppo di condizioni concorrenziali nei diversi comparti; condizioni eque e non discriminatorie di accesso alle infrastrutture da parte dei soggetti che esercitano servizi di trasporto; adeguati livelli di efficienza e di qualità dei servizi; livelli tariffari equi.
Paola Barbetti 
La Sicilia - Sabato 13 Luglio 2013 I FATTI, pagina 7

Sicilia, al palo 118 progetti finanziati. 5 miliardi nel "frigo" della burocrazia

Catania. La paura e la disillusione non sono primizie d'estate. Più volte gli imprenditori edili hanno lanciato l'allarme sulle opere pubbliche nel "freezer Sicilia", denunciando gli intoppi burocratici e le responsabilità istituzionali di un tesoretto (di fondi assegnati e non spesi) che l'Isola rischia di perdere. Ma stavolta Ance Sicilia, l'associazione dei costruttori edili di Confindustria, ha fatto diligentemente i compiti a casa. Spulciando bandi, plafond comunitari e delibere di finanziamento. E mettendo una "X" su ogni opera che in Sicilia risulta con copertura finanziaria ma resta ferma al palo.
Il risultato? Impressionante: «ben 118 interventi in stand-by per un importo totale di 5,15 miliardi di euro. E di questi 94 per 982 milioni di euro sono compresi nella delibera Cipe numero 60 del 2012 (opere idriche, fognarie e depuratori) per la quale il termine di avvio dei lavori è stato prorogato al prossimo 31 dicembre, pena la revoca delle risorse». Le uniche mosche bianche? «Solo nel caso della Siracusa-Gela si sono da poco concluse le procedure di gara e per la Palermo-Agrigento sono stati consegnati i primi lavori all'impresa».

La gravità non è soltanto nelle cifre (e per chi crede nei segni dei numeri 118 opere bloccate richiamano l'idea dell'ambulanza per soccorrere un malato moribondo), ma anche nelle ragioni alla base di questo stallo: «l mercato delle opere pubbliche in Sicilia è sostanzialmente fermo, ma non è solo un problema di mancanza di risorse: quasi tutti i progetti per nuove infrastrutture dotati di copertura finanziaria negli ultimi anni sono bloccati dalla burocrazia o dalla mancanza di volontà politica».
Quella di Ance Sicilia non è soltanto una sterile denuncia, perché l'intervento comprende anche alcune soluzioni da proporre al governo regionale, le quali saranno messe a punto martedì prossimo in una riunione del Comitato di presidenza guidato da Salvo Ferlito. «Siamo determinati - assicura il presidente di Ance Sicilia - a ottenere dalla Regione un deciso intervento su tutte le stazioni appaltanti, affinché pubblichino i bandi di gara di tutti i progetti esecutivi pronti e provvedano a redigere i progetti per i quali hanno ottenuto i finanziamenti. Sarebbe un crimine perdere 5 miliardi di finanziamenti europei e statali quando la Regione va in cerca di risorse per scongiurare il default». Ma come? Visto che non è stato possibile incontrare il governatore Crocetta - afferma Ferlito - vogliamo riprendere il positivo lavoro avviato con l'assessore alle Infrastrutture Nino Bartolotta e le altre organizzazioni nel tavolo tecnico riunitosi lo scorso mese di aprile. Ma stavolta in sinergia con l'assessore all'Energia, Nicolò Marino, così come da noi richiesto lo scorso 4 giugno, per affrontare anche l'urgente problema delle opere idriche e fognarie».
Se non dovessero arrivare le risposte attese, i costruttori siciliani - un po' per provocazione, un po' per disperazione - si riservano anche un clamoroso "piano B": «per le nostre imprese in atto resta una sola alternativa: quella di espandere le attività all'estero. Dopo alcune esperienze positive in corso in vari Paesi, abbiamo sondato favorevolmente le opportunità offerte dal Kenya e il prossimo 19 luglio riceveremo a Palermo la visita di due ministri di questo strategico Paese dell'Africa».
Mario Barresi
- La Sicilia - Sabato 13 Luglio 2013 Regione, pagina 4
twitter: @MarioBarresi

sabato 13 luglio 2013

Replica alla campagna del nostro giornale sul caro tariffe Alitalia nega i rincari, ma usa dati fasulli.

Monopolio. Alitalia approfitta del suo monopolio sulla Sicilia.
La responsabile delle relazioni con i media dell'Alitalia, Antonella Zivillica, ci scrive in risposta alle nostre critiche sul caro tariffe: «Gentile Direttore, i quattro articoli di Tony Zermo pubblicati su "La Sicilia" nei giorni scorsi richiedono una nostra risposta con argomentazioni chiare e puntuali che vi preghiamo quindi di pubblicare. Alitalia non applica tariffe insostenibili, capestro e fuori mercato come affermano tali articoli. La tariffa più bassa è di 106 euro andata e ritorno, pianificando il viaggio con un anticipo di 10 giorni. Si trovano inoltre, e sono normalmente disponibili, tariffe a prezzi certamente inferiori: ad esempio la miglior tariffa disponibile oggi per viaggiare domani è di 229,85 euro andata e ritorno. Ovviamente esistono anche tariffe più elevate che sono dedicate ai passeggeri business e che consentono, quindi, massima flessibilità di viaggio in termini di modifica dell'orario e del giorno del volo.
«Ci teniamo anche a ricordare che tutti i voli Alitalia, di qualunque prezzo e classe, offrono una serie di servizi inclusi quali il bagaglio, il check-in in aeroporto in alternativa a quello on-line, l'assegnazione del posto a bordo, snack e bibite. Servizi che si pagano a caro prezzo con le compagnie low cost e che riducono sicuramente il divario di prezzo già modesto.
«Ci consenta inoltre di soffermarci sul nostro nuovo Piano Industriale, presentato la settimana scorsa e in anteprima al vostro sindaco, che dimostra come la Sicilia abbia, in questo progetto, un ruolo strategico preminente. Il nuovo Piano prevede di dedicare 14 aerei (rispetto agli 11 di oggi, + 27%) ai collegamenti da/per la Sicilia che saranno operati da Alitalia e dal nuovo brand Air One; quest'ultima, in particolare, potenzierà in maniera sostanziale i voli internazionali da/per Catania e Palermo arrivando a offrire da/per l'isola oltre 450 voli settimanali (+10% rispetto a oggi) e assicurando prezzi alla portata di tutti. Sempre nel nuovo Piano prevediamo di offrire tariffe personalizzate per specifici segmenti di clientela. Lo facciamo già oggi con i ragazzi under 26 con le tariffe "Salta su", che i giovani siciliani sembrano davvero apprezzare: nei mesi di giugno e di luglio, con trend in crescita in agosto, la Sicilia, con oltre 16.000 biglietti venduti, è risultata la Regione che ha venduto in assoluto il maggior numero di voli con tariffa "Salta su", con le quali si vola in Italia e in Europa a prezzi particolarmente convenienti. Certi che anche le prossime iniziative ancora allo studio, dedicate alle famiglie e agli stranieri che vivono nel nostro Paese, troveranno senza dubbio il favore dei vostri lettori, confidiamo di aver risposto in modo chiaro ed esaustivo alle vostre osservazioni».
Fin qua la lettera di replica alle nostre critiche, ma Alitalia gioca con i dadi truccati. Ma quali 106 euro del Catania-Roma-Catania: prenotando nel periodo dal 19 al 25 luglio non trovi tariffa più bassa di 225 euro. Gli esempi del caro tariffe sono tanti. Ho prenotato con un mese di anticipo un Catania-Torino e ritorno a oltre 300 euro e un collega ha prenotato con due mesi di anticipo il Catania-Milano sola andata per 330 euro. Andata e ritorno sarebbe costato 660 euro. Vogliamo fare altri esempi? Prendiamo il Catania-Napoli e ritorno: se parti alle 21 ti costa 176 euro, ma non trovi i collegamenti con Capri o Ischia, se invece prendi quello delle 13,30 il costo salta a 240 euro. Per fortuna in questo caso c'è la concorrenza della nave.
Vogliamo fare un altro esempio per un volo internazionale tipo Catania-Londra sola andata? Prenotato oggi per il 7 ottobre costa 93 euro, ma con partenza ore 16 e arrivo alle 20,50 quando è finita la giornata; il ritorno del 12 ottobre è a 122 euro, ma al mattino alle 7,25 quando dovrai essere a Heathrow prima delle 6 e non puoi prendere il metro, ma un tassì a 50 sterline. Alitalia gioca con le tariffe e con gli orari e approfitta dei siciliani costretti a prendere i suoi aerei ormai in posizione di monopolio dopo il forzato stop della Wind Jet. Se facciamo un paragone con il Roma-Milano dove invece Alitalia ha la concorrenza dei treni veloci vedremo che il biglietto su una tratta lunga praticamente quanto il Catania-Roma costa da un minimo di 39 euro a un massimo di 58, quasi regalato.
Alitalia non può nascondere il fatto di caricare le tariffe sui siciliani che sono costretti a muoversi solo con l'aereo. A questo punto ci troviamo in difficoltà sia per muoverci e sia per il turismo in entrata. O interviene il ministero dei Trasporti e/o la Regione per calmierare le tariffe, oppure facciamo entrare Ryanair a dispetto dell'accusa che rovina il mercato. I soci delle società di gestione dei grandi aeroporti siciliani, Catania e Palermo, invece di pensare solo a far quadrare i conti, il che è doveroso, pensino anche a come rompere questo monopolio. Il che è altrettanto doveroso.
Tony Zermo La Sicilia - Giovedì 11 Luglio 2013 I FATTI, pagina 7

Wind Jet, una cordata pronta a rilevare marchio e slot. Intanto prosegue l'iter del concordato e la causa della compagnia contro l'Alitalia

Presentata al Tribunale di Catania la manifestazione d'interesse cui seguirà l'offerta economica.
Catania. Sulla storia della Wind Jet non è ancora scesa la parola fine, anzi. Essere riusciti ad evitare il fallimento della compagnia che è stata accompagnata dalla vecchia società al concordato in Tribunale, ha fatto in modo che ancora adesso la Wind Jet sia un soggetto vivo. Vivo e anche appetibile. Mentre è infatti in corso l'iter del concordato che dovrebbe consentire di chiudere il capitolo dei debiti della Wind Jet, sia con i creditori privilegiati (Stato e dipendenti) che con i chirografari, al Tribunale di Catania è arrivata sicuramente una manifestazione di interesse per la società e un'altra starebbe per essere ufficializzata.
Circostanza, come detto, resa possibile dal fatto che è stato scongiurato il fallimento, ma anche dal percorso che la Wind Jet ha seguito dal momento in cui si è ritrovata nel tunnel della crisi e con l'accordo fallito con Alitalia, con cui si era concluso un contratto di cessione. Perché, come vedremo, in casi del genere per chi vuole rilevare una società trovare l'intero personale della compagnia con la copertura della cassa integrazione per quattro anni, significa potere fare valutazioni di natura gestionale ed economica certamente più interessanti e alleggerite da notevoli pesi di natura fiscale nei confronti del personale.
Così al Tribunale di Catania è stata presentata questa prima manifestazione di interesse per la compagnia aerea, cui dovrebbe seguire a breve scadenza anche una offerta vera e propria che il Tribunale dovrà verificare. Tutto ciò ha anche fatto scattare un ulteriore meccanismo di protezione di quel che era uno dei capitali principali della Wind Jet, cioè la richiesta all'Enac, di prolungare i tempi di conservazione dei privilegi degli slot della compagnia. Così il primo gruppo che ha presentato la sua manifestazione di interesse, guidato da un manager del Nord Italia cui farebbero riferimento alcuni imprenditori intenzionati, appunto, ad entrare nel mercato del trasporto aereo (mentre la seconda sarebbe di un gruppo siciliano legato ad ambienti imprenditoriali palermitani), presenterà l'offerta per il marchio Wind Jet e per gli slot. Sia il marchio che gli slot sono smarcati da qualunque vincolo con l'iter del concordato. Di fatto hanno un costo di partenza zero, anche se, naturalmente, altra cosa è il valore che di fatto marchio e slot possono avere avviando un'operazione societaria a tutti gli effetti in continuità con quella precedente. Per questo sarà il Tribunale a verificare la congruità dell'offerta che verrà presentata e la somma andrà ad arricchire subito dopo la quota destinata al concordato.
Quindi potrebbe nascere davvero la compagnia aerea siciliana che, anche questo è certo, avrebbe davanti a sé un grande mercato, lo stesso occupato sino ad un anno fa dalla Wind Jet che garantiva tratte a tariffe molto contenute. Proprio in queste settimane di estate (e anche oggi in questa pagina), di viaggi, di turismo, tra l'altro, il nostro giornale si sta occupando, con le inchieste di Tony Zermo, del problema del caro-tariffe da e per Catania. Un'emergenza scattata proprio all'indomani dell'uscita di scena della Wind Jet, che per anni aveva fatto volare milioni di passeggeri con tariffe quasi sociali. Non sfugge il particolare, tra l'altro, che rotte praticamente obbligate ad essere coperte con il trasporto aereo rendono estremamente redditizi i voli da e per Catania, tanto che Alitalia, attraverso la Air One, ha proprio puntato, dopo la scomparsa della Wj, ad occupare queste tratte (oltre a puntare sui lunghi tragitti) per tentare di tirarsi fuori da una nuova pesantissima crisi. Solo che, per lo meno sino ad ora, quel che è mancato ai viaggiatori è stato il riscontro delle tariffe convenienti.
La vicenda Wind Jet-Alitalia, tra l'altro, dopo il naufragio dell'accordo e dell'intesa da cui si è tirata fuori la compagnia di bandiera, si è trasferita nelle aule del Tribunale, con la denuncia della Wind Jet e la richiesta di un maxi risarcimento. Proprio nei giorni scorsi si è svolta una nuova udienza: la compagnia siciliana chiede ad Alitalia 190 milioni di euro e, in ogni caso, qualunque cifra dovesse essere accordata alla Wind Jet se il Tribunale dovesse dare ragione alla compagnia siciliana, entrerà interamente nel calderone della somma destinata ai creditori nel concordato, compresi i passeggeri.

Andrea Lodato La Sicilia - Giovedì 11 Luglio 2013 I FATTI, pagina 7

giovedì 11 luglio 2013

Sicilia: modifiche al programma di circolazione su alcune linee regionali

Variazione di orario per 7 Regionali.
Da lunedì 15 luglio sarà modificato il programma di circolazione di sette treni Regionali sulle linee Agrigento – Palermo, Palermo – Catania, Caltanissetta Centrale – Caltanissetta Xirbi.
I treni interessati sono i seguenti:
• R 3386/3387 Agrigento (6.08) - Palermo Centrale (8.18);
• R 8797 Termini Imerese (7.40) - Palermo Centrale (8.24);
• RV 3850 Palermo Centrale (6.38) - Catania Centrale (9.44);
• R 8656 Caltanissetta Centrale (6.40) - Caltanissetta Xirbi (6.50);
• R 8660 Caltanissetta Centrale (7.37) - Caltanissetta Xirbi (7.44);
• R 8617 Caltanissetta Xirbi (7.05) - Caltanissetta Centrale (7.16);
• R 8723 Caltanissetta Xirbi (8.20) - Caltanissetta Centrale (8.32).



Stretto di Messina: dal 15 luglio nuovo orario delle navi veloci della flotta Bluferries

Offerta concordata con il Ministero Infrastrutture e Trasporti. Orari in vigore fino al 30 settembre 2013. 
Da lunedì 15 luglio prenderà il via il nuovo orario delle navi veloci per i collegamenti tra Messina e Villa San Giovanni, realizzati con le imbarcazioni della flotta Bluferries (Gruppo FS Italiane).
In vigore fino al 30 settembre, gli orari delle corse sono stati concordati con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti in funzione delle risorse economiche rese disponibili dallo stesso Ministero e calibrati in relazione alle reale domanda di trasporto di persone sullo Stretto.
Per garantire un’adeguata offerta di posti ai passeggeri, è stato inibito, su alcune corse “bidirezionali”, il trasporto contemporaneo di merci pericolose.
Inoltre, saranno effettuate mediamente ulteriori 50 corse giornaliere singole a disposizione dei viaggiatori. 
Consulta i nuovi orari (.pdf 133 KB)
Fonte: Fsnews.it

martedì 9 luglio 2013

Caro tariffe la regione latitante. Solo i ricchi volano

Abbiamo segnalato come le tariffe aeree penalizzino i siciliani e siano un grosso handicap per il nostro turismo: 334 euro per un Catania-Roma e ritorno sono troppi, salta uno stipendio per una famiglia di tre persone, oppure dobbiamo concepire il viaggio aereo come un lusso per ricchi? La nostra segnalazione è un invito alla Regione a provvedere se non vogliamo che resti rachitico il nostro turismo, che ogni anno registra 12 milioni di passeggeri negli aeroporti siciliani a fronte di 24 milioni nelle sole Baleari di Spagna.
L'invito è alla Regione per due motivi: il primo è che esiste un apposito assessorato al Turismo retto da Michela Stancheris, molto brava e molto attiva, anche se insediata da pochi mesi e che in qualche modo deve intervenire sulla faccenda; il secondo motivo si riferisce alla diretta responsabilità del presidente Crocetta in quanto gli enti locali soci nella gestione degli aeroporti sono commissariati quasi tutti da persone di sua fiducia, e quindi è lui che è demandato a stabilire come intervenire d'accordo con la Stancheris.
Direte: ma le società di gestione degli aeroporti non possono imporre alle compagnie aeree di abbassare le tariffe. Questo non è vero, perché ad esempio da Malpensa arriva un esempio virtuoso di gestione delle coincidenze e delle tariffe. Fontanarossa non gestisce coincidenze per il solo motivo che non e! sistono, chi arriva a Catania si ferma a Catania. Diverso è per Palermo che ha un volo per gli Stati uniti avendo la pista sufficientemente lunga per i voli transcontinentali.
A nostro parere, Crocetta può fare alcune cose: 1) chiedere al governo di avere le somme relative ai 7 anni di cassa integrazione dei 550 dipendenti della fallita Wind Jet e con queste somme finanziare una nuova compagnia siciliana che recuperi i lavoratori e faccia una politica concorrenziale di prezzi bassi; 2) fare una cabina di regìa con un paio di manager esperti del settore che coordinino le attività degli aeroporti siciliani, i quali si muovono ciascuno per i fatti propri; 3) vendere gli scali con le giuste garanzie e i giusti controlli dando ai privati il compito di gestire gli scali siciliani, di realizzare le previste infrastrutture e di spingere sulla internazionalizzazione in modo da favorire il turismo in Sicilia, fermo da epoca immemorabile a poco più di 14 milioni di presenze annue. La società di gestione dell'aeroporto di Palermo ha dichiarato di avere intenzione di praticare la strada della privatizzazione, ma ancora non ha nemmeno nominato l'advisor per la valutazione dello scalo.
La rete aeroportuale è una «industria» indispensabile per l'economia siciliana. Finora le società di gestione hanno fatto sforzi apprezzabili, ma c'è bisogno di qualcosa di più. E questo «di più» dev'essere valutato da Crocetta e dalla Stancheris. Facciamo un solo esempio: se una famiglia vuol vedere l'Etna «patrimonio dell'Umanità» e per il viaggio occorre qualche migliaio di euro, magari sarà indotta a rinunciare per risparmiare. Moltiplichiamo questa famiglia per qualche migliaio di famiglie e vediamo quanto rischiamo di perdere. Ecco che così non si sfrutta una importante risorsa turistica. Lo stesso vale se qualche gruppo familiare vuole vedere lo stagnone di Marsala e il giovinetto di Mozia, oppure fare il bagno a Portopalo di Capo Passero, l'ultima spiaggia d'Europa.
In sostanza c'è la necessità di avere voli da e per! la Sicilia a prezzi sostenibili, e tutti debbono fare la loro parte. Facciamo un altro esempio. Sta muovendo i primi passi il nuovo aeroporto di Comiso, che finora sta spendendo in stipendi dei dipendenti senza incassare un euro. Se vogliamo che arrivi qualche compagnia è necessario il supporto dei villaggi turistici, degli imprenditori alberghieri e delle banche del territorio, altrimenti sarà difficile sopravvivere, a meno che non soccorrano i cargo per esportare i primaticci.
Non abbiamo in tasca nessuna ricetta miracolosa, diciamo solo che bisogna far qualcosa per la mobilità dei siciliani e per il nostro turismo facilitando in qualche modo una forte riduzione delle tariffe. I siciliani possono viaggiare solo con l'aereo, ma a nessun dev'essere permesso di approfittarne. Al limite può anche bastare un intervento del presidente Crocetta o del ministro dei Trasporti con i dirigenti di Air One, la low cost destinata a servire soprattutto gli scali siciliani. Lo scopo è quello di non pagare più di 250 euro un Catania-Roma e ritorno, pur prenotato all'ultimo momento: anche perché altrimenti resterebbero posti vuoti e quindi la compagnia non ha motivo di forzare troppo le tariffe. La verità è che ci vorrebbe un'Autorità di controllo sulle tariffe, ma siccome la questione riguarda soprattutto la Sicilia il governo nazionale è indotto a tralasciare. E questa è un'altra spina che Crocetta deve togliersi, tra le tante. Pensare che possano volare soltanto i ricchi è intollerabile.
Tony Zermo - La Sicilia - Lunedì 08 Luglio 2013 I FATTI Pagina 8 


lunedì 8 luglio 2013

Tariffe aeree troppo alte handicap per la Sicilia

L'Alitalia e la consociata Air One, che tra breve cambierà nome e look, stanno praticando prezzi insostenibili in Sicilia. E questo danneggia la mobilità dei siciliani e il turismo. Oggi, se non prenoti con largo anticipo, il Catania-Roma-Catania costa 334 euro e un Catania-Milano-Catania 387 euro. Ai tempi di Wind Jet un Catania-Roma e ritorno lo facevi con meno di 100 euro. Direte che la compagnia catanese è fallita per questo, e forse è anche vero, ma ciò non toglie che le tariffe troppo alte ci penalizzano come mobilità e come turismo.
Alitalia ha presentato l'altro giorno il nuovo piano industriale in cui si punta sugli aeroporti siciliani proprio perché la Sicilia è l'unica regione, tranne la Sardegna, in cui l'Alitalia non soffre la concorrenza dei treni veloci e dove non c'è altro mezzo per partire se non l'aereo. La compagnia di bandiera non è un ente di beneficenza, ha da preoccuparsi dei suoi bilanci in rosso, tuttavia si deve rendere conto che alzando le tariffe scoraggia i viaggi dei siciliani. Essendo in fase di lancio promozionale, farebbe dunque bene ad attenuare le tariffe sulle prenotazioni «last minute».
La Sardegna ha le tariffe agevolate per la «continuità territoriale», la Sicilia no, perché a suo tempo il ministro dei Trasporti Signorile decise che la Sicilia «non è isolata», quindi «non è un'isola». Vai a spiegare ai leghisti contrari al Ponte e allo stesso sindaco scalzo di Messina che abbiamo ancora i treni tradotta che impiegano due ore per trasbordare da una costa all'altra, che i prezzi dei traghetti sono cari anch'essi perché decisi da monopolisti, che l'autostrada Salerno-Reggio Calabria è ancora in fieri e che quando Dio vuole sarà ultimata si troverà sempre davanti a quel braccio di mare di 3300 metri. In sostanza la Sicilia è rimasta ferma a prima della guerra, non è cambiato nulla, se non per la realizzazione di alcune autostrade. I prezzi degli aerei sono quelli inaccettabili di 20 anni fa, allo Stretto paghiamo la vergogna di essere incapaci di realizzare un progetto, a Fontanarossa non troviamo 140 milioni per allungare la pista dell'aeroporto più affollato da Roma in giù. Come diceva Vito Scalia, la Sicilia è un gigante dalle braccia troppo corte. E qualche siciliano, diciamo noi, ha le braccia troppo lunghe.
Servizio 6 - La Sicilia - Sabato 06 Luglio 2013 Prima Pagina, pagina 1