martedì 31 gennaio 2012

Stazione a perdere Consiglio aperto sulla marginalizzazione

La dismissione della ferrovia.
Tutti al capezzale della ferrovia siracusana. L'assise cittadina ieri si è riunita nel piazzale della stazione, per accendere i riflettori sui disagi nei collegamenti con il resto dell'Italia, per i passeggeri come per le merci, sulle conseguenze dei tagli e sulla marginalizzazione del territorio.

Le voci degli intervenuti, introdotti di volta in volta dal vicepresidente del consiglio comunale Franco F! ormica, hanno almeno per una mattinata, rivitalizzato un luogo spento, desertico, molto lontano da quello che dovrebbe essere un'area dove transitano passeggeri. E l'appello partito dal Consiglio comunale aperto è stato corale, indirizzato al Governo nazionale e regionale, oltre che a Trenitalia. Non si sa con quali speranze di accoglimento.

Disertata dalla locale deputazione, a eccezione di Bruno Marziano e Roberto De Benedictis, la seduta è stata animata dai sindacalisti, dalla accorata introduzione all'argomento del sindaco Roberto Visentin e dagli interventi dei consiglieri comunali. 

Il verbale della riunione di ieri sarà inviato a tutte le autorità competenti. L'incontro si è svolto su proposta di Sergio Bonafede del Pdl, che ha parlato del rischio di fare di Siracusa «un'isola nell'isola» e della necessità di ingaggiare una battaglia civile per il futuro della città.

Il primo cittadino ha invece riferito con amarezza della sordità dei vertici delle Fs alle tan! te richieste di incontro inoltrate dagli enti locali e ha chie! sto la firma in tempi brevi del contratto di servizio tra Regione e azienda. Anche perché, ha rilevato, i recenti blocchi stradali hanno dimostrato l'importanza dei collegamenti su rotaie.

«È inaccettabile - ha detto Visentin - che gli investimenti nel settore riguardino solo il centro-nord». Marco Mastriani del Pid, si è fatto portavoce di un documento a nome del suo gruppo consiliare in cui si individuano tre priorità : il ripristino delle tratte a lunga percorrenza, il collegamento Bicocca-Fontanarossa e l'apertura definitiva dello scalo merci di Pantanelli con relativa platea di lavaggio. «Sembra che il futuro della Sicilia - ha detto Mastriani - sia destinato ad avere un servizio di soli treni regionali che porterebbe delle gravissime conseguenze al nostro territorio, ponendo fine alla continuità territoriale della nostra regione con l'intero paese e l'Europa».

Pippo Impallomeni di Fds ha rilevato che «non si dovrebbe pensare a ridurre ma semmai a potenziare» m! entre il presidente della terza commissione sui trasporti Salvo Liuzzo ha rimarcato la frustrazione dell'organo consiliare. «Possiamo solo convocare i nostri dirigenti, lo abbiamo fatto più volte - ha ricordato - ma ci ritroviamo a ripercorrere le stesse strade inutilmente, siamo con le mani legate». 

Per Fabio Rodante di Fli, infine la questione deve ormai diventare una priorità del Governo Monti. 

Graziella Ambrogio
Fonte: La Sicilia

Siracusa: Una stazione solitaria al capolinea del futuro

C'è chi ricorda, anche solo attraverso la memoria degli anziani, addirittura la tratta a scartamento ridotto Siracusa-Ragusa-Vizzini, che attraversava l'immensa Valle dell'Anapo, le rupi e la necropoli di Pantalica. Ma quella è un'altra storia, molto più romantica se vogliamo, datata 1956, con l'ultimo mogio trenino in modica corsa, partito dalla stazione di Solarino, addobbato degli ultimi rotab! ili, preparato per chiudere definitivamente il viaggio nella stazione del capoluogo, secondo volontà di Scalfaro e del decreto emanato allora.
Oggi, nessun romanticismo nel constatare l'aplomb quasi funereo della stazione di Siracusa che, tassello dopo tassello, ha scardinato ogni prerogativa, la sua stessa identità, perdendo corse e treni e quel minimo di autorevolezza che anche o soprattutto una stazione deve detenere.

Per cui, bandita la lunga tratta, soppresse le storiche lunghe percorrenze - come dimenticare la nostalgica (almeno nel nome) Freccia della Laguna? - rimane ben poco persino di una città. Finita, sparita la Freccia della Laguna (la ergiamo a metafora) e con essa tutte le evocazioni del caso, il mogio ritmare delle rotaie e il passo stanco di certi treni tanto cari alla nostra memoria, che si nutre spesso di piccole certezze, indissolubili consuetudini, punti di riferimento, come una volta doveva essere: barbiere, prete, sindaco, capostazione.

Lo! hanno chiamato federalismo delle rotaie l'imprinting di Treni! talia che ci ha giocato un brutto scherzo. Senza treni e senza porto. Faccenda complicata. La città rischia di implodere, chiudersi e implodere.
Intanto in stazione mancano all'appello i viaggiatori, salvo pochi sparuti turisti di passaggio, quelli che ancora ostinati perseguono una certa idea, salvifica un tempo, della lentezza. Ma devono fermarsi a Roma, costoro. 

E se va bene. Tanto le partenze sono vincolate a cinque. Cinque partenze da Siracusa, ovunque si voglia finire nel resto di Italia, ci fermeranno a Roma. Fino a un decennio fa o poco meno, i vagoni morti erano in un'ala apposita e consentivano un minimo riparo ai senza tetto di Siracusa.

E l'accezione «morto» indicava paradossalmente più una solvenza, una possibilità, l'esatto contrario dell'irreversibilità del termine «morto». Oggi il binario e il vagone «morto» è definizione assoluta. Morto uguale deserto, defunto, seppellito. Una città con una stazione in agonia, senza treni, è una città senza anima.Abbiamo smarrito la via, non solo quella per il Continente. 

Abbiamo smarrito il genius loci. Avremo difficoltà a riconoscerci in qualcosa, in una precipuità nostra, isolana, siciliana, proprio adesso, in tempi di rivoluzioni e rivendicazioni finanche autoctone. È un peccato.

È una lacerazione, che avrà strascichi non soltanto economici, va da sé. Da sciocchi sottovalutarlo.

Veronica Tomassini
Fonte: La Sicilia

La Sicilia fino al 2030 tagliata fuori dai finanziamenti europei. Grazie classe politica!

Le notizie preoccupanti che ci fornisce Andrea Lodato nel suo servizio, ricco di particolari per completezza e, purtroppo, chiarezza, sul destino della Sicilia, a proposito dei programmi d’investimento in Europa, in fase di elaborazione per i prossimi decenni, impegnando le disponibilità finanziarie comunitarie a favore di alcune infrastrutture (porti, aeroporti, interporti, ferrovie, strade, autostrade), ci confermano che per il sud d’Italia e, in particolare, per la Sicilia, non c’è assolutamente nulla.
In prospettiva, entro il 2030, dovrebbero essere disponibili 1600 miliardi, da investire 500 nel 2020. E’ questa la conferma, senza entrare nei dettagli tecnici, egregiamente analizzati da Lodato sul quotidiano “La Sicilia” di oggi, del fallimento della classe politica meridionale, sempre pronta a fare del nostro sottosviluppo economico, culturale, retorica del “vittimismo” storico contro Roma, Regioni del Nord ma incapace di programmare, progettare il futuro dei propri figli ripudiando la scelta filosofica autolesionista della rassegnata inerzia, causa di tutti i mali sociali che stanno soffrendo e patiranno le generazioni presenti e future. Non intendiamo fare accuse specifiche a chi ieri oppure oggi governa l’Isola.
Nel tempo tutti a giro hanno avuto in mano le redini del potere in Sicilia, (destra, sinistra, centro, direttamente o con forme di consociazionismo), nessuno può tirarsi fuori da questa vergogna, neppure noi siciliani che questi uomini abbiamo scelto a rappresentarci nelle Istituzioni. La Sicilia non ha neppure uno straccio di progetto per rivendicare di essere inserita in quelli futuri già avviati dalla CE. La conseguenza è che si è messa la pietra tombale sul potenziamento ad alta velocità della rete ferroviaria che si fermerà a Battipaglia. “In Sicilia - scrive Lodato – restiamo a zero, in pratica nelle ferrovie (anzi retrocediamo), non partono i finanziamenti per potenziare i porti, da quello di Augusta a quello di Pozzallo.
Si continua a fare confusione, persino, sulle classifiche degli aeroporti. Basti pensare che in Sicilia è stato catalogato come Core quello di Palermo Punta Raisi e non Catania”. Perche? A tale proposito spiega il deputato Europeo Giovanni La via: “ L’ho chiesto con grande stupore, visto il traffico aereo straordinario di Fontanarossa e i suoi sei milioni di passeggeri, al commissario, Correa, che mi ha risposto che Palermo ha un milione di abitanti, quindi la scelta su Punta Raisi “. Terminando, siamo d’accordo con il Prof. Francesco Russo,docente di ingegneria dei trasporti e della logistica, all’Università di Reggio Calabria, intervistato da Lodato, che afferma: “Il problema che si pone è non solo nelle difficoltà dell’oggi, di cui la rivolta dei forconi rappresenta solo una delle punte dell’iceberg, il problema è nella prospettiva. Sarebbe interessante sapere quali assicurazioni siano state date ai Governatori della Calabria e della Sicilia. Sarebbe, anche, interessante vedere quali proposte hanno fatto i deputati europei di tutte le estrazioni politiche per le due Regioni.
Per la Calabria e la Sicilia non c’è proprio niente all’orizzonte. Nell’Europa che si sta disegnando Calabria e Sicilia, saranno a bassa velocità? Potranno inoltrare per ferrovia i container? E quando progetteremo per chiedere opere con forza e dati di fatto all’Europa?” L’ultimo interrogativo che l’illustre docente si pone e noi con lui, ci fa pensare e dire che bisognerà aspettare le generazioni future perché, forse, se il processo dell’Unione politica Europea andrà avanti, potrà avere una risposta! A.Can.
Fonte: CataniaOmnia.it

sabato 28 gennaio 2012

Alitalia-Wind Jet, Marrocco: “Operazione dannosa per i siciliani”

Sulla vicenda dell’accorpamento in Alitalia delle compagnie Wind jet e Blu Panorama, scende in campo anche la politica. Il capogruppo di Fli all’Ars Livio Marrocco, infatti, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sulla vicenda. E i dubbi, sollevati dal deputato trapanese, non sono pochi.
“La situazione dei trasporti in Sicilia – scrive Marrocco – ha visto la crisi della Siremar e della Tirrenia, il fallimento della politica di Trenitalia spa, il disinteresse nei confronti dello sviluppo delle strade ed autostrade; la compagnia Wind Jet, fino ad oggi – aggiunge – è la sesta compagnia aerea per quota di mercato (6,2% nel 2011),le cui principali  basi operative sono a Catania e Palermo. Con la presenza nel mercato di questa compagnia aerea (tutta siciliana) si è contribuito a diminuire i costi del trasporto aereo da e per la Sicilia”.
Il rischio, adesso, è quello dell’innalzamento dei costi per i passeggeri siciliani, anche in seguito alla nascita di una posizione dominante della compagnia di bandiera su alcune tratte con scali in Sicilia. “Il presidente dell’ Enac Riggio, – prosegue Marrocco – paventa il ‘Rischio di Posizione Dominate dell’Alitalia – Cai’, rendendo noto che l’ Antitrust ancora non si è pronunciato, essendo in corso l’istruttoria sulla posizione dominante su alcune tratte come la Roma – Milano dopo la scadenza del salvacondotto del decreto ‘Salva – Alitalia’”.
E non mancano i dubbi nemmeno sui “numeri” dell’operazione: “Non si sa ancora – scrive Marrocco – quale sarà la quota delle due società che verrà rilevata e a quale prezzo e con quali modalità esse verranno acquisite e soprattutto se in tale operazione commerciale andranno ricompresi anche gli ‘asset aeroportuali’; secondo le prime stime, Wind Jet e Bpa, – prosegue il capogruppo di Fli – portano valore per circa 5 milioni di passeggeri, che aggiunti ai 25 milioni di passeggeri di Alitalia, essa si avvicinerebbe ai 30 milioni, dotandosi così di un braccio low cost più robusto a discapito della comunità siciliana, che sarà costretta  a volare con l’unica compagnia. Il paradosso a cui assistiamo  è che la Sicilia paga sempre i costi più alti, ed è necessario quindi che questo Governo persegua, da un lato uno sviluppo coordinato e pianificato e dall’altro – conclude – si impegni a superare gli interessi localistici e particolari, per dare il via a un’azione strategica con l’obiettivo di fare finalmente sistema per tutelare i siciliani”.
Fonte: Livesicilia

giovedì 26 gennaio 2012

Trasporti: Russo (Sicilia), in incontro con Monti primi risultati

(ASCA) - Palermo, 26 gennaio 2012 - ''L'immediato ripristino di almeno un treno a lunga percorrenza notturno, con destinazione Milano o Torino, secondo le indicazioni della Regione, e l'impegno a migliorare complessivamente la frequenza dei collegamenti ferroviari da e per la Sicilia, insieme all'applicazione di misure a favore dell'autotrasporto merci, sono un primo concreto risultato ottenuto grazie all'impegno del governo siciliano e all'attenzione mostrata dall'esecutivo centrale''.
 Lo dice l'assessore regionale alle Infrastrutture e alla Mobilita', Pier Carmelo Russo, che ieri a palazzo Chigi ha preso parte all'incontro con il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti.
''Le azioni comuni con le categorie produttive - afferma Russo - potranno, nel breve, determinare significativi miglioramenti per molti settori strategici dell'economia regionale e nazionale''.
''Per il settore dell'autotrasporto - spiega l'assessore - oltre allo stanziamento di 70 milioni di euro per l'anno 2011 a favore dell'ecobonus, in aggiunta ai 30 milioni di euro per l'anno 2010, saranno valutati in uno specifico tavolo di lavoro ulteriori incentivi per gli anni 2012/2013, previo assenso dell'Unione europea, in eventuale alternativa all'ecobonus europeo. Saranno, inoltre, messi a fuoco ed evidenziati tutti gli aspetti relativi all'applicazione dei costi per la sicurezza, al momento gravanti esclusivamente sugli autotrasportatori, valorizzandone l'importanza e responsabilizzando l'intera filiera circa la loro applicazione''.
Russo sottolinea che ''saranno pure messe a punto piu' convenienti modalità di rateizzazione per il pagamento dei debiti tributari''.
''Anche per il settore infrastrutturale - conclude l'assessore - sono state date importanti conferme sull'immediata disponibilità delle risorse, circa tre miliardi di euro, destinate ad opere strategiche, a cominciare dalla direttrice ferroviaria Catania-Palermo ad alta capacità, per le quali e' stato posto l'accento sulla responsabilità operativa di soggetti direttamente o indirettamente dipendenti dallo Stato, piuttosto che dalla Regione, i quali dovranno adoperarsi con maggiore intensità per garantirne un immediato utilizzo''.

mercoledì 25 gennaio 2012

Sciopero dei treni il 26 e 27 gennaio 2012

Dalle ore 21.00 di giovedì 26 alle ore 21.00 di venerdì 27 gennaio 2012, a causa dello sciopero nazionale del personale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, i treni potranno subire cancellazioni o variazioni.
Per i treni a lunga percorrenza è stato predisposto uno speciale programma di circolazione, che comprende e integra i servizi essenziali previsti in caso di sciopero. 
Per i treni regionali saranno garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 18.00 alle ore 21.00. 
L’agitazione sindacale potrà comportare ulteriori modifiche al servizio anche prima dell’inizio e dopo la sua conclusione.

Per informazioni, oltre ai consueti canali di informazione, è a disposizione il numero verde 800-892021, attivo dalle ore 14.00 di mercoledì 25 gennaio alle ore 12.00 di sabato 28 gennaio.2012.

Treni Trasporto Locale garantiti in caso di sciopero



martedì 24 gennaio 2012

I Lavoratori Servirail bloccano lo stretto di Messina

Messina, 24/01/2012 - Manifestazione di protesta ieri mattina dei lavoratori Servirail di Messina aderenti alla Cisl. Una cinquantina di persone, con in testa i segretari provinciali della Cisl e della Fit Cisl, hanno bloccato la nave Villa ed il treno diretto a Roma occupando i binari di accesso all'imbarco dalle ore 9.30 per oltre 1 ora e 30 minuti. Lo riferisce pure l'ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato: "Sta lentamente tornando alla normalità la circolazione ferroviaria,
dopo l’occupazione dei binari, durata per più di un’ora (dalle 9.50 alle 11.10), della invasature delle navi traghetto della stazione di Messina Marittima da parte di manifestanti estranei al Gruppo FS. L’IC 728 Palermo Roma ha registrato circa 60 minuti di ritardo."
Fonte: Nebrodi e Dintorni

sabato 21 gennaio 2012

Sciopero in Sicilia, “Forza d’urto” va avanti ad oltranza. Proclamato blocco nazionale dei tir dal 23 al 27 gennaio 2012.

E’ finito alla mezzanotte  il fermo degli autotrasportatori in Sicilia,  ma “Forza d’urto” tuttavia conferma lo sciopero a oltranza di tir, agricoltori e pescatori in Sicilia, anche se in maniera meno dura: “Da domani allargheremo le maglie, per poter fare effettuare i rifornimenti, apriremo i blocchi alle raffinerie. Ma i blocchi rimarranno. Questa è un’occasione unica per i siciliani, mica abbiamo scherzato“. 
Il movimento ha chiesto alla questura la proroga per i presìdi nei caselli autostradali della Catania-Messina di San Gregorio, Acireale e Giarre, della zona industriale e del porto di Catania. ”Stiamo chiedendo alle questure competenti le proroghe per continuare la nostra protesta”, conferma Mariano Ferro, uno dei leader dei forconi.
Non abbiamo ancora ottenuto risposte. Ciò che è assordante è il silenzio del governo nazionale“. 
Alla domanda se non ritiene che quei cittadini che all’inizio avevano simpatizzato col movimento ora possano esasperarsi Ferro ha risposto così: “Certo se c’era consenso, così lo stiamo distruggendo“. Secondo voci provenienti da Forza d’urto vi sarebbero delle diversità di vedute all’interno del movimento sul proseguimento della protesta. 
Alcuni esponenti vogliono tenere una linea dura confermando i 30 presìdi ufficiali, oltre a quelli che spuntano e vengono tolti senza preavviso, in tutte le province siciliane; altri, più moderati, vorrebbero allargare di molto le maglie dei blocchi e instaurare un dialogo più serrato con le istituzioni.
Intanto bisogna subito informare l’opinione pubblica che al movimento non aderiscono e non fanno parte nessuna categoria politica, ne centro, ne di destra e ne di sinistra .
In particolare ci riferiamo a Forza Nuova.
Le uniche forze in campo sono: Il Movimento dei Forconi  e AIAS , che insieme hanno organizzato questa Protesta sotto il nome di : FORZA D’URTO.
Le smentite sono giá state sottoscritte e firmate dai due movimenti.
Il movimento Forza d’urto si propone di restituire fiducia e dignità ai siciliani e a tal fine volendo rilanciare l’economia dell’isola chiede al governo regionale e nazionale di voler intervenire su una serie di punti, sulla base delle necessità comuni e specifiche delle Categorie, che il movimento rappresenta“. 
Comincia così la bozza delle richieste, presentate dal movimento Forza d’urto al presidente della Regione Raffaele Lombardo, l’elenco delle richieste contenute nella bozza: “Defiscalizzazione del carburante. 
Miglioramento e tutela del tenore di vita e delle condizioni generali delle famiglie insistendo su una riforma sul controllo dei costi fissi delle utenze ed i bisogni fondamentali (metano, acqua, energia elettrica). 
Rilascio del Durc anche in presenza di pendenze che verranno regolarizzate con un piano di rientro (Serit, Empaia, Inps) in anni 10 con interesse legali e senza spese aggiuntive (sanzioni accessorie, diritti di notifica, interessi per ritardato pagamento). 
Abolizione dell’Imu sui fabbricati rurali ed insediamenti produttivi che interessano il prodotto locale. 
Dotare la Crias di maggiori risorse finanziarie da destinare al mondo agricole e delle. No agli interessi usurai della Serit, sanzioni accessorie, diritti di notifica, interessi per tardato pagamento, blocco per due anni delle cartelle esattoriali“.
Primi segni di agitazione anche nel centro Italia, “Noi siamo in collegamento con il Movimento dei Forconi siciliani, ci sentiamo, abbiamo manifestato solidarietà con il loro movimento“. 
A parlare è Antonio Pappalardo, generale in pensione dell’Arma, e presidente del Movimento dignità sociale, una formazione che riunisce agricoltori, autotrasportatori e anche esponenti delle forze dell’ordine e armate, fondato lo scorso 15 gennaio a Latina “per salvare l’Italia dalla crisi morale ed economica”.
Vogliamo proseguire le loro proteste anche qui – ha aggiunto Pappalardo -per far sentire forte la voce degli agricoltori, dei trasportatori e anche degli uomini delle forze dell’ordine costretti a lavorare con strumenti irrisori e senza mezzi“. 
Pappalardo ha spiegato che già questa sera il Movimento, il cui segretario generale è il presidente dei Comitati riuniti agricoli Danilo Calvani, si riunirà in seduta plenaria per decidere il da farsi.
Sarà tutto da valutare – aggiunge il presidente – ma pensiamo che da tutti i dintorni andremo verso Roma, e sono certo che anche i nostri amici della Campania interverranno. 
La nostra idea è quella di bloccare il rifornimento di carburanti e scorte alimentari rallentando i camion, mettendoci nei punti nevralgici e invitandoli a tornare indietro. Se pensiamo di portare i trattori in città? Perché no?“. La data della iniziativa potrebbe essere domenica prossima.
Pappalardo ci tiene a sottolineare che, rispetto al Movimento siciliano, che coinvolge solo trasportatori e agricoltori, il Movimento dignità sociale, vede anche la presenza di rappresentanti delle forze dell’ordine, “naturalmente non in divisa. Non siamo collegati a nessun partito politico né ai sindacati” ci tiene a sottolineare.
Malgrado il forte attaccamento al lavoro e la non comune abnegazione del nostro personale, la Raffineria di Gela spa non è in grado di garantire la piena operatività degli impianti“. 
Lo scrive la direzione dell’azienda dell’Eni in una lettera inviata al prefetto di Caltanissetta, alle forze dell’ordine e alle autorità di governo, per denunciare le gravi conseguenze che cinque giorni di blocco dei cancelli, a causa dello sciopero dei tir, hanno avuto anche sul petrolchimico dell’Eni.
Un vertice d’urgenza è stato convocato nella Prefettura di Caltanissetta per discutere delle pesanti conseguenze sul piano igienico-sanitario e sul piano della sicurezza che lo sciopero e le manifestazioni di questi giorni stanno avendo in Sicilia.
Il sindaco di Gela (Cl), Angelo Fasulo, si è detto seriamente preoccupato “per la deriva che sta prendendo la protesta. 
I blocchi - ha aggiunto –mettono a rischio soprattutto i servizi di prima necessità; si registrano i primi problemi negli ospedali; i rifiuti hanno invaso le strade e c’è il delicatissimo problema della sicurezza negli impianti della raffineria”. 
“Rinnovo ulteriormente un appello al buon senso dei manifestanti – conclude – affinchè ci aiutino a garantire i servizi essenziali per la salute e la sicurezza dei cittadini“.
La polizia municipale di Agrigento rimane a piedi a causa dello sciopero dei tir e del mancato approvvigionamento di carburante.
A causa dell’impossibilità a reperire carburante – ha spiegato il comandante Cosimo Antonica – la polizia municipale non potrà assicurare i servizi di pattugliamento su tutto il territorio, a far data da domani. Saranno, pertanto, assicurati esclusivamente i servizi nel centro città da realizzare con personale appiedato“.
A Palermo ma anche a Catania, Agrigento e Messina poche le auto in circolazione: anche di mattina, ora di punta per i lavoratori che si recano in ufficio e le madri che accompagnano i bimbi a scuola, le grandi strade sono semivuote con poche auto che circolano. 
La paura tra la gente è che con l’annunciato sciopero dei benzinai, il proseguimento della protesta dei forconi e dei tassisti, l’approvvigionamento di benzina sia impossibile e la mobilità sia resa difficile.
Traffico rallentato sulla statale 189 Agrigento – Palermo, all’altezza del bivio per Aragona. Trattori, mezzi agricoli e camion, invadono le corsie laterali della strada, producendo un rallentamento del traffico automobilistico.  
Sotto la pioggia battente, che non riesce a stemperare assolutamente i loro animi, gli agricoltori esprimono il proprio dissenso non solo contro la manovra politica del Governo Monti sul rincaro del carburante, ma anche sugli alti tassi di interesse delle banche, l’imperante disoccupazione e le politiche di penalizzazione e di esclusione a carico della Sicilia e dei siciliani. 
Come i loro colleghi isolani, chiedono le dimissioni del Presidente della Regione Raffaele Lombardo, accusato di “aver tradito le promesse fatte in campagna elettorale di defiscalizzazione dei prodotti petroliferi e dell’applicazione dello statuto Autonomo”. 
La loro protesta si protrarrà sino a quando i rappresentanti delle Istituzioni non daranno risposte concrete.
Codacons e Comitato vittime dello sciopero “Forza d’urto” chiedono al Presidente del Consiglio Mario Monti la dichiarazione dello stato di emergenza in Sicilia.  
Lo rende noto Francesco Tanasi Segretario Nazionale del Codacons. Il blocco totale della Sicilia e delle attività commerciali isolane continua non c’è più benzina e anche i beni di prima necessità non sono più facilmente disponibili o sono aumentati molto di prezzo. 
Ingenti danni all’economia dell’Isola: interi camion di derrate alimentari andate a male, frutta e verdura inservibili, negozi chiusi perché i gestori non sono riusciti ad approvvigionarsi. Alcuni uffici sono deserti perché gli impiegati sono stati bloccati nei punti chiave del traffico o sono privi di carburante nell’auto. 
Lungi dall’aver procurato benefici di qualunque genere alla Sicilia e ai siciliani, questo blocco causa invece danni enormi a tutti determinabili tra i 500 e i 600 milioni di euro.
Ho sentito il Presidente del Consiglio Mario Monti. Abbiamo discusso di quanto sta accadendo in Sicilia. Al piu’ presto, gia’ all’inizio della prossima settimana, ci incontreremo a Roma per affrontare i nodi di una vertenza delicata e complessa“. 
Lo dice il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, che  ha parlato a lungo con il presidente del Consiglio, Mario Monti. “E’ la dimostrazione di come nessuno abbia sottovalutato le ragioni di chi sta manifestando. Non condividiamo certo i metodi della protesta – continua Lombardo – ma dopo il colloquio con Monti sono convinto che riusciremo a sbloccare positivamente la situazione“.
Non parlerei di rivolta ma sicuramente di fatti gravi e preoccupanti” dei quali “parlerò la prossima settimana con il governatore siciliano Lombardo“. Così il premier Mario Monti ha risposto ad una domanda di Lilli Gruber durante Otto e Mezzo, su La7, sulla cosiddetta rivolta dei Forconi.
I benzinai avevano annunciato una maxi-serrata di dieci giorni per protestare contro le norme che li riguardano nel decreto liberalizzazioni. Ma la Commissione di garanzia sugli scioperi frena. 
Il presidente Roberto Alesse ha infatti detto che la categoria non potrà fermarsi per un periodo superiore ai tre giorni, si presume che lo sciopero inizi giorno 23 gennaio.
Blocco nazionale dei tir dal 23 al 27 gennaio. Lo ha deciso Trasportounito al termine di una riunione del comitato esecutivo. 
“Considerata l’assenza di provvedimenti certi del governo – afferma l’associazione degli autotrasportatori – con particolare riferimento alla disciplina del settore (applicabilità dei costi minimi, tempi di pagamento e certezza del credito) e agli aumenti dei costi (gasolio, autostrade, assicurazioni), non esistono le condizioni per sospendere il fermo nazionale dei servizi proclamato dal 23 al 27 gennaio”.


Scritto da Redazione Canicattiweb il 21 gennaio 2012, alle 07:18

Servirail, paventato un eclatante blocco dello Stretto

Un incontro che ha ancora prodotto nulla per i lavoratori Servirail e per il ripristino dei treni a lunga percorrenza.
“E' veramente irresponsabile l'atteggiamento tenuto dai vertici di Fs al tavolo della Regione, in gioco non c'è solo il futuro dei lavoratori del settore ferroviario, degli 85 di Servirail rimasti senza lavoro, ma anche dei collegamenti ferroviari in Sicilia”. Non fa sconti la Cisl. Mentre Cgil, Orsa, Ugl e Fast intravedono un barlume di speranza sul ripristino dei treni a lunga percorrenza.

Due punti di vista che confermano la spaccatura tra sindacati che dovrebbero andare a braccetto per perseguire lo stesso scopo. Le vittime di questi scontri sono sempre i più deboli: lavoratori ed utenti. L'incontro di ieri a Palermo è stato giudicato in due modi diversi, sarà il tempo a stabilire chi ha ragione, anche se già l'esito sembra scontato. La Cisl, dicevamo, promette azioni eclatanti: “A questo punto, -sostengono Enzo Testa e Tonino Genovese- dato che per farsi ascoltare è necessario alzare la voce e i toni della vertenza, siamo pronti a manifestazioni eclatanti, a partire da lunedì prevedendo anche il blocco dei trasporti nello Stretto di Messina”.Un'azione di forza perchè totalmente insoddisfatti dai risultati del tavolo che si è tenuto nella sede dell'assessorato regionale alle Infrastrutture e Trasporti con la Regione, Fs e i sindacati sulla vertenza Servirail e treni a lunga percorrenza. “La proposta di ricollocare nel giro di due anni i lavoratori della Servirail in un un settore già dilaniato -sostengono i sindacalisti della Cisl- come quello degli appalti ferroviari è assurda, Fs continua a a tenere un atteggiamento inaccettabile proponendo finte soluzioni che sono lontane dalle reali esigenze dei lavoratori e del servizio ferroviario in Sicilia”.

Ma a quell'incontro c'erano anche altri sindacati che si dichiarano moderatamente ottimisti. Cgil Uil Orsa Ugl e Fast, parlano di un elemento di novità, del quale la Cisl non fa cenno. Pare che i delegati di Fs hanno aperto uno spiraglio per verificare effettivamente la possibilità di ridefinire l'offerta treni a lunga percorrenza e quindi risolvere tutta la vertenza sia sotto il profilo della mobilità che sotto quello occupazionale. “Come denunciamo da tempo, la soluzione alla vertenza Servirail ma anche Ferrotel, non può essere un contentino occasionale in appalti di nessuna certezza- spiegano i dirigenti di Cgil, Uil, Orsa, Ugl, Fast-. Questa vertenza passa necessariamente dal ripristino dei treni soppressi e quindi da un cambiamento di strategia di Fs che non deve e non può pensare di abbandonare la Sicilia e i suoi lavoratori. Oggi però, su questo punto, registriamo un'apertura insperata che ora chiede di essere sostenuta a livello nazionale”. Proprio sull'apertura di Fs riguardo il ripristino dei treni soppressi, l'assessore avrebbe invitato anche le organizzazioni sindacali a formulare una contro offerta e ha riconvocato il Tavolo per giovedì 2 febbraio.
Fonte: InfoMessina: sabato 21 Gennaio 2012 

venerdì 20 gennaio 2012

Ragusa in piazza per salvare la stazione

I sindacati chiamano a raccolta le istituzioni per chiedere il potenziamento del trasporto ferroviario. "Non vogliamo passerelle politiche"
Domani tutti in piazza per salvare la ferrovia. A Ragusa la stazione sta per essere chiusa e i sindacati chiamano a raccolta istituzioni e associazioni datoriali per salvare il trasporto ferroviario in provincia di Ragusa.
"Per anni - spiega Pippo Gurrieri, coordinatore provinciale Cub Trasporti - ci siamo battuti per la salvaguardia e il potenziamento del trasporto su rotaia e in una terra dove non ci sono infrastrutture quella ferroviaria ha rappresentato un punto fermo per migliaia di viaggiatori e centinaia di aziende. Gli eventi di questo periodo sul piano internazionale e nazionale (aumento dei prezzi e caro-benzina) e quelli locali (blocco dei tir) fanno comprendere a tutti l'importanza del trasporto ferroviario per un territorio".
Ma, avvertono i sindacati, l'assemblea "non deve essere l'ennesima occasione per far fare passerella a qualche personaggio della politica locale ma a tutti si chiederà un impegno concreto e preciso; un lavoro di squadra, una pressione forte verso le controparti (Regione, Rfi, Trenitalia), per dare dignità al trasporto ferroviario in provincia di Ragusa".

giovedì 19 gennaio 2012

SICILIA, IL MOVIMENTO FORZA D'URTO BLOCCA I TRASPORTI DELL'ISOLA

Sicilia, (TMNotizie) – Giorni difficili per i trasporti in Sicilia. Per cinque giorni, fino alla mezzanotte di venerdì 20 gennaio il movimento "Forza d'Urto" ha proclamato un blocco dei trasporti in tutta l'isola per protestare contro il prezzo della crisi imposto alle fasce più deboli della popolazione."Moltissime persone non hanno la possibilità materialmente di comprare il pane – dice Mario Cerrito – Non sto scherzando, è una cosa seria, siamo in mezzo ai guai e il siciliano non se lo può più permettere".
Il movimento Forza d'Urto nato dall'unione degli Autotrasportatori Aias, Movimento dei Forconi, pescatori, imprenditori agricoli, parla di una "manifestazione popolare" dove non sono consentite bandiere o simboli di partiti politici o di sindacati. I presìdi coinvolgono quasi tutte le provincie siciliane. 
A Catania il tratto più caldo è lo snodo della Tangenziale vicino allo svincolo Paesi Etnei. Francesco Crupi del movimento dei Forconi di Paternò.
"Noi non vogliamo fare la guerra dei poveri, non è uno sciopero dei sindacati o roba varia. 
Noi vogliamo unire il popolo e far capire che è un grave problema. 
Deve risolverlo il popolo e non la categoria".
"Siamo un popolo che vorrebbe vivere con la propria dignità e il proprio lavoro: ce l'hanno impedito".
Allo sciopero hanno aderito anche i sindaci, come Gaetano Punzi, primo cittadino di Regalbuto.
Critiche nei confronti della protesta da parte di Confidustria Sicilia e dalla sezione siciliana della Federazione autotrasportatori.