venerdì 26 novembre 2010

Richiesta incontro alla Regione Sicilia - Nuovi orari ferroviari 2010 - 2011

All’Assessore Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità

c.a. Assessore Pietro Carmelo Russo

Al Dipartimento delle Infrastrutture e della Mobilità
c.a. Dirigente Generale Avv. Vincenzo Falgares

Alla Direzione Regionale Trenitalia Sicilia c.a. Ing. Francesco Costantino

Alla Direzione Territoriale Produzione RFI Sicilia c.a. Ing. Filippo Palazzo

Agli Organi di Stampa

In vista dei nuovi orari ferroviari, che entreranno in vigore il 12 dicembre p.v., venuti a conoscenza che già la direzione regionale di Trenitalia ha presentato alla Regione Sicilia le tracce orarie 2010/2011, desideriamo chiedere un incontro urgente con il Dirigente del Dipartimento regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, per prendere visione della proposta ferroviaria 2010/2011 ed eventualmente integrarla con nostre proposte per migliorarne la funzionalità.

Riteniamo opportuno che le Istituzioni, in collaborazione con i molti utenti del trasporto ferroviario, incomincino a programmare un servizio più vicino all’utenza in generale ed in modo particolare all’utenza pendolare, e a tutelare il cittadino che giornalmente è costretto a fare enormi sacrifici per raggiungere il proprio posto di lavoro, studio e altro.

Certi della Vs. disponibilità e sensibilità a tale problematica, nell’attesa di un vs. sollecito riscontro, porgo a nome del Comitato, cordiali saluti

Firmato:
Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Messina-Catania-Siracusa
Aldo Lo Monte - Pendolari Caltagirone-Gela
Antonino Fazio - Comitato Pendolari S.Agata Militello-Messina
Maurizio Porsenna - Pendolari Ragusa

mercoledì 24 novembre 2010

I Ritardi Infrastrutturali in Sicilia

Nell'attesa che venga approvato il Piano per il Sud, il Cipe approva nella seduta del 18/11/2010, opere pubbliche per 21 miliardi di euro, ed il ministro Matteoli si dichiara soddisfatto perché in questa fase economica, questo ulteriore finanziamento per le infrastrutture, darà sicuramente un contributo allo sviluppo e all'occupazione. Le opere approvate e che possono essere avviate immediatamente sono solo per il centro nord e sono: il Terzo Valico de Giovi sull'asse Alta velocità Milano-Genova (6,2 mld); l'Av Milano-Verona tratto Brescia-Treviglio (3,8 mld); il Valico del Brennero (4,6 mld) e l'accesso alla galleria di base del Brennero nel tratto Fortezza-Verona (1,6 mld); la Torino-Lione - cunicolo esplorativo della Maddalena (143 milioni); la settima tranche del Mose di Venezia (230 milioni di euro) in tal modo si raggiungerà il 75% della realizzazione dell'intera opera; l'autostrada Pontina Roma-Latina (2,7 mld); la viabilità secondaria del primo lotto dell'autostrada Tirrenica da Rosignano a San Pietro in Palazzi (costo complessivo della Tirrenica 1,8 mld). Mentre per il centro sud approvati solo due interventi quali la piastra logistica di Taranto (33 milioni) e l'adeguamento ferroviario nell'ambito dell'area metropolitana di Bari (29 milioni di euro).
In un momento in cui tutti ottengono miliardi di euro per l'ammodernamento e la costruzione di nuove infrastrutture viarie e ferroviarie, i politici siciliani discutono ancora sull'arretratezza infrastrutturale siciliana.
Se il nostro sistema ferroviario è antiquato, lo è proprio alla scarsa attenzione che la politica regionale ha dedicato allo sviluppo infrastrutturale.
Non è possibile, che si punti l'indice nei confronti dello Stato, di Rete Ferroviaria Italiana e di Trenitalia, quando la politica siciliana in materia di trasporto e di infrastrutture, in questi ultimi quarant'anni, non ha prodotto nulla per cercare di diminuire il gap infrastrutturale fra nord e sud.
Ma le occasioni ci sono state!
Nell'ottobre 2001, veniva sottoscritto in Sicilia l'Accordo di Programma Quadro (APQ), tra Regione Siciliana (presidente Cuffaro) e Ministero dei Trasporti (On.Lunardi).
Nell'APQ venivano previsti importanti interventi ferroviari come si evince dagli allegati prospetti A e B
Prospetto A(miliardi di lire)
OGGETTO DELL'INTERVENTO
Soggetto responsabile
FINANZIAMENTI DISPONIBILI
Costo
"a finire"
stimato

(non finanziato)
1
2
3
4
5
6
Finanziamenti assegnati a FS S.p.A. con C.d.P. 1994-2000 e Addenda
L.388/2000 Finanziaria 2001
POR Sicilia
Del. CIPE 142/99 "Aree depresse"
Ex lege n.64/86 Del. CIPE 13.3.96
TOTALE(Importo interventi finanziati e previsti in APQ)
Direttrice Palermo-Messina (schede TFA11-TFA12-TFA13-TFA14)
FS
1.628,138
283,149
1.911,287
Direttrice Messina-Catania-Siracusa (schede TFA21-TFA22-TFA23) ivi compreso il nodo di Catania
FS
633,000
633,000
700,000
Nodo di Palermo (schede TFA31-TFA32)
FS
650,663
45,000
80,000
775,663
239,410
Linea Palermo-Agrigento (schede TFA41)
FS
270,000
270,000
Studio di fattibilità relativo al potenziamento delle linee regionali (scheda TFA51)
Regione Siciliana
3,000
3,000
TOTALE PROSPETTO A
2.911,801
283,149
270,000
48,000
80,000
3.592,950
939,410


Prospetto B (in miliardi di lire)
Interventi in ambito urbano
Costo complessivo
POR
Altre Risorse
Del. CIPE 142/99 "Aree depresse"
Prolungamento della linea metropolitana della F.C.E. nella tratta urbana di Catania (schede TFB11-TFB12-TFB13-TFB14-TFB15)
516
202
314
-
Chiusura dell'anello ferroviario di Palermo, linea Notarbartolo-Giachery-Centrale (scheda TFB21)
225,2
73
135,52
16,68
Realizzazione della MetroFerrovia di Messina (scheda TFB31)
73
-
-
73
TOTALE PROSPETTO B
814,2
275
449,52
89,68
E' lecito chiedersi, quali e quante di queste opere previste nell'APQ del 2001 sono state realizzate sino ad oggi?
Perché non è stato mai attuato il Piano Regionale dei Trasporti ed i quattro Piani Attuativi (Aereo-Marittimo-Stradale-Ferroviario) approvati nel lontano 2004?
Perché non è stato realizzato il raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri seppur finanziato con 1970 milioni di euro dal lontano 2005 e, tra l'altro, inserito dal Governo nazionale nel Piano delle infrastrutture strategiche?
Perché in tutti questi mesi la Regione siciliana non ha voluto, viste le nostre tante richieste, incontrare i Comitati dei Pendolari Siciliani almeno per capire quali fossero le esigenze dei maggiori fruitori del trasporto ferroviario ed eventualmente inserirle nel Contratto di servizio?
Perché non è stato ancora sottoscritto il Contratto di Servizio, visto già l'avvenuto passaggio delle competenze tra Stato e Regione?
Queste, sono le domande alle quali la classe politica siciliana deve dare risposta ai Siciliani e all'arretratezza infrastrutturale della Sicilia.
L'ex presidente delle Ferrovie dello Stato, Innocenzo Cipolletta, intervenuto a Palermo nel novembre 2009, alle "Giornate dell'Economia del Mezzogiorno", ha dichiarato:"I progetti per migliorare la qualità del sistema ferroviario siciliano ci sono ma quello che manca sono le risorse economiche", ed ancora «la Sicilia ha bisogno di un sistema di trasporti più efficiente ma i bisogni infrastrutturali sono così tanti che malgrado gli sforzi manca sempre qualcosa.
Stiamo completando il raddoppio della Messina-Palermo dove ci sono i finanziamenti e poi ci sono i progetti per fare ex novo la Palermo-Catania e per velocizzare e rafforzare la Messina-Catania-Siracusa dove, mettendo in atto tutto il nostro impegno e la nostra progettualità, mancano le risorse economiche».
Alla luce di queste dichiarazioni, cadono nel vuoto le affermazioni della politica regionale di questi ultimi mesi che puntavano l'indice nei confronti di Rete Ferroviaria Italiana che non avevano progetti per lo sviluppo infrastrutturale della Sicilia.
In considerazione di questi fatti, la classe politica regionale dovrebbe pretendere dal governo nazionale le risorse adeguate, affinché in tempi brevi, vengano finanziati questi progetti che le Ferrovie dello Stato dichiarano di avere pronti per lo sviluppo della Sicilia, opere certamente urgenti e necessarie a ridurre l'enorme divario infrastrutturale che attualmente esiste e che è evidente tra la Sicilia e il resto d'Italia.
Dal danno arrecato per la totale assenza di investimenti infrastrutturali, alla beffa per l'ulteriore taglio dei treni a lunga percorrenza tra nord-sud ed al paventato taglio di 50 treni al trasporto regionale che avverrà, quasi certamente, dal 12 dicembre 2010.
In conclusione, le nostre linee sono sempre più disastrate e fatiscenti, mentre si ha il coraggio di affermare che grazie all'Alta Velocità il Paese è più moderno ed avanzato, ma in Sicilia non è proprio così.
Giosue Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

martedì 23 novembre 2010

In Sicilia trasporti da Terzo Mondo - QdS - Regionale di Economia Istituzioni Ambiente No Profit e Consumo

Nel secondo caso la necessità di un potenziamento della rete ferroviaria visto che attualmente Trenitalia continua a lanciare segnali di dismissione. Le perplessità giungono direttamente dal comitato pendolari di Giosuè Malaponti, infatti nonostante lo stop momentaneo dei tagli ai treni a lunga percorrenza, restano ancora dubbi sul contratto di servizio, sui rincari e sul trasporto dei treni regionali. Sul tavolo delle trattative ci sono i 50 treni regionali che potrebbero saltare e il taglio del 3% di 11 milioni di km/treno realizzati attualmente in Sicilia, al cambio degli orari del 12 dicembre 2010, pari a 330 mila km/treno.

venerdì 12 novembre 2010

Il comitato pendolari siciliani su: rincari, tagli ai treni regionali e contratto di servizio

I Pendolari Siciliani chiedono alla politica regionale di intervenire su: Rincari, Tagli e Contratto di Servizio.

Stoppato momentaneamente lo spettro dei tagli ai treni a lunga percorrenza, rimangono sul tappeto tre questioni importanti e collegate tra loro. La sottoscrizione del Contratto di Servizio tra Regione Siciliana e Trenitalia, il problema dei tagli ai treni del trasporto regionale e i paventati rincari ferroviari. Queste questioni sono di rilevante importanza per il futuro dei pendolari siciliani e per il trasporto ferroviario dell’Isola. L’eventuale o l’immediata sottoscrizione del Contratto di servizio, farebbe decadere il paventato taglio annunciato dai sindacati dei 50 treni del trasporto ferroviario siciliano. Pericolo che deve essere scongiurato a tutti i costi per evitare che questi tagli possano segnare la fine per molte tratte ferroviarie siciliane ritenute “rami secchi” da Trenitalia. Pericolo che deve essere scongiurato per non far venir meno l’opportunità ai pendolari siciliani di poter continuare ad avvalersi del mezzo treno per i propri spostamenti di lavoro, studio o quant’altro. Sembra che, agli attuali 11 milioni di km/treno realizzati attualmente in Sicilia, al cambio degli orari del 12 dicembre 2010, verrà decurtato il 3% circa ed esattamente 330 mila km/treno che non verranno realizzati e ciò a danno di tutti, siciliani, pendolari e turisti. La questione dei tagli finanziari alla spesa per il trasporto pubblico ferroviario delle regioni, da parte del Governo nazionale, e la conseguente questione dei rincari dei titoli di viaggio, è una tangibile beffa per i pendolari che proprio da quest’anno dovevano cominciare a vedere i miglioramenti tanto attesi in tutte le Regioni italiane, e che i nuovi Contratti di servizio di 6 + 6 anni di durata dovevano garantire certezza nel trasporto ferroviario. Invece, in Sicilia desideriamo fare presente che, al danno delle poche infrastrutture disponibili, dei tempi di percorrenza sempre più lunghi, del materiale rotabile sempre più vetusto, si aggiunge la beffa di dover pagare un costo di trasporto più alto per un servizio che non assicura una mobilità sostenibile e l’efficienza e l’efficacia del trasporto stesso. A questo punto, occorre mandare un messaggio forte e chiaro ai nostri rappresentanti politici siciliani affinché intervengano in maniera decisa presso il Governo nazionale per scongiurare questi rincari che penalizzerebbero in maniera grave una regione che, sino ad oggi, è stata tagliata fuori dai grandi investimenti infrastrutturali ed oggi, ancor meno, è penalizzata nel pagare un servizio più caro in mancanza di quelle infrastrutture che fanno la differenza tra nord e sud.

Giosuè Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

mercoledì 10 novembre 2010

Ferrovie: Nessun taglio ai treni in Sicilia

(AGENPARL) - Roma, 10 nov - "Niente tagli per i treni a lunga percorrenza in Sicilia. Allarme rientrato, dunque, per i collegamenti ferroviari tra la Sicilia e il Continente. I viaggiatori non saranno soggetti ad alcun disagio". Cosi il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Giuseppe Maria Reina al termine dell'incontro, da lui convocato d'intesa con il Ministro Matteoli, tra i vertici del Dicastero di Porta Pia e l'Amministratore Delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano. La riunione, che comunque era stata già programmata dalla fine della settimana scorsa, è nata in conseguenza ad una situazione resasi incandescente a seguito delle notizie apparsi sugli organi di informazione sui tagli che Rfi avrebbe effettuato nei prossimi mesi in Sicilia.
"Dopo un approfondito esame della situazione - spiega Reina - si è pervenuti ad una soluzione ragionevole. Le linee che avrebbero potuto subire delle soppressioni, saranno mantenute. Quindi niente taglio delle cosiddette "antenne" da Palermo, Agrigento e da Siracusa e nessuna soppressione dei treni relativi. La Sicilia- ha chiarito Reina - ha pieno diritto a credere e sperare in un futuro migliore per il trasporto ferroviario sul proprio territorio. La soluzione adottata naturalmente comporterà un'integrazione di risorse finanziarie di diversi milioni che saranno appositamente rinvenuti dal Ministero, prelevandoli da più voci, per sopperire alla situazione".

I Tagli alle ferrovie e le responsabilità della politica

Finalmente, a riflettori accesi sui tagli ferroviari, prende parola la politica regionale e nazionale, ed era proprio quello che avevamo chiesto con una nostra nota alle istituzioni. Ad onor del vero di smantellamento delle ferrovie siciliane si è iniziato a parlare dopo i vari assetti societari di Trenitalia nel 2000 e di Rete Ferroviaria Italiana nel 2001. Nel corso di questi ultimi dieci anni sono state chiuse tutte le piccole stazioni ed in seguito smantellati i servizi nelle stazioni di Messina, Catania, Siracusa etc. per centralizzare tutto su Palermo. Che questa sia stata una scelta aziendale nulla da obiettare; ma che piano piano le ferrovie ed il trasporto siciliano stiano scomparendo questo è davvero inaccettabile. Tutto ciò in questi dieci anni alla politica forse non è mai interessato. Oggi, sono convinto che le prese di posizioni di tutta la classe politica siciliana, forse non riusciranno a sovvertire le decisioni del gruppo Ferrovie dello Stato, ed ancora peggio i tagli finanziari che il Governo nazionale ha operato a danno del trasporto pubblico che la stessa classe politica siciliana ha votato in Parlamento. Se, da un lato questa assurda vicenda mi preoccupa, dall’altro, auspico invece che una volta tanto la politica siciliana, quella con la “P” maiuscola, riesca a far valere le proprie ragioni su un problema tanto importante per la Sicilia e i Siciliani, quale è il trasporto pubblico ferroviario, l'applicazione della continuità territoriale (ferroviaria,aerea,marittima) e il necessario completamento delle infrastrutture che da oltre 40 anni sono ancora incomplete. Non vorrei che, spenti i riflettori, tutto ripiombasse nell’assoluto silenzio e nel continuo abbandono di un lembo di terra che tutti ci invidiano e che in tutte le indagini statistiche nazionali ed europee risulta essere penalizzata per la mancanza di infrastrutture e di trasporti efficienti ed efficaci.

Giosuè Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

martedì 9 novembre 2010

La Politica, le Ferrovie e l'Unità d'Italia


Il conto alla rovescia e gli annunci dei tagli ai treni da e per il nord, dovrebbero far riflettere i siciliani e far indignare tutta la nostra deputazione siciliana.

La Sicilia, anno dopo anno e treno dopo treno, è stata definitivamente tagliata fuori dal trasporto universale delle Ferrovie dello Stato.
Mentre l’Italia da Torino a Salerno corre sui binari dell’alta velocità, mettendo in questo modo a disposizione di queste grandi città (Torino, Milano, Firenze, Bologna, Roma, Napoli e Salerno) una sorta di metropolitana veloce lunga oltre mille chilometri, la Sicilia viene invece definitivamente isolata dal trasporto ferroviario.
L’unica speranza per sovvertire queste sciagurate decisioni deve essere una forte presa di posizione di tutte le forze politiche siciliane, di centrodestra e di centrosinistra, che devono fare sentire tutto il loro peso politico, affinché si eviti questo ulteriore e definitivo colpo di scure al trasporto ferroviario, che allontana la Sicilia e i Siciliani definitivamente dal continente “Italia”.
Sono convinto che questa è l’occasione per difendere, tutelare e garantire quella conquista “la ferrovia” che ebbe come data storica l’Unità d’Italia.
La ferrovia Palermo-Messina fu inaugurata nel lontano 1895, la linea Messina-Catania-Siracusa venne realizzata tra il 1867 e il 1871, i lavori sulla dorsale centrale, tra Palermo e Bagheria, dal 1863 al 1885.
Allo stato attuale la rete ferroviaria siciliana costituisce la più estesa rete ferroviaria insulare del Mediterraneo e dell'Italia, ma è, di contro, tra le più arretrate poiché le opere di ammodernamento sono state molto limitate nell'ultimo secolo.
Nel panorama ferroviario nazionale, la regione Sicilia si colloca all’8° posto per la lunghezza complessiva dei binari (dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania), al 5° posto per le linee ferroviarie in esercizio (dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio) e al 16° posto con 169 km. (12%) di linea a doppio binario su 1378 km.(a seguire Sardegna, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta).
Questi sono i dati con i quali si può rappresentare la grave e duratura disattenzione dei governi regionali e nazionali nei confronti delle infrastrutture ferroviarie siciliane.
Occorre una azione mirata della politica non solo presso i vertici delle Ferrovie dello Stato, ma soprattutto sul proprietario unico del gruppo che è il Ministero del Tesoro, e non quello delle Infrastrutture e Trasporti.
E’ il momento in cui tutta la classe politica siciliana riconosca il proprio mea culpa e cerchi di recuperare le posizioni perdute in tutti questi anni, per “garantire” la continuità territoriale e il servizio pubblico ferroviario che ci “spetta” di diritto>>.
Non è possibile e non deve verificarsi che la Sicilia venga tagliata fuori definitivamente dal servizio di trasporto ferroviario “Universale”, in considerazione di quanto è previsto nella Costituzione all’art. 3, che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali…”
Giosuè Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

lunedì 1 novembre 2010

Giosue Malaponti: Non ci risulta che in Sicilia a bordo dei treni ci siano stati casi delinquenziali tali da far scattare il problema della sicurezza

Prendendo spunto dalle dichiarazioni del dirigente del compartimento della Polizia ferroviaria di Palermo, Rossella Iraci, in merito al bilancio dell’attività svolta dalla Polizia Ferroviaria in Sicilia dal gennaio 2010 ad oggi, desideriamo intervenire facendo presente che il 30 luglio 2010 su Canale 5, nella rubrica “Indignato Speciale” a cura del giornalista Andrea Pamparana, è andato in onda un servizio sul trasporto ferroviario siciliano.
In quell’occasione il giornalista che curava il servizio poneva la seguente domanda: “… poi c’è il problema della sicurezza, sui treni siciliani c’è poca prevenzione contro furti e rapine” e la risposta del rappresentante dei pendolari palermitani, Giacomo Fazio, è stata la seguente:
“Noi chiediamo più sicurezza proprio delle forze dell’ordine, delle forze dell’ordine diciamo c’è un controllo buono, però noi li vogliamo sui treni… perché purtroppo in questi momenti di crisi, ovviamente la delinquenza aumenta … è una cosa proporzionale….”.
Ci consta evidenziare che questo servizio è andato in onda all’interno del TG5 delle ore 13 e delle ore 20 (share tv elevatissimo) e ci chiediamo cosa avranno pensato i tantissimi spettatori di una simile dichiarazione del pendolare siciliano, in netto contrasto, peraltro, da quanto emerso dal bilancio positivo del dirigente, Rossella Iraci, del compartimento della Polizia ferroviaria di Palermo.
Non ci risulta che in Sicilia a bordo dei treni ci siano stati casi delinquenziali tali da far scattare il problema della sicurezza e quindi la necessità di chiedere più forze di polizia a bordo dei
treni. Noi, da siciliani e da pendolari, non possiamo non intervenire su questa questione paradossale dove da un lato il rappresentante dei pendolari palermitani, Giacomo Fazio, chiede più forze di polizia a bordo dei treni e dall’altro invece emerge il bilancio confortante della Polizia Ferroviaria.
Ci amareggia il fatto che questa notizia non sia stata smentita da alcuno, e che in tutta Italia sia passato e continui a passare un messaggio del genere, che vede la delinquenza in Sicilia farla da padrone. Siamo convinti che la dichiarazione fatta dal rappresentante dei pendolari palermitani, non fa certamente onore nè alla Sicilia nè ai siciliani e non può vanificare il lavoro e gli sforzi delle Forze dell’Ordine che giornalmente garantiscono la sicurezza nelle infrastrutture ferroviarie siciliane ed alla quale va il nostro plauso per l’eccellente attività svolta.
(video:http://www.video.mediaset.it/video/tg5/indignato_speciale/176153/problemi-dei-pendolari-in-sicilia.html)
Giosuè Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani