Nei giorni dei grandi disagi per chi si è avventurato a viaggiare in treno, tra convogli bloccati per neve e treni soppressi o in ritardo cronico, sta passando in secondo piano una polemica tra le Ferrovie dello Stato e NTV- Nuovo Trasporto Viaggiatori, la nuova compagnia ferroviaria guidata da Luca di Montezemolo.
L’antefatto sta nella prima bozza del decreto liberalizzazioni del governo Monti, il cui articolo 41, intitolato “Unbundling nel trasporto ferroviario“, poneva le basi per lo scorporo della Rete ferroviaria dal Gruppo Ferrovie dello Stato italiano. La proposta prevedeva che le azioni della Rfi passassero al ministero dell’Economia, e che dopo il parere di un’Authority la gestione delle infrastrutture ferroviarie passasse a un altro soggetto, diventando indipendente dalle imprese operanti nel settore dei trasporti. Nella bozza definitiva del decreto, l’articolo era sparito, sostituito da un più tranquillizzante “Misure per il trasporto ferroviario”, anche a seguito delle vibranti proteste dell’AD di Trenitalia Mauro Moretti che non ci stava a vedere dimezzato il peso delle FS proprio alla vigilia del debutto della concorrente NTV, il cui primo treno, Italo, dovrebbe partire entro marzo.
Prima che la norma sparisse, l’Ufficio Studi di NTV aveva pubblicato una ricerca sul mercato europeo, da cui risultava che lo scorporo della rete ferroviaria avrebbe portato benefici e risparmi, come accaduto in Gran Bretagna.
Nel comunicato si sottolineava che la separazione della rete dai servizi ha prodotto effetti positivi, tanto che
“Per quanto riguarda la domanda, le performance ottenute sono le migliori d’Europa: con riferimento al periodo 1995-2010, l’aumento del traffico viaggiatori nel Regno Unito è stato dell’80%, a fronte di una media europea del 20% e di un andamento piatto in Italia”.
Il comunicato NTV è datato 19 gennaio. FS ha taciuto per alcuni giorni, per poi rispondere il 1 febbraio, proprio nel bel mezzo dell’emergenza maltempo. Nel comunicato (in pdf sul link), particolarmente polemico, FS afferma che i dati di NTV sono errati, e che, in particolare
“il sistema ferroviario inglese nel suo complesso (gestore di infrastruttura e imprese ferroviarie), costa alla collettività, per passeggero chilometro, più del doppio di quello italiano”.
La risposta di NTV non si è invece fatta attendere. A stretto giro di web, il 2 febbraio NTV ha ribadito la correttezza dei propri dati citando il bilancio del gestore britannico Network Rail limited, e mostrando come i costi generali siano più alti, ma a fronte di una circolazione maggiore di treni, e che all’aumento dei prezzi dei biglietti è corrisposto un aumento di traffico, merito – a detta di Ntv – della qualità della rete e della concorrenza. È evidente la volontà della compagnia privata di affermare che prezzi più alti sarebbero accettati anche dai viaggiatori italiani a fronte di una rete più efficiente. Resta da vedere se Fs risponderà, ma soprattutto se il governo Monti rispolvererà il progetto di scorporo.
Fonte: Polis Blog
Fonte: Polis Blog