Un forte e moderno servizio ferroviario è
indispensabile per costruire un sistema dei trasporti efficiente nelle aree
metropolitane. Tra l’altro c’è un’altra questione che dovrebbe far riflettere in
un periodo difficile per tante famiglie, come la possibilità di ridurre i costi
di spostamento utilizzando i mezzi collettivi, cosa che per tante persone può
rappresentare una vera boccata di ossigeno, oltre che un miglioramento
significativo della qualità della vita.
Ed è significativo constatare quanto stia
crescendo l’organizzazione della rappresentanza dei pendolari, con comitati
oggi diffusi in quasi tutte le Regioni italiane, che chiedono più treni,
puntuali, nuovi, puliti. Dare risposta a questa domanda è quanto mai strategico
per un Paese come l’Italia, e per questa nostra regione, la Sicilia.
La spiegazione delle difficoltà dello
spostarsi in treno quotidianamente verso le principali città siciliane è
semplice, basta guardare i dati sugli investimenti per il servizio, l’acquisto
di materiale rotabile e le infrastrutture.
Qualcosa di più è stato fatto negli scorsi
anni acquistando nuovi treni “Minuetto”, condizione fondamentale non solo per
migliorare la qualità del viaggio per i pendolari ma anche per aumentarne il
numero in circolazione e migliorare la puntualità (i ritardi dipendono anche
dal sovraffollamento delle carrozze).
Il trasporto ferroviario siciliano in
questi ultimi anni sta attraversando momenti veramente difficili. Sono molti i
territori che si sono visti azzerare quasi del tutto il trasporto ferroviario:
Siracusa, Ragusa, Modica, Gela, Caltanissetta, Caltagirone, Alcamo-Trapani Via
Milo.
La marginalità degli investimenti per il trasporto ferroviario in Sicilia è evidente e gli investimenti statali e regionali premiano la strada a danno della ferrovia, ma sempre al centro-nord. Il tema appena introdotto deve entrare nell’agenda delle politiche nazionali e regionali, passando attraverso maggiori risorse per il servizio di trasporto pendolare e per le infrastrutture dell’Isola.
La marginalità degli investimenti per il trasporto ferroviario in Sicilia è evidente e gli investimenti statali e regionali premiano la strada a danno della ferrovia, ma sempre al centro-nord. Il tema appena introdotto deve entrare nell’agenda delle politiche nazionali e regionali, passando attraverso maggiori risorse per il servizio di trasporto pendolare e per le infrastrutture dell’Isola.
Ebbene, i cittadini che ogni giorno si
muovono in treno devono essere
l’interlocutore fondamentale delle strategie di potenziamento del servizio, attraverso il
confronto, la partecipazione e l’informazione dei pendolari, sia per alzare gli
standard qualitativi che per monitorare il servizio sulla rete (puntualità,
grado di affollamento, igiene, climatizzazione, informazione, ecc.).
Le Regioni
hanno, ovviamente, la possibilità di ampliare la quantità degli investimenti,
perché le “prestazioni” sono state definite nei cosiddetti Contratti di
Servizio, che tutte le regioni, Sicilia a parte hanno posto in essere a partire
dal 2009.
Con il Contratto di Servizio, da un lato
l’impresa ferroviaria si impegna all’erogazione di un quantitativo di treni*km
e al rispetto di determinati indici di qualità (relativi a pulizia, comfort, informazione e puntualità delle corse),
dall’altro lato l’amministrazione regionale stabilisce un corrispettivo
economico per l’erogazione di tali servizi.
In ultimo, il Contratto di Servizio
stabilisce le penali da applicare al gestore dei servizi in caso di mancato rispetto
degli indici di qualità definiti dal Contratto: le risorse generate
dall’applicazione di queste sanzioni sono spesso risultate consistenti,
permettendo un reinvestimento diretto nel servizio. Alcune Regioni hanno addirittura scelto
di riutilizzare le risorse generate dall’applicazione delle suddette penali per
un rimborso, sotto forma di bonus, da restituire agli abbonati.
Il monitoraggio condotto dal Comitato
Pendolari Siciliani nella prima settimana di dicembre, nello specifico dall’1
all’8 dicembre 2018, è stato eseguito su un campione di 912 treni distribuiti
sulle tratte di maggiore frequentazione secondo i dati riportati nell’allegata
Tabella A.
I valori assoluti
non riescono a mettere in luce le problematiche e i disservizi riscontrati
sulle varie relazioni, a meno di riscontrare ancora una volta l’anomalo numero
di treni che puntualmente arriva in anticipo a destinazione, segno dei continui
allungamenti di percorrenza. Nella sola tratta Messina-Catania-Siracusa,
riscontriamo 208 treni arrivati a destinazione prima dell’orario previsto su un
totale di 485 treni monitorati il 43% circa. Il rapporto dei minuti complessivi
di ritardo sul
totale dei treni monitorati, analizzato attraverso la Tabella B
ci porta ad analizzare il fenomeno osservato in maniera più dettagliata, mettendo
in evidenza un ritardo fuori controllo nelle tratte più
critiche come la Modica-Ragusa-Caltanissetta dove riscontriamo un ritardo medio
di oltre 30 minuti sui treni oggetto del monitoraggio(ritardi dovuti a problemi
tecnici all’infrastruttura,ritardi dovuti alle condizioni meteo avverse e altri
dovuti a fatti occasionali-ostruzioni varie lungo linea). Parallelamente sulla
relazione Catania-Palermo è stato riscontrato un ritardo medio di 16 minuti sui
100 treni osservati(ritardi dovuti a problemi tecnici all’infrastruttura, ritardi
dovuti a guasti ai locomotori, ritardi dovuti alle condizioni meteo avverse e
altri dovuti a fatti occasionali (ostruzioni varie lungo linea).
Il monitoraggio ci
ha consentito anche di analizzare la situazione sul fronte dei treno*km non effettuati:
solo sulla Palermo-Agrigento nel breve periodo sono venuti a mancare servizi ai
pendolari per ben 1380 treno*km, sulla Messina-Catania-Siracusa per 561 treno*km,
e nel complesso dell’analisi effettuata abbiamo riscontrato in poco più di una
settimana, la cancellazione di 2.772 treno*km, sufficienti a percorrere 2 volte
l’Italia da Nord a Sud, oppure oltre 2 volte il giro delle coste siciliane.
Il fenomeno è illustrato nelle
rappresentazioni grafiche dei treno*km non effettuati (Grafico 1) e nel totale
dei minuti di ritardo (Grafico 2) che mettono chiaramente in evidenza le
proporzioni dei disservizi riscontrati sulle singole tratte rispetto al totale.
L'obiettivo è sensibilizzare Regione,
Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana a rilanciare gli investimenti.
Giosuè
Malaponti Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer