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sabato 1 dicembre 2018

La Sicilia aspetta sempre i progetti e i fondi dell'accordo firmato da Cuffaro

Viste le ultime dichiarazioni dell’Amministratore delegato e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana, Maurizio Gentile (in cui snocciola alcuni degli interventi previsti nel piano degli investimenti da 14 miliardi per la Sicilia), riteniamo opportuno e doveroso fare presente all’Ad Gentile e all’opinione pubblica che l’ennesimo annuncio sui tempi di percorrenza della Catania-Palermo continua ad essere una presa in giro per la Sicilia e i siciliani (alta velocità, velocità light, etc) ed è veramente riduttivo parlare della sola Catania-Palermo.
Infatti, nel C.I.S. (Contratto Istituzionale di Sviluppo) firmato nei primi mesi del 2013, veniva previsto proprio per la Palermo-Catania di portare i tempi di percorrenza dalle attuali 2 ore e 45 (che poi nella realtà sono sempre circa 3 ore)  a 2 ore e 30 entro il 2014. Peccato che siamo nel 2018 e per arrivare da Catania a Palermo ci vogliono sempre 3 ore circa.
Se vogliamo andare un po’ a ritroso di qualche anno, precisamente nel 2009, dopo l’operazione “Freccia Rotta”, Rfi Spa (Rete Ferroviaria Italiana) - aveva chiesto ed ottenuto nel Contratto di Programma 2007-2011, 30 milioni di euro per ammodernare e velocizzare l'attuale tracciato della Catania-Palermo, portando i tempi di percorrenza al di sotto delle 2 ore e 30. Come mai Rete Ferroviaria Italiana Spa dal 2009 ad oggi non ha mai dato seguito a questo Contratto di Programma? Se oggi con appena un miliardo di euro si penserà a raddoppiare una piccola parte, tutto il resto, quando verrà ammodernato?
Al danno la beffa di un raddoppio che non verrà mai raddoppiato, tenuto conto che dal 2003 ad oggi la spesa prevista per ammodernare tutta la rete ferroviaria era ed è di oltre 14 miliardi, ma quando si parla di Sicilia arrivano appena le briciole. Per esempio, su un investimento di circa 6 miliardi sulla Napoli-Bari, sono stati finanziati circa 3 miliardi, mentre per la Catania-Palermo per cui la spesa prevista era di circa 6 miliardi, sono stati finanziati appena 823 milioni. Lavori che devono ancora iniziare.
I siciliani, infatti, si aspettano ancora di vedere realizzate quelle opere che furono iscritte nel primo APQ (Accordo di Programma Quadro) tra Regione Siciliana (Cuffaro Presidente) e il Ministero dei Trasporti (Lunardi Ministro), quasi ventanni fa,  e precisamente nei primi giorni di ottobre del 2001.

giovedì 29 novembre 2018

Infrastrutture ferroviarie in Sicilia: Basta con gli annunci vogliamo il piano di investimenti e il cronoprogramma definitivo

Viste le ultime dichiarazioni dell’Amministratore delegato e direttore generale di Rete Ferroviaria Italiana, Maurizio Gentile (in cui snocciola alcuni degli interventi previsti nel piano degli investimenti da 14 miliardi per la Sicilia), riteniamo opportuno e doveroso fare presente all’Ad Gentile e all’opinione pubblica che l’ennesimo annuncio sui tempi di percorrenza della Catania-Palermo continua ad essere una presa in giro per la Sicilia e i siciliani (alta velocità, velocità light, etc) ed è veramente riduttivo parlare della sola Catania-Palermo.
Infatti, nel C.I.S. (Contratto Istituzionale di Sviluppo) firmato nei primi mesi del 2013, veniva previsto proprio per la Palermo-Catania di portare i tempi di percorrenza dalle attuali 2 ore e 45 (che poi nella realtà sono sempre circa 3 ore)  a 2 ore e 30 entro il 2014. Peccato che siamo nel 2018 e per arrivare da Catania a Palermo ci vogliono sempre 3 ore circa.
Se vogliamo andare un po’ a ritroso di qualche anno, precisamente nel 2009, dopo l’operazione “Freccia Rotta”, Rfi Spa (Rete Ferroviaria Italiana) - aveva chiesto ed ottenuto nel Contratto di Programma 2007-2011, 30 milioni di euro per ammodernare e velocizzare l'attuale tracciato della Catania-Palermo, portando i tempi di percorrenza al di sotto delle 2 ore e 30. Come mai Rete Ferroviaria Italiana Spa dal 2009 ad oggi non ha mai dato seguito a questo Contratto di Programma? Se oggi con appena un miliardo di euro si penserà a raddoppiare una piccola parte, tutto il resto, quando verrà ammodernato?
Al danno la beffa di un raddoppio che non verrà mai raddoppiato, tenuto conto che dal 2003 ad oggi la spesa prevista per ammodernare tutta la rete ferroviaria era ed è di oltre 14 miliardi, ma quando si parla di Sicilia arrivano appena le briciole. Per esempio, su un investimento di circa 6 miliardi sulla Napoli-Bari, sono stati finanziati circa 3 miliardi, mentre per la Catania-Palermo per cui la spesa prevista era di circa 6 miliardi, sono stati finanziati appena 823 milioni. Lavori che devono ancora iniziare.
I siciliani, infatti, si aspettano ancora di vedere realizzate quelle opere che furono iscritte nel primo APQ (Accordo di Programma Quadro) tra Regione Siciliana (Cuffaro Presidente) e il Ministero dei Trasporti (Lunardi Ministro), quasi ventanni fa,  e precisamente nei primi giorni di ottobre del 2001.
Questo il quadro della situazione nell'intera rete siciliana:
Raddoppio Catania-Palermo - Il raddoppio della Catania-Palermo doveva essere l’unica linea ad alta velocità e capacità a collegare Palermo con Catania in 1 ora e 20 minuti, mentre sembra che finisca la sua corsa veloce da Catania a Raddusa-Catenanuova e il rimanente tracciato resterà ad unico binario anche se verrà ammodernato, chissà quando, in considerazione che al momento non ci sia alcun importo finanziato.
Castelbuono-Patti - nel 2003 erano previsti per il raddoppio 4,3 miliardi oggi scomparsi dai finanziamenti e non se ne parla nemmeno.
Fiumefreddo-Giampilieri - Fino a quando non vedremo posta la prima pietra e l’apertura dei cantieri non ci bastano le conferenze dei servizi che restano solo dei passaggi obbligati.
Caltagirone-Gela - La linea è chiusa dall’11 maggio 2011 per il crollo di alcune arcate del ponte ferroviario, finito di demolire nell’ottobre 2014 ed anche qui un nulla di fatto a distanza di sette anni e mezzo e non si hanno date certe nonostante siano stati finanziati 90 milioni di euro per la riapertura e la messa in sicurezza degli altri viadotti del tracciato.
Gela-Canicattì - in questa tratta sono stati spesi per ammodernamenti 35 milioni, da oltre tre anni e mezzo, lasciando la stessa ancora non elettrificata.
Alcamo-Trapani Via Milo - Linea ferroviaria chiusa per smottamenti dal 25 febbraio 2013 e ad oggi non viene prospettato nessun intervento di riapertura, se non il finanziamento sbandierato di circa 70 milioni risalente a circa 4 anni fa che è diventato oggi di oltre 140 milioni ma di date certe di inizio lavori non se ne parla.
Velocizzazione della Alcamo-Trapani - nel 2003 erano previsti 300 milioni  
Velocizzazione della Siracusa-Ragusa-Gela - nel 2003 erano previsti 600 milioni
Catania Centrale interramento stazione nel 2003 erano previsti 427 milioni
Velocizzazione Bicocca-Targia - nel 2003 erano previsti 76 milioni
Di tutte queste opere elencate qualcuno ci potrà spiegare lo stato dei lavori e/o dei finanziamenti che in alcuni casi dal 2003 ad oggi sono stati quasi raddoppiati?
Allora una volta per tutte è possibile avere il quadro degli investimenti infrastrutturali previsti nei 14 miliardi da spendere da  in Sicilia da oltre 15 anni?
E’ possibile venire a conoscenza del Piano degli Investimenti aggiornato con il relativo cronoprogramma che stabilisce tempi, modi, progetti e finanziamenti già confermati?
Infatti non ci sorprende la dichiarazione di qualche mese fa dell’Ad di Rfi Spa Gentile che in Sicilia non serve l’alta velocità. In tempi non sospetti avevamo dichiarato che alla Sicilia non serviva "l’alta velocità" ma bensì la "normale velocità". Si, proprio la "normale velocità" nell’ammodernare e velocizzare tutte le infrastrutture ferroviarie esistenti, dando così ai siciliani la possibilità di poter viaggiare in condizioni più umane e dignitose. In conclusione desideriamo evidenziare, ancora una volta, che continueremo come sempre, con ogni mezzo legale, nella nostra battaglia per una mobilità eco ed equo-sostenibile che veda uscire finalmente la Sicilia da quella gogna di arretratezza in cui è stata relegata volutamente, ahimè, non solo da una classe politica regionale poca attenta ai bisogni dello sviluppo del territorio pari passo a quello nazionale ma anche da parte dei parlamentari nazionali, che in tutti questi anni, non hanno portato avanti un attento programma di progettazione e di finanziamenti per cercare di fare uscire il territorio siciliano da quel gap infrastrutturale che ha allontanato la Sicilia dal continente Italia.
Giosuè Malaponti Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

mercoledì 28 novembre 2018

Taormina-Giardini continuerà ad essere una stazione ferroviaria?

Taormina. Il Comitato Pendolari Siciliani interviene sulla questione che l’associazione Ferrovie Siciliane, da anni, porta avanti, relativamente alla futura dismissione del tratto di ferrovia che collega Alcantara con Letojanni, compresa la eventuale e definitiva chiusura della stazione di Taormina-Giardini.
Un sistema ferroviario che deve essere mantenuto in vita, considerando la prevista riattivazione della tratta ferroviaria Randazzo-Alcantara e con il mantenimento in esercizio del tracciato esistente che da Alcantara si collega con la stazione di Taormina-Giardini diventerebbe una sorta di metropolitana leggera. Questa riattivazione aprirebbe ad un nuovo scenario per tutta la vallata dell’Alcantara, fornendo quella mobilità eco-sostenibile e commerciale che da anni manca e che viene richiesta da tutti i territori interessati.
Tra l’altro è da considerare che il mantenimento dell’attuale infrastruttura si integra perfettamente con la variante del realizzando raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri.
Nella conferenza dei servizi che si terrà giovedì 29 novembre 2018 presso il Ministero dei Trasporti, si discuterà se approvare il progetto definitivo, che taglierà fuori l’attuale tratta ferroviaria Fiumefreddo- Letojanni, cancellando senza alcun criterio e con molta sconsideratezza il tracciato ferroviario che da Alcantara porta sino alla stazione di Taormina-Giardini. Un enorme patrimonio storico e una infrastruttura che dovrebbe continuare a vivere, nell’ambito di un concreto rilancio della ferrovia come mezzo eco-compatibile, continuando ad essere al servizio di tutti quegli insediamenti urbani che in tutti questi anni hanno convissuto con la linea ferrata dietro le proprie porte e al loro servizio. In un momento storico in cui numerose linee, un tempo considerate rami secchi, riacquistano un ruolo di primaria importanza, sotto il profilo della mobilità sostenibile, lascia stupefatti l’idea di chiudere un tratto di ferrovia così importante che porta sino a Taormina. Un sistema di trasporto, quello ferroviario, che non solo risulta essere il meno inquinante in assoluto, ma che in una condizione di evidente svantaggio della rete stradale della valle (SS.120), diviene più che concorrenziale rispetto al trasporto su gomma, ponendo le condizione per ridurre drasticamente i flussi veicolari e di inquinamento. Sorprende infatti, nel metodo, che il funzionario di un ente sovracomunale, nominato dalla Regione Siciliana, prenda posizione su una materia che, in sostanza, non le compete. Non ci risulta, infatti, che nello Statuto dell’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara sia prevista la gestione del trasporto pubblico locale.
Alla luce di queste premesse è importante conoscere la posizione che la Regione Siciliana, il governatore Musumeci, l’assessore regionale alle infrastrutture Falcone e il sindaco di Taormina, assumeranno nella conferenza dei servizi al Mit del 29 novembre a tutela e a salvaguardia del mantenimento in esercizio del tracciato esistente che da Alcantara si collega con la stazione di Taormina-Giardini sino a Letojanni, nell’interesse dello sviluppo socio economico dei territori interessati.
Giosuè Malaponti Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

lunedì 3 luglio 2017

Guasti, ritardi e grandi disagi: il trasporto ferroviario piomba nel caos

I ritardi accumulati dai treni regionali rappresentano un preoccupante campanello d'allarme. E il futuro potrebbe riservare sorprese ancor più peggiori: gli indugi nella firma del contratto di servizio tra Regione e Trenitalia (per non parlare della mancata approvazione degli emendamenti da parte dell'Ars) comincia già a manifestare i suoi effetti negativi sull'offerta. Basti pensare a quanto registrato mercoledì scorso: "Duecentoquarantadue minuti, pari a quattro ore e due minuti, è il ritardo accumulato da tredici treni del trasporto regionale di Trenitalia...

giovedì 29 giugno 2017

Treni in ritardo per 242 minuti e meno servizi alla stazione centrale di Catania per la chiusura della Siracusa-Catania.

Treni in ritardo per 242 minuti e meno servizi alla stazione centrale di Catania per la chiusura della Siracusa-Catania.
Duecentoquarantadue minuti, pari a quattro ore e 2 minuti è il ritardo accumulato da tredici treni del trasporto regionale di Trenitalia, per un guasto agli scambi del doppio binario alla stazione di Fiumefreddo di Sicilia, nella pomeriggio di mercoledì 28 giugno2017. Tale disservizio ha procurato gravi disagi all’utenza pendolare mettendo in crisi la circolazione ferroviaria della dorsale jonica Catania-Messina. Questi i treni in interessati dai ritardi:
Intercity 727 ritardo 35 minuti, Regionale veloce 3856 ritardo 33 minuti, Regionale 12882 ritardo 29 minuti, Regionale 12880 ritardo 26 minuti, Regionale 12815 ritardo 25 minuti, Regionale 12879 ritardo 17 minuti, Regionale 12875 ritardo 15 minuti, Regionale Veloce 3872 ritardo 15 minuti, Regionale veloce ritardo 12 minuti, Regionale veloce 3869 ritardo 9 minuti, Regionale 12884 ritardo 9 minuti, Regionale 12831 ritardo 9 minuti e Regionale 12883 ritardo 8 minuti. Un’altra questione urgente che desideriamo sottoporre al Dipartimento
Trasporto Ferroviario della Regione Siciliana, dopo 12 giorni, è quella della chiusura della relazione ferroviaria Siracusa-Catania dal 17 giugno sino al 10 settembre 2017 per i lavori programmati di ammodernamento all’infrastruttura ferroviaria. Dalla chiusura del 17 giugno della tratta ferroviaria in questione, tutti i treni vengono fatti partire dal 3, 5, e 7 binario creando enormi disagi all’utenza che si trovano a scendere e salire scale per raggiungere i binari di partenza dei treni. Un esempio per tutti: - il treno regionale veloce 3856 delle ore 14.11 viene fatto partire dal 7° binario e per giunta fatto sostare a cento metri circa dall’uscita del sottopassaggio. A differenza di quanto messo in campo lo scorso anno da Rete Ferroviaria Italiana e da Trenitalia, per ridurre al minino disagi e disservizi per il trasbordo dei passeggeri da e per Siracusa, attestando tutti i treni in partenza dal 1° binario. Abbiamo chiesto spiegazioni, dopo alcuni giorni, sia ai dirigenti del Dipartimento regionale trasporti che a Trenitalia e ci è stato riferito che avrebbero chiesto al gestore Rete Ferroviaria Italiana di modificare i binari di partenza dei treni in questione che a tutt’oggi stiamo ancora aspettando. Come al solito è opportuno evidenziare la mancata attenzione del gestore dell’infrastruttura ferroviaria, Rete Ferroviaria Italiana, che oltre al danno di chiudere per lavori, nel periodo estivo, anche se programmati, una relazione ferroviaria importante quale è la Siracusa-Catania si aggiunga la beffa di non attestare i treni in partenza dal 1° binario della stazione centrale di Catania per evitare enormi e gravi disagi di salire e scendere scale magari con il bagaglio al seguito, tenuto conto che la stazione centrale di Catania non è dotata di alcun ascensore.

Giosuè Malaponti – Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

venerdì 3 aprile 2015

"Nuove navi e più fondi" Franza, sbarco a Catania

Messina addio, lo scalo etneo "ub" per le tratte con Napoli. Investiamo in una città con più sensibilità e infrastrutture.

Pendolari Siciliani: Pesce di aprile di Trenitalia in Sicilia su 150 treni monitorati 108 in ritardo

Visti i disagi subiti dei pendolari nella prima mattinata di ieri, abbiamo voluto fare un monitoraggio dei treni dell’intera giornata su alcune delle più importanti tratte ferroviarie siciliane. 
Monitoraggio che abbiamo voluto attuare non poteva essere un pesce d’aprile ma per renderci conto di tanto in tanto cosa succede alla circolazione ferroviaria nell’Isola.
Nell’attesa di capire se l’assessore ai trasporti Giovanni Pizzo si sia convinto a voler presentare ai pendolari i contenuti del “Contratto di Servizio” per il trasporto ferroviario, prima di essere sottoscritto dalla Regione Siciliana e da Trenitalia.
Ritornando al monitoraggio questi sono i risultati sulle tratte ferroviarie monitorate:
Trapani – Palermo
Treni monitorati 17 in orario 5 in ritardo 12 minuti accumulati di ritardo 75  
Agrigento – Palermo 
Treni monitorati 24 in orario 1 in ritardo 23 minuti accumulati di ritardo 447
Palermo – Messina
Treni monitorati 40 in orario 12 in ritardo 28 minuti accumulati di ritardo 249
Messina-Siracusa
Treni monitorati 69 in orario 24 in ritardo 45 minuti accumulati di ritardo 523
Il bilancio dei ritardi in questo primo giorno del mese di aprile riteniamo sia molto pesante visti i risultati: su 150 treni monitorati 42 di questi sono in orario e i rimanenti 108 hanno accumulato un ritardo complessivo di 1294 minuti pari a 21 ore e 34 minuti.
Una domanda ci sorge spontanea, quale penalità è prevista nel redigendo Contratto di servizio in una situazione del genere? Quali e che tipo di sanzioni sono previste all’impresa ferroviaria? Come verranno valutati i cinque minuti di ritardo dall’orario di arrivo che Trenitalia non considera come ritardo?
Ad oggi non ci è dato ancora conoscere i contenuti di questo contratto, in barba alla trasparenza e alla partecipazione di chi in tutti questi anni si è adoperato per migliorare le condizioni di viaggio e che doveva essere la base per la redazione di questo importante documento che detterà le regole per un trasporto ferroviario più efficiente ed efficace per l’utenza pendolare siciliana, ma all’assessore Pizzo tutto questo non interessa. 
Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

mercoledì 1 aprile 2015

Trenitalia sopprime una coppia di treni sulla Modica-Ragusa-Gela

Ragusa. Dal 30 marzo altri due treni degli otto rimasti sono stati soppressi; si tratta dei treni 12554 Gela-Modica e del treno 12851 Modica-Gela. La motivazione (non comunicata ufficialmente) è che il materiale del treno 12581, che arriva a Gela dopo le ore 21, e che sosta tutta la notte presso quella stazione, è oggetto di continui furti di carburante. 
Trenitalia ha preferito eliminare il problema alla fonte, tagliando la coppia di treni, anziché promuovere azioni energiche contro i continui furti di carburante che hanno impedito diverse volte la partenza del treno la mattina successiva verso Ragusa e Modica. 
Adesso nel pomeriggio non circolano più treni sulla tratta, come già avviene nella maggior parte della giornata. Vale la pena ricordare che la scarsa circolazione di treni ha già provocato l'ossidazione dei binari e la messa fuori uso dei circuiti elettrici; cosa accadrà adesso? Si vuole provocare la chiusura della linea?
Mentre si annunciano lavori per 35 milioni di euro per la velocizzazione della tratta Canicattì-Licata-Gela-Comiso, che dovrebbero realizzare la sinergia treno-aereo, la realtà è sempre quella squallida dei tagli e del disprezzo per il servizio ferroviario in questa zona della Sicilia, da parte di chi detiene il servizio.
Mentre si lavora per rimettere in piedi il servizio di metropolitana di superficie a Ragusa che darebbe lustro a una linea storica interessante da molti punti di vista, e che oggi potrebbe fare un tuffo nella modernità di un servizio utile a tutta la comunità del comprensorio del Sud-Est, a Palermo pensano bene di tagliare i nostri pochissimi treni rimasti.
Mentre l'assessorato regionale assieme a RFI e Trenitalia da oltre un anno non rispondono alle richieste di incontro da parte del Comune di Ragusa per ripristinare il servizio pendolari sul territorio provinciale, ridotto a qualcosa di inservibile per i troppi tagli degli scorsi anni, i vertici ferroviari siciliani continuano ad affossare il trasporto su ferro che invece dovrebbero gestire e tutelare.
Non sappiamo se l'assessore regionale alle infrastrutture Pizzo sia al corrente di quanto accade in provincia d Ragusa. Sappiamo che per il 2 aprile ha convocato i sindaci dei capoluoghi di tutta la Sicilia per esporre le linee del contratto di servizio che sta siglando con Trenitalia. Cosa racconterà al sindaco e agli amministratori di Ragusa?  Che per questo territorio ci sono solo tagli, tagli e solo tagli, mentre le uniche idee di rilancio sono per Palermo, Catania e Messina?
Auspichiamo che la delegazione ragusana faccia sentire alta la propria protesta, chiedendo in premessa che i due treni soppressi due giorni fa vengano immediatamente reinseriti in servizio; che si ripristinino i treni per pendolari soppressi nel 2010 in modo da offrire un servizio decente a chi si muove per lavoro, e che si inserisca la metropolitana di superficie di Ragusa nell'accordo di servizio. Inoltre, auspichiamo che chiedano che il progetto di velocizzazione Canicattì-Comiso non sia un semplice intervento di manutenzione, ma un vero piano di rilancio che preveda il raccordo della linea attuale con l'aeroporto e la costruzione di una stazione ferroviaria all'aeroporto Pio La Torre.
Altrimenti non comprendiamo cosa sia stato invitato a fare il primo cittadino di Ragusa, e cosa ci vada a fare a Palermo il sindaco Piccitto se non chiede questo minimo di cose che rappresentano una modesta quota di quel risarcimento che il territorio aspetta per aver subito anni di depotenziamento della struttura ferroviaria e dei servizi erogati.
Ragusa, 1-4-2015
Il coordinatore provinciale CUB Trasporti - Pippo Gurrieri

lunedì 30 marzo 2015

Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario in Sicilia poco trasparente e partecipativo.

In merito alle ultime dichiarazioni dell’assessore ai trasporti Pizzo, rilasciate sul Contratto di Servizio, nell’assemblea dei sindacati al Palacultura di Messina il 25 marzo, cito testualmente: - Il contratto di servizio sta andando molto avanti, nel senso che noi non eravamo abituati perché non avevamo esperienza, ci stanno lavorando fortemente, l’azienda ci sta dando una mano. Il rapporto con i sindacati e le parti sociali è stato continuo su questa cosa….un contratto che durerà sino al 2020-.
Riferendoci a queste dichiarazioni che riteniamo irrazionali e strane, desideriamo fare alcune riflessioni:
1 – Abbiamo ripetuto più volte ed in tutte le sedi di stare attenti a Trenitalia nella redazione del contratto di servizio che farà valere, di sicuro, tutto il suo peso di monopolista, mentre l’assessore candidamente dichiara che l’azienda gli sta dando una mano. Cosa alquanto strana e assurda.
2 – Si è sempre parlato di sottoscrivere un “Contratto di Servizio Ponte” sino al 2018, per i tempi ristretti nel poter predisporre e bandire una gara pubblica per l’affidamento del trasporto ferroviario isolano, mentre l’assessore dichiara che la scadenza è il 2020, ed anche questa affermazione è illogica.
3 – Il rapporto con le parti sociali tra le quali pensiamo e presumiamo ci siano anche i comitati dei pendolari,  risale ad un incontro del 29/12/2014 andato deserto e ad una successiva email di invito a far pervenire delle proposte sul contratto di servizio dell’8/1/2015 senza conoscerne i contenuti e/o le linee guida del redigendo contratto. 4 - Contestiamo le recenti dichiarazioni dell’assessore Pizzo nel voler fare un tavolo tecnico con Trenitalia e i Sindacati escludendo a priori da questo tavolo i Comitati dei Pendolari Siciliani, almeno i più rappresentativi. Ribadiamo all’assessore Pizzo che nell’incontro del 19/12/2013, tra l’assessore pro-tempore Bartolotta, i Sindacati e i Comitati dei Pendolari, era stato chiesto e costituito un Comitato di verifica e controllo sul redigendo Contratto di Servizio, composto dai Sindacati e dai Comitati. Desideriamo capire perché l’assessore Pizzo, a differenza degli altri assessori che lo hanno preceduto (Bartolotta e Torrisi) non voglia tenere in considerazione l’impegno preso dalla Regione Siciliana cogliendo le opportunità e i suggerimenti che i maggiori utenti-pendolari possano dare al redigendo contratto.
5 – Sulla sfida treno-bus sulla Messina-Palermo, per l’assessore Pizzo è importante che sia il treno a vincere la sfida anche se di qualche minuto nei confronti del bus. Cosa intende fare l’assessore Pizzo a differenza di quanto volevano mettere in atto i precedenti assessori Bartolotta e Torrisi in merito alle concessioni del gommato? I precedenti assessori avevano paventato la possibilità di rivedere le concessioni dei bus  legandoli al servizio della mobilità ferroviaria eliminando così molte corse bus parallele agli orari delle corse dei treni, prevedendo invece un raccordo tra bus-treno-bus.
In Sicilia, per il dato che abbiamo trovato sul Tpl-extraurbano risalente al gennaio 2012, vengono effettuati e quindi rimunerati dalla Regione Siciliana 77.622.511 di km-bus e di questi circa il 25% pari a 19.316.309 km-bus vengono effettuati dall’Azienda Siciliana Trasporti.
Ci sembra doveroso fare un breve excursus sul Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario in Sicilia. La spesa prevista ammonta a 111,5 milioni di euro e 9,5 milioni sono i km/treno da mettere in esercizio in tutta la regione.
Abbiamo iniziato la nostra battaglia sul Contratto di Servizio da quel 7 settembre 2009 in cui a Roma venivano convocate tutte le regioni per sottoscrivere il Contratto. La Regione Siciliana, in quell’occasione rappresentata dall’assessore ai trasporti Nino Strano, vi partecipò ma non aderì prendendo qualche giorno di tempo. Di giorni ne sono trascorsi 1925 pari a 5 anni 6 mesi e 20 giorni circa ed ancora siamo lì ad aspettare questo fantomatico, poco trasparente e partecipato Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario in Sicilia. Da tenere presente che in tutti questi anni i Comitati dei Pendolari hanno dialogato con l’impresa ferroviaria Trenitalia ottenendo sempre risposte chiare, fattive e riscontrabili sulle proposte apportate al miglioramento dei servizi ferroviari. Tenuto conto, inoltre che l’impresa ferroviaria non era tenuta a confrontarsi con l’utenza dato che il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario era ed è a tutt’oggi intrattenuto con il Ministero dei Trasporti. E allora la domanda ci sorge spontanea se l’impresa ferroviaria Trenitalia ha fatto tesoro dalle informazioni suggerite dall’utenza-pendolare, perché l’istituzione Regione non vuole prendere e tenere in considerazione nè il Comitato di verifica e controllo né quanto hanno da dire i comitati dei pendolari sul redigendo contratto di servizio???

Giosuè Malaponti – Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

martedì 24 marzo 2015

Assemblea Popolare “Contro i tagli alla Continuità Territoriale “, che si terrà domani 25 marzo a Palazzo Zanca

In letteratura è ampiamente dibattuto il legame esistente tra lo sviluppo economico di un’area e la presenza di una buona rete infrastrutturale. Un forte e moderno servizio ferroviario è indispensabile per costruire un sistema dei trasporti efficiente ed efficace.
Cosa chiediamo, in occasione dell’Assemblea Popolare “Contro i tagli alla Continuità Territoriale“:   
§  che -Ferrovie dello Stato- predispongano un progetto di modernizzazione e velocizzazione inteso nel vero senso della parola per assicurare la continuità territoriale effettiva tra la Sicilia, l’Italia e l’Europa, non mettendo a rischio posti di lavoro anzi chiediamo di integrare i lavoratori ex Ferrotel.
§  che il Governo e la Regione Siciliana non cadano nella tentazione di ritenere che il trasporto pubblico - diritto costituzionale garantito - debba rientrare necessariamente nella logica del profitto: la continuità territoriale va assicurata con le giuste risorse pubbliche, al netto delle mere logiche di mercato.
§  al Governo e alla Regione Siciliana l’impegno ad assicurare sempre le risorse e le relative coperture finanziarie necessarie a garantire ai siciliani il diritto alla continuità territoriale con un servizio moderno di velocizzazione ed ammodernamento così come avviene in altre Stati europei.
§  di poter prendere visione del Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario siciliano, prima della sua sottoscrizione, per la realizzazione di uno strumento più a misura dell’utenza.
§  di sapere che fine ha fatto la gara pubblica per l’acquisto di n. cinque nuovi treni bandita circa un anno fa?
§  di conoscere a che punto è il nuovo Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità, strumento propedeutico per accedere ai finanziamenti pubblici europei per le infrastrutture?
§  di conoscere quali sono le infrastrutture ritenute prioritarie e strategiche per ottimizzare la viabilità ferroviaria, stradale, aerea e marittima?
A queste domande chiediamo risposte certe ed esaustive.
Per quanto riguarda  la Continuità Territoriale sullo Stretto di Messina, chiamiamo a raccolta tutte le forze sociali, sindacali e politiche attive sul territorio affinché tutti assieme si faccia un fronte comune contro questa decisione irricevibile ed inaccettabile da parte delle Ferrovie dello Stato, anche se rinviata a fine anno, per difendere i nostri diritti di cittadini italiani e, per chiedere un servizio di trasporto pubblico efficace adeguato alle esigenze di una mobilita moderna che non crei disagi e disservizi.
Non ci rassegneremo a vedere la Sicilia privata dei necessari collegamenti e respingiamo il ruolo passivo della Regione Siciliana, spettatrice di decisioni che la vedono privata di diritti irrinunciabili per tutti i residenti nell’Isola.
Il trasporto ferroviario e di traghettamento dei treni va rilanciato e diventi perno e volano degli scambi commerciali e vettore reale per il rilancio dell’economia e del turismo siciliano nell’ottica delle Reti e dei Corridoi Europei e Mediterranei.
Giosuè Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

martedì 17 marzo 2015

«Ferrovie, il potenziamento non passa da qui» Filippo Cavallo.

Vittoria. «In questa fase non è previsto alcun intervento nei passaggi a livello che circondano la città»
Vittoria non avrà alcun vantaggio o migliorie dal progetto di potenziamento della rete ferroviaria della tratta Canicattì-Gela-Comiso, almeno in questa fase del progetto che prevede la realizzazione della suddetta tratta in virtù dell'aeroporto di Comiso.
Un progetto del costo di circa 32 milioni di euro che nei fatti dovrebbe ridurre i tempi di percorrenza (anche se pare si tratti di sole 10 minuti) grazie alla rettifica del percorso e la sistemazione delle opere di sedime, cioè traversine e rotaie.
Ma in questa fase non è previsto alcun intervento in merito ai passaggi a livello che circondano la città di Vittoria.
A darne notizia, il vicesindaco, Filippo Cavallo, a margine dell'incontro parlemitano avuto con i dirigenti di Rfi-Rete ferroviaria Italiana in merito al progetto di potenziamento infrastrutturale e tecnologico della linea Canicattì-Gela-Comiso.
"Il finanziamento attuale - dice - riguarda solo il rifacimento della tratta Canicattì-Gela-Comiso. Però mi è stato assicurato che gli interventi da noi richiesti potranno essere effettuati in un secondo momento".
In quella sede il vicesindaco Cavallo ha rappresentato le difficoltà e la pericolosità dei passaggi a livello presenti a Vittoria, diventando dei veri e propri cancelli che impediscono il regolare traffico veicolare: basta pensare alle difficoltà delle ambulanze per raggiungere l'ospedale o le persone da soccorrere.
In tal senso non sono nuove le denunce più volte fatte dalla Cna di Vittoria nel segnalare i diversi episodi accaduti e nel sollecitare l'amministrazione comunale ad intervenire per eliminare il pericolo.
Purtroppo allo stato attuale non sarà possibile far nulla, anzi chiedono al comune una seria documentazione in cui viene fotografata la situazione con relativi interventi e costi. "Per queste opere i vertici di Rfi - ha asserito - hanno chiesto al Comune una collaborazione tesa a fornire studi di massima e progetti preliminari, che potranno essere inseriti nella programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali".
Le notizie giunte da Palermo non confortano la locale Cna, sull'argomento da sempre in prima linea. "Valutiamo positivamente l'impegno dell'assessore Cavallo - ha dichiarato Giorgio Stracquadanio della Cna -. Ricordo che circa un anno e mezzo fa abbiamo anche presentato all'allora assessore una documentazione con una serie di soluzioni.
Da allora il silenzio".

Giovanna Cascone - La Sicilia - Sabato 14 Marzo 2015 Ragusa Pagina 39