Ed è significativo constatare quanto stia crescendo l’organizzazione della rappresentanza dei pendolari, con comitati oggi diffusi in quasi tutte le Regioni italiane, che chiedono più servizi, più treni, puntuali e nuovi. Dare risposta a questa domanda è quanto mai strategico per un Paese come l’Italia, e per questa nostra regione, la Sicilia.
La spiegazione delle difficoltà dello spostarsi in treno quotidianamente verso le principali città siciliane è semplice, basta guardare i dati sugli investimenti per il servizio e per le infrastrutture.
Qualcosa di più è stato fatto in questi ultimi anni con l’intervento della Regione Siciliana che ha, con fondi europei, acquistato 25 nuovi treni ‘Pop’ già in esercizio in alcune tratte ferroviarie, altri 22 nuovi treni bimodali (diesel-elettrici) ‘Blues’ è di qualche giorno fa la notizia che la Regione ha provveduto ad acquistare ulteriori nuovi 12 treni ‘Pop’, portando così ad un rinnovamento totale, con 59 nuovi treni, la flotta del materiale rotabile in Sicilia.
A questi vanno aggiunti i 6 treni ‘Jazz’ entrati in servizio sulla Palermo-Punta Raisi a fine del 2016, come previsto dal Contratto di Servizio Ponte 2015-2016.
Sicuramente far viaggiare i Siciliani con del materiale rotabile nuovo è veramente cosa buona e giusta ma oltre questo non se ne comprende quali saranno i benefici per la committente Regione Siciliana e quindi per l’utenza da questo “Contratto di comodato d’uso di Rotabili a Trenitalia”.
Il trasporto ferroviario siciliano in questi ultimi anni sta attraversando momenti veramente difficili, sotto il profilo dei mancati investimenti all’infrastrutture. Sono molti i territori che si sono visti azzerare quasi del tutto il trasporto ferroviario: Siracusa, Ragusa, Modica, Gela, Caltanissetta, Caltagirone, Alcamo-Trapani Via Milo.
La marginalità degli investimenti per il trasporto ferroviario in Sicilia è evidente e gli investimenti statali e regionali premiano la strada a danno della ferrovia, ma sempre al centro-nord.
Ebbene, i cittadini che ogni giorno si muovono in treno devono essere l’interlocutore fondamentale delle strategie di potenziamento del servizio, attraverso il confronto, la partecipazione e l’informazione dei pendolari, sia per alzare gli standard qualitativi che per monitorare il servizio sulla rete (puntualità, grado di affollamento, igiene, climatizzazione, informazione, ecc.). Le Regioni hanno, ovviamente, la possibilità di ampliare la quantità degli investimenti, perché le “prestazioni” sono state definite nei vari Contratti di Servizio (2017-2026).
Il monitoraggio condotto dal Comitato Pendolari Siciliani in questo primo semestre del 2022 (per alcune tratte esteso da dicembre 2021 a giugno 2022), è stato eseguito su un totale di oltre 25.000 treni distribuiti sulle tratte di maggiore frequentazione secondo i dati riportati nella seguente tabella di riepilogo.
Nel loro insieme, i valori raccolti mettono in luce ancora una volta le (stesse) problematiche e i disservizi riscontrati sulle varie relazioni per problemi tecnici all’infrastruttura, alle condizioni meteo avverse o altre cause dovute a fatti occasionali-ostruzioni varie lungo linea.
L'obiettivo è sensibilizzare Regione, Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana a rilanciare gli investimenti, ottimizzando parallelamente i tempi di percorrenza riducendo al minimo i tempi di attesa per incrocio che inevitabilmente caratterizzano le tratte a doppio binario.
Contestualmente assistiamo al fatto che, ancora una volta, gli interventi di potenziamento infrastrutturale (es. raddoppio di Ognina) non hanno comportato un aumento delle performance in tale senso (es. riduzione dei tempi di percorrenza). Inoltre le tracce orarie non sono ottimizzate per ridurre al minimo gli incroci su tali tratte a singolo binario.
La tratta Catania-Caltagirone è stata quella maggiormente interessata dai ritardi rilevati, con 73 treni in ritaro e 92 soppressioni. Considerando che il campione ha riguardato 621 treni, è chiaro il significato che una volta su quattro il viaggiatore incorre in un disservizio, nello specifico nel 26,57% dei casi.
La rilevazione sulla tratta Siracusa-Catania-Palermo ha interessato 1875 treni con 7.192 minuti di ritardo associati, 345 treni in ritardo e 62 soppressi. Questi treni rappresentano il 21,7% dei 1.875 treni monitorati.
A ruota sulla relazione Piraineto-Castelvetrano-Trapani abbiamo registrato 8.665 minuti di ritardo per 3.540 treni, con una percentuale di disservizio tra ritardi e soppressioni del 13,84%.
Le cose vanno relativamente meglio sulla tratta Messina-Catania-Siracusa dove il campione ha riguardato 9.428 treni con 519 treni in ritardo e 290 soppressi, per una percentuale di disservizio dell’8,58%.
Vale la pena di rilevare che la tratta in questione è stata oggetto nel precedente studio di circa il 43% di treni monitorati arrivati a destinazione prima dell’orario previsto.
Infine sulla relazione Messina - S. Agata Militello - Palermo, su 10.292 treni presi in esame, sono stati rilevati 518 convogli in ritardo e 97 soppressioni, con una percentuale vicina al 6%.