
"Di
smantellamento delle ferrovie siciliane si è iniziato a parlare dopo i vari
assetti societari nel 2000 di Trenitalia e nel 2001 di Rete Ferroviaria Italiana.
Nel corso di questo decennio sono state chiuse tutte le piccole stazioni ed in
seguito smantellati quasi tutti i servizi nelle stazioni di Messina, Catania e
Siracusa per centralizzare tutto su Palermo. Alle denunce che in questi anni
abbiamo fatto, non è intervenuto mai nessuno a darci man forte. Abbiamo voluto
considerare che se questa fosse una scelta aziendale da parte di Rete
ferroviaria Italiana, dal nostro punto di vista non avevamo nulla da obiettare;
ma che qualcuno abbia deciso che le ferrovie ed il trasporto ferroviario in
Sicilia debba scomparire, questo è davvero inaccettabile. Sulla chiusura delle
stazioni il problema non è a Giarre-Riposto ma è molto più grave alla stazione
di Alcantara. Tutti i treni in transito della regionale e della passeggeri
proprio alla stazione di Alcantara effettuano le cosiddette soste tecniche dove
non è data la possibilità ai passeggeri di poter salire e/o scendere. Abbiamo
da almeno tre anni chiesto alla Direzione regionale di Trenitalia di
trasformare le soste tecniche in fermata, per dare l’opportunità agli utenti
del vasto comprensorio catanese-messinese (Calatabiano-Castiglione di
Sic.-Trappitello-Gaggi-Graniti-Francavilla e Giardini Naxos) che sono costretti
a raggiungere la stazione di Taormina parecchio distante e senza l’opportunità
di un comodo parcheggio. A queste nostre richieste Trenitalia non ha mai dato
risposte.
Negli
anni ci saremmo aspettai un’azione forte e mirata della politica, non solo
presso i vertici delle Ferrovie dello Stato ma soprattutto nei confronti
del proprietario unico del gruppo Fs che è il ministero del Tesoro.
Ciò
in tutti questi anni non è avvenuto ma non è mai troppo tardi.
Oggi
più che mai è il momento in cui tutta la politica siciliana debba riconoscere
il proprio “mea culpa” e cercare di recuperare le posizioni perdute in tutti
questi anni per garantire quella "continuità territoriale" e quel
"servizio pubblico" ferroviario che ci spetta di diritto' e che è
sancito dagli artt. 3, 16 e 117 della Costituzione".
Giosuè
Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani