martedì 25 gennaio 2011

Ferrovie, Piano per il Sud insufficiente - QdS - Regionale di Economia Istituzioni Ambiente No Profit e Consumo

Due anni fa a suscitare le ire siciliane è stata l’introduzione nella nordica tratta Milano- Bologna del Freccia Rossa. Il mezzo ipertecnologico di Trenitalia infatti consente in soli 68 minuti di raggiungere l’Emilia. In contemporanea il presidente della Provincia di Catania Giuseppe Castiglione decise di intraprendere l’iniziativa “Freccia rotta”. Una risposta piccata all’intraprendenza delle Ferrovie dello Stato che hanno dimenticato l’Isola. Le promesse da quel momento non sono mancate. Per rendere almeno decente la tratta siciliana basterebbe un investimento di circa 20 milioni di euro. Una somma che in questi anni è stata introvabile visto lo stato di disagio che ancora i cittadini sono costretti ad affrontare.
A ricordare come nulla sia cambiato è stato Giosuè Malaponti, coordinatore regionale dei pendolari siciliani. “Lasciando perdere i vari annunci della politica- scrive in una nota Malaponti- possiamo dichiarare che ad oggi non è cambiato nulla sulla relazione ferroviaria Catania-Palermo, da qualsiasi punto di vista”.

martedì 18 gennaio 2011

La Freccia rotta due anni dopo è diventata… nera

Due anni fa, e precisamente il 19/01/2009, veniva realizzata l’operazione “Freccia Rotta” organizzata dal Presidente della provincia regionale di Catania Giuseppe Castiglione, un’iniziativa provocatoria nei confronti della stessa politica.
All’operazione presero parte consiglieri comunali, provinciali, deputati regionali e nazionali, tutti armati di buone speranze per cercare di capire l’annoso problema delle infrastrutture in Sicilia e per rendersi conto di persona, cosa significasse viaggiare in treno.
Ad due anni esatti da questa operazione, chiediamo al presidente della provincia di Catania Giuseppe Castiglione ed alla politica siciliana, di fare un bilancio su quanto è stato detto due anni fa e su quanto è stato realizzato due anni dopo. In questo due anni di Freccia Rotta, un po’ tutta la classe politica regionale e nazionale, ha cavalcato l’operazione messa in campo dal presidente della provincia di Catania con i vari proclami: bastano 20/30 milioni di euro per ammodernare e velocizzare la Catania-Palermo compresi i veloci pendolini e un po’ tutti a scommettere e a proporre l’orario di percorrenza che andava dalle 3 ore sino alle 2 ore e 30, ma a tutt’oggi si continua a percorrere tale tratta con una coppia di treni che impiega 3 ore (facendo poche fermate), alcuni che ne impiegano dalle 4 ore alle 4 ore e 10 e qualcun altro che ne impiega 5 ore e 7 minuti.
A parte i vari proclami e non per ultimo, l‘ex sottosegretario ai trasporti Reina, che annunciava sulle pagine dei quotidiani siciliani di avere trovato i 20 milioni di euro necessari per velocizzare finalmente la Catania-Palermo. Lasciando perdere i vari annunci della politica, possiamo dichiarare che ad oggi non è cambiato nulla sulla relazione ferroviaria Catania-Palermo, da qualsiasi punto di vista. Tra l’altro, occorre far notare le stranezze della politica siciliana, che da un lato si batte per ricercare fondi e risorse per cercare di migliorare le tratte ferroviarie dove al momento non viaggia quasi nessuno, dall’altro lato invece, non prende atto della scomparsa dei 1970 milioni di euro dai contratti di programma per il raddoppio della relazione ferroviaria Fiumefreddo-Giampilieri, finanziati nel 2005, e di cui non si hanno più tracce nei vari Contratti di programma.
La politica siciliana dovrebbe viaggiare più spesso in treno per rendersi conto dello stato in cui versano le strade ferrate, i servizi ferroviari offerti e le infrastrutture anziché viaggiare sui fiumi di parole e di inchiostro e che la “Freccia oltre ad essere “Rotta”, è diventata anche “ Nera”.

Giosuè Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari