martedì 29 novembre 2011

Le nostre richieste del 29 novembre 2011 - Incontro Pendolari - Regione -Trenitalia - Rete Ferroviaria Italiana

In vista dei nuovi orari ferroviari, che entreranno in vigore il 11 dicembre p.v., ed a seguito dell’invito all'incontro, da parte del Dipartimento Infrastrutture, Mobilità e Trasporti, che si terrà domani a Palermo alle ore 11.30 presso la sede dell'Assessorato regionale delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti, desideriamo, alla luce della nuova proposta dell’offerta ferroviaria presentata da Trenitalia, poterla integrare con nostre proposte per migliorarne la funzionalità:

INTEGRAZIONI SULLA RELAZIONE MESSINA - CATANIA - SIRACUSA

• Treno 12865 ripristinare la percorrenza prevedendo l’arrivo a Catania alle ore 07.37;

• Treno 8577 con partenza alle ore 06,48 da Fiumefreddo. - aggiungere la fermata di Mascali, considerato che il treno impiega lo stesso tempo di percorrenza (9 min.) del treno 12865 che la effettua (9 min.) e impiega 2 min. in più del treno diretto 3865 (7 min.). Tra l’altro si ravvisa la necessità della fermata a Mascali, per dare l’opportunità a molti lavoratori e studenti di poter prendere il secondo treno su quattro che ne transita non fermando a Mascali;

• Treno 8573 con partenza da Messina alle ore 20,37 - posticipare la partenza di 10/20 minuti;

• Treno 12885 con partenza da Messina alle ore 21.45 – fare effettuare la fermata alla stazione di Fiumefreddo di Sicilia;

• NUOVO TRENO prevedere la realizzazione di una nuova corsa treno da Messina o da Taormina che arrivi sino a Catania, effettuando tutte le fermate, ciò per colmare l’enorme buco orario di circa 3 ore tra le due Città. Prevedere l’arrivo a Catania dell’eventuale nuova corsa alle ore 12.30;

INTEGRAZIONI SULLA RELAZIONE SIRACUSA - CATANIA - MESSINA

• NUOVO TRENO prevedere la realizzazione di una nuova corsa treno da Siracusa sino a Catania, effettuando tutte le fermate, ciò per dare l’opportunità agli utenti di poter rientrare a Catania usufruendo del mezzo treno. Ciò in considerazione del fatto che l’ultimo treno che parte da Siracusa è alle ore 17.00 (3872), non essendo più possibile poter salire sull’ICN 1938 nonostante è stato anticipato alle ore 19.30;

• Treno 12878 con partenza da Catania alle ore 13.55 - evitare la soppressione dalla fine di luglio sino alla fine di settembre;

• Treno 8586 con partenza da Catania alle ore 17.41 – posticiparne la partenza alle ore 17.51, per dare la possibilità a molti pendolari che finiscono il loro turno di lavoro alle 17.30 di poterne usufruire;

• Treno 12886 con partenza da Catania alle ore 20.40 - posticipare la partenza di 10/20 minuti;

• Treno 8574 con partenza da Catania alle ore 15.27, di voler creare la coincidenza o il comporto con il treno 8588 da Taormina;

• Treno 8588 con partenza da Taormina alle ore 15.55 – posticipare la partenza e creare la coincidenza o il comporto al treno 8574 che termina la sua corsa a Taormina alle ore 16.15. Da tenere in considerazione che il treno successivo da Taormina per Messina è alle ore 17.22;

• Treno 8584 con partenza da Catania alle ore 17.00 – prevedere l’arrivo alla stazione di Fiumefreddo di Sicilia anziché alla stazione di Giarre-Riposto, sfruttando cos’ il raddoppio;

INTEGRAZIONI SULLA RELAZIONE MESSINA - PALERMO

Si ravvisa la necessita di creare delle coincidenze ai treni che arrivano da Siracusa a Messina con i treni in partenza da Messina per Palermo:

• Treno 12759 con partenza da Messina alle ore 06.55 – creare la coincidenza con il treno n 12866 in arrivo a Messina alle ore 07.10 essendo il treno n. 12759 un treno locale;

• Treno 3835 con partenza da Messina alle ore 07.29 – creare la coincidenza con il treno n. 12868 in arrivo a Messina alle ore 07.40;

• Treno 12761 con partenza da Messina alle ore 11.25 – creare la coincidenza con il treno n 3870 in arrivo a Messina alle ore 11.35 essendo il treno n. 12761 un treno locale;

• Treno 12765 con partenza da Messina alle ore 14.25 – creare la coincidenza con il treno n 12874 in arrivo a Messina alle ore 14.32 essendo il treno n. 12765 un treno locale;

• Treno 729 con partenza da Messina alle ore 19.43 – creare la coincidenza con il treno n. 8586 in arrivo a Messina alle ore 19.45 e/o con il treno n. 3872 in arrivo a Messina alle ore 20.10;

INTEGRAZIONI SULLA RELAZIONE SIRACUSA - CATANIA - MESSINA
INTEGRAZIONI SULLA RELAZIONE MESSINA – CATANIA - SIRACUSA

Si invita a voler considerare l’opportunità di trasformare tutte le soste tecniche in fermate nella stazione di Alcantara, ciò per dare l’opportunità a tutta l’utenza del comprensorio: Calatabiano, Naxos, Trappitello, Gaggi, Graniti, Castiglione e Francavilla di poterne usufruire.

INTEGRAZIONI SULLA RELAZIONE CATANIA - LETOIANNI
TRENI MARE NOSTRUM E TAORMINA EXPRESS

Prevedere la fermata dei treni: n. 25172 – 25178 – 25182 – 25186 – 25181 – 25183 – 25185 - 25187 denominati Mare Nostrum e Taormina Express nelle stazioni di Fiumefreddo di Sicilia e/o di Alcantara.

La strana situazione dei treni per il mare e la poca lungimiranza di Trenitalia nell’effettuare un servizio discriminante per alcuni territori della Riviera Jonica nei festivi da luglio a fine agosto.

Tenendo conto che queste quattro coppie di treni denominati Mare Nostrum e Taormina Express effettuano le seguenti fermate: Acireale – Giarre-Riposto – Taormina – Letojanni, saltando le stazioni di Fiumefreddo di Sicilia e di Alcantara, sia in andata che in ritorno.

Più volte, abbiamo chiesto chiarimenti alla Direzione di Trenitalia del perché questi treni non effettuino la fermata alla stazione di Fiumefreddo ed Alcantara, per’altro attingendo ad un grosso bacino di utenza sia alla stazione di Fiumefreddo (Mascali-Calatabiano-Piedimonte Etneo-Linguaglossa) che alla stazione di Alcantara (Calatabiano-Trappitello-Giardini-Gaggi-Graniti). Ci è stato risposto che essendo treni del mare e che a Fiumefreddo cosi come ad Alcantara il mare è distante e non essendoci un collegamento dalla stazione al mare hanno deciso di non dare la fermata a questi treni. La domanda sorge spontanea visto che il mare è ancora molto più distante sia dalla stazione di Giarre-Riposto, così come dalla stazione di Acireale e mi risulta che non vi è nessun collegamento tra le stazioni e la zona balneare dei due centri. In considerazione del fatto che nella giornata di domenica il servizio di trasporto ferroviario è dimezzato del 60% di corse sulla direttrice Catania-Messina e viceversa. E' necessario ovviare a tali disagi nell’attuare le fermate alle stazioni di Fiumefreddo e di Alcantara per dare un’opportunità in più all’utenza in generale ed ai turisti che in questo periodo affollano tali comprensori.

IL RIPRISTINO DEI TEMPI DI PERCORRENZA SEMPRE PIU’ ALLUNGATI

La modernizzazione di alcuni tratti delle ferrovie in Sicilia avrebbe dovuto accorciare i tempi di percorrenza nelle due dorsali Jonica e Tirrenica di almeno un 20%, ma ciò negli anni non è avvenuto, anzi ad ogni cambio di orari, si è avuto un netto e sensibile aumento dei tempi di percorrenza. Facendo riferimento alla relazione Messina-Catania-Siracusa, nonostante il completamento di alcuni tratti di doppio binario, la sostituzione delle vecchie traversine di legno con quelle di cemento, la sostituzione dei binari, l'arrivo in Sicilia dei nuovi locomotori E 464, dei treni Minuetto (cofinanziati con 50 milioni di euro dalla Regione Siciliana) e con la continua innovazione tecnologica della rete di questi ultimi anni, non è stata migliorata la percorrenza di molti treni, addirittura è stata allungata.

Trenitalia nel formulare gli orari allunga, di anno in anno, i tempi di percorrenza per azzerare e/o diminuire i tempi degli eventuali ritardi, e per di più un treno viene considerato “puntuale” pur avendo un ritardo compreso tra i 5 minuti. Da una nostra veloce analisi effettuata, abbiamo calcolato che è possibile ridurre i tempi di percorrenza almeno di un 10-15%, ovvero di 10/15 minuti per ogni ora di percorrenza.

Questa novità implica un principio molto pericoloso, ossia che più il treno “sta” sulla linea, più il servizio viene pagato dalla Regione, ben sapendo che negli anni i tempi di percorrenza (a parità di numero di fermate) sono stati sempre allungati, e, per di più un treno sarebbe considerato “puntuale” se solo avesse un ritardo compreso tra i 5 minuti!!!!

L’IMPORTANZA DEL CONTRATTO DI SERVIZIO

Quale coordinatore dei pendolari siciliani, ho il dovere di rappresentare l’importanza strategica del trasporto pubblico ferroviario in una regione come la Sicilia e la necessità di portare avanti politiche sempre più incisive per favorirne lo sviluppo. Il Contratto di Servizio, che la Regione Siciliana non ha ancora sottoscritto, deve essere e diventare uno strumento importante e valido perché pone, finalmente, le basi per un trasporto ferroviario che dovrà tenere conto della mobilità sostenibile e delle esigenze di quelle fasce di utenti che hanno fatto del trasporto ferroviario il proprio mezzo per gli spostamenti. E’ giusto, a mio avviso, che si pongano le basi per la realizzazione di uno strumento efficiente ed efficace nella prospettiva di essere tenuti in considerazione come utenza pendolare, e perché no, poter collaborare per concorrere ed individuare dei percorsi che, partendo dalle necessità dei vari territori, si traducano in azioni concrete e di sostegno alla mobilità dei cittadini, perseguendo quanto più possibile obiettivi di integrazione di più modi di trasporto.

Desidero mettere in rilievo come gli utenti del trasporto ferroviario, si basino sull’orario di trasporto per effettuare scelte non solo di viaggio, ma di vita, arrivando ad organizzare i ritmi del lavoro in base all’offerta di trasporto ferroviario, quindi è necessario che tale orario venga rispettato con il massimo rigore, e che inoltre tutte le variazioni stagionali e annuali vengano concordate in modo da evitare eccessivi sconvolgimenti all’utenza.

Riteniamo opportuno che le Istituzioni, in collaborazione con i molti utenti del trasporto ferroviario, incomincino a programmare un servizio più vicino all’utenza in generale ed in modo particolare all’utenza pendolare, e a tutelare il cittadino che giornalmente è costretto a fare enormi sacrifici per raggiungere il proprio posto di lavoro, studio e altro.

Certi della Vs. disponibilità e sensibilità a tale problematica, nell’attesa di un vs. sollecito riscontro, porgo a nome del Comitato Pendolari, cordiali saluti

Giosuè Malaponti

All’Assessore Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità

c.a. Assessore Pietro Carmelo Russo

Al Dipartimento delle Infrastrutture e della Mobilità
c.a. Dirigente Generale Avv. Vincenzo Falgares

Al Dipartimento delle Infrastrutture e della Mobilità
Servizio 4° Trasporto regionale Ferroviario
c.a. Dott. Ignazio Coniglio
c.a. Dott. Francesco D’Amore
c.a. Sig.ra Maria Giovanna Allegra

Alla Direzione Regionale Trenitalia Sicilia
c.a. Ing. Francesco Costantino

Alla Direzione Regionale Sicilia di Trenitalia
Divisione Passeggeri regionale
Sig. Francesco Mignosi

Alla Divisione Passeggeri Regionale
Direzione Regionale Sicilia - Contratto di Servizio e Tariffe
c.a. Dott.ssa Patrizia Sancarlo

Alla Direzione Territoriale Produzione RFI Sicilia
c.a. Ing. Filippo Palazzo

Agli Organi di Stampa

domenica 27 novembre 2011

I Pendolari di tutta Italia rilanciano al nuovo Governo l’Appello per salvare il Trasporto Pubblico


Non c’è tempo da perdere, nei prossimi giorni il nuovo Governo deciderà le azioni da compiersi per salvare l’Italia dal fallimento. Anche il Trasporto Pubblico rischia di scomparire a causa dei tagli decisi dal recedente Governo: è per questo che le Associazioni e i Comitati di Pendolari di tutta Italia, affiancati da Associazioni di Consumatori e da Organizzazioni sindacali hanno deciso di rivolgere nuovamente al Presidente Napolitano e al nuovo Governo il loro pressante Appello per salvare il Trasporto Pubblico sperando in un diverso e positivo accoglimento delle loro istanze, che provengono da milioni di cittadini dell’Italia intera.

In questi giorni il nuovo Governo sta decidendo quali azioni verranno messe in campo per tentare di risollevare le sorti del Paese, e per intraprendere il cammino del risanamento dei conti pubblici e del superamento della crisi economica che attanaglia l’Italia ormai da qualche anno.

Il Primo Ministro Monti, nel suo discorso di apertura ha parlato di sacrifici, ma anche di crescita, e in quest’ottica intendiamo rilanciare l’Appello per salvare il Trasporto Pubblico, chiedendo al nuovo Governo di farne uno dei temi caratterizzanti la sua azione.

Nonostante il Parlamento avesse espresso, ancora recentemente, il suo sostegno a che il Trasporto Pubblico fosse dotato delle necessarie risorse, votando in modo quasi unanime alcune mozioni, il precedente Governo non ha tenuto conto di tale condivisa volontà politica e nella legge di stabilità ha confermato il taglio del 75% delle risorse destinate al Trasporto Pubblico, sancendone di fatto il completo smantellamento.

Non c’è tempo da perdere: è per questo che le Associazioni e i Comitati di Pendolari di tutta Italia, affiancati da Associazioni di Consumatori e da Organizzazioni sindacali hanno deciso di rivolgere nuovamente al Presidente Napolitano e al nuovo Governo il loro pressante Appello per salvare il Trasporto Pubblico sperando in un diverso e positivo accoglimento delle loro istanze, che provengono da decine di migliaia di cittadini dell’Italia intera.

Ecco, quindi, il testo dell’Appello:

Appello per salvare il trasporto pubblico: no al taglio delle risorse, no al taglio del servizio

Togliere risorse al trasporto pubblico (treni, autobus, metropolitane, ecc.) è un grave errore strategico poiché se da un lato viene limitato il diritto alla mobilità dei cittadini, dall’altro si aumentano i costi sociali legati a incidentalità, congestione ed inquinamento, si deprime l’economia e lo sviluppo economico e si causa un generale peggioramento della qualità della vita.

Al Presidente della Repubblica Italiana

Al Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle Finanze

Al Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti

Signor Presidente della Repubblica, Signor Presidente del Consiglio, Signor Ministro dei Trasporti,

sono quasi 3 milioni i cittadini che ogni giorno basano sulla disponibilità di mezzi di trasporto pubblici la loro possibilità di andare al lavoro, a scuola, all’università, e, in generale, a svolgere le loro più diverse attività.

Usare i mezzi pubblici non significa solo poter disporre di un modo economico per spostarsi dalla propria abitazione verso la destinazione prescelta, ma significa scegliere una modalità di trasporto in grado di coniugare con efficacia diversi importanti vantaggi: un minor inquinamento ambientale, un minor congestionamento delle strade, una minore incidentalità con i connessi alti costi sociali, per non citarne che alcuni. Nell’insieme, una mobilità collettiva efficiente è un fattore in grado di migliorare in modo sensibile la qualità della vita percepita dai cittadini.

La Manovra varata dal precedente Governo prevede per il 2012 ulteriori tagli nei trasferimenti alle Regioni, tagli che si abbattono, in particolare, sul trasporto pubblico mettendone in pericolo la stessa sussistenza, atteso che si parla di una riduzione del 75% delle risorse.

Attuare una simile misura impedirebbe da un lato a centinaia di migliaia di studenti e lavoratori di muoversi e dall’altro provocherebbe il caos poiché farebbe aumentare ulteriormente il traffico e la congestione delle nostre strade, che già in molti casi sono oltre il livello di guardia.

Per ovviare parzialmente ai tagli le Regioni non avrebbero altra scelta che aumentare in modo insostenibile il prezzo dei biglietti e degli abbonamenti, e questo nel bel mezzo di una crisi economica che erode stipendi e pensioni sempre più insufficienti a far fronte alle necessità quotidiane.

L’aumento dell’IVA al 21% ha portato inoltre un ulteriore aumento del costo della vita e in particolare dei trasporti, con un ulteriore effetto negativo sul potere d’acquisto dei cittadini, andando a colpire, proporzionalmente, le fasce più deboli, numericamente in costante aumento.

Anche le conseguenze dei tagli al trasporto pubblico sul sistema economico nel suo complesso sarebbero molto negative, abbiamo già accennato ai costi sociali dovuti a congestione, inquinamento e relative malattie, incidentalità, che già oggi costano al Paese ben 2 punti di PIL e che una più attenta politica in favore della mobilità collettiva e sostenibile potrebbe sensibilmente abbassare, liberando risorse per investimenti in grado di creare occupazione e migliore qualità della vita.

Impiegare risorse in trasporto pubblico e mobilità sostenibile non è un costo, ma un investimento che riveste un carattere anticiclico nei confronti di una crisi economica dalla quale sarà possibile uscire solo se saremo in grado di immaginare un futuro diverso e migliore della realtà in cui viviamo oggi. Non è giocando in difesa, ripiegati su noi stessi, così come prefigurebbe appunto una politica di soli tagli, che potremo vincere le sfide della mondializzazione economica.

Pensiamo che la mobilità collettiva faccia parte di questa visione del nostro futuro, insieme ad una economia che punti con decisione sull’innovazione e sullo sviluppo sostenibile, ed è per questo che ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente della Repubblica, a Lei Signor Presidente del Consiglio, e a Lei Signor Ministro dei Trasporti, perché sia riconsiderata l’ipotesi di tagliare le risorse ad un settore non solo vitale per milioni di cittadini, ma dal quale l’economia potrebbe trarre grande impulso.

Solo poche settimane fa, il 27 ottobre, il Parlamento si è espresso a grandissima maggioranza approvando ben 6 mozioni che sollecitano serie e concrete misure a favore del Trasporto Pubblico, indicando anche le possibili fonti di finanziamento. Auspichiamo vivamente che questa largamente condivisa volontà politica potrà essere assunta e tradotta in azione di governo dal nuovo Esecutivo, ed è anche in forza di questo pronunciamento che rilanciamo questo Appello.

Confidando che questo appello non resterà inascoltato, rivolgiamo a Lei, Signor Presidente della Repubblica, a Lei Signor Presidente del Consiglio, e a Lei Signor Ministro dei Trasporti, il nostro sincero ringraziamento per l’attenzione prestata alla voce di milioni di cittadini.

Seguono firme dei Comitati Pendolari

Ferrovie Siciliane: Sulle rotte del mito "Mostra fotografica documentale sulla navigazione nello Stretto di Messina".

Dall’1 all’11 dicembre 2011 a Messina, il suggestivo Sacrario di Cristo Re ospiterà SULLE ROTTE DEL MITO "mostra fotografica documentale sulla navigazione nello Stretto di Messina".

L’evento, organizzato da FERROVIE SICILIANE, associazione culturale per la tutela e la conservazione del patrimonio storico e tecnico del trasporto pubblico siciliano, con il contributo di Caronte&Tourist, rappresenta l’eterogeneo insieme delle unità navali e delle infrastrutture portuali che “vive” in funzione del canale tra la Sicilia e il Continente.

Le fotografie esposte, opera di soci e collezionisti di FERROVIE SICILIANE, posizionate secondo un preciso percorso, guideranno il visitatore attraverso una serie di soggetti cardine così individuati: lo Stretto di Messina, la navigazione pubblica, la navigazione privata, il trasporto veloce, il crocierismo e le persone (marinai, pendolari, turisti).

Una sezione della mostra sarà dedicata all’esposizione di documenti storici. Inoltre, grazie alla collaborazione dei Nuovi Cantieri Apuania di Marina di Massa (MS), sarà possibile visionare in anteprima alcuni scatti relativi alla costruzione del nuovo traghetto ferroviario commissionato dalle Ferrovie dello Stato che entrerà in servizio nello Stretto di Messina entro il 2012.

L’evento rappresenta la naturale prosecuzione de “I primi 110 anni dei ferry-boat”, mostra fotografica-documentale realizzata nel 2009 da FERROVIE SICILIANE.L’iniziativa si avvale del patrocinio della Provincia di Messina, Comune di Messina, Comune di Reggio Calabria, Comune di Villa San Giovanni (RC), Autorità Portuale di Messina, Arsenale Militare di Messina, Metromare dello Stretto, Azienda Trasporti Messina, Trasportisullostretto.it, Istituto Cristo Re.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni, nelle seguenti fasce orarie: da lunedì a venerdì ore 10.00-13.00 / ore 15.00-19.00, sabato e domenica ore 10.00-13.00 / ore 15.00-22.00. L’inaugurazione è prevista alle ore 18.00 del 01/12/2011. L’ingresso è libero.

sabato 26 novembre 2011

A TUTTI I PENDOLARI (Nota del Comitato Nazioanle Pendolari)

Tutti noi pendolari viviamo sulla pelle il disagio causato dall'obsolescenza del materiale rotabile, o dalla sua mancanza, e dal mancato adeguamento tecnologico della rete ferroviaria "Lenta".

Molti sono i piani fatti per adeguare il materiale rotabile per pendolari e servizi locali, come il famoso piano dei 1000 treni, bloccato da Tremonti lo scorso anno, o quello, più modesto, per l'acquisto di 80 treni da parte di Trenitalia, anche questo rimasto senza fondi.

D'altra parte, le risorse previste dal "Decreto sviluppo" (i famosi 425 milioni di euro) del 2008, l'anno scorso sono state dirottate in conto esercizio per consentire il funzionamento dei trasporti pubblici.

Pochi sanno che in Italia sono presenti numerose realtà industriali, anche se ormai di proprietà estera, che hanno un elevato livello qualitativo e tecnologico, un patrimonio che rischiamo di perdere.

I lavoratori del settore, che pure ha una notevole valenza tecnologica, rischiano di restare senza posto di lavoro, in un momento in cui, come viviamo sulla pelle ogni giorno, non è facile trovare lavoro.

Una riprova di come i tagli "lineari", attuati senza prospettive di superamento della crisi e senza eliminare il parassitismo burocratico (che invece sta facendo affondare alcune aziende ferroviarie), finiscano per provocare essi stessi una crisi ancora maggiore. Anche certe scelte, come l'utilizzo dei fondi per il rinnovo del materiale rotabile, sono assai discutibili.

Per converso, molte opere inutili o, quantomeno, non necessarie in questo momento storico, vanno tranquillamente avanti approfondendo la voragine del debito improduttivo, in primis la TAV. Gli interventi di adeguamento degli impianti ferroviari sulle linee ferroviarie usate dai pendolari e percorsi da centinaia di treni al giorno languono per mancanza di fondi.

Le nostre ferrovie hanno bisogno di tecnologia e di intelligenza per poter vincere le molteplici sfide: la crisi, l'ambiente, la concorrenza dell'auto.

Propongo pertanto di solidarizzare pertanto con i lavoratori del settore della costruzione di materiale ferroviario, della sua manutenzione e delle tecnologie di gestione della circolazione ferroviaria.

Cordiali saluti

Comitato Nazionale Pendolari

venerdì 25 novembre 2011

Or.S.A.: Revoca lo sciopero programmato per il 25, 26 e 27 novembre 2011


Con lo sciopero indetto per i giorni 25, 26 e 27 novembre 2011, l'Or.S.A. Ferrovie intende denunciare:

• Le iniziative unilaterali intraprese in tema di turni di lavoro;

• Il mancato rinnovo contrattuale;

• Le soppressioni dall'1 gennaio 2012 di oltre il 40% dei treni del trasporto regionale e la totalità di quelli a lunga percorrenza, la rinuncia al trasporto delle merci e la chiusura delle linee secondarie;

• Le procedure di licenziamento e mobilità che già oggi interessano i lavoratori degli appalti ferroviari.

Nell'esprimere la propria solidarietà ed il proprio cordoglio alle famiglie colpite dai gravi eventi conseguenti al maltempo dei giorni scorsi, la segreteria regionale sospende lo sciopero programmato, al fine di non aggravare le già complesse operazioni di soccorso.

Il Segretario Regionale Giuseppe Terranova

martedì 22 novembre 2011

Tagli ai treni in Sicilia: Nessun intervento della politica a salvaguardia delle continue penalizzazioni della Sicilia

In questi ultimi mesi non si è fatto altro che parlare di tagli ai treni da e per il nord; tutti sono intervenuti, sindacati, associazioni dei consumatori, pendolari, utenti, ma nessun commento o presa di posizione è venuta fuori da parte della nostra politica siciliana.

Lo stesso problema lo hanno i calabresi, che a differenza nostra sono forse meno penalizzati, dato che non devono attraversare lo stretto per raggiungere il continente “Italia”.

Ritornando sui tagli: è già da diversi anni che Trenitalia li mette in atto ad ogni cambio orario (marzo-giugno-dicembre) ma i politici di casa nostra, vista l’eccellenza della nostra rete infrastrutturale (strade-ferrovie), non hanno dato importanza a questi continui tagli che il Gruppo Ferrovie dello Stato stava e sta attuando in maniera sconsiderata a danno di tutti i siciliani e con la complicità di chi ci rappresenta nelle sedi istituzionali palermitane e romane.

Alla politica interessano i lanci di stampa, pagine di quotidiani, fiumi di inchiostro e, spesso, a gran voce fanno sapere che si sta lavorando in questo o in quell’altro progetto, che si stanno per realizzare aeroporti, ferrovie, superstrade ma, di fatto, i siciliani ad oggi non hanno visto nulla del nuovo scenario infrastrutturale annunciato proprio dagli stessi politici. Insomma, tutto appare campato in aria, nulla di concreto o quasi arriva a prendere forma nella nostra Sicilia.

Nel frattempo che i fiumi di inchiostro e di parole scorrono, le risorse per le infrastrutture in Sicilia scompaiono. Così come è accaduto per i 1.970 milioni di euro per il raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri. Somma finanziata nel lontano 2005 per il completamento dell’asse ferroviario Messina-Catania, somma scomparsa da tutti i contratti di programma nel 2009. Ma questo alla politica non interessa, alla politica siciliana interessa, invece, cavalcare il nulla o meglio i tempi biblici della Catania-Palermo e del corridoio Berlino-Palermo che di certo non verranno mai realizzati e il ponte sullo Stretto che resterà di certo un’altra chimera.

Tornando alla realtà, ci aspetta un ulteriore regalo di Natale da parte di Trenitalia: con l’entrata in vigore del nuovo orario a dicembre cancellerà in Sicilia le cuccette e i vagoni letto nei treni da e per il nord e taglierà questo tipo di servizio anche in quei treni che di solito circolano a ridosso delle feste (Natale-Pasqua-Ferragosto). Con queste novità, a partire dal prossimo 12 dicembre 2011, Trenitalia introduce i suoi nuovi orari, i quali porterebbero ad una soppressione dei treni notturni che collegano la Sicilia, con le principali città del centro (Roma) e del nord (Milano e Torino).

Tra i treni che sparirebbero si trovano praticamente quasi tutti i servizi cuccette che partono dalla Sicilia e che, attraversando tutta l’Italia, arrivano alle città più importanti del Nord.

In particolare, le città di Palermo e Siracusa rimarranno quasi senza collegamenti diretti con le regioni settentrionali, mentre l’intera Sicilia non avrà più treni cuccette verso Torino, Milano e Venezia.

Per raggiungere queste città dal meridione sarà necessario raggiungere in un primo momento Roma Termini e, per proseguire il proprio viaggio, si dovrà necessariamente cambiare treno, magari prendendo un Frecciarossa, più veloce ma anche più costoso.

Ecco nel dettaglio gli eventuali treni che verranno tagliati:

• Exp 1926 Palermo Centrale (14,32) Milano Centrale (10,30);

• Exp 1927 Milano Centrale (20,15) Palermo Centrale (15,40);

• Exp 1943 Torino Porta Nuova (20,05) Palermo Centrale (17,40);

• Exp notte 1951 Roma Termini (20,00) Siracusa (7,00);

• Exp notte 1964 Siracusa (22,00) Roma Termini (9,00);

• Exp 1930 Palermo Centrale (15,32) Venezia S. Lucia (11,18);

• Exp 1931 Venezia S. Lucia (19,09) Palermo centrale (1410);

• IC 99061 periodico Roma Termini (12,39) Palermo centrale (23,59);

• IC 99062 periodico Palermo Centrale (12,00) Roma Termini (23,21).

Appare evidente che riguardo a queste decisioni ci aspettiamo decise e concrete prese di posizione da parte di tutta la classe politica siciliana, a cominciare dalla Giunta regionale, dai presidenti delle Provincie e dai sindaci, per far desistere il gruppo Ferrovie dello Stato da queste scelte che stanno cancellando definitivamente il diritto alla continuità territoriale, alla mobilità sostenibile e civile in una regione come la Sicilia.

Giosue Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

sabato 19 novembre 2011

Appello per salvare il trasporto pubblico: no al taglio delle risorse, no al taglio del servizio

Togliere risorse al trasporto pubblico (treni, autobus, metropolitane, ecc.) è un grave errore strategico poiché se da un lato viene limitato il diritto alla mobilità dei cittadini, dall’altro si aumentano i costi sociali legati a incidentalità, congestione ed inquinamento, si deprime l’economia e lo sviluppo economico e si causa un generale peggioramento della qualità della vita.

Al Presidente della Repubblica Italiana

Al Ministro dell’Economia

Al Ministro dei Trasporti

Signor Presidente, Signori Ministri,

sono quasi 3 milioni i cittadini che ogni giorno basano sulla disponibilità di mezzi di trasporto pubblici la loro possibilità di andare al lavoro, a scuola, all’università, e, in generale, a svolgere le loro più diverse attività.

Usare i mezzi pubblici non significa solo poter disporre di un modo economico per spostarsi dalla propria abitazione verso la destinazione prescelta, ma significa scegliere una modalità di trasporto in grado di coniugare con efficacia diversi importanti vantaggi: un minor inquinamento ambientale, un minor congestionamento delle strade, una minore incidentalità con i connessi alti costi sociali, per non citarne che alcuni. Nell’insieme, una mobilità collettiva efficiente è un fattore in grado di migliorare in modo sensibile la qualità della vita percepita dai cittadini.

La Manovra varata dal precedente Governo prevede per il 2012 ulteriori tagli nei trasferimenti alle Regioni, tagli che si abbattono, in particolare, sul trasporto pubblico mettendone in pericolo la stessa sussistenza, atteso che si parla di una riduzione del 75% delle risorse.

Attuare una simile misura impedirebbe da un lato a centinaia di migliaia di studenti e lavoratori di muoversi e dall’altro provocherebbe il caos poiché farebbe aumentare ulteriormente il traffico e la congestione delle nostre strade, che già in molti casi sono oltre il livello di guardia.

Per ovviare parzialmente ai tagli le Regioni non avrebbero altra scelta che aumentare in modo insostenibile il prezzo dei biglietti e degli abbonamenti, e questo nel bel mezzo di una crisi economica che erode stipendi e pensioni sempre più insufficienti a far fronte alle necessità quotidiane.

L’aumento dell’IVA al 21% ha portato inoltre un ulteriore aumento del costo della vita e in particolare dei trasporti, con un ulteriore effetto negativo sul potere d’acquisto dei cittadini, andando a colpire, proporzionalmente, le fasce più deboli, numericamente in costante aumento.

Anche le conseguenze dei tagli al trasporto pubblico sul sistema economico nel suo complesso sarebbero molto negative, abbiamo già accennato ai costi sociali dovuti a congestione, inquinamento e relative malattie, incidentalità, che già oggi costano al Paese ben 2 punti di PIL e che una più attenta politica in favore della mobilità collettiva e sostenibile potrebbe sensibilmente abbassare, liberando risorse per investimenti in grado di creare occupazione e migliore qualità della vita.

Impiegare risorse in trasporto pubblico e mobilità sostenibile non è un costo, ma un investimento che riveste un carattere anticiclico nei confronti di una crisi economica dalla quale sarà possibile uscire solo se saremo in grado di immaginare un futuro diverso e migliore della realtà in cui viviamo oggi. Non è giocando in difesa, ripiegati su noi stessi, così come prefigurerebbe appunto una politica di soli tagli, che potremo vincere le sfide della mondializzazione economica.

Pensiamo che la mobilità collettiva faccia parte di questa visione del nostro futuro, insieme ad una economia che punti con decisione sull’innovazione e sullo sviluppo sostenibile, ed è per questo che ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, ed a Voi, Signori Ministri dell’Economia e dei Trasporti, perché sia riconsiderata l’ipotesi di tagliare le risorse ad un settore non solo vitale per milioni di cittadini, ma dal quale l’economia potrebbe trarre grande impulso.

Confidando che questo appello non resterà inascoltato, rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, e ai Signori Ministri, il nostro sincero ringraziamento per l’attenzione prestata alla voce di milioni di cittadini.

Coordinamento Comitato Pendolari Italiani

Disagi sul treno Fiumefreddo-Bicocca: appello a Trenitalia

I pendolari che ogni mattina si servono del treno 8577 Fiumefreddo -Bicocca sono veramente stanchi di viaggiare come sardine e senza dignità sul treno locale. Il treno, di solito un Minuetto, parte alle ore 6.50 da Fiumefreddo e arriva nella stazione di Giarre-Riposto quasi semipieno, in questa fascia oraria a servirsi di questo treno in questa stazione siamo più di trecento fra lavoratori e studenti.
All'arrivo del treno c'è la corsa e la spinta per salire e cercare i posti a sedere oppure trovare un piccolo spazio nei corridoi. La situazione si aggrava ancora di più nelle stazione di Guardia ed Acireale perché anche qui si aggiungono altri cinquanta passeggeri, quindi muoversi lungo il treno è letteralmente impossibile.
Viaggiamo veramente peggio delle bestie. In barba alle norme di sicurezza. Se qualcuno ha un malore o qualcosa del genere sono guai. Si fa quindi appello a Trenitalia: invece di far partire il Minuetto, si attivi per fare partire un treno con almeno tre o quattro carrozze per eliminare così questa situazione di disagio.
Tutti i pendolari sperano che Trenitalia che sostiene di considerare l'ascolto del cliente come un fondamentale strumento per comprendere le esigenze di chi utilizza il treno al fine di rendere i servizi più efficaci e con meno disagi , accolga questa richiesta.

Gaetano Bonaventura -
  • Venerdì 18 Novembre 2011
  • Catania (Cronaca),
  • pagina 35

domenica 13 novembre 2011

Trasporto gratuito delle Forze dell’Ordine, all'ARS passa emendamento.

E’ stato accolto, dall’Assemblea Regionale Siciliana, un emendamento, anche a mia firma, che stanzia la somma di € 6.436.716,67 per il trasporto gratuito ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine nella Regione Sicilia per ragioni di servizio.
Ne da notizia il Vicepresidente della Commissione ‘Affari Istituzionali’ dell’Ars, On. Vincenzo Vinciullo, che, in più occasioni, aveva ribadito che l’assegnazione dei fondi, insufficienti a coprire le spese sostenute, ha costretto alcuni Comandi regionali delle Forze armate a bloccare l’accesso dei militari dipendenti a detto servizio, che è indispensabile per assicurare sicurezza ai Cittadini che viaggiano sulle linee di trasporto.
L’On. Vinciullo aveva, infatti, ravvisato, in Commissione Bilancio, la necessità di rivedere l’intero sistema legislativo che regolamenta la circolazione gratuita sui mezzi pubblici delle Forze dell’Ordine e, in attesa di modificare la legge in vigore, chiedeva al Governo di prendere impegno con le società di trasporto per onorare il costo del servizio reso, prevedendo una integrazione al Bilancio regionale, inserendo le somme necessarie tra pregresso e presente.
"Con l’emendamento presentato ed approvato in Aula, finalmente, le Forze dell’Ordine – ha concluso l’On. Vinciullo – potranno tornare ad utilizzare gratuitamente i mezzi pubblici per continuare la meritevole azione di contrasto alla criminalità e garantire la sicurezza dei cittadini."

martedì 19 luglio 2011

Sciopero trasporti, il 21 e 22 luglio disagi per chi viaggia.

Scatta giovedì 21 luglio lo sciopero nazionale di 24 ore nel trasporto pubblico locale e ferroviario. A proclamarlo unitariamente le sigle sindacali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast "a sostegno della vertenza per la sottoscrizione del nuovo contratto della Mobilità".

Sciopero del personale FS dalle 21.00 di giovedì alle 21.00 di venerdì 22 luglio 2011. Attivato il numero verde gratuito 800 892021.
Nell'ambito del trasporto regionale, saranno effettuati i servizi essenziali nelle fasce a maggiore mobilità pendolare, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 del 22 luglio.
Limitazioni e cancellazioni saranno tuttavia possibili anche prima e dopo la fine dello sciopero. Per info consultare anche:
- numero verde gratuito 800 892021, attivo dalle 14 di oggi, 20 luglio, fino alle 12 del 23 luglio 2011
- biglietterie
- uffici di assistenza delle stazioni ferroviarie
- agenzie di viaggi convenzionate con Trenitalia

martedì 12 luglio 2011

Emergenza trasporto ferroviario in Sicilia, Enzo Bianco ed i parlamentari del PD

Non possiamo tollerare che la Sicilia e il Sud d’Italia vengano lasciati al loro destino, abbandonati dall’Unione europea che non vuole più finanziare il sistema di trasporto del corridoio Berlino-Palermo mettendo a rischio anche la realizzazione e l’utilità del Ponte sullo Stretto; con le Ferrovie che investono solo al Nord e al centro del paese e in Sicilia, invece di migliorare la rete ferroviaria e assicurare l’alta velocità, tagliano collegamenti, eliminano treni a lunga percorrenza, non assicurano un minimo e decente servizio per i pendolari e pregiudicano pure il trasporto merci (- 46%); con l’aeroporto più importante del Meridione, quello di Fontanarossa, che senza lo spostamento della linea ferrata non può programmare il suo sviluppo; con la metropolitana di Catania che rischia di diventare una grande incompiuta perché vengono tagliati finanziamenti; con il progetto per il passante ferroviario di Catania che non si sa come e quando verrà realizzato completamente.

Ci vuole una forte azione per dire basta a questo stato di cose. Ne va del futuro di questa terra e dei nostri figli. Ognuno faccia la sua parte a cominciare dalla Regione Siciliana”. Enzo Bianco non ci sta ad assistere a questo progressivo ed inequivocabile disimpegno dello Stato nel trasporto ferroviario e nella realizzazione di infrastrutture e stamattina in conferenza stampa alla Stazione centrale di Catania – con i deputati nazionali del PD Marilena Samperi e Giovanni Burtone, il deputato regionale Giovanni Barbagallo, i consiglieri comunali di Catania Saro D’Agata, Pippo Castorina, Carmelo Sofia, Lanfranco Zappalà, Francesca Raciti – annuncia un’azione corale per dire “no” a quanto sta accadendo.

 “Presenterò una mozione in Senato che chiederò di firmare a tutti i senatori siciliani di qualsiasi schieramento”. Idem faranno Marilena Samperi e Giovanni Burtone alla camera dei Deputati; e così farà anche Giovanni Barbagallo all’Assemblea regionale, dove aveva già presentato una interrogazione qualche mese fa. Anche i consiglieri comunali presenteranno un ordine del giorno in Consiglio per impegnare il sindaco a farsi sentire col governo nazionale.

“Non possiamo stare con le mani in mano, occorre mobilitarsi – afferma Bianco -. Mi auguro che tutti i consiglieri comunali del PD di tutta la Sicilia presentino degli ordini del giorno su questo nei rispettivi consigli comunali e che la anche la società civile faccia sentire la sua voce. E’ inconcepibile che da Catania non ci siano in pratica collegamenti con Siracusa e con Agrigento, che i raddoppi delle linee Messina-Palermo e Messina-Catania non siano completati, che non ci sia una servizio pendolari, almeno da Giarre a Catania, efficiente, che il collegamento da Catania a Palermo prevede un viaggio dalle 4 ore e mezza alle 6 ore, eccetto uno che dura 3 ore ma che parte alle 15,30! Ed è inaccettabile – continua Bianco - che i progetti per velocizzare la tratta tra le due grandi città siciliane siano assolutamente vaghi.

Così come lo è il fatto che mentre la provincia di Bolzano, da sola, investe 58 ml di euro l’anno nel trasporto locale, la Regione Siciliana nel 2010 non ha investito un euro e non fa la sua parte”. C’è poi la questione del contratto di Servizio che Trenitalia non ha ancora firmato con la Regione, come invece è stato fatto in molte altre regioni e questo non permette di garantire i circa 53mila viaggiatori che ogni giorno usano il treno in Sicilia (contro gli oltre 500 mila della Lombardia), secondo i dati del rapporto “Pendolaria 2010” di Legambiente e le molte denunce da Giosué Malaponti, presidente del comitato pendolari siciliani.

“Mentre in qualsiasi Stato si cerca di far sviluppare le regioni più deboli, in Italia Il Sud viene lasciato ai margini – dice Samperi – Avevamo già presentato una interrogazione alla Camera, ma non c’è stata nessuna risposta. Il problema è che al di là degli investimenti, in Sicilia non si fa nemmeno la normale manutenzione. E poi crollano i ponti come sulla Catania-Gela mettendo a rischio anche le vite umane.

Giovanni Barbagallo qualche mese fa aveva già presentato una mozione in cui evidenziava che “sono stati chiusi gli uffici del personale capotreno a Catania, Messina, Caltanissetta e Castelvetrano, che il traffico ferroviario regionale è sempre più penalizzato e che le Ferrovie hanno di fatto privato la Sicilia dell’alta velocità” e aveva chiesto alla Regione di “intervenire nei confronti del governo” e “richiedere un incontro con il presidente della Rete ferroviaria Italiana Lo Bosco”. “Da anni – dice Barbagallo – aspettiamo il Piano regionale dei trasporti e c’è una sottovalutazione del problema. Il diritto alla mobilità è sacrosanto, ma è negato anche per l’inerzia del governo Lombardo su questo fronte. Spero che a questa iniziativa aderiscano anche le altre forze politiche”.

I dati presentati oggi sono allarmanti – dice Saro D’Agata – Si mette a rischio anche un moderno sistema di mobilità urbana a Catania. Chiederemo al sindaco di svegliarsi e di impegnarsi nei confronti del governo nazionale.

Conferenza Stampa alla stazione centrale di Catania - sabato 09 luglio 2011

domenica 3 luglio 2011

Gli aumenti silenziosi di Trenitalia, ma il servizio resta a binario morto (Lettera alle Istituzioni)

A due anni dalla presentazione alla Regione Siciliana di un piano di riorganizzazione delle tratte ferroviarie siciliane (luglio 2009), e a quattro anni di distanza dall’accordo stipulato nel giugno 2007, dall’assessore regionale ai trasporti pro tempore Dore Misuraca con Trenitalia, non abbiamo visto nessun miglioramento nel servizio ferroviario isolano.

In tale accordo l’assessore Misuraca conveniva e accordava a Trenitalia, a partire dal primo luglio 2007 l’aumento medio delle tariffe del 7%, mentre Trenitalia si impegnava, in funzione all’accordo, di aumentare i servizi ferroviari offerti in Sicilia, di acquistare nuovi mezzi e di ammodernare il parco mezzi rotabili esistenti.

Tenuto conto che già nel giugno 2007, un abbonamento mensile di 40 chilometri costava 44,00 euro, mentre dal 1 luglio 2011, per acquistare lo stesso abbonamento l’utente deve sborsarne 61,00 di euro. Facendo due piccoli conticini in cinque anni l’utenza siciliana si è visto aumentare il costo del trasporto ferroviario di 17,00 euro pari al 40% circa, compreso l’aumento di luglio 2011 di 4 euro tondi tondi.

In considerazione di questi aumenti, che puntualmente ogni anno il primo di luglio entrano in vigore, non riscontriamo il mantenimento degli impegni di Trenitalia per quanto riguarda l’acquisto di mezzi nuovi, l’ammodernamento dei mezzi rotabili ed il miglioramento complessivo del servizio fornito in tutta la regione.

Inoltre, desideriamo evidenziare ancora una volta che i pendolari siciliani stanno ancora aspettando il tanto annunciato “Contratto di Servizio” per il trasporto ferroviario in Sicilia. Contratto di Servizio che doveva essere la ”svolta epocale” a detta di qualche assessore regionale ai trasporti, ma è rimasto a binario morto nei meandri dell’assessorato e del dipartimento dei trasporti della Regione.

Non volendo fare altre considerazioni, alla luce di quanto previsto dall’art. 17 comma a, h, i e dall’art. 22 dello Statuto siciliano, chiediamo un intervento immediato ed urgente al presidente della regione On. Raffaele Lombardo affinché si realizzi il Contratto di Servizio, si intervenga sul miglioramento infrastrutturale della rete ferroviaria siciliana, evitando di rimanere imprigionati dai propri cosiddetti effetti annunci e che allo stato attuale, di fatto i siciliani ad oggi non hanno ancora visto nulla del nuovo piano dei trasporti ferroviari e del nuovo scenario infrastrutturale annunciato proprio dalla stessa politica.

Al Signor Presidente della Regione Siciliana On. Raffaele Lombardo

All’Assessore Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità c.a. Assessore Pietro Carmelo Russo

Al Dipartimento delle Infrastrutture e della Mobilità c.a. Dirigente Generale Avv. Vincenzo Falgares

Al Dipartimento delle Infrastrutture e della Mobilità Servizio 4° Trasporto regionale Ferroviario
c.a. Dott. Ignazio Coniglio

Agli Organi di Stampa

Oggetto: Gli aumenti silenziosi di Trenitalia, ma il servizio resta a binario morto.

Giosue Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

domenica 26 giugno 2011

Nessun orario nelle bacheche in tutte le stazioni ferroviarie


Trenitalia, così come avviene ogni anno nel mese di giugno propone alla propria clientela il nuovo orario estivo che è entrato in vigore domenica 12 giugno.
A distanza di 15 giorni dall’entrata in vigore del nuovo orario le bacheche orarie in quasi tutte le stazioni si presentano vuote, o meglio prive dei poster con i nuovi orari.
Credo che, la competenza relativa alle informazioni alla clientela nelle stazioni, spetti a Rete Ferroviaria Italiana.
Non è concepibile che a distanza di 15 giorni dal cambio orario ci sia una fotocopia (formato A3) dei nuovi orari solo in una bacheca situata al primo binario della stazione centrale di Catania e tutte le altre bacheche vuote nel sottopassaggio ed ai restanti 7 binari.
Da sottolineare che in tutte le altre stazioni non vi è nemmeno quella fotocopia. Non è la prima volta che ciò accade, è ormai prassi consolidata o normalità da parte di chi gestisce il servizio informazioni, in considerazione del fatto che si verifica ogni anno sia al cambio orario annuale di dicembre che a quello intermedio di giugno, tutto ciò in barba alla tempestiva informazione alla clientela che ahimè deve strabuzzare la vista o fare la fila per leggere nell’unica e sola locandina i nuovi orari.



martedì 21 giugno 2011

Tagli al trasporto ferroviario e le disattenzioni della politica che penalizzano la Sicilia

Il 12 giugno scorso è stato compiuto l’ennesimo atto di sciacallaggio nei confronti della Sicilia e dei Siciliani, da parte di Trenitalia, con l’ulteriore taglio di vetture ai treni della lunga percorrenza che vanno dalla Sicilia al centro-nord e del continuo ridimensionamento che prevede la chiusura di depositi, di officine e di uffici.
La Lega, per bocca del ministro Maroni, chiede la TAV (trasporto alta velocità) a tutta forza per il centro-nord, mentre alla politica siciliana bastano i lanci di stampa dove si promettono investimenti per infrastrutture che resteranno una chimera o solo, come sempre, fiumi di parole e di inchiostro.
In considerazione di queste ultime penalizzazioni che Trenitalia ed il Governo hanno affibbiato alla Sicilia, debbo ancora una volta constatare che, anche in questo caso, la classe politica siciliana ha fatto finta di nulla, come se queste ulteriori penalizzazioni non comportino alcun danno; secondo me enorme allo sviluppo economico, sociale e turistico della Sicilia.
Volendo mettere da parte queste grandi cose: progettazioni, infrastrutture, finanziamenti; la politica che ci rappresenta non è stata in grado a tutt’oggi a far valere e rispettare i diritti dei siciliani, che proprio il D.L.vo 422/97 ci assegna in materia di trasporto pubblico.
Da qualche anno la Regione Sicilia, visto già l’avvenuto passaggio delle competenze tra Stato e Regione, aspetta che, i ministri Tremonti e Matteoli, appongano la firma sul documento di trasferimento delle risorse dovute, che ammontano a 111.535.920 milioni di euro, dei 120 milioni iniziali e che sanciscono in maniera definitiva l’accordo per il trasporto pubblico ferroviario tra Stato-Regione.
Queste sono le somme che il governo ha destinato alla Sicilia per attuare e sottoscrivere il tanto famigerato contratto di servizio, ancora ad oggi ad un nulla di fatto, mentre già nelle altre regioni è operativo da circa due anni.
Alla luce di questi fatti, che denotano lo scarso peso politico o interesse di chi ci rappresenta nel governo nazionale, è lecito chiedersi cosa hanno fatto e cosa stanno facendo deputati e senatori siciliani in tutta questa penosa vicenda che vede la Sicilia sempre più danneggiata in quello che dovrebbe essere il settore trainante “trasporti e infrastrutture”, per migliorare lo sviluppo isolano in tutti i suoi settori e per cercare, almeno, di ridurre quell’enorme gap infrastrutturale che ci divide dal nord.
Perché i nostri politici non attuano le strategie di “ricatto politico” per ottenere ciò che ci spetta cosi come agisce la Lega?
Sono convinto che, una forte presa di coscienza e di posizione, da parte di tutti i politici siciliani a Roma, sia “condicio sine qua non” per far fare marcia indietro ad un governo nazionale che non tiene in debita considerazione i bisogni primari della nostra Regione al pari delle altre, tenuto conto che, anche i siciliani partecipano al pagamento di tasse e tributi di un’Italia che va a più velocità e che non tiene conto dell’eguaglianza dei diritti di tutti i cittadini.

Cordialità
Giosuè  Malaponti - Coordinatore COMITATO PENDOLARI SICILIANI

giovedì 12 maggio 2011

La Filt Cgil denuncia Trenitalia per interruzione di pubblico servizio

La FILT CGIL SICILIA denuncia i vertici della Società Trenitalia Direzione Trasporto Regionale Sicilia del Gruppo FS per INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO

E’ insopportabile che per l’incapacità organizzativa dei vertici del trasporto Regionale Sicilia si ampliano le conseguenze derivanti dalla caduta del ponte sulla linea ferrata Caltagirone - Gela.

Infatti alle soppressioni giustificate dei treni operanti nella linea interessata alla caduta del ponte Catania - Caltagirone - Gela si sommano le soppressioni immotivate dei treni della tratta :

12851 Gela-Modica  -  12820 Scicli-Gela  -  12855 Gela-Siracusa  -  12854 Modica-Gela

tutte riguardanti la linea Gela - Modica - Siracusa regolarmente in esercizio.

Questa è la conferma della volontà della Direzione Regionale Sicilia di penalizzare il trasporto ferroviario nella fascia mediterranea della Sicilia sopprimendo e sostituendo con Pullman il servizio, in netto contrasto alle norme che regolano l’attuale contratto di servizio Stato – Trenitalia in termini di km treno da garantire.

Penalizzando ulteriormente l’utenza alla quale non è più garantita la puntualità del servizio e la qualità, visto che più volte è stata denunciata l’incapacità delle ditte operanti con servizi di pullman sostitutivi di garantire l’offerta di posti richiesti.

La Segreteria Regionale per questo motivo ha denunciato il Gruppo per INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO

La segreteria Regionale FILT CGIL Sicilia.

Segreteria Regionale

Via Roma, 62 - 90133 Palermo Tel. 091.6161577- Fax 091.6168504
E-mail: filt@sicilia.cgil.it

martedì 3 maggio 2011

Venerdi 6 maggio: quattro ore di sciopero personale Filt

Roma – In adesione allo sciopero generale della CGIL, dalle 14.00 alle 18.00 di venerdì 6 maggio, la FILT ha proclamato uno sciopero di quattro ore dei lavoratori FS addetti alla circolazione dei treni. Non sono previsti disagi per i convogli a lunga percorrenza. Per quanto riguarda i treni locali si ricorda inoltre che lo sciopero non incide sulle fasce a maggiore mobilità pendolare.

Informazioni saranno disponibili presso le stazioni ferroviarie, al call center di Trenitalia 89.20.21, sul sito www.ferroviedellostato.it, sui media web del Gruppo FS, FS News e FS News Radio, diffusa in oltre 350 stazioni e nei FrecciaClub.

Fonte: www.fsnews.it

Notizie Sindacali: Informativa su incontro del 2 maggio con Trenitalia

Nella mattinata odierna si è svolto il previsto incontro con Trenitalia sul problema delle trasferte/traslochi temporanei forzose ordinate per sopperire alle esigenze della DTR.

Trenitalia ha evidenziato una sofferenza per il periodo estivo stimata in circa 75 risorse nel personale di bordo.

Tale esigenza si verrebbe fronteggiare con provvedimenti di mobilità professionale dalla manovra di DTR al Bordo sempre di DTR.

Contestualmente, la Divisione Cargo disporrebbe trasferte forzate (circa 50 risorse) verso DTR per le esigenze della manovra della Regionale, chiudendo di fatto diversi impianti, in special modo al centro-sud.

Nelle lettere di trasferimento prodotte a firma Luciano Stocchi P.O. Trenitalia, si presuppone la condizione di esubero strutturale per tutti i manovratori Cargo coinvolti e ciò, anche in relazione agli ultimi accordi procedurali riguardanti il collocamento al fondo di sostegno non risulta essere veritiero.

Come OO.SS. abbiamo contestato tale procedura.

Nel metodo perché senza preavviso e senza alcun confronto si operano manifestazioni d’interesse e provvedimenti di mobilità forzata.

Nel merito le contestazioni hanno riguardato:

1. la mancanza di programmazione nel Trasporto Regionale scaturisce in provvedimenti unilaterali che dovevano essere evitati fronteggiando le carenze organiche con le assunzioni nel settore Bordo previste nell’accordo nazionale del 17 novembre scorso.

2. la dichiarazione di esubero della Divisione Cargo all’indomani della chiusura delle procedure sul Fondo con accordi che hanno definito le situazioni produttive della Divisione non è veritiera, a tal proposito e su tale presupposto sono state contestate le trasferte forzate.

3. infine, è stato evidenziato come RFI stia impostando progetti di riorganizzazione (ancora tutti da verificare) della Manovra che produrranno effetti occupazionali sul settore.

La riunione è terminata con l’impegno di aggiornarsi ad una fase successiva alle necessarie verifiche su quanto emerso nel corso dell’incontro odierno.

Roma, 3 maggio 2011

Segreterie Nazionali

Filt-CGIL, Fit-CISL, UILtrasporti, UGL Trasporti, FAST Ferrovie, ORSA Ferrovie

I briganti scatenano il putiferio - I comunisti si sono ribellati e Burtone si rivolge al ministro dei Trasporti

Mancavano santi, scrittori, martiri, poeti o navigatori? E quando poi uno dice che se le va a cercare! Ecco che la trovata della Ferrovia Circumetnea è stata quella di dare i nomi di due "briganti sociali" ad altrettanti treni ha suscitato com'era prevedibile la reazione e non già di benpensanti, ma di chi accucchia due concetti di buonsenso per una inaccettabile imposizione di erigere a mito da ricordare due briganti che - almeno uno - è stato anche assassino.

E proprio quando poi uno se le va a cercare, ecco immediata la reazione anche della politica perchè anche questa boutade diventa oggetto di reazione anche sopra le righe. Quale? I comunisti italiani che non perdonano a Lombardo neppure che respira, una frecciata velenosa gliela inviano, tenuto conto che il commissario governativo della Ferrovia Circumetnea, Gaetano Tafuri, è un esponente del Movimento per l'Autonomia.

Dicono: "Come sovente accade, l'avvocato Tafuri ha perduto un'occasione per tacere, perché proprio nei giorni in cui uomini di primo piano del suo partito sono coinvolti in pesanti inchieste giudiziarie, intempestivamente e inopportunamente, ha l'ingegnosa trovata di rendere pubblico il suo Pantheon".

Orazio Licandro, responsabile nazionale Organizzazione dei Comunisti italiani e componente dell'esecutivo nazionale della Federazione della Sinistra, commenta così la decisione del commissario della Ferrovia Circumetnea, Gaetano Tafuri, esponente dell'Mpa di Raffaele Lombardo, di intitolare due treni della metro ai briganti e uno in particolare all'assassino Carmine Crocco.

"Nel merito, sul piano storico e culturale ha già risposto il professor Salvatore Lupo, avendone titoli accademici e scientifici, per quanto mi riguarda – ironizza il dirigente del Pdci-FdS - questi episodi mi fanno rimpiangere Stalin, perché una simile classe dirigente sarebbe stata passata a fil di spada".

"Non avendo noi la Siberia, la stagione invernale sull'Etna sarebbe ben lieve punizione per l'avvocato Tafuri", prosegue sulla strada dell'ironica provocazione Licandro, che però conclude: "Ci sono problemi così seri a Catania, che francamente la trovata di Tafuri non merita più di un minuto del nostro tempo".

E neppure il deputato del Pd, Giovanni Burtone, è tenero e con una interrogazione fa approdare in Parlamento la Ferrovia Circumetnea di Catania che "onora" il banditismo sociale.

Burtone ha, infatti, presentato una interpellanza rivolta al ministro delle Infrastrutture e per conoscenza anche al ministro della Pubblica istruzione. La Fce ha chiamato "Brigante" e "Donatello" due nuovi elettrotreni del metrò.

Per l'azienda, tale Carmine Crocco, soprannominato Donatello e ricordato come il Generale dei briganti, è considerato "un eroe popolare". "Ma come si fa - dice Burtone - a considerare eroe un brigante sanguinario, dedito a rapine e furti. La decisione della Fce è un'offesa per la Sicilia e i siciliani. Ho chiesto al ministro delle Infrastrutture un intervento per quanto di sua competenza, richiamando il commissario governativo della Fce a comportamenti più istituzionali e meno "folcloristici". Se la scelta fosse stata operata da un privato, per quanto discutibile, si sarebbe potuto soprassedere, ma in questo caso parliamo di elettrotreni gestiti da un ente pubblico. Il governo faccia sentire la propria voce – scrive Burtone - per evitare che nel prossimo futuro si intitoli magari una stazione del metrò a Salvatore Giuliano o che so un nuovo mezzo a Vincenzo Capraro o Angelo Pugliese, altri due noti briganti siciliani. Si eviti – conclude Burtone - che passi un messaggio distorto e per nulla educativo per le giovani generazioni. Si rischia di trasformare il "Generale dei briganti" in un salvatore della Sicilia".

- La Gazzetta del Sud - 03/05/2011

giovedì 28 aprile 2011

”Brigante” e ”Donatello” sono i due nuovi, modernissimi treni della metropolitana di Catania

Brigante e Donatello sono i due nuovi, modernissimi treni della metropolitana che si aggiungono così agli altri cinque già in servizio arricchendo il parco mezzi della Ferrovia circumetnea

Catania – “Brigante” e “Donatello” sono i due nuovi, modernissimi treni della metropolitana che si aggiungono così agli altri cinque già in servizio arricchendo il parco mezzi della Ferrovia circumetnea. Si tratta di elettrotreni di ultima generazione, modello M.88 costruiti dalla Firema Trasporti, con due elementi dalle ampie cabine collegate stabilmente tra loro.

A battezzare i due nuovi arrivati in casa Fce ieri mattina, nel corso di una breve cerimonia all’interno della stazione “Borgo”, in galleria, è stato il commissario Gaetano Tafuri accompagnato dal direttore generale Filippo Orlando, dal direttore di esercizio Sebastiano Gentile e dai dirigenti tecnico, Salvatore Fiore, e amministrativo, Mario Lo Bello, insieme a funzionari e tecnici.

I convogli hanno una cabina di guida ad ognuna delle due estremità e sono dotati di impianto di condizionamento e climatizzazione. I treni sono alimentati a corrente continua a 3.000 volt, con circuito di potenza regolato elettronicamente. I convogli, formati ciascuno da due casse inscindibili, sono muniti di 8 porte d’ingresso per lato per un facile accesso al treno. La sicurezza dei passeggeri viene garantita, all’interno e all’esterno, da impianti di videosorveglianza e citofoni d’emergenza. La capacità complessiva è 442 posti più 2 attrezzati per disabili.

Mentre i primi 5 elettrotreni hanno ricevuto ciascuno un nome femminile, ispirati ai personaggi di Bellini, Norma, Beatrice, Elvira, Zaira e Rita, in ricordo di Rita Privitera, la giornalista vittima dell’attentato terroristico di Sharm del 2005, figlia di un dipendente Circum, i nomi che sono stati scelti per questi nuovi elettrotreni, “Brigante” e “Donatello”, sono in ricordo del cosiddetto “banditismo sociale” e in particolare di Carmine Crocco, detto appunto Donatello, che visse tra il 1830 e il 1905. Reazionario italiano filo borbonico tra i più noti del periodo risorgimentale all’epoca dei moti partigiani contrapposti al regno sabaudo, Donatello fu il capo indiscusso delle bande del Vulture-Melfese. Nel giro di pochi anni, da bracciante divenne comandante di un esercito di 4mila uomini, combattendo prima nelle file di Garibaldi e poi, tradito da quei falsi ideali, militando nelle fila della resistenza borbonica contro il regno sabaudo. Tuttora da molti è considerato un eroe popolare.

«Abbiamo voluto scegliere questi nomi – ha detto Tafuri – perché nel 150° dell’Unità si parla sempre di più di questione Meridionale, e noi vogliamo rendere giustizia a un fenomeno sociale tacciato dalla storiografia classica, scritta sempre dai vincitori, come brigatismo e che invece è stato un movimento reazionario di fronte all’invasione del regno sabaudo, scialacquone e indebitato, che doveva risanare le proprie casse». «Registriamo una crescita della Circum – ha concluso Tafuri – a livello di infrastruttura e di mezzi e soprattutto degli utenti della metro che a febbraio sono stati ben 25mila, dato che ci incoraggia ad andare avanti».

- La Sicilia - 28/04/2011

sabato 23 aprile 2011

mercoledì 13 aprile 2011

Sciopero Trasporti: treni a rischio

Disagi per la circolazione ferroviaria, dalle ore 21.00 del 14 aprile alle 21.00 del 15 aprile 2011. Per quanto riguarda i treni locali, si ricorda che nelle fasce orarie a maggiore mobilità pendolare (6.00-9.00/ 18.00-21.00) saranno garantiti i servizi essenziali. Ulteriori informazioni potranno essere assunte presso le stazioni, chiamando l'892021 o consultando le news del sito web www.ferroviedellostato.it.

lunedì 4 aprile 2011

Disagi e disservizi per i pendolari della Messina-Catania-Siracusa, per un guasto al locomotore.

Un guasto al locomotore del treno n. 12865 tra le due stazioni di Calatabiano e Fiumefreddo di Sicilia ha paralizzato per qualche ora il traffico ferroviario sulla relazione Catania-Messina.
Il treno era previsto in arrivo alla stazione di Fiumefreddo alle ore 7.01 ma qualche Km prima dell'arrivo alla stazione per un guasto al locomotore si blocca sulla strada ferrata paralizzando così il traffico ferroviario in tutte e due le direttrici Catania e Messina.
Il locomotore guasto è stato trainato sino alla stazione di Fiumefreddo, circa un'ora dopo (7.57) l'arrivo previsto nella stessa stazione. Il disagio per i pendolari della fascia ionica oggi sono stati enormi, per gli enormi ritardi accumulati e precisamente:
  • il treno n. 12865 con arrivo a Catania alle ore 07.42 è stato soppresso a Fiumefreddo di Sicilia, i passeggeri sono stati fatti trasbordare sul treno 8579 accumulando così un ritardo di 95 minuti circa;
  • il treno n. 8579 con arrivo a Catania alle ore 08.12 è arrivato alle ore 09.17 con 65 minuti di ritardo;
  • il treno n. 12867 con arrivo a Catania alle ore 08.54 è arrivato alle ore 09.44 con 50 minuti di ritardo;
  • il treno n. 12870 con arrivo a Messina alle ore 08.27 è arrivato alle 09.27 con 60 minuti di ritardo;
  • il treno n. 8570 con arrivo a Taormina alle ore 08.15 è stato soppresso alla stazione di Giarre-Riposto.
Tra l'altro da segnalare che alla stazione di Acireale, molta gente non è potuta salire sul treno 8579 perchè stracolmo, ed ancora da far rilevare che al suddetto treno non è stata concessa la fermata di Catania-Ognina, creando ulteriori disagi ai pendolari.

Disservizi e disagi, ore di lavoro da recuperare, ore di studio perse e spese da affrontare per chi non è potuto scendere alla stazione di Catania-Ognina. Chi paga per tutto questo?