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lunedì 11 febbraio 2013

Montezemolo: «Il Ponte? Una cravatta senza camicia»

Catania. Per un arbiter elegantiarum come lui la cravatta - oltre che un'essenza - è uno strumento di comunicazione. Luca Cordero di Montezemolo passeggia a Catania, accompagnando per mano i candidati siciliani della Lista Monti. E brandisce, più volte, l'accessorio maschile per eccellenza. Prima quando il rettore uscente Toni Recca, candidato con Scelta Civica! al Senato, gli regala la cravatta ufficiale dell'Università di Catania (un discutibileregimental di un vago color pastello, con piega non stirata) e lui, il presidente di Italia Futura, si toglie dal collo la sua (Marinella?) blu con eleganti quadratini bianchi per indossare il gadget. Poi quando, parlando dell'incompiuta delle incompiute, Montezemolo parte da una metafora per descrivere la sua idea di sviluppo in Sicilia: «Il Ponte sullo Stretto? È come parlare della cravatta senza avere la camicia. Prima bisogna pensare alle infrastrutture, alle autostrade, alle ferrovie, che tra l'altro sono fondamentali se si vuole veramente parlare del turismo, ma sono fondamentali per l'agriturismo e l'agroindustria». E poi l'amara conclusione: «Oggi la situazione delle merci in Sicilia e in Italia è terribile via treno, sei costretto a farlo via gomma. Bisogna aprire una vera concorrenza anche sulle tratte regionali ed investire sulle infrastrutture».
Ma c'è anche un'altra Sicilia, nel pantheon dell'ex presidente di Confindustria: «Io questa terra l'adoro - racconta - da quando la visitai in motocicletta a diciott'anni. Da quel momento in poi sono sempre venuto fino all'estate scorsa, prima a Marzamemi e poi nel Ragusano da Guccione. Ho decine di amici veri, qui. E sono un profondo conoscitore: provate a farmi delle domande, so rispondere a tutto».
Giornata elettorale catanese, ieri, per il presidente di Italia Futura, fondazione che è fra gli "azionisti" politici di Scelta Civica con Monti per l'Italia. Il ciuffo più famoso d'Italia arriva poco dopo le 11, assime all'amico-candidato Ettore Artioli, e ad attenderlo ci sono tutti gli aspiranti deputati e senatori siciliani. C'è anche un po' di gente. Incuriosita dallo spiegamento di telecamere, ma anche dallo spessore del personaggio. Qualcuno ci resta un po' male: «Ma è Montezemolo senza Monti? Peccato, perché se c'era quell'altro una
 palora - e qui il tono si fa vagamente minaccioso - gliela volevo dire... ». Ma ci sono ! anche i tifosi di Formula 1: «Presidente, che fa la Ferrari quest'anno? Non è ca fitemu (traduzione eufemistica: non raggiungiamo risultati ottimali) come l'anno scorso? ». Lui non si scompone: «Guardate, ragazzi: siamo l'unica squadra che arriva seconda per due anni consecutivi e lo considera un fallimento... Ma quest'anno andiamo forte! ».
Forte come la convinzione di rappresentare l'unico vero elemento di novità nel caotico agone di queste elezioni: «Sono esterrefatto nel sentire ogni mattina proposte da politici che sembrano arrivati ieri da Marte e sembrano non aver avuto ruoli fondamentali nel disastro della Seconda Repubblica. Se non ci fosse la lista Monti, che porta anche a un vero cambiamento di parte della politica coloro i quali sono stati protagonisti del fallimento della Seconda Repubblica diventerebbero i gestori della Terza».
Deluso chi aspettava rivelazioni sul patto Bersani-Monti: «Sento tanto parlare di alleanze ma le alleanze si fanno con! chi è d'accordo sulle cose. Le alleanze sul nulla le trovo un esercizi! o di vecchia politica». È (quasi) d'accordo anche il signor Lanzafame, anarchico e rompiballe esistenziale, noto ai frequentatori di piazza Università per il suo lungo pernottamento dentro una "500" color aragosta: «Viva Montezemolo! Ma non come politico! Resti fuori da quella gabbia di matti».
Una ragazza sfugge al controllo del suo fidanzato per stringere la mano a LCdM. «Ma è davvero bello - si lascia scappare la sventurata - e poi è anche cordiale. Un vero gentiluomo». Continua - tra una stretta di mano al venditore di bomboloni e una sosta al bar - il cammino verso la convention al Metropolitan. Montezemolo aggiunge una ricetta economica: «Sento tanto parlare di crescita, ma vedo fare poco. Se lo Stato non privatizza, non attiriamo investitori stranieri. Fare impresa è complicato. Troppa burocrazia, troppi vincoli». Il vecchietto che aspettava Monti non è ancora persuaso: «I carnefici vengono a osservare le vittime», chiosa. Sospirando, prima di scomparir! e con passo affannato.
Mario Barresi - La Sicilia
Domenica 10 Febbraio 2013 Il Fatto Pagina 4 

giovedì 16 luglio 2009

I Pendolari Siciliani sul Contratto di Servizio... questo illustre sconosciuto

I Pendolari Siciliani sul Contratto di Servizio... questo illustre sconosciuto
È pendolare, giocoforza, chi per motivi di lavoro, studio o altro ha deciso di utilizzare il mezzo pubblico “treno” ecologico per eccellenza. Su e giù dai treni ogni giorno della settimana, se ne fa un'esperienza invidiabile. E se all'inizio il pendolare sopportava ritardi, vagoni freddi, guasti a porte di salita e discesa, e quant’altro, da un po’ di tempo invece è subentrata la rabbia ed infine la voglia di denuncia. Così, la maggior parte dei pendolari italiani, si è schierata contro i disservizi delle Ferrovie dello Stato. Nelle cronache di questi ultimi mesi, si nota, la battaglia intrapresa in tutt’Italia dal mondo del pendolarismo, per la maggior parte regolari abbonati che usano il treno quotidianamente per spostamenti dettati da ragioni di studio o di lavoro. Tutti i pendolari delle varie regioni avranno certamente firmato petizioni nelle quali si chiede a Trenitalia e Rfi una "maggior tutela, correttezza ed attenzione nei confronti dei viaggiatori stanchi dei ripetuti ritardi, delle continue soppressioni di treni, di un servizio carente, di un comfort inesistente e di una scarsa o inesistente manutenzione che procura disagi alla gente, per la mancata climatizzazione delle carrozze, oppure perché bisogna viaggiare in piedi, e che in molte occasioni procura danni, per la perdita di coincidenze a causa dei continui ritardi con il conseguente arrivo in ritardo nei luoghi di studio o di lavoro. E’ ora che le Ferrovie riconoscano la possibilità del rimborso qualora il treno ritardi e quando, invece, si tratta di ritardi cronici invitiamo la direzione di Trenitalia a voler monitorare le cause, di fare la voce grossa con Rfi che gestisce il movimento dei treni, e se è il caso di modificare l'orario, in modo tale che i passeggeri siano messi nella condizione di scegliere un'eventuale alternativa.
Una denuncia va fatta nei confronti dei nostri rappresentanti politici regionali e nazionali, di entrambi gli schieramenti, che non hanno sino ad oggi portato avanti una politica efficiente ed efficace in materia di trasporto pubblico e di infrastrutture nelle sedi romane del Parlamento. Da oltre quarant’anni si parla di migliorare le principali infrastrutture viarie e ferroviarie siciliane, ma come ogni anno vengono fatti i vari proclami sulle testate dei quotidiani siciliani dandoci il ben servito su opere che la politica certamente non vuole portare avanti visti i risultati di un Italia a due o più velocità.
Nel panorama ferroviario nazionale la regione Sicilia si trova all’8° posto, dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania, per la lunghezza complessiva dei binari, ed al 5° posto per le linee ferroviarie in esercizio dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, mentre è al 16° posto con 169 km. (12%) di linea a doppio binario su 1378 km. a seguire Sardegna, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta. (dati rilevati dal sito di Rete Ferroviaria Italiana aggiornato a gennaio 2009).
Desidero fare presente, al Direttore Generale dei Trasporti, avv. Giovanni Lo Bue, che della materia ferroviaria, ormai sappiamo quasi tutto quello che c'è da sapere e che occorre dare e fare una attenta ed adeguata programmazione dei servizi ferroviari nell’ambito di ciascuna provincia. Si rende necessario, tra l’altro, realizzare degli investimenti per il rinnovo del materiale rotabile, allo stato attuale, troppo vetusto. Se l’obiettivo del governo regionale è siglare l'accordo in tempi brevissimi”, così come ha dichiarato il Vicepresidente della Regione siciliana e Assessore ai Trasporti, Avv. Giambattista Bufardeci, l’obiettivo per noi pendolari è quello di essere parte attiva in uno strumento che ci vede allo stesso tempo protagonisti e maggiori fruitori, poiché non avrebbe sicuramente senso la definizione di uno strumento così importante, se lo stesso, verrebbe realizzato solamente da chi deve vendere un servizio e da chi invece lo deve acquistare nell’interesse di tutti i siciliani che da anni lo attendono. Per questi motivi ritengo doveroso ed opportuno che l'offerta di trasporto prevista nel Contratto di Servizio prima della stesura finale e della definitiva approvazione, venga sottoposta ai rappresentanti dei comitati dei pendolari siciliani, per l’apporto che gli stessi potranno dare alla realizzazione di uno strumento che potrebbe essere, per la prima volta, a misura del pendolare e perché no di tutti i siciliani. E' opportuno che il dipartimento trasporti regionale, la direzione territoriale di Trenitalia e i Comitati Pendolari, ognuno per la propria parte di competenza concorrano alla realizzazione dello strumento di trasporto, nel pieno rispetto della normativa vigente in materia di garanzie dei servizi pubblici, e della qualità degli stessi che è regolata da:
Artt. 3 e 16 della Costituzione italiana;
Art. 8 Trattato di Maastricht;
D.P.C.M. 27 gennaio 1994 recante "Principi sull'erogazione dei servizi pubblici";
Art. 2 del decreto-legge 12 maggio 1995, n. 163 convertito in legge 11 luglio 1995, n. 273 recante "Misure urgenti per la semplificazione dei procedimenti amministrativi e per il miglioramento dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni";
D.P.C.M. 19 maggio 1995 che individua i settori di erogazione dei servizi pubblici per l'emanazione degli schemi generali di riferimento;
D.P.C.M.30 gennaio 1997;
D.P.C.M. 30 dicembre 1998 recante "Schema generale di riferimento per la predisposizione della carta dei servizi pubblici del settore trasporti";
Se da una parte la normativa vigente ci da l'opportunità di intervenire e di partecipare alla realizzazione di un servizio pubblico, qual'è il Contratto di Servizio, dall'altra non si capisce perchè, né la figura preposta alla realizzazione di tale strumento, quella del direttore generale, che sta portando avanti le trattative con Trenitalia, non abbia ancora chiamato al tavolo della concertazione i vari Comitati Pendolari Siciliani; né la figura politica dell'assessore regionale ai trasporti, ha ritenuto opportuno dare voce ai vari comitati, in considerazione del fatto che nelle altre regioni italiane, gli assessori regionali, si sono seduti attorno ad un tavolo ed assieme ai pendolari, hanno pianificato l'offerta di trasporto rendendola quanto più possibile a misura dell'utenza.
Non vorremmo trovarci di fronte ad un nuovo strumento che, anziché migliorare le condizioni di trasporto, renda ancor di più difficile la vita a noi pendolari ed ai Siciliani.
Non è possibile che si spendano soldi pubblici e parliamo di 130 milioni di euro l'anno, senza sentire cosa hanno da proporre i maggiori fruitori, quali i pendolari, del trasporto ferroviario. Non è possibile che in Sicilia i nostri rappresentanti politici cavalchino sempre e solo la politica del fare, e del fare a tutti i costi e non la "Politica del Saper fare".
Giosuè Malaponti - Coordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI

sabato 7 marzo 2009

Il Ponte sullo Stretto e le infrastrutture in Sicilia

Mentre la politica siciliana esulta, i siciliani aspettano e continuano ad aspettare le strade, le autostrade, l’elettrificazione, i raddoppi e l’alta velocità ferroviaria in Sicilia.
Il Ponte sullo Stretto, di certo, non salverà l’economia siciliana e calabrese. Quello di cui la Sicilia oggi avrebbe di più urgente, è un nuovo assetto viario e ferroviario per dare quell’input positivo all’economia e a tutte quelle potenzialità di sviluppo che corrono sulle infrastrutture, oggi sempre più moderne. E’ strano che la politica siciliana esulti per questa ciliegina. La torta che tutti i siciliani si aspettavano dov’è finita? E la farsa dei FAS (fondi aree sotto-sviluppate)? Occorre necessariamente, ancor prima del ponte, completare il raddoppio ferroviario delle due dorsali importanti della Sicilia, Jonica e Tirrenica di cui ormai non si parla più se non negli APQ (accordi di programma quadro). Sono convinto che non è la costruzione del Ponte che salverà l’occupazione e lo sviluppo, ma tutte quelle opere che dovevano partire prima o almeno parallelamente alla realizzazione del Ponte. Tutto ciò determina, ancora una volta, l’assurda arretratezza infrastrutturale siciliana e calabrese.
E’ prioritario, invece, per la politica nazionale, finanziare le reti di trasporto del nord in vista dell’Expo milanese del 2015.
Giosuè Malaponti - Coordinatore - COMITATO PENDOLARI ME-CT-SR
www.comitatopendolari.it

venerdì 6 marzo 2009

S.Teresa di Riva, Savoca e Furci Siculo continuano a bloccare il raddoppio ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri

Tre comuni del messinese (S.Teresa di Riva-Savoca-Furci Siculo) continuano a bloccare il progetto del raddoppio ferroviario Fiumefreddo di Sicilia (CT)–Giampilieri (ME)
Non è possibile che dal 1982 ad oggi, il progetto del raddoppio ferroviario Fiumefreddo di Sicilia – Giampilieri, debba essere continuamente bloccato, da parte dei comuni della fascia ionica messinese, per ultimi i tre comuni di Santa Teresa di Riva, Savoca e Furci Siculo, che creano problemi al progetto definitivo di Rete Ferroviaria Italiana, chiedendo lo spostamento del tracciato. Non è possibile che queste tre Amministrazioni Comunali condannino lo sviluppo della mobilità dell’intera fascia ionica.
Giosuè Malaponti - Coordinatore - COMITATO PENDOLARI ME-CT-SR
http://www.comitatopendolari.it/