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mercoledì 4 marzo 2015

A due anni dalla chiusura della tratta disagi sulla Trapani-Alcamo via Milo

A nulla secondo noi sono valse le interrogazioni e/o le interpellanze dei rappresentanti politici regionali e nazionali, se non a dimostrare che qualcosa la politica fa ma senza alcun risultato. Già nel 2003 erano stati stanziati 300 milioni per l’ammodernamento e la velocizzazione della Palermo-Trapani, e a distanza di dodici anni circa, tale opera viene inserita nello “Sblocca Italia” per un importo di 491 milioni di cui finanziati 2 milioni solamente.

giovedì 26 febbraio 2015

Tratta ferroviaria Trapani-Palermo Via Milo chiusa da due anni.

Un altro anno è trascorso, e sono due, dalla chiusura della tratta ferroviaria Alcamo-Trapani Via Milo avvenuta, il 25 febbraio 2013, per i continui smottamenti al sedime ferroviario. Un falso allarme è stata la riapertura alla circolazione ferroviaria, domenica 23 novembre 2014, in occasione della manifestazione “ In treno per Segesta - Un viaggio attraverso le Terre degli Elimi” organizzata col sostegno del GAL Elimos, dell’Assessorato Regionale ai BB.CC ed altre associazioni, in quell’occasione esultammo ma con l’amara sorpresa che l’indomani fu nuovamente richiusa al traffico ferroviario. A nulla secondo noi sono valse le interrogazioni e/o le interpellanze dei rappresentanti politici regionali e nazionali, se non a dimostrare che qualcosa la politica fa ma senza alcun risultato. Già nel 2003 erano stati stanziati 300 milioni per l’ammodernamento e la velocizzazione della Palermo-Trapani, e a distanza di dodici anni circa, tale opera viene inserita nello “Sblocca Italia” per un importo di 491 milioni di cui finanziati 2 milioni solamente. Perché a distanza di 2 anni la tratta ferroviaria è ancora chiusa? Quanto è stato speso per ripristinare la tratta Alcamo-Trapani Via Milo per far transitare il treno storico sino a Segesta? Siamo convinti che le sole interrogazioni parlamentari servano a ben poco, occorre una forte presa di posizione di tutta la classe politica per far sì che tutte le cifre snocciolate in questi 12 anni non restino solo fiumi di parole e inchiostro ma, una volta per tutte, che si concretizzino per migliorare le infrastrutture siciliane che una dopo l’altra vengono chiuse per mancanza di investimenti che in realtà sulla carta ci sono.
Giosuè Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

mercoledì 26 novembre 2014

Ferrovie svolta in Sicilia: Pronti soldi e progetto per la Catania-Palermo

Con l’intervento nel 2009 dell’ex sottosegretario alle infrastrutture Reina furono tenuti diversi tavoli tecnici romani con i dirigenti della Regione Sicilia, di Rete ferroviaria italiana e del ministero delle infrastrutture. Da questi incontri quasi a fine 2009 venne inserita, per le prese di posizione di Reina, nell’aggiornamento del Contratto di Programma 2007-2011 con la seguente descrizione:  Opere in Corso - Tabella A03-Sviluppo Infrastrutturale Rete Convenzionale - Modifiche anno 2009 - Codice Intervento NAD04: Interventi di potenziamento infrastrutturale per adeguamento al nuovo modello di esercizio della Regione Sicilia, prioritariamente per la velocizzazione dell’itinerario Palermo-Catania per un importo di 30 milioni (si allega foto).
Comunque, quello che ci viene più spontaneo chiedere è: perché investire tutti questi miliardi su un’unica relazione, anche se importante, e non investire tutta questa somma disponibile nell’ammodernare le infrastrutture esistenti per collegare le nove principali Città siciliane? Gli investimenti previsti nel Cis prima e nello Sblocca Italia dopo, dovevano garantire ed essere lo strumento per distribuire a tutto il territorio siciliano quella boccata di ossigeno infrastrutturale a breve/medio termine per incentivare e sviluppare il tessuto economico, sociale e turistico della Sicilia.
Ma da quello che si vede non è proprio così. 
Giosuè Malaponti – Presidente Comitato Pendolari Siciliani

mercoledì 12 novembre 2014

Le Ferrovie non conoscono le priorità in Sicilia

Il Comitato Pendolari:"Non è la Catania-Palermo, ma sono la Giampilieri-Fiumefreddo e la Castelbuono-Patti"
Palermo. Dopo la conversione in legge del decreto "Sblocca Italia", che dovrebbe velocizzare la realizzazione dell'Alta velocità "light" Messina-Catania-Palermo, il Comitato dei Pendolari Siciliani guidato da Giosuè Malaponti torna alla carica, denunciando ritardi e incongruenze nella rete ferroviaria siciliana.
«Oggi più che mai - sottolinea Giosuè Malaponti - il completamento del raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo e della Castelbuono-Patti costituiscono una priorità rispetto alla costruzione della tratta Catania-Palermo».



martedì 11 novembre 2014

"Così cambieremo le Ferrovie in Sicilia" Ma sull'alta velocità cala il buio fitto

La Palermo-Catania - Ma Elia, al ruolo di ad nelle Fs assomma «senza alcuna indennità aggiuntiva», quello di commissario straordinario della linea Palermo-Catania, una delle opere inserite nello "Sblocca Italia".
«L'attuale tratta ferroviaria Palermo-Catania diciamo che non esiste: eppure sarebbe la cosa più importante da rifare in Sicilia. Adesso sarà la volta buona».

Grandi investimenti - Nell'isola, spiega Elia, il governo ha previsto grandi investimenti: «Sul piatto ci sono circa 2,2 miliardi», dettaglia. Parlando di «opere prioritarie» come il nodo di Palermo, la velocizzazione della Catania-Siracusa con circa 80 milioni di progetti, la riduzione dei tempi di percorrenza della Catania-Messina, «sia con interventi infrastrutturali, sia pensando a ridurre anche qualche fermata», con l'obiettivo di far viaggiare i passeggeri da Messina a Siracusa «in un'ora e 50 minuti a fronte delle attuali due ore e 20 minuti».
Decisiva in questo contesto la firma del contratto di servizio con la Regione: «Stiamo inoltre lavorando con il governo regionale per individuare le necessità delle varie città e dei territori» spiega l'amministratore delegato delle Fs.

lunedì 10 novembre 2014

Trapani-Palermo si torna a protestare, da due anni tratta ferrata interrotta

Come al solito nessuna presa di posizione da parte della Regione Sicilia e/o degli assessori regionali alle infrastrutture e trasporti che si sono alternati e, nemmeno da parte dei Sindaci di quei Comuni penalizzati dalla chiusura alla circolazione ferroviaria della Alcamo-Trapani Via Milo, almeno per reclamare il sacrosanto diritto alla mobilità ferroviaria dei propri concittadini.  

martedì 30 settembre 2014

In Sicilia niente continuità territoriale

Dal primo di ottobre la Sicilia viene abbandonata in materia di trasporti completamente al suo destino. Niente aerei, niente treni e niente traghetti. Qualche settimana fa Alitalia annunciava che avrebbe abbandonato le tratte da e per la Sicilia. A questo annuncio si è unita dopo qualche giorno la compagnia aerea AirOne che dal 1 di ottobre effettuerà solo i voli per Milano e Roma escludendo tutte le altre destinazioni sin’ora operate da Catania e Palermo. A questi abbandoni delle compagnie aeree, dal 1 di ottobre si aggiungerà quello dei traghetti di Fs Bluferries. Infatti da domani (oggi per chi legge) l’unica nave di Bluferries abbandonerà il porto storico di Messina per approdare al porto di Tremestieri. Questo abbandono penalizza in modo pesante lo spostamento di migliaia di pendolari sulle due sponde, i quali non potranno più usufruire di un trasporto pubblico garantito da Ferrovie dello Stato ma dovranno obbligatoriamente servirsi di traghetti ed aliscafi di società private sicuramente con altri orari e con molto meno corse giornaliere e nei festivi.
In questi ultimi anni si è parlato tanto di sviluppo infrastrutturale dei territori siciliani, guardando con un certo interesse ai provvedimenti del governo come il Piano per il Sud, il Decreto del Fare e per ultimo lo Sblocca Italia.  
Questi ultimi avvenimenti penalizzano in maniera definitiva i siciliani lasciandoli in balia di una continuità territoriale del tutto inesistente.
Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

mercoledì 17 settembre 2014

Napolitano firma. Presto la pubblicazione del decreto Via allo Sblocca Italia con il pacchetto casa e le grandi opere.












































Roma. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato lo Sblocca-Italia ed è imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Deroga al patto di stabilità interno, misure per incentivare acquisto e affitto delle abitazioni, semplificazioni per le ristrutturazioni alcune delle novità inserite nel testo definitivo, tra l'altro, sono confermati gli interventi anti-diss! esto idrogeologico, il sostegno al made in Italy, il rilancio dei project bond, il potenziamento dell'operatività di Cassa depositi e prestiti, il potere sostitutivo del premier sull'uso dei fondi Ue, la valorizzazione degli immobili pubblici inutilizzati (in particolare del demanio militare).
 








martedì 16 settembre 2014

Rete ferroviaria lumaca per decenni. Nel 2009 Castiglione aveva lanciato l'iniziativa Freccia Rotta per velocizzare gli spostamenti

Catania-Palermo la lunga storia di un raddoppio ferroviario.
Le dichiarazioni di quest’ulteriore svolta epocale annunciata qualche giorno fa su tutti i quotidiani siciliani, sono gli interventi del presidente di Rete ferroviaria italiana Ing. Dario Lo Bosco, del governatore Crocetta e dell’assessore regionale Torrisi nella conferenza stampa tenutasi a Palermo.
Comunque, la questione che mi fa più rabbia è che tutti questi miliardi di euro vengano investiti solo ed esclusivamente su una relazione ferroviaria per una sorta di miopia politica. Lo Sblocca Italia, visto che la Catania-Palermo era stata già inserita e finanziata nel CIS ed ancor prima nel CdP 2007-2011, doveva essere lo strumento per distribuire ai territori siciliani più penalizzati quella boccata di ossigeno infrastrutturale a breve termine per  incentivare e sviluppare il tessuto economico, sociale e turistico di quei territori.

venerdì 12 settembre 2014

Regione e Ferrovie, un piano di opere da 11 miliardi - Rassegna stampa

Palermo-Catania in un ora e 20 minuti. La rete coinvolgerà pure le isole minori collegati. Collegati aeroporti, porti, e poli, turistici.
"Da Punta Raisi a Fontanarossa si andrà in due ore e 20 minuti, ma non mi rassegno a perdere l'Alta velocità".
Trasporti più di tre miliardi già disponibili. Previsti i lavori sulla Palermo-Catania-Messina, collegamento con gli aeroporti di Trapani e Comiso, cantieri nell'Agrigentino.
Un piano infrastrutturale integrato per cambiare la mobilità in Sicilia. Per la Palermo-Catania fino a 16 treni regionali veloci e 6 coppie per gli intercity.
Nuova stazione a Porto Empedocle e fermate in località di Fontanelle e San Michele.

 


giovedì 11 settembre 2014

Catania-Palermo, la lunga storia di un raddoppio ferroviario

La solita storia quella, che si ripete di anno in anno, di snocciolare milioni di euro e opere pubbliche che dovrebbero cambiare l’aspetto infrastrutturale della Sicilia.
Le dichiarazioni di quest’ulteriore svolta epocale annunciata oggi su tutti i quotidiani siciliani sono gli interventi del presidente di Rete ferroviaria italiana Ing. Dario Lo Bosco e del governatore Crocetta nella conferenza stampa tenutasi ieri.
Non desidero elencare tutti gli interventi e le cifre che conosco già a parte qualche variante ma, desidero iniziare dal lontano 19 gennaio 2009 e dalla brillante operazione di provocazione politica “Freccia Rotta”, organizzata dall’on. Giuseppe Castiglione già presidente della Provincia regionale di Catania, oggi sottosegretario nel governo Renzi. In quell’occasione venne fuori da tutti gli attori presenti (politici, dirigenti delle ferrovie, etc.) che sarebbero bastati venti trenta milioni di euro per ammodernare e velocizzare l’attuale tracciato della Catania-Palermo, in un anno e mezzo di lavori, portando i tempi di percorrenza al di sotto delle due ore e trenta e per di più elevando la linea da rango “C” a rango “P” facendo viaggiare i pendolini.
Con l’intervento nel 2009 dell’ex sottosegretario alle infrastrutture Reina furono tenuti diversi tavoli tecnici romani con i dirigenti della Regione Sicilia, di Rete ferroviaria italiana e del ministero delle infrastrutture. Da questi incontri quasi a fine 2009 venne inserita, per le prese di posizione di Reina, nel Contratto di Programma 2007-2011 con la seguente descrizione:  Opere in Corso - Tabella A03-Sviluppo Infrastrutturale Rete Convenzionale - Modifiche anno 2009 - Codice Intervento NAD04: Interventi di potenziamento infrastrutturale per adeguamento al nuovo modello di esercizio della Regione Sicilia, prioritariamente per la velocizzazione dell’itinerario Palermo-Catania per un importo di 30 milioni (si allega foto).
A quattro anni di distanza dall’inserimento nel CdP, non è stato realizzato nessun intervento di velocizzazione della Catania-Palermo se non quello operato da Trenitalia  nel cambiare gli orari di percorrenza ad una coppia di treni in tre ore circa mentre nella slide del Cis è previsto due ore e 45 minuti (vedi slide Cis).
Comunque, la questione che mi fa più rabbia è che tutti questi miliardi di euro vengano investiti solo ed esclusivamente su una relazione ferroviaria per una sorta di miopia politica. Lo Sblocca Italia, visto che la Catania-Palermo era stata già inserita e finanziata nel CIS, doveva essere lo strumento per distribuire ai territori siciliani più penalizzati quella boccata di ossigeno infrastrutturale a breve termine per  incentivare e sviluppare il tessuto economico, sociale e turistico di quei territori. Sono convinto che un’attenta programmazione del Dipartimento Infrastrutture, Mobilità e Trasporti ed un intervento forte dei nostri politici a Roma possa nell’immediato futuro dare un asset diverso alle infrastrutture siciliane.
Giosuè Malaponti – Presidente Comitato Pendolari Siciliani

mercoledì 10 settembre 2014

In Sicilia non serve l’alta velocità ma ammodernare e potenziare le infrastrutture esistenti

Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) (si allega foto) e decreto Sblocca Italia i provvedimenti che dovrebbero cambiare il volto all’infrastruttura ferroviaria siciliana. L’unica priorità infrastrutturale in Sicilia è diventata la Catania-Palermo. Come se il solo raddoppio della Catania-Palermo risolverebbe tutti  le “sfortune” infrastrutturali della Sicilia. In questi anni l’accenno alla linea ferroviaria Catania-Palermo era sinonimo di “tempi biblici per i lunghi tempi di percorrenza”. Inchieste sul trasporto ferroviario siciliano realizzate da La Repubblica, Corriere della Sera, Rai Uno ed altre hanno evidenziato l’enorme gap infrastrutturale e dei collegamenti ferroviari tra le principali Città siciliane quali Trapani, Ragusa, Modica, Agrigento con tempi veramente biblici dovuti a molte (strane) coincidenze tra treni ed ai pochissimi treni dedicati. Siamo convinti che l’enorme investimento fatto sulla Catania-Palermo non servirà a migliorare le condizioni di trasporto delle altre Città.
Non si possono spendere 5,3 miliardi, ne mancano ancora tre (sempre se sarà questa la cifra definitiva a opera finita e quali saranno i tempi certi e definitivi per la realizzazione) solo per una volontà politica che certamente sa, ma fa finta di non sapere delle reali condizioni della rete ferroviaria siciliana. Infatti, nelle varie dichiarazioni non ci sembra di aver letto della Alcamo-Trapani via Milo chiusa da un anno e mezzo; non abbiamo letto della Caltagirone-Gela chiusa da oltre tre anni dal crollo del ponte; non abbiamo letto dei collegamenti ferroviari con l’aeroporto di Catania e di Trapani; non abbiamo letto della messa in esercizio a regime della Metro-ferrovia Giampilieri-Messina; non abbiamo letto della Metro-ferrovia di Ragusa progettata e mai fatta finanziare;  non abbiamo letto della velocizzazione della Catania-
Siracusa iscritta in quasi tutti i contratti di programma con date e cifre; non abbiamo notizie dei 1970 milioni di euro previsti per il raddoppio della Fiumefreddo-Giampileri (vedi foto) con delibera Cipe 62/2005. Però occorre cavalcare a tutti i costi i tempi biblici della Catania-Palermo, quando, invece, ad onor del vero sulla Catania-Palermo insiste nel Contratto di Programma 2007-2011 - Opere in Corso - Tabella A03-Sviluppo Infrastrutturale Rete Convenzionale - Modifiche anno 2009 - Codice Intervento NAD04: Interventi di potenziamento infrastrutturale per adeguamento al nuovo modello di esercizio della Regione Sicilia, prioritariamente per la velocizzazione dell’itinerario Palermo-Catania per un importo di 30 milioni (si allega foto). Quando invece l’imponente finanziamento dello Sblocca Italia poteva essere distribuito per ammodernare, velocizzare e realizzare un sistema più leggero e veloce in tempi più brevi collegando molte più città che ad oggi sono quasi del tutto isolate per scelte o disattenzioni non condivisibili. Ribadiamo che non ci serve l’alta velocità nelle tratte siciliane per ovvi motivi, uno dei tanti, i tempi lunghissimi di realizzazione. Ai siciliani basterebbe solo ed esclusivamente “la velocità”.
Giosuè Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani

Raddoppio: Ferrovie libere di decidere

Il decreto «Sblocca Italia» non è ancora stato varato, ma già divide l'opinione pubblica tra chi vi ripone enormi aspettative per la ripresa dell'economia, perché velocizza le procedure fino ad azzerarle, e chi, per lo stesso motivo, ne è terrorizzato temendo un'irreparabile e definitiva devastazione del territorio.
In Sicilia la reazione è ancora più articolata perché la Regione vi riponeva grandi speranze per il riavvio di cantieri e la prosecuzione veloce di infrattrutture che arrancano e, invece, deve prendere atto che il Governo Renzi per la nostra terra ha inserito nel provvedimento poche opere già programmate e iniziate, in particolare la direttrice ferroviaria Palermo-Catania-Messina.
Un'opera che ci interessa da vicino e che, prevedendo il raddoppio della ferrovia proprio attraverso il centro di Catania, ha provocato una reazione ferma e indignata della popolazione e delle Giunte Stancanelli e Bianco. Rete Ferrovie italiane aveva previsto che il secondo binario si sarebbe dovuto affiancare a quello esistente e dunque che, arrivato alla stazione (interrata a nove metri sotto l'attuale livello), sarebbe dovuto risalire con un'enorme rampa in cemento fino agli Archi della Marina per poi interrarsi progressivamente all'altezza di piazza dell'Indirizzo, facendo saltare l'ostello, e procedere fino a piazza Federico di Svevia intercettando, e! devastando, un altro tratto delle mura di Carlo V, i resti archeologici della zona e molti palazzi settecenteschi e ottocenteschi. Un progetto contro il quale la città, per una volta unita, si è ribellata chiedendo che Rete ferrovie italiane attui il percorso alternativo proposto dall'ufficio del piano regolatore. Progetto che prevede che il doppio binario corra in tunnel dalla stazione fino al porto, passando sott'acqua davanti alla capitaneria, per poi proseguire fino ad Acquicella bucando le lave di San Cristoforo. Progetto sostenuto e caldeggiato dall'amministrazione comunale.
Ora proprio questo è il problema. Il decreto «Sblocca Italia» - che non a caso, finora, ha il parere contrario del Ministero dei Beni culturali - prevede, all'articolo 1, che l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato abbia l'ultima parola sui progetti decidendo se accogliere o respingere i pareri contrari delle altre amministrazioni interessate. Questo significa che neppure le sovrintendenze potranno respingere un progetto che ritengono incompatibile con la tutela del territorio e che, in caso di ritrovamenti archeologici non preventivati, non potranno più imporre alle imprese il modo di tutelare e valorizzare le nuove scoperte. Non solo. Se non daranno la loro autorizzazione paesaggistica ad un progetto entro due mesi - ed è difficile con gli attuali organici sguarniti - varrà il principio del silenzio-assenso. E via liberalizzando, incluso l'azzeramento delle autorizzazioni per i pali delle reti a banda larga, per le torri eoliche e gli impianti fotovoltaici e a biomasse. Insomma un decreto ad alto rischio.
Ma il sindaco Bianco, per quanto riguarda il raddoppio ferroviario, tranquillizza la città. «Il progetto su cui c'è l'accordo della Regione è quello alternativo che prevede l'interramento lungo la costa. Quello originario delle Ferrovie è stato rigettato nella conferenza dei servizi che si è tenuta a Catania e poi nella riunione del Cis (il comitato interministeriale che ha il compito di valutare i pro! getti). Da ultimo, la settimana scorsa, anche l'assessore regionale alle Infrastrutture Nico Torrisi, in conferenza dei servizi, ha preso atto che c'è un unico percorso condiviso: quello alternativo allo sventramento del centro di città su cui concordano la Regione, il ministero dello Sviluppo economico, il Comune di Catania, per la parte che gli compete, e anche Rete ferrovie italiane che prima aveva un atteggiamento riluttante». E conclude. «Io sono tranquillo, ma, comunque, è bene stare attenti. Il coltello lo metto tra i denti».
Pinella Leocata
La Sicilia - Lunedì 08 Settembre 2014 Catania(Cronaca)Pagina 12 

giovedì 4 settembre 2014

Trasporto ferroviario, Nico Torrisi: "Sigleremo l'accordo di Programma"

L'esponente del governo dell'isola assicura che per la firma dell'intesa manca il si del ministero dell'Economia e delle Finanze.
Prendiamo atto delle dichiarazioni dell’assessore Torrisi nel voler mettere mano, una volta per tutte, alla razionalizzazione del trasporto pubblico siciliano  ma, per fare questo occorre realizzare un nuovo Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità e per quanto riguarda il settore del trasporto ferroviario, deve prima di tutto chiudere sottoscrivendo l’Accordo di Programma per il trasporto ferroviario regionale con il Mit ed il Mef e subito dopo realizzare il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario. Accordo di Programma e Contratto di servizio che la Regione Sicilia non ha ancora sottoscritto e realizzato, tenuto conto che dal settembre 2009, siamo rimasti l’unica regione a non aver ancora questi strumenti e le indispensabili risorse finanziarie.                                                   


martedì 2 settembre 2014

Le ferrovie in Sicilia: dopo la denuncia dei Pendolari

Catania. È il quarto assessore regionale ai Trasporti che lo dice: «Sta per essere firmato il Contratto di programma con Trenitalia». Ma stavolta Nico Torrisi ha le carte in regola. E soprattutto la coscienza a posto: «I nostri uffici hanno predisposto tutto al meglio, già è arrivato il via libera dal ministero delle Infrastrutture e aspettiamo soltanto la risposta di quello dell'Economia, che domani mattina (oggi per chi legge, ndr) il dirigente generale del Dipartimento solleciterà con una nota urgente a Roma».
La Regione risponde così all'ennesimo grido d'allarme lanciato ieri sul nostro giornale dal coordinatore del Comitato regionale pendolari, Giosuè Malaponti, in un impietoso report sulle condizioni del trasporto ferroviario all'indomani dello "Sblocca Italia" che promette di aprire presto i cantieri per il potenziamento della linea Palermo-Catania-Messina.

lunedì 1 settembre 2014

La Sicilia viaggia su treni da terzo mondo

Il Comitato pendolari:"no a opere faraoniche, si punti sul trasporto locale".
Finalmente c’è qualcuno non di casa nostra pronto ad evidenziare le condizioni drammatiche in cui versa il trasporto pubblico in Sicilia.
Prendiamo atto delle dichiarazioni dell’assessore Torrisi nel voler mettere mano, una volta per tutte, alla razionalizzazione del trasporto pubblico siciliano  ma, per fare questo occorre realizzare un nuovo Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità e per quanto riguarda il settore del trasporto ferroviario, deve prima di tutto chiudere sottoscrivendo l’Accordo di Programma per il trasporto ferroviario regionale con il Mit ed il Mef e subito dopo realizzare il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario. Accordo di Programma e Contratto di servizio che la Regione Sicilia non ha ancora sottoscritto e realizzato, tenuto conto che dal settembre 2009, siamo rimasti l’unica regione a non aver ancora questi strumenti e le indispensabili risorse finanziarie.

mercoledì 27 agosto 2014

Ferrovie, da vent'anni aspettiamo il collegamento con l'aeroporto

Catania. Alta velocità e infrastrutture negli aeroporti, Fontanarossa…resta in attesa
E’ stato firmato ieri a Rimini, durante il Meeting di Comunione e Liberazione, l’accordo tra il ministro delle infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi e l'A.d. del gruppo FSI Michele Mario Elia " per collegare gli aeroporti di Malpensa, Fiumicino e Venezia alla rete A/V e A/C e “rafforzare la dotazione di infrastrutture ferroviarie legate agli aeroporti". 
Negli ultimi anni sono stati approntati dal Governo diversi interventi per il Mezzogiorno quali: il Piano per il Sud, il Decreto del Fare e per ultimo lo Sblocca Italia.
Per quanto riguarda la regione Sicilia, nello “sblocca Italia” è stata inserita solamente l’opera ferroviaria “Messina-Catania-Palermo” per un importo finanziato di 5,25 miliardi. Non riteniamo necessario l’investimento di tale cifra per l’opera faraonica della Palermo-Catania tagliando fuori le altre sette Città. Quando invece lo stesso importo potrebbe essere spalmato sulle relazioni ferroviarie più importanti per ammodernare e velocizzare l’esistente. Da oltre vent’anni si parla di collegamento ferroviario della Messina-Catania-Siracusa con l’aeroporto di Catania, ma nello “sblocca Italia” quest’opera non viene inclusa, mentre vengono finanziate le infrastrutture per l’aeroporto di Fiumicino, di Malpensa, di Venezia, di Genova e di Firenze per un totale di 3,650 miliardi.
Secondo noi va rivisto sia lo “Sblocca Italia” che il Contratto Istituzionale di Sviluppo siglato il 28 febbraio del 2013 tra il ministero della coesione e la regione Sicilia.