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domenica 19 ottobre 2014

Pochi treni e troppo lenti in una Sicilia desertificata

Treni insufficienti, la desertificazione delle zone centrali e sud orientali, le sovrapposizioni bus-treno, l'insufficienza del parco rotabile, le soppressioni giornaliere, i tempi lunghi di percorrenza: questa l'istantanea del trasporto ferroviario in Sicilia illustrato ieri dalla Fit Cisl nel corso dell'incontro che si è tenuto ieri a Palermo, alla presenza di rappresentanti di Regione e Trenitalia.

lunedì 11 novembre 2013

La tanto attesa “Metroferrovia” di Messina e gli enormi disservizi e disagi per i pendolari. (lettera aperta al Sindaco di Messina e alle Istituzioni Regionali)

Egregio signor Sindaco,
ci sembra doveroso sottoporLe le problematiche che ormai da mesi vanno avanti sotto il profilo della puntualità dei treni del mattino in arrivo a Messina. Ci teniamo a fare presente che non è più sopportabile il disagio che giornalmente procura la prima delle quattro corse giornaliere della Metroferrovia di Giampilieri, e precisamente quella delle ore 06.55, ai treni stracolmi di pendolari in arrivo a Messina. Quasi tutti i giorni i treni del mattino in arrivo a Messina accumulano dai 10 ai 20 minuti di ritardo ed in molti casi creano ancora più disagi a chi deve proseguire per raggiungere Reggio Calabria, diventando un continuo calvario. Si rende necessario un Suo autorevole intervento, presso il Dipartimento Infrastrutture e Mobilità della Regione Siciliana e nei confronti del gestore del servizio Trenitalia, per modificare e/o rimodulare l'orario di partenza da Giampilieri del treno 12892 (ore 06.55) e concordare con il Dipartimento Regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità le soluzioni per far ripartire con un’oculata programmazione la tanto attesa "Metroferrovia" che, dopo una partenza sfavillante, è stata messa a regime ridotto con solo quattro treni nell’arco della giornata. La riduzione delle corse sta penalizzando molto la mobilità dei cittadini ricadenti nel territorio tra Giampilieri e la Città. Visti gli investimenti per la tale realizzazione oggi è necessario, con le dovute risorse, farla ripartire a pieno regime assicurando ai suoi concittadini e a chi giunge a Messina, una mobilità eco-sostenibile. Certi in un Suo autorevole intervento, presso il Governo Regionale e la Direzione Sicilia di Trenitalia, per la soluzione ai problemi, giornalieri, di migliaia di pendolari, per regolarizzare il servizio metroferroviario e per dare seguito a quanto manifestato nel suo programma elettorale.  
Lettera indirizzata a: Al Sig. Sindaco del Comune di Messina Dott. Renato Accorinti - Al Presidente del Consiglio Comunale di Messina Dott.ssa Emilia Barrile - All’Assessore Regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Avv. Antonino Bartolotta - Al Dipartimento alle Infrastrutture e alla Mobilità Dirigente Generale Dott. Giovanni Arnone - Al Dirigente del Servizio IV°Trasporto Ferroviario Dott. Diego Greco - Alla Direzione Regionale Trenitalia Sicilia Ing. Francesco Costantino - Al Responsabile dell’Ufficio Relazioni Clientela di Trenitalia Dott.ssa Loredana De Michele - Alla Direzione Regionale di Rete Ferroviaria Sicilia Dott. Andrea Cucinotta
Messina 11 novembre 2013
Giosuè Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani

sabato 19 ottobre 2013

Targia, Priolo e Augusta chiudono. Anzi, diventano stazioni fantasma

Ferrovia, un altro taglio, un altro passo indietro. Chiudono le stazioni di Targia, Priolo e Augusta. Anzi no. Diventano stazioni fantasma. Scompare il personale addetto alla circolazione dei treni: niente più capistazione, niente più nessuno.
Di stazioni "normali", sulla tratta Siracusa-Catania, rimane soltanto Lentini. Ma tutti si aspettano il ! prossimo taglio anche lì.
Su tutto aleggia il fantasma dell'ormai famoso contratto di servizio con le Ferrovie dello Stato che la Regione siciliana, unica in Italia, non ha ancora firmato.
Ancora una volta quindi si conferma che la madre di tutti i guai della Sicilia è la Regione. E, con essa, la politica che la gestisce. Lanciano l'allarme Cgil e Cisl, in persona rispettivamente del segretario provinciale responsabile del settore industria Siracusa, Roberto Alosi, e del segretario generale di Siracusa e Ragusa Paolo Sanzaro.
Cerca di spegnere l'allarme l'ufficio stampa regionale di Trenitalia, richiesto per la verifica della notizia. E dà rassicurazioni che peraltro hanno l'amaro sapore della conferma. «La tecnologia avanza - afferma Renato Granato dell'ufficio stampa regionale di Trenitalia - e l'azienda non può non tenerne conto. Deve ammodernare l'organizzazione, introdurre le nuove tecnologie, adeguare il personale, guardare avanti.
«Il personale in esubero - assicura Renato Granato dell'ufficio stampa regionale d! i Trenitalia - però non verrà licenziato né collocato in cassa interazione. Sarà riprofessionalizzato e trasferito ad altri compiti o in altri luoghi di lavoro». Di esuberi la Cgil ne calcola 15. Ma se ne temono di più. E, naturalmente, il turn over rimane bloccato.
Qui però non si capisce ancora che fine faranno platea di lavaggio treni e fossa di manutenzione dello scalo merci Pantanelli. Politica e Regione tacciono.
Non si sa nemmeno che fine faranno le biglietterie di queste stazioni fantasma. «Sarà deciso a seconda del numero di viaggiatori e delle tecnologie utilizzabili caso per caso» è ancora la risposta di Renato Granato. Risposta dal tono leggero, "felpato".
Si ripeterà l'amara esperienza di Avola, dove l'ex stazione ferroviaria, chiusa da anni, è diventata covo di drogati e varia criminalità. L'ex sindaco Giansiracusa avrebbe voluto acquistarla per realizzarvi il comando della polizia municipale, con il relativo parco macchine, e una ministazione bus. Ma il prezzo richiesto da FS fu talmente alto da scoraggiare il Comune.
La tecnologia avanza, bisogna ammodernare tutto afferma l'ufficio stampa di Trenitalia. Ma non si ammodernano i tracciati delle tratte. La Siracusa-Catania attraversa ancora il polo petrolchimico. Ma per questo né Trenitalia né Rfi (Rete ferroviaria italiana) fanno alcunchè.
Anni fa per la Siracusa-Catania si era ripiegato su un progetto di gran lunga più modesto, denominato di "velocizzazione": in pratica l'eliminazione di qualche curva e di qualche tronco più o meno impervio sul tracciato esistente; nulla di più. Ma non se n'è fatto nulla.
Sempre anni fa l'allora sottosegretario Nicola Bono e il direttore generale delle Ferrovie del tempo presentarono, in gran pompa a Noto, un altro progetto preliminare per l'ammodernamento della Siracusa-Ragusa, una tratta rimasta ancora al tempo dei Borboni: binario unico, tracciato tortuoso, carico di passaggi a livello (a volte risultati mortali), senza elettrificazione con i collegamenti affidati a elettromotrici e locomotori diesel.
Conseguenza di tutto ciò: la gente abbandona la ferrovia, la movimentazione di persone e merci rimane affidata al trasporto gommato, aumentano costi, inquinamento, rischi. Conseguenza della conseguenza: per la perdita di passeggeri e merci, Trenitalia considera queste tratte "rami secchi". E taglia.
Non sarebbe così se ci fosse il contratto di servizio Ferrovie-Regione, nel quale si stabilisce chi fa cosa, chi investe cosa. Non sarebbe così se ci fosse una politica attenta ai problemi del territorio, della gente.
Il caso emblematico di questo abbandono della questione ferroviaria da parte della politica è citato da Bruno Maltese, presidente del Centro studi Don Sturzo: «Nessuno dei candidati a sindaco nelle ultime elezioni - rileva Maltese - ha inserito nel proprio programma la voce Ferrovia». E aggiunge ironicamente: «Archimede disse ai siracusani: datemi un punto di appoggio e vi solleverò il mondo; e i siracusani corsero a togliergli il punto di appoggio. Forse anche quei siracusani erano dei politici di allora».
Incalza Roberto Alosi della Cgil: «In questa provincia paghiamo amaramente l'assenza della politica dai problemi del territorio. Qui ogni politico pensa soltanto a tessere le proprie trame per assicurarsi un qualche posto di potere». In pratica tutto si riduce a quel che diceva Trilussa: "Tutto si riduce a parer mio levati tu che mi ci metto io".
salvatore maiorca
La Sicilia - Sabato 19 Ottobre 2013 - Siracusa Pagina 30

lunedì 24 agosto 2009

Treni in Sicilia, con l'innovazione arrivano i ritardi

Con l’innovazione arrivano i ritardi. La modernizzazione di alcuni tratti (il 12% a doppio binario su 1378 km.) delle ferrovie in Sicilia, avrebbe dovuto accorciare i tempi di percorrenza nelle due dorsali Jonica e Tirrenica di almeno un 20%, ma ciò negli anni non è avvenuto, anzi, ad ogni cambio di orari si è avuto un netto e sensibile aumento dei tempi di percorrenza. Facendo, in questo caso, riferimento alla relazione Messina-Catania-Siracusa, nonostante il completamento di alcuni tratti di doppio binario, la sostituzione delle vecchie traversine di legno con quelle di cemento, la sostituzione dei binari, l'arrivo in Sicilia dei nuovi locomotori E 464, dei treni Minuetto (cofinanziati con 50 milioni di euro dalla Regione Siciliana) e con la continua innovazione tecnologica della rete di questi ultimi anni, non è stata minimamente migliorata la percorrenza di molti treni, addirittura è stata ulteriormente allungata. E’ possibile verificare questo continuo allungamento dei tempi di percorrenza, attraverso i raffronti con i vecchi orari ufficiali di Trenitalia, degli ultimi 10/15 anni. Abbiamo voluto effettuare una ricognizione sugli orari ufficiali di Trenitalia dal 1996 al 2009, prendendo in considerazione due treni regionali diretti, un regionale locale e il treno espresso Freccia del Sud, questi sono i risultati:
Tempi di percorrenza sulla relazione Messina-Catania-Siracusa km. 182 - Tipo del treno - relativi agli anni 1996 - 2006 - 2008 - 2009 -
Reg.le Diretto 3834 90 min. 100 min. 97 min. 117 min.Reg.le Diretto 3890 185 min. 180 min. 180 min.186 min.Reg.le Locale 12800 115 min. 110 min. 112 min.125 min.E "Freccia del Sud" 175 min. 165 min. 180 min.178 min.
I risultati sono alquanto evidenti ed in molti casi la situazione è anche più drammatica in quanto, a questi allungamenti si sommano i continui ritardi che molte delle volte, vista la troppa elasticità della traccia oraria, diventano anticipi azzerando così i ritardi. Da una nostra veloce analisi effettuata, abbiamo calcolato che è possibile ridurre i tempi di percorrenza almeno di un 10-15%, ovvero di 8/15 minuti per ogni ora di percorrenza. La tendenza agli allungamenti di percorrenza prosegue in realtà da anni, e c'è chi la attribuisce alla volontà di Trenitalia di minimizzare, in presenza di treni Intercity e/o Espressi spesso in ritardo, i rischi di penali per i ritardi da pagare ai viaggiatori. Allungamenti che si manifestano in tutta la loro drammaticità con i vari cambi di orario e fanno seguito a scelte strane e sconsiderate sul trasporto pubblico ferroviario siciliano, andando a penalizzare persino i treni diretti e, per di più un treno viene considerato “puntuale” pur avendo un ritardo compreso tra i 5 minuti. Si da molto spesso la precedenza, sulle spalle di centinaia di migliaia di pendolari, che costituiscono la stragrande maggioranza dei viaggiatori giornalieri, a treni Intercity, Espressi, e persino ai treni merci. Tutto ciò è inconcepibile e dimostra ancora una volta l'assoluta mancanza di attenzione, verso il mondo del pendolarismo, della dirigenza di Trenitalia e di Rete Ferroviaria Italiana, di fare funzionare decentemente il servizio pubblico, compito cui le due aziende pubbliche hanno nei confronti dello Stato e dei cittadini-utenti. Per i pendolari siciliani viaggiare è sempre più un'odissea, sui treni ormai si bivacca visti i lunghi tempi di attesa nelle varie fermate (3/8 minuti di attesa), incroci calcolati senza un senso logico, coincidenze con altri treni non previste, comporti mancati e, guarda caso viene annunciata da Trenitalia, che la puntualità dei treni è in netto miglioramento, cioè che le cose vanno meglio. Per quanto riguarda il contratto di servizio, sarebbe ora di smetterla con questo rimpiattino di responsabilità tra la Regione, il Governo e le Ferrovie dello Stato, alla fine indipendentemente dai soldi destinati al servizio regionale, il trasporto viene effettuato sempre e solo da Trenitalia. Continueremo come sempre con ogni mezzo legale nella nostra battaglia per una mobilità sostenibile che veda uscire finalmente la Sicilia da questa gogna di arretratezza in cui la totale assenza di un’attenta programmazione politica regionale in materia di trasporti e di infrastrutture, l’ha relegata.
Giosuè MalapontiCoordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI