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giovedì 16 maggio 2013

Un sit-in per abbattere il muro del silenzio - «Riaprire la ferrovia Caltagirone-Niscemi»

Infrastrutture dimenticate.
Maggio 2011 - maggio 2013: a distanza di due anni dal cedimento delle campate di un ponte sulla tratta ferroviaria Caltagirone-Niscemi-Gela, è stato effettuato ieri un sit in di protesta, per indurre gli enti di competenza a dare almeno risposta, circa l'eventuale ricostruzione o meno, dell'infrastruttura.
A tentare di sfondare il muro di silenzio, impietosamente caduto sul destino della linea ferroviaria in discussione, sono state le associazioni Legambiente Sicilia, Comitato pendolari siciliani, Italia nostra e l'Associazione ferroviaria siciliana.
L'occasione è servita a riaccendere i riflettori su una questione che rischia di passare nel dimenticatoio. Il dato di fatto è che, a distanza di due anni, oltre all'interruzione ferroviaria, è rimasta chiusa al transito anche la Sp 39/I, Caltagirone-Niscemi. Collegamenti, dunque, ancora interrotti, con lo spettro dell'isolamento "reciproco" delle due comunità, tradizionalmente legate da fitti rapporti. Circostanze queste che hanno determinato un incremento dei flussi di traffico, sia pesante, sia passeggeri, sulla Ss 417, Catania-Gela e, nei collegamenti con Niscemi, lungo la Sp 62, Caltagirone-Santo Pietro.
«Il motivo di questo sit in - ha esordito il responsabile del Comitato pendolari siciliani, Giosuè Malaponti - è quello di indurre le Amministrazioni di Caltagirone, Niscemi e Gela, a fare fronte comune nei confronti della Regione, affinché si chieda, ai responsabili di Trenitalia, quali realmente siano i tempi per la ripresa del traffico ferroviario».
Il viadotto, come si ricorda, si sbriciolò come un ponte di cioccolata fra l'ottavo e il decimo pilone e, 38 giorni più tardi, fece addirittura registrare un ulteriore smottamento. «Purtroppo - dice Liliana Gissara, consigliere nazionale di Italia nostra - i treni in Sicilia sono una chimera quando, invece, dovrebbero essere l'unico mezzo di mobilità alternativa e sostenibile. Italia nostra aprirà un dialogo con il ministero dei Trasporti e Trenitalia, per conoscere il futuro di questa tratta».
Al sit in è intervenuto anche l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Giuseppe Marranzano: «Non possiamo continuare - dice - a rimanere isolati. Assistiamo all'interesse per le grandi opere, ma ci si dimentica delle infrastrutture primarie».
Conclude il presidente di Legambiente Caltagirone, Sebastiano Russo: «A breve distanza da qui - dice Russo - nonostante la sospensione, proseguono giorno e notte i lavori di costruzione del Muos. Qui, invece, protestiamo invano per la ripresa dei lavori di un'infrastruttura che potrebbe tornare utile alle città di Caltagirone, Niscemi e Gela. Questa tratta, se fosse funzionale, potrebbe collegare gli aeroporti di Catania e Comiso».
GIANFRANCO POLIZZI - La Sicilia
- Lunedì 13 Maggio 2013 Catania (Provincia) Pagina 38