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sabato 9 marzo 2013

Le Risorse del contratto di servizio per scongiurare i tagli al trasporto ferroviario in Sicilia

Non ci tranquillizza il dato che i tagli paventati da Trenitalia a partire dal 10 marzo sono rientrati. Poche o inesistenti sono state le prese di posizione della politica regionale a salvaguardia ed a garanzia del trasporto ferroviario. Sembra che il Contratto di servizio per il trasporto ferroviario, che assicurerà la mobilità su ferro in Sicilia, non interessi alla politica siciliana. Forse perché non porta consensi? Occorreva mettere alle strette il governo nazionale uscente, così come è avvenuto per il CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo), affinché sottoscrivesse l’ultimo atto di responsabilità nei confronti della nostra regione, firmando il passaggio delle risorse finanziarie che aspettiamo dal 2009 e che da 130, 120, 111 oggi sono giunti a 101 milioni di euro ma non bastano, per chiudere definitivamente il capitolo Contratto di servizio per il trasporto ferroviario. Di certo chi, dovrebbe fare di tutto per garantire la mobilità ai siciliani, afferma che è complicato chiudere il Contratto di servizio e che non possiamo avere tutto e subito.
Giosuè Malaponti - Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

martedì 31 gennaio 2012

La Sicilia fino al 2030 tagliata fuori dai finanziamenti europei. Grazie classe politica!

Le notizie preoccupanti che ci fornisce Andrea Lodato nel suo servizio, ricco di particolari per completezza e, purtroppo, chiarezza, sul destino della Sicilia, a proposito dei programmi d’investimento in Europa, in fase di elaborazione per i prossimi decenni, impegnando le disponibilità finanziarie comunitarie a favore di alcune infrastrutture (porti, aeroporti, interporti, ferrovie, strade, autostrade), ci confermano che per il sud d’Italia e, in particolare, per la Sicilia, non c’è assolutamente nulla.
In prospettiva, entro il 2030, dovrebbero essere disponibili 1600 miliardi, da investire 500 nel 2020. E’ questa la conferma, senza entrare nei dettagli tecnici, egregiamente analizzati da Lodato sul quotidiano “La Sicilia” di oggi, del fallimento della classe politica meridionale, sempre pronta a fare del nostro sottosviluppo economico, culturale, retorica del “vittimismo” storico contro Roma, Regioni del Nord ma incapace di programmare, progettare il futuro dei propri figli ripudiando la scelta filosofica autolesionista della rassegnata inerzia, causa di tutti i mali sociali che stanno soffrendo e patiranno le generazioni presenti e future. Non intendiamo fare accuse specifiche a chi ieri oppure oggi governa l’Isola.
Nel tempo tutti a giro hanno avuto in mano le redini del potere in Sicilia, (destra, sinistra, centro, direttamente o con forme di consociazionismo), nessuno può tirarsi fuori da questa vergogna, neppure noi siciliani che questi uomini abbiamo scelto a rappresentarci nelle Istituzioni. La Sicilia non ha neppure uno straccio di progetto per rivendicare di essere inserita in quelli futuri già avviati dalla CE. La conseguenza è che si è messa la pietra tombale sul potenziamento ad alta velocità della rete ferroviaria che si fermerà a Battipaglia. “In Sicilia - scrive Lodato – restiamo a zero, in pratica nelle ferrovie (anzi retrocediamo), non partono i finanziamenti per potenziare i porti, da quello di Augusta a quello di Pozzallo.
Si continua a fare confusione, persino, sulle classifiche degli aeroporti. Basti pensare che in Sicilia è stato catalogato come Core quello di Palermo Punta Raisi e non Catania”. Perche? A tale proposito spiega il deputato Europeo Giovanni La via: “ L’ho chiesto con grande stupore, visto il traffico aereo straordinario di Fontanarossa e i suoi sei milioni di passeggeri, al commissario, Correa, che mi ha risposto che Palermo ha un milione di abitanti, quindi la scelta su Punta Raisi “. Terminando, siamo d’accordo con il Prof. Francesco Russo,docente di ingegneria dei trasporti e della logistica, all’Università di Reggio Calabria, intervistato da Lodato, che afferma: “Il problema che si pone è non solo nelle difficoltà dell’oggi, di cui la rivolta dei forconi rappresenta solo una delle punte dell’iceberg, il problema è nella prospettiva. Sarebbe interessante sapere quali assicurazioni siano state date ai Governatori della Calabria e della Sicilia. Sarebbe, anche, interessante vedere quali proposte hanno fatto i deputati europei di tutte le estrazioni politiche per le due Regioni.
Per la Calabria e la Sicilia non c’è proprio niente all’orizzonte. Nell’Europa che si sta disegnando Calabria e Sicilia, saranno a bassa velocità? Potranno inoltrare per ferrovia i container? E quando progetteremo per chiedere opere con forza e dati di fatto all’Europa?” L’ultimo interrogativo che l’illustre docente si pone e noi con lui, ci fa pensare e dire che bisognerà aspettare le generazioni future perché, forse, se il processo dell’Unione politica Europea andrà avanti, potrà avere una risposta! A.Can.
Fonte: CataniaOmnia.it

sabato 26 novembre 2011

A TUTTI I PENDOLARI (Nota del Comitato Nazioanle Pendolari)

Tutti noi pendolari viviamo sulla pelle il disagio causato dall'obsolescenza del materiale rotabile, o dalla sua mancanza, e dal mancato adeguamento tecnologico della rete ferroviaria "Lenta".

Molti sono i piani fatti per adeguare il materiale rotabile per pendolari e servizi locali, come il famoso piano dei 1000 treni, bloccato da Tremonti lo scorso anno, o quello, più modesto, per l'acquisto di 80 treni da parte di Trenitalia, anche questo rimasto senza fondi.

D'altra parte, le risorse previste dal "Decreto sviluppo" (i famosi 425 milioni di euro) del 2008, l'anno scorso sono state dirottate in conto esercizio per consentire il funzionamento dei trasporti pubblici.

Pochi sanno che in Italia sono presenti numerose realtà industriali, anche se ormai di proprietà estera, che hanno un elevato livello qualitativo e tecnologico, un patrimonio che rischiamo di perdere.

I lavoratori del settore, che pure ha una notevole valenza tecnologica, rischiano di restare senza posto di lavoro, in un momento in cui, come viviamo sulla pelle ogni giorno, non è facile trovare lavoro.

Una riprova di come i tagli "lineari", attuati senza prospettive di superamento della crisi e senza eliminare il parassitismo burocratico (che invece sta facendo affondare alcune aziende ferroviarie), finiscano per provocare essi stessi una crisi ancora maggiore. Anche certe scelte, come l'utilizzo dei fondi per il rinnovo del materiale rotabile, sono assai discutibili.

Per converso, molte opere inutili o, quantomeno, non necessarie in questo momento storico, vanno tranquillamente avanti approfondendo la voragine del debito improduttivo, in primis la TAV. Gli interventi di adeguamento degli impianti ferroviari sulle linee ferroviarie usate dai pendolari e percorsi da centinaia di treni al giorno languono per mancanza di fondi.

Le nostre ferrovie hanno bisogno di tecnologia e di intelligenza per poter vincere le molteplici sfide: la crisi, l'ambiente, la concorrenza dell'auto.

Propongo pertanto di solidarizzare pertanto con i lavoratori del settore della costruzione di materiale ferroviario, della sua manutenzione e delle tecnologie di gestione della circolazione ferroviaria.

Cordiali saluti

Comitato Nazionale Pendolari

martedì 22 novembre 2011

Tagli ai treni in Sicilia: Nessun intervento della politica a salvaguardia delle continue penalizzazioni della Sicilia

In questi ultimi mesi non si è fatto altro che parlare di tagli ai treni da e per il nord; tutti sono intervenuti, sindacati, associazioni dei consumatori, pendolari, utenti, ma nessun commento o presa di posizione è venuta fuori da parte della nostra politica siciliana.

Lo stesso problema lo hanno i calabresi, che a differenza nostra sono forse meno penalizzati, dato che non devono attraversare lo stretto per raggiungere il continente “Italia”.

Ritornando sui tagli: è già da diversi anni che Trenitalia li mette in atto ad ogni cambio orario (marzo-giugno-dicembre) ma i politici di casa nostra, vista l’eccellenza della nostra rete infrastrutturale (strade-ferrovie), non hanno dato importanza a questi continui tagli che il Gruppo Ferrovie dello Stato stava e sta attuando in maniera sconsiderata a danno di tutti i siciliani e con la complicità di chi ci rappresenta nelle sedi istituzionali palermitane e romane.

Alla politica interessano i lanci di stampa, pagine di quotidiani, fiumi di inchiostro e, spesso, a gran voce fanno sapere che si sta lavorando in questo o in quell’altro progetto, che si stanno per realizzare aeroporti, ferrovie, superstrade ma, di fatto, i siciliani ad oggi non hanno visto nulla del nuovo scenario infrastrutturale annunciato proprio dagli stessi politici. Insomma, tutto appare campato in aria, nulla di concreto o quasi arriva a prendere forma nella nostra Sicilia.

Nel frattempo che i fiumi di inchiostro e di parole scorrono, le risorse per le infrastrutture in Sicilia scompaiono. Così come è accaduto per i 1.970 milioni di euro per il raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri. Somma finanziata nel lontano 2005 per il completamento dell’asse ferroviario Messina-Catania, somma scomparsa da tutti i contratti di programma nel 2009. Ma questo alla politica non interessa, alla politica siciliana interessa, invece, cavalcare il nulla o meglio i tempi biblici della Catania-Palermo e del corridoio Berlino-Palermo che di certo non verranno mai realizzati e il ponte sullo Stretto che resterà di certo un’altra chimera.

Tornando alla realtà, ci aspetta un ulteriore regalo di Natale da parte di Trenitalia: con l’entrata in vigore del nuovo orario a dicembre cancellerà in Sicilia le cuccette e i vagoni letto nei treni da e per il nord e taglierà questo tipo di servizio anche in quei treni che di solito circolano a ridosso delle feste (Natale-Pasqua-Ferragosto). Con queste novità, a partire dal prossimo 12 dicembre 2011, Trenitalia introduce i suoi nuovi orari, i quali porterebbero ad una soppressione dei treni notturni che collegano la Sicilia, con le principali città del centro (Roma) e del nord (Milano e Torino).

Tra i treni che sparirebbero si trovano praticamente quasi tutti i servizi cuccette che partono dalla Sicilia e che, attraversando tutta l’Italia, arrivano alle città più importanti del Nord.

In particolare, le città di Palermo e Siracusa rimarranno quasi senza collegamenti diretti con le regioni settentrionali, mentre l’intera Sicilia non avrà più treni cuccette verso Torino, Milano e Venezia.

Per raggiungere queste città dal meridione sarà necessario raggiungere in un primo momento Roma Termini e, per proseguire il proprio viaggio, si dovrà necessariamente cambiare treno, magari prendendo un Frecciarossa, più veloce ma anche più costoso.

Ecco nel dettaglio gli eventuali treni che verranno tagliati:

• Exp 1926 Palermo Centrale (14,32) Milano Centrale (10,30);

• Exp 1927 Milano Centrale (20,15) Palermo Centrale (15,40);

• Exp 1943 Torino Porta Nuova (20,05) Palermo Centrale (17,40);

• Exp notte 1951 Roma Termini (20,00) Siracusa (7,00);

• Exp notte 1964 Siracusa (22,00) Roma Termini (9,00);

• Exp 1930 Palermo Centrale (15,32) Venezia S. Lucia (11,18);

• Exp 1931 Venezia S. Lucia (19,09) Palermo centrale (1410);

• IC 99061 periodico Roma Termini (12,39) Palermo centrale (23,59);

• IC 99062 periodico Palermo Centrale (12,00) Roma Termini (23,21).

Appare evidente che riguardo a queste decisioni ci aspettiamo decise e concrete prese di posizione da parte di tutta la classe politica siciliana, a cominciare dalla Giunta regionale, dai presidenti delle Provincie e dai sindaci, per far desistere il gruppo Ferrovie dello Stato da queste scelte che stanno cancellando definitivamente il diritto alla continuità territoriale, alla mobilità sostenibile e civile in una regione come la Sicilia.

Giosue Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

mercoledì 10 novembre 2010

Ferrovie: Nessun taglio ai treni in Sicilia

(AGENPARL) - Roma, 10 nov - "Niente tagli per i treni a lunga percorrenza in Sicilia. Allarme rientrato, dunque, per i collegamenti ferroviari tra la Sicilia e il Continente. I viaggiatori non saranno soggetti ad alcun disagio". Cosi il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Giuseppe Maria Reina al termine dell'incontro, da lui convocato d'intesa con il Ministro Matteoli, tra i vertici del Dicastero di Porta Pia e l'Amministratore Delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano. La riunione, che comunque era stata già programmata dalla fine della settimana scorsa, è nata in conseguenza ad una situazione resasi incandescente a seguito delle notizie apparsi sugli organi di informazione sui tagli che Rfi avrebbe effettuato nei prossimi mesi in Sicilia.
"Dopo un approfondito esame della situazione - spiega Reina - si è pervenuti ad una soluzione ragionevole. Le linee che avrebbero potuto subire delle soppressioni, saranno mantenute. Quindi niente taglio delle cosiddette "antenne" da Palermo, Agrigento e da Siracusa e nessuna soppressione dei treni relativi. La Sicilia- ha chiarito Reina - ha pieno diritto a credere e sperare in un futuro migliore per il trasporto ferroviario sul proprio territorio. La soluzione adottata naturalmente comporterà un'integrazione di risorse finanziarie di diversi milioni che saranno appositamente rinvenuti dal Ministero, prelevandoli da più voci, per sopperire alla situazione".

I Tagli alle ferrovie e le responsabilità della politica

Finalmente, a riflettori accesi sui tagli ferroviari, prende parola la politica regionale e nazionale, ed era proprio quello che avevamo chiesto con una nostra nota alle istituzioni. Ad onor del vero di smantellamento delle ferrovie siciliane si è iniziato a parlare dopo i vari assetti societari di Trenitalia nel 2000 e di Rete Ferroviaria Italiana nel 2001. Nel corso di questi ultimi dieci anni sono state chiuse tutte le piccole stazioni ed in seguito smantellati i servizi nelle stazioni di Messina, Catania, Siracusa etc. per centralizzare tutto su Palermo. Che questa sia stata una scelta aziendale nulla da obiettare; ma che piano piano le ferrovie ed il trasporto siciliano stiano scomparendo questo è davvero inaccettabile. Tutto ciò in questi dieci anni alla politica forse non è mai interessato. Oggi, sono convinto che le prese di posizioni di tutta la classe politica siciliana, forse non riusciranno a sovvertire le decisioni del gruppo Ferrovie dello Stato, ed ancora peggio i tagli finanziari che il Governo nazionale ha operato a danno del trasporto pubblico che la stessa classe politica siciliana ha votato in Parlamento. Se, da un lato questa assurda vicenda mi preoccupa, dall’altro, auspico invece che una volta tanto la politica siciliana, quella con la “P” maiuscola, riesca a far valere le proprie ragioni su un problema tanto importante per la Sicilia e i Siciliani, quale è il trasporto pubblico ferroviario, l'applicazione della continuità territoriale (ferroviaria,aerea,marittima) e il necessario completamento delle infrastrutture che da oltre 40 anni sono ancora incomplete. Non vorrei che, spenti i riflettori, tutto ripiombasse nell’assoluto silenzio e nel continuo abbandono di un lembo di terra che tutti ci invidiano e che in tutte le indagini statistiche nazionali ed europee risulta essere penalizzata per la mancanza di infrastrutture e di trasporti efficienti ed efficaci.

Giosuè Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

lunedì 8 marzo 2010

I Siciliani penalizzati dalla mancata continuità territoriale e dal nuovo “Ecopass”

In un momento in cui tutta la politica siciliana dovrebbe levare gli scudi nei confronti del Governo e delle Ferrovie dello Stato per le continue penalizzazioni in materia di tagli al trasporto ferroviario da e per la Sicilia e per le mancate infrastrutture ferroviarie, autostradali e viarie, succede che la stessa classe politica, invece, pensa a come penalizzare ancor di più i siciliani.

Non ritengo affatto giusta l’ordinanza del sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, in qualità di commissario per l’emergenza traffico, che introduce a partire dal mese di giugno il ticket “Ecopass”, da 1,50 euro a 18 euro, che dovrà essere aggiunto al prezzo dell’attraversamento dello Stretto, sia sulle navi di traghettamento privato che su quelle delle Ferrovie dello Stato.

Ritengo, infatti, che quest’ordinanza “gravi” ancor di più sui siciliani a fronte di un diritto alla continuità territoriale che in Sicilia non esiste e/o non è regolamentata al contrario di quanto avviene nella regione Sardegna. La continuità territoriale, nella regione Sardegna, consente ai propri cittadini, residenti e/o nati in Sardegna, di godere di tariffe scontate rispetto al normale costo del biglietto nelle rotte da e per l'isola nei trasporti aerei o marittimi.

Forse a questo ne la politica regionale ne il commissario per l’emergenza traffico di Messina ci hanno pensato? O è solo un modo per “fare cassa” sempre a danno dei Siciliani, che, ahimè sono costretti ad attraversare lo Stretto per raggiungere il continente “Italia”.

Giosuè Malaponti
Coordinatore - COMITATO PENDOLARI

mercoledì 30 dicembre 2009

IL SILENZIO DELLA REGIONE SUL CONTRATTO DI SERVIZIO

Il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario che in tutte le regioni italiane è stato sottoscritto, in Sicilia è ancora in via di definizione al Dipartimento Trasporti della regione. Il Contratto di Servizio prima della sua sottoscrizione, nelle altre regioni d’Italia, è stato discusso, pianificato e concordato con i Comitati dei Pendolari e le Associazioni dei Consumatori. Non possiamo dire la stessa cosa della Regione Siciliana. Il Contratto di Servizio in Sicilia, nonostante le molte richieste di audizione dei Comitati Pendolari Siciliani, non è stato ancora presentato, discusso, concordato e pianificato con gli stessi che sono i maggiori fruitori del servizio di trasporto ferroviario. Il Contratto di Servizio in Sicilia è Top Secret. Nelle altre regioni d’Italia vedi la Liguria, la Lombardia, gli assessori regionali ai trasporti sono scesi in piazza a protestare assieme ai pendolari per i disservizi di Trenitalia, ed hanno chiamato i pendolari ad intervenire sul Contratto di Servizio proposto da Trenitalia, prima della sua sottoscrizione. Gli assessori regionali hanno fatto tesoro dell’esperienza di chi da diversi anni ha scelto il mezzo pubblico “treno” per i propri spostamenti, ma tutto questo alla politica siciliana non interessa. In merito alla sottoscrizione del Contratto di Servizio, desideriamo fare presente che, occorre fare molta attenzione, in quanto sappiamo che Trenitalia farà sentire tutto il suo peso di monopolista, cercando di imporre a suo piacimento le regole che sarà chiamata a rispettare.

Nel nuovo tipo di Contratto di servizio che Trenitalia sta proponendo alle Regioni, il sistema di contabilità regolatoria (riferita al treno/km) è stato sostituito con il sistema a catalogo (riferito all’ora di servizio per tipologia di treno), questa novità implica un principio molto pericoloso, ossia che, più il treno “sta” sulla linea, più il servizio viene pagato dalla Regione, ben sapendo che negli anni i tempi di percorrenza (a parità di numero di fermate) sono stati sempre allungati, e, per di più un treno sarebbe considerato “puntuale” pur avendo un ritardo compreso tra i 5 minuti!!!!.

La durata prevista è di sei anni + sei al costo di 120 milioni di euro l’anno.

Il Contratto di Servizio deve riportare il focus della questione su quello che, dal nostro punto di vista, è il soggetto principale del servizio stesso, ossia “l’UTENTE”

Ecco alcune delle nostre proposte da inserire nel Contratto di Servizio:

1.Venga ripristinata la possibilità di acquistare il titolo di viaggio a bordo treno e senza pagare alcuna sanzione in caso di chiusura della biglietteria o dei guasti dei self service, e di chiusura dei punti vendita presenti in zona (es. orario notturno e festivo);

2.Le tariffe di biglietti ed abbonamenti restino fisse per la durata del contratto di servizio, e non si possano apportare modifiche, anche orarie, che abbiamo come effetto oneri maggiori per gli utenti;

3.Si preveda la possibilità per abbonati e utenti di poter prendere qualunque tipo di treno in caso di ritardo di oltre 15 minuti o di soppressione del proprio treno, senza nessun aggravio di spesa;

4.Si attui la pratica della corresponsione del “bonus” agli abbonati del trasporto regionale. Le risorse verranno ottenute dalle sanzioni elevate a Trenitalia dalla Regione in caso di disservizi (ritardi, soppressioni, climatizzazione, carenze igieniche e di manutenzione, ecc.);

5.Nel nuovo contratto di servizio vengano introdotti criteri e parametri che tengano finalmente conto del concetto di qualità del servizio in termine di efficienza ed efficacia, visto dal punto di vista dell’utente, che è quello che a noi e pensiamo anche alla all’Istituzione regione, interessa maggiormente.

Concludiamo facendo presente che, il cittadino-utente-siciliano, deve poter disporre di un sistema di trasporto che soddisfi le proprie aspettative ed esigenze, dato che la Sicilia ed i siciliani hanno veramente bisogno di un trasporto efficiente ed efficace e di condizioni di trasporto semplici e flessibili per la loro mobilità.

Giosuè Malaponti
Coordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI

domenica 8 novembre 2009

La strana esultanza della politica siciliana

Mentre alcune regioni d’Italia ottengono miliardi di euro dalle ultime deliberazioni Cipe per la realizzazioni di opere pubbliche di grande rilievo, la politica siciliana esulta per i pochi spiccioli che, in effetti, raggiungono la Sicilia.
Vediamo le differenze:
- al nord vengono assegnati 4.166 milioni di euro per un'autostrada che collegherà 5 province (Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Como, Varese), in Sicilia vengono assegnati 6 milioni di euro per il raddoppio di una strada nell'agrigentino;
- al nord vengono assegnati 130,5 milioni di euro per i lavori della Lecco-Bergamo, in Sicilia vengono assegnati 5 milioni di euro che riguarderanno i lavori di recupero dei manufatti industriali nell’ex area Montedison;
- al nord vengono assegnati 1.691 milioni di euro per la Metro di Milano e 500 milioni di euro per la realizzazione del terzo Valico dei Giovi sull’Appennino Ligure, in Sicilia vengono assegnati 3 milioni di euro ad Aragona per il completamento dei lavori di urbanizzazione sempre nell'agrigentino.
E’ talmente evidente la sperequazione che vi è nella ripartizione dei finanziamenti e nell’importanza degli investimenti stessi e sono due le cose che secondo me dovrebbero far riflettere i siciliani: la prima, che la politica regionale non abbia dei progetti di grande importanza al Cipe per migliorare quelle condizioni infrastrutturali di cui la Sicilia ha veramente bisogno, oltre al Ponte sullo Stretto; la seconda, che il solo Ponte sullo Stretto, ritenuta opera di primaria importanza per le sorti della Sicilia, possa eliminare l’enorme gap infrastrutturale del territorio siciliano.
Sono evidenti e sotto gli occhi di tutti le condizioni infrastrutturali della Sicilia (strade, autostrade, ferrovie etc.).
E’ evidente che alla Sicilia sono stati destinati pochi spiccioli a differenza delle risorse ben più consistenti assegnate al nord.
Non basta e non deve bastare alla politica siciliana, quella con la “P” maiuscola, la scusa che la popolazione siciliana è facilmente propensa ad accontentarsi, specialmente in un momento di profonda crisi, la crisi per noi siciliani è da almeno 40 anni che esiste e non è un problema di questi ultimi anni. La crisi infrastrutturale della Sicilia è prettamente un problema politico e la prova tangibile è sotto gli occhi di tutti, nessun collegamento veloce stradale né ferroviario tra le nove province siciliane, penso che ciò possa bastare a far riflettere i siciliani e tutta la classe politica siciliana.

Giosuè Malaponti
Coordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI