Visualizzazione post con etichetta matteoli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta matteoli. Mostra tutti i post

martedì 21 giugno 2011

Tagli al trasporto ferroviario e le disattenzioni della politica che penalizzano la Sicilia

Il 12 giugno scorso è stato compiuto l’ennesimo atto di sciacallaggio nei confronti della Sicilia e dei Siciliani, da parte di Trenitalia, con l’ulteriore taglio di vetture ai treni della lunga percorrenza che vanno dalla Sicilia al centro-nord e del continuo ridimensionamento che prevede la chiusura di depositi, di officine e di uffici.
La Lega, per bocca del ministro Maroni, chiede la TAV (trasporto alta velocità) a tutta forza per il centro-nord, mentre alla politica siciliana bastano i lanci di stampa dove si promettono investimenti per infrastrutture che resteranno una chimera o solo, come sempre, fiumi di parole e di inchiostro.
In considerazione di queste ultime penalizzazioni che Trenitalia ed il Governo hanno affibbiato alla Sicilia, debbo ancora una volta constatare che, anche in questo caso, la classe politica siciliana ha fatto finta di nulla, come se queste ulteriori penalizzazioni non comportino alcun danno; secondo me enorme allo sviluppo economico, sociale e turistico della Sicilia.
Volendo mettere da parte queste grandi cose: progettazioni, infrastrutture, finanziamenti; la politica che ci rappresenta non è stata in grado a tutt’oggi a far valere e rispettare i diritti dei siciliani, che proprio il D.L.vo 422/97 ci assegna in materia di trasporto pubblico.
Da qualche anno la Regione Sicilia, visto già l’avvenuto passaggio delle competenze tra Stato e Regione, aspetta che, i ministri Tremonti e Matteoli, appongano la firma sul documento di trasferimento delle risorse dovute, che ammontano a 111.535.920 milioni di euro, dei 120 milioni iniziali e che sanciscono in maniera definitiva l’accordo per il trasporto pubblico ferroviario tra Stato-Regione.
Queste sono le somme che il governo ha destinato alla Sicilia per attuare e sottoscrivere il tanto famigerato contratto di servizio, ancora ad oggi ad un nulla di fatto, mentre già nelle altre regioni è operativo da circa due anni.
Alla luce di questi fatti, che denotano lo scarso peso politico o interesse di chi ci rappresenta nel governo nazionale, è lecito chiedersi cosa hanno fatto e cosa stanno facendo deputati e senatori siciliani in tutta questa penosa vicenda che vede la Sicilia sempre più danneggiata in quello che dovrebbe essere il settore trainante “trasporti e infrastrutture”, per migliorare lo sviluppo isolano in tutti i suoi settori e per cercare, almeno, di ridurre quell’enorme gap infrastrutturale che ci divide dal nord.
Perché i nostri politici non attuano le strategie di “ricatto politico” per ottenere ciò che ci spetta cosi come agisce la Lega?
Sono convinto che, una forte presa di coscienza e di posizione, da parte di tutti i politici siciliani a Roma, sia “condicio sine qua non” per far fare marcia indietro ad un governo nazionale che non tiene in debita considerazione i bisogni primari della nostra Regione al pari delle altre, tenuto conto che, anche i siciliani partecipano al pagamento di tasse e tributi di un’Italia che va a più velocità e che non tiene conto dell’eguaglianza dei diritti di tutti i cittadini.

Cordialità
Giosuè  Malaponti - Coordinatore COMITATO PENDOLARI SICILIANI

martedì 3 maggio 2011

I briganti scatenano il putiferio - I comunisti si sono ribellati e Burtone si rivolge al ministro dei Trasporti

Mancavano santi, scrittori, martiri, poeti o navigatori? E quando poi uno dice che se le va a cercare! Ecco che la trovata della Ferrovia Circumetnea è stata quella di dare i nomi di due "briganti sociali" ad altrettanti treni ha suscitato com'era prevedibile la reazione e non già di benpensanti, ma di chi accucchia due concetti di buonsenso per una inaccettabile imposizione di erigere a mito da ricordare due briganti che - almeno uno - è stato anche assassino.

E proprio quando poi uno se le va a cercare, ecco immediata la reazione anche della politica perchè anche questa boutade diventa oggetto di reazione anche sopra le righe. Quale? I comunisti italiani che non perdonano a Lombardo neppure che respira, una frecciata velenosa gliela inviano, tenuto conto che il commissario governativo della Ferrovia Circumetnea, Gaetano Tafuri, è un esponente del Movimento per l'Autonomia.

Dicono: "Come sovente accade, l'avvocato Tafuri ha perduto un'occasione per tacere, perché proprio nei giorni in cui uomini di primo piano del suo partito sono coinvolti in pesanti inchieste giudiziarie, intempestivamente e inopportunamente, ha l'ingegnosa trovata di rendere pubblico il suo Pantheon".

Orazio Licandro, responsabile nazionale Organizzazione dei Comunisti italiani e componente dell'esecutivo nazionale della Federazione della Sinistra, commenta così la decisione del commissario della Ferrovia Circumetnea, Gaetano Tafuri, esponente dell'Mpa di Raffaele Lombardo, di intitolare due treni della metro ai briganti e uno in particolare all'assassino Carmine Crocco.

"Nel merito, sul piano storico e culturale ha già risposto il professor Salvatore Lupo, avendone titoli accademici e scientifici, per quanto mi riguarda – ironizza il dirigente del Pdci-FdS - questi episodi mi fanno rimpiangere Stalin, perché una simile classe dirigente sarebbe stata passata a fil di spada".

"Non avendo noi la Siberia, la stagione invernale sull'Etna sarebbe ben lieve punizione per l'avvocato Tafuri", prosegue sulla strada dell'ironica provocazione Licandro, che però conclude: "Ci sono problemi così seri a Catania, che francamente la trovata di Tafuri non merita più di un minuto del nostro tempo".

E neppure il deputato del Pd, Giovanni Burtone, è tenero e con una interrogazione fa approdare in Parlamento la Ferrovia Circumetnea di Catania che "onora" il banditismo sociale.

Burtone ha, infatti, presentato una interpellanza rivolta al ministro delle Infrastrutture e per conoscenza anche al ministro della Pubblica istruzione. La Fce ha chiamato "Brigante" e "Donatello" due nuovi elettrotreni del metrò.

Per l'azienda, tale Carmine Crocco, soprannominato Donatello e ricordato come il Generale dei briganti, è considerato "un eroe popolare". "Ma come si fa - dice Burtone - a considerare eroe un brigante sanguinario, dedito a rapine e furti. La decisione della Fce è un'offesa per la Sicilia e i siciliani. Ho chiesto al ministro delle Infrastrutture un intervento per quanto di sua competenza, richiamando il commissario governativo della Fce a comportamenti più istituzionali e meno "folcloristici". Se la scelta fosse stata operata da un privato, per quanto discutibile, si sarebbe potuto soprassedere, ma in questo caso parliamo di elettrotreni gestiti da un ente pubblico. Il governo faccia sentire la propria voce – scrive Burtone - per evitare che nel prossimo futuro si intitoli magari una stazione del metrò a Salvatore Giuliano o che so un nuovo mezzo a Vincenzo Capraro o Angelo Pugliese, altri due noti briganti siciliani. Si eviti – conclude Burtone - che passi un messaggio distorto e per nulla educativo per le giovani generazioni. Si rischia di trasformare il "Generale dei briganti" in un salvatore della Sicilia".

- La Gazzetta del Sud - 03/05/2011