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lunedì 3 febbraio 2014

Previsti in Sicilia investimenti per 21 miliardi

Parola d'ordine: cooperare. Dai due dibattiti incentrati su sistemi sociali e su settore manifatturiero e capitale sociale emerge la necessità di creare una rete tra istituzioni e privati a partire da un'interazione tra le piccole e medie imprese, vero tessuto costitutivo dell'economia. «Perché - tuona il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi - questo Paese o riparte tutto insieme, o non riparte più. La questione meridionale coincide con la questione italiana».
Qual è l'idea del ministro per far ripartire l'economia?
«Occorre mettercela tutta, tutti insieme, in particolare le istituzioni e la politica.
Le infrastrutture sono un volano per la crescita se le risorse sono gestite bene e distribuite in maniera intelligente: le grandi medie e piccole opere, la collaborazione pubblico privato, i tempi certi in cui le risorse vengono spese e le opere si realizzano. Dobbiamo rimetterci tutti in gioco».
Qual è il piano per la Sicilia in particolare?
«Per la Sicilia è stato firmato l'11° protocollo d'intesa. Abbiamo monitorato tutte le opere indispensabili per la Sicilia: circa 21 miliardi di euro. 9,9 miliardi sono già stanziati, 5,6 miliardi di euro sono per le opere realizzate. La prima sfida è che gli interi 10 miliardi siano realizzati e completati, e poi dovremo trovare insieme gli altri 10 miliardi. Importante è che ci sia un disegno strategico».
Dello stesso avviso è Linda Vancheri, assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, secondo cui l'unica strada percorribile è incrementare la rete produttiva e progettuale tra le imprese. «Le politiche distrettuali - ci dice - servono per aiutare le amministrazioni a individuare punti di forza e criticità dei territori e distribuire le risorse. Faremo un road show al fine di coordinare le attività, puntare sulla massa critica e orientare gli interventi di sviluppo. Bisogna inoltre pensare uno spin-off tra università impresa e territorio».
Ripartire dal sud, dunque, e dai suoi giovani: secondo Ivan Lo Bello, vicepresidente per l'Education di Confindustria, sarà il modello tedesco a portare la Sicilia «fuori dall'ottica clientelare fin qui vigente, che ha generato solo un precariato esistenziale. Ed è Crocetta il primo presidente che abbia affrontato il problema».
Amelia Cartia - La Sicilia - Domenica 02 Febbraio 2014 Ragusa Pagina 31