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giovedì 28 febbraio 2013

Addio al Ponte sullo Stretto il governo revoca la concessione

Da venerdì requiem definitivo per il Ponte sullo Stretto. Risarcibili 300 milioni. Attaguile: usare fondi privati. Realacci: la farsa finisca

Palermo. Il Consiglio dei ministri non ha concesso la proroga rispetto al termine perentorio del prossimo 1 marzo, entro cui la società "Stretto di Messina Spa" e il general contactor "Eurolink" avrebbero dovuto presentare l'atto aggiuntivo per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Visto che, come ha illustrato il ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, «il contraente generale è receduto dal contratto poiché lo scorso mese di novembre ha impugnato davanti al Tar del Lazio la nota con cui "Stretto di Messina Spa" si opponeva al recesso», sono venute meno «le condizioni necessarie per l'emanazione di un decreto legge per la proroga del termine per la stipula dell'atto aggiuntivo».
La costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina era stata congelata con un'apposita norma inserita nel decreto legge di stabilità varato a novembre e trasformato in legge nel dicembre 2012, concedendo tempo fino all'1 marzo per presentare al Cipe il progetto definitivo ed indicare le fonti di finanziamento. Tempi tecnicamente troppo ristretti. «Nel caso in cui - si legge al comma 8 del provvedimento - l'atto aggiuntivo... non venga stipulato entro il termine perentorio dell'1 marzo 2013, sono caducati, con effetto dalla data di entrata in vigore del decreto legge 2 novembre 2012, n. 187, tutti gli atti che regolano i rapporti di concessione, nonché le convenzioni ed ogni altro rapporto contrattuale stipulato dalla società concessionaria... ».
ll governo Monti come eventuale risarcimento all'Impregilo, capofila di una cordata internazionale di imprese, ha stanziato 300 milioni di euro. Una somma ritenuta poco congrua. Si prevede un lungo contezioso che è difficile stimare quanto potrà costare alle casse dello Stato, mentre la Sicilia e il Sud d'Italia saranno private di un'avveniristica infrastruttura.
Per Francesco Attaguile, presidente dell'associazione "Hub Sicilia internazionale", «non si può consentire al governo Monti di penalizzare la Sicilia così pesantemente. Caso mai, dica che il Ponte non si può realizzare con fondi pubblici, ma privati. Ci sono parecchi investitori stranieri pronti a farlo. Il Ponte è fondamentale per lo sviluppo della Sicilia e del Meridione. I cinesi, per esempio, sono pronti ad investire e gestire il porto di Augusta per 99 anni, ma senza un collegamento stabile sullo Stretto che consenta alle merci di risalire verso il centro Europa non avrebbero alcun interesse. La Sicilia e i suoi porti sono strategici per il flusso delle merci provenienti dall'estremo oriente. Stanno raddoppiando la portata del canale di Suez per consentire il transito delle mega-portacontainer per le quali è antieconomico raggiungere i porti del Nord».
Di parere contrario, Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd: «La farsa del Ponte sullo Stretto di Messina deve finire. Non si possono sprecare, tanto più visto il difficile momento, risorse pubbliche per un'opera dall'utilità estremamente dubbia. E' un bene, quindi, che il Consiglio dei ministri abbia desistito e deciso di non procedere alla proroga del termine perentorio dell'1 marzo 2013». Per Realacci, pertanto, «dal primo marzo si dovrà procedere alla liquidazione della società "Stretto di Messina Spa", mettendo finalmente fine ad una vicenda durata e costata già troppo».

Lillo Miceli Mercoledì 27 Febbraio 2013 Il Fatto, pagina 9

venerdì 2 marzo 2012

Tagli ai treni, i deputati siciliani e calabresi presentano un documento

Una risoluzione firmata da tutti i deputati siciliani e calabresi per chiedere al Governo “in qualità di azionista unico del gruppo Ferrovie dello Stato, anche al fine di assicurare la continuità territoriale ed il diritto alla mobilità dei cittadini siciliani e calabresi, il ripristino immediato di un convoglio ferroviario notturno che garantisca il collegamento di lunga percorrenza dalla Sicilia alle destinazioni finali di Torino, Milano e Venezia”. A presentarla ieri sera, in Commissione trasporti, il deputato Vincenzo Garofalo.
In particolare si chiede al Governo di intervenire nei confronti di Fs per ottenere il ripristino dei treni notte soppressi dal 12 dicembre scorso. Nonostante Fs, dopo le trattative dei mesi scorsi, abbia assicurato la riattivazione di un treno a lunga percorrenza, non ha ancora fatto seguire infatti alle dichiarazioni, una comunicazione ufficiale.
“I disagi sono rilevanti- si legge nel documento- sia in termini economici perché i biglietti per la percorrenza delle tratte sono lievitati, sia per l’oggettiva difficoltà e scomodità ad effettuare in piena notte trasbordi da un treno ad un altro con una evidente lesione del diritto alla mobilità, intollerabile soprattutto quando gli utenti del servizio sono anziani”.
“In gioco- ha dichiarato il deputato messinese- non ci sono solo i posti di lavoro degli ex cuccettisti ma la garanzia di un diritto costituzionalmente garantito quale quello alla continuità territoriale che oggi, appare, innegabilmente compromesso”.

martedì 31 gennaio 2012

Sicilia: Regione e Governo nazionale definiscono i tempi dei tavoli tecnici


Palermo, 31 gen.- (Adnkronos) - Regione siciliana e Governo nazionale hanno definito i tempi e gli argomenti dei tavoli tecnici che affronteranno i temi sottoposti dall'amministrazione regionale all'esecutivo Monti. Tema centrale e' l'attuazione della piena autonomia finanziaria della Regione siciliana. All'incontro, avvenuto a Palazzo Chigi, hanno partecipato per la Regione siciliana l'assessore all'Economia, Gaetano Armao, e i dirigenti della presidenza del Consiglio dei Ministri, della Ragioneria generale dello Stato, dei ministeri dell'Economia, delle Infrastrutture e Trasporti, delle Politiche agricole, delle Politiche comunitarie.
Si sono poste le basi per l'avvio dei lavori di due tavoli, istituiti con decreto del Presidente del Consiglio, che dovranno fornire le soluzioni alle annose questioni pendenti tra lo Stato e la Regione siciliana. Il primo dei due tavoli partira' il prossimo martedi' 14 febbraio ed e' dedicato al tema dell'autonomia finanziaria della Regione, all'attuazione del federalismo fiscale e alla compartecipazione regionale alla spesa sanitaria.

Stazione a perdere Consiglio aperto sulla marginalizzazione

La dismissione della ferrovia.
Tutti al capezzale della ferrovia siracusana. L'assise cittadina ieri si è riunita nel piazzale della stazione, per accendere i riflettori sui disagi nei collegamenti con il resto dell'Italia, per i passeggeri come per le merci, sulle conseguenze dei tagli e sulla marginalizzazione del territorio.

Le voci degli intervenuti, introdotti di volta in volta dal vicepresidente del consiglio comunale Franco F! ormica, hanno almeno per una mattinata, rivitalizzato un luogo spento, desertico, molto lontano da quello che dovrebbe essere un'area dove transitano passeggeri. E l'appello partito dal Consiglio comunale aperto è stato corale, indirizzato al Governo nazionale e regionale, oltre che a Trenitalia. Non si sa con quali speranze di accoglimento.

Disertata dalla locale deputazione, a eccezione di Bruno Marziano e Roberto De Benedictis, la seduta è stata animata dai sindacalisti, dalla accorata introduzione all'argomento del sindaco Roberto Visentin e dagli interventi dei consiglieri comunali. 

Il verbale della riunione di ieri sarà inviato a tutte le autorità competenti. L'incontro si è svolto su proposta di Sergio Bonafede del Pdl, che ha parlato del rischio di fare di Siracusa «un'isola nell'isola» e della necessità di ingaggiare una battaglia civile per il futuro della città.

Il primo cittadino ha invece riferito con amarezza della sordità dei vertici delle Fs alle tan! te richieste di incontro inoltrate dagli enti locali e ha chie! sto la firma in tempi brevi del contratto di servizio tra Regione e azienda. Anche perché, ha rilevato, i recenti blocchi stradali hanno dimostrato l'importanza dei collegamenti su rotaie.

«È inaccettabile - ha detto Visentin - che gli investimenti nel settore riguardino solo il centro-nord». Marco Mastriani del Pid, si è fatto portavoce di un documento a nome del suo gruppo consiliare in cui si individuano tre priorità : il ripristino delle tratte a lunga percorrenza, il collegamento Bicocca-Fontanarossa e l'apertura definitiva dello scalo merci di Pantanelli con relativa platea di lavaggio. «Sembra che il futuro della Sicilia - ha detto Mastriani - sia destinato ad avere un servizio di soli treni regionali che porterebbe delle gravissime conseguenze al nostro territorio, ponendo fine alla continuità territoriale della nostra regione con l'intero paese e l'Europa».

Pippo Impallomeni di Fds ha rilevato che «non si dovrebbe pensare a ridurre ma semmai a potenziare» m! entre il presidente della terza commissione sui trasporti Salvo Liuzzo ha rimarcato la frustrazione dell'organo consiliare. «Possiamo solo convocare i nostri dirigenti, lo abbiamo fatto più volte - ha ricordato - ma ci ritroviamo a ripercorrere le stesse strade inutilmente, siamo con le mani legate». 

Per Fabio Rodante di Fli, infine la questione deve ormai diventare una priorità del Governo Monti. 

Graziella Ambrogio
Fonte: La Sicilia

sabato 28 gennaio 2012

Alitalia-Wind Jet, Marrocco: “Operazione dannosa per i siciliani”

Sulla vicenda dell’accorpamento in Alitalia delle compagnie Wind jet e Blu Panorama, scende in campo anche la politica. Il capogruppo di Fli all’Ars Livio Marrocco, infatti, ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sulla vicenda. E i dubbi, sollevati dal deputato trapanese, non sono pochi.
“La situazione dei trasporti in Sicilia – scrive Marrocco – ha visto la crisi della Siremar e della Tirrenia, il fallimento della politica di Trenitalia spa, il disinteresse nei confronti dello sviluppo delle strade ed autostrade; la compagnia Wind Jet, fino ad oggi – aggiunge – è la sesta compagnia aerea per quota di mercato (6,2% nel 2011),le cui principali  basi operative sono a Catania e Palermo. Con la presenza nel mercato di questa compagnia aerea (tutta siciliana) si è contribuito a diminuire i costi del trasporto aereo da e per la Sicilia”.
Il rischio, adesso, è quello dell’innalzamento dei costi per i passeggeri siciliani, anche in seguito alla nascita di una posizione dominante della compagnia di bandiera su alcune tratte con scali in Sicilia. “Il presidente dell’ Enac Riggio, – prosegue Marrocco – paventa il ‘Rischio di Posizione Dominate dell’Alitalia – Cai’, rendendo noto che l’ Antitrust ancora non si è pronunciato, essendo in corso l’istruttoria sulla posizione dominante su alcune tratte come la Roma – Milano dopo la scadenza del salvacondotto del decreto ‘Salva – Alitalia’”.
E non mancano i dubbi nemmeno sui “numeri” dell’operazione: “Non si sa ancora – scrive Marrocco – quale sarà la quota delle due società che verrà rilevata e a quale prezzo e con quali modalità esse verranno acquisite e soprattutto se in tale operazione commerciale andranno ricompresi anche gli ‘asset aeroportuali’; secondo le prime stime, Wind Jet e Bpa, – prosegue il capogruppo di Fli – portano valore per circa 5 milioni di passeggeri, che aggiunti ai 25 milioni di passeggeri di Alitalia, essa si avvicinerebbe ai 30 milioni, dotandosi così di un braccio low cost più robusto a discapito della comunità siciliana, che sarà costretta  a volare con l’unica compagnia. Il paradosso a cui assistiamo  è che la Sicilia paga sempre i costi più alti, ed è necessario quindi che questo Governo persegua, da un lato uno sviluppo coordinato e pianificato e dall’altro – conclude – si impegni a superare gli interessi localistici e particolari, per dare il via a un’azione strategica con l’obiettivo di fare finalmente sistema per tutelare i siciliani”.
Fonte: Livesicilia

martedì 21 giugno 2011

Tagli al trasporto ferroviario e le disattenzioni della politica che penalizzano la Sicilia

Il 12 giugno scorso è stato compiuto l’ennesimo atto di sciacallaggio nei confronti della Sicilia e dei Siciliani, da parte di Trenitalia, con l’ulteriore taglio di vetture ai treni della lunga percorrenza che vanno dalla Sicilia al centro-nord e del continuo ridimensionamento che prevede la chiusura di depositi, di officine e di uffici.
La Lega, per bocca del ministro Maroni, chiede la TAV (trasporto alta velocità) a tutta forza per il centro-nord, mentre alla politica siciliana bastano i lanci di stampa dove si promettono investimenti per infrastrutture che resteranno una chimera o solo, come sempre, fiumi di parole e di inchiostro.
In considerazione di queste ultime penalizzazioni che Trenitalia ed il Governo hanno affibbiato alla Sicilia, debbo ancora una volta constatare che, anche in questo caso, la classe politica siciliana ha fatto finta di nulla, come se queste ulteriori penalizzazioni non comportino alcun danno; secondo me enorme allo sviluppo economico, sociale e turistico della Sicilia.
Volendo mettere da parte queste grandi cose: progettazioni, infrastrutture, finanziamenti; la politica che ci rappresenta non è stata in grado a tutt’oggi a far valere e rispettare i diritti dei siciliani, che proprio il D.L.vo 422/97 ci assegna in materia di trasporto pubblico.
Da qualche anno la Regione Sicilia, visto già l’avvenuto passaggio delle competenze tra Stato e Regione, aspetta che, i ministri Tremonti e Matteoli, appongano la firma sul documento di trasferimento delle risorse dovute, che ammontano a 111.535.920 milioni di euro, dei 120 milioni iniziali e che sanciscono in maniera definitiva l’accordo per il trasporto pubblico ferroviario tra Stato-Regione.
Queste sono le somme che il governo ha destinato alla Sicilia per attuare e sottoscrivere il tanto famigerato contratto di servizio, ancora ad oggi ad un nulla di fatto, mentre già nelle altre regioni è operativo da circa due anni.
Alla luce di questi fatti, che denotano lo scarso peso politico o interesse di chi ci rappresenta nel governo nazionale, è lecito chiedersi cosa hanno fatto e cosa stanno facendo deputati e senatori siciliani in tutta questa penosa vicenda che vede la Sicilia sempre più danneggiata in quello che dovrebbe essere il settore trainante “trasporti e infrastrutture”, per migliorare lo sviluppo isolano in tutti i suoi settori e per cercare, almeno, di ridurre quell’enorme gap infrastrutturale che ci divide dal nord.
Perché i nostri politici non attuano le strategie di “ricatto politico” per ottenere ciò che ci spetta cosi come agisce la Lega?
Sono convinto che, una forte presa di coscienza e di posizione, da parte di tutti i politici siciliani a Roma, sia “condicio sine qua non” per far fare marcia indietro ad un governo nazionale che non tiene in debita considerazione i bisogni primari della nostra Regione al pari delle altre, tenuto conto che, anche i siciliani partecipano al pagamento di tasse e tributi di un’Italia che va a più velocità e che non tiene conto dell’eguaglianza dei diritti di tutti i cittadini.

Cordialità
Giosuè  Malaponti - Coordinatore COMITATO PENDOLARI SICILIANI

venerdì 12 novembre 2010

Il comitato pendolari siciliani su: rincari, tagli ai treni regionali e contratto di servizio

I Pendolari Siciliani chiedono alla politica regionale di intervenire su: Rincari, Tagli e Contratto di Servizio.

Stoppato momentaneamente lo spettro dei tagli ai treni a lunga percorrenza, rimangono sul tappeto tre questioni importanti e collegate tra loro. La sottoscrizione del Contratto di Servizio tra Regione Siciliana e Trenitalia, il problema dei tagli ai treni del trasporto regionale e i paventati rincari ferroviari. Queste questioni sono di rilevante importanza per il futuro dei pendolari siciliani e per il trasporto ferroviario dell’Isola. L’eventuale o l’immediata sottoscrizione del Contratto di servizio, farebbe decadere il paventato taglio annunciato dai sindacati dei 50 treni del trasporto ferroviario siciliano. Pericolo che deve essere scongiurato a tutti i costi per evitare che questi tagli possano segnare la fine per molte tratte ferroviarie siciliane ritenute “rami secchi” da Trenitalia. Pericolo che deve essere scongiurato per non far venir meno l’opportunità ai pendolari siciliani di poter continuare ad avvalersi del mezzo treno per i propri spostamenti di lavoro, studio o quant’altro. Sembra che, agli attuali 11 milioni di km/treno realizzati attualmente in Sicilia, al cambio degli orari del 12 dicembre 2010, verrà decurtato il 3% circa ed esattamente 330 mila km/treno che non verranno realizzati e ciò a danno di tutti, siciliani, pendolari e turisti. La questione dei tagli finanziari alla spesa per il trasporto pubblico ferroviario delle regioni, da parte del Governo nazionale, e la conseguente questione dei rincari dei titoli di viaggio, è una tangibile beffa per i pendolari che proprio da quest’anno dovevano cominciare a vedere i miglioramenti tanto attesi in tutte le Regioni italiane, e che i nuovi Contratti di servizio di 6 + 6 anni di durata dovevano garantire certezza nel trasporto ferroviario. Invece, in Sicilia desideriamo fare presente che, al danno delle poche infrastrutture disponibili, dei tempi di percorrenza sempre più lunghi, del materiale rotabile sempre più vetusto, si aggiunge la beffa di dover pagare un costo di trasporto più alto per un servizio che non assicura una mobilità sostenibile e l’efficienza e l’efficacia del trasporto stesso. A questo punto, occorre mandare un messaggio forte e chiaro ai nostri rappresentanti politici siciliani affinché intervengano in maniera decisa presso il Governo nazionale per scongiurare questi rincari che penalizzerebbero in maniera grave una regione che, sino ad oggi, è stata tagliata fuori dai grandi investimenti infrastrutturali ed oggi, ancor meno, è penalizzata nel pagare un servizio più caro in mancanza di quelle infrastrutture che fanno la differenza tra nord e sud.

Giosuè Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

lunedì 24 agosto 2009

Treni in Sicilia, con l'innovazione arrivano i ritardi

Con l’innovazione arrivano i ritardi. La modernizzazione di alcuni tratti (il 12% a doppio binario su 1378 km.) delle ferrovie in Sicilia, avrebbe dovuto accorciare i tempi di percorrenza nelle due dorsali Jonica e Tirrenica di almeno un 20%, ma ciò negli anni non è avvenuto, anzi, ad ogni cambio di orari si è avuto un netto e sensibile aumento dei tempi di percorrenza. Facendo, in questo caso, riferimento alla relazione Messina-Catania-Siracusa, nonostante il completamento di alcuni tratti di doppio binario, la sostituzione delle vecchie traversine di legno con quelle di cemento, la sostituzione dei binari, l'arrivo in Sicilia dei nuovi locomotori E 464, dei treni Minuetto (cofinanziati con 50 milioni di euro dalla Regione Siciliana) e con la continua innovazione tecnologica della rete di questi ultimi anni, non è stata minimamente migliorata la percorrenza di molti treni, addirittura è stata ulteriormente allungata. E’ possibile verificare questo continuo allungamento dei tempi di percorrenza, attraverso i raffronti con i vecchi orari ufficiali di Trenitalia, degli ultimi 10/15 anni. Abbiamo voluto effettuare una ricognizione sugli orari ufficiali di Trenitalia dal 1996 al 2009, prendendo in considerazione due treni regionali diretti, un regionale locale e il treno espresso Freccia del Sud, questi sono i risultati:
Tempi di percorrenza sulla relazione Messina-Catania-Siracusa km. 182 - Tipo del treno - relativi agli anni 1996 - 2006 - 2008 - 2009 -
Reg.le Diretto 3834 90 min. 100 min. 97 min. 117 min.Reg.le Diretto 3890 185 min. 180 min. 180 min.186 min.Reg.le Locale 12800 115 min. 110 min. 112 min.125 min.E "Freccia del Sud" 175 min. 165 min. 180 min.178 min.
I risultati sono alquanto evidenti ed in molti casi la situazione è anche più drammatica in quanto, a questi allungamenti si sommano i continui ritardi che molte delle volte, vista la troppa elasticità della traccia oraria, diventano anticipi azzerando così i ritardi. Da una nostra veloce analisi effettuata, abbiamo calcolato che è possibile ridurre i tempi di percorrenza almeno di un 10-15%, ovvero di 8/15 minuti per ogni ora di percorrenza. La tendenza agli allungamenti di percorrenza prosegue in realtà da anni, e c'è chi la attribuisce alla volontà di Trenitalia di minimizzare, in presenza di treni Intercity e/o Espressi spesso in ritardo, i rischi di penali per i ritardi da pagare ai viaggiatori. Allungamenti che si manifestano in tutta la loro drammaticità con i vari cambi di orario e fanno seguito a scelte strane e sconsiderate sul trasporto pubblico ferroviario siciliano, andando a penalizzare persino i treni diretti e, per di più un treno viene considerato “puntuale” pur avendo un ritardo compreso tra i 5 minuti. Si da molto spesso la precedenza, sulle spalle di centinaia di migliaia di pendolari, che costituiscono la stragrande maggioranza dei viaggiatori giornalieri, a treni Intercity, Espressi, e persino ai treni merci. Tutto ciò è inconcepibile e dimostra ancora una volta l'assoluta mancanza di attenzione, verso il mondo del pendolarismo, della dirigenza di Trenitalia e di Rete Ferroviaria Italiana, di fare funzionare decentemente il servizio pubblico, compito cui le due aziende pubbliche hanno nei confronti dello Stato e dei cittadini-utenti. Per i pendolari siciliani viaggiare è sempre più un'odissea, sui treni ormai si bivacca visti i lunghi tempi di attesa nelle varie fermate (3/8 minuti di attesa), incroci calcolati senza un senso logico, coincidenze con altri treni non previste, comporti mancati e, guarda caso viene annunciata da Trenitalia, che la puntualità dei treni è in netto miglioramento, cioè che le cose vanno meglio. Per quanto riguarda il contratto di servizio, sarebbe ora di smetterla con questo rimpiattino di responsabilità tra la Regione, il Governo e le Ferrovie dello Stato, alla fine indipendentemente dai soldi destinati al servizio regionale, il trasporto viene effettuato sempre e solo da Trenitalia. Continueremo come sempre con ogni mezzo legale nella nostra battaglia per una mobilità sostenibile che veda uscire finalmente la Sicilia da questa gogna di arretratezza in cui la totale assenza di un’attenta programmazione politica regionale in materia di trasporti e di infrastrutture, l’ha relegata.
Giosuè MalapontiCoordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI

sabato 19 luglio 2008

Lettera aperta al Presidente della Regione Siciliana

Al Signor Presidente della Regione Siciliana On. Raffaele Lombardo fax 0917075111
Al Sig. Assessore Regionale ai Trasporti On. Giovanbattista Bufardeci fax 0917078089
Al Sig. Dirigente Generale Dipartimento Reg. Trasporti Dott. Vincenzo Falgares fax 0917078098
Al Presidente della Provincia Regionale di Catania On. Giuseppe Castiglione fax 095222265
Al Presidente della Provincia Regionale di Messina Dott. Giovanni Ricevuto fax 090715165
Agli Organi di stampa

Illustrissimo Signor Presidente
E’ tempo di bilanci e di previsioni per il futuro, così come si legge negli articoli apparsi in questi giorni sul quotidiano La Sicilia.
Di anno in anno ci chiediamo se sarebbe l’anno della svolta (positiva) per le ferrovie. Possiamo dire che accanto a segnali incoraggianti vi sono ancora molti, troppi, elementi di criticità, frutto, a nostro avviso, in parte dell’arretratezza culturale con cui il trasporto pubblico viene ancora da molte parti considerato, e in parte da una certa diffidenza, per non dire una riluttanza, a superare un modello di trasporto attualmente fondato sull’uso del mezzo privato, se è vero che più del 70% degli spostamenti a medio-corto raggio viene effettuato usando l'automobile.
Oggi la vita è caratterizzata dalla mobilità: quotidianamente ci si sposta per andare al lavoro, a scuola, all’università, per svago e cultura e per mille diverse necessità.
Si può dire a buon diritto che la mobilità è una condizione di vita dell’uomo moderno, tanto da assumere una rilevanza sociale ed economica.
Ultimamente il trasporto ferroviario è stato al centro di numerose polemiche che ne hanno messo in discussione la valenza sociale, quale servizio reso al cittadino per garantirgli il diritto ad una mobilità economica, ecologica ed efficiente.
Il trasporto pubblico dovrebbe essere considerato come un asse di spesa su cui la Regione Siciliana dovrebbe centrare il suo impegno alla luce delle difficoltà economiche che, anche a causa del caro-trasporti, interessano fasce sempre più consistenti di cittadini.
Occorre mettere in rilievo come gli utenti del treno si basino sull’orario ferroviario per effettuare scelte non solo di viaggio, ma di vita, arrivando ad organizzare i ritmi del lavoro in base all’offerta di trasporto ferroviario.
E’, quindi, necessario che tale orario venga rispettato con il massimo rigore e che, inoltre, tutte le variazioni stagionali vengano concordate in modo da evitare eccessivi sconvolgimenti all’utenza.
Le richieste che facciamo al Presidente della Regione Siciliana sono: la prima di non diminuire l’offerta di trasporto ferroviario almeno fino alla fine del 2008; la seconda di richiedere al Governo, sulla nuova Finanziaria, la destinazione di risorse a favore del trasporto regionale e di formalizzare un tavolo a tre, Regione, Governo e Trenitalia per ottenere adeguamenti finanziari per il 2009.
In qualità di coordinatore dei pendolari colgo l’occasione per sottolineare l’importanza strategica del trasporto pubblico ferroviario in una regione come la Sicilia e la necessità di portare avanti politiche sempre più incisive per favorirne lo sviluppo.
Anche la situazione economica sfavorevole, l’aumento dei costi di trasporto privato, rendono il sostegno del trasporto pubblico una vera e propria priorità.
Desideriamo conoscere le strategie del Governo siciliano circa il mantenimento del servizio nel 2008 e auspichiamo che vengano scongiurati in futuro i tagli al servizio che più volte sono stati paventati.
Per questo occorre che il Governo, regionale e nazionale, si attivi con risorse sufficienti dato che Trenitalia è un’azienda di diritto privato ma appartenente di fatto al Pubblico, e se è vero che la forma giuridica scelta ne impone, giustamente, il rispetto di parametri di efficienza e di efficacia, la sua mission precipua è tuttavia quella di erogare un servizio sociale a milioni di cittadini, e questo aspetto va sempre tenuto nella massima considerazione.
E' necessario l'aiuto di tutti gli Enti, nella consapevolezza che lo sviluppo ed il benessere dei territori governati passa anche (e passerà sempre più in futuro) attraverso una politica della mobilità capace di sostenere in modo incisivo le dinamiche socio-economiche.
Quindi è giusto, a nostro avviso, che Comuni, Province e Regioni pianifichino insieme nella prospettiva di essere attori effettivi di questa governance e concorrano a individuare dei percorsi che, partendo dalle necessità dei vari territori, si traducano in azioni concrete e in sostegno alla mobilità dei cittadini, perseguendo quanto più possibile obiettivi di integrazione e di collaborazione.
Giosuè Malaponti - Coordinatore - COMITATO PENDOLARI ME-CT-SR