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giovedì 10 ottobre 2013

Sicilia: Trasporto Ferroviario lasciato al suo declino


Mentre Rete ferroviaria italiana continua a smantellare buona parte di quel che resta della rete ferroviaria siciliana, vedi la tratta Siracusa-Ragusa-Gela, vedi la Caltagirone-Gela chiusa da oltre due anni per il crollo del ponte ferroviario, vedi la Alcamo-Trapani via Milo chiusa da febbraio per i continui smottamenti, vedi il mancato collegamento ferroviario con l’aeroporto di Catania di cui tutti parlano, vedi il mancato raddoppio della Fiumefreddo-Giampilieri seppur finanziato dal 2005, e così via….
La Regione Sicilia, proprio oggi con il convegno tenutosi a Vittoria, realizza  in collaborazione con il Governo di Malta il “Progetto Streets” strategia integrata per un trasporto sostenibile Italia-Malta.
Progetto da realizzare in partenariato con il Collegio universitario Arces, il Comune di Vittoria, l'Autorità Portuale di Catania ed è capofila la Regione Sicilia con il Dipartimento regionale Infrastrutture, Mobilità e Trasporti. Gli altri partner sono l'Autorità governativa Transport Malta e l'Università di Malta. L’importo a disposizione per la realizzazione del progetto “Streets” è di circa 2,5 milioni di euro.
Ritengo che tutto ciò sia assurdo, oltre all’enfasi della conquista del 28 febbraio 2013 per la firma del CIS (contratto istituzionale di sviluppo), la Regione Sicilia non ha ad oggi ancora fatto presente cosa vuole fare del trasporto pubblico ferroviario isolano. La Regione non ha ancora chiuso il
Contratto di servizio con Trenitalia ed in quattro anni abbiamo perso quasi 2 milioni di km/treno e quasi del tutto i treni da e per il nord, non ha preso posizione per le tratte ferroviarie chiuse da parecchio tempo però, pensa al miglioramento dell'efficienza dei collegamenti tra porti, aeroporti e piattaforme intermodali per migliorare l'accessibilità, pensa ad un maggiore livello di servizio per il traffico di merci/persone, pensa ad una maggiore sostenibilità ambientale e ad una diminuzione delle barriere per le utenze deboli tra l’Italia e Malta, ma non pensa alla sua Sicilia oramai sempre più isolata dal continente Italia su tutti i fronti (aereo, marittimo, ferroviario e stradale) lasciandola al suo lento declino.
Giosuè Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani

lunedì 12 agosto 2013

Variante al tracciato Fs questa sera in Consiglio

S. Alessio. La variante al tracciato ferroviario concordata alla fine di giugno insieme ad Rfi approda questa sera all'esame del Consiglio per l'approvazione. L'intervento rientra nel programma quadro per il trasporto ferroviario nel contesto del raddoppio della tratta Giampilieri-Fiumefreddo. Il nuovo tracciato è previsto 200 metri a monte rispetto a quello precedente, approvato dal Cipe nel 2003. La traslazione è stata possibile grazie alla semplificazione degli impianti della nuova stazione che sorgerà nella frazione Lacco. Il via libera alla variante è giunto poco meno di un mese addietro, nel corso di un incontro alla presenza dei rappresentanti di Rete ferroviaria italiana, del referente dell'elaborato, Ugo Milone e dei sindaci di S. Alessio e Savoca, Rosanna Fichera e Paolo Trimarchi. Il sindaco alessese ha dato parere positivo a condizione che ad opera realizzata venga garantita una certa distanza tra il viadotto sul torrente Agrò e l'agglomerato urbano.
C. Casp. - La Sicilia - Giovedì 08 Agosto 2013 Messina, pagina 27

lunedì 11 febbraio 2013

Così si viaggerà in treno in Sicilia. Sei gli interventi previsti: il più complesso l'alta velocità "light" tra Catania e Palermo

Palermo. A soli tre giorni dalla firma definitiva del "Cis" (il Contratto istituzionale di sviluppo) sugli investimenti per la rete ferroviaria siciliana - prevista mercoledì a Palermo fra il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, il presidente della Regione ! Rosario Crocetta, l'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, e l'assessore regionale alle Infrastrutture, Nino Bartolotta - trapelano le prime indiscrezioni sugli interventi oggetto dell'accordo.
Obiettivi - Secondo il nuovo "Cis", oltre all'ottimizzazione delle reti esistenti, si cercherà di realizzare finalmente dei tracciati in grado di annullare i ritardi delle linee attuali.
La punta dell'iceberg degli interventi strategici previsti per l'Isola è rappresentato certamente dal collegamento ferroviario del "triangolo" Messina-Catania-Palermo con la cosiddetta "Alta Velocità Light", con treni che raggiungeranno i 160 km orari. L´obiettivo - come ha precisato nei giorni scorsi Crocetta - sarà non solo la costruzione del doppio binario, ma anche il collegamento tra gli aeroporti di Catania e Palermo. In una prima fase (5 anni) si coprirà questa distanza in due ore e mezza, ed entro 10 anni in un'ora e mezza. Alla fine sarà collegato in tempi rapidi il "triangolo" Palermo-Messina-Catania: si potrà ridurre a un'ora e 20 minuti la tratta Palermo-Catania, a 45 minuti la Catania-Messina, e a 2 ore la Palermo-Messina.
Sei interventi - Ma andiamo con ordine. Sono in tutto 6 gli interventi principali previsti dall'imminente accordo Stato-Regione-Rfi: la Messina-Catania; il Nodo di Catania; la Catania-Palermo; il Nodo di Palermo; gli interventi di potenziamento della rete messinese; e i collegamenti strategici.
Messina-Catania - Attualmente esiste il doppio binario solo sulla tratta Messina-Giampilieri (15km) e sulla Fiumefreddo-Catania (38 km). Resta da raddoppiare la "Giampilieri-Fiumefreddo" (42 km), il cui progetto è al vaglio dell'accordo che sarà firmato mercoledì.
Al momento risulta finanziata la sola progettazione definitiva per 46 milioni di euro, mentre la realizzazione delle opere (2,27 miliardi di euro) è da finanziare. In totale si parla di circa 2,363 miliardi di euro per l'intero blo! cco di lavori.
Nodo di Catania - Prevede le seguenti tipologie di intervento: il raddoppio della tratta "CT Ognina-CT Centrale" (lunga 2,6 km) con la realizzazione di 3 nuove fermate metropolitane (Ognina, Europa e, in sotterranea, Picanello); l'interramento del Nodo di Catania; il raddoppio della tratta "Bivio Zurria-Acquicella" (costo 116 mln) attualmente a binario unico; nonché la realizzazione della fermata Fontanarossa.
Il tutto, per un costo che si aggira sui 700 milioni di euro, con 244 milioni di copertura finanziaria esistente.
Alta velocità Ct-Pa - È l'intervento più complesso e certamente più discusso degli ultimi anni. Fa parte del corridoio numero 5 "Helsinki-La Valletta" della Rete Trans-Europea di Trasporto (che si sviluppa lungo la direttrice Messina-Catania-Enna-Palermo). Il tracciato è lungo circa 270 km e si sviluppa in affiancamento alla linea esistente, tra Bicocca e Catenanuova. È tramontata defin! itivamente l'ipotesi faraonica del tunnel sotto i Nebrodi (lungo 45 km)! da Catenanuova a Pollina, da 5 miliardi di euro, con tempi di realizzazione ventennali, e percorrenza del tracciato in 1 ora e 18 minuti. Ora la Regione punta su progetti concreti e tracciati più economici che coinvolgeranno anche il centro dell'Isola.
Si avranno 2 macro-fasi. La prima, del valore di 823 milioni di euro (tutti già coperti) prevede il collegamento Catania-Enna e include 4 sottointerventi: raddoppio Bicocca-Motta-Catenanuova (11+28km); Catenanuova-Raddusa (18km); velocizzazione Roccapalumba-Marianopoli (25km); e «vari interventi di potenziamento e velocizzazione» della linea esistente.
La seconda macro-fase è il completamento del raddoppio Raddusa-Enna-Fiumetorto. Si parla ancora di studi di fattibilità, con tre ipotesi di Rfi al vaglio della Regione.
Nodo di Palermo - Prevede il raddoppio del passante ferroviario del capoluogo, diviso in 3 tratte (A-B-C), tutte appaltate e una (B) ancora da avviare, per un costo complessivo di 1,19 miliar! di di euro.
I lavori sono stati consegnati al contraente generale "Nodo di Palermo Scpa" il 22 agosto 2008. Secondo il cronoprogramma originario di Rfi, la tratta A (Pa Centrale-Notarbartolo) dovrebbe essere ultimata entro l'anno; la C (La Malfa-Carini) che permette il collegamento all'aeroporto di Punta Raisi, entro il 9 giugno 2014; mentre la B (Notarbartolo-La Malfa) il 30 marzo 2018.
A Palermo, inoltre, entro fine mese saranno aperti finalmente, dopo anni di contenziosi, i cantieri per l'Anello ferroviario; vi è poi la velocizzazione Palermo-Agrigento ("Variante 2.1") che includono la nuova galleria naturale "Lercara" (pronta nel 2015); e infine, il raddoppio della tratta "Fiumetorto-Ogliastrillo-Castelbuono" (31,9 km) della Palermo-Messina, con diversi problemi e rallentamenti.
Rete messinese - Oltre alla "Giampilieri-Fiumefreddo", e al collegamento "Castelbuono-Patti", bisognerà ultimare il! collegamento con Siracusa, con la velocizzazione della tratta "Bi! cocca-Augusta" il cui costo ammonterebbe a circa 81 milioni di euro interamente finanziato, con attivazione pianificata nel 2015.
Collegamenti strategici - Non mancheranno nel Contratto istituzionale di sviluppo, che sarà firmato a giorni, anche gli studi di fattibilità che Rfi allegherà per collegamenti agli aeroporti di Comiso e Trapani, al porto di Augusta e all'interporto di Termini Imerese.
In attesa della firma ufficiale, i pendolari siciliani possono ben sperare. Sembra sia davvero la volta buona che dalle parole si passi agli investimenti concreti.                   
Davide Guarcello - La Sicilia - Domenica 10 Febbraio 2013 I FATTI Pagina 9 

domenica 6 gennaio 2013

Lettera aperta al Presidente Crocetta sulle priorità del trasporto pubblico ferroviario e delle infrastrutture in Sicilia.-

Al Signor Presidente della Regione Siciliana On. Rosario Crocetta                          
All’Assessore Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità Avv.Nino Bartolotta                               
Ai Signori Deputati all’ARS
Al Dipartimento delle Infrastrutture e della Mobilità Dirigente Generale Avv. Vincenzo Falgares 
Al Dipartimento delle Infrastrutture e della Mobilità Servizio 4° Trasporto regionale Ferroviario                          
Oggetto: Le priorità del trasporto pubblico ferroviario e delle infrastrutture in Sicilia.-

Quale coordinatore dei pendolari siciliani (Comitato Pendolari Me-Ct-Sr, Comitato Pendolari S.Agata Militello-Messina, Comitato Pendolari Caltagirone-Gela e Pendolari Ragusa), ho il dovere di rappresentarLe la necessità di portare avanti politiche sempre più incisive per favorire lo sviluppo infrastrutturale e la mobilità, intesa come trasporto efficiente ed efficace, ribadendo l’importanza strategica del trasporto pubblico ferroviario in una regione come la Sicilia, partendo dai piccoli risultati per arrivare alle grandi opere.
Le problematiche che al momento affliggono tutto il territorio siciliano e che coinvolgono giornalmente oltre 50.000 utenti-pendolari del trasporto ferroviario che si spostano per motivi di lavoro, studio o altro, sono molte e di diversa natura.
Premesso ciò, desidero richiamare l’attenzione del neo Governo regionale su due articoli dello Statuto Speciale della Regione Sicilia e precisamente l’articolo 17 e l’articolo 22.
Alla luce di quanto è previsto nei suddetti articoli, Le chiediamo Ill.mo Presidente di voler intervenire su alcune problematiche che paralizzano la nostra Sicilia ormai da parecchio tempo:

§  Il diritto alla continuità territoriale (ferroviaria-marittima-aerea) quasi del tutto inesistente;
§  Il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario ad oggi non ancora sottoscritto;
§  Il mancato rispetto dell’accordo sottoscritto da parte di Trenitalia con la Regione Sicilia nel giugno 2007, che prevedeva l’aumento del 7% delle tariffe per finanziare più treni;
§  L’aggiunta di posti a sedere negli Intecitynotte da Siracusa e da Palermo;
§  Il recupero di tutti i treno/km non effettuati dal 2004 ad oggi, così come previsto dal piano di ammortamento per il cofinanziamento dei treni Minuetto
§  L’attuazione del Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità già approvato nel 2002;
§  La mancanza di un piano di trasporto intermodale per raccordare più modi di trasporto, fattore rilevante all'interno delle politiche volte a favorire la mobilità sostenibile urbana ed extraurbana.
Per quanto riguarda la questione delle infrastrutture, si chiede un intervento immediato ed incisivo per:

§  Il completamento dei restanti 42 km del raddoppio ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri dell’asse Messina-Catania-Siracusa, finanziato dal 2005 dal Cipe (1970 milioni di euro) e mai realizzato;
§  L’ammodernamento e la velocizzazione del tracciato esistente della Catania-Palermo, nonostante già finanziato con 30 milioni di euro dal Cipe ed inserito nel Contratto di Programma di Rete Ferroviaria Italiana del 2010 e non l’opera faraonica del raddoppio;
§  La riattivazione della linea Caltagirone-Niscemi-Gela, da oltre un anno chiusa a causa del crollo del ponte;
§  Il completamento del raddoppio ferroviario Fiumetorto-Castelbuono.

Mi sembra giusto chiedere, alla politica siciliana, di conoscere quali saranno le richieste di intervento a tutela e salvaguardia della continuità territoriale, del trasporto ferroviario regionale e del trasporto universale da e per il nord che, già in Sicilia, è quasi  del tutto inesistente.
Da sottolineare che le scelte fino ad ora attuate dalle Ferrovie dello Stato, rendono l'intero gruppo complice del ritardo dello sviluppo delle aree del Sud Italia e dell'accrescersi del divario con le regioni settentrionali e con il resto d'Europa, che sarà sempre più difficile colmare in futuro.
Ritengo inaccettabile la situazione di cui sopra e un Governo responsabile e attento non può e non deve assistere indifferente, ma ha l'obbligo di dare ai suoi cittadini risposte concrete e tangibili.
E' questo il momento in cui deve prevalere il senso di responsabilità dei nostri Amministratori nei confronti del Popolo siciliano, in considerazione del fatto che non venga ulteriormente penalizzato il nostro territorio, e di iniziare tutti assieme a chiedere quanto ci spetta di diritto, così come viene sancito dalla Costituzione all’articolo 3, all’articolo 16 e all’articolo 117.                                                                                                                                
Il territorio siciliano non appartiene né alla politica di destra né a quella di sinistra, ma è dovere della politica garantire ai Siciliani lo sviluppo economico, sociale e infrastrutturale pari al resto d’Italia.
Ritengo opportuno che le Istituzioni, in collaborazione con i molti utenti del trasporto ferroviario, con le associazioni di categoria e i sindacati, incomincino a programmare un servizio più vicino all’utenza, ed in modo particolare all’utenza pendolare che giornalmente è costretta a fare enormi sacrifici per raggiungere il proprio luogo di lavoro, studio o altro.
Non ritengo giusto che a piangerne le conseguenze per i disservizi creati da un trasporto pubblico ferroviario carente, sia nella qualità che nelle infrastrutture, siano sempre le fasce sociali più deboli e di conseguenza la società in generale, quando un’attenta politica ai fabbisogni del territorio dovrebbe garantire pari dignità e diritti ai suoi cittadini.
Alla luce di quanto esposto, cosa intende fare la Regione Siciliana in materia di trasporto pubblico ferroviario nell’immediato?
Certo di un Suo autorevole intervento e disponibile ad un incontro porgo, a nome dei pendolari che rappresento, cordiali saluti.

Giosuè Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani
Comitato Pendolari Me-Ct-Sr - Comitato Pendolari Sant’Agata Militello-Messina - Comitato Pendolari Ragusa - Comitato Pendolari Caltagirone-Gela

mercoledì 8 agosto 2012

Spariti i 1970 milioni di euro per il raddoppio ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri

Desidero intervenire in relazione all’articolo di martedì 31 luglio dal titolo “Nessuno storno di fondi dalla Giampilieri-Fiumefreddo”
I soldi c’erano e ci sono sempre stati, ma nessuno li ha spesi e dal 2010 sono scomparsi da tutti i contratti di programma e quindi lo storno è evidente.
Di raddoppio e spostamento del tracciato ferroviario Fiumefreddo-Giampilieri, se ne parla ormai da oltre 20 anni, quando i tecnici delle ferrovie presentarono lo studio di massima che nel 1996 diventò progetto definitivo e fu inviato alla Regione, da allora tante parole, pochi o nulla i fatti concreti ad oggi. Per il completamento del raddoppio tra Fiumefreddo e Giampilieri, era stato stimato un costo di 1.200 miliardi delle vecchie lire, di cui 500 miliardi già disponibili fin dal Contratto di Programma 1994-2000. Nella seduta del 27 maggio 2005 il CIPE ha approvato il progetto preliminare. Il costo dell’opera è di 1.970 milioni di euro totalmente finanziato da Contratto di Programma di RFI e dal 2010 scomparso da tutti i Contratti di Programma Quadro. Il completamento del doppio binario tra Fiumefreddo e Giampilieri è necessario in primis per la messa in sicurezza del tracciato esistente e successivamente per liberare i territori rivieraschi da quella cintura ferroviaria che ne ha procrastinato lo sviluppo turistico e commerciale. L’Accordo di Programma Quadro, stipulato il 5 ottobre 2001, tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Siciliana, le Ferrovie dello Stato S.p.A. era finalizzato a realizzare il potenziamento del trasporto ferroviario nella Regione Siciliana, che costituisce un elemento indispensabile per accrescere la competitività del sistema produttivo regionale e per contribuire al riequilibrio territoriale. Lentezze burocratiche, incapacità di trovare un accordo, conflitti di competenza, sono aspetti che hanno caratterizzato la pratica quotidiana del passato che per questo non è certo rivelatrice di risultati positivi, compreso lo storno dei 1.970 milioni di euro già finanziati dal 2005. Non è giusto che ci siano due Italie, quella del Nord dove, anche con i nostri soldi, vengono incentivate e potenziate tutte le tratte per i collegamenti fra le più grandi città, e l’altra quella del Sud dove esiste un solo binario per collegare le province siciliane, e una parte di questo ancora non elettrificato. Non è solo un problema di incentivazione e potenziamento delle linee ferrate ma è anche la condizione in cui migliaia di viaggiatori sono costretti a viaggiare. Occorre essere attenti e vigili alle problematiche ed alle condizioni del trasporto pubblico in Sicilia, specie in quello ferroviario, perché solo così potremmo finalmente far uscire definitivamente la Sicilia da quella gogna di arretratezza che la caratterizza da molti anni per le disattenzioni della sua classe politica.

Giosuè Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

lunedì 6 settembre 2010

La storia infinita… del Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario in Sicilia

Un anno fa, ed esattamente il 7 settembre 2009 a Roma, venivano sottoscritti i contratti di servizio tra le regioni italiane e Trenitalia, per il trasporto ferroviario. Quel giorno, l’assessore regionale ai trasporti, pro tempore, Nino Strano presente a Roma, non sottoscrisse il contratto di servizio per la regione Sicilia, prendendo qualche altro giorno di tempo. Considerato che, di tempo dall’incontro romano, è trascorso un anno e del contratto di servizio in Sicilia non se ne è più parlato. Cosa è successo di così grave per non averlo sottoscritto? Perché è rimasto top secret? Di chi è la colpa? Quali problematiche nasconde?. Questi sono gli interrogativi che abbiamo deciso di porre a tutta la classe politica siciliana, in considerazione del fatto che le altre regioni, sono già sul piede di guerra per gli ulteriori tagli ai finanziamenti statali per il trasporto pubblico ferroviario del 2011. Desideriamo far notare che nessuna presa di posizione è stata messa in atto dalla Regione Siciliana, a fronte dei tagli effettuati da Trenitalia alle corse-treno a media e lunga percorrenza sino ad oggi. In merito, invece alle dichiarazioni del neo-presidente siciliano di Rete Ferroviaria Italiana Ing. Dario Lo Bosco, basterebbe andare a constatare cosa prevedeva l’Accordo di Programma Quadro, sottoscritto in Sicilia nell’ottobre 2001, per rendersi conto di quali e di quante opere infrastrutturali erano previste e quali e quante di queste sono state realizzate in questi dieci anni trascorsi dalla firma dell’APQ siciliano. Tra l’altro desideriamo denunciare la scomparsa dei 1970 milioni di euro, già finanziati per il completamento del raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo sulla relazione Messina-Catania. Due miliardi di euro circa rimessi in circolo, in piccoli lotti, nei contratti di programma 2007-2013, con il tacito consenso della nostra classe politica siciliana che anziché reclamare lo storno del finanziamento, non perde occasione per denunciare l’arretratezza infrastrutturale della Sicilia, aspettando che lo sviluppo della Sicilia si realizzi con i continui proclami e fiumi di inchiostro, facendo così contenti e gabbati tutti i siciliani.

Giosuè Malaponti - Coordinatore - COMITATO PENDOLARI SICILIANI

giovedì 22 ottobre 2009

La Politica Siciliana, le Ferrovie e le Infrastrutture

Che il nostro sistema ferroviario è antiquato, obsoleto e soprattutto non è in alcun modo compatibile con lo sviluppo della Sicilia, è ormai da anni un fatto concreto. Desidero sottoporre alla politica regionale, ed in modo particolare al Presidente della Regione, On. Raffaele Lombardo, che, se il nostro sistema ferroviario è antiquato, lo è proprio grazie alla scarsa attenzione che la politica regionale ha dedicato all'incentivazione del trasporto e delle infrastrutture ferroviarie siciliane.
Non è possibile che si punti l’indice nei confronti dello Stato, di Rete Ferroviaria Italiana e di Trenitalia, quando la politica siciliana in materia di trasporto e di infrastrutture, in questi ultimi trent’anni, non ha prodotto nulla per cercare di diminuire il gap infrastrutturale fra nord e sud.
Ma le occasioni ci sono state! Vedi i vari progetti del raddoppio Messina-Catania-Siracusa andati persi.
Nel 1998 sono stati persi per la progettazione 500 milioni delle vecchie lire.
Nell’ottobre 2001 con la sottoscrizione in Sicilia dell’Accordo di Programma Quadro tra Regione Siciliana (presidente Cuffaro) e Ministro dei Trasporti (On.Lunardi), venivano finanziati 1970 milioni di euro per il raddoppio della dorsale ionica Messina-Catania-Siracusa per il tratto Fiumefreddo-Giampilieri.
Soldi andati persi o perlomeno scomparsi dai contratti di programma, ma fino al 2007 c’erano! Da oltre quarant’anni si parla di migliorare le principali infrastrutture viarie e ferroviarie siciliane, ma come ogni anno vengono fatti i vari proclami sulle testate dei quotidiani siciliani dandoci il ben servito su opere che la politica, certamente, non vuole portare avanti visti i risultati di un Italia a due o più velocità.
L’esigenza di dotare la Regione Siciliana di uno strumento pianificatorio del settore, era stata avvertita dall’Amministrazione regionale già dalla metà degli anni ottanta, quando con legge regionale n. 68 del 14 Giugno 1983 venne sancito che la Regione siciliana avrebbe dovuto dotarsi di un proprio Piano Regionale dei Trasporti.
Tenuto conto che la Giunta di Governo regionale ha approvato (delibera n. 322/2002 e delibera n.375/2002 previo parere favorevole della IV Commissione legislativa dell'Assemblea Regionale Siciliana e adottato con D.A. n.237 del 16 dicembre 2002) il nuovo Piano Direttore dei Trasporti ed i quattro Piani Attuativi (aereo-marittimo-stradale-ferroviario) (adottato dall'Assessore Granata il 17.11.2004 con suo Decreto n. 163/Gab. e approvato dalla Giunta di Governo regionale delibera n. 367/2004 con il parere favorevole della IV Commissione parlamentare dell'ARS del 15.09.2004), e che sino ad oggi non ha prodotto nulla o quasi nulla per il miglioramento delle infrastrutture viarie e ferroviarie e per l’incentivazione del trasporto pubblico locale.
I siciliani, anch’essi cittadini italiani sono costretti a subire da troppo tempo le conseguenze di questi ritardi infrastrutturali ed è compito dei nostri rappresentanti politici siciliani (comunali, provinciali, regionali e nazionali) rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico, così come recita l’art. 3 della Costituzione Italiana.
Non vorremmo che le infrastrutture di cui i Siciliani e la Sicilia si aspettano da quarant’anni, viaggiassero solo sui binari delle varie campagne elettorali. La politica, riconosca il proprio mea culpa, cerchi di recuperare i fondi perduti e si adoperi al completamento urgente delle due dorsali: - Ionica (Messina-Catania-Siracusa) - Tirrenica (Messina-Palermo) e successivamente alla progettazione della Catania-Palermo, che non è una priorità, viste le due incompiute e a proseguire nella progettazione a medio e lungo termine dello sviluppo socio-economico siciliano.

In considerazione del fatto che nel panorama ferroviario nazionale, la regione Sicilia si trova all’8° posto, dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania, per la lunghezza complessiva dei binari, ed al 5° posto per le linee ferroviarie in esercizio dopo Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, mentre è al 16° posto con 169 km. (12%) di linea a doppio binario su 1378 km. a seguire Sardegna, Molise, Basilicata e Valle d’Aosta. (dati sulle linee rilevati dal sito di Rete Ferroviaria Italiana aggiornato a gennaio 2009).
 
Giosuè Malaponti
Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani

giovedì 13 agosto 2009

Ferrovie, il gap destinato a crescere - QdS - Regionale di Economia Istituzioni Ambiente No Profit e Consumo

“Il nostro sistema ferroviario è antiquato, obsoleto e soprattutto non compatibile con lo sviluppo della Sicilia”, sosteneva l’ex assessore regionale ai Trasporti, Titti Bufardeci. Dichiarazione che lasciò perplesso il coordinatore del comitato spontaneo pendolari Messina-Catania-Siracusa. “Desidero sottoporre all’attenzione della politica regionale ed in modo particolare all’assessore regionale ai Trasporti – dichiara Giosuè Malaponti, coordinatore del comitato - che, se il nostro sistema ferroviario è antiquato, lo è proprio per la scarsa attenzione che la politica regionale ha dedicato al trasporto ed alle infrastrutture ferroviarie siciliane. Vedi i vari progetti del raddoppio Messina-Catania-Siracusa andati persi. Nel 1998 sono stati persi per la progettazione mille e 100 miliardi delle vecchie lire. Nell’ottobre 2001, con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma Quadro tra Regione Siciliana e Ministero dei Trasporti, venivano finanziati quasi 2 mila milioni di euro per il raddoppio della dorsale ionica Messina-Catania-Siracusa per il tratto Fiumefreddo-Giampilieri. Anche questi andati persi o perlomeno scomparsi dai contratti di programma, ma fino al 2007 c’erano!”.