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domenica 13 ottobre 2013

Prenoti il vagone letto, ti ritrovi in cuccetta

Il treno Siracusa-Roma delle 19,10 dell'altro ieri è partito senza il programmato vagone letto, sostituito all'ultimo momento da una vettura cuccette. Motivazione addotta dal conduttore: le portiere erano bloccate e non c'era una vettura sostitutiva. È scoppiata la protesta. I viaggiatori hanno occupato i binari, hanno chiamato la polizia. La pattuglia intervenuta ha redatto un verbale. Resta ora da vedere quali conseguenze questo ennesimo episodio potrà avere. Ma nessuno confida nella soluzione del problema.
A ogni modo, fino a qui passi: un inconveniente del genere può capitare. In realtà però non è la prima volta che accadono fatti del genere. E poi c'è Trenitalia e il suo silenzio assordante.
Liliana Gissara, rappresentante di Italia nostra per la Sicilia e utente abituale delle ferrovie ingoia il rospo ma non tace. Aveva il biglietto per il vagone letto ma ha dovuto ripiegare su una cuccetta.
«Il biglietto è un contratto firmato - sottolinea - non può esser violato impunemente. Nel recente passato è già accaduto che il treno partisse senza vagone letto. E un'altra volta un vagone letto è deragliato durante la manovra tra lo scalo Pantanelli e la stazione centrale. Il problema di fondo è la carenza del materiale rotabile di Trenitalia. Anzi, dirò di più: è l'abbandono di Siracusa, e di quasi tutta la Sicilia, da parte di Trenitalia. Per non parlare poi della sicurezza. Qui ci sono materiali e attrezzature vetuste, obsolete, e per l'appunto insicure. Tant'è che questo non è il primo episodio del genere. Siracusa è una stazione di testa non può rimanere abbandonata così. Le anomalie vanno eliminate. E, scusate se mi ripeto, ma si viaggia senza sicurezza. Sotto ogni aspetto. Intanto perché non c'è certezza che si arrivi a destinazione. Come il biglietto acquistato impone. E poi anche perché, con questa carenza e vetustà di materiali c'è anche il rischio di non giungere indenne. Insomma, per farla breve, qui non è più emergenza ma cronicità: la cronicità dell'abbandono».
Sullo sfondo rimane poi il problema del traghettamento tra le due sponde dello Stretto.
E' un fiume in piena Liliana Gissara, non c'è che dire: «Questo - osserva - non può restare un "affare privato". Trenitalia ha deciso che non ci lucra abbastanza e ha declassato ad "affare commerciale" un servizio indispensabile. Siamo di fronte a "negligenze convergenti" di azienda, ministeri, Regione, sindacati, enti locali. E non basta dire prendetevi l'aereo o la macchina. Per una famiglia un viaggio in aereo ha costi proibitivi. E un viaggio in macchina, soprattutto per lunghe percorrenze, non è mai abbastanza sicuro. Di questo passo qui non verrà più nessuno».
SALVATORE MAIORCA
La Sicilia - Sabato 12 Ottobre 2013 - Prima Siracusa, pagina 27

martedì 22 novembre 2011

Tagli ai treni in Sicilia: Nessun intervento della politica a salvaguardia delle continue penalizzazioni della Sicilia

In questi ultimi mesi non si è fatto altro che parlare di tagli ai treni da e per il nord; tutti sono intervenuti, sindacati, associazioni dei consumatori, pendolari, utenti, ma nessun commento o presa di posizione è venuta fuori da parte della nostra politica siciliana.

Lo stesso problema lo hanno i calabresi, che a differenza nostra sono forse meno penalizzati, dato che non devono attraversare lo stretto per raggiungere il continente “Italia”.

Ritornando sui tagli: è già da diversi anni che Trenitalia li mette in atto ad ogni cambio orario (marzo-giugno-dicembre) ma i politici di casa nostra, vista l’eccellenza della nostra rete infrastrutturale (strade-ferrovie), non hanno dato importanza a questi continui tagli che il Gruppo Ferrovie dello Stato stava e sta attuando in maniera sconsiderata a danno di tutti i siciliani e con la complicità di chi ci rappresenta nelle sedi istituzionali palermitane e romane.

Alla politica interessano i lanci di stampa, pagine di quotidiani, fiumi di inchiostro e, spesso, a gran voce fanno sapere che si sta lavorando in questo o in quell’altro progetto, che si stanno per realizzare aeroporti, ferrovie, superstrade ma, di fatto, i siciliani ad oggi non hanno visto nulla del nuovo scenario infrastrutturale annunciato proprio dagli stessi politici. Insomma, tutto appare campato in aria, nulla di concreto o quasi arriva a prendere forma nella nostra Sicilia.

Nel frattempo che i fiumi di inchiostro e di parole scorrono, le risorse per le infrastrutture in Sicilia scompaiono. Così come è accaduto per i 1.970 milioni di euro per il raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri. Somma finanziata nel lontano 2005 per il completamento dell’asse ferroviario Messina-Catania, somma scomparsa da tutti i contratti di programma nel 2009. Ma questo alla politica non interessa, alla politica siciliana interessa, invece, cavalcare il nulla o meglio i tempi biblici della Catania-Palermo e del corridoio Berlino-Palermo che di certo non verranno mai realizzati e il ponte sullo Stretto che resterà di certo un’altra chimera.

Tornando alla realtà, ci aspetta un ulteriore regalo di Natale da parte di Trenitalia: con l’entrata in vigore del nuovo orario a dicembre cancellerà in Sicilia le cuccette e i vagoni letto nei treni da e per il nord e taglierà questo tipo di servizio anche in quei treni che di solito circolano a ridosso delle feste (Natale-Pasqua-Ferragosto). Con queste novità, a partire dal prossimo 12 dicembre 2011, Trenitalia introduce i suoi nuovi orari, i quali porterebbero ad una soppressione dei treni notturni che collegano la Sicilia, con le principali città del centro (Roma) e del nord (Milano e Torino).

Tra i treni che sparirebbero si trovano praticamente quasi tutti i servizi cuccette che partono dalla Sicilia e che, attraversando tutta l’Italia, arrivano alle città più importanti del Nord.

In particolare, le città di Palermo e Siracusa rimarranno quasi senza collegamenti diretti con le regioni settentrionali, mentre l’intera Sicilia non avrà più treni cuccette verso Torino, Milano e Venezia.

Per raggiungere queste città dal meridione sarà necessario raggiungere in un primo momento Roma Termini e, per proseguire il proprio viaggio, si dovrà necessariamente cambiare treno, magari prendendo un Frecciarossa, più veloce ma anche più costoso.

Ecco nel dettaglio gli eventuali treni che verranno tagliati:

• Exp 1926 Palermo Centrale (14,32) Milano Centrale (10,30);

• Exp 1927 Milano Centrale (20,15) Palermo Centrale (15,40);

• Exp 1943 Torino Porta Nuova (20,05) Palermo Centrale (17,40);

• Exp notte 1951 Roma Termini (20,00) Siracusa (7,00);

• Exp notte 1964 Siracusa (22,00) Roma Termini (9,00);

• Exp 1930 Palermo Centrale (15,32) Venezia S. Lucia (11,18);

• Exp 1931 Venezia S. Lucia (19,09) Palermo centrale (1410);

• IC 99061 periodico Roma Termini (12,39) Palermo centrale (23,59);

• IC 99062 periodico Palermo Centrale (12,00) Roma Termini (23,21).

Appare evidente che riguardo a queste decisioni ci aspettiamo decise e concrete prese di posizione da parte di tutta la classe politica siciliana, a cominciare dalla Giunta regionale, dai presidenti delle Provincie e dai sindaci, per far desistere il gruppo Ferrovie dello Stato da queste scelte che stanno cancellando definitivamente il diritto alla continuità territoriale, alla mobilità sostenibile e civile in una regione come la Sicilia.

Giosue Malaponti – Coordinatore Comitato Pendolari Siciliani