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martedì 14 aprile 2015

Continuità Territoriale approvata in Commissione Risoluzione che impegna il governo regionale

Palermo. Nota Stampa del “Movimento Popolare Sicilia & Calabria #ilferribottenonsitocca”.
Approvata all'unanimità in IV Commissione all'ARS la Risoluzione presentata dall’On. Valentina Zafarana, sulla Continuità Territoriale.
E’ un impegno per il governo della Regione e per esso l’assessore regionale delle infrastrutture e della mobilità a contrastare i tagli paventati da FS nel trasporto ferroviario da e verso il Continente.
L’ex Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ebbe modo di ribadire che i progetti di dismissione del servizio ferroviario a lunga percorrenza erano legati all’assenso degli Enti Locali, nonostante le pressioni esercitate da questo Movimento Popolare, Il presidente Crocetta e L’assessore Pizzo hanno indossato gli abiti di Pilato per evitare di pronunciarsi contro i tagli presentati da FS ai sindacati il 2 febbraio u.s.
Per fare emergere la voce di dissenso del popolo siciliano è stata necessaria la Risoluzione proposta della deputata del M5S Valentina Zafarana, votata all’unanimità dai membri della IV Commissione dell'ARS compresi PD e PDL
La risoluzione impegna il Governo della Regione “…ad attivare ogni utile iniziativa allo scopo di garantire che il diritto alla mobilità dei siciliani non venga ridimensionato attraverso la soppressione del traghettamento dei treni a lunga percorrenza…”
Alla luce dei fatti, il nuovo Ministro Delrio non può che prendere atto della volontà del territorio e invitare FS ad archiviare definitivamente l’idea di soppressione del Servizio ferroviario universale da e per la Sicilia.
Il Movimento Popolare #ilferribottenonsitocca accoglie con soddisfazione il risultato ottenuto alla Regione ma resta mobilitato in attesa delle prossime iniziative del Governo che non possono limitarsi a mantenere lo status quo. Il servizio essenziale dovuto ai cittadini versa in condizioni da terzo mondo dei trasporti, scientemente abbandonato a se stesso per disincentivarne l’utilizzo da parte di un’utenza valutata di serie B; la lotta di questo movimento andrà avanti fin quando non sarà colmato il gap di qualità del trasporto ferroviario fra la Sicilia e le Regioni destinatarie di ingenti investimenti per la realizzazione dell’alta velocità.
Rivendichiamo pari dignità e servizi essenziali efficienti, treni veloci su navi moderne per la garanzia della continuità territoriale e servizio di traghettamento con i mezzi veloci per il diritto alla mobilità nell’area integrata dello Stretto. NOI VOGLIAMO TUTTO!!!  






















lunedì 30 marzo 2015

Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario in Sicilia poco trasparente e partecipativo.

In merito alle ultime dichiarazioni dell’assessore ai trasporti Pizzo, rilasciate sul Contratto di Servizio, nell’assemblea dei sindacati al Palacultura di Messina il 25 marzo, cito testualmente: - Il contratto di servizio sta andando molto avanti, nel senso che noi non eravamo abituati perché non avevamo esperienza, ci stanno lavorando fortemente, l’azienda ci sta dando una mano. Il rapporto con i sindacati e le parti sociali è stato continuo su questa cosa….un contratto che durerà sino al 2020-.
Riferendoci a queste dichiarazioni che riteniamo irrazionali e strane, desideriamo fare alcune riflessioni:
1 – Abbiamo ripetuto più volte ed in tutte le sedi di stare attenti a Trenitalia nella redazione del contratto di servizio che farà valere, di sicuro, tutto il suo peso di monopolista, mentre l’assessore candidamente dichiara che l’azienda gli sta dando una mano. Cosa alquanto strana e assurda.
2 – Si è sempre parlato di sottoscrivere un “Contratto di Servizio Ponte” sino al 2018, per i tempi ristretti nel poter predisporre e bandire una gara pubblica per l’affidamento del trasporto ferroviario isolano, mentre l’assessore dichiara che la scadenza è il 2020, ed anche questa affermazione è illogica.
3 – Il rapporto con le parti sociali tra le quali pensiamo e presumiamo ci siano anche i comitati dei pendolari,  risale ad un incontro del 29/12/2014 andato deserto e ad una successiva email di invito a far pervenire delle proposte sul contratto di servizio dell’8/1/2015 senza conoscerne i contenuti e/o le linee guida del redigendo contratto. 4 - Contestiamo le recenti dichiarazioni dell’assessore Pizzo nel voler fare un tavolo tecnico con Trenitalia e i Sindacati escludendo a priori da questo tavolo i Comitati dei Pendolari Siciliani, almeno i più rappresentativi. Ribadiamo all’assessore Pizzo che nell’incontro del 19/12/2013, tra l’assessore pro-tempore Bartolotta, i Sindacati e i Comitati dei Pendolari, era stato chiesto e costituito un Comitato di verifica e controllo sul redigendo Contratto di Servizio, composto dai Sindacati e dai Comitati. Desideriamo capire perché l’assessore Pizzo, a differenza degli altri assessori che lo hanno preceduto (Bartolotta e Torrisi) non voglia tenere in considerazione l’impegno preso dalla Regione Siciliana cogliendo le opportunità e i suggerimenti che i maggiori utenti-pendolari possano dare al redigendo contratto.
5 – Sulla sfida treno-bus sulla Messina-Palermo, per l’assessore Pizzo è importante che sia il treno a vincere la sfida anche se di qualche minuto nei confronti del bus. Cosa intende fare l’assessore Pizzo a differenza di quanto volevano mettere in atto i precedenti assessori Bartolotta e Torrisi in merito alle concessioni del gommato? I precedenti assessori avevano paventato la possibilità di rivedere le concessioni dei bus  legandoli al servizio della mobilità ferroviaria eliminando così molte corse bus parallele agli orari delle corse dei treni, prevedendo invece un raccordo tra bus-treno-bus.
In Sicilia, per il dato che abbiamo trovato sul Tpl-extraurbano risalente al gennaio 2012, vengono effettuati e quindi rimunerati dalla Regione Siciliana 77.622.511 di km-bus e di questi circa il 25% pari a 19.316.309 km-bus vengono effettuati dall’Azienda Siciliana Trasporti.
Ci sembra doveroso fare un breve excursus sul Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario in Sicilia. La spesa prevista ammonta a 111,5 milioni di euro e 9,5 milioni sono i km/treno da mettere in esercizio in tutta la regione.
Abbiamo iniziato la nostra battaglia sul Contratto di Servizio da quel 7 settembre 2009 in cui a Roma venivano convocate tutte le regioni per sottoscrivere il Contratto. La Regione Siciliana, in quell’occasione rappresentata dall’assessore ai trasporti Nino Strano, vi partecipò ma non aderì prendendo qualche giorno di tempo. Di giorni ne sono trascorsi 1925 pari a 5 anni 6 mesi e 20 giorni circa ed ancora siamo lì ad aspettare questo fantomatico, poco trasparente e partecipato Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario in Sicilia. Da tenere presente che in tutti questi anni i Comitati dei Pendolari hanno dialogato con l’impresa ferroviaria Trenitalia ottenendo sempre risposte chiare, fattive e riscontrabili sulle proposte apportate al miglioramento dei servizi ferroviari. Tenuto conto, inoltre che l’impresa ferroviaria non era tenuta a confrontarsi con l’utenza dato che il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario era ed è a tutt’oggi intrattenuto con il Ministero dei Trasporti. E allora la domanda ci sorge spontanea se l’impresa ferroviaria Trenitalia ha fatto tesoro dalle informazioni suggerite dall’utenza-pendolare, perché l’istituzione Regione non vuole prendere e tenere in considerazione nè il Comitato di verifica e controllo né quanto hanno da dire i comitati dei pendolari sul redigendo contratto di servizio???

Giosuè Malaponti – Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

martedì 24 marzo 2015

Assemblea Popolare “Contro i tagli alla Continuità Territoriale “, che si terrà domani 25 marzo a Palazzo Zanca

In letteratura è ampiamente dibattuto il legame esistente tra lo sviluppo economico di un’area e la presenza di una buona rete infrastrutturale. Un forte e moderno servizio ferroviario è indispensabile per costruire un sistema dei trasporti efficiente ed efficace.
Cosa chiediamo, in occasione dell’Assemblea Popolare “Contro i tagli alla Continuità Territoriale“:   
§  che -Ferrovie dello Stato- predispongano un progetto di modernizzazione e velocizzazione inteso nel vero senso della parola per assicurare la continuità territoriale effettiva tra la Sicilia, l’Italia e l’Europa, non mettendo a rischio posti di lavoro anzi chiediamo di integrare i lavoratori ex Ferrotel.
§  che il Governo e la Regione Siciliana non cadano nella tentazione di ritenere che il trasporto pubblico - diritto costituzionale garantito - debba rientrare necessariamente nella logica del profitto: la continuità territoriale va assicurata con le giuste risorse pubbliche, al netto delle mere logiche di mercato.
§  al Governo e alla Regione Siciliana l’impegno ad assicurare sempre le risorse e le relative coperture finanziarie necessarie a garantire ai siciliani il diritto alla continuità territoriale con un servizio moderno di velocizzazione ed ammodernamento così come avviene in altre Stati europei.
§  di poter prendere visione del Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario siciliano, prima della sua sottoscrizione, per la realizzazione di uno strumento più a misura dell’utenza.
§  di sapere che fine ha fatto la gara pubblica per l’acquisto di n. cinque nuovi treni bandita circa un anno fa?
§  di conoscere a che punto è il nuovo Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità, strumento propedeutico per accedere ai finanziamenti pubblici europei per le infrastrutture?
§  di conoscere quali sono le infrastrutture ritenute prioritarie e strategiche per ottimizzare la viabilità ferroviaria, stradale, aerea e marittima?
A queste domande chiediamo risposte certe ed esaustive.
Per quanto riguarda  la Continuità Territoriale sullo Stretto di Messina, chiamiamo a raccolta tutte le forze sociali, sindacali e politiche attive sul territorio affinché tutti assieme si faccia un fronte comune contro questa decisione irricevibile ed inaccettabile da parte delle Ferrovie dello Stato, anche se rinviata a fine anno, per difendere i nostri diritti di cittadini italiani e, per chiedere un servizio di trasporto pubblico efficace adeguato alle esigenze di una mobilita moderna che non crei disagi e disservizi.
Non ci rassegneremo a vedere la Sicilia privata dei necessari collegamenti e respingiamo il ruolo passivo della Regione Siciliana, spettatrice di decisioni che la vedono privata di diritti irrinunciabili per tutti i residenti nell’Isola.
Il trasporto ferroviario e di traghettamento dei treni va rilanciato e diventi perno e volano degli scambi commerciali e vettore reale per il rilancio dell’economia e del turismo siciliano nell’ottica delle Reti e dei Corridoi Europei e Mediterranei.
Giosuè Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

domenica 22 marzo 2015

Assemblea Popolare contro i tagli alla Continuità territoriale



Atm: ancora incognito lo stato di salute

Visioni contrastanti sul futuro dei trasporti pubblici messinesi, ma i fruitori sono soddisfatti del servizio. Il piano d'esercizio prevede 51 autobus e 8 tram ripartiti su 40 linee nei giorni feriali.

Coincidenze tra treni regionali e Frecce bianche in Calabria

Stretto di Messina accordo Fs-sindacati, ma l'Or.sa Trasporti conferma lo sciopero.

Treni in Sicilia, è lite

Basta annunci, servono fatti


Sicilia isolata dalle Ferrovie, tutti muti tranne i vecchi

Vorrei precisare una volta per tutte che la Sicilia è un isola e in quanto tale è circondata dal mare e non ha alcun collegamento con quella terraferma chiamata continente o Italia.


La denuncia: "Impossibile prenotare i treni"

Un altro dato importante da prendere in considerazione e da non sottovalutare, è che Trenitalia ha già messo in vendita i biglietti per oltre la metà dei treni a percorrenza nazionale e internazionale dell’orario estivo di Trenitalia, in vigore dal prossimo 14 giugno 2015.
I viaggi ferroviari possono essere acquistati, con un anticipo massimo di 4 mesi, su tutti i sistemi di vendita Trenitalia e nelle agenzie di viaggio convenzionate.
L’apertura alle vendite consentirà di programmare per tempo gli spostamenti di lavoro, le vacanze estive nonché eventuali visite a Expo Milano 2015, in programma dall’1 maggio al 30 ottobre. 
Nonché di poter cogliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze nell’ampia gamma di prezzi e livelli di servizio disponibili.
La tranche posta in vendita comprende 240 treni: 142 Frecce, 21 Intercity, 16 Intercity Notte e 61 collegamenti da e per Svizzera, Francia, Austria e Germania. La stranezza è che di tutti questi treni al momento dalla Sicilia non è possibile poterli acquistare al massimo chi è interessato può prenotare la propria partenza da Villa san Giovanni.

sabato 14 marzo 2015

La Regione Siciliana tace. Traghettamento treni e modernizzazione sulla pelle dei Siciliani.

Attualmente il siciliano che deve andare a Roma da Palermo o da altre città acquista un biglietto per un treno Intercity mediamente sulle 55/60 euro ed in 11/12 ore, puntualità permettendo, arriva a Roma Termini.
Nell’ipotesi della rottura di carico paventata a partire dal 15 giugno p.v. gli stessi fruitori del servizio si troveranno ad acquistare un biglietto che si aggirerebbe intorno alle 75/85 euro e con un risparmio di tempo di 50/60 minuti ma con il disagio di scendere dal treno con i propri effetti personali, farsi una bella scarpinata per raggiungere un traghetto per la traversata, ridiscendere dal traghetto rifarsi un’altra passeggiata per risalire sul treno a Villa San Giovanni e ripartire.
Un altro dato importante da prendere in considerazione e da non sottovalutare, è che Trenitalia ha già messo in vendita i biglietti per oltre la metà dei treni a percorrenza nazionale e internazionale dell’orario estivo di Trenitalia, in vigore dal prossimo 14 giugno 2015.
I viaggi ferroviari possono essere acquistati, con un anticipo massimo di 4 mesi, su tutti i sistemi di vendita Trenitalia e nelle agenzie di viaggio convenzionate.
L’apertura alle vendite consentirà di programmare per tempo gli spostamenti di lavoro, le vacanze estive nonché eventuali visite a Expo Milano 2015, in programma dall’1 maggio al 30 ottobre. 
Nonché di poter cogliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze nell’ampia gamma di prezzi e livelli di servizio disponibili.
La tranche posta in vendita comprende 240 treni: 142 Frecce, 21 Intercity, 16 Intercity Notte e 61 collegamenti da e per Svizzera, Francia, Austria e Germania. La stranezza è che di tutti questi treni al momento dalla Sicilia non è possibile poterli acquistare al massimo chi è interessato può prenotare la propria partenza da Villa san Giovanni.
Non desideriamo fare nessuna considerazione in merito ma lasciamo questa riflessione a tutti i siciliani e alle eventuali prese di posizione del presidente Crocetta, dell’assessore ai trasporti Pizzo, dei sindaci delle aree metropolitane Accorinti, Bianco ed Orlando nella duplice veste di sindaco e di presidente dell’Anci Sicilia.
L’impegno che dovrebbero assumere nei confronti del ministro Lupi e dell’ad di Fsi Elia, è quello di non lasciare passare questa sorta di modernizzazione e velocizzazione che oltre al danno, rappresenta per i siciliani compresi i signori politici che ci rappresentano, una grande beffa.
Considerato che non tutti i mali vengono per nuocere, e che il divieto di ingresso al sindaco Accorinti nel palazzo della politica palermitana abbia convinto lo stesso sindaco di Messina, finalmente, a prendere carta e penna e scrivere al ministro Lupi per attestare che non è d’accordo al piano di dismissione e di ridimensionamento del traghettamento dei treni sullo Stretto così come proposto nell’incontro del 23 dicembre 2014.
Questo, infatti, era quello che chiedeva il ministro Lupi agli Enti Locali e precisamente dichiarare se favorevoli o no alla fantomatica ipotesi di modernizzazione e velocizzazione della rottura di carico del traghettamento dei treni da e per il nord, mettendolo nero su bianco.
Il sindaco Accorinti l’ha fatto e gli altri cosa stanno aspettando? Il presidente Crocetta e l’assessore Pizzo che pensano di fare? Il sindaco Bianco dell’aerea metropolitana orientale cosa ne pensa? Non ritiene opportuno intervenire per fermare questo scippo? Sarebbe anche lui disposto a scrivere al ministro Lupi per dichiarare il proprio dissenso a questa scelleratezza di isolamento definitivo dell’Isola?
E il sindaco Orlando dell’aerea metropolitana occidentale, nonché presidente dell’Anci che non ha ancora preso una posizione, non solo nei confronti dei suoi concittadini, ma a difesa e tutela di tutti i Comuni siciliani che rappresenta nelle sedi istituzionali, che si vedranno tagliare fuori e definitivamente da un servizio di trasporto universale che ci finisce di allontanare dal resto d’Italia e che tra l’altro la Costituzione ci garantisce?
Nelle more di un proficuo e tempestivo intervento da parte di chi ci rappresenta, speriamo dall’altro che “Ferrovie dello Stato” revochino da subito la decisione di sopprimere, a partire dal prossimo giugno, treni e navi impiegati per l’attraversamento dello Stretto, assicurando una continuità territoriale effettiva tra la Sicilia, l’Italia e l’Europa non mettendo a rischio i posti di lavoro e rafforzando il sistema di trasporto tra le due Italie.
Giosue Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

martedì 17 febbraio 2015

Non servono i viaggi della speranza ma più attenzione per la Sicilia


Palermo. Apprendiamo del viaggio che dovrà intraprendere lunedì 16 febbraio 2015 l’assessore regionale alle infrastrutture e Mobilità, Giovanni Pizzo, per andare al cospetto del ministro Maurizio Lupi, con l’iniziativa denominata “Scusate il Ritardo”. Vorremmo capire il perché di questa iniziativa, di questa presa di posizione dell’assessore Pizzo. Non ne capiamo il senso. E allora vorremmo sapere cosa è stato detto in quell’incontro dell’11 novembre 2014 nella sala riunioni del ministero dei trasporti. Assessore Pizzo alla luce della lettera del ministro Lupi inviata ad un quotidiano regionale, non ritiene opportuno informare i siciliani dei temi trattati in quell’incontro almeno per stabilire una volta per tutte qual è la verità. Ritornando al suo viaggio che riteniamo inutile, sotto tutti i punti di vista, a maggior ragione se è vero quanto riportato su una nota stampa che andrebbe a Roma per discutere, con il ministro Lupi, del Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario per la Sicilia. Documento che definisce quantità e qualità dei servizi di trasporto ferroviario nell’isola. Per quanto riguarda il solo Contratto di Servizio per il trasporto regionale riteniamo che non ci sia nessuna necessità di andare a parlare con il ministro ma bensì poteva incontrare a Palermo il Direttore di Trenitalia per la Sicilia. Tra l’altro con i precedenti assessori ai due tavoli tenuti in assessorato il 19 dicembre 2013 ed il 15 maggio 2014 era stato concordato assieme alle sigle sindacali un documento per la creazione di un Comitato di verifica e controllo per il redigendo Contratto di Servizio. Ma di tutto questo lei, signor assessore non ne sta tenendo conto. Non serve a nulla il viaggio che lei sta volendo inscenare, alla luce anche dell’incontro palermitano con il viceministro Nencini. Quello che al momento ai Siciliani occorre, è il rispetto del diritto alla Continuità Territoriale così come previsto dalla Costituzione.
Giosuè Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer







mercoledì 11 febbraio 2015

La mobilita è un diritto dei Siciliani - Striscia La Notizia 11 febbraio 2015

Sicilia Continuità Territoriale. Riteniamo che sia giunto il momento che Regione, Comuni e Forze Sociali assieme reclamino quanto è dovuto alla nostra terra. La Sicilia ha diritto ad avere gli stessi servizi del resto d'Italia e non solo.
La mobilita è un diritto dei Siciliani ed un dovere dello Stato assicurare alla Sicilia la Continuità Territoriale.
Clicca sull'immagine per vedere il video


martedì 27 gennaio 2015

I treni non superano lo Stretto…e l’Assessore Pizzo pensa ai grossi investimenti.

Desideriamo intervenire sulle dichiarazioni dell’assessore Pizzo ai microfoni del Tgr Sicilia di sabato 24 gennaio scorso.
In mancanza di investimenti, di ammodernamento/velocizzazione delle attuali linee ferrate la Regione Sicilia è cauta e punta su obiettivi precisi. L’Assessore Pizzo ai microfoni del Tgr Sicilia dichiara: - “Avere dei servizi moderni e migliori di quelli attuali e quindi più efficienti ed efficaci e quindi minori tempi. L’attraversamento dello Stretto è una rottura di carico che dura tra le 2 ore e le 2 ore e mezzo, quindi è inutile fare l’alta velocità. Poi quando ci siano dei tempi di percorrenza che complicano a fermarsi. Noi dobbiamo puntare a servizi migliori non spaventandoci dei cambiamenti e delle modernità”. Continua l’assessore Pizzo (dice il cronista) che ricorda il progetto dei 5 miliardi per la CT-PA-ME e sulla volontà da parte di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) di non penalizzare la Sicilia.  E sull’attraversamento dello Stretto continua: - “Ciò sarebbe antinomico, assurdo e contraddittorio che se in cambio di questo grossissimo investimento in infrastruttura si avesse una diminuzione dei servizi".
Dichiarazioni che riteniamo senza un senso logico e senza una presa di posizione a tutela dei posti di lavoro e per salvaguardare quei cinque treni rimasti che ci collegano al “Continente Italia” nel rispetto della “Continuità Territoriale” e dell’art. 3 della Costituzione Italiana. E che qualcuno spieghi ai Siciliani quali sono gli obiettivi della Regione in ordine alla mobilità per l’attraversamento dello Stretto.
Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer 
  

lunedì 26 gennaio 2015

La continuità territoriale negata, le Ferrovie abbandonano la Sicilia.

L'analisi. Soppresse definitivamente le tratte a lunga percorrenza per carenza passeggeri. L'Isola tagliata fuori dal resto del Paese. Ma un terzo dei treni regionali è in anticipo 
I grafici.
Chi controlla l'operato di Trenitalia?
Ci risiamo. Così come è successo agli inizi del 2009, via tutti i treni a lunga percorrenza che dalla Sicilia portano a Roma o a Milano per chi non può o non vuole viaggiare in aereo o in nave. Allora la scure sulle tratte lasciò ai siciliani solamente quattro coppie di treni da e per il Nord (Roma e Milano). Un depauperamento lento e costante che va avanti dal giugno 2007, quando i convogli ad attraversare lo Stretto diretti al nord Italia erano ben 14 giornalieri. E con l'introduzione del nuovo orario estivo i treni a lunga percorrenza saranno cancellati totalmente. Il motivo? Ufficialmente
carenza di passeggeri. Ma il problema è sotto la luce del sole. La Sicilia è tagliata fuori dal gestore perché non ha l'alta velocità, fiore all'occhiello delle Ferrovie e settore in cui si stanno incentrando tutti gli investimenti. 
E in attesa dell'alta velocità sull'asse ferroviario Messina-Catania-Palermo, la Sicilia continua a muoversi lentamente. Troppe le zone tagliate fuori dai collegamenti interni, numerosi i territori che si sono visti azzerare quasi del tutto il trasporto ferroviario: Siracusa, Ragusa, Modica, Gela, Caltanissetta, Caltagirone, Alcamo- Trapani Via Milo. Eppure basterebbero interventi mirati per recuperare un mezzo che in Sicilia aveva trovato in passato anche una produzione di eccellenza nella costruzione delle carrozze e dei vagoni.

martedì 30 settembre 2014

In Sicilia niente continuità territoriale

Dal primo di ottobre la Sicilia viene abbandonata in materia di trasporti completamente al suo destino. Niente aerei, niente treni e niente traghetti. Qualche settimana fa Alitalia annunciava che avrebbe abbandonato le tratte da e per la Sicilia. A questo annuncio si è unita dopo qualche giorno la compagnia aerea AirOne che dal 1 di ottobre effettuerà solo i voli per Milano e Roma escludendo tutte le altre destinazioni sin’ora operate da Catania e Palermo. A questi abbandoni delle compagnie aeree, dal 1 di ottobre si aggiungerà quello dei traghetti di Fs Bluferries. Infatti da domani (oggi per chi legge) l’unica nave di Bluferries abbandonerà il porto storico di Messina per approdare al porto di Tremestieri. Questo abbandono penalizza in modo pesante lo spostamento di migliaia di pendolari sulle due sponde, i quali non potranno più usufruire di un trasporto pubblico garantito da Ferrovie dello Stato ma dovranno obbligatoriamente servirsi di traghetti ed aliscafi di società private sicuramente con altri orari e con molto meno corse giornaliere e nei festivi.
In questi ultimi anni si è parlato tanto di sviluppo infrastrutturale dei territori siciliani, guardando con un certo interesse ai provvedimenti del governo come il Piano per il Sud, il Decreto del Fare e per ultimo lo Sblocca Italia.  
Questi ultimi avvenimenti penalizzano in maniera definitiva i siciliani lasciandoli in balia di una continuità territoriale del tutto inesistente.
Giosuè Malaponti - Comitato Pendolari Siciliani - Ciufer

sabato 6 settembre 2014

Alitalia abbandona la Sicilia, niente aerei a Fontanarossa e Punta Raisi

Alitalia: lungo (mi)raggio per Sicilia e Calabria  
Un anno fa circa, leggevamo sui quotidiani le dichiarazioni di guerra all’Alitalia, da parte del governatore Crocetta. Il Governatore prendeva di mira la ormai ex compagnia di bandiera, responsabile di penalizzare la Sicilia e il turismo con una politica tariffaria molto salata.
Accennava ad una rivoluzionaria delibera regionale nei confronti del sistema monopolistico dell’Alitalia dando mandato all'Azienda Siciliana Trasporti a sottoscrivere accordi, puntando sull’aeroporto di Comiso aperto da qualche mese, con eventuali vettori low cost.
Il Governatore dichiarò, anche, che la Regione avrebbe avuto una sua compagnia aerea low cost puntando tutto sull’Ast, azienda di trasporti controllata dalla Regione con a capo il prof. Dario Lo Bosco nonché presidente di Rete Ferroviaria Italiana.
Dopo un mese di botte e risposte, di attacchi e di contromisure tra il governatore della Regione Sicilia e l’Alitalia  tornò la quiete nei cieli e nelle stanze della regione siciliana.
A distanza di un anno arriva nuovamente sulla nostra Regione la doccia fredda dell’Alitalia che abbandona definitivamente le tratte siciliane da e per il nord.
Scarse sono state le prese di posizioni da parte delle Istituzioni isolane, in relazione a quest’improvviso e inspiegabile abbandono delle rotte siciliane, nei confronti di Alitalia e del Ministero dei trasporti.
Le uniche voci a difesa dei siciliani sono quelle del sindaco di Catania Enzo Bianco e dell’assessore regionale ai trasporti Nico Torrisi.
Confidiamo nel loro operato affinché rappresentino al ministro Lupi ed al governo l’importanza e la necessità di attuare oggi più che mai quella continuità territoriale che la Sicilia non ha mai avuto, alla luce della totale cancellazione dei treni da e per il nord e per la mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto. 
Crediamo che i presupposti ci siano tutti e che la strada della continuità territoriale sia l’unica da percorrere per colmare questo squilibrio infrastrutturale.
Giosuè Malaponti – Presidente Comitato Pendolari Siciliani

venerdì 13 dicembre 2013

L’abolizione del ticket Ecopass e il diritto alla Continuità Territoriale

Lettera al Sindaco di Messina.
Prendendo spunto dalle sue dichiarazioni, in occasione del varo della nave traghetto “Messina”, che la continuità territoriale è un diritto che lo Stato deve garantire ai suoi cittadini. 
Continuità territoriale che dovrebbe spettarci di diritto ma della quale i governi regionali in questi ultimi quarant’anni non hanno fatto nulla per farla attuare in Sicilia, a differenza della dirimpettaia Sardegna che ha già rinnovato la continuità territoriale aerea e marittima per l’anno 2014.
Fatte queste premesse desideriamo farLe notare che, proprio queste garanzie da Lei giustamente manifestate sulla continuità territoriale, da almeno tre anni sono venute meno con l’istituzione del “ticket Ecopass” nel marzo 2010 (O.S. n.19 del 5/03/2010) facendo gravare,  su tutti i cittadini e le aziende di autotrasporto residenti nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Trapani, Palermo, Ragusa e Siracusa l’ulteriore costo di traghettamento, essendo stata esonerata dal pagamento, dal neo ticket, la sola provincia di Messina. 
Il coinvolgimento della Regione Calabria sulla Continuità territoriale ci sembra alquanto strano e ci lascia  alquanto perplessi in considerazione del fatto che i Calabresi per andare a Roma o in qualsiasi altra città d’Italia, non devono attraversare nessuno “Stretto” a differenza dei Siciliani non residenti nella provincia di Messina che, invece, sono costretti a pagare un ulteriore balzello al Comune di Messina prima ed al Comune di Villa San Giovanni e/o Reggio Calabria dopo per attraversare lo Stretto di Messina.

Fatte queste considerazioni Le chiediamo Signor Sindaco:
  • che l’istituzione dell’Ecopass non ha danneggiato solamente la categoria degli autotrasportatori siciliani ma tutti i residenti in Sicilia, che sono stati costretti a versare al Comune di Messina, di Villa San Giovanni e Reggio Calabria un ulteriore balzello;
  • di abolire il “ticket Ecopass” e/o di voler estendere l’esenzione del pagamento a tutti i residenti in Sicilia comprese le aziende di autotrasporto che hanno sede legale in Sicilia.
  • che la mancata attuazione della continuità territoriale non è certamente colpa dei Siciliani residenti nelle altre otto province ma le durature disattenzioni della politica;
  • di intervenire in maniera decisa presso la Regione Sicilia affinché predisponga tutti gli atti necessari da sottoporre al Governo nazionale  al fine di far attivare la Continuità territoriale marittima ed aerea.
Nelle more che venga realizzata la continuità territoriale, la soluzione più equa, secondo noi sarebbe quella di far pagare i non residenti in Sicilia, sgravando così sin da subito i Siciliani da ulteriori imposizioni e dalla penalizzazione di un servizio di trasporto pubblico sempre più inefficiente e inefficace, che ci vede sempre più allontanare dal resto d’Italia.
Siamo sicuri, che lo strumento della Continuità territoriale se attuato appieno, dia alla Sicilia e ai Siciliani gli stessi diritti e gli stessi servizi che gli altri italiani stanno beneficiando già da parecchio tempo.
Giosuè Malaponti - Presidente Comitato Pendolari Siciliani

giovedì 8 agosto 2013

Nel Dl Fare odg su continuità territoriale aerea in Sicilia.

Riguarda le tratte tra Palermo, Comiso e Catania con Roma, Napoli, Milano e Venezia.
Nel Dl Fare odg su continuità territoriale aerea in Sicilia.
Il governo si impegna a valutare oneri di servizio pubblico per le tratte aeree che collegano gli aeroporti di Palermo, Comiso e Catania con Roma, Napoli, Milano e Venezia. E' quanto prevede un ordine del giorno presentato al decreto del Fare dal gruppo Grandi Autonomie e Libertà del Senato e firmato da Antonio Scavone, Giuseppe Compagnone, Giovanni Mauro, Mario Ferrara, Lucio Barani, Laura Bianconi, Luigi Compagna, Giovanni Bilardi e Paolo Naccarato e accolto dal governo nell'Aula di Palazzo Madama.  
Inizialmente la proposta non era stata accolta dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti. Ma dopo che Scavone ha spiegato quanto sia "diventata onerosa la tariffa oggi applicata dalle compagnie aeree, nell'ordine di centinaia e centinaia di euro, che di fatto rendono impossibile lo spostamento di un normale cittadino", De Vincenti ha deciso di accogliere l'ordine del giorno chiedendone una riformulazione, accolta da Gal, per evitare che potesse gravare sulla finanza pubblica.
Secondo la riformulazione, l'odg impegna il governo "a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica l'opportunità di attuare e applicare per la Regione Sicilia quanto previsto dall'art. 16 del regolamento europeo n. 1008/2008". L' ordine del giorno fa riferimento ad un regolamento europeo secondo cui "uno Stato membro può imporre oneri di servizio pubblico riguardo ai servizi aerei di linea effettuati tra un aeroporto comunitario e un aeroporto che serve una regione periferica all'interno del suo territorio".
"Bisogna riconoscere ai siciliani la continuità territoriale - si legge nell'odg - oltre che la stessa libertà di movimento di cui godono gli altri cittadini dell'Unione".

martedì 30 luglio 2013

Sicilia, anche i treni del turismo stanno finendo sui binari morti

L'allarme. Il Comitato Pendolari denuncia le riduzioni in tratte che coprono località rinomate. 
«Tagli tra Messina e Siracusa - dice Malaponti - e niente Treno del mare»
Stazioni in crisi. Taormina resta ormai chiusa nei week end. 
Siracusa-Ragusa. Una linea importante che andrebbe rilanciata.
Taormina. In qualunque altra parte la stazione ferroviaria di una località che è tra le più gettonate e conosciute del mondo, sarebbe una bomboniera. E la tratta ferroviaria che passasse da quella destinazione e che portasse, tra l'altro, verso un altro angolo di paradiso, penetrando dritta dritta nel cuore del Distretto del Barocco più ricco ed invidiato che ci sia, sarebbe una asse dei trasporti fondamentale.
Ma qui siamo solo a Taormina, qui siamo soltanto sul binario che sale e scende da Messina a Siracusa, passando per Catania, accarezzando un litorale bello e suggestivo. Accarezzandolo sino al punto che, per la verità, i treni rischiano sempre, e ogni giorno di più, di venir giù dalla strada ferrata, perché per più chilometri la massicciata frana inevitabilmente. Messina-Catania-Siracusa, passando per Taormina: siamo condannati a chiederci sempre che cosa fanno e che cosa farebbero gli altri di fronte ad una situazione come questa. Allora diciamo che per utilizzare al meglio il potenziale rappresentato in ogni Paese dal trasporto ferroviario, si sarebbero investiti un bel po' di miliardi (tra l'altro due c'erano, per il raddoppio tra Giampilieri e Fiumefreddo, ma sono stati stornati altrove perché si sono perduti anni a litigare). Invece qua siamo all'abbandono. A meno che non si
voglia credere, un po' per disperazione, alla promessa che entro il 2020 tutto cambierà e che il triangolo Messina-Catania-Palermo sarà servito da qualcosa che somiglierà all'alta velocità. Per ora registriamo i fatti, ovvero i tagli. Giosuè Malaponti, con il suo Comitato Pendolari, registra tutto, ha un quadro preciso ed inequivocabile della situazione, di ogni tratta ferroviaria dell'Isola. Parliamo di questa, dunque, e di quelle che dovrebbero favorire il turismo.
«Prendiamo per esempio un giorno festivo, una domenica: da Messina a
Catania ci sono 8 treni, il primo parte alle 6.55, il secondo alle 14.05. Che vuol dire? Vuol dire che turisti che arrivino a Messina e che vogliano raggiungere proprio Taormina, o lo fanno all'alba o hanno perduto mezza giornata ad aspettare il secondo treno. Al contrario, da Catania a Messina, di treni ce ne sono 12 e tutti con buoni orari. Ma se pensiamo al turismo che arriva dal Continente, beh forse servirebbe potenziare la Messina-Catania, direi».
E' così. Non è che lo dica Malaponti e non è solo intuito o deduzione. Tanto è vero che sino all'anno scorso Trenitalia aveva attivato il Treno del Mare: nove coppie che facevano in estate Catania-Taormina-Leotojanni.
«Ottima iniziativa - conferma Malaponti - peccato che per risparmiare quei treni siano stati cancellati».
Ma non sono le uniche corse ad essere scomparse dall'orario delle Ferrovie dello Stato. Se restiamo sulla Messina-Catania-Siracusa, il Comitato dei Pendolari segnala che negli ultimi sei mesi sono stati tagliati 110 treni e che sono scomparsi 9112 chilometri di percorrenza sulla tratta, soppressi. Perché? La motivazione che generalmente porta Trenitalia è che ci viaggia sempre meno gente, la questione da sollevare è se su una direttrice così importante sotto il profilo turistico, è giusto tagliare, anziché provare a vendere di più e meglio un prodotto che funziona in tutto il resto del mondo.
In fondo, torniamo a quel che fanno gli altri, la distanza tra Messina e Siracusa non è poi così abissale come ci sembrerebbe usando i parametri locali. Sono in tutto 182 chilometri, poco più del doppio della mitica Piccadilly Line, la linea della metropolitana di Londra che in 71 chilometri unisce
Cochfosters con i quattro terminal dell'aeroporto di Heathrow, passando per tutto il centro della capitale. Questo significa che si potrebbe far lavorare questa ferrovia vecchia e cadente proprio come una metro. Peccato, però, per un sacco di cose. Partendo dalla stazione di Taormina, quella che dovrebbe fare storia e tendenza.
«E' una stazione ridotta ai minimi termini Taormina-Giardini - racconta Malaponti - al punto che non c'è più capo stazione, è aperta da lunedì a venerdì sino al pomeriggio e negli altri giorni si possono fare i biglietti solo con il self service. Se funziona. Ma, del resto, anche Catania non sta molto meglio, nel senso che inserita nella gestione di Cento stazioni, aveva come obiettivo quello di diventare luogo di attrazione, un posto vivo. Invece c'è solo la rivendita di tabacchi all'interno, nessun'altra attività commerciale che abbia dato lustro e interesse alla stazione, così come si voleva».
Sembra di parlare di binari morti, e forse è proprio così. E' il trasporto ferroviario in Sicilia che vive, come detto, sempre di attese a lunga scadenza e con progetti stratosferici, anziché provare a fare quel che si potrebbe fare. Prendiamo il turista (ma vale per chiunque) che voglia spostarsi da Catania e Palermo o viceversa. Si sa che, a parte un paio di treni che fanno la tratta in 2 ore e 45, gli altri ci mettono un secolo. Ora si parla, come dicevamo, del progetto proiettato al 2020: velocizzazione della Catania-Palermo, spesa prevista 1,4 miliardi, tempo di percorrenza 2 ore e 25 minuti. Possibile, Malaponti?
«Così dice il progetto. In sostanza per accorciare di una ventina di minuti il tragitto spenderemmo una cifra spropositata. A conti fatti ogni minuti risparmiato ci costerebbe 72 milioni. Intanto c'erano i 30 milioni recuperati dall'ex sottosegretario Pippo Reina con cui si sarebbe potuta realizzare rapidamente la pendolinizzazione della tratta, innalzando la tecnologia dei binari e di conseguenza la velocità dei treni, arrivando a risparmiare lo stesso tempo».
E i soldi che ci sono per migliorare il sistema dei trasporti allora? Che farne? Tantissime cose. Visto che di Distretto del Barocco del Sud Est stiamo parlando, si potrebbero utilizzare per modernizzare la tratta Siracusa-Ragusa-Modica, tre luoghi incantevoli frequentati da migliaia di turisti che, però, per spostarsi da un centro all'altro perdono ore e tanti quattrini. Ma quel che non è compresa nelle priorità di chi gestisce il trasporto ferroviario in Sicilia è proprio la questione turistica, oltre a tutto il resto che rientra nell'ordinario. Per esempio la tratta Palermo-Alcamo-Trapani, che attraversa altri luoghi incantevoli.
«Esiste sulla Palermo-Trapani la diramazione Alcamo, utile per raggiungere molte località accorciando i tempi di viaggio - dice Malaponti. Dallo scorso marzo, però, a causa di uno smottamento la diramazione è interrotta e si allunga di 100 chilometri. La spesa per intervenire si aggirerebbe intorno ai 50 milioni, ma non si sta considerando, evidente, indispensabile».
Ma siamo al festival dei paradossi, se vogliamo dirla tutta: basti pensare che la Siracusa-Catania è tratta turistica, ma anche frequentata da tanti pendolari, lavoratori e studenti. E anche qua c'è un ma.
«Ma - spiega Malaponti ancora - l'ultimo regionale parte alle 17.16, poi solo Intercity alle 19.10 e alle 21,45. Su cui non fanno salire i pendolari che vorebbero scendere a Catania. Che senso ha? ».

Andrea Lodato Nostro inviato - La Sicilia - Lunedì 29 Luglio 2013 I FATTI, pagina 7

lunedì 15 luglio 2013

Estendere alla Sicilia la continuità territoriale o vittime di monopoli

Daremo la parola ai siciliani, con una raccolta firme su tutta la regione
Fin quando la continuità territoriale non sarà estesa in Sicilia quanto meno anche alle rotte Catania e Palermo con Roma e Milano, la nostra regione continuerà ad essere soggetta a monopoli e spartizioni del mercato. Con buona pace della concorrenza, proclamata e non praticata, e con passeggeri costretti a pagare somme elevatissime. Ricordiamo che la continuità territoriale é un servizio che garantisce ai cittadini residenti in una regione disagiata di usufruire di tariffe scontate e quindi bassissime ed accessibili a tutti. Ma non è una questione soltanto di prezzi accessibili, pur importantissima, si tratta dello sviluppo economico dell'isola. Sul tema della continuità territoriale si registra una sorta di incomprensibile "pudore", come se tale richiesta significasse invocare privilegi fuori luogo in un periodo di crisi. Ed invece non è cosi perché si tratta di colmare un divario. E vi sono tutti i requisiti requisiti previsti dall'articolo 16 del Regolamento Comunitario n. 1008 del 2008, che disciplina la materia. Infatti viene previsto che lo Stato membro «nel valutare la necessità e l'adeguatezza di un onere di servizio pubblico» deve tenere conto innanzitutto «dell'equilibrio tra l'onere previsto e le esigenza in materia di sviluppo economico della regione interessata». Possiamo dire che l'eventuale onere del servizio non soddisferebbe tale equilibrio? Certamente no, anzi si potrebbe dire che le somme destinate a tale servizio svilupperebbero enormemente le opportunità di sviluppo economico dell'isola. Il Regolamento prevede poi come secondo elemento di cui tener conto la «possibilità di ricorrere ad altra modalità di trasporto e dell'idoneità di queste ultime a soddisfare il concreto fabbisogno di trasporto, in particolare nel caso in cui i servizi ferroviari esistenti servano la rotta prevista con un tempo di percorrenza inferiore a tre ore e con frequenze sufficienti, coincidenze e orari adeguati». Tale secondo requisito è talmente palese e sussistente che non necessita di nessun commento o valutazione. Forse, gli unici commenti potrebbero essere purtroppo solo ironici. Un terzo elemento di cui tener conto è quello «delle tariffe aeree e delle condizioni proposte agli utenti». Ed è proprio quello di cui si parla in questi giorni con i salatissimi prezzi dei biglietti che stanno svuotando le già vuote tasche dei siciliani. I presupposti ci sono tutti e la strada della continuità territoriale è quella da percorrere da subito. Certamente è necessario un coinvolgimento della Regione e dello Stato, ma facciamo appello alle Istituzioni perché una volta per tutte si scelga questa strada. Da parte nostra promuoveremo delle iniziative a sostegno della proposta. Per prima cosa daremo la parola ai siciliani, con una raccolta firme su tutta la regione. In secondo luogo promuoveremo a settembre un convegno sul tema, invitando tutte le istituzioni i soggetti interessati affinché tale argomento sia il primo in agenda al rientro dalle vacanze. E ciò perché deve essere il primo in agenda per lo sviluppo economico dell'isola.
Avv. Carmelo Calì - presidente regionale Confconsumatori

La Sicilia - Domenica 14 Luglio 2013 I FATTI, pagina 6